“L’ultimo gradino … quel gradino finale,
decisivo, che porta alla soglia dell’irreparabile, spalanca l’abisso, divide
per sempre dal dopo … viene avanti una figura inedita che si affaccia
all’orizzonte del nostro Paese … silenziosa, qualcuno che nelle mille
convulsioni dell’Italia ancora non conoscevamo, e che sembra spuntare di colpo
dalle pagine di un romanzo di Harper Lee sull’America più profonda: è il
fantasma dell’uomo bianco”. Queste
parole sono scandite dalla prosa, nobile e piagnucolosa, di Ezio Mauro, ex
direttore de “La Stampa” e di “Repubblica”.
Il
libro da cui sono estratte si titola: L’uomo
bianco. Per la comprensione immediata del brogliaccio ecco il breve sunto:
“Siamo noi che, lasciandoci via via
rinchiudere nella corteccia delle paure nostre e altrui, ci trasformiamo come
dei mutanti, fino a voler tornare a distinguerci in base alla pelle e al
sangue. È l’ultimo spettro italiano: quello dell’uomo bianco”.
La
castrazione chimico-digitale ha ottenuto effetti di sorprendente efficacia.
Non
se ne trova uno.
Conculcare
la “mano morta” ha prodotto un doppio effetto: creare esserini asessuati o
degli squallidi libidinosi.
I
primi sono quello che sono: li riconosci dal ciuffo ingelatinato; i secondi
sono sprofondati in una sorta di cupio dissovi bestiale, buono per essere
stigmatizzato dal MeToo.
I
controinformatori e i controinformati continuano a tifare Putin contro Nato, ma
la realtà, micidiale, è che il tifo cela la totale, irrevocabile, mancanza di
materiale umano adatto a una rivoluzione. Macché: pure a un tafferuglio. Senza
maschi non c'è rivolta, questa una verità umana, troppo umana; talmente
semplice da sfiorare il becero e il crasso (maschilismo).
Dire:
la situazione nelle periferie è esplosiva, significa nulla. Il potere, nella
esplosiva situazione delle periferie, nei ceffoni tra Singh, De Rossi e
Seferovic ci sguazza alla grande; come nelle vetrine sfondate, nei bancomat
schiantati, nei supermercati svuotati. Un’ondata di risse e mischie, con
sottofondo razziale, è, anzi, auspicabile per chi voglia celare la questione
primaria: Usura e Identità.
Eviscerare
testicoli e ovaie culturali ai giovani italiani ha prodotto dei cretini. Ne
abbiamo già parlato, anzi: ne parlo da sempre. Castrare i maschi, grazie al
possente chiacchiericcio politicamente corretto, senza soste, ha immesso sul
mercato della resistenza controculturale dei goffi nerdacchioni. Castrati di
tutto, ovviamente. Le automobili le sanno più riparare? La caccia? La zappa
sanno cos'è? Le armi, in generale? Coltelli, spade, fionde, balestre, una volta
sogni dei ragazzini? Conoscono il funzionamento d'un generatore? Sanno quando
maturano certi frutti? E le patate? Si piantano? Crescono sugli alberi o
sottoterra? A lacci per cinghiali come stiamo? Arti marziali? Lotta? Orientamento
nei boschi? Marce, gerarchia? Come si cucinano i gamberi di fiume? Vendemmia,
seminagione, castagne, olive? Il nodo alla cravatta? A sport di squadra come
stiamo? La pallavolo ... la pallavolo ... la pallavolo ... ma che pallavolo! A
pallone si gioca! E i fucili? Sanno di cosa si parla? Le molotov? E pisciare?
Il getto è dritto o moscetto, da prostata malinconica pure a vent'anni? Si
fanno più le gare a chi piscia o sputa più lontano? Bullismo? Come stiamo con
gli scherzi feroci nelle camerate? Capisco ... non ci sono più le camerate ...
a pugni, allora, si fa più a pugni? Si gioca per la strada? Si spaccano crani?
Okkio ... si palpano, in corsa, le chiappe delle sconosciute?
