Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

19 aprile 2022

Una partitocrazia immonda

Avanti poppolo ... 

The Great Reset ovvero L’Immane (Ri)Programmazione. Immane (latino immanis “crudele, perfido”, poi “spaventevole” e quindi “gigantesco, enorme”’, der. dell'arc. manis e manus “buono, adatto, giusto” [cfr. agli Dei Mani] col prefisso in “non” et cetera) ovvero universale, spaventoso nella estensione, crudele (a freddo, spietato) e perfido cioè senza fede (cfr. la per-fidia degli Ebrei et cetera); Ri(Programmazione) (latino tardo programma, greco πρόγραμμα der. di προγράϕω “scrivere prima”) ovvero solo Programmazione se si è atei materialisti o Riprogrammazione nel caso si abbia fede in una Programmazione Sacra Oltremondana et cetera. 

L’Immane (Ri)Programmazione (IR) avviene, proprio ora, sotto i vostri e i "gli ochi nostri tenebrosi” grazie all'incanto d'una azione entropica su scala universale, materiale e spirituale. Essa consiste nel ridurre ogni essere umano, dotato finora di personalità modi e sentimenti peculiari, a unità fungibile e intercambiabile. Uno vale uno (= uno vale l'altro, id est uno vale quanto un cane o un gatto = tutti valgono nulla). Di qui l’alluvione di change, podemos, si può fare, cambiamento et cetera che ritroviamo nelle Rivoluzioni Colorate dai Sessanta in poi; di qui, del pari, l’equivoco, da parte di qualche allocco, che si tratti di comunismo (il socialismo reale, coi suoi milioni di sacrificati, al confronto diverrà, nella considerazione dei resettati a venire [homunculi, omarini, esserini del futuro] un déjeuner sur l’herbe … al netto delle formiche, s’intende).

Cupio Dissolvi. Solve et Coagula. Lasciamo perdere, se si vuol capire davvero, categorie ridicole come il nazismo, il fascismo, il comunismo. Speranza non è né nazista né comunista. La Storia è troppa stratificata e complessa per ridurla a tali mascheramenti effimeri. Volete comprendere o no che qui è in gioco la sopravvivenza del genere umano stesso? E si vuol giochicchiare con le svastiche? Questi anelano a farsi Alchimisti dell’Ultima Thule e stiamo a cianciare del battaglione Azov?

IR si serve della globalizzazione per favorire "l’uno vale uno" materiale (migrantismo, delocalizzazione, pandemie, liberismo) e spirituale (secolarizzazione, insignificanza della morale e dell’etica, ripudio della gerarchia e della diversità culturale, pervertimenti polimorfi et cetera). Le due ganasce (Usura e Politicamente Corretto) mirano a polverizzare definizioni e differenze in modo da agire su un’umanità malata, plasmabile a piacere, omogenea: in-differente. Senza scampo poiché il retaggio tradizionale (oscurato o ridotto a barzelletta o a grumo ripugnante di orrori) più non fornisce chiavi di lettura del presente o, addirittura, i modesti bagagli della sopravvivenza (ciò che, una volta, si chiamava genio del popolo, arte d'arrangiarsi et cetera).

Ma torniamo a noi. Partitocrazia immonda … La locuzione è di derivazione pannelliana. Tanto famosa da assurgere a refrain comico di qualche imitatore d’antan (Gigi Sabani, se ricordo bene).

