Anonimo di nome R
Breve analisi del fenomeno Cicciolina,
analisi scevra da qualsiasi sentimentalismo sia moralizzante che celebrativo. Digressione necessaria sul tema più ampio:
“La spada al tempo del misero maschio moderno”
Oh, come potrà il fiato dolcissimo
dell’estate
reggere ai colpi rovinosi dei giorni di
tempesta …
William
Shakespeare, Sonetto 65
Qui
e là citerò durante questo “lavoro sulla spada”, anche libri che magari e in parte
non condivido perché, come nella seguente citazione, ritengo nelle premesse (e
anche nelle conclusioni) totalmente (e volutamente) errati, ma non per questo
non affascinanti ed in misura sfacciata pertinenti.
Sono
sempre molto interessato a tutto ciò che si oppone a me.
In
“Sesso e origini della morte”, di
William R. Clark (edizioni Dynamie) a pagina 69 e 70 leggo il seguente passo.
“Le somiglianze tra le prime cellule dei
primi stadi embrionali e quelle tumorali affascinano gli scienziati da anni. E,
grazie allo studio delle cellule che scampano alla morte cellulare, si sono
compresi molti fattori relativi a tale destino. Ed è vero, senza ombra di
dubbio, che la morte di un essere umano comincia con la morte delle singole
cellule, alla quale essa è completamente riconducibile. I due tipi di morte
sono tra loro inscindibili; sono in realtà la stessa morte, sia che noi si
scriva sul referto ospedaliero “morte per attacco cardiaco” o per “cancro”, o
semplicemente per “vecchiaia”. Eppure, come abbiamo già visto, la morte non è
aprioristicamente indispensabile alla vita. Le cellule somatiche - e quindi la
necessità della morte cellulare somatica obbligatoria - comparvero solo dopo
che il DNA cominciò a produrre copie di sé utili a scopi diversi da quello
riproduttivo. Nel caso degli esseri umani, ciò significa che non appena un
numero ragionevole di cellule germinali ha avuto la possibilità di trasmettere
il proprio DNA riproduttivo alla generazione successiva, il resto di noi - il
nostro soma - diventa solo un inutile fardello. E’ questa l’origine biologica
dell’invecchiamento e della morte.
Dal punto di vista umano, è il nostro
soma - nel quale risiedono la mente, la personalità, l’amore e la volontà - la
parte alla quale attribuiamo il valore massimo, e che ci da identità sia al
nostro cospetto che a quello altrui. Per noi, la riproduzione è solo una delle
tante attività nelle quali possiamo scegliere di impegnarci. Il che non deve
stupirci, visto che si tratta di un punto di vista derivante dalla parte
somatica del nostro essere, della nostra mente. Siamo ricorsi alla nostra mente
per creare credenze complesse sul significato di morte, nessuna delle quali dà
un’immagine di noi stessi come di inutile fardello, di semplici strumenti di
trasmissione del DNA. Tuttavia, se risaliamo alle origini della morte al di là
della mente e della fede, ai suoi veri inizi – la morte delle singole cellule –
perveniamo a una conclusione piuttosto dura e amara: l’irrilevanza, nello
schema più vasto dell’universo, del nostro essere somatico. Non c’è da stupirsi,
quindi, se così spesso la fede trionfi sulla ragione.”
Tre
incontri, e per incontri intendo situazioni sia reali che mentali, cambiarono
per sempre il corso della mia vita:
1. Cicciolina (il
sesso)
2. la Russia (il
nemico)
3. la spada (la mia
natura)
Quale
tra questi tre terremoti fu la maggior causa dello smottamento mentale, che
necessitò di una totale ricostruzione delle mie credenze di essere
(apparentemente) senziente, ecco, realmente non ve lo so dire.
Certo
che tra le tre situazioni, Cicciolina fu quella che violentò i miei ribollenti
neuroni adolescenziali, imprimendomi nelle cornee un’ideale di femmina a metà
strada tra l’angelo ed il diavolo!
E
poi bionda. Di un biondo così… Nazista, tra l’altro proveniente da un ex paese
comunista!!! (Ah, ah: questa è per i “mamma gli fassisti”).
Fu
proprio Cicciolina che, poco a poco, scavò indelebilmente in me l’amore (più
volte invero tradito) per le biondine e per la cultura fantasticamente ariana
del loro stampo-matrice.
