Thomas S. Eliot
Roma, 22 aprile 2023
Più passa il tempo storico, oramai scandito da malsani scoppi di follia invece che da avvenimenti politici rigorosamente esaminati e classificati, e più pare d’essere precipitati agli estremi fotogrammi di una dittatura africana del dopoguerra. Pochi ricordano Amin Dada e Bokassa, i garzoni messi su dall’Europa per sfruttare quelle lande sradicate al loro tran tran neolitico. Li si chiamava dittatori; erano, invece, lo specchio deformante di un’Europa che si stava liberando da sé stessa. In quanto déracinées, e pertanto privi dei tradizionali ammortizzatori psicologici, i Bokassa solitamente erompevano in orge megalomani d’iperbolico sadismo kitsch; ove la leggenda, s’attenuava, forse, più casta della realtà: oppositori gettati in pozze lutulente ove diguazzavano coccodrilli antidiluviani, troni esornati da centinaia di migliaia di perle, ministri assassinati in pieno consiglio per escinderne ghiotte cervella, amanti depezzate, ceste di diamanti, unzioni messianiche, petti onusti da figliolanze di medaglie da pitocco.
Questi golem morirono quasi tutti nel proprio letto perché gli Europei, che ne hanno viste tante, li trattarono, alla fin fine, da figliuoli scavezzacollo. L’ansia da esecuzione sarà propria dei trogloditi yankee, da Gheddafi a Saddam al povero nefropatico rintanato nelle gole afgane.
Sono tempi d’infimo impero, tempi ultimi per questa nazione rabberciata, l’America, ormai a fine missione. A riguardare il postremo Bokassa della Pennsylvania, Joe Biden, sembra di assistere alla finis terrae della razionalità; discorsi sconnessi o da spacconi, gaffe istituzionali, ciangottamenti, vane gesticolazioni nel vuoto; soprattutto un’istintiva e feroce disistima per la delicata impalcatura democratica: a differenza dei predecessori che, almeno, fingevano uno scontro ed erano costretti a vellicare grossolanamente le pulsioni più elementari dell’elettorato di riferimento (tasse, comunismo, eccezionalismo americano).
Tale spettacolo da Barnum, che si ripercuote vertiginosamente giù per li rami istituzionali, dal transmarinaretto alla polimorfa compagine clitoridea che gli si struscia d’attorno, ci ammonisce variamente.
La prima cosa che salta all’occhio è che l’America ha esaurito il proprio ruolo, e non per sua scelta. La seconda, evidente, ma ancora ignota al miccus suffragans, è che la democrazia, nella sedicente culla democratica, non esiste più, nemmeno nella finzione scenica: percentuali, sondaggi, conteggi e riconteggi non hanno rilevanza; siamo alla pura pantomima. Il prescelto si insedia direttamente; la manfrina dei gagliardetti, delle convention, dei manichini televisivi, liberali o conservatori, repubblicani e democratici, elefante e asino, blu e rosso, viene mantenuta solo per non allarmare troppo il residuo corpo elettorale: mera questioncella di ordine pubblico. E chi è il prescelto? Un Bokassa qualunque, un prestanome; un subdominante cui si concede tutto, dalla repressione interna alle sanguinose minacce internazionali, poiché il voto, nella sua essenza contabile, più non serve: la manipolazione a posteriori fornirà l’innegabile sostanza (c’è poco da fare, ha vinto!), sancita, poi, dalle vacue e sbrigative formalità costituzionali. Anche governatori, sindaci metropolitani e amministratori locali, la flebile epifania della libera scelta democratica, paiono usciti da una sit-com farsesca; come quel senatore della Pennsylvania (ancora!), uno capace di accendere lampadine con la bocca, forse uscito dai provini de Le colline hanno gli occhi; l’irruzione delle minoranze, poi, gravide delle rivendicazioni più sciocche, ha donato quel tocco di delirante anarchia a tutto il caravanserraglio: perché, ricordiamolo, le apocalissi dei cretini richiamano irresistibili il tono grottesco.
No, il Potere non s’identifica più con l’America e il mondo che gli fu soggetto; essa non regge il suo ruolo, secolare, di pupazzo da ventriloquo. Si cambia, è davvero tempo di olocausto globale, l'ultimo possibile, privo di ritorno. La metastasi è troppo avanzata e corrode persino l’immaginario. Solo il ridicolo servilismo italiano rimane fermo ancora ai tempi di Kansas City e dell’americano a Roma Nando Mericoni. In cambio di tale filoatlantismo fuori moda, però, l’Italia non riceve prebende, ma, anzi, s’ammala. Basti vedere come alcune nostre città d’arte, ancora splendide sin a cinquant’anni fa, si siano tramutate in pattumiere antropologiche e urbanistiche rassomigliando, gradatamente, ai suburbi più lerci e psicopatici delle big city yankee, formicolanti di un demente sottoproletariato digitale: squatterschlein, pensionati più pulciosi dei loro sacchi di pulci, drogati, zingari stipati in caravan dalle gomme sgonfie, inabili, deformi, pazzi, obesi in canottiera, vecchi che strascinano sporte di plastica appesantite da junk food; i caseggiati popolari lordati dagli spray, le ringhiere divelte, si aprono su prati fulminati da piscia e merda di cane, gli angoli dei cortili spessi per i rifiuti di anni: carte da gelato, plateau da discount, cartoni di surgelati alla plastilina, ma da saltare gustosamente in padella, preservativi rinsecchiti.
La geopolitica mi dice poco. Il Potere, direbbe uno dei ventiquattro filosofi, ha il centro in nessun luogo e un raggio invisibile che individua circonferenze altrettanto occulte. Il Potere postmoderno è una sorgente di cellule tumorali. Si muove, nel tempo, disseccando culture, paesi e popoli. Lo si ritrova, sempre, i segni inequivocabili della rinuncia e della sterilità. Sintomi, diagnosi. Un Diagnosta, ecco cosa serve; e un Chirurgo per l’estirpazione. A naso, dico, a naso, dopo avermi letto, dovreste sapere chi seguire e le aree da recidere. Dovete farlo voi, però, rimettendoci la salute e la tasca.
ITALIA, OPEN TO MERAVIGLIA. Così la frase pubblicitaria dei manifesti governativi. In essi una signorina, la rivisitazione della Venere di Sandro Botticelli (mangia un trancio di pizza, va in bicicletta, è seduta su una scogliera), dovrebbe invogliare a visitare l’Italia et cetera et cetera “Du gust is megl che uan”, così la pubblicità del Maxibon Motta (1995) in cui un giovine Stefano Accorsi cercava di rimorchiare due turiste, credute straniere, leccando allusivamente il dolciume in oggetto. La ministressa Daniela Santanché, evidentemente, con tutto il caravanserraglio ministeriale, subisce ancora il fascino paninaro di quegli anni memorabili (per lei). Nel paese di Pietro Toesca e Mario Praz, tutto ciò che l’apparato milionario della sedicente repubblica è stato in grado di creare è un anacoluto linguistico, supposto addirittura di brillante forza persuasiva; e la cartoonizzazione di un capolavoro rinascimentale. Del livello non voglio nemmeno parlare. La vera domanda, che presagisce una risposta spaventevole, è, però, un’altra. Questa: esiste un Italiano, nelle istituzioni suddette, che li fermi? Intendo: che faccia notare, con galante understatement, che tale modo di proporsi al mondo è umiliante? Ma forse mi sbaglio. Questa la vera domanda: esiste un Italiano, di stampo forte, che abbia ancora un ricordo di ciò che fummo?
Mi piace questo passato remoto: fummo. Avrei potuto scrivere "siamo stati" e invece ... Una volta un uomo di lettere, per così dire, tal Christian Raimo, scrisse: “Più leggo Moravia più mi fa schifo” allegando, a rafforzare il giudizio, quello di Ermanno Cavazzoni, che, fra le altre mancanze, gli rimproverava l’uso sistematico del passato remoto. Raimo, professore, scrittore, opinionista, giornalista, fu nominato, e ciò gli dona uno spessore inconsueto rispetto al sottoscritto, assessore al III Municipio di Roma; e vanta pure una pagina personale di wikipedia che, come saprete, è riservata solo ai Maggiori. Nel tempo, purtroppo, a onta dei 52.000 followers su facebook, la gloria letteraria gli venne usurpata dalla sorella Veronica (finalista allo Strega, se la memoria non inganna). Cavazzoni, dal canto suo, mi è simpatico sol perché scrisse una Storia naturale dei giganti, libercolino sulle creature immani che si rinvengono nella letteratura cavalleresca. Moravia? Fu - dico: fu - un rilevante narratore novecentesco di cui ammiro la tracotante monotonia nichilista, specchio della propria anima perduta e senza scampo; a differenza di Gadda, atrabiliare maestro di stile; e di Luigi Pirandello, l’intellettuale definitivo del Novecento italiano. Ah, quanto vorrei non aver letto le sue novelle per poterle rileggere ex novo ...
Ma torniamo alla mia innocua geopolitica da studiolo.