Giacinto Panella, altrimenti detto Marco (chiamato "L’Illuminato" dal biografo Giovanni Negri), ebbe sempre a disgusto i partiti, a parte il suo. Soprattutto quelli del dopoguerra; gli altri, quelli che vennero coniati dopo il 1989, gli piacevano assai di più. A Pannella i partiti facevan schifo, ma li utilizzò quando gli faceva comodo. Grazie a una serie di astuti travisamenti (quasi tutti credevano ch’egli fosse a capo di uno stuolo di innocui fricchettoni) li infiltrò in blocco, compreso il MSI, apertamente o per mezzo di agenti provocatori. Traverso la sua figura (centrale nella devastazione dell’Italia) agiva il veleno del postmoderno, dell’oltreumanesimo; egli il lupo della fiaba nichilista, sotto le specie dell'agnello, come testimoniato da lui stesso, in omaggio all’icastico marchio dei Fabiani inglesi. Aborto, divorzio, omosessualismo, droghe legalizzate (legalizzate, non libere!), eutanasia (non è eutanasia, ma buona morte!), pornografia, dominio liberista presero a scorrere, sotto la pelliccia pecorina della libertà, entro le vene dell’Italiano, già corrotto di suo. Giacinto (parodia, fin dal nome, della bimbetta di Fatima) fu l’accensione; e la parte iniziale della miccia: col 2%. A riprova che le idee portanti dell’umanità non abbisognano di acclamazioni oceaniche, come ancora credono i politologi allocchi, o di 30.000.000 di like per tweet, altra baggianata cui prestan vana fede i socialisti (cioè i social addicted, che fanno a gara per averli, i follower, pensate un poco), ma di diluirsi lentamente (un microgrammo alla volta) nel beveraggio da streghe quotidiano: fino alla completa mitridatizzazione; tanto che gli applausi e le rodomontate da piazza nel mondo postmoderno valgono solo come assenso programmato (poiché programmabile) a ciò che fu deciso e ordito da prima. Il Capitale di Carlo Marx in quanti l’hanno letto? E il paper Zur Elektrodynamik bewegter Körper di Alberto Einstein? Eppure son divenuti proverbiali, vox populi, tanto che il Barbuto e il Linguacciuto sono, anche per l’ultimo dei micchi italici che guarda Rete4, le icone inconfutabili del Socialismo e della Scienza così come Beethoven, in virtù della scarmigliatura romantica da Champions League, è divenuto la Musica. Viceversa: il 32% dei 5S (quasi 11.000.000 di voti) o il 30% del futuro Salvinato (come da sondaggi) sono, al contrario, evaporati nel giro di un paio d’anni (le X elettorali scadono al pari delle merendine: entrambe, infatti, patiscono contraffazioni e additivi). E non per le scelte sbagliate, ma per l’inconsistenza simbolica delle mire (loro consenzienti, si badi; ogni pupazzo prima o poi si rende conto d’esser tale). 5S e Lega furono efflorescenze pubblicitarie, da usa e getta: di successo al momento (come Megan Gale in una réclame d’antan); scambiarle per torsioni del fluire storico rivelò la pochezza interpretativa degli esegeti residui. Da tal punto di vista un Capezzone o un Dalla Vedova o un Bernard Henry Levy, col suo scollo internazionalista da playboy sessantottino, sono assai più rivelatori di Scholz, Mattarella e Draghi: questi ultimi eseguono nel contingente; uno come BHL agisce, invece, a livello di struttura profonda tanto che lo ritroviamo dovunque, sempre al momento giusto. D’altra parte, se voglio accertarmi della temperatura di un dato ambiente, non domando al fuochista, ma compulso un termometro da parete. Pannella, BHL o Attali son questi termometri che godono, poi, di una intangibilità pontificale che nessuno, in fondo, riesce a spiegare. Magistrati, giudici, poliziotti, carabinieri, servizi spionistici, finanza: il variegato mondo della repressione italiana, capace di stritolare in pochi attimi un’esistenza, allorché questa si riveli davvero indipendente rispetto alla narrazione principale, si è sempre ritratto ossequioso e, addirittura, deferente, a fronte di tali ierofanti. Il Disobbediente Civile Pannella, nonostante una serie di oltraggi, vilipendi e reati veri e propri, estesi in sessant’anni di Repubblica, non credo assaggiò mai le ganasce giudiziarie (a parte qualche fermo che gli servì per il vittimismo pubblicitario in cui recitava da maestro; anche le condanne, poi, consistono in poche briciole); il povero Pierre Clémenti (1942-1999), invece, marcì un anno e mezzo per una presunta detenzione di stupefacenti (a Regina Coeli, ove, all’epoca, alcuni secondini erano meno raccomandabili dei detenuti); e fu pure condannato, fra l'altro, perché, sordianamente, la "faccia costituisce reato". Quando venne assolto per insufficienza di prove, lo Stato si affrettò a scacciarlo dal suolo patrio, senza troppe scuse.

Occorre seguire i profeti; gli esecutori, di solito, fan solo fracasso. 

I profeti del Nulla lanciano gli ammonimenti nel mezzo della derisione. Essi sanno, però, che nei loro vaticinii parla la lingua invisibile del Potere.

