Roma, 7 giugno 2019
Son
tutte belle le suicide dell’Occidente. La tecnica è la medesima. Quando una ragazza o una donna divengono “simboli”
internazionali (personae, icone da propaganda) dobbiamo porci, da veri porci,
di fronte all’ennesimo ballon d’essai, tale semplice domanda: “Questa ragazza, questa donna esiste o non
esiste?”.
Altri
busillis sono inutili. A dirla tutta anche tale interrogazione è, per me,
assolutamente oziosa. Che esista o meno una parthenos bionda, in Olanda, che
risponde al nome di Noa Pothoven è, infatti, inessenziale.
Ciò
che residua nell’immaginario spirituale del mondo, nonostante le menzogne, le
mezze verità, il ciarlare inconsulto: questo è, invece, essenziale.
E
cosa residua? Questo: l’essere umano ha da essere libero, totalmente e senza
restrizioni. Per affermarsi. Su chi? Su nessuno. Deve solo affermare la propria
inconcussa libertà. Qualunque cosa resista a tale dispiegamento della libertà
individuale è da censurare, sia esso uno Stato, un capo religioso, un blogger,
un ente qualsivoglia latore di una morale, pur pallida.
L’essere
umano del Novus Ordo è libero.