Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

09 novembre 2018

La famiglia Addams


Roma, 9 novembre 2018

Non bisognerebbe mai dare un’occhiata alla prima pagina di “Repubblica”, sentina, ormai in via di dismissione, del mondo al contrario (in dismissione poiché sostituita da mezzi più efficaci, non perché rifiutata dalla maggioranza).
E però, lo ammetto, a volte mi piace guardare, dall’orlo del pozzo, il putrido circolo di quel liquido lutulento. Si tratta di brevi occhiate. Necessario ritrarsi quasi subito, per una semplice questione di profilassi.
La prima pagina di oggi, 9 novembre, è il consueto florilegio antitaliano, antinaturale, illogico, stupido, antiaristotelico, spudorato.
Al centro due reportage.
Una storia: 

Adottata da single gay. “Alba, la mia bimba down che mi ha reso un papà felice” 

E un’inchiesta (addirittura!): 

In fuga per un lavoro. “I nostri figli all’estero. Un dolore, ma è il loro futuro” 

Sulla storia (che non ho letto: il parapetto del pozzo è pericolante) c’è poco da dire. L’istituzione familiare deve essere dissolta, acidificata, sino a scomporla in una serie di molecole impazzite e solitarie, liberamente associabili fra loro, a piacimento, senza tetto né legge (anche se, come si accorgeranno, la socialità declinerà sempre più, sino al solipsismo e al narcisismo più deliranti). 

“Repubblica” assolve al suo compito, con solerzia ridicola; l’intelligenza e la misura della propaganda non fa per essa: le piace strafare, giorno dopo giorno, articolo dopo articolo: la normalità è da condannare, per carità: l’anormale, il freak, l’inusitato, lo scandaloso è, invece, il bene. 

Secondo Diego Fusaro è il capitalismo il vero distruttore della famiglia. Ho i miei dubbi.

In questo scorcio lisergico della storia italiana a qualcuno sembra ancora che si parli di omosessuali e di capitalismo: ci si accapiglia a favore o contro, ma qui, se proprio si vuol fare i sottili, non c’entrano né gli uni né gli altri. Un gay della propaganda non è un omosessuale così come Bill Gates non è un capitalista. Essi solo rappresentano le maschere necessarie a distruggere l’idea d'un mondo antico, ma non celebrano la nascita di qualcosa d’alternativo, anzi. Un gay che reclama la paternità è nettamente estraneo all’estetica omosessuale così come è stata distillata nei secoli; uno come Gates lo è rispetto all’e(ste)tica capitalista tanto che, come tutti i grandi oligopolisti, è immune dalla concorrenza ed eterodiretto dal potere transnazionale, come facebook google e consimile ciarpame. Assolta la loro funzione cadranno nell’oblio. Da tale punto di vista le reciproche accuse di omofobia vs omofilia o, a scelta, di populismo vs turbocapitalismo, sono zuffe polverose per galli, polli e galline: tutti destinati alla pentola.

Il capofamiglia, la moglie del capofamiglia, i figli, i nipoti, gli ascendenti diretti sono ruoli un po’ troppo definiti: renderli ridicoli, obsoleti, inutili; eliminare le relazioni naturali e storiche (il familismo amorale!); confezionare, ex novo, esclusivamente individui. La famiglia come sommatoria di individui, una non-famiglia. Tutto questo è stato perseguito a ogni costo, decennio dopo decennio, a tutti i livelli propagandistici: università, in primis, televisione, fumetti, cinema, teatro. “Una nuova società esige un nuovo tipo di famiglia”: non ricordo chi lo disse … un marxista d’antan, forse ... Sarei persino d’accordo con tale sentenza se non fosse per tale minuscolo particolare (il diavolo, infatti, si nasconde nei dettagli): quella che ci attende non è una nuova società. Un nuovo mondo, forse, a brave new world, ma non una nuova società. Non si formeranno diverse istituzioni: ci si fermerà a una immane destituzione. Sciogliere dai vincoli morali e re-ligiosi attraverso il ribaltamento valoriale di ciò che permette l’esistenza sociale: l’assenza di un fine è l’unico fine.
Dodici miliardi di molecole, perennemente in sobbollimento, che si legheranno a caso, temporaneamente, in ogni posizione, per poi rilasciarsi; l’individualità diverrà la norma benedetta, in attesa anch’essa d’una propria dissoluzione perché se vengono soppressi memoria e passato si arriva, inevitabilmente, anche allo sfascio della singola molecola individuale, dell’Io cosciente.

