Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

17 marzo 2021

Dr. Knock o Il trionfo della medicina

Unreal City, 17 marzo 2021

Da Wikipedia: “Nello sperduto paesino di Saint-Maurice il dottor Parpalaid, medico condotto del villaggio … offre il suo posto a un dottore poco più che quarantenne, tale Knock. Durante il colloquio tra i due, Knock si informa sulla tipologia dei pazienti di Parpalaid e scopre … che a Saint-Maurice la maggior parte delle persone gode di ottima salute. Appena arrivato al paese fa così annunciare che si rende disponibile per consultazioni gratuite il lunedì. Consultazioni che si rivelano essere ben presto fruttuose: Knock è abilissimo nell'insinuare nel suo interlocutore l'idea di essere in realtà ammalato e di aver bisogno del suo aiuto. Riesce a instaurare per tutti una terapia di lungo corso, facendo affari col farmacista del paese Mousquet e trasformando il municipio in una clinica. I malati vengono anche dalle contrade vicine, nonostante le cifre che Knock è arrivato a chiedere. Parpalaid, venuto a sapere dei movimenti di pecunia a Saint-Maurice, torna da Knock tre mesi dopo, tentando di riottenere il suo vecchio posto, ma la forza oratoria di Knock convince lo stesso Parpalaid di essere ammalato, ottenendo di farsi curare”.
L’operina teatrale di Jules Romains, del 1923, ebbe numerose trasposizioni cinematografiche. La più nota è quella del 1951, con Louis Jouvet, regia di Guy Lefranc.
Mi sorprendo a pensare: il mondo cambia vorticosamente, ma il valore assoluto nei rapporti di potere è sempre il medesimo. La paura nel villaggio, il medicine man, il totem, l’amuleto: cambiato qualcosa? Forse sì: prima “l’uomo della medicina”, una volta assicurata la propria bistecca, svolgeva una funzione sociale, a preservare la comunità; oggi vuole andarsene ai Caraibi coi soldi dei micchi.
 
Come volevasi dimostrare: la perdita del senso logico degli Italiani (e degli Europei) ha prodotto almeno due generazioni di cretini 2.0. La disfatta cui stiamo assistendo in questo ultimo anno trova la propria radice occulta nella lenta sparizione della scuola e del mondo popolare, quello più conservatore, capace di trattenere in sé buon senso e il disincanto della per-fidia (nel senso che, rispetto al potere, il popolicchio chinava la testa, vinto, ma rimaneva assai restio a con-vincersi, tanto da elaborare una strategia sotterranea di resistenza e boicottaggio: anche questa è cultura). Al nesso di causa-effetto e all’evidenza, fondamentali nel principiare qualsiasi costruzione filosofica umana e solare, non viene più riconosciuta una stringente coercizione. Si naviga a caso, senza meta e rotta, affidando il destino di sé stessi, dei propri cari e del Paese a ciarlatani d’ignobile estrazione. La conoscenza, intesa quale capacità di ordinare sensatamente presente e futuro, è stata delittuosamente frantumata in una serie di attimi sconnessi fra loro. L’Italiano vive in un mondo che sembra partorito da un folle empirista inglese per cui il subitaneo deperimento e la morte seguita a un vaccino non ha la minima correlazione col vaccino stesso. Citandomi: “Il cretino 2.0 ha finalmente abolito il nesso di causalità. Se vede il fumo non inferisce il fuoco, a meno che glielo annunci il telegiornale o un conoscente cretin-autorevole. Per lui una colonna di fumo può arrivare a significare tutto tranne l'incendio. Di solito quando il cretino 2.0 si ritrova coi piedi bruciati, dà la colpa al destino cinico e baro”.
 
In un altro post posi a metafora di questo disastro, forse immedicabile, "la persistenza della visione". Se osservo un cavallo in movimento, a esempio, l'attimo appena trascorso “persiste” nella retina anche quando non è più fisicamente attuale; e quest'ultimo viene agganciato all’attimo ora presente, e così via, tanto da costituire un film progressivo, dotato di intrinseca continuità. Ne consegue una logica nell’osservazione del cavallo davanti a noi; in tal caso posso dire: ecco un cavallo al galoppo! Ma se tale fenomeno di persistenza non si verificasse? Avremmo una serie di frante immagini, sconnesse fra loro. Quel cavallo si squadernerebbe in migliaia di cavalli, tutti diversi tra loro; scambierei il grande Ribot che avanza verso la vittoria in un gran premio ippico per una disordinata mandria di animali in fuga. E ciò vale per un atto banale della vita quotidiano. Riflettiamo, invece, su una più vasta scala: cosa accadrebbe se la persistenza della visione mancasse nell’elaborazione storica di ciò che siamo stati? Se, insomma, la successione degli eventi storici fosse sminuzzata in una serie di fatterelli senza una logica interna ed evidente? 
Purtroppo è proprio questo ciò che accade e che viene incoraggiato. Sempre più il passato sbiadisce, ci appare irrilevante per la nostra esistenza. Le vestigia si consumano, disapparendo con accelerazioni di potenza inusitata; i cretini 2.0, impassibili, infieriscono (il mantra del “latino non serve”) prospettando un futuro di tecnici, ovviamente cretini. Si realizza ciò che Giacomo Leopardi temeva: un’umanità priva del colpo d’occhio, del volo d’aquila, relegata a spaccare il capello in quattro del singolo fatto, in sé stupido; un’umanità efficiente quanto rincretinita, senza genio, senza sostanza, priva di umanità. Leopardi , in un celebre luogo, addebitava ciò ai Tedeschi ("[Quando un Tedesco filosofa] ardisco dire ch'egli ordinariamente delira"), ma io ritrovo tale attitudine soprattutto nell’Inglese postscespiriano, liberatosi infine della tradizione cristiana, di Aristotele e della visione comune europea. Liberarsi dal passato e del passato rende più efficaci, predisponendo agli Imperi, ma alla lunga schianta un popolo e i colonizzati; che tale contagio dell’efficacia e dell’utilitarismo abbia incancrenito anche i Latini è uno spettacolo di rara inverecondia. I vati italiani della DAD, delle lauree STEM a ogni costo, confondono la tecnica con la scienza; ciò che prefigurano è un Italiano malaticcio, rachitico, meschino, chiuso in sé stesso, gonfio dell’arroganza che gli dona la padronanza di un minuscolo settore della conoscenza; e profondamente ignorante dei legami con la grandezza che gli appartiene di diritto, in quanto Italiano, ma ch'egli disprezza. Questa gente gira come una trottola autistica di programma in programma, cianotica, asfittica; una supponenza da clorosi ne impallidisce la sapienza, ridotta a manfrina del potere. Sono carnefici, spesso inconsapevoli, decolorati, sterili: la ricchezza non gli appartiene, come l’entusiasmo, la passione, la meraviglia - i sentimenti profondi dettati dal colpo d’occhio sulla storia umana, commovente e contrastante groviglio di libidini, ascese ireniche, ansie di sangue: ma quanto ricca, quanto ricca!
 
