Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

30 novembre 2018

Quel che devo al passato (mysterium iniquitatis)


Roma, 30 novembre 2018

Sto leggendo L’ordine del tempo, di Carlo Rovelli.
Rovelli è uno scienziato che nega il tempo: tale quantità, il tempo, su cui si sono affaccendate le migliori menti dell’umanità è, infatti, assente nelle equazioni fondamentali della fisica. Tale convinzione, basata su decenni di ricerche ed esposta con una prosa accessibile a chiunque, qui, tuttavia, non interessa.
Ciò che interessa risiede a latere, in una increspatura, pur importante, del suo discorso.
Ciò che m’interessa è questo: l’immane volgersi della materia e dell’universo non è che la traslitterazione, in gergo tecnico e divulgativo, della favola decadente dell’uomo.
Per quanto possa apparire ardito, sconsiderato e folle, insomma, intravedo, in tali innocenti paragrafi, stilati da chi vive in mondi controintuitivi e di vastissima astrazione (mondi per uomini intelligenti, quindi), la parabola di distruzione della civiltà occidentale classica che, lo si voglia o no, col proprio corteo di terrori e magnificenze, ha strutturato la storia della conoscenza tutta.
Leggiamo: innocenti parole:
Se nient’altro intorno cambia il calore non può passare da un corpo freddo a uno caldo … Questa legge enunciata da Clausius è l’unica legge generale della fisica che distingue il passato dal futuro …
Il legame tra tempo e calore è dunque profondo: ogni volta che si manifesta una differenza tra passato e futuro, c’è di mezzo del calore.
Clausius introduce la quantità che misura questo irreversibile andare del calore in una direzione sola, e – tedesco colto – le affibbia un nome preso dal greco, entropia …
L’entropia di Clausius è una quantità misurabile e calcolabile, indicata con la lettera S, che cresce o resta eguale, ma non diminuisce mai, in un processo isolato. Per indicare che non diminuisce, si scrive:

