In attesa di sapere se
è vera o meno la notizia per cui un decreto legge può abolire gli
articoli della Costituzione (no, non lo è), mi sorprendo a vivere sentimenti
che prima non capivo.
Nei libri di Manuel Vázquez Montalbán,
a esempio, l’annusapatte Pepe Carvalho, reduce dal Franchismo, ha una reazione di rigetto solo a sentir parlare di
polizia e commissariati. Dopo un mese circa di trattamento (assai blando, ovviamente) comincio, almeno io, a
lentamente comprenderlo. Il controllo minuzioso abbinato alla propaganda totale, intensiva, onnicomprensiva, alla fine, sfianca. I rovistamenti polizieschi (documenti,
identità, tragitto, motivazioni) sono, come detto, la parte leggera ancorché profondamente urtante. Ciò che
logora davvero è l’atmosfera, continua, del sospetto. Si è ingenerato un microclima in
cui ci si guarda continuamente le spalle e ogni passante pare un delatore
intabarrato. Ma perché si ha paura se tutte le carte detenute sono in regola? Ma,
obietto, le carte non saranno mai più in regola. Mai più.
Tale affermazione ora non la si
gusta a pieno. Proseguendo di tale passo essa diverrà, forse, merce comune anche alle intelligenze
più recalcitranti. Ex falso sequitur quodlibet: ho citato spesso tale locuzione a proposito dei nuovi cretini. Se vengono abolite la logica e il principio di non contraddizione,
sdoganando il falso, allora tutto è possibile. Allo stesso modo se accettiamo che un decreto
legge possa, di fatto, fare premio sulle fonti primarie del diritto allora tutto è
possibile. Non voglio evocare derive dittatoriali poiché qui siamo già in piena
dittatura. Non inganni il termine; consideriamo il nudo concetto. Il dictator romano veniva nominato in seduta notturna, dai consoli
e dal Senato. Una carica straordinaria, non assimilabile a nessun altra, che
prevaleva sulle magistrature ordinarie. Il dictator assommava in sé poteri
civili e militari, senza collegialità; era, inoltre, insindacabile rispetto alla deliberazione popolare della provocatio.
La nomina avveniva in casi estremi, in periodi emergenziali vien da dire, quali
guerre o sedizioni. L’ultimo dittatore fu Caio Giulio Cesare. Con Cesare la dittatura da eccezionale si mutò in ordinaria tanto che negli ultimi cinque anni di vita la
detenne continuativamente. La congiura venne originata proprio da tale stato d’eccezione ritenuto inaccettabile da qualche sognatore. L’eccezionalità aveva, infatti, inferto ferite profonde
alla normazione repubblicana: il figlio adottivo di Cesare, Ottaviano,
inaugurò, di fatto, l’Impero.