29 gennaio 2021
17 gennaio 2021
Before we vanish (addio Nutella Biscuits, addio!)
Unreal City, 17 gennaio 2021
La rivoluzione nel 2021 è una luminaria di Natale. A volte s’accende furiosamente, fitta di allusioni, insulti, sberleffi, truciferazioni, promesse di sangue (entrerete in una valle di lacrime, porci!), altre s’abbuia, all’improvviso, con impressionante simultaneità, lasciando intravedere solo la debole incandescenza del filamento dapprima sfavillante. E ciò accade quando il Potere materializza, davanti a cotanti fulguratori, le partitelle della Serie A, o qualche popolar-montalbanata. Si affilano, insomma, le lame del digitale promettendo sfracelli per poi grandiosamente rinculare allorché piove la micragna dei croccantini. E questi rivoluzionari dovrebbero … far cosa? Un cazzo, gli risponderebbe il Cambronne d’una volta, comunista o fascista che fosse.
Il
candidato rifletta sulla trilogia del giapponese Kiyoshi Kurosawa: Cure (1997), Pulse (2001), Before we
vanish (2017).
Il
primo parla di un killer seriale (incapace di dire chi è, dov’è, cosa fa) il
cui istinto omicida si propaga come un virus; radice del male è un ipnotista ottocentesco
di cui possiamo udire, registrate su un vecchio fonografo Edison, alcune parole
apparentemente sconnesse, ma di forte valenza misterica. Una delle ultime
sequenze, ambientata in un edificio fatiscente sferzato dal vento, ci rivela
come il Nulla (ciò che prima, per faciloneria, ho chiamato “male”) passi da
uomo a uomo, inarrestabile come una pestilenza spirituale, grazie a benedizioni
sacrileghe.
Del
secondo potete ammirare un’immagine in Vanishing Italians: il web diviene il
mezzo di comunicazione tra il regno dei morti e dei vivi. I primi si riversano
nel nostro mondo, i secondi, divenuti apatici e depressi, lasciano per sempre
la realtà. Unica testimonianza del loro passaggio sulla Terra è una macchia
indistinta sulle mura casalinghe, simile a quella, sin troppo famosa, rilasciata
da un vaporizzato di Hiroshima.
In
Before we vanish, tre alieni prendono
possesso di corpi umani. Il loro intento è comprendere alcuni valori basici della
natura umana in vista di un’invasione di massa. Essi riescono a estirpare
questi concetti (libertà, famiglia e proprietà, a esempio) dalla psiche
profonda delle loro vittime le quali, rimanendone totalmente prive, si
abbandonano a un’esistenza di angosciosa povertà spirituale.
Il candidato abbia cura di sottolineare il crescendo ideologico della trilogia riannodandone il cuore concettuale all’opera di Arthur Clarke (Le guide del tramonto), di Edward Bulwer Lytton (The coming race) e di Sergio Mattarella (“È tempo di costruttori”).
Come
operano i gatekeeper?
Eccone uno: “Renzi
lavora a sfavore di Conte sol perché vuole ottenere il MES e, quindi,
avvelenare i pozzi alla destra che si prepara a stravincere le elezioni”.
Il tizio che afferma ciò andrebbe frustato e appeso a testa in giù su un falò
Apache. Secondo lui si dovrebbe votare a destra a quindi passare cinque anni a
cicalare: povero Salvini, povera Meloni, poveri tutti! Ce la stanno mettendo
tutta, ma il Potere, la sinistra mondialista, Greta, i comunisti, Soros, la von
der Leyen, impediscono di far partire il programma, di difenderci, di
sovranisteggiare!
08 gennaio 2021
Uscite dal mondo (Washington DC, 2021.01.06)
Unreal City, 8 gennaio 2021
A
Washington DC, il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, o della Rivelazione di
Cristo a tutti i popoli della Terra, che la Tradizione Cristiana riassume nella
figura simbolica dei Magi, non poteva che essere celebrata al contrario.