ΔS≥0

Si legge: ‘Delta S è sempre maggiore o eguale a zero’ e questo si chiama ‘secondo principio della termodinamica’ … è l’equazione della freccia del tempo”.
Perché non applicare il dispiegarsi di tale equazione - fisica - alle leggi morali, alla storia, al pensiero, alla spiritualità; a ciò che, oggi, sta avvenendo? All’Italia?
Leggiamo ancora: innocenti parole:
L’agitazione termica è come un continuo mescolare un mazzo di carte: se le carte sono in ordine, il mescolamento le disordina. Così il calore passa dal caldo al freddo e non viceversa: … per il disordinarsi naturale del tutto … se le prime 26 carte di un mazzo sono tutte rosse e le successive tutte nere, diciamo che la configurazione delle carte è particolare …. ordinata … una configurazione di bassa entropia”.
Traslitteriamo tutto questo a livello etico e umano; parleremo, quindi, della configurazione speciale chiamata umanità; e di quella particolare concrezione millenaria, la civiltà occidentale, di cui oggi ci si vergogna persino a reclamare l’appartenenza.
È la bassa entropia, ovvero l’alta organizzazione, “a trascinare la grande storia del cosmo”. Rovelli fa l’esempio di una catasta di legna. Un insieme ordinato, apparentemente stabile. Poi la legna brucia, la combustione dissolve i legami di carbonio e idrogeno, subentra la massima entropia, relativamente a quell’organizzazione di materiale: ecco il cumulo di cenere. “Una catasta di legna è uno stato instabile, come un castello di carte, ma finché non arriva qualcosa a farlo crollare, non crolla”.
La catasta di legna è l’etica, la tradizione, l’arte, persino la morale spicciola, la comunità. È instabile poiché artificiale: una santa menzogna. Ma è stata voluta, per resistere.
Immaginiamo una foresta selvaggia. Si creano, con l’esperienza, uomini in grado di ridurla a sé stessi, di addomesticarla, di sublimare quell’intrico a ordinate cataste di legna. Tale uomini distillano un sapere, lo tramandano. Cos’è quella foresta? Sono istinti di autodistruzione, voglia di ritornare all’Indifferenziato, di lacerare sé stessi nell’indistinto. L’uomo, tuttavia, vuole vivere ed escogita le proprie cataste di legna, rendendo appetibile e bello e santo e ordinato ciò che permette una vita ricca e multiforme, felice e disperata: nascono l’arte, la morale, la religione, colpa, peccato, guerra, redenzione, odio, la profonda malinconia.
Gli spiriti dell’uomo, primevi, selvaggi e scatenati come quella foresta primordiale, rorida di humus proliferanti, vengono ricondotti a un nuovo ordine: tale fu il compito delle religioni e dell’organizzazione morale delle società tutte; nonché dell’Artista e del Sapiente.
Solo una mano demoniaca che accende una fiamma può recare quel che si è prodotto alla massima entropia, alla cenere, al nulla.
Il Santo, l’Artista e il Sapiente impediscono all’uomo di perdersi nel buio della foresta interiore. Ne riconoscono, certo, la vitalità indistruttibile: le ramaglie intricate testimoniano di una lotta continua, incessante, in cui il grande vive a spese di ciò che è minuto, e il brulichio dell’invisibile si vendica di ciò che lo sovrasta, insidiandolo senza soste; le acque vivificano e corrodono al tempo stesso, animali indifferenti si nutrono di pienezze e marcescenze, grufolano, distruggono, si moltiplicano divenendo, poi, essi stessi fonte di vita. Da tale vitalità occorre, però, distaccarsi per individuare dei punti fermi, solari, indistruttibili; riferimenti, meridiane, clessidre, mappe, segnature eterne.
Dalle rocce l’Artista scolpisce una statua o delinea una immagine imperitura, che sugge la vita da un simbolismo inesauribile; il Santo trae una legge interiore; il Sapiente la cauta elaborazione di una via tra la natura e l’uomo: dell’uomo stretto fra dionisiaco (l’indifferenziato) e apollineo (la misura). Il dionisiaco è la fonte occulta, l’apollineo la splendida menzogna che lega alla cattività il troppo, lo smisurato, la hybris. Una civiltà sana si nutre accortamente delle fonti dionisiache, le circonda di mille cautele e tabù, ne viene temporaneamente ferita, quindi si distacca e cura la ferita elaborando arte, morale, istituzione.
Impedimenti che ostacolano e quindi rallentano l’aumento dell’entropia sono ovunque nell’universo”.
L’Occidente è stato questo impedimento. La classicità e il Cristianesimo sono stati davvero il katechon - la catasta di legna - della caduta nell’indifferenziato, nel demoniaco. Le si giudichi come ognuno vuole. Bruciare l’immane tradizione occidentale equivale a terminare l’umanità.
Si sostituisca “alta entropia” con “dissoluzione” e “perdizione” o “impedimento” con “katechon”: troverete la formula per comprendere la disfatta dei tempi. Un teologo oppure un fisico usano metafore diverse per parlare dell’identico destino: alta entropia, Lucifero, indifferenziato, istinto di morte freudiano si equivalgono.
La scienza è un linguaggio; la religione un altro linguaggio; entrambi non sono che riflessi d’un medesimo racconto.
Continua Rovelli: “Quello che … scrive la storia del mondo è l’irresistibile mescolarsi di tutte le cose, che va dalle poche configurazioni ordinate alle innumerevoli configurazioni disordinate. L’universo intero è come una montagna che crolla pian piano. Come una struttura che si sfalda gradualmente. Dagli eventi più minuti ai più complessi, è questa danza di entropia crescente, nutrita dalla bassa entropia iniziale del cosmo, la vera danza di Siva, il Distruttore”.
La resurrezione a Sansepolcro, il Digesto giustinianeo, le architetture romaniche di Tuscania, un divieto, il Saggiatore di Galilei o la mathesis cartesiana - sono tutti geniali coaguli contro il nulla; configurazioni ordinate, valli, trincee, congregazioni di senso, avverse all’irresistibile fluire dell’alta entropia, della disfatta, dell’insensato che aizza l’umanità verso la conflagrazione finale: cenere.
Comprendere la parabola dell’Occidente e di ciò che tiene ancora insieme l’Occidente, nonostante tutto: l’Italia.
L’Italia, per ciò che ha creato e, soprattutto, rielaborato e conservato in tre millenni, costituisce ancora un freno nella corsa all’entropia massima, al deserto, alle tenebre.
Se dico alta entropia posso anche citare la chiusa del Cantico del Gallo Silvestre o il Lovecraft di Azathoth, ma potrei anche parlare di “dissoluzione” o “Anticristo” o “Numero della Bestia” o Aleister Crowley o youporn. Il libertino, il dissoluto, il perverso polimorfo, oggi cittadino onorario del mondo al contrario, e la loro lotta contro il Cristianesimo e la scienza, le leggi e la lugubre severità dell’antico in nome di una falsa libertà: le si intende, ora? L’Illuminismo, il progresso, i diritti civili, il pannellismo fatto merce comune, il femminismo a oltranza, il filomigrazionismo … le si intendono, ora? Non è questione di progressismo o reazione, di democratici o redneck o di altre risibili categorie da gazzetta: qui si parla di restare noi stessi, indurirsi in noi stessi, cercare di trattenere una configurazione morale e civile prima dell’apocalisse.
Da tale punto di vista si comprendono le privazioni degli stiliti, la castità, il fanatismo, il rispetto dei padri, la creazione spietata della gerarchia e dei maestri, la selezione dei capi, i rigori della liturgia, i tre secoli impiegati nella costruzione d'una cattedrale, la codificazione dei comportamenti amorosi, ma anche i culti e le devozioni più sciocche, le tradizioni più aberranti, i sillogismi più assurdi … tutto questo forma la delicata ghirlanda d’una serie di accorgimenti apotropaici tesi a trattenerci sulla soglia della distruzione.
Un Padre della Chiesa ne sapeva più di tutti noi messi assieme.
Ancora Rovelli: “L’intero divenire cosmico è un graduale processo di disordine … l’universo si mescola … nelle interazioni fra le sue parti che si aprono e si chiudono nel corso stesso del mescolamento … grandi regioni rimangono intrappolate in configurazioni che restano ordinate, poi qui e là si aprono nuovi canali attraverso i quali il disordine dilaga”.
Un’etica che “trattiene”, un’arte che ci impedisca di cadere nel baratro dell’Indifferenziato, una sapienza che ci sussurri la bellezza del limite.
La civiltà occidentale, il lume del mondo classico risorto nelle sembianze del Cristianesimo, fu quella “grande regione”, la configurazione che diede senso allo smisurato fluire del disordine. In tale tentativo prometeico risiede l’essenziale contravveleno all’epoca infernale che siamo costretti a vivere.
Ma si può ricreare una grande regione?
La disperazione dell’uomo alla fine dei tempi: capire, nel profondo, che tale missione è quasi impossibile. Trattenere, creare una nuova arte, preservare ciò che fu, ricordare (solo ricordare!) le tracce, testimoniare, mentre interi millenni di senso vengono negati e tutto scivola via fra le dita.

