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16 marzo 2020

Frottole dal ducato in fiamme (Neodecamerón)


Roma, 16 marzo 2020 

Dall'Enciclopedia Treccani: "fròttola s. f. [prob. der. di frotta]. - 1. Componimento letterario di origine popolaresca (detto anche motto confetto) costituito da un affastellamento di pensieri e di fatti bizzarri e strani, senza nesso o quasi tra loro, in versi di varia misura (settenarî, quinarî, endecasillabi) e senza ordine fisso di rime". 

Frottola Prima. La magia dei numeri
Se sommate il vostro anno di nascita alla vostra età otterrete come risultato 2020.
Succede una volta ogni 1000 anni!
Provate!

Su circa 40 romani, di media età e intelligenza, quasi uno su due è rimasto interdetto. Per qualche secondo di troppo; alcuni sino a sfiorare il minuto. The dog's master si farà quattro risate. Gli statistici pure. Ho detto "uno su due"? Chiedo venia. Volevo dire: il 46,34%.

Frottola Seconda. Untori I
Silvio Brusaferro, Istituto Superiore di Sanità, qualche giorno fa: "Ci sono state scene di persone al mare, a sciare o a mega-aperitivi: sono luoghi in cui il virus potrebbe essere circolato ... [fortunatamente] gli Italiani hanno colto come comportamenti sbagliati finiscano per ritorcersi contro e vadano evitati".
Il diavolo si nasconde nelle locuzioni.
Mega-aperitivi. La Milano da bere? Scurdammoce 'o passato. Aperitivi, piscine, viaggetti. Cambiamo abitudini. Il disprezzo in quel termine rivela l'ansia di liberarsi da alcuni comportamenti onde piombare nell'asocialità da afefobia. L'odio del contatto, della convivialità, anche cialtrona, della comunità ... la sepsi morale deve entrargli in testa a questi cultori dello spritz!

Frottola Terza. Untori II
De Luca, governatore della Campania, chiude quattro comuni. Perché? “Causa del picco di contagi è un rito mistico. Hanno bevuto tutti dallo stesso bicchiere”. E chi sono tali irresponsabili? Seguaci del sabba? Sbevazzatori da osteria? Massoni napoletani? Macché, catecumenali. De Luca ha richiesto la denuncia penale. Rimane il mistero sul "rito mistico". Che abbiano bevuto il sangue di Cristo senza permesso? 

Frottola Quarta. Homo digitalis (dalla lettrice ISE) 
Tra le cose che si digitalizzano [ecco] l'uomo cablato del sogno transumano. In questi giorni pensavo: prima o poi usciranno con la proposta di un chip che traccia tutti gli spostamenti e magari rileva se il virus è presente nel tuo corpo, nelle vicinanze o addosso a una persona piuttosto che un'altra.
Oggi apro "Il Corriere della Sera" (dopo secoli, giusto perche' so che anticipa sempre quel che "potrebbe" accadere), e trovo la notizia che sottolinea la necessita' di tracciare tutti con la tecnologia per prevenire la diffusione del virus:

https://www.corriere.it/economia/consumi/20_marzo_15/come-battere-pandemia-il-tracciamento-dati-grazie-compagnie-telefoniche-51c0497c-661c-11ea-a287-bbde7409af03.shtml

