Pubblicato su Pauperclass il 27 novembre 2015
Incontro una conoscente alla fermata dell’autobus. Lo sciopero delle linee periferiche a Roma si protrae da una settimana, i mezzi passano con lentezza esasperante; o non passano affatto. C’è tempo per divagare.
“Cosa dice l’oracolo?” e alludo all’applicazione per cellulari che monitora la frequenza dei bus.
“Puoi metterti comodo … qui dice venti minuti”.
“Perfetto! Arriverà farcito di pezzenti che debordano dai finestrini”.
“Sei razzista!”.
“Intendevo: pezzenti come noi … e pezzente come le casse comunali … non pagano gli stipendi a quei poveracci di autisti e ci tocca scarpinare”.
“Non credo che le casse comunali siano così sguarnite. Per le loro scemenze i milioncini li trovano”.
“Ti butti sul populismo adesso? Non ero io il qualunquista principe?”.
“Ma quale populismo … si tratta di atti precisi della pubblica amministrazione. Proposti, approvati, firmati e controfirmati, con svolazzi di stilografiche e timbri imperiali. I milioni vengono dirottati secondo le normative più ferree. Per questo il deficit si alza sempre. E si alzerà sino al botto finale. Inutile cercare i ladri”.