Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

30 novembre 2018

Quel che devo al passato (mysterium iniquitatis)


Roma, 30 novembre 2018

Sto leggendo L’ordine del tempo, di Carlo Rovelli.
Rovelli è uno scienziato che nega il tempo: tale quantità, il tempo, su cui si sono affaccendate le migliori menti dell’umanità è, infatti, assente nelle equazioni fondamentali della fisica. Tale convinzione, basata su decenni di ricerche ed esposta con una prosa accessibile a chiunque, qui, tuttavia, non interessa.
Ciò che interessa risiede a latere, in una increspatura, pur importante, del suo discorso.
Ciò che m’interessa è questo: l’immane volgersi della materia e dell’universo non è che la traslitterazione, in gergo tecnico e divulgativo, della favola decadente dell’uomo.
Per quanto possa apparire ardito, sconsiderato e folle, insomma, intravedo, in tali innocenti paragrafi, stilati da chi vive in mondi controintuitivi e di vastissima astrazione (mondi per uomini intelligenti, quindi), la parabola di distruzione della civiltà occidentale classica che, lo si voglia o no, col proprio corteo di terrori e magnificenze, ha strutturato la storia della conoscenza tutta.

26 novembre 2018

Viaggio al termine della Storia (Abdul)


Roma, 26 novembre 2018

Leggo, con un breve moto di sconcerto, un articolo di Maurizio Blondet sulla vicenda di Abdul El Sahid, il quindicenne di origine marocchina travolto (per una sfida fra amici) da un treno nella stazione di Parabiago.
La natura di tale sfida è ancora in discussione; le indagini, lentissime e menefreghiste, prenderanno corpo, fra un cappuccino e l’altro, nei prossimi mesi. Onde “appurare la verità”. La verità o la dinamica dei fatti o il bilancino della colpa, tuttavia, come nel caso di Desirée, qui non interessano.
Qui importa solo la densità sociale e storica dell’episodio.
Blondet la riconduce, minimizzando il tutto a livelli da commedia italiana grottesca, all’italianizzazione cialtrone del ragazzo. Blondet, infatti, è ossessionato dal cialtronismo italico e dalla italica cialtroneria. Cialtroneria: “Il vizio di esser trasandato o di comportarsi in modo privo di serietà e correttezza nei rapporti umani”. Credersi furbi, svicolare dalle regole, mancare alla parola data.
La perfetta integrazione di Abdul è dimostrata dal carattere specificamente italiano che abbiamo cercato di lumeggiare in precedenti e recenti articoli: che siamo furbi, più furbi di tutti gli stranieri, che a noi le leggi della fisica ci fanno un baffo, i divieti legali … sono cose ridicole che valgono per i fessi … Bisogna riconoscere il carattere bonario, italianissimo anche questo, di tale integrazione”, scrive il Nostro.

21 novembre 2018

Angelina I adore you


Roma, 21 novembre 2018

Compulso, con un friccico di stupefazione, un articolo di Massimo Fini su Angela Merkel.
Egli lo scrive dopo aver letto un altro articolo, pubblicato, a pagina 15, su “Il Corriere della Sera” del 14 novembre. In esso sono riportate alcune frasi di Dorothea Kasner tratte da un discorso rivolto al sedicente Parlamento Europeo; Ella vi afferma che:

-    occorre un vero esercito europeo “complementare alla NATO” per “dimostrare al mondo che tra nazioni d’Europa non ci potrà mai più essere guerra
-    un bilancio europeo
-    una solidarietà europea (che si annida nel DNA europeo) contro gli egoismi nazionali
-    una libertà europea (di stampa e quant’altro).

Infatti, secondo la Cancelliera, “il tempo con cui potevamo contare sugli altri è finito: oggi noi europei dobbiamo prendere il destino nelle nostre mani”.
Dorothea poi tende una mano all’Italia … onde superare gli attriti … grazie al dialogo … senza l’intralcio degli egoismi nazionali … per cui è bene che ogni paese membro rispetti le regole di stabilità finanziaria … et cetera et cetera
Fini legge tutto questo e vi intravede una speranza.
La speranza di una autarchia europea che, in un prossimo futuro, ci affranchi dal giogo americano e ci ponga stabilmente - e con equidistanza - fra i due Imperi (America e Russia/Cina).

19 novembre 2018

Pasquini e pasquinate


Roma, 19 novembre 2018

La mia biblioteca si è fatta, nel tempo, via via più esigente; non vi entrano più libri senza una doverosa riflessione. Le nuove entrate le pongo in una sorta di limbo, alla rinfusa, su uno scaffale di buon legno, all’ingresso di casa. Lì gli aspiranti alla biblioteca aspettano. Mesi; o anni, addirittura. Ogniqualvolta entro o esco li nobilito di un’occhiata; intanto la vita scorre; nuove esperienze e delusioni arricchiscono o appesantiscono le mie spalle di despota bibliofilo; lo sguardo, in virtù di ciò, muta costantemente seppur in strane sfumature che sfuggono alla percezione superficiale. E accade, perciò, che un di tali libretti da limbo trovi la sua scalata al paradiso dello scaffale maggiore: è accaduto a Gómez Dávila, a esempio. Mi sono interrogato a lungo: lo promuovo o no? Quegli aforismi mi insospettivano … troppo pulviscolari … e così il buon Gomez ha soggiornato per anni sui ripiani purgatoriali finché di lui non lessi, per caso, queste fatidiche parole: “Questo secolo sprofonda lentamente in un pantano di sperma e di merda. Per maneggiare gli avvenimenti attuali gli storici futuri dovranno mettersi i guanti”; e quindi, a cascata: “I Vangeli e il Manifesto del Partito Comunista sbiadiscono; il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola e alla pornografia”, una profezia ampiamente esatta e che condivido a pieno: Coca Cola e pornografia, infatti, vanno delibate in poltrona, alla luce di un tramonto apocalittico; oppure: “Le verità passano, lo stile dura”: son d’accordo, poiché lo stile ordina il caos, come ebbe a riconoscere anch’Egli; e ancora: “L’uomo oggi è libero come un viandante sperduto nel deserto”: giusto, la libertà di cui conciona la sedicente democrazia questo è: un deserto, ovvero il labirinto più ambiguo, lo stesso in cui si perdono, e trovano la morte, miliardi di uomini; in cauda: “I ricchi sono inoffensivi solo dove un’aristocrazia li disprezzi”, il che è notevole poiché, per il Colombiano, aristocratico è anche il monaco (o Alceste) nella sua celletta.

