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28 giugno 2018

Massimo Gramellini spiega, involontariamente, perché l’Italia finalmente considera sinistra e dintorni come feccia da raschiare dalla Storia


Roma, 29 giugno 2018

Antefatto. Un losco gruppo di goliardi con parecchio tempo a disposizione ha voglia di lanciare provocazioni. Questa in particolare:


Qualche tontolone abbocca in nome di un goffo anti-islamismo e mitraglia stupidaggini sui numeri arabi che toglierebbero dignità ai numeri italiani (o castronerie del genere).

Fatto. Un milionario, tale Massimo Gramellini, giornalista, opinionista, scrittore (di libri!), tra una sfogliatella e l'altra, mentre compulsa il PC per sincerarsi o d’un bonifico della Rai o d’uno del “Corriere della Sera”, su cui scrive, la scrivania ingombra di pieghevoli sulle vacanze alle Seychelles, incappa in tale notizia.
Un filo di saliva di concupiscenza sfugge ratta all'angolo della bocca.

09 agosto 2017

Il grasso da tagliare


Pubblicato su Pauperclass il 22 settembre 2016

Dopo la morte di Carlo Azeglio Ciampi, l’unico politico che abbia pronunciato una frase degna di una mia (modesta) approvazione è Matteo Salvini: “Al di là del cordoglio … è stato uno dei traditori dell’Italia e degli Italiani … al pari di Napolitano e Prodi come gli altri si porta sulla coscienza il disastro … sulle spalle di 50 milioni italiani … Politicamente parlando, è stato uno dei complici della svendita dell’Italia ai poteri forti, ai massoni, ai banchieri e ai vecchi finanzieri … quindi … lontanissimo da quello era l’interesse dei cittadini”.
Ineccepibile.
Tanto ineccepibile che la dichiarazione ha subito fatto insorgere i pasciuti difensori dello status quo, da Grasso (nomen omen) a Letta, da Fiano a Zanda sino a Maurizio Lupi e al seduttore Casini. Lo sdegno di disapprovazione sincrona ca-cantato da questi satolli eunuchi dell’harem italico (che fanno volentieri entrare cani e porci per fottere le ultime nostre bellezze) ha raggiunto vertici di compiacimento mistico.
Il M5S non ha partecipato. Se queste cose le pensa (come la maggior parte del loro elettorato), però non le dice. E perché? Per il solito motivo: la paura. Sì, il potere fa paura e allora è meglio non prenderlo per le corna. Ragionano gli stellati: i tempi non sono maturi, meglio aspettare, far decantare e usare altri toni. È così, non c’è niente da fare. È già tanto che abbiano trovato il coraggio di gettare nel ventilatore la merda del “no” alle Olimpiadi, anche se l’hanno dichiarato dopo mille cautele e tentennamenti. Sì, il potere fa paura, i linciaggi ti rovinano la vita e aspettare il cadavere del nemico sul fiume è la scusa buona per chi il coraggio politico non ce l’ha. Peccato che nella realtà il cadavere del nemico non arrivi mai; più probabile che il detto nemico sia dietro di te, con un randello in mano.
Ma torniamo a Salvini, unico spetezzo dissonante nel coro angelicato di elogi al Salmone Ottimo Massimo.