Parla un tale dei 5S, viceministro, a difesa delle vaccinazioni. Solo a vederlo in faccia ho la sensazione che Cesare Lombroso mi tiri per la giacca.
 
I controinformatori sottovalutano sempre una cosa: che siano ridicola minoranza. Alla maggioranza, per tacere della totalità, la distruzione, la disfatta, l'umiliazione ... tutto questo piace. Occorre intendersi: anche al suicida piace la bocca della pistola ... è un godimento subdolo, irrefrenabile, dai tratti orgiastici, travolgente ... l'uomo in declino sceglie sempre il peggio, sino all'autodistruzione. L'unica soluzione è compattare i migliori, i testimoni. E pregare. Poiché noi, già da ora, siamo leggenda; gli altri, gli zombie, normalità.
 
Inutile stare ad accapigliarsi su ogni singola morte da vaccino. Non è questa la strada, si perde tempo. È la logica sotterranea degli eventi che deve muovere gli atti: Physis kryptesthai philei, la natura ama nascondersi: la natura, l’origine di ciò che accade.
Il Programma della Monarchia va avanti a vele spiegate: tutte le fiammelle accese nelle decadi passati divampano nell'incendio. La semina reclama il raccolto. Le mode più idiote del Sessantotto, dal vegetarianesimo al pacifismo, dalla negritudine delle Black Panther alla poltiglia religiosa orientaleggiante, dall’immaginazione (uterina) al potere alla descolarizzazione in nome dell’antinozionismo, dal femminismo contro il patriarcato tossico (col dito, col dito!) all’omosessualismo glam, sono state usate dapprima come grimaldello contro ciò che residuava dell’Antico Ordine, già logorato da secoli di lavorìo da ratti, e quindi sublimate a modelli per l’Homo Novus - altrimenti detto Homunculus o, nella declinazione dell'esemplare più giovane, Neutrino o Tecnopuero. Di qui il profluvio di ciò che ci aspetta: hamburger senza carne, quote rosa al 100%, abolizione della scuola, abolizione delle prigioni, ascesa del pansessualismo polimorfo (che sfocerà nell’astenia sessuale), legalizzazione delle droghe. I più attivi in Italia, ricordiamolo, furono i Radicali, discendenti ideologici dei Fabiani il cui simbolo fu un lupo rivestito di pelle d’agnello (il destino dell’agnello, scorticato a tempo debito, era, è e sarà ampiamente sconosciuto).
 
Per aspera ad astrazeneca, da nessuna correlazione alla piena correlazione, voglio fare un minuscolo esempio del  futuro che si nasconde sotto le pieghe di questa apocalisse inventata di sana pianta (Physis kryptesthai philei):
in caso di smartworking si trasferiscono (nel proprio domicilio o nel luogo eletto a tal uopo) i diritti del lavoro in presenza: pertanto il diritto al congedo di maternità è traslato al lavoro agile; due mesi prima e tre dopo il parto (2+3) con la possibilità, previo certificato medico SSN o convenzionato, di rendere flessibili tali periodi grazie al ricorso della formula “1+4” o, addirittura, ultima sospetta trovata dell'anno scorso, “0+5”.
Fin qui quasi tutto bene.
Peccato che il coccodè, con l'uovo che risale prontamente nel culo della gallina, sia dietro l'angolo. Una delle tante carnefici che cianciano di diritti rosa e patriarcato tossico è stata sorpresa a ca-cantare: "Sulla maternità ... la normativa di oggi non tiene conto del lavoro agile che, ovviamente su precisa scelta della lavoratrice, potrebbe continuare fino a poco prima del parto, consentendo di allungare successivamente la presenza in casa vicino al bambino, in una innovativa integrazione tra congedo e lavoro smart". Posso agilmente tradurre? Lavorerete sinché il pargolo non si farà strada fra le vostre pudenda a mani nude: siete a casa, no, mica in miniera ... per quanto riguarda il dopo siate meno esigenti, suvvia ... con lo smart working ve ne state al calduccio, fra tisane e chat line, che volete di più ... niente strapazzi o faticosi spostamenti verso il luogo di lavoro ... fine del sexual harassment in the workplace ... delle mani morte, delle riunioni estenuanti col tacco XII ... anzi, tacco 12 ... assegni e agevolazioni, retaggio d'un passato maschilista e paternalista che amiamo disprezzare, caleranno di conseguenza ... per equità ... equità rosa confetto, ovviamente ...
 