13 novembre 2018

Nexus 6


Roma, 13 novembre 2018

Vi ricordate Roy Batty, il re pipistrello, leader d’un manipolo di androidi ribelli nel romanzo di Philip Dick, Do androids dream of electric sheep?
Il romanzo servì da ispirazione per il film Blade runner di Ridley Scott: una pellicola di così largo successo da modificare, a posteriori, il titolo dell’opera dickiana, oggi nota quasi esclusivamente come Blade runner.
Da subito possiamo statuire questo: il film, screziato da un romanticismo hard boiled, tipico del giallo anni Quaranta hollywoodiano, è meno complesso del romanzo; e però Blade runner presenta spunti nuovi rispetto al libro, benché tali spunti siano rinvenibili in altre opere dello scrittore americano.
Gli androidi ribelli e sconfitti sono belle prefigurazioni dell’immediato futuro in cui saremo sottoposti al giogo dell’eterno presente amorale e dell’usura.
Andiamo con ordine.

09 novembre 2018

La famiglia Addams


Roma, 9 novembre 2018

Non bisognerebbe mai dare un’occhiata alla prima pagina di “Repubblica”, sentina, ormai in via di dismissione, del mondo al contrario (in dismissione poiché sostituita da mezzi più efficaci, non perché rifiutata dalla maggioranza).
E però, lo ammetto, a volte mi piace guardare, dall’orlo del pozzo, il putrido circolo di quel liquido lutulento. Si tratta di brevi occhiate. Necessario ritrarsi quasi subito, per una semplice questione di profilassi.
La prima pagina di oggi, 9 novembre, è il consueto florilegio antitaliano, antinaturale, illogico, stupido, antiaristotelico, spudorato.
Al centro due reportage.
Una storia: 

Adottata da single gay. “Alba, la mia bimba down che mi ha reso un papà felice” 

E un’inchiesta (addirittura!): 

In fuga per un lavoro. “I nostri figli all’estero. Un dolore, ma è il loro futuro” 

Sulla storia (che non ho letto: il parapetto del pozzo è pericolante) c’è poco da dire. L’istituzione familiare deve essere dissolta, acidificata, sino a scomporla in una serie di molecole impazzite e solitarie, liberamente associabili fra loro, a piacimento, senza tetto né legge (anche se, come si accorgeranno, la socialità declinerà sempre più, sino al solipsismo e al narcisismo più deliranti). 

05 novembre 2018

Scusa Ameri, scusa Ciotti …


Roma, 4 novembre 2018

È sempre spassoso leggere alcuni controinformatori che ti dicono: “Stiamo vincendo!”, mentre il mondo che conta, a bordo piscina, col daiquiri in mano, continua a progettare, con rilassata noncuranza, viaggi culturali e plutocratici esattamente opposti.
Sarà il caso, forse, che qualcuno legga alcuni sunti dei cosiddetti Football Leaks sul destino del calcio, ovvero dello sport che tiene insieme, appassionatamente, miliardi di tifosi sul globo terracqueo (il numero è in aumento costante - numero proporzionale all’avanzare della democrazia e dei McDonald’s).
Cito “L’Espresso”, per comodità:
Un unico campionato su scala europea, alternativo ai tornei nazionali e alla Champions. Ecco il progetto segreto sponsorizzato dai club più ricchi d’Europa, tra cui Juventus, Real Madrid e Barcellona. Alla fine, per convincerle a restare, l’UEFA ha aumentato i premi per le società maggiori, penalizzando tutte le altre. Risalirebbe al 22 ottobre scorso una lettera della società di consulenza Key Capital Partners al presidente del Real Madrid, Florentino Perez, in cui si descrive la creazione di una società che avrebbe come azionisti 11 grandi squadre. E cioè le italiane Juventus e Milan, insieme a PSG e Bayern Monaco … Real Madrid e Barcellona … Arsenal, Chelsea, Liverpool, le due di Manchester … Il documento appare come una prima bozza di accordo destinato con ogni probabilità a essere integrato nei prossimi mesi. Di certo però la Lega dei big del pallone sembra determinata a prendere il posto della UEFA … La nuova società, di cui il Real Madrid sarebbe il maggior azionista con il 18% … del capitale, avrebbe il compito di fissare i criteri per la distribuzione dei proventi televisivi, oltre a decidere e applicare le norme che regolano il nuovo campionato su scala continentale, un torneo che lascerebbe ai singoli campionati nazionali, riservati alle squadre di media grandezza, soltanto le briciole della torta miliardaria del calcio …. La futura Superlega potrebbe contare anche sulla partecipazione di  … Inter e Roma, Atletico Madrid, Olympique Marsiglia e Borussia Dortmund”.
In special modo il Bayern Monaco “avrebbe studiato i modi per uscire dalla Bundesliga e per non concedere più i propri giocatori alla Nazionale tedesca”.