Il film di Nanni Loy, Il padre di famiglia (1967), già anticipava lo stato delle cose attuali. Vi si trova parecchio: il declino della monarchia e della gerarchia, le istanze libertarie (il metodo Montessori, buono a creare mocciosi dittatoriali: “La porta chiusa è un trauma per il bambino!”), gli stravolgimenti urbanistici, la donna che lavora, la donna esaurita dal doppio ruolo, il maschio allo sbando, stretto fra abiura all’autorità e concessione forzata al nuovo - così allo sbando che, alla domanda d’un operatore del censimento (“È lei il capofamiglia?”), non sa più cosa rispondere.
Erano piccole avvisaglie del naufragio, alimentato negli anni a venire, con vento da uragano, dalla paccottiglia hollywoodiana e anglosassone: Modern family, Shameless, Griffin, Sex and the city, Friends, Californication, Will & Grace, South Park … aborti, gay, matrimoni misti, adozioni un tanto al chilo, pornografia, divorzi, corna manifeste e non manifeste, fluid gender … propaganda pesante, ossessiva, ramificata … il proseguimento hard dei brillanti sovvertimenti de Il padre di famiglia nonché dell'apparentemente innocua Famiglia Addams, una sorta di Halloween familiare buono per mettere alla berlina il perbenismo bianco americano … laddove il perbenismo bianco americano era da condannare, pur garbatamente, poiché riflesso della normalità sociale …
Ricordate gli Addams? Il padre che fa saltare trenini elettrici, la moglie che taglia le rose e lascia le spine, il maggiordomo Frankenstein, il cugino peloso, la mano amputata, lo zio che accende lampadine con la bocca, la bimba psicopatica che cerca di uccidere il fratello, la sala di torture come ambiente di relax, il cibo mefitico e immangiabile, il cimitero … quante risate abbiamo fatto con la famiglia al contrario!

La famiglia, la famiglia … non serve più al potere … la famiglia è un’incubatrice di orrori! Di repressione, solitudine, incesto, ipocrisia! Quante volte l’abbiamo sentita la manfrina! … la contestazione le cantava chiare: la famiglia è il luogo in cui l’individuo riceve il battesimo del totalitarismo borghese fascista capitalista che castra la piena e riuscita sessualità in vista del sol dell’avvenire … e allora sciogliere, disunire, gabellare per libertà lo sfascio, ordire, con la bontà alla bocca, famiglie allargate,  che famiglie non sono e mai lo saranno. D’altra parte un tipo di economia nuova incombe e ci si deve acconciare: l’importante è diluire: la ricchezza, la storia, i legami … arrivare al frullato … uno contro tutti tutti contro uno, una piccola variante al grido dei moschettieri. I figli se ne vanno all’estero, mamma e papà rimangono nell’ingrata Italia, i nonni svaporano con la loro pensioncina retributiva (Maledetti! Ci hanno rovinato!), si rimane soli … ma questo è ingannevolmente adombrato dal potere come una sfida verso il futuro, come l’inevitabile e giusto pegno da pagare al futuro! Disarticolare una forza del passato per creare omarini divisi e deboli: “Repubblica”, questo, lo chiama progresso, innovazione … “Un dolore, ma è il nostro futuro” … il contrario, invece, rimanere una famiglia integra, è un gesto illogico, reazionario … ce lo assicura la mamma che scrive lettere a “Repubblica”, una vera garanzia … ce lo disse anche Mario Monti: i miei figli vanno all’estero. Sottinteso: i poltroni sfaccendati come i vostri, invece, rimangono in Italia a sperare non si sa cosa … non è colpa di Monti se i suoi, di figli, sono attivissimi, intraprendenti e di successo: Giovanni Monti, per esclusivo merito, entra a Citygroup, Morgan & Stanley, Parmalat; la figlia Federica sposa il rampollo Ambrosetti, figlio di quelli del forum di Cernobbio …

Tutti all’estero, tutti via … quella è la strada. “Il Fatto Quotidiano”, altra trappola per gonzi, ci riempie le proprie pagine con quelli che ce l’hanno fatta … in Italia prendevo seicento euro … come ingegnere idraulico … qui a Freedonia seimila … ho tanto tempo libero … mi coccolano, mi sono sposato, ho un figlio più bello dell’altro, non c’è burocrazia, ho la Porsche, ho scalato i vertici … oppure: facevo la lavapiatti, invece a Freedonia mi danno cinquemila vitto alloggio auto gratis … ho coronato il mio sogno … arredatrice di interni … foodblogger … architetta … quello che volete … qui è una pacchia … non come in Italia …

