Il Poliscriba
Qui
non si fanno distinzioni razziali, qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei,
italiani o messicani! Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!
Sergente Hartman
Sergente Hartman
Reiterare
questa “santa” parola, democrazia, è lo scopo precipuo dell’ovvio politico, è
il riempire quest’aria di veleni, questo vuoto/pieno normativo, questi codici
che non conosciamo, ma ai quali ci sottomettiamo, questa trappola di leggi che
imbalsama ciò che si sarebbe già decomposto da tempo: il vivere pacificamente,
il sopportarsi reciprocamente, il tollerarsi sfiorandosi per strada,
rispettando le giuste distanze, le linee gialle di cortesia, l’erba del vicino
che è sempre più verde, gli orari notturni, i contratti, le obbligazioni, le
opinioni, la mediocrità della quale non si fa più carico nessuno, o, chi se ne
fa carico, la spaccia per superiorità culturale, artistica, arricchendosi sulla
disperata incapacità individuale di non saper riconoscere i pregi atavici di
una vita semplice, appartata il giusto e anonima.
La
democrazia è il vivacchio costituzionale, uno strascicare i piedi da una stanza
all’altra del Grande Edificio Stato, che è stato, ma non sarà, perché si
consumerà nel privato dei privati, participio passato di privare.
La
democrazia è commedia, la rappresentazione nemmeno tanto sublime di un mondo
drammaticamente buffonesco; è una collisione/collusione di parti sceniche,
phoné, brusio, applausi che sottolineano risse tra potenti, quasi sempre
concertate.