C'è
ancora chi crede che il gender sia stato introdotto per rispettare le donne?
Siamo
diventati più rispettabili, più azzimati, amanti del galateo. Anzi, nemmeno di
quello, più asettici e neutri. In trent'anni. Trent'anni ... allora è vero che
il comunismo serviva a qualcosa, mi ha recentemente detto un vecchio
fascistone. Sì, a tenere alto il conflitto. Almeno c'era un po' d'azione, ha
concluso con un sorriso da pugile suonato. Il comunismo era ciò che tratteneva,
ora nulla trattiene, siamo entrati nel Mondo Nuovo, Unico. Poca violenza, molta
repressione interiore, monodimensionalità ... in nome della Bontà, ovvio.
In
Italia non potremmo fare la rivoluzione manco se risorgessero Che Guevara, Caio
Mario, Garibaldi e Spartaco mettendosi al nostro servizio. Non esiste più il
maschio. E nemmeno la femmina, peraltro, almeno a guardare il trio di punta del
MeToo: Asia Argento, su cui taccio; Rose McGowan, una lesbica fidanzata con Rain
Dove, una modella (di largo successo) che è una donna che è convinta di essere un uomo che è convinto di essere
una donna e, forse, è davvero così.
Dopo
aver visto Rain (al nome credevo fosse una pornostar: l'avevo scambiat* per
Misty Rain) sono corso a prendere il DVD di Roma
ore 11: solo la contemporanea presenza di Carla Del Poggio, Lucia Bosé,
Elena Varzi, Lea Padovani e Delia Scala ha fornito il litio necessario a
superare la depressione.
No,
non c'è speranza, non venitemi a commentare sotto casa o a ciarlare di speranza
che vi cancello ... bestemmiate, magari ... è più costruttivo.
Pure
Luca Traini, l'estraneo, legge un pappone in aula per scusarsi di ciò che ha
fatto, come un Homer Simpson che abbia preso gusto alla ciambella
dell'ecumenismo. Anche i razzisti e gli stragisti qui sono mansuefatti,
addomesticati: hanno sbagliato, ma non sbaglieranno più! Giusto! Questa è l'età
della scusa. Non si può prendere a sberle la moglie fedifraga, o il figlio
somaro, o il rivale in amore o quello che ti riga la macchina al parcheggio ...
si debbono intavolare trattative democratiche ... la moglie è a letto con
un*altr*? Si porga il biglietto da visita. Il figlio è uno scemo con l'occhio
languido? Lo si impasticca o lo si manda dallo psicologo infantile ... i
ceffoni sono fascisti ... il padre legittimo divorzia? Esca a fare bisboccia col
cazzon successore.
A
leggere i commenti online sulla resipiscenza di Traini che legge le sue scuse
alla nazione, ai nigeriani, al mondo corretto e al cielo dei migranti ci si
accorge di cosa è successo ... la svirilizzazione del maschio è totale ... in
nome della legge e della correttezza, beninteso ... aveva ragione, ancora unavolta, Jean Raspail ... presto entreranno in casa un paio di belinoni
nigeriani, attaccheranno un pistolotto boldriniano sull'ingiustizia dei bianchi
contro i neri e i bianchi lasceranno le stanze di loro spontanea volontà,
felici di aver ottemperato alla bellezza del Nuovo Mondo imparziale ... le
donne, pure loro, senza ovaie ... sono state svuotate della femminilità e
infarcite di bei diritti ... e ora possono godersi l'indipendenza ...
isteriche, istruite, civilizzate dal progresso e col lamento incorporato ...
come le vecchie bambole col disco nel dorso ... emancipate, emancipatissime, a
sei euro l'ora, in carriera nei supermercati, nel terziario avanzato, nelle
pulizie, nei CAF sindacali ... a riempire moduli a cottimo per far ottenere a
Chin Chan Pai la pensione, l'indennizzo, la 104 ... sfinite già a trent'anni
... coi mariti gonfi di popcorn e depressione post partum ... se sono fortunate
... altrimenti c'è il simulatore fallico sul comodino.