Italia delenda est … nelle province della terra più ricca del mondo devono rimanere i vecchi, i malati, i disoccupati, i disadattati, la plebaglia da calcio in TV … che poi queste storie di immigrati vincenti all’estero son tutte balle … ne ho visti ritornare a decine con le pive nel sacco … è solo la distruzione che interessa, la volontà di indebolire il nucleo storico della Patria, la famiglia, la tradizione agricola, artigianale e della piccola industria. Oserei dire: l’arte di arrangiarsi, qui, proprio in Italia, perché dove ti vuoi arrangiare se non nel posto in cui sei cresciuto e di cui conosci a menadito gli anfratti umani e psicologici? E però occorre rilanciare queste illusorie Bengodi per distrarre le forze migliori, creare insoddisfazione, dividere col miraggio della bontà, riempire le panze con i diritti civili, annientare ciò che è sempre stato, perché, lo ripeto, la tradizione italiana è un viluppo di intelligenza, grettezza e crudele voglia di vivere … lo Stellone italiano non è manna improvvisamente discesa da un cielo benigno, ma la nostra stessa essenza che, inconsapevolmente, ci fa decidere per il meglio, fra tracolli tradimenti e resurrezioni continue.
Questa resilienza, però, la vogliono logorata, scarnificata … i figli si dividono dalla terra dei padri e dai padri stessi .. la famiglia diviene una barzelletta ... atomi senza verso o direzione vengono sballottati in città infernali, un giorno eguale all’altro, privi di rimedio, sistematicamente sobillati nello scegliere il peggio per sé e scoraggiati dal preferire il meglio: la tradizione … non per amore della tradizione in sé, ma per avere una via di fuga, materiale, dalla dissoluzione ...

Colui che, proverbialmente, è reputato il più cinico degli Italiani, scrisse: “[Quando] ho potuto onorare la patria mia … l’ho fatto volentieri … E veramente colui il quale con l’animo e con le opere si fa nimico della sua patria, meritatamente si può chiamare parricida … Perché se battere il padre e la madre, per qualunque cagione, è cosa nefanda, di necessità ne seguita il lacerare la patria essere cosa nefandissima, perché da lei mai si patisce nessuna persecuzione per la quale possa meritare di essere da te ingiuriata, avendo a riconoscere da quella ogni tuo bene …”.
Un altro Italiano, De Sanctis, commentò, a proposito di tali passi: “Gl’individui senza patria, senza virtù, senza gloria sono atomi perduti …”.

Il patriottismo, la famiglia, la religione … quanto tempo perso per comprendere come tali istituzioni non potevano essere oggetto semplice e semplicistico di analisi di valore … valore stimato in base a un metro di giudizio astratto quanto alieno alle nostre consuetudini … il bene e il male non esistono se non in relazione con la vita di una cultura … il patriottismo, la famiglia e la religione, persino la repressione sessuale e i costumi più squallidi e repellenti e sciocchi costituivano, volenti o nolenti, le maglie di una armatura catafratta in grado di preservarci … è bastato deporre tale difesa per inalberare bandiera bianca in pochi anni.

Ci si sorprende a pensare che il personaggio di Gian Maria Volonté, in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (La repressione è civiltà!”) non andasse troppo lontano dal giusto. La civiltà, la nostra.

26 commenti:

  1. Alla fine di questo pezzo mi sono venute in mente due cose. Primo: ci vorrebbe il duce. Secondo: la parola "viulenza". Per combinazione trova questo video:
    https://www.youtube.com/watch?v=zzIafb7Qhe0

    Come un flusso di coscienza, tipo l'Ulisse di Joyce. Manderai mica messaggi subliminali caro Alceste?!?

    RispondiElimina
  2. Sempre più lucido, sempre più a fuoco, sempre più raffinatamente centrato. Cerco un tuo commento alle sei di mattina; sei più utile del caffè. La molecola si sente meno persa, posso solo ringraziarti.

    RispondiElimina
  3. Il caffè rimane insostituibile, alle sei di mattina è addirittura vitale.
    Cosa si potrebbe fare senza quella bevanda se non abbandonarsi alla viulenza più estrema?