I profeti o gli illuminati sono rivelati dall’intangibilità. Su di loro la legge secolare scivola via, come goccia d’acqua su una spessa patina oleosa. Altro segno è l’apolidia. Gli ambienti che frequentano: sovrannazionali, eterei, vaghi, espansi; mai definiti culturalmente se non dall’assenza di una cultura definita. La rivoluzione russa, a esempio, fu preparata in tali Macao del Nulla: nelle università di Zurigo, o a Berna, sorta di regni franchi in cui profeti ed esecutori e cuochi rivoluzionari sobbollirono a piacere le loro pietanze mortifere. “Radio Free Europe” nacque a New York, “Radio Luxembourg”, come detta il nome, in un’altra non-nazione europea (fra i suoi DJ, signum diaboli, un ulteriore, inviolabile, pedofilo di lungo corso, premiatissimo da monarchi e governanti: "Primus homo, cum esset immortalis, consentiendo diabolo, incurrit corruptionem, ut possit dissolvi, id est mori. Et haec dissolutio est signum diaboli"); la stessa Ucraina, forse, fu destinata a simile funzione: di apolide calderone stregonesco. Ma son altri tempi, i nostri. La Svizzera, l’Olanda, il Belgio, la Norvegia e la Svezia, già centrali libertarie della schiavitù mondiale, più non servono, tanto che abbandonano le diaboliche moine da attori super partes per entrare nell'orgiastica bolgia finale; oramai è il digitale il brodo di coltura: è qui, infatti, che si coltiva l’omarino del futuro, l’Anonfale, l’Androgino della Pace. 

Altro segno che rivela i sacerdoti è il consueto sermone sulla democrazia come latrice del progresso. Inutile rispondere che la democrazia non può vantare nessun punto di vantaggio, a esempio, su una oligarchia di uomini retti o su un impianto feudale ben radicato: spesso si confonde il progresso con la comodità. Le ginocchia da lavandaia non presumono un'inferiorità culturale o morale rispetto alla centrifuga delle lavatrici, ma solo tecnica.  D’altra parte, da metafisico, rigetto qualsiasi idea di progresso. Per meglio esprimermi: credo fermamente nel regresso costante dell’umanità da un apice di cui a stento intravediamo la punta estrema. Dire che una organizzazione sociale sia migliore poiché elaborata mille o seicento anni dopo è, per l’uomo accorto, fonte di infinito dileggio. Venire dopo non significa nulla; per me, anzi, equivale a essere meno uomini, meno intelligenti, meno sensibili al bello: il bello che individua la verità e, quasi sempre, la sopravvivenza nel pelago terrorizzante del volversi universale: nox est perpetua una dormienda. Tale sopravvivenza, che oscilla fra l’abbacinante visione della Totalità e l’eroismo umano della resistenza in Essa, è ciò che in ogni tempo si è etichettato quale essenza tragica e stoica.

Le Pen si candidò nel 1974. Perse. Quarantotto anni dopo le speranze sono affidate a Le Pen. Nel 1989 fu eletto George Bush. Per vent'anni la più pericolosa oligarchia del Novecento fu retta da due famiglie. Più onesto Clemente Mastella che è lì dal 1976, ma rivendica con orgoglio zaloniano la bazza della resilienza partitica; oltre a aver donato all'avanspettacolo la migliore litigata con Pannella che la storia ricordi.

Ci sono tanti tipi di imbecilli. L'imbecille addottorato, però, è quello che mi piace di più coltivare poiché, nel suo fanatismo, dischiude alcune verità. Si impara qualcosa, ogni giorno. Nell'eccitare questi cattedratici della domenica, poi, si gode d'una lascivia tutta particolare. "Scusami", dico a un di loro, "scusami ... puoi spiegarmi questa ... è che proprio non riesco a capire ... per mia mancanza, ovviamente ... com'è possibile che Zelensky ... in quanto rappresentante d'Ucraina, intendo ... aderisca all'Unione Europea compilando un questionario come alla CONAD e l'Italia ... dico: l'Italia ... la potenziale padrona del discorso metafisico europeo ... l'Italia abbia dovuto umiliarsi continuamente per anni ... con patrimoniali, esami, propedeutiche, derisioni ... eh, com'è?". La risposta, dapprima torrenziale, quindi paternalistica ... bagnata, insomma ... cioè imbevuta di sarcastica albagia bagnaiana ... verteva ovviamente sulla differenza tra adesione giuridica a una comunità internazionale et cetera e adesione a una nuova moneta ... "Ma non c'era già l'ECU? Eravamo abbastanza rodati ... perché quelle umiliazioni? La tassa per l'Europa, l'austerità? Era necessario? Anni e anni ...". E qui l'interlocutore parte per la tangente, ma non per la cotangente, inchiodandomi alla mia miseria teorica. Nulla da obiettare. Eppure ... Di Louise Brooks, che distrusse Hollywood nella propria biografia, si disse che sbagliava date e numeri, ma non l'analisi psicologica e sociale: "Aveva torto nel dettaglio, ma ragione in generale". Non sapete chi è Louise Brooks? Male, molto male.