Cicciolina
di sicuro passò attraverso l’epopea del porno disintegra-tradizione, però come
un’eroina facente parte della tradizione cavalleresca medioevale: una Giovanna
D’Arco al di là persino del bolso Freud. Per me Cicciolina, anche nelle sue più
scandalose performances multitasking, apparve sempre come un angelo casto e
privo di peccato: una Santa al martirio. Nelle mie fantasie io ero,
invariabilmente, l’innamorato cavaliere che un giorno, liberato dalle
estenuanti sessioni onaniste, l’avrei conosciuta ed amata, magari in groppa ad
un cavallo bianco, cavalcando noi lontani dal necessario supplizio.
Certo,
decenni di torture erotiche sfiancherebbero qualsiasi madama. Cicciolina
rimase, tutto sommato, abbastanza in buona forma.
Se
mi rigiro e guardo certi “padri della politica” che ancora sentenziano con il
loro faccione flaccido, brutto e sorridente, dopo che hanno stritolato questo
paese, beh, mi vien da dire che Cicciolina fu in fondo, il parlamentare che
meglio rappresentò la classe politica di questa nazione. Con in più una qualità
che solo i pochi veri politici (e i veri servitori dello Stato) mostrarono agli
italiani: i loro corpi colti dalla morte violenta.
Si
dice che l’orgasmo femminile sia una “piccola morte”: il corpo di Cicciolina
scrisse la sua epopea inchiodato tra falli di ogni razza (a volte animale) e
dimensione. Girò pure e senza preservativo il film Carne bollente con Big
John (Mr. 32 cm) quando lui aveva l’AIDS, e lui ovvio non le disse niente.
Analogamente,
il corpo dei veri pochi politici e servitori che ha avuto questa nazione,
crivellato da proiettili-chiodi, o mandato in esilio e lì avvelenato, o
frantumato per “incidente” non probatorio.
Tutti
questi, quello di Cicciolina compreso, corpi scandalosi in quanto rivelatori
della già stigmatizzata da Cristo ipocrisia, oggi peggiore di quella di duemila
anni fa.
Certo:
il corpo nudo ed il corpo morto, specie se morto per omicidio, è sempre
scandaloso e rivelatore di segreti più profondi. Ma gli italiani questo lo
capiscono? Non credo. Gli italiani prima devono osannare i corpi degli Dei e
delle Dee, bramarne financo i loro succhi gastrici, per poi tradirli ed
avventarsi sui loro corpi cadaveri (o sui corpi in disfacimento di quelli ancora
vivi ed oggi magari in disgrazia), come le iene si scagliano sulle carcasse dei
leoni/leonesse morti o deboli.
Quindi
Cicciolina a te dedico un’ode, perché mi accompagnasti a modo tuo nel primo
girone dell’inferno della vita, quello del sesso, come Virgilio accompagnò
Dante nella Commedia Divina. A te un canto d’amore. In fondo a modo tuo mi hai veramente
amato donandoti alle mie fantasie sfrenate, e mai hai tradito il tuo demone e
così il mio demone, colui che veramente e solo in segreto ti amò di vero, proibito
amor!
In
te io riconosco la dignità di un samurai sopravvissuto ad una vita uguale ad
una immane battaglia.
O
Cicciolina,
O
Ilona
Tu
che mi hai donato un’ideale di donna
Che
mai tradì le premesse
Tu
che accompagnasti i miei gesti
Prima
di fanciullo
E
poi di adolescente
Le
esplorazioni tra peccato e piacere
Tu
che ancora
Talvolta
Riaffiori
nei miei ricordi
A
te dichiaro Amore
Quello
vero però
Che
si nutre dell’impossibile
Sempre
dell’osceno
Che
mai tradirà
Perché
è già altrove
In
un luogo agognato in segreto da tutti
Ma
che in pochi hanno il coraggio di far proprio
Tu
esibisti il tuo corpo
Come
le prostitute di Caravaggio
Furono
il corpo ed i volti
Delle
sue Sante e delle sue traditrici
Tu
fosti il corpo ed il volto
Di
questi nostri tempi
Onore
a te cara: che la vecchiezza ti sia amica
E
che in vecchiezza mai ti abbandoni il tuo Daimon
Che
fece di te la vera Dea
Nei
sogni di un popolo già morto
Dentro
Passando
oltre le piatte considerazioni degli uomini-sogliola, cito e commento alcune
opere (fotografie – performances) di Jeff Koons di cui tu, Ilona-Cicciolina
fosti non solo modella, ma vera e propria “dominus”.