Di tutto il goffo trambusto inscenato dagli attori del patriziato mondiale (ciò
che i poveri gonzi derubricano ancora come destra, sinistra, liberismo, libertarianesimo)
è rimasta nella vostra memoria, poiché ciò solo doveva rimanervi, l'apparizione
di un Angelo Cornuto.
Un
Angelo, tale Jake Angeli, ennesimo attore delegato a simboleggiare i Tempi Nuovi a Venire. Che tale Angeli sia un astuto
infiltrato o un tizio inconsapevole usato per l'Opera al Nero non interessa.
Ciò che conta è l'effetto finale del rituale magico: qui comandiamo noi, la
Democrazia è cosa nostra.
Se noi prosciughiamo gli eventi dalle incrostazioni posticce troveremo lui:
l'Angelo Caduto, Lucifero, il Contrario del Cristo, che accampa i propri ormai
inalienabili diritti davanti al mondo, nella sede simbolica, universale, della
Democrazia già Parigi già Londra.
Va
da sé che un Lucifero nella sede riconosciuta della demo-crazia equivale a
invertire i poli naturali della menzogna e della verità. Ciò che si spaccia
come menzogna è verità e viceversa. Per questo motivo i cosiddetti
antidemocratici sono malvisti residuando come ultimi baluardi della democrazia.
Quando
si discetta di Lucifero e inversioni magico-simboliche non si sta
scomodando la teologia, Don Camillo e nemmeno la sceneggiatura de L'esorcista. A scanso di equivoci.
I simboli muovono il mondo, questa verità andrebbe incisa nella carne.
31 dicembre 2020
Lo sperma del diavolo
Unreal City, 31 dicembre 2020
I giochi sono fatti, quindi non ci rimane che giocare.
Lo sperma del diavolo è
gelido: su questo sono d'accordo gran parte delle testimonianze. Persino Freud si
incuriosisce, da guardone qual è: “Ah, se
solo sapessi perché le accusate di stregoneria affermano tutte che lo sperma
del diavolo è gelido!”. Il mistero, però, risulta abbastanza tenue: è gelido
perché sterile. Da esso nulla nasce, nulla si crea. Inevitabile. Se Dio
riassume in sé il Male e il Bene, suscitatori di vita, al diavolo spetta il
nulla, il contagio del nulla. Iniettarsi il contagio del nulla a -80 gradi è,
quindi, logico. Il diavolo, questa nullità, visita ormai le notti di ognuno di
noi. Il multiforme, l'oceano nero che risale nell'anima e abbatte gli argini:
cultura, arte e scienza, ciò che ci aveva resi ciò che siamo. Ora pare
irresistibile il richiamo dell'inumano nella sua perfezione, l'Indifferenza
Assoluta, il Nulla. Il diavolo, infatti, è tutto poiché dissoluzione,
disgregazione: è succubo femminile o incubo maschile, potenza pura, materia
inumana. Lo si celebra nei sabba cioè in balli coreografati ove si venera il
didietro col bacio immondo: osculum infame. Gelidi amplessi, danze per il nuovo
mondo.
I gazebo per la somministrazione dello sperma del Brave New World, custodito come un'ostia al contrario in teche refrigeranti, recate a Natale da magi ballerini, avverrà sotto la primula composta da cinque cuori: cinque deretani protesi per il bacio, a ben vedere.
L'ano del diavolo è una seconda bocca. Alcune miniature intravedono persino un volto, sotto la coda forcuta. In un mondo al contrario il contatto di tali fetide labbra non può che risultare inebriante.
07 dicembre 2020
Ubik
Ewa Aulin in Candy |
Unreal City, 7 dicembre 2020
A1.
Viaggiando lungo l'autostrada, da Firenze a Roma, si colgono, quasi
sovrappensiero, i resti di un paese in via di scomparsa. L'Italia assomiglia,
ormai, a un di quegli scheletri dissepolti in qualche cimitero altomedioevale con
bisturi e pennello: la figura, un tempo composta e serena nella certezza della gloria oltremondana, appare sconvolta
in una posa grottesca: le tibie sconnesse dai femori, la cupola
delle coste sbriciolata dall'umidità, le falangi separate le une dalle altre,
il cranio scoperchiato, la bocca ricolma di fango. I denti biancheggiano nelle arcate
divelte, in uno spasimo di rimprovero. Eppure anche tale misero resto,
scomposto come uno dei macabri burattini funebri di Trimalcione, nasconde una
storia. Una brocca frantumata, a lato, o un anellino bronzeo, una moneta corrosa,
un fragilissimo lacrimatoio.