Ciao maschio ... segni inconfondibili della decadenza virile: difficiltà nel parcheggio laterale sinistro in retromarcia. E il pneumatico che tocca il marciapiede ... Massima onta: parcheggiare in avanti. Come le anziane professoresse di Italiano quarant'anni fa.

Ma ritorniamo a noi. Alla partitocrazia immonda. Che fare? Questo: iniziare a considerare come la partitocrazia, espressione degenere della democrazia liberale, formi, assieme all’apparato statale tutto, la vera associazione a delinquere contro di noi. Inutile geopoliticizzare  a vanvera. Come si è recentemente potuto assaggiare, bastano un volgare gendarme locale o un minuscolo ingranaggio amministrativo a esercitare un’azione di repressione che non regala scampo. L’azione di questi ultimi decenni è stata perfetta: il Potere ha infiltrato, cooptato, annientato tutto ciò che poteva costituire una comunità intermedia e alternativa allo Stato: scuola, sindacato, partiti, religione, oratorio, confraternita militare ... persino il calcio da stadio. Lo Stato, quindi, inteso nella sua Alterità Apolide, residua quale unico apparato (= entità organizzata) in gioco. Bastano un paio di direttive dall’alto e la Burocrazia Sanguinaria si mette in moto. Sì, il postino, il vigile, il geometra, il mediconzolo … tutti tirano la garrota con piacere, in cambio della paga di Giuda s’intende, però è così. Chi credete che compili le belle multe che arrivano a casa? Travet, impiegatuzzi. Son loro i carnefici poiché membri dell’unico apparato rimasto (latino apparare "preparare", insieme di cose sistemate in modo da conseguire un determinato fine). Che fare? Se volete la Bastiglia non dovete fantasticare sull'eliminazione del generalissimo o di qualche macchietta inventata per i gonzi come Soros. Son le sentinelle il primo problema ... come è sempre stato … da Neanderthal in poi. Il piccolo patriziato, colluso coi partiti: un blocco sociale sempre più inamovibile che ci porterà a fondo. I partiti … i partiti … e pensare che l’Italiano medio crede ancora che i partiti siano istituzioni ... anzi: organi costituzionali e non, com’è in realtà, associazioni privatistiche la cui funzione pubblica viene riconosciuta dalla Costituzione (lo stesso rilievo garantito a “Il Mondo dei Gattini di Sonia” oppure a “Salviamo dal Cemento Roccasecca di Sopra”) … privati dell’ideale ottocentesco i partiti si son privatizzati tout court … riducendosi, uso termini all’ingrosso, a un’accolita di cialtroni venduti per un piatto di lenticchie … e però la casalinga di Pratica di Mare, l’ingegnere informatico di Bressanone o il foodblogger di Casoria hanno ormai infitto nel cranio che un qualsiasi guitto che smerda i bagni di Montecitorio abbia la medesima rilevanza del Presidente della Cassazione ... per citare uno a caso. D’altra parte l’istituzione s’è mutata in partito … ovvero in associazione privatistica al soldo delle politica globale diretta da altre organizzazioni privatistiche denominate multinazionali. La cinghia di trasmissione dell’associazione a delinquere di stampo globale gira, però, per tramite di pupazzetti apparentemente innocui … l’impiegatuzzo dell’Agenzia delle Entrate ragionier-giuliano-cipolloni, il sottocapo-dipartimento-della-terza-ripartizione-del-comune-di-mentula-inferiore-dottor-architetto-emiliano-cialtrelli o il vice-direttore-apicale-della-azienda-sanitaria-locale-k-di-pelodifica-di-mezzo-dottor-geronimo-pupazzi ... il qual Pupazzi presiede a nomine, distribuisce mercedi, distrae finanziamenti … in corrispondenza d’amorosi sensi con l’assessore regionale del partito di riferimento eletto in una lista civica grazie all’appoggio trasversale (è ora di cambiare!) della casalinga di Pratica di Mare, dell’ingegnere informatico di Bressanone o del foodblogger di Casoria … sarà per questo che vogliono assolutamente che si voti … chiunque! … in ogni modo … purché si voti … hanno bisogno che qualcuno ci vada a far il segno dell’analfabeta altrimenti il gioco salta … destra o sinistra … centro o periferia … moderati o avidi … tangente o cotangente … le proveranno tutte: voto digitale, uffici postali, giornalai, bar, cessi pubblici … pur di avere il vostro assenso democratico, democraticissimo … e voi andateci, mi raccomando … onde poi manifestare su tuitter i più alti sensi d’orgoglio per la partecipazione al funzionamento della res publica … oppure, au contraire (qui ci si oppone, perbacco!), il disgusto per il malfunzionamento della res publica ... ah, se avessimo votato compatti per Ermenegilda Bombacci! Ah, che occasione sprecata! Maledetti Italiani ... per un paio d'anni hanno vinto loro ... ma, vedrete, la riscossa ... non tarderà ... prima o poi ... prima o poi.