    RispondiElimina
  4. Bingo Alceste! Anch'io, dal basso delle mie due famiglie rottamate sguardo di striscio ogni tanto Repubblica e sodali solo per rilevare la rotta del nemico. Ieri o ieri l'altro il "giornalista" Giannini ad una trasmissione "liberal" si e' detto "pronto a prendere le armi se questo Governo realizza i suoi programmi" (piu' o meno). Sempre piu' riscopro in me, ormai "single" e "policonsumatore", quindi perfetto prodotto da Repubblica (dell'oligarca), la tradizione, ovvero il fascismo, ma che dico, il nazismo! Il bello e' che sgorga spontaneo in me questo sentimento di ribellione totale, e non posso farci niente! Son tornato paladino della famiglia tradizionale pur essendo esemplare perfetto di quell'aborto della moderna. Forse perche' in memoria ho ancora la famiglia di origine. Quella del padre, quella del nonno. Il ciclo completo per i vincitori delle passate guerre mondiali, il GRANDE PARASSITA MIllENARIO, avverra' fra 10 anni, quando i miei figli abbozzeranno la loro di famiglia.
    Se avro' nopotini pero', giuro che gli educhero' alla mistica cristiana, fascista, nazista e samuraica! Al bello cioe'! Al vero!
    E pensare che un tempo leggevo Repubblica, ero antinazista e antifascista, adoravo la pornografia (che talvolta e birichinamente ancora frequento, pur nel dolor della scomparsa di modelle/i naturali, dotati di pelo e curve naturali).
    Qualcosa e' nato: un minotauro credo. Io! Meglio questo che il nulla!
    Un vecchi nazista diventero'! Eccitante!
    Ti mandero' la foto (di nuca) del mio dipendente, col codice a barre tatuato appunto sulla nuca.
    Separato, una figlia che non vefe, la ex moglie che (anche a lui) ha fatto una falsa accusa per inesistente stalking (in questo caso). Quindi polizia, giudici ecc. Due sabati fa capita in ufficio e mi dice che lo devo aiutare: la sua fidanzata che vive in Africa (grandissimo pezzo di Ubalda, tra l'altro bianca), che non ha mai visto di persona (e che quindi non ha mai scopato) vuole convolare con lui a nozze in Italia, ma deve portare qui la sua dote: 15 kg. di oro puro! Eredita' di papi... Gli ho promesso 100 scariche di bastone sul groppone! Mi ha risposto: "grazie, questo volevo sentire!".
    Ad majora!
    Anonimo R

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Anonimo R,
      dovresti dire dall'ALTO delle famiglie rottamate visto che sei comunque sopravvissuto. Purtroppo a volte per capire certe cose bisogna sbatterci la testa, passare per la loro negazione. Al di la' del risultato che ne viene fuori, se se ne esce integri e non zombizzati e' gia' un successo. Poi il tempo e' sempre galantuomo con tutti.
      Anche noi in casa abbiamo avuto la nostra guerra dei Roses, naturalmente scatenata da me, da brava donna in carriera per soddisfare le richieste del nulla. Ci e' mancato solo il salto sul lampadario dei Roses e anche il mio matrimonio sarebbe morto. Ma avendo fatto tutto in privato, in modo artigianale fai-da-te, senza scomodare avvocati, tribunali o accuse polcor all'ultima moda, abbiamo potuto risalire il loop discendente senza restare intrappolati in certe bassezze paludose.
      Pure io ero antinonsoche, se non altro per ignoranza, poiche' tutto cio' che era fascista era taboo a casa mia, a parte le cose negative. Sono ancora ignorante in materia, so solo che i ponti che si costruirono allora ancora reggono, non si sbriciolano sotto la pioggia haha! E ora ho questo fastidioso tic al braccio destro in stile dott. Stranamore. Ma me lo tengo per me, perche' han cominciato ad evocare il fascismo/antifascismo come un mantra, stanno preparando il terreno per il loro fascismo totalitario (chiamato antifascismo), sembra che non vedino l'ora di reprimere la violenza neofascista per instaurare il loro zionfascismo. Al cospetto di cio', il mio saluto sara' con l'alzata di un solo dito anziche' tutto il braccio e la mano.
      Buona domenica,
      Ise

      Elimina
  5. Eccellente post, Alceste.
    Come dice il prof. Galimberti "tutti i valori sono stati distrutti ma non sono stati sostitutiti con altri. E'l'era del nichilismo"(e non finirà..).
    Soppravvivendo senza scopo e senza senso, mentre attendo l'arrivo di Thanatos mi distraggo con gli interpreti artistici del nichilismo contemporanei

    https://www.youtube.com/watch?v=Q344Zgh_btE&list=RDMgavgIS00sk&index=3
    (é utile anche per imparare la lingua di Goethe).

