Visualizzazione post con etichetta I duellanti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta I duellanti. Mostra tutti i post

17 aprile 2021

Avidə di violenza

"Vile, tu uccidi un uomo corto!", da Alvaro piuttosto corsaro, con Renato Rascel

Unreal City, 17 aprile 2021

Il compagno Silvano Agosti non dovrà più vendere il proprio storico cineclub "Azzurro Scipioni". Numerosi e insospettabili mecenati si son mossi in suo aiuto locupletandolo d’alcuni provvidenziali malloppi. Si parla di due multinazionali bancarie, addirittura, che, rovistando nei cassetti, hanno inavvertitamente rinvenuto alcuni sacchetti di sesterzi. La Sindaca di Roma e alcuni personaggi della galassia PolCor (li si riconosce poiché fan finta di scannarsi l’un l’altrə per poi sbaciucchiarsi vicendevolmente quando c’è una causa vicina al cuore) hanno officiato e favorito il rito della consustanziazione fra pugno chiuso e sonanti chèques. L'ex sventurato, Agosti Silvano, sorpreso - sino a poche settimane fa - a svendere le poltroncine del cinemino, quelle poltrone che sostennero nei decenni migliaia di deretani cinefili, e le loro silenti flatulenze in approvazione a Fassbinder e Bergman, risponde. E come risponde? Evidentemente con un sì. Colui che, con tono svagato, dietro l’occhialame settantino, ebbe a declamare il bleso verbo antifascista e antimperialista per appena mezzo secolo, dice sì.

Dracula, in forma di pipistrello, svolacchia al di là delle portafinestre della camera da letto. I colpi d’ala al vetro, quasi inudibili, ma insistiti, compongono una nenia precisa di richiamo. Fra le coltri Lucy si agita; in suo potere vi è ancora la parola: "No!" che potrebbe render tutto solo un incubo d'angoscia. E però una corrente lubrica le frizza nel ventre, il cuore si sdoppia; e lei risponde. E cosa risponde? Sì. E il vampiro ha libero accesso, al corpo e all'anima.

Riuscirò mai a far capire cos'è un “No”?
Lo ammetto, sono demoralizzato.
Un “No” è un “No”. C'è da ponderare tale complessa affermazione.
Il primo metafisico occidentale, del pari, ci donò un problema altrettanto gravido d’infinite conseguenze logiche: "L'Essere è, il Non Essere non è".

Sono problemi seminali.

11 ottobre 2019

Me ne frego


Roma, 11 ottobre 2019

Lo ammetto, tendo all’autodistruzione.
Un tratto del carattere che può chiamarsi nobilmente caparbietà, fede, resilienza, ostinazione, purezza.
Ah, quante volte avrei potuto approfittare delle mollezze del presente!
Molte volte.
La vita si schiudeva piana; bastava dire “sì” e avrei ereditato la carriera facile, il posto immacolato e, soprattutto, il dolce sopore del conformismo - quel conformismo che, ricordiamolo, è una droga. Il conformismo rilascia nel corpo, lentamente, sostanze moralmente emollienti; si insinua nelle fibre migliori; scava negli anfratti più riposti.
Il conformista passeggia sicuro, il disprezzo già pronto sullo scaffale dell’ovvio, i giudizi che scivolano sulla vaselina della maggioranza; i conformisti entrano nella vita, come direbbe Gadda, a culo indietro, sempre sul velluto. La mediocrità gli si confà mirabilmente.


Sì, i conformisti sono mediocri. Non di quella mediocrità aurea formata dalla tradizione; no, è una mediocrità che riposa su poche parole d’ordine forgiate dal potere. L’Italia è stata distrutta da tale mediocrità; persino in ambiti in cui deve naturalmente rifuggire, essa impera. Il mediocre lo si riconosce subito: spesso è un tecnico. Il tecnico cerca di stupire o, addirittura, di umiliare l’interlocutore grattando il barattolo della competenza; poi, adescato verso pur minuscoli settori della vera conoscenza, crolla miseramente: preti che ignorano la resurrezione della carne, avvocati edaci che spalancano gli occhi di fronte a una citazione di Ulpiano, architetti e geometri all’oscuro di Arnolfo di Cambio, studenti liceali, benché cresciutelli, con una contezza assai stenta del concetto di sillogismo (“Il sillogismo è quando le cose si scambiano fra di loro”).