I
lacerti della grandezza italiana mi passano davanti, accerchiati dalla mota
della modernità che non ha saputo far altro che distruggere, umiliare e
schernire in un tripudio di crassa stupidità e insensatezza.
Ogni
tanto un bellissimo casolare antico rapisce l'occhio, a volte scialbato dalle
piogge e dall'abbandono, altre corroso dall'incuria o sbriciolato dalla tenacia
degli arbusti. In rovina le torri, attraversate da crepe irreversibili, le
strette feritoie a testimoniare, mute, la prossima disfatta. Improvvisamente un
popolo di edifizi, su una piccola altura, raggrumati come naufraghi, stretti
fra loro, entro il ciglio delle rupi di tufo, come ritirati da un mondo che
ritengono straniero. Paesi ricchi di una storia maggiore, più vasta di quella
di intere nazioni, e però sconnessi dal senso comune che li legava gli uni agli
altri: sentieri, leggende, felloni e santi, eretici e conquistatori, chiesine e
cappelle rurali; sono ossa d'una più larga e incomprensibile frantumaglia.
A
qualche decina di chilometri da Roma l'apparizione mistica di Orte, al
tramonto, consola con l'illusione dell'eternità. L'ultimo sole filtra fra la
nuvolaglia plumbea a striare d'un giallo spento e dolce i dorsi dei colli, in
un fremito di purezza rembrandtiana.
La sera, quindi, cala.
Le sagome di cespugli
e alberi imbruniscono, in un verde gelido e cupo, esaltando il profilo contro il tessuto
del cielo, di limpidissimo cilestrino. La lunga cresta d'un altura è merlata da ordinati filari di cipressi.
Si potrebbe contemplarle per ore queste sagome,
nitide e tranquille; il mistero da loro effuso tocca corde remote, s'allarga, contrasta il caos, dona
la forza dell'illusione.
BRUXELLES. Il Belgio vieta le messe a Natale. Sorpresi? Joseph Conrad aveva visto lungo in Cuore di tenebra, questo agile breviario del nostro futuro, definendo Bruxelles un sepolcro imbiancato. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e d’ogni marciume”, ebbe già a dire l’altro Rompitasche.
CHE GUEVARA. Il suo ruolo di ideologo e guerrigliero cedette ben presto il passo a quello di testimonial. Oggi è soprattutto noto per questo. Se reco una maglietta con Guevara testimonio la mia attitudine alla guerriglia antimperialista, pur rimanendo sul divano con le Nike. E va bene. Ma una cosa non avrebbero mai potuto prevedere gli antimperialisti: che gli imperialisti divenissero guevariani. Tanto che, oggi, gli attempati antimperialisti di ieri rimangono spiazzati di fronte a figli e nipoti e pronipoti che non rilevano contraddizione (storica, economica, sociale) nell'associare nababbi e privilegiati al vecchio e ormai putrefatto Che. Kamala Harris e il Che, Gates e il Che, Maradona e il Che ... gli unici a rimanere scettici a fronte della sinistrizzazione del patriziato mondiale sono i sottoproletari metropolitani ... la parte apolitica del mondo: muratori di Trastevere, laotiani, cambogiani, pigmei napoletani, accattoni del Colosseo. Coloro che, dagli antimperialisti alle vongole, erano disprezzati quali lumpenproletariat (a meno che non si prestassero all’internazionalizzazione della rivoluzione sempre lì lì per esplodere: vietcong, indiani cicorioni, katanga e via sghignazzando). A tali rivoluzionari del Terzo Mondo, che in realtà aspiravano a mangiarsi le tartine dell’antimperialista italiano, o a scivolare nelle mutande di qualche guerrigliera dei Parioli, Ricky Gianco dedicò, di striscio, alcuni versi nel suo Compagno sì.