In un mondo che ci perde abbiamo bisogno di uno Stalker per avventurarci e sopravvivere nella Zona, dove le leggi naturali son invertite e l’uomo non può che morire. Ognuno deve forgiare sé stesso come proprio Stalker. La Zona è pura devastazione, è l’oggi: abominio della desolazione; nell’attraversarla si rischia di rinunciare all’umanità. Eppure non possiamo esimerci. Cautamente, fra mille insidie, trovare la nostra camera di redenzione, una bolla, un residuo, una traccia in cui rinvenire il talismano salvifico. Non si tratta di credere in qualcosa o pregare un Dio, né di condividere dogmi, come presumono gli sciocchi.

Ai bordi occidentali del masso di tufo che sostiene Orvieto, lontano il vociare delle folle, e il baluginio musivo della facciata del Duomo, ci si ritrova spesso soli, nei pomeriggi invernali. Arrivati al camminamento di via Volsinia, l'occhio è rapito dalla vastità del panorama sottostante, quasi incorrotto, ricco di necropoli e cunicoli, arterie benigne, laggiù, dove il versante scoscende con improvvisa maestà. La sferza del vento occulta i pensieri superficiali; le inquietudini a cui, poco prima, si donava consistenza, svaniscono. Alle spalle, inavvertita, una camera di redenzione residua, la chiesa di San Giovenale.
Non è una chiesa, ovviamente, bensì un grembo materno che accoglie cauto e ricrea forme, incessantemente, da tre millenni.
Un tempio etrusco dedicato proprio a Giove cede lento alla sublimazione protocristiana; le fondamenta pagane sostengono l’edificio pristino; rancori, scismi, aperture; una nuova consacrazione nel 1004; umori longobardi, infiltrazioni bizantine; il gotico rimodula il corpo antico, si accolgono affreschi di scuola locale. La roccia si fa senso, la pittura, la fede, la logica congelano il fluire sconnesso in una configurazione ordinata: la volontà può qui ancorarsi.
Il pavimento liscio, per tanti piedi devoti, la serenità delle stupende pitture su pareti e colonne sussurra di una guerra diuturna contro gli esseri mostruosi della disgregazione.

Queste figure riassumono guerre più antiche, ne prefigurano altre; ogni oggetto, pur minuto, sembra qui dilavato sino all’avorio dell’essenza: non c’è nulla di troppo, tutto serve allo scopo.
San Michele, lancia nella destra bilancia nella sinistra, sottomette la bestia: lo sguardo, cristallino e privo d'ogni paura, è fermo nella quiete della vittoria.

55 commenti:

  1. Trovi mille modi di ripetere la stessa cosa; è giusto ed è coerentissimo con ciò che scrivi. Che dire? Hai ragione! Continua a non convincermi la "bella menzogna", ma di fatto esprime un'idea poetica.

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    1. Dico sempre la stessa cosa perché detesto l'attualità e perché l'attualità non è che il riflesso di un movimento più grande e occulto. Sulla menzogna se ne può parlare; in effetti ne parlano le migliori menti da secoli.

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    2. Hai ragione, e lo esprimi molto bene.

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    3. Un po' di leggerezza: e il golf? Dionisiaco? Per me sì, parecchio anche.

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  2. Caro Alceste,
    lessi a suo tempo le "Sette brevi lezioni di fisica" di Rovelli, principalmente perché pensavo potessero rappresentare un complemento alla mia cultura professionale, ed invece scoprii un filosofo! Grazie per avermi segnalato questa sua nuova fatica che spero di leggere...in tempo!
    Grazie anche per avermi riportato alla memoria Orvieto, città che non vedo fisicamente da almeno 15 anni e che ho sempre amato molto: mi permetto a proposito di segnalarti il dcoumentario di Pasolini "la forma della città", benchè certamente tu lo conosca già.
    Ho ben presenti ora San Giovenale e l'affresco di San Michele: anche questi sono risorti
    dal subconscio a testimoniare che non sono ancora rimbecillito del tutto!
    saluti da Hermannus Contractus

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    1. Rovelli, quando scende nell'attualità spicciola, è di disarmante pochezza (un sinistrato del '77). Come scienziato offre diversi spunti; infatti lui è uno scienziato, a differenza di altri figuri.
      La chiesa di San Giovenale (Giove-Giovenale) è raramente visitata.
      Dovrebbe esservi ancora un prete ottuagenario che spiega per bene tutta la sua storia ...
      La forma della città l'ho ben presente. Non mi ricordavo citasse Orvieto, ma Orte.

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    2. Si tratta infatti di Orte e di Sabaudia, ma il mio "a proposito" si riferiva genericamente a città paradigma di un certo territorio geografico e di una certa "etnia" e non segnatamente ad Orvieto! Per quanto attiene al '77 non so cosa pensarne esattamente perchè allora ero totalmente inserito nella "personale fatica quotidiana" di giovane medico ospedaliero e non avevo molto tempo per l'attualità e le sue possibili ricadute: momenti di riposo soltanto con romanzi e musica (lirica e sinfonica). Però stavo già meditando sui guasti del '68!
      Vale! Hermannus Contractus

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    3. Coll'avanzare dell'età a dire il vero non ero mica sicuro che si trattasse di Orte oppure di Orvieto ... Capisco cosa vuoi dire, comunque.