Il progressivo declino dell’impero americano, debitamente controllato, si porterà via la patina più gioviale e ottimistica dei miti dell’Illuminismo Nero: il limite del progresso continuamente spostato in avanti, sino al paradiso per tutti, correlativo oggettivo del mito della frontiera. Pari opportunità di carriera, self made men, libertà di movimento, la conquista dello spazio, l’infinita prateria della vita dinanzi a noi … Il Potere si è reso ben conto dell’insostenibilità di tale mitologia; per questo, sotto le false spoglie di un rinnovamento, l’ha progressivamente dismessa sin dagli anni Sessanta. Gli hippies contro la famigliola borghese in Cadillac, le università quale fucina della dissacrazione della homeland, Piccolo grande uomo contro Ombre rosse, il femminismo da suffragette isteriche contro Jean Harlow, Shaft contro Marlowe, Manson vs Tate, lisergico contro razionale, introspezione dei riti orientali contro the black Bible degli white man. Parodizzata, colpevolizzata, umiliata, la cultura bianca americana ha ceduto lentamente il passo a un’umanità fradicia, ritorta su sé stessa, minuscola, meticcia, d’arrogante meschinità vittimista: un impasto perfetto per far circolare il nuovo Verbo del Dominio: la frontiera non è fuori di voi, ma siete voi. Di qui l’immaginario fluido che avvolge l’intero Occidente: perché escogitare fruste per i milioni quando i milioni possono rendersi inoffensivi da sé? L’Illuminismo Nero cambia obiettivo: non più i mari, i tropici, le stelle … qui si è fallito! Sarà l’uomo stesso la terra da dominare, un armento hackerabile cui previamente estirpare il passato, ovvero quell’intrico mirabile che dirige passi, sentimenti e danze … ciò che qualcuno definì “idee senza parole”.
Questa tras-valutazione è la diretta evoluzione, intesa come puro spiegamento logico-storico, della liberazione. Gli uomini liberati - liberati dal peso della tradizione cristiana e classica ... via le catene, le greppie, i lacci … in fondo cosa vuol significare la nuova economia liberata, il capitalismo, lo scisma anglicano, l’incendio di Londinium nel 1666: tabula rasa, ripartire, come Prometeo in rivolta permanente verso gli dei … guardare a terra, solo a terra, privi di freni … liberi dalle costrizioni ormai maledette, riguardate come impostura; non c’è più un Dio sopra di noi! La norma morale è dentro di noi! La perfezione dev’essere sbozzata entro l’anima! La luce ci guidi, dopo le tenebre! L’uomo è modello di sé medesimo, anzi Dio stesso è modellato a nostra somiglianza! Lucifero, vieni! Lucifer, rise!
Non dobbiamo sottovalutare queste parole, ma saggiarle accortamente. Come sempre, gli innovatori radicali si fanno forza di ciò che distruggono. Id est: l’energia di cui dispongono rispetto al passato e la loro incoercibile volontà rivoluzionaria viene sprigionata unicamente proprio da ciò che hanno distrutto … qui il primo inganno. Fu uno scarto epocale che illuse l’umanità circa una nuova umanità … questa, redenta e affrancata dal divino e dall’ingerenza della tradizione sembrava, perciò, inarrestabile, la chioma indomita fluttuante in una cavalcata selvaggia, invincibile. Verso Giove e l’infinito, dichiarò uno dei tanti profeti al chilo - non avvedendosi che qui si celava la disillusione più totale. I primi tempi furono straordinari, pur a prezzo di genocidi immani. Il mondo anglosassone e protestante, sbarazzatosi di ciò che considerava ciarpame, s’aggirò per la terra con una fame insaziabile; gli homines novi presero a credersi i migliori sol perché più efficaci; e oggettivarono questo loro fallace sentimento creando una letteratura agile e popolare (romanzo e giornalismo), un’arte borghese e didattica, un’etica economica, addirittura novelle utopie! Le loro nervature ideologiche, trionfanti, arrivarono a stringere la Terra in una serie di cappiole: le rotte commerciali, inesauste, dall’Oriente al Nuovo Mondo, ne furono le figurazioni formidabili. La storia accelerò vorticosa, balzando aggressiva come la tigre di William Blake. La tecnica, soprattutto, prometteva l’Eden. La pace durante la Belle Époque, le industrie inesauste, i magnifici ritrovati, le mirabili macchine: radio grammofono cinema … con Semmelweis si cominciò a credere di sconfiggere persino la morte … si armarono le moltitudini … Noi, i liberi! E i felici! Ma i felici, incapaci di conservare, reclamavano nuova energia per andare avanti; si programmarono ulteriori distruzioni; mezzo secolo di guerre fratricide per prolungare l’inganno. Arrivarono anche a noi, definitivi, i liberatori. A liberarci dal fardello del passato. Ciò che residuava dell’Europa fu servita al banchetto cannibalesco dell’utopia. La tigre, sfamata, riprese vigore compiendo un ennesimo prodigioso balzo dalle ceneri della devastazione … l’orizzonte del dopoguerra si aprì più slargato e ricco di promesse: lo spazio, la piena occupazione, la pace perpetua, l’immortalità a portata di mano, il dolce totalitarismo della democrazia ... da esportare surrettiziamente, o da ingerire in capsule da bombardieri … stavolta, però, l’illusione durò ancor meno di prima. La pozione, come insegna Jekyll, si fa meno efficace di volta in volta … la Bestia è di nuovo stanca e affamata e reclama ancora prede! Cosa possono inventarsi i saltimbanchi del sol dell’avvenire da sacrificare ancora? Soprattutto: cosa resta da sacrificare per tenere in piedi la farsa? L’uomo stesso! E sia ... l’utopia tenebrosa dell’Illuminismo, lordato l’intero globo, snidato l’ultimo ragno agli angoli, arriva finalmente a divorare sé stessa, come il serpente alchemico Ouroboros: l'inevitabile. Ma sì, basta orizzonti, c’è da annientare l’anima. E con quale scusa ripieghiamo di fronte ai miliardi? Semplice, inventiamoci i limiti dello sviluppo!
Capite ora la parabola folle del progresso. In suo nome, in nemmeno trecento anni, liberali e liberisti, socialisti e comunisti, dirigisti statolatri o fanatici del laissez faire, illuminati e ottenebrati, anticlericali e madamine colla tonaca, qualsiasi tonaca, hanno dissolto le fondamenta metafisiche della civiltà occidentale. Fino a costringersi a tale suicidio controllato. Le mani e i cuori che mossero i fili dello sviluppo senza freni, i piani quinquennali, il dominio sulla natura, il libero arbitrio dei flussi monetari, sono gli stessi che ora reclamano pace, diritti ed ecologia; fermiamo la corsa, i panda sono in pericolo! A questo servirono ONU, UNICEF, NATO, UNESCO, FAO ... a frenare la locomotiva … ché i fuochisti sono in sciopero, e ci si divora l’un l’altro nelle carrozze ristorante … Potrà sembrare controintuitivo, ma il Giano progressista ha sempre ospitato sotto lo stesso tetto Hiroshima, Imagine, cosacchi e G.I. Joe, il talidomide e Greta Thunberg ... Che Greta non sappia che la pigione gli è pagata dallo stesso locatore del proprio vicino di casa, magari un magnate del carbone, è normale … solo chi si pone estraneo al gioco, l’Esiliato, può rilevare la paradossale autodistruttività dei tempi ultimi.
Non dobbiamo, certo, immaginare maggioranze ... per tali operazioni bastarono quinte colonne imbeccate da qualche paradiso della dissoluzione: Olanda, Svizzera ... sempre le stesse, poi, basti leggere chi nel 1875 complottava, tra Odessa, Charkiv, Cherson e Kiev, la morte di Alessandro II ... per questo dire: "Russia" o "Italia" in tali casi significa nulla; occorre definire le linee di tendenze secolari che alimentano concettualmente gl'infiltrati e rendono comprensibili i cialtroni, i ciarlatani, gl'ipocriti e i voltagabbana; in sostanza, i traditori d'ogni tempo ...
Il contrordine arrivò, come detto, nei Sessanta. Al progresso si mutò direzione, al netto dei dominanti che, invece, dovevano restare gli stessi. Da noi, periferia dell’Impero, la risposta al grido di dolore del Potere arrivò un pocolino tardi, così come il segnale di Armstrong, Collins e Aldrin a Houston dalle supposte lontananze siderali (1,3 secondi + 1,3 secondi = 2,6 secondi). Sarà solo nel 1977, infatti, che l’ex jazzista Piero Angela, torinese, di complessione moderata, rassicurante cantore delle sorti progressive, avrà a licenziare l’accorato libercolino Nel buio degli anni luce; in perfetta consonanza, peraltro, con quello del professor Roberto Vacca, di sei anni prima, Il Medioevo prossimo venturo, in cui il ruvido e aitante futurologo, allure da Vittorio Gassman, presagisce il crollo dei sistemi complessi: con relative apocalissi demografiche, urbane e tecnologiche. Diverse psicologie, eguali preoccupazioni e identiche scuole (Club di Roma). E simili boom di vendite, ça va sans dire.
Vacca apre le danze: “Mentre scrivo mancano trent’anni al compimento del secondo millennio della nostra era e, per ragion diverse da quelle di mille anni fa, molti si attendono a breve scadenza una tragica catastrofe totale. I profeti di oggi non dicono che dobbiamo temere angeli, draghi e abissi, ma che dobbiamo temere l’olocausto nucleare, la sovrappopolazione, l’inquinamento e il disastro ecologico … Il medioevo coinciderà … con una situazione in cui … si dimezzerà la popolazione dei paese più avanzati … se muoiono 450 milioni di uomini nei paesi più sviluppati, si fermano: il progresso delle scienze, la ricerca tecnologica, le grandi costruzioni civili, le produzioni industriali di grande serie e a bassi costi, il funzionamento dell’intera struttura organizzativa e direttiva della società moderna”.
