Quanto studio, quanta malafede e dedizione, quale puntigliosa strategia ... e soprattutto quale disgusto verso sé stessi per arrivare a questo. Un autentico capolavoro in cui sadismo, inettitudine e ansia di vendersi convivono simbiotici. |
Roma, 26 giugno 2022
L’amara
verità: nessuno, in una colonia, qual è quella italiana, perde o vince le
elezioni. Le elezioni, infatti, servono unicamente a decidere della temporanea
spoliazione di una parte della colonia stessa.
Il
Potere Vero, invece, inteso come sottopotere concesso dal colonizzatore, è sempre nelle mani del traditore di
fiducia.
Tali
le due premesse.
Se non le avete ben comprese le posso ritradurre in termini
elementari: 1. le elezioni definiscono chi deruba temporaneamente una regione,
una città, una parte dell’apparato industriale; 2. Il potere reale, concesso
dal padrone globale, risiede, invece, sempre, a onta di apparenti rivolgimenti elettorali,
nelle mani di fiduciari prestabiliti.
Da
tali premesse il sillogismo principe: lo Stato Italiano, nella sua interezza
indivisa, è concesso agli eredi di spezzoni moderati di alcuni partiti (PCI,
brandelli di DC et alia) variamente denominati negli ultimi trent’anni. È tale Entità, che si serve dello scheletro e dei poteri residui dello Stato, a stabilire, di volta in volta, di comune accordo col colonizzatore, la reale direzione politica.
La stessa,
da trent’anni a questa parte.
Credere
che le elezioni cambino la rotta è, perciò, una sciocca illusione.
Chi
è al di fuori di tale Entità ha la piena libertà di concorrere alle cosiddette (inutili)
elezioni, persino di governare larghe fette del Paese, ma non di decidere;
infatti Lega, 5S, Fratelli Italiani e ciarpame vario non hanno assolutamente
voce in capitolo sugli indirizzi essenziali dell’espressione geografica ancora chiamata Italia:
programmazione energetica, welfare, scuola, politica estera et cetera et cetera
Si
può dire, in parole povere, che il nucleo di riferimento del colonizzatore, l’Entità
(di cui è amministratore delegato il PD), manterrà sempre il potere datogli dal
colonizzatore - in barba a qualsivoglia tipo di risultato elettorale. L’Italia,
insomma, andrà dove è deciso che vada, anche quando l’Entità
otterrà percentuali di voti meschine (e sembrerà, agli occhi dei micchi, sull’orlo
della crisi e della dissoluzione).
La controparte elettorale dell’Entità, dalla Lega a Forza Italia ai Fratelli dell’Italia, conosce benissimo tali dinamiche. Per questo si limita esclusivamente al piccolo cabotaggio, depredando alcune risorse locali a favore delle proprie fameliche clientele. La politica nazionale, infatti, non è affar loro, come stabilito da almeno trent’anni, a chiare lettere di fuoco; tanto che, appena il blocco di centrodestra rischia una maggioranza chiara e preponderante (tale per cui l’elettorato non comprenderebbe eventuali esitazioni al governo), sono gli stessi capi e sottopanza del medesimo blocco a escogitare finte schermaglie e scontri interni tesi all’autoboicotaggio. Il loro elettorato non lo saprà mai, ma nelle riunioni essi dicono: “Ci siamo spinti troppo in là … il padrone potrebbe adontarsi … occorre, quindi, dividersi e far riguadagnare ossigeno al banco … cioè alla centrale usuraria e polcorretta cui è stato assegnato il ruolo del manovratore occulto: l’Entità …”. Da tale punto di vista si hanno chiari certi episodi altrimenti inspiegabili come l’opposizione interna al Berlusconi debordante o le sparate del Trippone in mutande agostane: in effetti Lega e 5S si erano spinti troppo in là, sull’onda dell’elettorato … necessitavano alcune scuse per dilapidare il patrimonio di voti e consensi … ed ecco l’episodio del Minchione col Mojito … minchione già segnalato per tale alle nostre scettiche latitudini.
Simbolo dell’Entità inamovibile è il presidentato della Repubblica che, negli ultimi sedici anni (16) è stato garantito da due (2) individui scialbi e spietati (due!) dell’Entità stessa: con la disponibilità piena e ossequiosa dell’arco costituzionale tutto. Quando segnalai questi due individui segretamente coavvinti nel potere profondo, qualcuno mi scambiò evidentemente per un qualunquista a cinque stelle … dato che, allora, tali soggetti segnavano una moda irresistibile …