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  3. Scusate ma voi parlate Della famosa formula " dissolvere e coagulare" senza tanti paroloni pomposi umilianti formula che e' il motto dei Massoni e' il loro mantra ,si ritorna sempre li a parlare delle loggie dei framassoni e dei Loro padroni occulti occulti per voi che siete ciechi ma per me Ben visibili come il De Benedetti nome vero Ben Baruch ,non ditemi che CIO la fissa siete voi che dormite di gusto vi piace Linus

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  4. Silone diceva "fosse per me riscriverei sempre lo stesso libro"

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  5. Normalmente i commenti si leggono dal primo all'ultimo. Di solito mano a mano che vengono spigolati.
    Stavolta son partito dal fondo e mi sovvien un pensier: non e' ora di dirla sta' verita'? Cosa ha di cosi' orrendo e magico la "verita'"? Perche' l'essere umano la evita come la peste?
    Chi e' al potere scientificamente e da secoli occulta la verita'! Ha responsabilita' di cio'! Nondimeno il "suddito" si fa gabellare quasi fosse una pulzella in fregola vergine e tonta a cospetto di Casanova.
    Uno nasce, vede papa' e mamma (questo un tempo s'intende), si fida di loro (e di chi senno' dovrebbe fidarsi?) e trasferisce questo sentimento di obbedienza verso l'autorita' a chi veste paramenti di potere. E da questi accetta acefalamente e inconsciamente qualsiasi balla. Anzi, piu' la balla e' grande e inveeosimile e piu' il gonzo ci crede.
    Abra cadabra sim sala bim, due rospi e un porcospin...
    Anonimo R

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    1. Ma questa verità qual è? Che gli Ebrei controllano il mondo? La Massoneria controlla il mondo? Il capitalismo controlla il mondo? Basta intendersi.
      Ditemi qual è perché la cerco anch'io.

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    2. E che ne so di cosa sia la "verita'"! Conosco quindi solo la bugia, ed il vuoto che crea.
      Conosco anche un brandello di verita' mia, ovvero che (spesso) non sono all'altezza di me stesso. In quanto uomo. La verita' e' il coraggio. Tutto il resto non serve. Tutto passa. Giochi. Trastulli. Amori. Anche i massacri. A quattrocchi si qiscetta meglio. L'assenza di una strategia coerente e antitetica a quella del nemico, e' l'amara verita' dell'oggi! Tale Rovelli espone le sue tesi luttuose e impossibili da comprovare (come tali scorregge), bolsi formulari magici: cambia le premesse di base di un universo non concettuale e, tramite la matematica, il "colto scienziato" otterra' conclusioni diverse, opposte a volte, plausibili e, matematicamente corrette. E se tali conclusioni saranno funzionali alla funzione, ricevera' pure il Nobel! E' lo scherzo di cambiare la scenografia facendo credere che la scenografia sia l'orizzonte! Gli attori e i figuranti suderanno per recitare e farsi applaudire. E la marmaglia si bevera' l'operazione propagandistica. E' propaganda, bellezza... La verita' no. La verita' richiede "palle" e occhi. Perche' sta davanti a noi, ci guarda, ci chiede aiuto. Ci chiede di incazzarci. Di morire per lei. La verita' non avra' pieta' di me.
      Un caro saluto Alceste.
      Anonimo R



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    3. ... la verita' e' la bellezza. La bugia e' il suo contrario. La nostra colpa e' di accettare mansuetamente, rassegnatamente la bugia, cosi' uccidendo la bellezza. Il mondo che gli psicopatici al potere stanno creando e' brutto, in quanto falso. La falsificazione avanza. Noi la facciamo avanzare. Nel profondo pero', per esempio nel profondo di una cellula, la bellezza continuera' a regnare, e cosi' la verita' del cosmo. I dissolutori alla fine dovranno fermarsi di fronte alla verita' insita nelle proprie cellule. A noi rimane un'assenza: l'assenza della bellezza/verita' e del suo richiamo alla difesa a costo della vita.
      Il mondo che ci circonda, dominato da una scienza teoretica e dogmatica e una tecnica sempre piu' perfetta, si dimostra per cio' che e': il sicario della bellezza! Solo uccidendo la bellezza/verita' puo' esserci il dominio planetario nominato "Nuovo Ordine Mondiale".
      Sara' (e') un ordine falso. Ovvero privo di bellezza. Ovvero privo di verita'! Privo di coraggio. Un mondo senza dei. Senza Dio. Senza piu' uomini, donne e bambini.
      Anonimo R

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  6. Eh niente da dire sei proprio bravo. Sto cercando di recuperare anni di scritti. Con colpevole ritardo, che è anni che se mi imbatto nei tuoi articoli su CDC penso “che bravo”.

    Sick boy

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  7. Alceste sembra di sentir lei versions maglione Rosa polsiera Rosa e mi Fermo li' spero non sia lei altrimenti vado da gremellini o da Lerner o' mustro digiti :" pietro ratto noi insegnanti produciamo schiavi" video godibile a tratti

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  8. Caro Alceste,
    secondo me non e' ardito ne' folle applicare certe parabole alla favola umana dato che viviamo in un mondo frattale dove su diverse scale/ambiti, ogni frammento contiene in se' tutte le informazioni dell'intero, in pratica tutto quello che c'e' da sapere, senza disturbare i massimi sistemi, ne' i massimi sforzi di ricerca, basta sapere ben interpretare e tradurre semplici deduzioni, all'interno dei piu' disparati ambiti, in linguaggio universale o umano appunto.