Se tu suoni la tromba, io sonerò le mie campane, pare rispondere Angela in quarta di copertina: “L’Italia si avvia al declino e alla povertà se non trova il modo di riconvertirsi rapidamente … Gli attuali modelli (tecnologici, industriali, energetici, culturali) sono ormai inefficienti nel creare nuove ricchezze … Piero Angela esplora i meccanismi che si sono inceppati e raccoglie idee, proposte, nuove strategie …”. E da chi li raccoglie? Dagli stessi che hanno inceppato il meccanismo, ovvio. Poi, senza perdere l’aplomb, s’imposta sul grave: “Generazioni di scienziati e di tecnici hanno scoperto e inventato innumerevoli strumenti per procurarci un benessere senza precedenti, eppure mai come oggi, nella storia dell’umanità, si è parlato di crisi catastrofiche”.
Mai nella storia dell’umanità. Capite? Abbiamo una Ferrari, ma i piloti ci mandano a fratte. Quando si dice la jella. E perché il progresso non progredisce? Perché non è abbastanza progressista. Il fallimento che Angela intravede, devastante, mai visto, non è colpa della tecnica e della scienza, beninteso, ma degli uomini. E alcuni uomini, gli Italiani, per dirne una, sono più colpevoli degli altri: “È infatti importante che soprattutto i giovani possano inserire nella loro formazione umanistica questa componente essenziale [le gravi difficoltà dello sviluppo] senza la quale sarebbero privati della capacità di capire il loro tempo. Cultura classica e cultura scientifica devono oggi fondersi in ogni individuo per creare quella visione binoculare che, sola, permette di dare rilievo e profondità agli avvenimenti”.
Meno latino e più economia, meno storia dell’arte e più cacciaviti. Ovviamente Angela cita il “Club di Roma” per cui esiste “una minaccia contro l’umanità, una minaccia oggi [1977] a malapena avvertibile, ma che potrebbe assumere una gravità equivalente a quella di una guerra nucleare”.
Le prime tre righe del libro, peraltro, si aprono con una dichiarazione di Dennis Meadows, autore proprio de I limiti dello sviluppo, con un’altra mazzata all’Italia, questo paese di irriducibili coglioni che non sta a sentire la voce della sapienza: “Penso che diversi paesi europei privi di risorse naturali, tra i quali l’Italia, si avviino al declino e alla povertà se non hanno la capacità di riconvertirsi rapidamente”.
Insomma, reitera Angela, come il disco di certe bambole anni Quaranta: “[occorre] capire quali sono i meccanismi che regolano oggi la crescita nei paesi industrializzati. Capire anche dove si possono inceppare questi meccanismi … e vedere quindi come si può correggere l’attuale traiettoria di progresso che rischia di lasciarci al buio in quelli che dovevano essere gli anni della luce”. Quindi passa a illustrare la curva a “S” che lo angustia particolarmente cioè quella curva che è prima cresciuta quasi con forza esponenziale (e fin qui, per lui, tutto bene) e che, poi, dato che l’umanità, in fondo, è un sistema chiuso e limitato, decresce e si appiattisce (proprio sul più bello!) sin a declinare.
L’illuminista nero Piero Angela, dismesso il camice lindo e ottimista del dottor Kildare, indossa il saio nero della decrescita sfiatando nelle trombe di Gerico: noi occidentali siamo troppo distruttivi, occorre la tecnologia, occorre la scienza … che non ha fallito, per carità, guardate che Bengodi abbiamo … sono gli uomini ad averlo fatto … questi mascalzoncelli … la scienza e la tecnica, infatti, sono neutre … è il dito che pigia il bottone sull’Enola Gay … quello il problema …
A riassumere: anche da noi, nei Settanta, arrivò un controcazzo epocale. Per tacere del mondo intero: in cui ebbero a dilagare film catastrofisti (Il pianeta delle scimmie, ma anche gli innocui Inferno di cristallo e Airport), le distopie più allucinanti (2022. I sopravvissuti, Occhi bianchi sul pianeta Terra) e una letteratura varia e insinuante che ebbe persino un nome: doomwriting; anche l’horror iniziò a vivere una stagione folgorante, che dura ancor oggi, rilasciando nell’aria terrori impalpabili e sensi di colpa generazionali (Non aprite quella porta o Zombi, con quei morti-in-vita eliotiani che bramano l’ipermercato). In generale il progresso ora viene messo in luce totalmente negativa: si vuole disabituare lentamente l’essere umano al futuro. Poi, ragionano gli Übermenschen dal Superattico, gli si toglierà anche il passato. E finalmente, con l’omarino del 2030, avremo via libera una volta per tutte.
I secoli superbi e sciocchi hanno prodotto un dominio sterile sulle rovine di ciò che siamo stati, per decine di millenni. Come si vorrebbe distruggere ora? Cosa è rimasto da distruggere a tali insaziabili condottieri del nichilismo? Siamo alla negazione pervicace, totalitaria, di tutto, alla libidine da tabula rasa. Le guerre in Mesopotamia e Afghanistan hanno vaporizzato le ultime trincee … non resta che sacrificare, per conservare il dominio, l’umanità stessa. Di qui il nuovo trans-umanesimo.
Otto miliardi per il tritacarne apocalittico.
Tanto da chiederci, anche qui controintuitivamente, cosa lega l’apparente liquidazione dell’ordine occidentale a guida illuminista in favore di un altrettanto apparente riequilibrio geopolitico. Per dirla in termini cabarettistici: quale il trait d’union tra la faccia da imbecille di Biden, i disastri della ginecopolitica alla Sanna Marin, l’estremismo anarcoide PolCor di ogni ordine e grado, da una parte; e le intemperanze di Lula, l’astuta impassibilità di Xi e Putin, i maneggi dei califfati, dall’altra parte? E poi: la perdita di centralità del dollaro, le asimmetrie economiche europee … quale insondabile filo di sutura possiamo notare qui? E perché il riequilibrio? Perché l’Occidente avrebbe rinunciato al proprio ruolo di leader col 90% del PIL in sua mano, come afferma, senza capire il retrogusto della storiella, Ettore Gotti Tedeschi? Perché l’africanizzazione, la cinesizzazione? Perché la denatalità da noi e non negli altri paesi? Perché il nostro suicidio, da ultimo, nonostante i motivi prima addotti? … perché … perché … perché … forse il riequilibrio, inteso come de-crescita, de-culturazione, de-industrializzazione occidentale, assieme alla sua smobilitazione concettuale e metafisica - lo spettacolare suicidio dell’Occidente, insomma, ridotto a ground zero spirituale, è necessario per attuare la Monarchia Universalis senza più apparenti e individuabili centri imperialisti? E per consentire, quindi, un definito e pieno dominio dei corpi e delle anime tutte, otto miliardi, irreversibile e globale, in un mondo finalmente livellato al grado zero? Il Totalitarismo Assoluto, privo di storia e radici, non poteva che nascere con l’olocausto europeo cui stiamo assistendo. Anzi, questa apocalisse, per inverarsi, non doveva simulare una guerra, uno scontro fra blocchi? Al fine di un’umanità sedata, finita, priva di moto e ambizioni, hackerabile, come peraltro sostiene Yuval Noah Harari, l’Uranista Ebreo del Jesus College di Oxford (il grottesco, come dissi …). Un’ammuina epocale per arrivare proprio al culmine dell’Utopia. Che l’Utopia illuminista passi per la propria negazione non deve fare scandalo ... son passi verso l’Illuminazione finale, dal primo al trentatreesimo gradino …
Ma dev’esserci una soluzione! C’è sempre una soluzione! E certo, chiedetela al professor Vacca, ancora fra noi. Il capitolo 18, quello finale, reca, infatti, l’ambizioso titolo: Progetto di comunità monastiche atte a conservare cultura e a favorire un nuovo Rinascimento. Per resistere al cataclisma occorrerebbe, secondo il Nostro, individuare alcuni monasteri di sapienti che conservino la conoscenza e il saper fare, cioè la tecnica sottesa a quella sapienza … in attesa dell’auspicata resurrezione dalla calcina dei crolli apocalittici … Non a caso lo stesso Vacca darà alle stampe, nel 1986, seppur con minor successo, Il Rinascimento prossimo venturo … Anche qui, però, siamo alle solite, come nella sedicente scienza illuminata: i falliti (è in liquidazione sulle bancarelle globali l’intero patrimonio occidentale) nominano il presidente del tribunale fallimentare che troverà rimedio al fallimento nominando gli stessi falliti quali curatori fallimentari. Di errore non si parla poiché l'errore, per i positivisti senza dubbi, è concime fertile per altri e più nuovi errori.
Questa ve la voglio raccontare: correva il tempo dello spoglio delle schede dell'elezione del presidente degli USA; in una delle mie tante, troppe, notti insonni mi sono collegato ad un seggio americano e ho mi sono messo a curiosare; loro se ne son accorti, mi hanno tracciato e devono essersi detto "An vedi questo ?! dev'esse' un dem assatanato pe' sprecà il sonno pe' seguicce !" e dopo qualche tempo mi è arrivata la tessera di iscrizione al partito democratico (che ovviamente non ho ritirato); da allora tutti i giorni un usadem mi scrive; quando mi ha scritto Kamala Devi Harris mi sono sentito in dovere di portare il computer dall'esorcista; ma non è stato questo il punto clou: mi ha scritto Biden e mi ha offerto la possibilità di telefonargli previo pagamento di 7 (sette) dollari. Una pezzentata che manco Bokassa.
RispondiEliminaPer 7 dollari, quindi, ho la possibilità di mandare al diavolo il Presidente degli Stati Uniti by phone? Resta da capire perché ti abbiano tracciato solo i Dem ... forse controllano i seggi in regime di monopolio come la sinistra da noi.