Il dottor Leo Kanner, ucraino in fuga dall’Impero Austriaco, di ascendenze  ebraiche, osserva il proprio cucciolotto, il bimbo Donald Triplett, Case 1 nella diagnosi dell’autismo. Kanner annota: “è più felice quando è lasciato solo”, “disegna in un guscio e vive dentro di sé” e “ignora le cose che lo circondano”. Un imbecille dalle sospette ascendenze crucche e l’innato senso, tutto ebraico, nel capovolgere il corso naturale delle cose, definisce universalmente la malattia del secolo. E poi? Dopo il compito dell'ideologo PolCor il compito immane del lavoro sul campo: rendere autistica l’intera umanità! Detto fatto. Il malatino, The Donald, è ancora vivo e vegeto; il poveretto - una delle tante mirabili sfumature della personalità umana - fu solo utilizzato come cavia per inventarsi una diagnosi; diagnosi che servì egregiamente il Potere come modello nell’ammalorare i restanti miliardi.
 
Da sempre il matto, la strega e la Pizia, il femminiello, l'androgino, il ribelle e il genio, sono tra noi. La reazione del villaggio nei loro riguardi fu sempre la stessa: divisione e tolleranza. Il diverso va tollerato poiché figlio di Dio, ma escluso, con ostracismo deciso, dalla vita comunitaria, tanto più sicura quanto più ordinaria. A tale discriminazione sovraintendono l'Artista, il Santo e il Sapiente: solo loro son degni di indagare o lasciar filtrare cautelosamente particole del mondo capovolto del Diverso. A tale prezzo la convivenza è lecita. Solo quando la diversità reclama l'imperio è doveroso scatenare i pogrom più sanguinosi.
 
Per l’ennesima volta tengo a precisare: il femminismo, l’ecologismo, l’antirazzismo se ne impipano altamente delle donne, della natura, dei negri.
 
Nella nuova versione di Dr. Knock il protagonista è Omar Sy, un  negro. Nel mondo al contrario, alla Sovversione Progressista occorrerebbe ribattere con una Reazione spietata quanto intelligente: ma chi ne è più capace? Alla versione corretta e insulsa (ciò pare sempre inevitabile) consiglio, invece, quella del 1967, per la regia di Vittorio Cottafavi. Knock è Alberto Lionello: occhiali da Doctor Strangelove e la massima capitale del 2021 sulla punta della lingua: "I sani sono malati senza saperlo".
 
In tempi calamitosi (per i coglioni) l’onomastica si prende beffe dei coglioni stessi, turlupinati dal potere come gli pare e piace.
Ministro della Salute è un macilento e strabico omarino chiamato Speranza.
Quale Commissario Straordinario per L’Emergenza Covid abbiamo, invece, il Generale Francesco Paolo Figliuolo: a sprigionare quel paternalismo ottocentesco a cui ogni Italiano rimane ancora sensibile: “Vede, figliuolo, è per il suo bene …”.
In Inghilterra le femministe inscenano il solito baccano per protestare contro l’omicidio di Sarah Everard da parte di un agente scelto: a capo di Scotland Yard, però, non c’è né il misogino Sherlock Holmes né lo sciupafemmine James Bond bensì una donna, apertamente lesbica: il nome? Cressida Dick.
Uno spettacolo grandioso ove coincidenza e premeditazione si inseguono l’un l’altra alimentate dai cachinni di Azothoth, Imperatore cieco e idiota di un universo caotico e insensato - Azathoth, il nuovo Dio da adorare: “Colui che brancica goffo e gorgogliante cullato da danzatori ottusi e amorfi al monotono lamento d’un sottile flauto demoniaco stretto da mani mostruose”.
Caro, debordante, Lovecraft …

Non esageravo quando scrissi le divagazioni su Martino V. Il ragazzetto che equivoca il numero romano per la ventesima lettera della lingua materna è fra noi; moltiplicato dagli specchi di un’ignoranza così tollerata (il latino è inutile!) da farsi sfacciata quotidianità. Dopo il Louvre, un altro museo francese abolisce la numerazione romana in favore di quella araba: in luogo di XIV secolo avremo, quindi, 14° secolo e così via. Gli Yahoo che governano l’amministrazione burocratica italiana ne parlano da anni simulando chissà quale empatia per il cliente pubblico: il vecchino … la vecchina … comprensibilità piena … platea più ampia … in realtà son proprio loro (dirigenti un tanto al chilo) a non comprendere più ciò che dovrebbero ritenere sulla punta delle dita. Per tacere delle mandrie di raccomandati assunte nell’ultimo decennio la cui cultura generale è inferiore a quella delle quinte classi negli anni Cinquanta. Arabizziamoci: libereremo così centinaia di diplomati e laureati STEM dalle pastoie di un Gregorio XIII e di un Sisto IV (o di un IX Municipio) consegnandoci a un preclare Gregorio 14 o Sisto 4 (e 9 Municipio). Si potrebbe, inoltre, quale modesta proposta, scalpellare qua e là certe losche targhe marmoree in cui rileva uno sbarazzino “Giovanni XXIII” o una data da codice fiscale: “fecit MCMLXII”: un bel Giovanni 23, col suo afrore da chat line per segaiuoli, e un “l’hanno fatto nel ‘62” allargherebbe di sollievo i cuori dei tecnopueri.