    Quello di cui parli, come dice il fu Ettore Sva, e' proprio dell'alchimia, ancor prima che della massoneria. Siamo oggetto di trasformazioni alchemiche dalla notte dei tempi. Anche Taoismo e I Ching si basano sull'alchimia, alchimia interna che si rispecchia in quella esterna. Gli antichi testi taoisti parlano di questo in dettaglio. Tanto per fare un parallelo con l'Oriente, mentre i taoisti (i Santi) tenevano a bada il dionisiaco, Confucio (il Sapiente), si preoccupo' di rafforzare l'apollineo (cosa vuoi servire gli spiriti se non sai neanche servire i vivi! Soleva dire per intendere che prima bisogna pensare ad assolvere al proprio ruolo e ai propri doveri sociali). Sunzi infine (l'Artista?) , potremmo dire che si e' preoccupato di fornire la strategia, o meglio l'arte, per difendere tale delicato equilibrio. Tre personaggi quasi contemporanei che in un periodo di caos sociopolitico, indicarono la via per uscirne illesi.

    Mi vien da pensare che l'Occidente per riaffermare l'apollineo ha bisogno di tenere a bada il dionisiaco, ma ha perso le figure e le capacita' per farlo. Gli asceti, gli aruspici che interpretano e indicano le norme di comportamento, i Santi che solo con la loro vita fungono da esempio e autorita' dove sono? Mica si puo' essere tali restando di questo mondo, come fan quasi tutti i guru odierni (che santoni! Altro che Santi), mica ci si puo' affidare ai bignami delle religioni o dell'occulto! Ci vuole un sacrificio totale di cui nessuno e' piu' capace. E allora il dionisiaco non ha piu' interpreti e intermediari, e giunge direttamente a bussare all'uscio dell'uomo comune, sotto forma di tentazioni e di soddisfazioni immediate e a portata di mano. La chiave alla fine sta solo nella risposta che ognuno da', ma se si e' colti impreparati...i risultati son quelli che vediamo!

    Un saluto,
    Ise

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    1. Mancano i filtri culturali, sapienziali, tradizionali. Non è possibile vivere senza mediazioni simboliche o ideali. Infatti hanno ridotto l'Europa in cenere. Anche al Papa va bene così.

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    2. Oltre ai complimenti ad Alceste li faccio anche ad alcuni commentatori,Ise per esempio,interessante il parallelo con la cultura orientale.Grazie

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    3. "Mi vien da pensare che l'Occidente per riaffermare l'apollineo ha bisogno di tenere a bada il dionisiaco, ma ha perso le figure e le capacita' per farlo"

      Non le ha mai avute, figure e capacità. Almeno, non l'Occidente come è inteso oggi.
      Perché fino a un secolo fa "Occidente" coincideva con "Europa"; gli USA ne erano considerati una specie di evoluzione tumorale, metastatica.

      Del resto "Occidente" ha già in sè il solo relativo. C'è sempre qualcosa che è "più" occidentale, infatti.
      Mentre per l'Europa no, non ci poteva essere altro "più" europeo; perché Europa non è altro che "l'antico ordine del campo e del bosco" (così Wiechert, uno degli ultimi Europei).

      Ma ormai "figure e capacità" sono smarrite anche in Europa; come ieri ricordava Roberto Pecchioli, uno degli altri rarissimi amanuensi della Rete che stanno cercando di salvare almeno la memoria di ciò che fummo ("Perché la maledizione degli uomini è che essi dimenticano"):

      "La fase finale, quella che stiamo vivendo, è la distruzione di ogni valore maschile e dell’autostima, a cominciare dalla virilità, delicato ordito di rispetto di sé, onore, fortezza, capacità di decisione, desiderio di fornire protezione, trasmissione della Legge, ossia le qualità alle quali è stato da sempre indirizzato, introiettate nel tempo come ideali comportamentali e obiettivi esistenziali [...] L’essere umano ridotto all’identico, macchina desiderante, deve essere scisso da se stesso. Per l’uomo, proscrivendo l’istinto territoriale, il senso di protezione, la volontà di essere guida, motore attivo della comunità, l’orgoglio di procurare cibo e sostentamento, la responsabilità di difendere anche con la forza la vita e il benessere di moglie e figli, vigile nel pericolo, promotore, difensore e custode della Legge."

      http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/mondo-donna/7045-basta-scuse

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    4. Analisi completa quella di R. Pecchioli.
      Anche la donna purtroppo e' stata annientata. Sebbene goda di vantaggiosa 'diseguaglianza' davanti alla legge, bisogna dire che in quest'epoca ha finalmente raggiunto l'agognata uguaglianza con l'uomo rispetto al suo ruolo: due categorie di ugualmente inetti che non sanno piu' chi sono e quale scopo avere, tranne quello di distruggersi a vicenda, giocare alla guerra e allo scambio di ruolo. E non sappiamo ancora cosa ne verra' fuori dalla prossima generazione che ha avuto questi modelli.
      Un saluto,
      Ise

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  9. Henry ford fondatore Della ford un geniaccio che aveva in odio gli ebrei si e' dovuto tappare il becco altrimenti lo facevano fallire ,e comunque scrisse lo stesso "l'ebreo internzionale "libro che si puo scaricare digitando " Mauro likar l'ebreo internazionale" libro scritto piu di 100 anni fa ,e'meglio comunque di questi tempi rimanere sul vago fare I Bari come fa l'alceste altrimenti si rischia di far LA fine di digitate " raffaele di deco revisionista post" detto cariddeo lo hanno fatto arrivare solo a 36 candeline