Eliminapenso proprio di si
Eliminatra l'altro oggi non mi ha scritto nessun usadem ... non è che mi hanno tracciato nuovamente
senza forse: diceva quello che il potere è in mano a chi sa manipolare i risultati delle procedure
EliminaVacca: non sapevo che avesse fatta una proposta simile alla mia; quando abitavo all'Aventino (lui abitava al numero civico successivo al mio) ci incontravamo spesso al mercato del Testaccio; mai parlato di Medioevo, solo di frutta e verdura. Che disdetta !
RispondiEliminaHo regalato un paio di migliaia di libri (tecnici, anche troppo: il bibliotecario mi ha chiesto "ma a che servono ?") ad una biblioteca comunale. Però cucino bene; per 7 euro ti do la possibilità di includermi tra gli scampati.
A quale biblioteca, la Enzo Tortora? Ma quelli non voglion classificare nemmeno Christian Raimo, figurati i tuoi ... non devi pagare, e poi , al massimo, saranno spaghetti al tonno e fagiolata di fagioli ...
Eliminaieri ho salutato l'inverno con una zuppa di castagne e funghi che mi è venuta proprio bene
Eliminase mi negavi l'accesso agli Scampati avevo in riserbo due paio di informazioni che ti avrebbero fatto crollare:
- non ho tatuaggi, piercing, scarificazioni (sono convinto che sia stata una finestra per abituare il popolo bruto all'idea che il corpo non sia sacro ma manipolabile a piacere proprio o di chiunque altro voglia farlo, ad es. vaccinatori)
- non conosco il numero del mio cellulare (mi hanno costretto - banca, inps - a possederne uno; devi vedere la faccia che fanno quando per rispondere alla richiesta del numero gli consegno il sacro oggetto e dico loro di cercarselo: meglio che mandare a quel paese Biden)
Per conto mio non ho mai usato lo SPID.
EliminaScusate, sullo spid non ho resistito (anche a proposito delle coppie di fatto di cui si accenna nel testo):
Eliminahttps://ru.m.wikipedia.org/wiki/%D0%A1%D0%B8%D0%BD%D0%B4%D1%80%D0%BE%D0%BC_%D0%BF%D1%80%D0%B8%D0%BE%D0%B1%D1%80%D0%B5%D1%82%D1%91%D0%BD%D0%BD%D0%BE%D0%B3%D0%BE_%D0%B8%D0%BC%D0%BC%D1%83%D0%BD%D0%BD%D0%BE%D0%B3%D0%BE_%D0%B4%D0%B5%D1%84%D0%B8%D1%86%D0%B8%D1%82%D0%B0
Complimenti per il pezzo.
Nachtigall, sai che il gioco dei cellulari all'unisono è avvenuta pure in Inghilterra alle 15?
Eliminal'INPS ha "smarrito" due anni di miei versamenti, per poter parlare con loro mi sono dovuto munire di spid ( e piantare una tenda dalle parti di una loro sede; un giorno ho chiesto di parlare con responsabile del procedimento, mi hanno detto che non c'era nessuno con quel nome; quando ho messo sotto il loro naso il documento firmato dallo sconosciuto si sono illuminati; poteva andare peggio, che effettivamente il responsabile del procedimento non esistesse veramente)
EliminaNo, lo scopro ora da te. E che scusa e' stata data? (ammesso che sia necessario fornirne una)
EliminaAd ogni modo ti segnalo un altro fatto curioso. Stamattina prestissimo (era ancora buio) il cielo nella regione di Rovno e' diventato viola. Non posso testimoniare direttamente perche' dormivo ma pare che l'abbiano visto in molti. Piu' tardi mi faccio dare qualche link da mia moglie per rendere l'idea, se le foto che ho visto sono autentiche non sembra proprio l'aurora...
EliminaQualche giorno fa mi hanno raccontato di una luce intensa sopra Kiev, vista anche ad una certa distanza fuori dalla citta'... qualcuno ha detto una cometa. La cosa e' stata riportata dai giornali ma su questo episodio sono piu' scettico non conoscendo nessuno che sia stato testimone diretto. Per libere associazioni mi e' venuto in mente Tunguska, 1908. Non sembra esserci stata distruzione ma anche queste luci sono in qualche modo collegate simbolicamente all'Arcangelo Michele (Kiev), come l'avvenimento a Tunguska secondo (nomen omen) Pietrangelo Buttafuoco (Kamien' sull'Ob, convento San Michele - nota poi che kamien' in russo significa pietra).
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/04/16/sette-torri-del-diavolo-per-sfidare-il-cielo45.html
Va be', come dicevo in un altro commento, ho una buona fantasia :)
Allora, eccomi qui... aurora boreale?
Eliminahttps://t.me/tv0e_rivne/14610?single
https://t.me/tv0e_rivne/14611?single
https://t.me/tv0e_rivne/14612?single
Pare che la scusa fosse: prove di allarme a livello nazionale. Per quanto riguarda le tue aurore la scusa è: tempesta geomagnetica o una cosa del genere ... non saprei cosa dirti ...
EliminaPer Sandro: l'INPS ancora mi perseguita per circa euri 360 (ex Lire 700.000) percepiti indebitamente da un familiare nel 2000. Ricordiamo che l'INPS non commette errori bensì opera un sistematico logoramento a fine di appropriazione indebita.
EliminaNon mi hanno dato alcuna spiegazione, dopo vari tentativi mi sono rivolto ad un avvocato. La sensazione è che abbia buttato altri soldi.
EliminaPer Nachtigall : potrebbe trattarsi di un'arma ad onde scalati; ci sono stati incendi strani in zona ?
https://ibb.co/LPfk66G
Alceste,
Eliminasempre bello leggerti, ogni volta come la prima volta :).
Non vi allarmate, in Giappone tali allarmi sono la quotidianita' (quasi letteralmente, visto che dovrebbero pre-annunciare i terremoti).
Di solito pero' mi suona durante la scossa, e grazie al cavolo. Una volta e' riuscito a suonare prima, ti da' anche la magnitudo… sono uscita in strada di notte, non c'era nessuno… anche perche' tutti gli edifici, di cartapesta, che ondeggiano anche con la brezza marina, sono antisismici; l'arredamento e' minimalista, per il bene comune, un tempo detto ingiustamente "omologazione coatta", e al massimo puo' produrre leggeri ematomi.
E' piu' facile pero' che per strada ti cada il palo in testa, una volta tanto che avrebbe senso dire "state in casa e vigile attesa", senza troppi allarmi... non li ho piu' degnati di attenzione.
Per lo tsunami magari puo' servire, non l'ho ancora sperimentato, tocco ferro. Certo che in Europa le emergenze sembrano piu' varie, finche' non saranno esportate. Bello questo sistema di scambio di mutue emergenze ed emergenze mutuate.
Ah noi abbiamo anche il training annuale locale, tipo simulazione. Ci danno il kit di sopravvivenza: cibo surrogato, coperta racchiusa in un bozzolo di cm 7x5x0.5, radiolina mignon, torcia a carica manuale, fischietto, etc. Inoltre ci mettono a conoscenza dei piu' vicini centri di accoglienza, di solito la scuola locale o le strutture sportive, in caso si debba evacuare. Solo a immaginarmelo in Italia, mi vien da pensar male… tra un'evacuazione e l'altra, efficientamenti falliti, efficientazioni ancora all'opera, aree green da estendere per far pascolare in pace gli orsi e i cinghiali (poi i mammuth)… si rischia che costruiscano centri di accoglienza perenne.
Un saluto a tutti,
Ise
Per Sandro: la tua sensazione è probabilmente giusta ...
EliminaPer Ise: si può vivere così? Questa ipocrita ansia di proteggere che cela la reale volontà di dominio ... E poi ... posso dire una cosa? Mi permetto di dirla amando moltissimo il cinema giapponese e quella cultura che intravedo dietro di esso ... il Giappone postbellico ... non i giapponesi, ma proprio il Giappone urbano, industriale, architettonico ... mi deprime, come un localetto orientale a Roma o certe riunioni buddiste di periferia ... Non so spiegarmi, magari le immagini e i video sono fuorvianti.
@Sandro
EliminaChe io sappia no e verificando non risulta niente, ma e' anche vero che se fosse accaduto a 50km di distanza, senza conoscer nessuno sul posto, e' probabile che non verrei in ogni caso a saperlo... del resto viviamo nell'era della comunicazione e dell'informazione mica per niente.
C'e' il divieto di fare foto o video e se anche uno volesse condividere qualcosa con il 'grande pubblico' lo farebbe su quei canali che seguono la guerra, tutti piu' o meno controllati da militari, specie quelli che dicono di essere indipendenti. Non mi stupirei se un incendio insolito ma non troppo grande potesse passare inosservato. Passano inosservati persino quelli che vengono resi pubblici, come quello della chiesa nell'oblast di Chernovtsi.
Per la vicinanza con il confine, bisognerebbe controllare anche in Bielorussia.
Chi lo sa, e' un'ipotesi che tengo in piedi, insieme a quella dei segni dal cielo (sono convinto che in qualche modo si paghera' l'espulsione dei monaci dal Monastero delle Grotte di Kiev, allo stesso modo in cui vedo un collegamento tra Notre-Dame de Paris e Kovid).
