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03 maggio 2020

Una mascherata da 50 centesimi di euro [Il Poliscriba]


 Il Poliscriba

Non è mia intenzione scrivere un pezzo di economia industriale.
Riporto dati nudi e crudi, come quelli che, un tempo, certi regimi snocciolavano alla radio come rosari di piani quinquennali di staliniana memoria.
Ognuno tragga da sé le proprie conclusioni.
Quello che si può, a ragion veduta, considerare un inganno, è sempre e solo il nascondere il vero guadagno di chi possiede i mezzi di produzione di massa.
La novità marxista, oggi accantonata come singolare teoria di un folle, aveva avuto il merito di svelare l’arcano mistero di quanto plusvalore veniva estratto dal lavoro produttivo.
Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è una indefessa estorsione, programmata e meccanica, di ricchezza per pochi, oggi pochissimi se confrontati con la popolazione mondiale.
Un semplice calcolo matematico ci porta a capire qual è la sperequazione odierna di chi detiene il potere di tale sfruttamento.
Questo è il rapporto agghiacciante dell’avidità: per ogni nuovo super ricco inserito nella lista di Forbes, 100.000 persone discendono nell’abisso della povertà assoluta, senza accesso a beni e servizi primari.
Nel “ricco” Occidente, ma tranquillamente possiamo integrare l’area con India, Cina, Corea del Sud e Giappone, la proporzione tra il minimo salario garantito 200/1000 euro al mese e uno stipendio manageriale, non scende sotto l’ 1 a 300; stiamo parlando di un minimo di 60.000 euro al mese. 

Sulla questione della monetizzazione per vie interattive. Sono briciole per chi non investe grandi capitali in pubblicità; vere e proprie fortune per chi trascina con sé il pianeta degli interconnessi alla rete, inconsapevoli di essere strumenti che, oltre a pagare cara la connessione al web che credono sia un diritto inalienabile, offrono, inconsapevolmente, ore e contenuti, in maniera del tutto gratuita, ai giganti della comunicazione e della privacy sul web.

Il discorso si amplierebbe oltre lo scopo precipuo di questo articolo, ma meriterebbe un serio approfondimento.
Partiamo, ora, da alcune considerazioni inattuali, sotto forma di citazioni, quasi parabole, che si spera possano risvegliare una decina di coscienze. 

03 gennaio 2019

Terre piatte e alieni di Capodanno


Roma, 3 gennaio 2019

Ho sentito sfiorarmi un vento: l’ala dell’imbecillità
Charles Baudelaire
 
Il buon Massimo Mazzucco, da cui mi separa, oltre a una larga popolarità e all’empatia, che mai ho posseduto, la fegatosa disistima del mondo e degli uomini presenti (egli, al contrario di me, ha ancora qualche razionale speranza), pubblica uno scherzoso post natalizio; su cosa? Sulle convinzioni, granitiche, dei terrapiattari, ovvero di coloro per cui la Terra, la nostra amabile Terra, ha forma, appunto, d’un piatto: è una piattaforma.

https://www.luogocomune.net/LC/20-varie/5115-battuto-il-record-storico-di-velocit%C3%A0-a-piedi

Il succo dello scritto anzidetto: un tal Colin O’ Brady, americano dell’Oregon, “è riuscito ad attraversare l’Antartico”, “da costa a costa”, in solitaria, senza aiuti e rifornimenti esterni se non quelli stipati in una slitta.
54 giorni di marcia e circa 1500 chilometri nelle nevi perenni.
Questo nella realtà. Nelle fantasie dei terrapiattari, però, l’Antartico è il bordo della terra: in tal caso (cioè se le loro fantasie fossero realtà) il Buon O’Brady, avrebbe percorso, sempre in 54 giorni, 20.000 chilometri.
Mazzucco, onde satireggiare la loro teoria, ha finto di aderirvi: di qui il titolo Battuto il record storico di velocità a piedi:
 


11 giugno 2017

Breviario del cretino, ovvero: perché non ci si ribella



Pubblicato su Pauperclass il 27 marzo 2016

Breviario del cretino ovvero: perché non ci si ribella?
Stiamo diventando un popolo di cretini?
Ne ho il sospetto.
Solo una popolazione europea di cretini può accettare lo stato attuale delle cose senza provare la voglia di menar le mani.
E cosa è accaduto di così profondo tanto da rimbambirci in tal modo?
Una immane mutazione antropologica, una frattura continentale, uno iato spaventoso; si è insinuato nel sangue un virus zombificante, favorito dal parallelo e debordante progresso tecnologico. A forza d'incoraggiare l'elemento immaginifico dell'uomo, il suo lato emozionale, uterino, isterico, vegetativo, siamo giunti al punto di rottura epocale, alla devoluzione della ragione.
Punto di rottura. 100 gradi celsius. Un attimo primo c'è l'acqua, l'attimo dopo il vapore. È ancora acqua, ma solo chimicamente.
Ed esattamente cosa si è rotto?
Rispondo: il principio di non contraddizione.
Il principio dei principî. L'architrave dell'homo occidentalis: “Non può essere che una cosa sia e non sia una certa cosa allo stesso tempo e nel medesimo rispetto”.
Esempio: Io sono più alto di Mario, qui e ora. Non posso essere più alto e più basso, allo stesso tempo, ora, nei confronti di Mario.
O sono più alto o sono più basso.
Facile, no?
Da ciò deriva il principio di identità (Io = Io; Mario = Mario) nonché l'amabile principio del terzo escluso: ogni proposizione dotata di senso può essere o vera o falsa. Ch'io sia più alto di Mario può essere o vero o falso.
Se non è zuppa è pan bagnato, e viceversa. Non ci sono ulteriori alternative: tertium non datur.