Da:
JEFF KOONS - edizioni Benedikt Taschen
MADE IN HEAVEN
Starring:
JEFF KOONS - CICCIOLINA
Jeff in the position of Adam,
1990
In
quest’opera voi due (tu e Jeff, concedimi il “tu”) siete distesi su una roccia
che sembra il corpo a scaglie di un immenso serpente. Nello sfondo le onde
dell’oceano in tempesta ricordano le onde di Hokusai. Tu con calze a rete
bianche e giarrettiera, scarpe col tacco argento, con una mano accogli parte
del tuo perfetto fondoschiena, unico pivot del maschio adamitico. Hai gli occhi
chiusi e le labbra aperte. Un orgasmo ti sta cogliendo. Con l’altra mano tieni
la coppa di un tuo seno in un atto di nutrimento verso il Dio della tempesta.
Il Creatore? Satana?
Jeff
(Adamo), contrapposto a te, con una mano (invero non invasiva) ha l’altra metà
del tuo fondoschiena in suo apparente dominio, con l’altra ti tiene una gamba.
Il volto estatico, anche lui con gli occhi chiusi che sembrano guardare il tuo
rapimento.
(Pag. 126)
Ilona with Ass Up, 1990
In
quest’opera protagonisti sono il tuo culo perfetto ed il tuo volto angelico.
Sotto di te Adamo (Jeff) cinge la tua vita stretta. Hokusai di sfondo e voi
sulla roccia del peccato. Il guardone (io adesso) vi colse sul fatto! E voi mi
state guardando, te con occhi da vampira appena distratta dal banchetto. Adamo
invece con sguardo dolce ed invitante. Mi stai invitando Jeff? Cosa mi vuoi
dire? Vuoi dire che … Io sono Satana? Io sono Dio?
(Pag.
127)
Dirty
- Jeff on top, 1991
In
quest’opera voi due siete fuori dal Paradiso. Tu indossi un corpetto nero e
scarpe nere. Sei distesa supina su una roccia ruvida: tra le tue gambe Jeff
vuole darti un figlio. Il nero del carbone dell’inferno vi sporca i volti, i
corpi. Nello sfondo una landa arida e desolata. Dio vi ha cacciato dall’Eden ma
voi, tra le squallide zolle della terra spaccate dalla punizione della siccità,
che non ammette futuro per la vostra prole, voi dai corpi sporchi e con le gole
riarse, i sessi caldissimi, sbattete i vostri lombi. Una forza superiore ed
inesorabile, immane, vi spinge verso il baratro del tempo, pagato con la
battaglia di una lotta, con il piacere di un attimo.
(Pag.
137)
Exaltation,
1991
Qui
Eva i tuoi occhi azzurri e innamorati (ma non di un amore terreno) guardano
verso il cielo. Dio ti ha riempito la bocca del suo Spirito Santo, che cola in
parte dalle tue labbra. La lingua tua, in un attimo da statua greca, ancora
accarezza il fallo del Satiro e, avviluppata delicatamente nel membro gonfio,
non spreca niente del supremo nettare. Tutto si gioca li, in quello sguardo
estatico, in quel liquido bianco e prodigioso.
(Pag.
138)
Manet,
1991
In
quest’opera voi (Adamo ed Eva) vi amate nella natura selvaggia di un fiume di
montagna. Tu distesa supina tra le rocce, Adamo che ti lecca il sesso, il tuo
sesso umido di liquidi come il fiume di sfondo. Pesci argentei in quel fiume,
pesci desiderosi di accoppiamenti e cibo: scarpe argentee sui tuoi piedi, pure
loro in fregola di accoppiamento e cibo. Adamo completamente nudo, i muscoli
delle gambe tesi quasi a forzare la tua femminilità non solo con la lingua e i
denti, ma con tutto il suo corpo. Tu già altrove, bardata da gran dama
dell’amore, la testa reclinata, gli occhi socchiusi, la bocca semi aperta. Un
raggio di sole squarcia le nubi e vi illumina, cogliendo la naturalezza feroce
di quell’atto divino e bestiale, a metà tra la vita e la morte, a metà tra Dio
e la disubbidienza a Dio.