Sulle tempeste geomagnetiche ho sentito anche io qualcosa ma sono piuttosto perplesso. Il canale telegram sopra linkato parla di classe G4 (il massimo di 'violenza' e' G5), dovrebbero averne risentito le apparecchiature, o no? Un tipo mi ha effettivamente detto che c'erano stati problemi con la radio, del resto magari stava semplicemente ripetendo una voce che aveva sentito in giro a sua volta... Ormai e' molto difficile distinguere un testimone da un 'ripetitore umano'.
Faccio solo una piccola correzione, avevo scritto 'in mattinata presto' perche' cosi' mi era stato riferito ma il fenomeno doveva gia' essere visibile verso le 11-11.30 di sera, per quello che puo' cambiare.
@Ise
EliminaQuesta volta mi hai proprio tranquillizzato :)
Vicino alla scuola abbiamo quello che sembra essere a tutti gli effetti un bunker, di epoca sovietica (come quasi tutto, se tolgo qualche costruzione di epoca zarista), con scorte d'acqua, sistema di ventilazione di riserva, altoparlanti e tutto quanto serve. Era abbandonato ma oggi lo usa la scuola come rifugio di emergenza. Con la scusa di voler verificare la sicurezza del locale mi sono fatto una bella gita turistica. Non e' il bunker 42 a Mosca ma per una piccola citta' non e' male.
Del resto, se qualcosa di nuovo viene costruito, mi pare che siano proprio questi campi di... come hai detto? Accoglienza perenne, esatto. Non solo qui in zona, mi hanno mandato alcune foto interessanti anche da Milano. Dei campi americani si parla da tanti anni, di quelli tedeschi (si dice lager?) avevo postato qualche link tempo fa... chi lo sa. Forse ci siamo. Purtroppo e' difficile anche fare catastrofismo oggi, come dimostra il caso dei telefoni non si e' mai abbastanza progrediti nel progresso... uno pensa che un determinato scenario sia distopico e poi scopre che altrove e' gia' realta'... a me gia' l'sms di 'alert RCB' (per il maltempo) che ricevo ogni tanto da anni sulla sim polacca fa venire voglia di buttare il telefono dalla finestra. Alcune domande: in caso di emergenze si chiudono le attivita' per sicurezza, si continua come se niente fosse o e' a discrezione? Il telefono suona nel senso che ricevi un messaggio o e' proprio una voce che parla (al massimo volume) e ti dice cosa fare? Se il telefono e' spento, si accende? E se c'e' la webcam, si accende pure quella? (nell'emergenza meglio sapere che faccia hai e come appare il luogo in cui ti trovi...). Tu dici 'non vi allarmate' e hai ragione... abbiamo il telefono per quello! Si potrebbe fare uno spot, ci vedrei bene Scotti: 'e' una cosa normalissima'. Anche perche' il telefono puoi sempre dimenticartelo da qualche parte o peggio perderlo... con un chip non devi nemmeno ricordare le password.
'Il nostro governo somigliera' al dio centomani Vishnu' o come viene appellato nell'Iliade: 'Sole che tutti vedi e tutto ascolti'...
Per Alceste:
EliminaCerto che puoi dire quel che trasmettono certe immagini, e sono d’accordo. Tralasciando le eccezioni, le citta’ appaiono tristi e piatte, per tante ragioni. Ad esempio, non si puo’ costruire sulle alture perche’ il terreno e’ friabile, smottamenti a tutto andare, causa anche stagioni delle pioggie torrenziali, quindi abbiamo citta’ per forza pianeggianti, una tristezza rispetto ai nostri borghi in collina. Il lato positivo sono montagne (considerate di per se’ luoghi sacri) e colline completamente rivestite di verde, con internamente celati santuari e templi che operano indisturbati. Poi gli edifici “storici” come da noi intesi, sono impensabili, dato che le costruzioni sono in legno, che va sostituito dopo massimo circa 100 anni. Di solito operano un reset ciclico: demolizione e ricostruzione. Questo vale anche per templi e santuari, le cui parti sono sostituite gradualmente. In certi casi vengono ricostruiti ex novo ed identici a pochi metri dal precedente, a rotazione ogni tot anni: pensa pero’ che cura e premura nella conservazione del passato e delle antiche tecniche di costruzione. Quindi non si puo’ pensare di “respirare” la storia allo stesso modo in cui avviene in Italia. Si aggiunga la trinita’ dei disastri naturali (terremoti, tifoni, tsunami), a cui le citta’ dovrebbero essere “resilienti” (da tempo qui si usa questo termine), et le jeux sont faits!
Tuttavia, vi sono svariati elementi che compensano tale mancanza di bellezza esteriore, i quali emergono nel lungo termine, e grazie ai quali si resta comunque ammaliati. Qui non finirei mai di parlarne, e ne so pure poco.
Ad esempio, vedere tutto cio’ che viene definito “tesoro nazionale” (https://en.wikipedia.org/wiki/Lists_of_National_Treasures_of_Japan), soprattutto nell’ambito dei mestieri artigianali; ma anche certe arti teatrali e musicali che sono ancora intatte, e con loro tutta la dimensione trascendente. Vi sono cose che non si trovano piu’ da nessun’altra parte del mondo. Non dico cose che non si trovano altrove, come normale, essendo ogni cultura diversa, ma cose (tecniche, arti, mestieri e… dimensioni) che similmente esistevano anche altrove ma li’ si sono estinte, mentre qui sono rimaste identiche a se stesse e vive nel tempo, senza subire lo snaturamento dettato dal profitto, dagli effetti speciali della modernita’ o dal disinteresse umano. Queste sono iniziazioni ed alchimie da auspicare. Per esempio, si potrebbero cercare parole chiave quali Kagura, Hogaku, Rakugo… lista infinita. Molti artisti sono inclusi tra i “tesori nazionali viventi”: https://en.wikipedia.org/wiki/Living_National_Treasure_(Japan)
Oppure le terme, per passare ad altro settore… io esporterei architetti, gestori e addetti pulizia delle terme giapponesi in tutte le aree vulcaniche.
Bisognerebbe fare una lista dei tesori nazionali viventi italiani e verificare se hanno eredi o no, e se no, affrettarsi a trovarne…
Ise
Per Nachtigall:
Eliminavada per il bunker, la soluzione piu’ ecologica.
Anche i campi d’internamento o rieducazione o lager cinesi ormai li conoscono tutti, finalmente direi, dato che quelli non sono mai mancati di esistere da decenni ma era taboo parlarne. Come ben dici, sempre piu’ taboo (distopici) vengono infranti, grazie al fatto che rientrano camminando fieri su tappeto rosso dall’ingresso principale della normalita’.
Comunque davvero volevo tranquillizzarti :), forse ho esagerato con il tono ironico senza spiegarmi. In Giappone gli allarmi non sono cosi’ allarmanti, sembrano piu’ una formalita’, ed entrano in funzione effettivamente solo in presenza di disastri naturali (per ora, e per quanto possano anche essere “naturali”), cioe’ terremoti e tsunami. Sui tifoni evitano di prendere in giro, tanto li’ se non sei gia’ chiuso in casa e non hai fatto le scorte, se non hai notato il venticello, le news del suo avvicinamento, i supermercati svuotati ... allora vivi fuori dal mondo, e un telefonino non ce l’hai neanche.
Tali allarmi sono disattivabili; non ricordo come, ma dopo le prime volte ho eliminato il suono e ora mi arriva solo il messaggio scritto. Ho esagerato nel dire che sono messaggi quotidiani, le scossette magari si, ma credo che gli allarmi partano solo oltre una certa magnitudo. Avendoli poi silenziati e ignorati quasi da subito, son state piu’ le volte che mi e’ arrivato l’allarme del “drill”, cioe’ la prova, la simulazione, che quello del vero “disastro” in atto … sono pure fuorvianti, questi drill.
Quindi rispondendo alle tue domande, per quel che vedo qui, per ora: si continua come niente fosse. Non c’e’ alcuna voce che da’ istruzioni, parte solo un suono fastidioso di allarme ad alto volume, diverso dai soliti.
Pero’ l’Europa attualmente e’ terra di grandi esperimenti… non so come evolvera’ questa brillante idea... certo e' che per tutti la tecnologia DEVE essere la soluzione a tutti i nostri mali, questo il dogma a cui obbedisce chi si ritiene razionale e scientificamente corretto... temo che una volta globalizzati mali e disastri, si esporteranno le opportune soluzioni tecnologiche aggiornate.
Ise
"Oggi è un giorno da stare in coperta
RispondiEliminaa guardare le onde arrivare,
su tutti i lati di questa nave.
E non c'è spiaggia dove nascondersi,
e non c'è porto dove scampare, al tribunale del mare.
Sarà sereno e se non sarà sereno, si rasserenerà.
In quale notte ci perderemo?
Quale futuro ci raccoglierà?"
Mi hai fatto venire in mente questi versi di una canzone di De Gregori. Lo ascoltavo da giovane, poi ho smesso, si era fatto troppo elettronico.
Ho un rapporto conflittuale coi cantautori italiani anche se De Gregori ha scritto qualche bella canzone. Purtroppo su di me agisce un libretto scritto da Giaime Pintor, quasi introvabile, in cui Venditti, De Gregori e compagnia venivano derisi per la prosa e per i comportamenti da compagni chic & champagne.
EliminaFra i tuoi splendidi pezzi uno dei meglio riusciti. Anche se spesso, leggendoti, mi accade di pensarlo.
RispondiEliminaIl finale, la "bolla personale" ricade curiosamente nei miei temi preferiti e mi chiedo perché non sia possibile, anni fa te lo avevo chiesto, un confronto de visu fra gli accoliti e il "maestro" in bucolico contesto, magari. Alceste sdegnoso...! La fisicità è un valore classico che hanno tolto anche a i migliori. O no?