    Cordialmente
    Federico

    RispondiElimina
  6. A chi lo dici! Senza questa sublime bevanda non avrei potuto fronteggiare 40 anni di vita ospedaliera, scambiando i giorni con le notti. Ancora adesso, da libero professionista, non riesco a dormire oltre le 5 del mattino e come prima cosa mi faccio una Bialetti da 3 tazze e accendo il PC! A proposito di De Sanctis: per il mio professore di latino e greco al liceo era Dio in terra!
    Saluti da Hermannus Contractus

    RispondiElimina
  7. Anch'io compravo Repubblica ... per il Venerdì di Repubblica!
    Bisogna stare attenti: sono radioattivi ...
    Rammstein buoni, ma il vero nichilista è lui:

    https://www.youtube.com/watch?v=uhqScXW48OQ

    Hermannus, ma quando vai in pensione?

    RispondiElimina
  8. Caro Alceste, sono già in pensione da diversi anni come ex-ospedaliero, ma continuo ad esercitare liberamente la mia professione, per la quale mi occorrono solo una buona esperienza ed un buon cervello e, fortunatamente, l'Alzheimer mi pare ancora lontano (anche se fisicamente mi sono "contractus" come il Beato di Reichenau mio omonimo!). Anch'io compro Repubblica ma solo il Venerdì e nessun altro quotidiano o periodico, dopo un breve periodo de "Il Fatto", che alla fine mi ha nauseato anche lui. Grazie per il link! Non conoscevo De Jong ma amo molto la musica, sinfonica e lirica soprattutto, e non so perché, ma questa mi ha fatto venire in mente i Carmina Burana. Vale!
    Hermannus Contractus

    RispondiElimina
  9. Se si vuole vedere l'abisso da un posto privilegiato consiglio il sito di Vice.
    Divertente anche perché pieno di contraddizioni grazie al fatto che i giornalisti sono giovincelli non dei sgamati come quelli di Repubblica

    RispondiElimina
  10. D'accordo su tutto e soprattutto sugli expat.



    RispondiElimina
  11. Gnaw their Tongues fuori classifica! Bel fendente Alceste.
    R

    RispondiElimina
  12. Se poi ci si arma di coraggio e si scendono gli ultimi gradini del nichilismo musicale si arriva a questo:

    https://www.youtube.com/watch?v=UO8kPEtXw5M

    RispondiElimina
  13. Pero' quanto a nichilismo nessuno lo batte...

    https://youtu.be/CpF-KUiWyJk

    Anonimo R

    RispondiElimina
  14. Non male i Ramstein, ma se si vuole oltrepassare l'oblio...

    https://youtu.be/Glyi-XBJKb0

    Anonimo R

    RispondiElimina
  15. Caro Alceste,

    questo post dovrebbe restare sempre in prima pagina, come memento per i posteri, o meglio per i giovani italiani.
    La propaganda per far emigrare e' davvero fantasiosa, sin dal titolo 'cervelli in fuga', che ti fa credere di essere una mente sopraffina a cui altri paesi e culture si debbono inchinare...e invece, nella maggior parte dei casi, sei il solito cippalippa per loro. Da sfruttare finche' ce n'e' bisogno, come accade in qualsiasi parte del mondo. In fuga per un lavoro. Ma in fuga da cosa se lo son chiesto? Dagli anti-italiani come loro? E poi questo termine cosi' cool, gli expat, ex tutto e neo nulla. L'ipocrisia della parola per edulcorare il termine di immigrato. Perche’ non chiamarli rom, nomadi, senza patria ne’ pater, orfani e adottati in maniera multipla da altre molecole impazzite, che reclamano la paternita’ per sentirsi tanto buoni e moderni e avanzati. Detto da una rom di origine italiana :)
    Ise

    RispondiElimina
  16. come sono bravi questi "masterizzati da erasmussen" a fare i lavapiatti a Londra con tanto di masterlauree ! Imparasssero a fare gli Idraulici qui da Noi, che servono e non si trovano...L'Italia ci strillò: non passa lo stranieeero !