Le
femministe al corteo dell'UDI: col dito! col dito! Ma il progresso, in tale
campo, avanza.
Traini,
cattivissimo, quello che svuotò un caricatore senza prenderci mai ... anzi, no,
qualcuno lo prese ... per fortuna della vittima: così il vulnus può risanarsi
con qualche centinaio di migliaia di talleri ... tutti i cattivi debbono andare
in galera ... i cattivi in quanto cattivi e, perciò, poiché cattivi, in quanto
fascisti. Dal primo all'ultimo, sono d'accordo. Il mondo non dovrà avere più
cattivi: e non li avrà, ve lo prometto! D'altra parte, ragionate: come si fa a
essere cattivi col ciuffo ingelatinato sulla fronte? La barba scolpita? Quando,
la sera, si programmano - fra maschi! - nottate davanti al videogame? Come si
chiamava, Fortnite? Proprio ieri ho sorpreso dei venticinquenni a litigare
(litigare!) perché uno di loro, nel gioco, era troppo veloce ... e lasciava i
compagni indietro ... e, quindi, i compagni digitali eran caduti in un agguato
... agguato digitale ... e uccisi ... roba da chiodi ... roba da depressione
caspica.
Quell'altro
tizio di Riace, faccia dai tratti rilasciati e indistinti, sta in galera, pure
lui. Ma é un gioco di specchi. Traduco: voi lo vedete in galera, ma, in realtà,
è sugli allori. Presto arriverà la consacrazione. Aspettate, con calma, in
poltrona. Se c'è una cosa che sa fare l'Italiano senza coglioni è cambiare
rotta con cautela ... all'inizio si tratta di millesimi di centimetro ... poi,
col tempo, il divario fra ciò che dovrebbe essere e ciò che effettivamente è,
si allarga ... e alla fine chi è al gabbio si ritroverà, dopo tante scuse, in
Parlamento.
I cattivi, i maschi ... dove saranno andati a finire? Residuano nella bassa
criminalità. Quello che ha dato una capocciata al free lance a Ostia ... Spada
... un diecimila di quei tipi sotto casa di Moscovici e le cose prenderebbero
una diversa piega ... c'è poco da cianciare ... le rivoluzioni nascono nel
sangue ... Robespierre era un avvocato, cioè un criminale del linguaggio, e agiva fomentando
gaglioffi e tricoteuses. Ammetto che non è più tempo di sangue e cordite, è
tempo di ragionevolezza ... di veri e propri déjeuner sur l'herbe ... a
ingoiare crostini da concertazione dei sensi ... ci siamo fatti più scettici,
disillusi, distaccati ... e non perché lo siamo davvero: scettici, disillusi,
distaccati ... ma solo perché non siamo capaci di fare nulla ... la correttezza,
il volemose bene alla John Lennon, la tolleranza, l'accoglienza non derivano da
una riflessione profonda sulle istanze metafisiche dell'animo, ma da un crollo
antropologico e fisico ... lungamente perseguito da chi sa ... e sa molto più
di noi, per istinto ... quando tutto ciò che definisce un essere umano viene
incasellato nel "male" non ci resta che divenire ragionevoli, di venire a patti, chini sotto le forche caudine ... ragionevoli, non
razionali ... che la razionalità è da uomini ... ragionevoli e impotenti,
vestiti dell'organza della sottomissione a un corollario di valori anemici,
eterocliti, stranieri alla nostra vera essenza.
A Caudio, oggi provincia di Benevento, il sannita Gaio Ponzio fa erigere gioghi sotto cui si umiliano i comandanti romani. Alcuni di loro vengono sodomizzati. L'orrore per l'ignominia propagherà le sue onde psicologiche per secoli.
L'ultimo
uomo e la trasvalutazione di tutti i valori sono davvero realtà!
Appunti
per letture a venire: razze di cani create tramite mansuefazione. Manualetto.