Se no che misantropo sarei? A ogni modo si potrebbe organizzare un incontro presso i residui centri di socialità: i bar.
EliminaIl progetto di comunità monastiche resistenti mi sembra in linea con il poetico finale di Fahrenheit 451...
RispondiEliminaSì, è stato variamente evocato ... la realtà sarà forse quella del dottor Stranamore in cui tutti si chiuderano nei bunker, e felici di farlo.
EliminaSe avete bisogno di consulenza in materia di musica culta occidentale, (contrappunto, storia, pratica del pianoforte) nonché diritto (soprattutto storia del medesimo) mi unisco volentieri per il bene della comunità.
RispondiEliminaSi prenderà in considerazione la proposta.
EliminaIo più di parlare di calcio degli anni 70 e 80 con il padrone di casa, davvero non so come potrei essere utile. Libri, scritti, foto, dischi di vinile di musica classica penso non siano adatte per il ritiro monastico. Eppure una certa consapevolezza inizia a fatsi strada, pochi giorni fa un ex ingegnere ora in pensione che cura la sua vigna mi raccontò come le batterie delle auto elettriche siano in pratica degli ordigni vaganti. Con tanto di spiegazioni tecniche e formule, e di come venga sempre passato in secondo piano l'aspetto della sicurezza rispetto a quello della presunta salvaguardia dell'ambiente. Alla mia domanda perché allora tutta questa fretta di transizione energetica, la risposta è stata : perché i manager abitano nelle città e pensano che le uova nascano nel supermercato.
RispondiEliminaAntonio
Avrei una spiegazione alternativa a questa: la transizione, inesistente, deve solo distruggere ciò che c'era prima. Dell'auto elettrica, dei trans, dei negri e dei diritti no importa nulla a nessuno. Servono: a eliminare il mondo precedente. Una volta assolto il compito si dilegueranno. L'auto elettrica è necessaria per la futura inesistenza di auto private. Sul calcio anni '70: ti ricordi Palanca?
EliminaCome sempre accade, riesci a dare forma a fantasmi e sensazioni che emergono nella mia mente osservando fatti invontrovertibili che non hanno immediata spiegazione.
RispondiEliminaCome no ! " Il sinistro che incanta ". Baffoni e grinta nel Catanzaro dei miracoli. Oggi davanti a giocatori che sembrano modelli sembrerebbe Mangiafuoco!
RispondiEliminaSignori Scampati
RispondiEliminaa voi la valutazione se sia più fantascientifica la proposta Monasteri o il piano da attuare
nelle nostre città (e non solo) entro il 2030
https://www.c40.org/
https://www.c40.org/wp-content/uploads/2021/08/2270_C40_CBE_MainReport_250719.original.pdf
ne parla anche Blondet
https://www.maurizioblondet.it/milano-fra-le-citta-leader-per-salvare-il-clima/
A leggere mi è saltata la voglia di farmi una bistecca con patate arrosto.
EliminaUna roba che viene da lontano... Purtroppo sono nato e cresciuto in città, ma un amico campagnolo mi raccontava di quando si poteva ancora vivere insieme alle bestie e ammazzarle annualmente per procurarsi carne ecc... Adesso hanno regolamentato tutto, non si può avere una vacca nè un porco, nè ovviamente si possono macellare (e sono morti anche gli anziani macellai che portavano avanti questa sorta di tradizione).
EliminaPrima ci fanno diventare dipendenti dalla grande distribuzione (di lerciume), poi ti dicono quanto e cosa devi mangiare... Il fatto incredibile è che siano riusciti a far sparire ogni sentimento di ribellione a queste follie. Forse la comodità e la paura della sanzione vincono su tutto...
C'e' anche Roma tra le citta' prescelte. La Cina sta avanti, come sempre.
EliminaTornero' in Italia tra una ventina di anni (voli da 1000 km ogni 2 anni), mi raccomando mettete da parte un piatto di fagioli anche per me.
Ise
Per Anonimo 08.17: sì, regolamentare equivale a uccidere. La legge è una condanna a morte.
EliminaDelizioso come sempre.
RispondiEliminaQualche giorno fa leggevo 'La scala di Giacobbe' di Gustave Thibon... Leggendo ciò che l'autore scriveva riguardo al Progresso non ho potuto fare a meno di ricollegare a quanto detto e ridetto nei tuoi scritti. Riporto qui qualche passo, consigliando a tutti i lettori del blog una lettura di questo breve volumetto...
Vuoto interiore - A dispetto di tutte le apparenze contrarie, un uomo è inaridito nella
misura in cui il rapido ritmo della corsa si sostituisce in lui al lento ritmo della
crescita. Oggi il progresso consiste nel correre é non più nel crescere,
Progresso? - Il mondo da un secolo a questa parte, evolve a passi di gigante. Tutto
precipita: il vento del «progresso» ci taglia la faccia. Amaro sintomo; la accelerazione
continua è propria delle cadute più che delle ascensioni. [...]
MALATTIA - E FLAGELLO - Una duplice minaccia. grava sull'uomo: quella del
flagello (raggruppo in questo vocabolo tutti i mali che si abbattono su noi
dall’esterno. guerra, oppressione, carestia, epidemia, ecc.) e quella della malattia
(chiamo così tutti i mali di origine interna, sorti dalla degenerazione lenta del fisico o
del morale, dalle malattie croniche del corpo, fino alla corruzione dei costumi e delle
istituzioni). Il «progresso» dell'umanità disgraziatamente è consistito fin qui nello
strangolare il nemico di fuori a vantaggio del nemico di dentro: meno epidemie, ma
più tumori, meno guerre, ma più rivoluzioni (e oggi le guerre sono ancora
rivoluzioni!) meno carestie, ma più stomachi rovinati, meno cuori spezzati, ma più
anime inaridite ... Questo progresso nel suo insieme si riallaccia ad un processo
d'interiorizzazione del male. Nel medio evo, si stentava ad immaginare una grande
sofferenza di origine puramente interna; l'inferno era concepito come una tortura
inflitta dall'esterno e il peccato stesso appariva come un «raptus», un accidente
transitorio e non come l'espressione di una necessità interiore. [...]
Interessante volumetto, da leggere. Secondo alcuni iconografi il primo sentimento di alienazione e di deterioramento psicologico interno risale al Quattrocento: lo ravvisano in Bosch, a esempio. Per me, invece, il primo ad avere sintomi di tal genere fu Cartesio, pensa un po'; i primi pazzi su larga scala: gli idealisti tedeschi.
EliminaCaro Alceste,
RispondiEliminaleggo sempre i tuoi scritti che sono fonte di riflessione, così, come se tu fossi un vecchio conoscente, ti racconto un fatto accadutomi recentemente.
In casa mia un’impresa italiana sta facendo dei lavori di ristrutturazione di un grande terrazzo e per la posa in opera delle piastrelle hanno chiamato due lavoratori rumeni, che sabato sono stati qui dalle 8 del mattino fino alle 9 di sera a preparare malta, tagliar piastrelle, posarle e a dare la giusta pendenza per l’acqua (prima non c’era). Si sono fermati solo mezz’ora per il pranzo che gli ho preparato.
Prima di pranzare uno di loro (l’unico che parlava italiano) si è fatto il segno della croce e ha ripetuto il gesto di ringraziamento terminato di mangiare, ha raccontato un po' della sua vita e così mio marito ed io della nostra. Lui ha tre figli ancora in età di scuola, noi uno che è uscito di casa l’anno scorso per andare a convivere, e lo dico sempre con mio grande dispiacere e contrarietà a questa sua scelta; il rumeno è rimasto stupito che non si sia sposato, dato che per lui è stata cosa normalissima sposarsi e metter su famiglia. Quando gli ho detto che mi sembra che il suo lavoro sia massacrante (non so per quanto ancora gli reggeranno schiena e ginocchia), mi ha semplicemente risposto:”E’ il mio lavoro, spero che San Pietro si ricorderà di me”.
Il ringraziamento a Dio per il pasto, l’importanza del matrimonio e della famiglia, l’accettazione del suo posto nella vita e la speranza per la salvezza della sua anima, sono valse, nella sua semplicità di espressione, più di tante parole vuote di molta gente che conosco, cattolici inclusi.
Non voglio santificare quell’uomo che come tutti noi avrà i suoi peccati (mi ha raccontato che non parla più con un suo fratello per beghe di lavoro), ma lui è l’esempio che l’essere umano ha una necessità intrinseca di sollevare lo sguardo verso l’Alto e un vero cristiano rimane comunque con i piedi ben piantati in terra.
Una santa giornata a te e ai tuoi lettori,
Anna
Sì, ho ritrovato questi costumi, a noi comuni sino a qualche decennio fa, in parecchi immigrati. Spesso in loro ho rinvenuto anche sentimenti più semplici: molti d'essi, a esempio, hanno un'idea di giustizia molto più chiara e spiccata della nostra, naturale, limpida, e non offuscata dai compromessi e dalle chiacchiere. C'è questo da dire: loro sono così perché hanno subito meno l'attacco da parte del Potere. In altre parole: la distruzione sistematica dei valori (voglio semplificare) è avvenuta nelle regioni più ricche, come l'Italia, risparmiando molti centri periferici (ex Jugoslavia, Est europeo, Nord Africa et cetera). Questo perché colpire l'Italia o la Grecia o la Germania equivale a sopprimere i paesi culturalmente decisivi: l'Italia ha un peso simbolico eccezionale. Siamo sotto attacco da tempo, con forza. E i nostri capi sono complici. Inevitabile il nostro declino morale e spirituale.