15 commenti:

  1. Un lento e inesorabile cancro si è infiltrato nei tessuti della politica e della fede. Un disfacimento progressivo, direi alieno, a partire dai circoli di quartiere, alle parrocchie, fino a raggiungere i palazzi del potere temporale e spirituale.
    Una "idiocracy" studiata a tavolino...risultato assicurato.
    Il Giorgio Mulé (sic!) rampogna il micco:"una goccia di sudore val bene una vita slava"; qualche mese prima il bove della marca trevigiana, plenipotenziario, chiosava:"la ricreazione è finita". I toni paternalistici della panDEMonia fanno riflettere.
    Può un Alceste essere biasimato e sculacciato da un Letta o da una Bellanova? Sotto l'inganno della democrazia si sono compiuti i peggiori abomini della ragione...molto più gravi delle guerre dei giusti.
    Inizia il volatone all'accaparramento delle ambitissime poltrone camerali. L'Orsini in pole position ha scalzato Bassetti ma Damiano dei Maneskin in guêpière potrebbe superare tutti all'ultima curva.

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    1. I toni paternalistici sono quelli più insopportabili. Come se avessimo campato oltre i nostri limiti perché si andava al mare ad agosto ... al mare, in Italia. Hai capito i Sardanapali? Ormai si vive alla giornata. Evitassero almeno queste calate saccenti.

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  2. Caro Alceste, ancora una volta la sua inarrivabile prosa mi ha ferito il cuore. Perché la verità ferisce. E’ tanto negletta, questa Verità. Odiata. E anche la Ragione, da cui promana. Ma sì, come ha più volte affermato, non ci sono prospettive. Il potere, nella sua oscena forma attuale, è penetrato ovunque. Non credo che quei pochi – guardi me, quasi settantenne, e privo di armi – possano impressionarlo col loro dissenso, deplorazione, esecrazione…
    Ne ho visto di cose…da quando, quattordicenne, in quarta liceo, pantaloni corti appena dismessi per non sfigurare con le compagnette, mi vedevo intruppato a forza in incomprensibili cortei di rivendicazione. Ebbi subito chiaro (14 anni!) che tutto ciò che infiammava i cuori dei sinceri libertari dell’epoca era il potere. Cosicché, alla prima svolta, abbandonavo il corteo.
    Ma era solo l’inizio. Poi successe di tutto, e lei sa bene quante vicende e quanti salvatori della patria dal ’68 in poi, con marcata accelerazione dal ’92. L’ultimo salvatore – Vespa dixit – sta finendo l’ottimo lavoro iniziato già come crocierista, confortato da una masnada di noti benintenzionati, sul barcone albionico con lui.
    D’altra parte credo sia l’unico finale coerente con la nascita di uno stato che Tomasi di Lampedusa sottolinea “formato miracolosamente, vale a dire non si capisce come,, e definito da Dostoevskij (un russo feroce, attenti!) ‘’un piccolo regno di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale…e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine,,. Perfetto, non trova?
    Mi fermo qui, ripeterei soltanto quel che lei da anni dice molto più acutamente. Per quanto mi riguarda posso soltanto – rimettendoci gran parte di quel che ho, in generale – fuggire altrove. Fuga forse inutile, data la pervasività della ringhiante follia anglofona, ma spero che il fragore dell’oceano, ed il suono di una lingua diversa e antica distraggano e leniscano il rimpianto dei miei ultimi anni.
    Con molta cordialità e stima
    Walter

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    1. L'unica fuga che posso consigliare è verso paesi che l'Occidente ritiene meno "civili". Solo qui, nell'inciviltà, si ritrovano il buon senso e la logica. Da parte mia ci sto pensando da tempo ad andarmene, pur a malincuore, ma la voglia di starmene in pace è forte.