    RispondiElimina
  17. Per Ise: Gli expat (termine orrendo lo ammetto) sono diversi dagli emigranti: sono i nuovi emigranti, emigrano non per fame ma per ambizioni, oppure fuggono dalla mentalità che descrive Blondet nel suo articolo "Siamo così furbi da essere stupidi" in cui inquadra un macro-problema italiano. Un unico appunto mi sento di fare a Blondet: certi problemi al sud sono più evidenti e radicati perché al sud si amplifica tutto, sono più italiani, nel bene e nel male...lui, da nordico, sembra confondere la nuova idiozia dei ragazzetti in discoteca con alcuni tratti atavici comuni più o meno a tutti e derivanti da attitudini più profonde. A parte questo, il problema è reale. Arrivi all'estero e ti rode...tanto. Ti rode perché capisci che non ci vorrebbe nulla a far funzionare l'Italia...meno malafede e più interesse comune, queste sono due parole, ma valle ad attuare...Anche perché dentro di te sai benissimo che quella non è la tua terra. Sarai sempre straniero, anche se ti senti a casa. Emigranti per bisogno in una certa misura ce ne sono anche oggi, anche fra i cervelli, ma di quelli se ne parla pochino, non sono "belli". E sono apertamente tristi, a differenza degli expat, spesso "felici". Però hanno in comune con gli expat la solitudine, immensa, cosa che i nostri vecchi emigranti, che spesso portavano, o perlomeno ambivano a portarsi appresso tutte le famiglie, non avevano. Gli expat vivono in un mondo a parte, spesso parlano solo l'inglese e frequentano solo altri come loro. In questo modo non vedono la loro identità, che viene fuori prepotentemente quando ti confronti con un tessuto sociale locale vero. Frequentano, e lavorano anche spesso, in non-luoghi: multinazionali startup pubbetti barbieri con motociclette dentro...inquinano le capitali europee alla ricerca dei non-luoghi a loro adatti, e hanno una mentalità distorta aiutata da articoli come quelli citati da Alceste. Ma il più delle volte la loro situazione è drammatica...
    Di Rom ne conosco. Possono girare il mondo in lungo e in largo ma non abbandoneranno mai la famiglia, è rarissimo.

    RispondiElimina
  18. http://unmondoimpossibile.blogspot.com/2018/02/lultimo-rifugio-dei-farabutti-la.html?m=1

    L'ultimo rifugio dei farabutti. La giornata della memoria e la canaglia antifascista di Marcello Veneziani e Costanzo Preve sulla Sinistra Politicamente Corretta

    A proposito di antifascismo in assenza di fascismo e sul nichilismo vero. Articolo molto interessante. Blog interessantissimo.

    Unmondoimpossibile.blogspot.com

    Anonimo R

    RispondiElimina
  19. "Sentite, Stavroghin: livellare le montagne è un'idea buona, non ridicola. Io sono per Sigaliov! La cultura non serve, basta con la scienza! Anche senza scienza c'è materiale per mille anni, ma bisogna che la disciplina si organizzi. Nel mondo manca una cosa sola: la disciplina. La sete di cultura è già una sete aristocratica. Non appena compaia la famiglia o l'amore, ecco il desiderio della proprietà. Questo desiderio noi lo stermineremo: lanceremo l'ubriachezza, il pettegolezzo, la delazione; lanceremo una dissolutezza inaudita; soffocheremo i geni in culla. Ridurremo tutto a un denominatore comune: l'assoluta eguaglianza. "Abbiamo imparato un mestiere, siamo gente onesta: non ci occorre altro": ecco una risposta data di recente dagli operai inglesi. E' indispensabile soltanto l'indispensabile: ecco da ora in poi, il motto del globo terrestre. Ma occorre anche una conclusione; e a questo penseremo noialtri dirigenti. Gli schiavi devono aver dei dirigenti. Assoluta disciplina, assoluta impersonalità, ma una volta ogni trent'anni Sigaliov scatena anche una convulsione, e a un tratto tutti cominciano a mangiarsi a vicenda, fino a un certo punto, unicamente per evitare la noia. La noia è una sensazione aristocratica. Nello sigaliovismo non ci saranno desideri. I desideri e le sofferenze sono per noi: per gli schiavi c'è lo sigaliovismo."

    "Ve l’ho già detto: noi penetreremo proprio nel popolo. Sapete che già ora siamo terribilmente forti! I nostri non sono soltanto quelli che sgozzano e bruciano, che fanno colpi classici o mordono […] Sentite, li ho contati tutti: il maestro che si burla coi bambini del loro Dio e della loro culla, è già nostro. L’avvocato che difende l’omicida istruito, dicendo che egli è più evoluto delle sue vittime e che, per procacciarsi del denaro, non poteva non uccidere, è già nostro. Gli studenti che uccidono un contadino per provare una sensazione son già nostri. I giurati che assolvono tutti i delinquenti sono nostri. Il procuratore che trema in tribunale di non essere abbastanza liberale è nostro, nostro. […] Ma una generazione o due di corruzione sono ora necessarie; d’una corruzione inaudita, volgare; tale che l’uomo si trasformi in un rettile abietto, vile, crudele, egoista, ecco che cosa occorre!"