EliminaUn bellissimo racconto, Anna.
EliminaGrazie.
Di Roberto Vacca ricordo certe demenziali lezioni televisive di filosofia in cui, tracciato l’albero genealogico e individuati i due patriarchi in Platone e Aristotele, segava i discendenti del primo (cioè, in pratica, l’intera tradizione metafisica occidentale) definendoli “i rami secchi”. Ricordo altresì il tono comicamente apodittico e ultimativo che, unito alla sostanza belinesca delle affermazioni e all’attività digestiva (era una rubrica pomeridiana), favoriva in modo straordinario, nello spettatore, l’inebetimento e l’abbiocco. Tuttavia, persuaso come sono che il genio del male sia solo una figura letteraria, attendo di vedere cosa andrà storto. Perché è chiaro che se sulla Nuova Arca, a parte i sarcofagi di prima classe riservati a mummie precolombiane come Soros, imbarchi anche un perfetto idiota come Stoltenberg o la RealDoll Sanna Marin, qualcosa deve andare storto per forza...
RispondiEliminaE ci andrà male, è indubbio ... Queste lezioni di Vacca mi sono sfuggite. Peccato averle perse. Forse rassomigliavano alla Storia della Filosofia di Bertrand Russell? In cui quelli che non piacevano venivano liquidati in due pagine?
EliminaLi cancellava proprio dalla lavagna dichiarando la loro totale inservibilità. Faceva anche del cabaret, s’intende, ma un po’ lo pensava sul serio, come tutti gli iperrazionalisti che si credono furbi. Ma sì, perché disilluderlo? “Studiate la matematica: è la chiave dell’universo!”, raccomandava a un'ignara scolaresca un sarcastico Christopher Walken nei panni dell’arcangelo Gabriele, in un thriller teologico degli anni ’90. Che te ne fai di Platone se ci hai l’algoritmo?
RispondiEliminaMe lo ricordo, "L'ultima profezia" se ricordo bene, un po' kitsch, ma interessante ... Proprio ieri ho visto un film sul matematico indiano Ramanujan. Film gonfio di luoghi comuni drammaturgici anche se migliore rispetto a "A beautiful mind", che sopporto poco. Per Ramanujan la matematica era espressione di Dio. Vero o falso rispetto al Ramanujan reale? Chissà. Però la figura del matematico Hardy, suo mentore, inglese di Cambridge e membro della Royal Society, credo che sia fedele all'autentico Hardy. Ed egli manifesta per tutto il film una sorta di innamoramento per il ragazzo indiano - philia che interpreto, fra la miscela di pulsioni possibili, soprattutto come l'estrema nostalgia per una visione del mondo in cui, inevitabilmente, la verità della scienza e della teologia coincidono. Una visione perduta dal mondo "liberato" a causa del progresso. Sicuramente gli Odifreddi e i Vacca liquiderebbero tale analisi come psicologismo estetizzante ...
EliminaCe l’ho presente. In effetti il film enfatizzava l’aura cristologica di Ramanujan, enunciatore di verità scandalosamente “informali” e dunque capaci di suscitare tanto l’ostilità del sinedrio accademico cantabrigense quanto, viceversa, l’entusiasmo e l’afflato evangelizzatore di Hardy. Non era ovviamente fede cieca: Hardy aveva visto ciò che gli altri non vedevano. Una forma più rara e sottile… Insomma, la tua lettura teologica mi pare più che opportuna.
EliminaCommenti del 26 aprile, data di morte di Ramanujan 26 aprile 1920 all'età di 33 anni. Così, giusto per curiosità :))
Elimina"E ci andrà male, è indubbio"
RispondiEliminaA noi probabilmente andrà male, ma anche loro... Non mi sembrano attrezzati per sopravvivere alla loro stessa idiozia. Parliamo di gente che delocalizza la produzione alimentare e poi si sgomenta che gli altri (quelli ai quali hanno demandato la produzione di cui sopra) li tengano per le palle. Gente che, dopo aver tagliato i salari, trasecola perché calano i consumi,,, Questi vogliono depopolare il pianeta,,, mezzo miliardo, secondo gli auspici... Cioè chi? Le inclite mummie e la cerchia dei loro famigli? Sul serio? Pensano di mandare avanti il pianeta con fuoriclasse come i rampolli Elkann-Agnelli, uno più tarato dell'altro? Per campare fino a 164 anni si faranno curare da Lapo? O forse confidano in HAL 9000? Come avverrà la selezione? È concepibile un Noè che imbarchi l'inetto lobbista Speranza puntando alla sopravvivenza invece che al suicidio? No, è un piano che non può funzionare.
Il problema è che prima di arrivare al fallimento avranno vaporizzato la civiltà.
EliminaIl danno fatto, comunque vada, è irreparabile. Nell'ambiente di lavoro ho scoperto con orrore che esistono colleghi che si vantano delle " skill" ovverosia delle capacità assegnate loro dall' azienda. Tramite la famigerata intelligenza artificiale esiste una specie di classifica quotidiana sempre aggiornata da consultare divisa come la serie A in zona scudetto, zona Champions e zona retrocessione.
EliminaAntonio
@ Antonio: Io ho scoperto che esistono perversi che non amano le spiagge incontaminate, con la sabbia bianca, l’acqua cristallina e nient’altro che la macchia mediterranea alle spalle, perché “mancano i servizi”. Preferiscono certe latrine a cielo aperto, sovraffollate, con quella renella scura e umidiccia dove il piede si posa con riluttanza, l’acqua che sembra piscio e una teoria ininterrotta di stabilimenti balneari a sottrarre ogni centimetro di costa agli sprovvisti di valsente. Però ti dànno i servizi. O ti fanno il servizio… non ho ben capito.
EliminaSecondo me il film Zardoz è ambientato in quella ch'è la società a cui vogliono tendere, c'è anche un accenno alle problematiche ad essa connessa: due gruppi di persone, uno ristretto che ha tutto compresa la noia di una vita senza scopo troppo lunga, che vorrebbero morire e non possono; l'altro numeroso costituito da disperati che non hanno nulla, vivono come animali e che viene sistematicamente decimato con la violenza o la frode.
RispondiEliminaHo rivisto per terza o quarta volta il film su Ramanujan, non perché mi piaccia particolarmente (la matematica di Ramanujan mi lascia indifferente, non mi entusiasma)
ma perché mi fa tornare alla mente tre fisici pakistani con cui ho lavorato: avevano gli stessi problemi di clima, alimentazione, rapporti con le persone; mi ero conquistato la loro fiducia perché in occasione di una festa, quando mi sono accorto che c'erano solo
bevande alcoliche, o acqua ovviamente, sono andato ad acquistare per loro alcune bevande non alcoliche.
Quando ho letto che nel sito istituzionale del turismo in Italia, quello della Venere di Botticelli in versione vabbe' , hanno tradotto Camerino, la città, come wardrobe (e altre idiozie analoghe) non riuscivo a capacitarmi, poi ho scritto un po' di codice per strappare una risata a voi Scampati
https://www.screencast.com/t/6brRhpRZ
https://www.screencast.com/t/SyPonyctdc
giuro che il codice è lo stesso, nel primo è acceso il traduttore automatico, nel secondo è spento.
Segnali deboli del disfacimento dagli USA. Letto qua e là: a NY militanti definiti di estrema sinistra bloccano la metro per protestare contro l'arresto di un noto taccheggiatore violento che operava in metro. Wall Mart sta chiudendo diversi centri commerciali a causa di saccheggi e vandalismi continui. Immagini allucinanti di favelas per le strade di S.Francisco, Philadelphia etc. Gironi danteschi di zombies craccati di fentanil cinese. Dalla California e altri stati DEM aziende e abitanti stanno emigrando verso Texas e Florida. In California han depenalizzato il furto nei negozi. Negli stati DEM possono abortire al nono mese. Un giudice ha stabilito che i bimbi possono frequentare in attività didattica integrativa la scuola di satana. Tra gli under 20 il 40% si dichiara gender fluid lgbt gay. Spettacolini raccappricianti di dark lgbt id est travestiti per bimbi coi genitori plaudenti. Il numero di banche medio medio piccole di fatto fallite è di oltre 4000. Per la prima volta da 200 anni la maggioranza dell'opinione pubblica non è orgogliosa dell'esercito. A causa delle politiche totalitarie pol cor dei generali messi dai DEM gli ufficiali stanno dando le dimissioni. In questi ultimi 2 anni per la prima volta il numero delle richieste di entrare nell'esercito è inferiore alle necessità. Da gennaio 6 milioni di immigrati illegali sono arrivati via Messico.
RispondiEliminaIl progressismo anglosassone di sinistra è nichilismo antiumanista satanista in purezza. Il suo nemico mortale è il tradizionalismo la Russia, il confucianesimo della Cina, in sintesi La Tradizione. Questo è lo scontro geopolitico in atto tra anglosfera e resto del mondo.
Il progressismo, però, coinvolge settori impensabili sino a pochi decenni or sono. L'autodistruzione controllata del Cristianesimo è sotto gli occhi di tutti. Anche la destra, più o meno tradizionalista, dov'è? Casapound sta con Zelensky, tanto per dirne una e farci quattro risate.