Un tal Giorgetti Giancarlo, legaiuolo, eletto a presiedere l’ossimorico Ministero dello Sviluppo Economico, sta elucubrando su Alitalia. E cosa inventa? Una nuova società: ITA. Ma che dico società: una newco, addirittura. Se, però, Newco è acronimo sillabico di New Company, ITA non è iniziale di Italia bensì participio passato del verbo latino eo, is, itum, ire, cioè andare. Come a significare: è andata, l’abbiamo spremuta come un limone, ce ne rimangono le lische e poco altro, se ne vada al diavolo. Su certe cose occorre intendersi.

A proposito di coincidenze e premeditazioni: Giorgetti è nato a Cazzago. Una semplice sostituzione consonantica ci donerebbe la definizione del suo capo partitico.

Il peggior nemico? Ovviamente il patriziato straccione. I bassi ranghi del patriziato vengono usati quali cavalli di Frisia contro ogni dissenso. La burocrazia locale e statale, assieme alle gendarmerie di ogni ordine e grado, tiene in ostaggio l’Italia. Di fatto non esiste più, almeno relativamente ai bisogni dei cittadini. PEC e mail rimangono inevase, gli uffici sono deserti, i telefoni molestano le orecchie di annoiati e derisori centralinisti che rimandano a numeri inesistenti o che squillano a vuoto. La pecetta ha sostituito la spiegazione, la fila il diritto, l’improvvisazione la doverosa programmazione del diritto, il diniego molliccio l'emergenza. Due ottantacinquenni invalidi vengono liquidati by phone da un’arrogante dirigente intenta a bersi la tisana sul divano di casa: ma quale documento a domicilio! Anche per loro vale il processo online CIE nazionale da attivarsi tramite mail! Pagamento esclusivo con moneta digitale! Se non hanno mail e carta attivino una nipote, un figlio, un amico et cetera et cetera. E così sia. Tutto ciò fu ampiamente previsto sebbene equivocato come recrudescenza liberista e antistatalista. Liberista mai fui: purtroppo son solo logico. Oggi che i liberisti e gli antistatalisti si avvolgono nelle calde sciarpe d’alpaca dello stipendio e della mazzetta statale, all’ex liberista - che mai lo fu - tocca quindi spendere una giornata (e usare il proprio bancomat e la propria PEC) per far arrivare le carte d’identità a due vegliardi allettati che manco gli sono parenti.
 
Come andrà a finire tutto? Bene? 
 
Come sono desolate le città degli uomini!
Da tempo non tornavo sulla terra. Ora così la ritrovo.
Svanito è il seme delle umane genti.
Le volte delle regge di Babele, che sfidavano il cielo come artigli da preda, cadono in vasta rovina, schiantate. Le navi, un tempo messaggeri dei febbrili commerci, più non turbano i dorsi possenti degli oceani, ora scrigno silente delle felici creature marine. Deserte le strade ferrate, sgombri i cieli. E nessuno calpesta oramai le ampie vie che serravano il globo come un fascio di nervi pulsanti, a portare cose e parole in diuturna eccitazione.
Tutto posa.
E tutto è dolce, come in un infinito meriggio d'ottobre. I richiami gentili degli uccelli si perdono nell'aria mite. Un alito appena si insinua tra i boschi frondosi. Lontano, sulle cime dei monti, cade già una neve leggera e l’impeto dei torrenti si spegne calmo nella prima morsa dei ghiacci.
Ecco, il sole, a ritrarsi gentile per far posto alla notte, albergo dell'eterno popolo delle stelle.
Che pace! Quale solitaria purezza!
Addio orgoglio del mondo! Cosa ne è di te?
L'erba vetriola pende dai tetti sfondati di chiese e sinagoghe, mute delle vane speranze dell'uomo, e i minareti si spezzano sotto la gioiosa sferza della tramontana. E i ricetti della grandezza dell'arte e della sapienza? Cosa sono biblioteche e musei, e le università, e i parlamenti, se non tane per volpi e serpenti?

33 commenti:

  1. Ineccepibile. Proprio in questi giorni parlo spesso della Prudenza. La prudenza, nella vera accezione che ne fa la virtù dei re, è del tutto assente nella pratica quotidiana; tutto oggi è imprudente e insieme privo di coraggio. Ad esempio ci si precipita al vaccino per imprudenza e viltà contemporaneamente; ma sono imprudenti, avventate anche le opinioni, le conclusioni, i ragionamenti delle persone intorno a noi.
    Hai ragione tu, un simile stato di cose dimostra la perdita di senso logico, dei nessi causali, e descrive una società sempre più debole e farraginosa.

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    1. Il rogo del passato ha prodotto inevitabilmente la malattia mentale di massa. Questa sì concreta: sarà sempre peggio. Solo alcune forze interiori, talmente profonde da risultare metafisiche, possono sparigliare le carte: speriamo che, inavvertitamente, vengano attivate, altrimenti siamo spacciati.