"Un gruppo di economisti e scienziati dei dati, capeggiati dal professore Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di strategia alla Sda Bocconi e Alfonso Fuggetta, docente del Politecnico a capo del consorzio Cefriel che lavora proprio sui Big Data, hanno inviato alla regione Lombardia e al governo una proposta estremamente dettagliata al momento ignorata. Che consentirebbe di riaprire davvero scongiurando il vero rischio che può verificarsi il 3 aprile. Perché basta un altro piccolo focolaio di 4-5 infetti a bloccare di nuovo il Paese provocando un double dip, un rimbalzo difficilmente sostenibile per qualunque economia matura che vive di scambi, relazioni e consumi.
A supporto della tesi i due docenti prendono in prestito le parole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che proprio tre giorni fa ha dichiarato che la parola d’ordine è quella di 'tracciare i contatti'. Secondo un modello delle tre T: testare, tracciare e poi trattare. In Corea del Sud lo schema ha funzionato e la curva dei contagi è crollata senza un 'lock down', un blocco totale come ora sta sperimentando l’Italia e ora l’Europa. Il Korean Center for Disease Control, KCDC, ha organizzato uno straordinario sistema di raccolta di informazioni geolocalizzate per il tracciamento dei contatti dei contagiati. I potenziali contagiati e i viaggiatori che arrivano nel Paese hanno dovuto scaricare una app in cui volontariamente hanno descritto giorno per giorno la propria posizione, eventuali sintomi e i contatti tenuti. Sarebbe possibile tecnologicamente farlo anche da noi". 

12 ottobre 2018

Farfalle e piccioni


Roma, 11 ottobre 2018
La Biston Betularia, una falena dalle ali chiare, punteggiate da minuscole macchie più scure, svolazzava indisturbata, nei primi dell’Ottocento, fra la selvaggia chiarità delle campagne inglesi. Si posava, con flemma britannica, sulle betulle indigene, ricche di licheni bianchi: lì, immobile, poteva mimetizzarsi perfettamente; e riposare. Si trovava, infatti, nel proprio elemento, con cui aveva ingaggiato un progressivo rapporto simbiotico: millenni di lotte, fughe, inganni e crudeltà venivano racchiusi in un insettino solo apparentemente insignificante. In esso, però, vivevano milioni di ascendenti e, soprattutto, ancor più, i nemici sconfitti. Si poteva ben dire che il complesso e ingannevole vestimento le era stato donato dalla lotta coi predatori più accaniti. Ora prosperava naturalmente, fra gli alti e i bassi di un’esistenza fugace, aleatoria e libera. Le guerre non mancavano; il gelo poteva uccidere; la farfallina era, tuttavia, perfetta: strutturata per la vasta eternità.
Poi venne la Rivoluzione Industriale. Gli aggregati metropolitani cominciarono a produrre tonnellate di fuliggine da carbone. Le betulle annerirono, assieme ai licheni della superficie. La bianca falena, ora, risaltava con evidenza accecante sui tronchi: i predatori procedettero lentamente allo sterminio. Una variante scura della betularia, una popolazione fin lì assolutamente minoritaria, vide lentamente e irresistibilmente crescere le probabilità di salvezza. Le proporzioni si invertirono: da 99% a 1%; da 1% contro 99%.
Le Carbonarie, sui tronchi anneriti dal progresso, si mimetizzavano con facilità; le altre non avevano, invece, alcuno scampo.
Intanto l'immaginario Oliver Twist, ignaro della strage, popola l'Inghilterra, terra di confusione, nelle pagine di uno scrittore di Portsmouth.

13 gennaio 2018

Perché l’1% ci tiene in vita?


Roma, 12 gennaio 2018

Invecchiando non solo si diventa esperti e, perciò, restii alla logica (Russell: "L'esperienza è l'intelligenza degli stupidi"), ma si tende a divagare. Per tali motivi, non chiedetevi se tali notazioni sono tecnicamente esatte (non lo sono, anche se, forse, per pura combinazione, qualche frase può centrare il bersaglio) ... e nemmeno chiedetevi, al contempo, se valga la pena di leggere gli incisi (li ho messi fra parentesi quadra così potete saltarli; nulla osta a saltare la lettura di tutto il pezzo, ovviamente).

