Quentin Massys, Gli esattori |
Roma, 21 ottobre 2022
La destra ha vinto! Infatti comincia a rendersi ridicola. Predato il bottino clientelare, spingerà sempre più per la propria dissoluzione sino a riconsegnare l’Italia alla gang progressista internazionale di cui, peraltro, fa parte da almeno vent’anni. Giorgia Meloni ha un compito difficile, una parete di sesto grado spalmata di vaselina: occupare le furerie con tutte le locuste disponibili e recare al fallimento il proprio governo in tempi ragionevoli. S’intenda: ragionevolmente lunghi per far digerire all’elettore-tifoso la nuova disillusione; e il nuovo tecnico che ci salverà.
Il lascito più pericoloso dell’ingannevole democrazia 5S è stato quello di far credere che la corruzione consiste nelle tangenti, nelle valigette zeppe di contanti, nelle buste rigonfie di pezzi da venti euro. Instillare nel popolicchio l’idea che il politico sia un rubagalline, insomma, così come l’imprenditore, mentre invece il ladrocinio avviene strutturalmente, sotto gli occhi di tutti, con atti ineccepibili o per mezzo di atti omissivi talmente difficili da dimostrare che le indagini, ammesso che partano, non possono che arenarsi nelle sabbie della prescrizione. Il popolicchio vive in una casetta di marzapane, al riparo della verità. E la verità è che il patriziato ormai fa blocco al di là del bene e del male. L’intero affare dei tamponi, a esempio, così come quello dei ricoveri COVID, è stato progettato a tavolino, durante cene ricche di leccornie e vinelli, presenti imprenditori sanitari, magistrati, altolocate sezioni della gendarmeria italiaca e, ovviamente, alcuni legislatori, a livello locale e nazionale. Queste locuste non si preoccupano certo delle indagini, delle inchieste o delle cimici di Report; gli unici loro timori sono gli avversari politico-mafiosi: solo quelli possono fargli le scarpe. Un ex presidente regionale, tanto per fare un altro esempio, si scavò la fossa con le proprie mani allorché, in qualità di giornalista, mise in luce alcune anomalie; le locuste se la legarono al dito, lo fecero addirittura eleggere per poi sfruttare i suoi vizi; risultato: scomparso dalla circolazione. Ma l’Italianuzzo crede ancora a Mario Chiesa o al democristiano romano con i venti milioni di lire del barista Pancino nelle mutande.