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  2. "...L’atmosfera è sempre più irrespirabile e assumere pubblicamente ma anche privatamente (il pettegolezzo diventa delazione) una posizione critica comporta conseguenze che possono andare dalla semplice (si fa per dire, perché può avere risvolti psicologici e umani gravi e a volte devastanti...) emarginazione sociale e umana, alla inibizione di ogni spazio professionale e di opportunità di avanzamento, fino al licenziamento in tronco e/o la chiusura dall’oggi al domani (diciamo pure da un’ora all’altra) di trasmissioni televisive...."

    da https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/19984-fabrizio-marchi-un-atmosfera-sempre-piu-pesante-e-irrespirabile.html

    Persino chi 'l'atmosfera pesante e irrespirabile' l'ha introdotta, va accorgendosi che la situazione gli sta sfuggendo di mano. Ovviamente non ci sono arrivati con la logica e/o il sesto senso, come i più fra noi, ma perché hanno dovuto subire qualche conseguenza della situazione direttamente per esperienza personale.
    Sempre stucchevoli da leggere comunque costoro. E pensare che fino a qualche anno fa avrei plaudito il pezzo come rispettabile e coraggiosamente fuori dal coro.

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    1. Sai perché dicono questo? Perché li hanno blanditi e usati e ora si ritrovano messi da parte come bambole di pezza. Mi fanno più schifo loro di Arcuri e compagnia. Cosa credevano, di realizzare il sol dell'avvenire? I prossimi decenni, se non ci salva una improvvisa e impreveduta mutazione storica-spirituale, vi sarà la più terrificante dittatura di ogni tempo. Altro che atmosfera pesante.

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    2. Sono d'accordo, ed è da notare come il soggetto metta tra le conseguenze più nefaste del PolCor "l'inibizione di ogni spazio professionale e di opportunità di avanzamento". L'ossequio all'ideologia è stato sempre strumentale all'avanzamento personale. Solo che ora l'ideologia richiede, se non si fa parte di una qualche minoranza protetta, di farsi transessuale e di pigliarlo in c**o e di discuterne poi dottamente, per essere preso sul serio come intellettuale.
      Come si dice, ora che il gioco si fa duro, solo i duri, i ruffiani professionisti, quelli che realmente vogliono la bicicletta con tutte le loro forze, rimangono a pedalare.

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    3. Tieni conto che la stragrande maggioranza di questi tipi va avanti con soldo pubblico. La fine del soldo pubblico genera queste ansie.

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  3. Un pezzo meraviglioso, complimenti.

    E a proposito dell'uomo tecnico mi vengono in mente le considerazioni di Ortega y Gasset, che in un certo modo nel suo "la ribellione delle masse" ha profetizzato alcuni aspetti e la decadenza di questo essere (homo) novo:

    "Lo specialista conosce assai bene il suo ridottissimo angolo di universo, però ignora profondamente tutto il resto........è una configurazione umana senza uguali in tutta la storia".


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    1. Una mia colpa: non ho letto "La ribellione delle masse".
      La definizione di specialista è perfetta.
      Ritrovi questo homo novus nel primo romanzo di Arthur Conan Doyle, Uno studio in rosso. Sherlock Holmes è "lo specialista". Ignora l'eliocentrismo, la letteratura etc però è molto pratico ed efficace. Come Robinson Crusoe, ovviamente.

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    2. "Specialization is for insects.” Robert A. Heinlein
      mi nascondo dietro una citazione, come l'ospite con un modesto presente in casa altrui, solo per dire che qui trovo le cose migliori che sto leggendo ultimamente. grazie.

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  4. Vedevo ieri l'ultimo video di Morgoth, dedicato all'attualità britannica: l'omicidio della Everard ha scatenato un putiferio contro l'uomo bianco violento e sessista, per cui si prevedono iniziative per prevenirne gli eccessi di bestialità.
    Un punto molto interessante che Morgoth solleva è che però 9 volte su 10 in fatti simili l'assassino stupratore non è bianco: di questi casi di solito la stampa non divulga mai particolari. Invece qui il sospetto è bianco, e allora subito nome, cognome, dettagli della vita pregressa sparsa ai 4 venti, + indignazione generale e psicosi femminile di massa a uscire da sole la sera.
    Inoltre Morgoth riconosce le angherie che le donne subiscono quotidianamente nel Far West londinese, dove i bianchi costituiscono solo il 45% della popolazione (censimento 2011): si parla di palpatine, sfregamenti, mani morte, avanches insistenti, minacce, scippi ecc. E tuttavia, nel terrore di beccarsi l'infamante accusa di razzismo, tacciono e sopportano, e anzi ad ogni manifestazione sono le avversarie più accanite e ululanti del patriarcato bianco.
    Adesso che c'è il fatto di cronaca con sospetto bianco, possono strepitare sul problema, e reclamare lo status societario di minoranza vittimizzata, in un impianto che relega gli uomini europei a casta di oppressori da punire, e chiunque altro a vittima, che gode di privilegi variabili in entità a seconda della minoranza di appartenenza.
    Quindi perseguire un obiettivo politico locale si riduce a lottare per far riconoscere la propria categoria come separata e angariata dai maschi bianchi etero oppressori, per quanto assurdo esso sia come nel caso delle donne bianche. In questa logica, l'unica via d'uscita, l'unico gruppo protetto a disposizione dei bianchi etero sono gli invertiti.