Lo ammetto: sono ignorante in economia, sociologia e psicologia di massa. Posso affermare, con umiliante sincerità, che tali materie, ormai, mi spaventano. Per la vastità di opere e pubblicazioni; e per il labirintico viluppo delle correnti e delle diatribe in cui autori, discepoli, apologeti e apostati si scannano con sanguinosa regolarità. Ho maturato, perciò, una rassegnata ignoranza, non disgiunta, tuttavia, da un divertito distacco; tale pathos della distanza è dovuto a una ben nota dannazione (ben nota a me stesso, ovviamente).
Questa si abbatté sul sottoscritto in giovane età; si compone di due shock culturali, sorta di illuminazioni da scena primaria (e no, non riuscirò mai a liberarmene). Tali shock consistono in due brevi e apparentemente innocenti notazioni: la prima è di A. N. Whitehead (suona pressappoco: “L’intera filosofia occidentale è una serie di glosse a Platone”); la seconda è un estratto dal primo frammento di Parmenide (“Il solido cuore della ben rotonda Verità”).

14 dicembre 2017

Celebrity deathmatch: Barnard vs Saviano


Roma, 14 dicembre 2017

O vs Blondet, oppure Mazzucco. Oppure contro l'ottimo Marco Della Luna.
Il risultato sarebbe un KO devastante sin dai primi pugni.
Il volto da cagnolone vittimista di Saviano non verrebbe offeso nemmeno da una scalfittura.
Perché i controinformatori ricercano la verità, o quello che ritengono la verità e credono, scioccamente, che la verità sia rivoluzionaria.
Purtroppo è vero il contrario. La bella menzogna lo è (non la verità) poiché nasce col germe della sovversione.
Ho osservato Saviano alla presentazione del suo ultimo libro. Calmo, paziente, empatico, corretto (è rimasto sin alla fine sopportando smancerie, selfie, autografi compulsivi). Le sue idee erano basiche, elementari. Risultavano, però convincenti, anzi: suadenti, esposte con la tranquillità piana e scipita d'un maestro di scuola diligente e che piace alle mamme. Dopo pochi minuti, se lo avesse voluto, avrebbe condotto il gregge dove voleva lui, magari in un fosso. Nel pubblico s'era, infatti, ingenerata da subito la certezza che lui fosse nel giusto: poiché era vittima e le vittime hanno sempre ragione; poiché era un bravo ragazzo; poiché era pulito, educato; e pugnace il giusto. Uno che accusa, ferocemente, senza circostanziare granché, ma lo fa con quella bonomia PolCor per cui tutte le vacche sono grigie.

06 novembre 2017

Morirò io, sparirete tutti


Spoleto, 5 novembre 2017

È vero che ogni sistema di potere, storicamente, si è guastato ed è morto, quindi probabilmente anche quello in via di consolidamento oggi è destinato a finire un domani; ma è anche vero che i sistemi di potere possono durare decenni e secoli, occupando e degradando la vita di intere generazioni; quindi è opportuno prepararsi una via di fuga, non escluso il suicidio.

Marco Della Luna

Parlerò chiaro, anzi piatto.
Nel parlare a volte si dissimula involontariamente; nello scrivere ancor di più. E - a volte - si legge ciò che uno scrive con una certa fretta. Con la fretta che impongono le proprie convinzioni.
E si viene equivocati.
Non del tutto, ma di quel filo che fa sostanza.

Posso dire, in primis, che ogni mia parola, la più sciocca o la più pomposa, quella goffamente ricercata e quella quotidiana, persino le male parole e gli insulti atrabiliari, sono intrisi di un'angoscia senza redenzione.
Rivendico tale disperata sincerità; e spero che me la riconosciate tutti.

E poi, come diceva Totò, in secundis: siete morti e non lo sapete.
Tutti.
Ciò che affermo a favore della tradizione e del sangue e dell'Italia e della bellezza non lo dico solo a esclusivo beneficio dell'Italia. Ma a beneficio di islamici, calmucchi, indios, negri, ebrei e citrulli nordici.
Ho passato una vita a scrivere dei "vanishing peoples": Aztechi, Patagonici. Amazzonici.
E ora sarei diventato razzista?