Si
reprime un istinto, tramite uno spietato e accorto gioco di premi e castighi, e
si crea una seconda natura. Le femmine, intanto, vengono accoppiate con altre
razze, scelte per la bisogna, più adatte ai fini dei domatori. La risultante:
cani da compagnia, da caccia ai fagiani, da tartufi. Eugenetica e nuova etica:
altri cani. Più utili, più buoni.
Su una cosa Nietzsche ha ragione da vendere: la maleducazione, il rilievo urtante della personalità, la vitalità volgare, hanno, quasi sempre, i tratti genuini della forza, di ciò che ascende.
Leggo
che un capostipite dei Casamonica era sposato a una Spada, Teresa.
I
Casamonica, gente d'Abruzzo, di origine sinti, come il calciatore Andrea Pirlo,
l'ultimo vero fuoriclasse, avevano in mano il territorio del Mandrione, una
borgata romana estrema e poverissima.
Uno
dei pezzi più significativi di Carlo Emilio Gadda in Le meraviglie d'Italia:
Genti d'Abruzzo. La canzone più bella scritta da Pasolini: Cristo al Mandrione.
Ne esiste una bella versione di Gabriella Ferri.
Sia
Pasolini che Gadda vantano un fratello morto, un fantasma nell'ombra. Come
Catullo.
Solitari,
misantropi: in grado diverso. Rifiutati dall'Italia. Fecero una brutta fine,
infatti.
Di gente in gente, di mare in mare ho viaggiato, o fratello, e giungo a questa mesta cerimonia per consegnarti il funereo dono supremo e per parlare invano con le tue ceneri mute, poiché la sorte mi ha rapito te, proprio te, o infelice fratello precocemente strappato al mio affetto. Ora queste offerte, che io porgo, come comanda l'antico rito degli avi, dono dolente per la cerimonia, gradisci; sono madide di molto pianto fraterno; ti saluto per sempre, o fratello, addio.
Caro
Lei ... anzi, caro Voi (mi rivolgo, infatti, al fascistone anzidetto) ... qui
ci vuole una guerra ... stragi, morti, ustioni, cancrene, case che crollano ...
non siete d'accordo, caro il mio Farinacci degli stivali?
Certo!
Sono con Voi, tovarisch ... mi risponde quello. E obietta, giustamente: e però,
... Vos quoque ... cadete nella sindrome del Grande Botto ... siccome siete
sempre lì a digitare e a masturbarVi, caro Voi, sulla tastiera del nulla ... vi
siete ridotto a tifare la catastrofe! Un comportamento che prima addebitavate
ai coglioni ... e ora ... non sarà che vi state rammollendo?
Colpito,
affondato! ... Touché! Ma cosa volete che faccia ... che mi metta a gridare
"Vogliamo i colonnelli" dal balcone? I colonnelli, ormai, rubano
nelle furerie ...
Allora
non fate niente, amico mio, e scusatevi. Avete pargoli? Meglio non mischiarsi alle retroguardie ...
Giusto!
Non resta che scusarsi, allora ... non del nostro comportamento, ma della nostra stessa
esistenza! Annusare gli angoli, prepararsi alla successione ... con un bel testamento ... lascio ... a chi se la prende ... una casa A2, media periferia, garage, termoautonoma item magione rustica in piena Tuscia ... item terreni con seminativo e frutteto e servitù prediale annessa ... item casaletto magazzino ... item un gallo ad Asclepio ...
Traini 1. Non so nulla della vita di Luca Traini né
voglio conoscere nulla. Sull'uomo Traini, come individuo, maschera o
personaggio della cronaca nera, ognuno dovrebbe tacere. Sulla profonda
significazione che Traini, quale simbolo d'un epoca infernale, apporta
alla discussione è utile, invece, discorrere.
Traini 2. Luca
Traini non esiste. È solo un uomo perduto, senza identità, agito da
procellose forze sovra individuali; le stesse che spazzano senza requie
le terre desolate dell'Italia, dell'Europa e del mondo. Un italiano
dilaniato da ciò che, nell'essenza vera, più non comprende: un geroglifico dei tempi a venire.