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  10. La verita' forse non ci e' dato conoscerla o forse qualcuno ci e' arrivato ma dubito che poi sia riuscito a trasmetterla a parole.
    Io so solo che non riesco a prendere sul serio le verita' che ci vengono propinate, quelle che... e' cosi' perche' e' cosi', oppure e' cosi' perche' lo ha detto tizio e poi lo ha confermato caio. E questo dovrebbe bastare per non metterle in discussione. Forse sono queste le belle utopie... Allora ormai mi sono giocata la possibilita' di crederci!
    Comunque, visto che qua tutti fanno esperimenti su di noi senza il nostro consenso scritto, un modo per avvicinarmi alla verita' forse potrebbe essere quello di fare io stessa esperimenti su me stessa, finche' ne ho ancora la sovranita' e riesco ad essere consenziente. Credo sia questo il migliore campo di ricerca.
    Saluti,
    Ise

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    1. cara Ise,
      sono pienamente d'accordo, non fosse altro perché da anni (penso di essere molto più vecchio di te!) persevero nel provarci io stesso, con risultati a volte "spiazzanti" su chi e su ciò credevo essere "il Verbo". Tuttavia continuerò a farlo finché respiro!
      Ti riconfermo la mia stima, sempre parafrasando il Moretti di "Palombella Rossa".
      Hermannus Contractus

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    2. Caro Hermannus,
      ti ringrazio per le tue parole, ancor piu' gradite se vengono da qualcuno molto piu' anziano di me. Se nel '77 tu eri un giovane medico io invece ero nata da pochissimo!
      Da medico che sei stato, chi meglio di te puo' fare esperimenti su di se', alchemici e non! Se poi hanno avuto successo potresti divulgarli in pillole di saggezza, che qui siamo sempre alla ricerca dell'elisir di lunga e soprattutto buona vita.

      Recentemente sono stata ad una festa tradizionale di paese. C'erano delle anziane signore che incontro spesso. Di solito camminano ricurve, contratte piu' dei rami e delle radici di un ulivo secolare. Sul palco si sono esibite in alcune danze tradizionali: irriconoscibili, come dei papillon leggiadri senza eta' in quei kimono variopinti, dai movimenti delicati e aggraziati. E che resistenza! Ne ho dedotto che la tradizione fa bene allo spirito e al corpo.
      Un caro saluto,
      Ise

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  11. In principio furono le stelle e le stelle divennero dei.
    In principio fu un uomo e quell'uomo divenne dio.

    Le stelle, apparentemente immuni al tempo, vennero fatti simulacri antropomorfi sulla terra, in quel di Sumer, e divennero gli dei.
    Un uomo, apparentemente reso immune al tempo, divenne re e dio, la stella fatta carne, il faraone, in quel d'Egitto.

    Qui e' nata la nostra civilta', da questi due ineffabili semi. Tutto il resto e' fenomenologia di questa semina primordiale.

    Entrambi i principi definiscono il potere: il potere sul mondo (la natura), dei sacerdoti sui fenomeni; il potere sugli uomini (cultura), di un uomo divino (che scavalca il potere dei sacerdoti) su tutti gli uomini e sul mondo (ormai mondo culturale, ovvero pensato simbolicamente dagli uomini).

    Perdonatemi la forma apodittica, questo per me e' solo un punto di partenza non certo un punto d'arrivo, e' l'inizio della storia, della nostra storia, e' il primo tentativo di cristallizare l'entropia ad ottenere un certo successo (simbolico).

    Faccio solo notare che il faraone e' un soggetto duale, e' Horus e Osiride, il mondo diurno, “solare”, e il mondo notturno, l'oltretomba, non sono in opposizione ma complementari; di piu' la risorsa del potere di un faraone non risiede nell'astro diurno ma nin suo padre morto, divenuto Osiride:m il riscatto dell'indifferenziato entropico a principio d'ordine.

    Detto questo, quindi, non stupisce affatto l'ossessione dei “poteri” contemporanei per la morte e la dissoluzione.

    Il mio e' un invito a guardare le cose in una certa prospettiva che penso sia proficua ai fini della comprensione di quello che siamo, del tempo che ci ha plasmato nel corso dei millenni.

    Un grazie ad Alceste, per fornirci sempre nuovi stimoli, pur dicendo “sempre” la stessa cosa.

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    1. Se qualcuno che legge queste cose si sente spinto a leggere o a ricercare ... sento esaudito il mio compito.

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  12. "L'educazione militare di Manastirea mi seguirà infatti per tutta la
    vita. L'ordine, la disciplina e la gerarchia, infuse in tenera età nel
    mio sangue insieme col sentimento della dignità militare,
    formeranno un filo rosso lungo tutta la mia attività futura.
    Sempre qui sono stato abituato a parlare poco, fatto questo che
    più tardi mi porterà all'odio per le chiacchiere e lo spirito retorico.
    Qui ho imparato ad amare la trincea e a disprezzare il salotto. Le
    nozioni di scienza militare acquisite allora mi indurranno più tardi
    a giudicare tutto attraverso il prisma di questa scienza. E il culto
    del sentimento della dignità di uomo e di soldato, nel quale mi
    hanno educato gli ufficiali, mi creerà difficoltà e mi esporrà a
    sofferenze in un mondo spesso privo di onore e di senso della
    dignità."
    Citazione da "PENTRU LEGIONARI" di Corneliu Zelea Codreanu, il fondatore della Guardia di ferro romena.
    Personaggio straordinario.
    Trovate il testo in PDF. Tutto e' gia' stato detto e, da uomini come Codreanu, fatto.
    Anonimo R

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    1. Questo mi manca.
      Lessi di Codreanu in un libretto denigratorio di Furio Jesi, Cultura di destra.
      I "fascistoni" li lessi tutti: Mishima, Ford, Mussolini, Hitler ... quando ancora ero sinistrato. Su Codreanu: rimedierò.