(Pag.
148)
Citazioni
- Jeff Koons
“Ilona ed io siamo nati l’uno per l’altra. Lei
è una donna comune. Io sono un uomo comune. Noi siamo gli Adamo ed Eva
contemporanei”.
(Pag.
127)
“Sono passato attraverso un conflitto morale.
Non sono riuscito a dormire per molto tempo durante la preparazione del mio
nuovo lavoro. Sono dovuto andare in profondità della mia sessualità, della mia
moralità, per essere in grado di rimuovere paura, colpa e vergogna da me
stesso. Tutto questo è stato rimosso per gli spettatori. Così quando gli
spettatori vedranno il mio lavoro, loro saranno nel reame del Sacro Cuore di
Gesù.”
(Pag.
136)
“Sto facendo la migliore arte che viene fatta
oggi. Nel mondo dell’arte ci vorranno dieci anni per comprendere ciò. In questo
secolo ci furono Picasso e Duchamp. Ora io sto traghettando noi tutti fuori dal
ventesimo secolo.”
(Pag.
153)
Qui
concludo cari: un fenomeno come Cicciolina non può essere rinchiuso nel
serraglio del banale o del morale. Essa fu molto, infinitamente di più di
quanto chiunque mai possa comprendere. Magari oggi, sulla via del tramonto, lei
appare meno Dea e più essere umano, con tutto ciò che il disfacimento della
vecchiaia porta con sé: sta di fatto che lei giganteggia in un paese di nani
come l’Italia del dopoguerra!
Nella
vita auguro a tutti voi uomini (ma anche a voi donne, simmetricamente) di
incontrare la vostra Cicciolina, e non solo nelle vostre fantasie. Io la mia la
incontrai sia nei sogni che nella vita e, fino a quando lei rimase fedele al
proprio Dharma ed io al mio, ci amammo di un amore folle e fedele. Poi le cose
cambiarono. Tutto si corrompe. Tutto rinasce dentro nuove forme.
La
leggenda narra che Joséphine Baker, ormai decrepita e in ospizio, ballò
seminuda sul suo letto fino a poco prima di morire, per la gioia di vecchi,
vecchie e infermieri.
Uguccione
Benito-Husayn Nofreud, del ramo Gotha-Cobra della famiglia Imperiale
Nipporovigotta convertita al cattolicesimo, pornografo al
tempo della pellicola, biografo di se stesso e grande confessore di Anonimo R
E bravo Uguccion con sfilza di blason tardivo Maldoror. "In un’estasi mi apparve un angelo tangibile nella sua costituzione carnale che era bellissimo; io vedevo nella mano di questo angelo un dardo lungo; esso era d’oro e portava all’estremità una punta di fuoco. L’angelo mi penetrò con il dardo fino alle viscere e quando lo ritirò mi lasciò tutta bruciata d’amore per Dio. Il Nostro Signore, il mio sposo, mi procurava tali eccessi di piacere da impormi di non aggiungere altro oltre che a dire che i miei sensi ne erano rapiti." (Teresa d'Avila) L'eros, thanatos, l'osceno, il porno, le iniziazioni dionisiache, le deviazioni dal solare apollineo, che non siano efebiche o mature contemplazioni di un cul perfetto, di una visione mistica. Chapeau! Il Poliscriba
RispondiEliminaIntuivo che in qualche luogo ci saremo incontrati Poliscriba.
EliminaChapeau anche a te per le due citazioni dottissime. Io non sono che un umile saltimbanco della vita. La penna per me è un mestiere appreso chissà dove e quando nel tempo.
La mia prima moglie era una Cicciolina (per bellezza) veneziana. Caso vuole che ci siamo rivisti stamattina, con tanto di avvocati e commercialisti, per definire le ultime esequie del nostro matrimonio.
Era, per essere più precisi, un incrocio tra Cicciolina, Brigitte Bardot e Valerie Kaprinsky: l'ho amata alla follia. Era oltre la bellezza, la purezza, l'eros. Tutto muore. Tutto è santità.
Uguccione il campanaro cistercense, segreto amante di Sante Teresa D'Avila e avo di un'avo di un'avo della Santa Laica Cicciolina, almeno pare.