30 novembre 2020
Drowning by numbers (Il Fu Rabal)
1.
Appollaiati
su curve che sempre volgono a farsi iperbole,
come pulci festanti baluginano i numeri
negli schermi iridescenti del tramonto pixelelico.
2.
Numeri primi, numeri sovrani, numeri frazionari, nascosti negli anfratti, acquattati negli algoritmi, saltimbanchi burloni, cha appaiono e scompaiono, si sommano e si sottraggono, numeri integrali o ammortizzati da interessi compositi e indici d’incidenza … perché ci vuole pazienza a non perdere la speranza.
Numeri che traboccano, numeri casuali, numeri di casi, numeri irrazionali o peggio immaginari, numeri sonori, statistici o melodici, numeri indecenti o preoccupanti, numeri ufficiali, numeri verificati, li abbiamo contati tutti, a volte anche più di tutti …
perché’ li si deve rispettare anche se sono brutti.
Numeri votati, numeri vuoti, numeri positivi, numeri d’eccezione, numeri d’elezione, numeri assenti, numeri postali, numeri annacquati, numeri lievitati, numeri solidi che trotterellano nella corrente, i numeri che conti, ogni numero conta, numeri scartati e numeri solidali …
Perché nel mondo dei numeri non si è mai soli.
Così dolcemente annegando ci si annota, con un involontario moto della mente, che l’universo può essere racchiuso in un numeretto, tutti gli atomi del cosmo contabilizzati con un dieci elevato a unapotenza, ogni creatura scomposta e ricomposta nei suoi valori essenziali.
Perché stupirsi che le nostre vite vengano codificate in banche dati di alternanti “uno” e “zero”, il numero di Dio e quello del Nulla? Perché’ stupirsi che la marea dei numeri che sembra travolgerci venga abbracciata da questa meta-umanità con copioso entusiasmo al numeratore e flebilissima renitenza al denominatore? I numeri ci salvano, ci viene detto, la perfetta contabilizzazione dei moti dell’animo e delle sue radici quadrate, è preludio alla perfetta definizione della vita e ad una più alta considerazione della decomposizione.
Intermezzo
Ci si adagia su cumuli di sciocchezze, che piovono a desta e a manca, su menzogne cosi trite che ne resta solo lo scheletro da imbellire con rutilanti improvvisazioni, nulla resta della logica e del senso, dacché ogni discorso è confluito nel dolce declivio dell’idiozia.
18 novembre 2020
I nostri carnefici
Unreal City, 18 novembre 2020
Io non ho nulla di cui dire: è mio
lontani e morti sono i miei cari
più nessuna voce
il mio compito sulla terra è finito
oscuramente
solo
vago per la mia patria che mi sta come sepolta intorno
ma tu risplendi ancora .. sole! .. del cielo!
Friedrich Hölderlin
Non ho nulla da aggiungere alla frase dell’11 marzo: “Il coronavirus serve a modellare la società del futuro. Meglio: è un esperimento sociale che inizia a modellare, definitivamente, la società del futuro”.
L'epoca che stiamo vivendo non merita commento. L'esistenza e la stessa intelligenza dei fenomeni viene frantumata in minuscole e irrilevanti questioncelle. Il Potere inventa alcuni nomi (Gimbe, lockdown) e una manciata di burattini: si passa il tempo, si spreca quel poco di razionalità residua per contrastarli, discriminarli, dissezionarli ... il risultato, vano, è sotto gli occhi di tutti.
Ciò che sta più a cuore al Potere è il chiacchiericcio insulso. Per questo viene saturato l'etere di formidabili provocazioni e sesquipedali scemenze: la malia di tali esche cattura subito l'attenzione, per l'illogica enormità ivi posta, e induce a scannarsi per ore e giorni, sfinendosi, a ricercare quell'appunto, quel link, quella versione della favola, quel ricordo.