EliminaCaro Alceste,
RispondiEliminaho appreso che uno dei parchi in cui giocavo da bambina, con alberi e piante bellissime, e’ stato raso al suolo perche’ il sindaco poteva spendere solo cosi’ la mazzetta del Pnrr. Ho visto le foto dei tronchi adagiati nei prati… nessuno sa quale sia il progetto finale, esistera’ un progetto o e’ solo gioia di distruzione di vita? Pero’ lo fan passare per un progetto di riqualificazione, sotto l’egida Europea.
Che ridere amaro, il Pnrr, nuovo piano Marshall dei conquistadores, da spendere entro la data di scadenza e negli ambiti imposti, somiglia a quel che forse sara' il denaro digitale "a premi", con data di scadenza e limite per i settori in cui ognuno merita di poter spendere, se raggiunge il premio del comportamento frugale medio.
Almeno un tempo, alla canna del gas grazie ai soliti usurai, si usava lo slogan "attirare investimenti" e qualche danaroso metteva soldi in progetti di recupero aree etc. per poi godersi i ricavati dei pedaggi imposti con la menzogna. Il cittadino perdeva la liberta' di usufruire di pezzi di territori un tempo suoi, ma pazienza, resisteva un certo equilibrio tra "riqualificazione" a prezzo di… e benessere generale. E invece no, era solo il primo passo. Ora ci fanno pagare la distruzione, e non solo pagarne il prezzo effettivo dei mezzi necessari all’annichilimento, ma pure gli interessi sulla distruzione di noi stessi. Quei mezzi non ce li possiamo neanche procurare da soli, sotto il ricatto usuraio, dobbiamo chiederli in prestito e pagarne gli interessi nel tempo, ringraziandoli per la generosita' accordataci.
Sono troppo delusa da questa umanita’ “pensante”… era chiaro da tempo, ma non si poteva dire, senno’ si era pessimisti, alla meglio, complottisti, alla peggio.
Certo che la frontiera siamo noi, gli esseri umani. Gli stati sono i servitori degli usurai, verso i quali, dopo aver svenduto tutto lo svendibile tramite i nomi di privatizzazione (per il bene del cittadino), progresso (idem), modernizzazione, servizi al cittadino, efficientamento, etc. … han finito le scorte e gli e' rimasto da cedere il cittadino stesso: prima sotto forma di dati sensibili (chi li ha venduti ha avuto lauti guadagni) a destra e manca senza alcun riguardo per privacy, copyright e minchiate del genere, e poi, terminato il database delle generalita', si e' passati al database bio-genetico, per passare alla cessione dei corpi e delle menti individuali in toto. Cosi' non serve che scoppi il debito e crollino i mercati, come non servono vere guerre o vere pandemie; per dirigere corpi e menti basta un farlocco marketing usurante il cervello su tutte le reti neurali.
Presto l'esasperazione degli stimoli esterni artificialmente indotta non permettera' piu' di processare correttamente le informazioni. Una societa' prevalentemente autistica e desensibilizzata si affidera' alla macchina per tutto cio' che prima la rendeva unica e viva, per avviare l'inganno finale, la disconnessione fatale… ma tanto piu' e’ chiaro cio', tanto piu' non e’ visibile al pubblico passivo, che sopravvive grazie all'indifferenza e all'assuefazione verso la narrativa omologante.
La grande truffa degli investimenti esterni ... hanno riempito queste fragili testoline di tante e tali sciocchezze ... ma il peccato più grande è la democrazia cioè aver delegato a pover imbecilli il governo di meravigliose città e di una cultura ancor grande. L'inizio della fine fu l'unità d'Italia, forzata, e tesa soprattutto alla depredazione. In 150 anni è rimasto a malapena il torsolo. E la democrazia ha dato il tocco finale, come detto, recando nelle mani dei geometri di paese diplomati alle scuole serali un patrimonio inestimabile, incommensurabile, mai visto. Informazioni? E quali? Ci sono ancora esserini che credono che esista la destra e la sinistra ... non ne hanno più bisogno, li metterebbe nel sacco un saltimbanco da fiera. E poi di informazioni non abbiamo bisogno nemmeno noi, se non è chiaro ciò che stiamo vivendo allora meritiamo di crepare nei cubicoli di periferia già in costruzione per la nuova umanità.
EliminaL'uomo nuovo, col viso sfregiato dalla ratifica delle emozioni imposte, intonacato dal perbenismo a rate, al prezzo del libero intelletto, si sente finalmente ripulito dai suoi peccati, pronto a vivere felice nell'ipertrofia dei suoi bisogni e delle sue fobie personali, sulle macerie fluttuanti del vecchio mondo.
RispondiEliminaSaluti,
Ise
Felice? Secondo me è disperato. SI trova in quei classici casi di abiezione in cui si cerca continuamente la degradazione e, quando si è soli, si tenta il suicidio.
EliminaNoi siamo gentili..ma lei è diventato pigro.🙋
RispondiEliminaNon è pigrizia, è voglia di lontananza da tutti. Diversa dalla naturale misantropia, e più affine a certe ansie da Padre del Deserto.
EliminaTutti i pezzi del puzzle vanno pian piano al loro posto. Giustamente, se qualcuno ha donato 2 euro a qualche ucraino per farlo rimanere senza una gamba, magari ne ha altri 2 per la protesi 'superhuman': https://dobro.privatbank.ua/view/365?utm_source=website&utm_medium=ref&utm_campaign=365
RispondiEliminaQui pubblicita' del genere sono ovunque. Mi raccomando... donate, se potete, alle povere banche e case farmaceutiche.
I prezzi di queste protesi sembrano effettivamente altini ma magari se si abbina l'acquisto al microchip di Gerry Scotti, uno sconto ve lo fanno... non da andarci in perdita, e' chiaro...
Uomo nuovo? Al momento siamo ai primi protipi, ci stiamo lavorando... testando le reazioni avverse, aggiustando i vari malfunzionamenti... dateci ancora qualche annetto.
Mi vien da ridere quando i russi dicono di aver trovato dei laboratori in Ucraina... e dove non si sperimenta oggidi'?
A proposito di suburbi lerci e psicopatici: sto facendo adesso una passeggiata sul lungomare di Ardea....
RispondiEliminaMentre "cerco" il tuo nuovo articolo mi imbatto in questa analisi, riferita alla vita letteraria di Ernest Junger...e rivedo i principi di resistenza per testimoniare in un modo nuovo....
RispondiElimina"L’uomo moderno “differenziato”, quindi è al centro di un’epoca spaventosa ed in balia di forze elementari e caotiche da cui può “ritirarsi”, agendo su se stesso ma soprattutto dandosi al bosco.
Quel bosco tratteggiato alla perfezione in quell’altra sua opera basilare (al pari di “Cavalcare la tigre” di Evola) che fu “Il trattato del ribelle”, la cui traduzione italiana del titolo non rende appieno il senso. Nell’edizione tedesca il titolo è “Der Waldgang”, cioè “colui che si dà al bosco”. Il ribelle (nel titolo italiano) quindi è colui il quale si ritira dal mondo, “passa al bosco”, avendo possibilità nulle di incidere su di esso, cercando di preservare la sua interiorità, i suoi valori e la sua libertà.
Ecco quindi l’anarca juengeriano, il nuovo ribelle che lotta contro il nulla e la decadenza, riscoprendo e rivalutando la propria consapevolezza, mantenendo intatto il suo nucleo inviolabile e la sua profondità. In uno stile severo ed asciutto, aderente nella sua interezza a principi dimenticati. In un cerchio ed in una cittadella inespugnabile. Da cui condurre una lotta di resistenza ma anche di testimonianza..."
Non rimane quindi che attendere i titoli di coda di questa umanità e veder finalmente scritta la parola fine, in attesa che i nuovi sceneggiatori allestiscano un nuovo e miglior spettacolo.
Sì, è così. La psicologia del Ribelle nasce nell'ambito di antiche istituzioni comuni a tutta la civiltà cosiddetta occidentale. Ostracismo, espulsione dalla comunità ... anche nel "Beowulf", forse addirittura in Ercole che ritorna coi Dori ... oggi, però, è proprio il Ribelle a ritirarsi volontariamente da una scena d'insostenibile e lugubre mediocrità. Egli non spera, ma conserva. In attesa di un segno.
EliminaBuondì Alceste,
RispondiEliminaMi sa che si sono presi anche il bosco 🙂... https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/il-rambo-delle-colline-di-careggi-dorme-dove-capita-e-va-a-rubare-ma-il-processo-non-si-puo-fare-1ea75598
Circa trent'anni fa l'articolo sarebbe stato un pezzo comico. Diciamo che il Rambo di Careggi è oggi più protetto dei panda albini, gli Italiani inetti ridotti a servirsi di una burocrazia più inetta e parolaia di loro - impietriti, poi, dalle conseguenze che vi sarebbero solo a toccare il panda anzidetto.
EliminaAlceste carissimo, da un mese e mezzo circa continuo a leggere queste riflessioni e relativi richiami. Ma mi chiedo: perché Alceste non pubblica ancora? È successo qualcosa? Se mi leggi puoi rassicurarmi? Grazie
RispondiEliminaWalter
Sono vivo, se è questo che intendi. Scrivere non mi attira in questo momento ... che cosa c'è da dire? Qualcosa rilascerò nei prossimi giorni. Un saluto
EliminaGrazie Alceste. In effetti adesso mi sento meglio. Però ti prego di scrivere qualcosa, qualunque cosa. Ho bisogno, e con me tanti, di leggere parole sensate. Coraggio! Grazie e cari saluti (ad Maiorca!)
RispondiElimina"Ad maiora" per la verità. Per quanto anche "ad Maiorca" non sia una cattiva idea... Ciao. (Scrivi, per favore. Grazie) Walter
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