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    2. Rirtrverai in Codreanu il culto per San Michele, per il bosco, per la stirpe e la tradizione. Ti ritroverai in Codreanu caro Alceste, e con una chiarezza inquietante. Ritroverai questo tuo scritto calato nella realta' storica di un paese minacciato dal bolscevismo interno ed esterno, e svenduto al nemico, chiese comprese, boschi compresi, tradizione compresa. Ovvero in un bivio tra vita e morte.
      Ritroverai, forse, anche il bandolo della matassa sparpagliata che e' l'oggi. E troverai anche cosa sia "la verita'". Codreanu lo scrive chiarissimamente.
      Andare sempre alla fonte: ovvio che uno come Jesi avesse in orrore uno come Codreanu. PENTRU LEGIONARI dovrebbe essere studiato a scuola come testo obbligatorio.
      Anonimo R

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  13. Digitate :" huge questions indice degli scritti " di Eric hufscmild sito in cui potete trovare qualche risposta, vedevo I vari ise hermanus ecc e' bello perche'i vostri sono gusti e pensieri totalmente opposti ai miei pero vengo lo stesso qui a beccare come un vecchio passero a fare qualche ciacola come una vecchia ciabatta di portinaia mah! A suo tempo avevo provato da Grimaldi il vetero comunista , nisba ! Tale e quale a Facebook che mi ha bannato ad eternum su YouTube invece a volte mi lasciano scorrazzare in Santa pace

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    1. Io dico la stessa cosa con parole diverse, tu con le stesse parole di sempre. Ma non ti annoi?

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  14. Comunque, da antropologo, devo dire che questa è proprio una perla:

    "Dalle rocce l’Artista scolpisce una statua o delinea una immagine imperitura, che sugge la vita da un simbolismo inesauribile; il Santo trae una legge interiore; il Sapiente la cauta elaborazione di una via tra la natura e l’uomo: dell’uomo stretto fra dionisiaco (l’indifferenziato) e apollineo (la misura). Il dionisiaco è la fonte occulta, l’apollineo la splendida menzogna che lega alla cattività il troppo, lo smisurato, la hybris. Una civiltà sana si nutre accortamente delle fonti dionisiache, le circonda di mille cautele e tabù, ne viene temporaneamente ferita, quindi si distacca e cura la ferita elaborando arte, morale, istituzione.

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  15. Ognuno ha il proprio disco rotto nella testolina mi lasci avere il mio ritornello monotono anche xche' da come siete messi c'e' da aggarapparasi anche a una carogna di cane pur di non rimanere affogati ,Celine diceva che dai 12 anni l'uomo non fa che ripetersi ,caratterialmente e' formato niente gli cambiera piu LA musichetta come una pellicola fotografica e' LA prima impressione quella che conta ,e poi quanti bipedi sanno queste sacrosante verita ' celate alla massa ,tra un po Alceste non le sapeva neanche lei ,ha presente Brazil il film I'll protagonista credo si chiamasse Martin -Alceste

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  16. Ragazzi, voglio mettere in imbarazzo Alceste. Credo che abbiamo di fronte un genio. L'estratto che ho sopra incollato da questo scritto è la definizione più perfetta di "cultura". Ne è la descrizione "verticale" e universale. Le scienze umane sono viziate di utilitarismo, questo è l'enorme problema dell'antropologia e della sociologia. La definizione classica di Tylor del 1870, o giù di lì, è una squallida sequela di manufatti e credenze, la definizione di Alceste va alla genesi, descrive un comportamento universale, un metabolismo, è rivoluzionaria, poetica. Grande stima davvero.

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  17. In questi giorni ho visto il film Troppa grazia di Gianni Zanasi,devo dire che mi è piaciuto molto e che ho avuto la sensazione che anche il regista una sbirciata a questo blog l'abbia data..chissà che le parole di Alceste non giungano anche in"alto".Fossi un politico ti leggerei con attenzione Alceste,e chissà che Salvini non abbia letto il pezzo"Grasso che cola"....in fondo si è circondato di un gruppo che sviscera internet nella ricerca di tendenze e idee.

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    1. Il grasso Salvini che mi legge ... sarebbe un onore.
      Sul film mi hai incuriosito anche se, a quanto vedo, c'è coinvolta la Rohrwacher Alba ... insomma via ...

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  18. Questa e' la tesi di Angelo Brelich, uno storico delle religioni dell scuola romana (come riportata ne "Il Politeismo" di Dario Sabbatucci) a fare da complemento a quella di Alceste, evidenziata da Adriano Dragotta:

    L’uomo si distacca dalla natura, che così diventa una alterità minacciosa;
    continua a distaccarsi e l’alterità diventa sempre più minacciosa,
    in quanto soffocante lo sviluppo culturale che coincideva col distacco.
    Allora l’uomo pone un alt al distacco e alla minaccia: trova un modo per
    svilupparsi culturalmente senza distaccarsi oltre dalla natura. “Il dinamismo
    del distacco ha ceduto all’equilibrio di una distanza fìssa” (Brelich
    1985a, p.85). E questo lo si è ottenuto oggettivando la natura in forme
    divine. La nuova distanza - la distanza tra uomo e dio -, in quanto fissata
    per sempre e dunque immutabile, permette una continua comunicazione
    con la natura, che diventa comunicazione tra gli uomini e gli dèi,
    cioè il culto. Donde deriva la stabilità del mondo arcaico politeistico: ci
    son voluti millenni per farlo crollare.

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    1. Alterità minacciosa o rimpianto'
      Per il resto posso essere d'accordo.