    Ora, voi mi capite, riesce difficile da pensare che dietro tutta questa follia non ci sia un piano preciso volto all'estinzione di un certo gruppo.

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    1. Trentacinque anni fa cosa avrebbe fatto la psicopolizia con noi adolescenti? Riformatorio a vita? Come si fa a non palpare o girare intorno a quella cosa con allusioni, coprolalie assortite? E le ragazze? Idem ...
      Oggi, dopo, ottant'anni di pace è più semplice il controllo. SIamo eunuchi di massa. Ciò che stanno perseguendo è solo l'atto finale di una desessualizzazione generale. I neutrini li controlli con una guardia ogni 10.000 ... nascono controllati poiché privi di passioni, e dell'altalena delle passioni. Il maschio bianco eterosessuale (traduco: normale) è l'ultimo baluardo da dissolvere ...
      Faccio una profezia: varo di una legge per l'autocastrazione chimica volontaria ... si rinuncerà spontaneamente alla sessualità ... anzi, si offrirà un bel pacchetto di libertà: autocastrazione, suicidio assistito, eutanasia, reddito di sudditanza .... tutto compreso chiavi in mano.

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    2. I neutrini poveracci, su qualsiasi schermo soffermino lo sguardo, sono bombardati da propaganda avversa volta a demoralizzarli. Poi tramite chat e telefonini sono sotto controllo costante uno dell'altro. Nemmeno se fuggisse al polo nord, uno riuscirebbe a districarsi da tale ragnatela.

      Il problema più grave, mi sono convinto, sono le donne. Fanno tutto quello che il potere subliminalmente suggerisce loro fino all'autolesionismo. Questo è vero in ogni epoca: se prima erano spinte a chiudersi in convento, beatamente si chiudevano in convento; oggi sono spinte alla "libertà e all'indipendenza", e allora smignottano abbandonando il focolare domestico, infestano gli uffici con i loro intrighi meschini, subiscono masochisticamente i soprusi delle minoranze perché il potere è più benevolo verso quest'ultime che verso di loro mentre applicano doppi pesi e misure verso di noi... sono un mattone che ostacola qualsiasi cambiamento, la guardia pretoriana involontaria delle attuali elite commercianti per usare un eufemismo. Non per niente, da Eva e il serpente, a Elena di Troia passando per il canto delle Sirene, le streghe e le megere, la mitologia di ogni dove le considera come espressione di impulsi distruttivi, destabilizzanti, e portatori di caos, da tenere rigidamente sotto controllo.

      Veramente, non ci fosse il suffragio universale da mo' che avevamo risolto tutti sti problemi postmoderni: incentivi alle famiglie, dazi, protezionismo, autarchia, qualche milione di fogli di via ...

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    3. Alceste vedo che anche tu (ma è un cavallo di battaglia anche di molti controinformatori) proponi spesso nella distopia prossima ventura (ma in realtà nella distopia ci siamo da anni, se non decenni) il suicidio assistito. A me sembra al contrario che i radicali lo richiedano per finta, perché altrimenti ci vorrebbe davvero poco per ottenere una legislazione in tal senso (ormai possono far passare davvero qualsiasi cosa). Se fosse possibile personalmente ne avrei già usufruito, perché la sofferenza psicologica di vivere in un Mondo simile mi ha sfiancato, ogno giorno è sempre più nera. Questi hanno creato l'inferno in cui viviamo, ma col cazzo che ci danno l'opportunità di sfuggirne.

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    4. Si tratterà di un suicidio assistito rivolto a tutti, anche agli adolescenti ennui della vita. Tale la libertà come la vedono loro. Come la vedo io: fare il contrario di quanto dicono ... per questo sono così popolare ...

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    5. Gentile Alceste, 1 milione e 191mila visualizzazioni, complimenti. La leggevano persino dalla Cambogia. Com è messo in classifica, se esiste una classifica?
      Personalmente preferisco la velocità quasi epistolare della gestione dei commenti fatta qui, alle repliche e controrepliche istantanee su siti che usano disqus.
      Si può argomentare in modo più approfondito.

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    6. Ma tu ci credi a questi numeri?
      Credo di più ai loro algoritmi. Oggi cercavo la parola "nanerottolo" su google, non mi ricordo neanche più perché ... nelle immagini non è uscito un nano che è uno ... evidentemente hanno tarato la ricerca con fare politicamente corretto. Figurati quanto ci si può fidare dei loro responsi statistici.

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  6. Leggo adesso che secondo Blondet le nascite sarebbero crollate per via dell'austerità tedesca. Ma si può essere più manipolatori e falsificatori di così? Il tasso di fecondità negli anni '90 era addirittura più basso di quello attuale. Le nascite iniziano a calare in modo drastico già dagli anni '70 (i motivi sono ovvi e sono in parte spiegati da Barabba qualche commento sopra), quando l'austerità tedesca non si sapeva nemmeno che cosa fosse. Il tasso di fecondità brasiliano era di 5 figli per donna nel 1970. Oggi sono sotto il tasso di sostituzione anche lì. In epoche di indigenza si facevano il triplo dei figli rispetto ad oggi, altro che "austerità tedesca" ed altre baggianate. Mi chiedo se siano davvero convinti di queste fandonie o se ormai, avendo preso quel filone, siano in qualche modo costretti ad andare a sbattere di fronte alle evidenze. In ogni caso, considero chi propaganda queste teorie alla stregua di un inquinatore di pozzi.