Le elezioni americane? Sono false da quel dì, esattamente come in Italia, ma si deve passare il tempo libero a elaborare tabulati, a scremare dichiarazioni, a tarare opinioni, in una ridda scomposta in cui ognuno accusa l'altro, o trae a sé stesso l'alleato più improbabile a seconda delle convenienze meschine del momento. Alla fine il nucleo incandescente dell'inganno (la democrazia elettiva quale falsa auctorictas popolare su decisioni già precedentemente ratificate sine populo) rimane fuori da ogni considerazione.
Lo stesso dicasi per la geopolitica, questo Risiko che mai ha spiegato qualcosa.
03 novembre 2020
Italia sacra
Unreal City, 3 novembre 2020
Non
ho più voglia di fare alcunché.
È
bastata un'influenza stagionale per distruggere i monconi di ciò che
sopravviveva.
L'Italia
è finita.
Come
trovare stimoli?
Italia.
Significa ancora qualcosa per voi?
Italia.
Fate risuonare le sei lettere quando siete soli. Sillabate. A mezza bocca.
Sussurrate. Lentamente, nel silenzio atterrito dell'Italia, ripetete questo
nome sin a perderne i contorni più crassi e auscultarne il primevo tintinnio.
Italia.
Ancora.
Italia.
L'Italia
non è certo un toponimo, nemmeno un paese; tutto fuorché una nazione.
L'Italia
regge l'Occidente, quindi il mondo intero.
L'Italia
è un katechon essa stessa, l'ultimo, assieme alla Russia, la terza Roma, a
Bisanzio, la seconda Roma, e a Tehran, perno attorno a cui ruota la Mesopotamia
e il principio della storia.
Italia.
Dicono che l'Italia è bella. L'Italia è bella!, cicalano i patrioti un tanto al
chilo. Sbagliando, ovviamente, perché sono dei cretini senza rimedio.
L'Italia
è bella perché l'hanno resa tale.
Ci
si stupisce della candida bellezza di basiliche, templi, iscrizioni; ci si
sofferma estasiati davanti a panorami - definitivi - di quattrocentesca malia.
Ruscelli, declivi, colli, sentieri, filari, cipressi, muriccioli, grotte,
dirupi. Cos'è tale nervatura d'un corpo immane se non il prodotto dell'amore di
chi ha qui vissuto? Credete davvero che le dolci curve che avvolgono a spirale
il colle fortificato d'una città medioevale abbiano quel percorso o stiano lì
per decisione di un architetto comunale?
L'Italia
fu modellata nei millenni. Persino un macigno anonimo appartiene al piano della
bellezza elaborato da alcuni uomini, gli antiqui huomini. Abbattere sin un
muricciolo è davvero un sacrilegio poiché esso venne costruito avendo in mente un
piano sacro. Confini, pomerii, fondamenta, orientamenti, coltivazioni, tutto
obbediva alle leggi che governano l'universo, in ossequio alla totalità, a ciò
che sta.
Ecco
perché l'Italia è bella.
È
bastato consegnarla nelle mani della democrazia elettiva per deturparla
orrendamente. Lastricati di tremila anni su cui decide un geometra di paese ...
Regolarmente eletto, quindi, secondo il marcio sentimento di egalitè e libertè,
sacro.
E
invece no. La democrazia è sacra solo in un mondo dissacrato, in un mondo al
contrario. La democrazia elettiva è un gioco di parole, sciocco, con cui vi
hanno convinto che la libertà e la giustizia sono state concepite, di tutto
punto, come Minerva armata dal cranio di Zeus, negli ultimi secoli.
Vi
dono l'unica etica possibile per il Ventunesimo Secolo.
Diventate
dei katechon, voi stessi.
Ricordate
il finale di Fahrenheit 451? Gli
uomini divengono libri. La metafora di Bradbury è stata subito interpretata in
tal modo: leggete! Oppure: la dittatura conculca la letturatura, la conoscenza,
la scienza. Questo è un inno alla libertà e alla cultura! La minestra la
riscaldano sempre al fuoco lento della superficialità: si può essere più
stupidi di così?