    Fëdor Dostoevskij, I demoni

    RispondiElimina
  20. Super stoccata Giuseppe!
    Anonimo R

    RispondiElimina
  21. Caro Sitka,
    hai fatto una buona analisi della situazione dei cervelli in fuga. Deduco che anche tu sei o sei stato tale, comunque lo si voglia definire.​
    Le tue due parole potrebbero da sole essere gia' una buona ricetta, piu' interesse comune lo fanno le persone di buona volonta', che ormai ​scarseggiano a differenza dei furbi che ne sono l'antitesi e scoraggiano la buona volonta' degli altri.
    Sarai sempre straniero, ti senti sempre ospite, per quanto gradito, non e' mai come poterti stravaccare sul divano di casa tua. Ma guarda, a me stava pure bene, essere rom-ita e tornare a casa una tantum, non inficia la mia identita' e serenita' (avendo rifiutato quel mondo a parte e non-luogo di cui parli) ma ora si sta annientando la patria, l'Italia e il sentirsi a casa: la peggio solitudine si prova a casa non potendoci piu' identificare con quel che vediamo intorno. Gli expat 'felici' (sui tabloid) di solito attribuiscono questa felicita' al fatto che fuori Italia si sono potuti realizzare, e di solito equiparano il realizzarsi col fatto che a parita' di tipo di lavoro, fuori Italia guadagnano molto di piu'. I soldi insomma sembrano essere il solo-solito metro di misura. Nessuno parla dei sacrifici, del prezzo vero (non in denaro) da pagare, forse perche' ancora non gli e' stato presentato il conto.
    Un'ultima nota e chiudo, anche perche' ci sarebbe troppo da dire: negli ultimi tempi gli italiani che ho incontrato, immigrati di recente, mi dicono che non vogliono avere piu' nulla a che fare con l'Italia, la disprezzano e non ne hanno nostalgia. Non e' un bello spettacolo, comprensibilissimo ci mancherebbe, ma non credo sia salutare a lungo termine, anche solo per quello che trasmettono ai figli.
    Saluti,
    Ise

    RispondiElimina
  22. Per quanto poco ti abbia dato, alla patria non va mai sputato addosso: questi italiani emigrati all'estero per fare i baristi (se gli va bene) e che dicono queste cose sulla loro Patria cara Ise, non valgono il testicolo di moscone carnario! In Italia, soprattutto adesso, c'e' bisogno di uomini che abbiano voglia (e palle) di imparare un mestiere: saldatore, carpentiere, idraulico, falegname ecc., per esempio! Con umilta' e voglia di rimboccarsi le maniche! Cosa che avevano i nostri padri! E magari portare avanti un progetto di conquista di mercati esteri entrando in aziende con gli attributi oppure col sogno di fondarle o di rilevarle, nonostante tutto, ovvero di riconquista della propria Italia e di ripopolazione! Nella Siria attaccata dagli ipocriti parassiti che succhiano il sangue dell'umanita' (compreso il nostro), molti giovani codardi sono fuggiti! Molti pero' sono rimasti e in tanti hanno perso la vita per difendere la loro patria da un nemico bestiale! Pare che stiano vincendo! Quegli italiani che tu citi sono uguali ai giovani siriani rifugiati sotto le chiappe di frau Merkel, e che ripagheranno i tedeschi con la sola moneta con cui i vigliacchi sanno ripagare! A sto punto, meglio un africano o un romeno con le palle, che un italiano senza! Gli uomini veri conquistano le donne e la terra! Oggi siamo tornati, ironia della tecnologia e andirivieni della storia, indietro nel tempo in un mondo post-arcaico (ritorno al passato?) dove il coraggio, la forza, l'astuzia, la resistenza, la ferocia, faranno la differenza tra chi si riprodurra' ed avra' il suo "pezzo di terra" e chi invece soccombera'! E non e' facendo una prosopopea sui "diritti" di noi italiani, oppure un piagnisteo su come questa nazione infestata e diretta da massoni ci tratta o, peggio, attuare una difesa con filo spinato anche ideologico dei confini, per esempio del Po, che vinceremo! Nessun esercito ha mai vinto una guerra stando in difesa e con soldati piagnoni, codardi, inetti o disertori! Al diavolo gli italiani stupidi e vigliacchi! E ovviamente e soprattutto, gli infami traditori! L'italia e' terra di conquista? Beh, allora lo e' anche per gli italiani!
    Ad majora!
    Anonimo R

    RispondiElimina
  23. Da "Il conformista"
    G. Gaber
    (Il radical chic, l'intellettuale di sinistra, l'europeista, l'antifarazzista, l'italiano emigrato progressista, il libertario noborder meglio noitalians ecc...)
    "...
    Io sono un uomo nuovo
    e con le donne c'ho un rapporto straordinario 
    sono femminista 
    son disponibile e ottimista europeista.