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  3. A differenza di molti altri suoi dotti articoli - che apprezzo particolarmente perché stimolano riflessioni non banali - questo è più che altro una "constatazione" dell'esistente. Lei, a mio avviso, centra uno dei principali limiti della nostra Carta costituzionale: quello di aver istituito, quale UNICO "metodo democratico" di concorso del cittadino alla vita pubblica, i "partiti" (49 Cost.) che, tuttavia, al loro interno, non funzionano in modo "democratico" e, quali semplici associazioni, sono destinatari di un mero controllo giurisdizionale "esterno" di legalità. Il passaggio, poi, a forme istituzionali di tipo maggioritario - sappiamo come e perché ci si è arrivati - ha "costretto" le associazioni partitiche a diluire i relativi scarni contenuti e indirizzi all'interno di contenitori sempre più ampi perché più ampi consensi richiedeva la competizione elettorale, trasformandoli, appunto, in meri "comitati elettorali". Il luciferino Giacinto è stato senza dubbio colui che più di altri ha scavato e lavorato per la demolizione dei "partiti", ma, credo, il sistema sarebbe degenerato da se, vittima della sua intrinseca contraddizione.

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    1. Il sistema maggioritario è stato esiziale ... la fine delle ideologie del pari ... tanto che oggi i partiti sono sostanzialmente inutili. Credo che loro stessi se ne siano accorti. Di qui l'attuale momento di sospensione: fra la voglia feroce di perpetuare il sistema di potere e la consapevolezza della sua prossima dismissione.

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  4. La proprietaria non aveva badato a spese
    Avremmo portato via tutto quello che c'era
    nel minor tempo possibile
    Era una villa di gran lusso
    con i balconi in legno
    e le ampie vetrate
    Siamo partiti dal garage
    Abbiamo caricato sul furgone due gommoni forati
    dei remi
    e una teca
    con un pitone imbalsamato
    divorato dai parassiti
    Abbiamo portato in strada la cucina
    gli elettrodomestici
    i tavoli
    alcuni armadi
    Mano a mano che riempivamo il marciapiedi
    portavamo via un carico col furgone
    In solaio ci siamo fermati a leggere alcune lettere
    contenute dentro sacchi di tela
    Erano tutte scritte con uno stile molto formale
    Avvisavano di arrivi
    posti visitati
    cambi di programma
    C'era sempre un accenno al tempo
    Era chiaro
    per l'autore
    quelle lettere
    erano un semplice
    dovere
    Le abbiamo fatte sparire insieme al resto
    Le due passate
    Abbiamo preso l'assegno
    siamo risaliti sul furgone
    Lei ci ha salutati con la mano
    Indossava un paio di jeans attillati
    e una maglia bianca
    La sua nuova pelle splendente
    era un richiamo alla vita...

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  5. Ritorno a leggerti dopo un po' e noto con piacere che non ti sei buttato nel tifo da stadio filorusso o filoucraino. Un segno ulteriore d'intelligenza. Invece continui ad approfondire le questioni decisive ben sintetizzate nelle "due ganasce (Usura e Politicamente Corretto)", che io definisco speculazione finanziaria e femminismo, ma è la stessa cosa.

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    1. Basta scorrere, se si vuol indagare al vivo la società, le dichiarazioni in un forum digitale di tifosi calcistici per accorgersi che l'intelligenza, l'accortezza, la prudenza e il "naso" di un popolo possono esaurirsi del tutto.

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  6. “E' molto piu' facile infatuare le persone con promesse, o anche condurle alla morte, piuttosto che risvegliarle per usare le loro menti".
    “Si', questo mondo e’ davvero terribile, questa e’ la ragione per cui i puri e i santi si fanno coraggiosamente avanti: essi vogliono estirpare i peccati dal mondo. Essi vogliono standardizzare le persone, mantenerle in ordine, tenerle al loro posto sotto i loro glutei. Essi sono la ragione per cui sono dovuto morire cento volte”.
    “Ogni persona pensante puo’ scegliere tra tre diverse relazioni con la societa’ e la politica del suo paese: partecipare, scappare, o trascendere”.
    “Un campo di rieducazione in un paese comunista, ha incarcerato come nemici del comunismo, quelle persone che, di fatto, aspiravano ad un vero sistema comunista”
    “La cosa piu’ preziosa che una persona ha e’ la vita. La vita e’ qualcosa che possiamo sperimentare solo una volta. Nel ricordare il passato, non bisogna rimpiangere gli anni sprecati, nel pensare al presente, non bisogna amareggiarsi per la pervasive mediocrita’. Basta poter dire alla fine che tutta la vita e le forze sono state dedicate all’impresa piu’ gloriosa della terra: la lotta per la liberazione di tutta l’umanita’”.