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    1. A mio modesto avviso molti, in buona fede o altrimenti stimabili, hanno preso la tramvata (gatekeeper?) della Germania egemone dell'Europa et cetera usciamo dall'Euro et cetera. Sicuramente vero, però non spiega tutto. Come tu dici, quando si era con le pezze al culo i figli non si sapeva dove metterli, ora un figlio (uno di numero) impegna i due genitori (2) e i relativi nonni (4; totale 6 adulti) come fosse il sacro Graal. Una questione psicologica, più che altro; di pura decadenza. Un popolo in ascesa pone attenzione alla procreazione e all'educazione, non a esaltare ogni singolo moccioso come il reuccio della casa. Qui la Germania e l'austerità non c'entra nulla; c'entra la rivoluzione colorata che ha distrutto la tradizione popolare italiana e la riforma Gentile.

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    2. Blondet alterna lampi di brillantezza a cantonate paurose. Sta storia della Germania boia la fa per seguire Bagnai, che però da bravo opportunista non se lo fila di striscio, avendo l'altro fama di antisemita, quindi pestilenziale per il grand'uomo. Ricordo si parlava di Blondet con i seguaci a tutti gli eventi di Pescara a cui sono stato, Bagnai avendone captato la popolarità tra i suoi fedeli, pubblicò su twitter in quei giorni una smentita, ipocrita e solo di linguaggio usato e non di sostanza, a un articolo di Blondet di quel periodo che ne parafrasava una qualche sua affermazione. Gesto fatto tanto per far contenti i seguaci, tipo cameo di Walter White in Better call Saul, e al contempo render chiari i rapporti di forza.
      Oddio è poi vero che la Germania ci ha affossato il comparto industriale con l'avvento dell'euro, ma sono molto succubi del potentato internazionale (il polcor lì è soffocante) quindi non si vive meglio che in Italia, e al contempo in qualche maniera stanno manovrando per smarcarsene (vedi nordstream). Ciò mi fa pensare che in Germania c'è un elite pensante, da noi no (vedi disastro in Libia).
      Per il resto alle volte Blondet pubblica vere chicche, https://www.maurizioblondet.it/wp-content/uploads/2021/03/vili-j.jpg

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    3. Blondet ha una propria storia, un proprio pensiero. Perché piglia cantonate? Perché vuole fare il tifoso. Anzi, peggio: perché tifa e crede ancora al voto elettorale! Errore su errore. Prima Berlusconi, poi Tremonti, poi Bertolaso, poi Salvini, poi i salvinatori della patria ... lì sì che si prendono cantonate e poi si è costretti a far finta di niente quando un professore che si è costruita la nomea sull'Europa fomite di ogni male appoggia, come una Gelmini qualsiasi, l'Europeo Maximo ... per tacere del compare che ne spara una al giorno (e, tocca ribadirlo a scanso di equivoci, l'Europa è davvero uno dei fomiti di ogni male). Il tifo ... lasciamo stare ... il tifo elettorale, poi ... per carità ... eppure ci si continua a dividere su destra e sinistra come bambolotti ... anche questa faccenda semiti-antisemiti: ragazzi miei, andiamo oltre! Gli Ebrei, l'ho sempre scritto, sono antinaturali per autodifesa ... il loro genio risiede nel sovvertimento, per questo affollano l'arte postmoderna e si crogiolano nella perversione ... degli altri ... dacché loro, in casa propria, sono ordinatini assai. Secondo me nel 2021 dovremmo gettare l'occhio sui traditori interni, sugli ignoranti e sui venduti di ogni risma che non si chiamano Cohen, poi si vedrà. Intanto, oggi, sono sotto scacco i tre monoteismi nella loro interezza, non certo solo il Cristianesimo. Se poi noi siamo più marci degli altri, col babbeo che tira la volata al peggio in Vaticano, colpa nostra.

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    4. Fino a qualche anno fa nemmeno sospettavo l'entità della sovversione ed ero infastidito da certe posizioni, le trovavo rozze e incomprensibili. "Perché ce l'hanno tanto tutti con questi? Ovunque vanno sono oggetto di persecuzioni, Roma, Spagna, Russia, Germania, ora in Medio Oriente, poveretti, eppure sono normalissimi".
      Poi si scopre l'entità del controllo che hanno sugli apparati di potere in Olanda, Inghilterra, Francia e Stati Uniti: detengono le redini finanziarie, impongono il clima culturale tramite le idee dei propri intellettuali nelle università; tali idee divengono prevalenti per via del controllo sui media, che con internet sono stati resi pervasivi e onnipotenti a livello di vita privata del singolo: prima era solo chiunque voglia farsi strada, ora anche chiunque solamente non voglia essere messo alla gogna deve farsi ripetitore vuoto dei loro slogan.
      E ancora, l'evidenza che il comunismo era tutta una balla, una creazione loro: la prova è che ora i comunisti sono gli avversari giurati dei lavoratori. Non è più questione di proprietà dei mezzi di produzione, ma di far mostra della compassione più autolesionista verso il più derelitto che si riesca a trovare. Tutto ciò in barba a ogni coerenza.
      La cultura, leggo, è ciò che un popolo si racconta riguardo a sé stesso: bisogna ammettere che in tutti i paesi occidentali il racconto è diventato autolesionistico, come se il narratore non appartenesse a quei popoli e anzi volesse spingerli alla debolezza e disperazione. Trovami un eroe modello nel cinema, tutti i personaggi maschili sono diventati dei tormentati Kurtz sempre preda dei propri demoni interiori. Tacciamo sull'arte contemporanea.
      Ho dei dubbi anch'io naturalmente, principalmente riguardo a Stalin, come ha fatto a eliminarli tutti e a farla franca? Evidentemente si sono limitati a contenerlo. Poi, ci sono gentili tra le elite, ma forse tutti in posizione subalterna: come possono sopportare il bombardamento di porcherie altrimenti? Infine il fatto che il piano sovversivo sembra di assai largo raggio temporale, ma venga eseguito di generazione in generazione, senza che nessun rampollo faccia spallucce e se ne freghi, suggerisce ci sia una convinzione religiosa dietro.