      PER TUTTI: "Occidente misterioso" è in download in alto a destra.

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    2. Condivido la tua obiezione... sicuramente per quelli che frequentano questo sito l'alterita' naturale e' molto piu' rimpianto che minaccia; tuttavia, nella prospettiva di coloro che "edificarono" le prime forme della nostra civilta', degli artefici, la natura doveva essere domata, e nello stesso tempo "venduta" come minacciosa ai loro sottoposti o seguaci.

      Alfred Metraux, l'antropologo marxista famoso per i sui studi sugli Incas, quando gli fu chiesto perche' avesse scelto di fare l'antropologo rispose: per la nostalgia del neolitico...
      Il suo approccio ideologico secondo ha condizionato la sua risposta; io direi invece, come molti di voi credo, di avere la nostalgia del Paleolitico. Nel neolitico l'uomo era gia' "decaduto", il framoso distacco dallam natura gia' avvenuto.

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    3. Ti ricordi l'ominide che lancia in alto un osso in 2001?
      L'osso (che serve a uccidere) si trasforma in un'astronave.
      Quell'osso è già il prodromo alla decadenza, secondo Leopardi ... la ragione, l'autocoscienza ...

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  19. Mentre Israele dichiara il Talmud legge nazionale e rifiuta il Global Compact, in Gran Bretagna le citta' sono ormai islamiche.
    Youtube
    POSEIDON
    British town without Britons
    https://youtu.be/Z7TD0Vit9z0

    ... and without Saint Michael...

    Anonimo R

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  20. Alceste, ha mai fatto analizzare il suo olio in qualche laboratorio specializzato? La raccolta di quest'anno è stata assolutamente insufficiente e l'Italia è invasa da produzioni che arrivano da ogni parte e dove; sicuramente le piccolissome raccolte sono immuni dai giri criminali che ci sono in questo campo ma quest'anno sono state attaccate dalle mosche e sono state quasi del tutto rovinate. Sapeva che il miglior olio in circolazione è cretese?

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  21. Sul problema immigrazione e denatalita' citato nel video di Poseidon avevo letto pure R. Pecchioli, e' tutto cosi' maledettamente calcolato!
    Se l' Europa e' gia' invasa, in Giappone e' stato lanciato lo stesso spauracchio denatalita' e necessita' d'immigrati. Certo girano discussioni sui giovani che non si sposano e altri fenomeni da zombi metropolitani. Pero' in citta' normali, le scuole hanno classi di almeno 30-40 bambini ciascuna, autoctoni. Pecchioli parlava dei piccoli centri italiani abbandonati dai giovani e poi divenuti deserti; in Giappone centri e zone rurali sono popolosi, con scuole cariche di bambini. Poi il fare figli e' ancora un dovere verso gli antenati. Se non c'e' il figlio maschio che porta avanti la discendenza, a volte li vedi che non si fermano finche' non arriva, tipo famiglie con tre femmine e l'ultimo maschio. La popolazione e' piu' del doppio di quella italiana su un territorio di poco piu' grande, con una densita' mostruosa. Non capisco l'urgenza di aumentarla rapidamente ancora di piu'.
    Finche' non ho sentito pronunciare la formula magica: bisogna importare immigrati altrimenti nessuno ci paghera' le pensioni!
    Ma guarda, pure la fantasia globalizzata! Le stesse soluzioni preconfezionate.
    Uno potrebbe anche dire: bisogna importare immigrati altrimenti nessuno difendera' i confini! Oppure: bisogna fare a meno delle pensioni perche’ costano troppo, lavorate fino alla fine (e questa gia' e' piu' appropriata come soluzione, visto che e' quello che fanno gia'). O anche semplicemente: bisogna fare piu’ figli!
    In un paese cosi' nazionalista e omologato, basta impartire l'ordine e tutti obbediscono. Gli facevano mangiare gli spinaci radioattivi per sollevare l'economia e non riescono a fargli fare un figlio in piu'? Morire per la patria si, ma nascere no! Poi un po' di originalita' dettata dalla diversita' culturale, diverse esigenze, e invece no, gli stessi identici spauracchi.
    Pero' loro la soluzione se la sono in parte tagliata su misura: danno la precedenza ai discendenti nikkei con certi requisiti, applicano lo ius sanguinis che applicano gli israeliani, seppure in maniera piu' blanda.

    Pecchioli diceva che per l'Italia il tollerare l'immigrazione illegale attualmente e' quasi inevitabile se si vuole mantenere lo standard di benessere. Ma perche' per forza la illegale e quindi criminale? Leggevo notizie sulla corsa ai passaporti dei discendenti italiani oriundi (legati da ius sanguinis). 300.000 in America Latina nel 2017 (80 milioni potenzialmente!), ma l'iter puo' durare anche 10 anni, e qualcuno si lamenta che non sono "abbastanza italiani", meglio uno straniero che nasce in Italia...
    Ma dai! Io direi meglio un expat africano, che un immigrato latinoamericano-italiano povero cristiano.
    Quindi cosa si fa in Italia per trovare una soluzione allo spauracchio denatalita'? Niente, succede solo che l'Italia e' invasa da una massa di illegali e ci dicono: toh, che caso, proprio ora che ci stavamo preoccupando per le pensioni, non tutti i mali vengono per nuocere.
    Come se, qualora ci fosse uno stupro di massa, qualcuno dicesse: toh, proprio ora che ci servivano piu' bambini nati in Italia, non tutto e' male quel che finisce male.
    Stati menzogneri guidati tramite remote control da criptomani psicopatici!
    Ise

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Siate gentili ...