    Sono citazioni dallo scrittore cinese Zhang Xianliang, il quale visse 22 anni nei campi di prigionia cinesi. Con la sua cronaca scarna descrisse cosa fu il comunismo maoista: assurdita’, paranoia, pazzia diffusa per tutto il paese.
    Nei suoi scritti vi sono tutti gli ingredienti del mondo attuale: demascolinizzazione, rivoluzione industriale o dei modi di produzione, eliminazione del passato e della memoria storica, traumi e minacce che inibiscono la capacita' di giudizio e di opposizione, perdita del pensiero logico, etc. Dalla lettura si deduce che l' ortodossia ideologica non e’ mai interessata alla leadership, dato che le prime purghe furono dirette verso i “veri” comunisti, in quanto il cinismo e la capacita’ di mentire erano piu’ funzionali per l’annientamento psichico dell’uomo…

    Sono sempre piu’ piu’ convinta che l’italiano Gaetano Mosca, gia' alla fine del XIX secolo, avesse capito meglio di tutti come opera un sistema politico: "Non bisogna mai dimenticare che non e' la formula politica che determina il modo di formazione della classe politica, ma al contrario e' questa che sempre adotta quella formula che piu' le conviene".
    La formula politica serve solo per la legittimazione della minoranza al potere da parte della massa. Ottenuto cio’, la minoranza agisce adempiendo i suoi obiettivi, non quelli di chi rappresenta, sebbene continui a far credere cio’… cosa del resto molto facile, una volta che si e’ trasformato l’individuo pensante in “massa” assorbente il pensiero altrui, alla quale al massimo e’ dato di scegliere tra le opzioni preconfezionate dal potere: novax, sivax, pro uno, contro l’altro. Un’altalena continua che permette all’elite di agire al ritmo prevedibile dell’isocronismo presente lungo la spirale in cui l’uomo viene precipitato. La sovranita’, l’uguaglianza, lo sviluppo… saranno sempre miti, se affidati alla narrazione omologante che ruba lo spazio del pensiero individuale.

    In quest’ottica, per me, caro Alceste, il comunismo e’ la formula adottata nella fase di distruzione di una popolazione; non lo considero quale ideologia astratta, ma quale metodo collaudato di ingegneria sociale, quando l’obiettivo primario e’ la destrutturazione della psiche umana, per ridurre l’individuo ad un automa.
    Comprendo che ora i tempi, le condizioni e le menti sono diverse. Il mio e’ un ragionare in forma analogica piu’ che lineare. Ora siamo scesi ulteriormente di girone, verso gli scenari finali della Grande Opera, ma la premessa indispensabile e' sempre la devastazione psichica.
    Associo la fase comunista alla tabula rasa, il solve, a cui segue il coagula. Curioso poi il termine “tabula rasa”, adottato anche per indicare la proprieta’ della mente quale del tutto ri-programmabile. Tuttavia, potrebbe ben essere una mia deformazione sia professionale che anagrafica; son pronta a fare autocritica.

    Cari saluti,
    Ise

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    1. Sì, la politica, specie nel sistema di rappresentanza delle nazioni è via via degenerata nel puro inganno. Le varie formule sono suoi travestimenti anche se il maggioritario, a esempio, si presta meravigliosamente alla menzogna su vasta scala. Anche in Russia vi fu un'ondata di follia, devastazione del passato ... fanatismo sanguinario ... e, però, la intravidi anche negli USA. Anzi, se i miei pari età ungheresi o ucraini sembravano dei poveri sfigati come noi, gli Americani mi parvero del tutto fuori di cucuzza. Un vento furioso s'era abbattuto anche su di loro: chi non s'adeguava, anche lì, rischiava grosso e non sto parlando di adeguarsi al capitalismo. Se mi avessero detto: vuoi vivere in un villaggio vicino a Kiev o nella periferia di Chicago, non avrei avuto esitazioni. Pochi possono davvero comprendere il grado di disperazione di quei suburbi ... abitati da gente che passa la vita su un camper scassato e puzzolente credendo che il mondo esterno sia costituito da barbari inferiori. L'unico insegnamento che ho tratto dal giracchiare qua e là è la convinzione nell'estremo grado di regressione dell'uomo postmoderno, a sua volta incapsulato in una devoluzione generale della razza umana. Solo gli apocalittici mi son sempre stati simpatici, i fuori linea ... i più arretrati nell'inferno della tecnologia progressiva cinorussoangloamericana si son rivelati invariabilmente comprensivi, quasi umani.