Ecco, invece, la morale del romanzo, che si erge - ineluttabile e profetica - di fronte a noi, che lo abbia voluto l'autore o meno. Questa: divenire qualcosa di ordinato, di strutturato, di sensato (un libro a esempio) significa opporsi alla dissoluzione. Ecco l'etica. Cosa rappresentano Cime tempestose di Emily Bronte, le Rime di Guido Guinizzelli, i libri euclidei o l'Imitatio Christi se non uno sforzo, titanico, da parte di individui sacri (poeti santi sapienti) di fermare l'inevitabile entropia che dilaga a dissolvere, distruggere, schiantare il senso, umiliare la forma?
15 ottobre 2020
Una breve nota
Mi si chiede: ma perché vuoi imporre l'account google che ci chiede il telefono e coarta la nostra ansia di libertà?
Ma io nulla impongo.
Purtroppo, a suo tempo, essendo inetto alle sofisticazioni digitali, scelsi, per comodità, blogger.
Blogger di Google.
Blogger (di Google) permette solo tre tipi di commenti:
1. Anonimi
2. Chi possiede un account Google
3. Solo membri del blog
Poiché non ho voglia di passare mezz'ora al giorno a scremare i cretini anonimi ho scelto la seconda opzione.
L'altro giorno ho cercato di crearmi un'identità digitale per il futuro e inevitabile SPID.
Mi ha richiesto (un'azienda privata): carta identità - tessera sanitaria - account mail (con password) - numero cellulare - un simbolico bonifico (di pochi centesimi, tanto per avere pure l'IBAN) - giuramento video in sette passi.
Fra poco tutti - e dico tutti - saranno costretti a questa trafila. Prima o poi. Ci si intende ancora? Pronto? Siete nella realtà del Nuovo Mondo?
888immuni [Il Poliscriba]
Il Poliscriba
“Approfitta della guerra ragazzo, perché la pace sarà terribile”.
Non so sgravare la gente del male di vivere, perché non sono una levatrice.
Mi si chiede di scrivere qualcosa di più leggero, ameno: sono attratto dalle coincidenze, non per forza significative.
Età carolingia. La diffusione dell'immunità in età carolingia si spiega non con una volontà di rinuncia alle proprie prerogative da parte del potere pubblico, come si è scritto in passato, bensì con il tentativo da parte del potere centrale di rafforzare la potenza sacrale dello Stato.
Immunità. E se lo Stato coincide con il mondo intero, oggi, l’immunità sanitaria che trae origine e forza da quella politica di età carolingia, coincide con il rafforzamento della sostituzione dell’oggetto di culto religioso con l’oggetto puramente laico, e affermo, puramente, con lo stesso identico significato di purezza condannato, quando fu e non sarà mai più pensiero predominante dei cultori di un ritorno all’ariogermanesimo ottocentesco.
L’immunità promette una protezione, una separazione, una filtrazione sociale, biopolitica… promette... non mantiene.
Officium hospitalitatis. Fin dal 793 Carlo Magno inserì fra i doveri del sovrano anche tale uffizio. Gli ospedali sono inoltre studiati, nella medievalistica, come perni di organizzazione del territorio e della viabilità (si pensi agli ospedali sorti nei pressi delle strade o dei ponti, preposti non solo all’accoglienza dei viaggiatori ma anche alla manutenzione delle strutture di passaggio e di valico); come centri di gestione patrimoniale (grazie a lasciti e donazioni numerosi ospedali divennero grandi proprietari fondiari e gestori di capitali mobili, assumendo in certi casi la funzione di monti di deposito e di prestito); e, ancora, come fulcro dell’incontro fra chiese e autorità civili locali nel momento in cui si dovevano fronteggiare problemi come il pauperismo, le ondate epidemiche, e si voleva mettere mano a politiche non solo sanitarie e di ordine e decoro pubblico, ma anche di rafforzamento del potere e della sua immagine; dal momento che, infine, la carica di ministro ospedaliero era di fatto considerata alla stregua di un beneficio ecclesiastico.
Ospedali sotto l’egida del COVID-19. I malati sono questione statale, i parenti stiano fuori, non infettino e non si infettino. All’occorenza vi consegneremo le ceneri dei vostri cari. State buoni se potete; morirete di salute e per la salute. Égalité, fraternité (fratelli tutti secondo bergogliana enciclica) e santé.