    Non alzo mai la voce sono pacifista
    ero marxista-leninista
    e dopo un po' non so perché mi son trovato 
    cattocomunista.

    Il conformista
    non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone il conformista 
    areostato evoluto che è gonfiato dall'informazione
    è il risultato di una specie
    che vola sempre a bassa quota in superficie.

    Poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato 
    vive e questo già gli basta
    e devo dire che oramai
    somiglia molto a tutti noi il conformista
    il conformista.

    Io sono un uomo nuovo
    talmente nuovo che si vede a prima vista 
    sono il nuovo conformista."

    https://youtu.be/GT3ne_HbVqc

    Anonimo R

    RispondiElimina
  24. Caro Anonimo R,
    credo che anche quegli italiani che ora sputano addosso alla patria presto o tardi si ravvederanno. L'odio e l'amore sono due facce della stessa medaglia.
    Solo l'ignavia e la zombitudine possono rendere immuni dal richiamo delle radici, che si viva nel proprio paese o meno. Io ho un rispetto religioso per i miei antenati, italiani, persone ai miei occhi eccezionali, e non potrei mai rinnegare la loro eredita' e la terra da cui proveniamo. Come disse un amico, non mi vergogno di essere italiano, al massimo mi vergogno che altri lo siano. La conquista e' su tutti i fronti, anche riconquista dei propri pensieri, desideri e valori, opposti alle verita' fittizie che cercano di inculcare ovunque.
    Saluti,
    Ise

    RispondiElimina
  25. Vado OT, ma ho letto l'articolo su unmondoimpossibile, e dice bene quel che penso! L'antifascismo oggi e' un mezzo usato da chi manca di onesta' intellettuale per mettere a tacere chi vorrebbe chiarezza su certe vicende. La stessa cosa vale per l'antisemitismo, l'omofobia, l'antirazzismo. Sono tutti alibi di vigliacchi in malafede per zittire chi si fa domande legittime ed anche per creare quei nemici che in realta' non esistono, o non esisterebbero se ci fosse un dialogo vero basato sull'onesta'.
    Essere anti-qualcosa per rafforzare quel qualcosa e loro stessi che sono i veri razzisti, fascisti, omofobi. Preve dice che sono pappagalli del sistema, che difendono una rendita di posizione, e che e' inutile ragionarci.
    In effetti non vogliono il ragionamento ma solo la ragione in virtu' della posizione ereditata dalla storia deviata dei vincitori. Sono lobby trasversali di destra e sinistra, oriente e occidente, che hanno un potere enorme senza meritarlo.
    E noi poveri idioti dobbiamo stare attenti a come parliamo, iniziare sempre un discorso con 'non sono razzista, mio fratello e' nero abbronzato, pero'...mio cugggino e' gay, pero'...abbasso l'olocausto, pero'..!' Una roba umiliante. Oppure dobbiamo aggrapparci a quei pochi rappresentanti di tali categorie che hanno ancora il senso dell'onore e denunciano l'inganno: il nero che parla dell'invasione africana, il gay che e' contro le istanze lgbt, l'ebreo che denuncia i crimini d'Israele. Almeno loro non possono essere accusati (ma chissa': il nero razzista, il gay omofobo, il semita antisemita, doppia punizione per i doppiamente traditori!). Pensa che perversione! Dunque ragionarci non serve per annientarli, la violenza secondo me li rafforza, come si fa allora a liberarsi di questa feccia? Inoltre, farlo senza dover per forza rientrare in una categoria del passato come la razzista fascista con tutto il fardello di pregiudizi e fallimenti? A volte mi chiedo se il trucchetto delle tre scimmie sagge non vedo-non sento-non parlo possa essere il mezzo piu efficace per far smaterializzare questa piaga. Vivere facendo finta che non esistano li fara' sparire?
    Ise

    RispondiElimina

Siate gentili ...