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    2. Il discorso in effetti non è legato tanto a questioni ideologiche, ma alla loro pervasività. Il comunismo oggi è morto e sepolto, ma il neoliberismo di stampo statunitense ne ha preso il posto amplificandone i difetti, attraverso le due "ganasce", anzi direi che il comunismo, per esempio quello sovietico ( conosco meno il maoismo), non è stato assolutamente in grado di riprogettare l'individuo come l'attuale spazzatura neoliberista-femminista ( ne parlava un vero intellettuale come Pasolini in riferimento al fascismo e all'ondata consumistica che pure allora era ancora agli esordi). Il neoliberalismo di matrice USA ti prosciuga dal di dentro, t'illude di essere protagonista quando sei semplicemente una scorza vuota, proprio per l'impalcatura fintamente democratica che lo caratterizza, mentre il totalitarismo classico non ha mai fatto mistero di ciò che è stato. Tutto ciò che cade sotto le grinfie del primo è destinato a regredire inesorabilmente, dagli individui alle istituzioni. E dal momento che si regredisce intellettualmente (lo spettacolo offerto dai cosiddetti intellettuali che bazzicano negli studi televisivi ne è testimonianza) non si è in grado di mettere a fuoco le questioni dirimenti, quindi si assiste a una sciocca contrapposizione tra patologie, nell'illusione che una di queste possa essere la risposta ai problemi. Non si capisce che è il presente in tutte le sue sfaccettature a essere malato e che quel poco di salute individuale e sociale che ci è raggiungibile, non faccio riferimento a quella fisica ovviamente, può essere acquisita solo recuperando le migliori lezioni del passato, più o meno recente, che affondano le loro radici nella grande tradizione umanistica. Occorrerebbe rivedere l'attuale apparato mediatico, sia quello televisivo, che pure in passato ha avuto anche qualche merito, sia quello internettiano. Bisogna riprendere a fare ricerche sulle enciclopedie cartacee. Bisogna riprendere in mano ciò che ha valore.

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    3. Caro Alceste,
      E' vero quanto dici. Idem quanto dice il commento anonimo.
      Io chiamo tale distruzione “comunismo” ovunque si sia verificata, incluso il nostro mondo democratico, solo perche’ cosi’ l’ho conosciuta in primis, per questo parlo di mia deformazione. A leggere certi dissidenti cinesi oggi, poi, c’e’ da spaventarsi per quanto sembri che parlino della nostra societa’.
      Una distrofia sociale che e’ riuscita a fare tabula rasa di qualsiasi tradizione prima, per poi attuare la tirannia omologante della cieca fede nel progressismo assoluto. In occidente tale distruzione e’ stata inflitta in forme piu’ occulte, graduali e diluite, con piu’ “liberta’” nella scelta delle alternative di devastazione: droga, delinquenza, vagabondaggio.
      Tuttavia mi sembra che siano pur sempre state le declinazioni mentali sinistroidi a dirigere i giochi, a vendere le illusioni/parodie piu’ convincenti, mentre i destroidi divenivano lo pseudo piccolo polo opposto, dentro il grande pseudo polo occidentale, opposto al terribile nemico tirannico, nel girone automatico della graduale deresponsabiizzazione e destrutturazione dell’individuo, verso la meta tecno-nichilista.
      Ci sono sicuramente nomi piu’ pertinenti da dare a tutto cio’, dipende da quanto si vuole andare indietro nel tempo, e da che tipo di origine gli si vuol dare, senza considerare quella occulta poi.

      Incornicio la frase “L'unico insegnamento che ho tratto dal giracchiare qua e là è la convinzione nell'estremo grado di regressione dell'uomo postmoderno, a sua volta incapsulato in una devoluzione generale della razza umana”.
      Cari saluti,
      Ise

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  7. Buonasera Alceste. Sei magistrale, come sempre. Intanto ti segnalo una di quelle notiziole che indicano veramente lo spirito dei tempi: https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/cog-nomine-patris-et-matris-fermi-tutti-corte-costituzionale-ha-308115.htm. È stupendo, tra l’altro, che ciò accada mentre il popolo italiano è letteralmente sulla via dell’estinzione (https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/italiani-sono-rischio-estinzione-dirlo-statistico-307565.htm). Cordialità!
    Enrico

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    1. Accade perché Essi mirano a questo, questa la loro utopia ... e non si fermano certo davanti alla tragedia. Ben altro occupa le loro menti ... continueranno come automi fanatici finché qualcuno o qualcosa ardirà muoversi sotto le macerie. Vogliono la Soluzione Finale.

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Siate gentili ...