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    5. Ma è soprattutto l'entità della coltre di menzogna a impressionarmi di più: praticamente ogni vicenda storica recente in cui viene individuata una fazione morale, e un'altra biasimevole, è stata manipolata in qualche modo.
      L'ultima che leggo riguarda il senatore Joseph McCarthy, quello della caccia ai comunisti negli anni'50, che sarebbe stato l'ultimo baluardo dei valori tradizionali prima dello sbrago del '68 e affini. In proposito, McCarthy venne condannato nel '54, mentre il film "Gioventù bruciata" che fece gran scalpore all'epoca e fu la prima considerevole picconata al kathecon, se vogliamo, uscì nel '55.

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    6. Quando ho letto l’articolo del Blondet ho fatto lo stesso ragionamento dello Stefanov. All’inizio degli anni ’70 le nascite erano di quasi un milione all’anno (precisamente 900'000), oggi siamo sotto i 400'000 (meno della metà) (https://www.storiologia.it/tabelle/popolazione09.htm ). Sono un po’ d’anni che mi sono interessato al fenomeno demografico e l’unica cosa certa è questa: il calo è irreversibile, siamo condannati (come popolo italiano) alla scomparsa. La mia non è una considerazione pessimistica, è solo una constatazione. La diminuzione delle nascite è costante da più di mezzo secolo e cresce con il passare degli anni. Anche se oggi si fanno pochi figli, il divario (negativo) delle nascite fra un anno ed il precedente aumenta con il tempo (il tasso di fecondità è sempre più basso). Ogni anno il numero delle nascite cala di un valore che è compreso fra le dieci e quindici mila unità. In linea teorica, massimo fra una quarantina d’anni le nascite dovrebbero azzerarsi. È un circolo vizioso, un cane che si morde la coda: meno figli si fanno, più si riduce il numero di individui in età fertile, che a loro volta fanno sempre meno figli. Una bella mazzata l’ha data l’aborto (che solo nei primi quattro anni ha fatto quasi un milione di morti): ad oggi in Italia ci sono stati circa cinque milioni di aborti. Praticamente manca all’appello una popolazione pari a quella delle città di Roma, Milano e Napoli (una popolazione che oggi avrebbe dai quaranta agli zero anni). C’è chi considera il calo demografico come un’opportunità, della serie: “meglio così, stiamo più larghi, tanto anche un secolo fa eravamo una trentina di milioni ”. Ma quello che non si comprende è che con la diminuzione delle nascite si ha un conseguente aumento dell’età media. Se continuiamo di questo passo fra una trentina d’anni avremo la stessa popolazione che c’era in Italia all’inizio del XX secolo: solo che allora l’età media era sotto i quarant’anni, mentre quella futura sarà ben sopra i sessanta. Saremo di meno, ma saremo molto più vecchi. E la cosa peggiorerà col tempo. Mi fanno ridere quelli che pensano di trovare una soluzione al problema da un punto di vista semplicemente economico: seguendo la sciocca equazione “più soldi = più nascite”. La questione è molto più complessa, è culturale. Non è un caso che il calo sia cominciato negli anni ’70 e cioè subito dopo il ’68. Se si pensa di invertire la parabola discendente (oramai da più di mezzo secolo) con delle mancette, si è semplicemente degli illusi. Le trasformazioni sociali sono state radicali; gli stessi rapporti umani sono stati completamente stravolti. È emblematico, poi, il fatto che anche gli stranieri che vengono in Italia dopo pochi anni di permanenza entrano anche loro nell’inverno demografico. Non è una questione biologica (della serie “gli italiani sono diventati sterili”), è come se ci fosse un morbo, che strozza la vita (mi viene in mente quel passo della poesia di Pound “con usura”: Usura soffoca il figlio nel ventre / arresta il giovane drudo, / cede il letto a vecchi decrepiti, / si frappone tra giovani sposi). Non è neanche un caso che la cultura oramai dominante propugni delle ideologie essenzialmente sterili, incapaci di trasmettersi nel tempo: omosessualismo, femminismo, genderismo, ecc. La natura non fa sconti: ciò che è malato viene spazzato via. Interessantissimo poi, vedere come il calo demografico in Europa interessi soprattutto i paesi mediterranei (Spagna, Italia e Grecia in primis), quasi come se fossero i più incapaci ad adattarsi a questo clima culturale.

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    7. Mi piacerebbe poi portare all’attenzione un esperimento etologico condotto fra gli anni ’60 e ’70: “universo 25”. L’etologo Calhoun costruì un habitat artificiale per topi, della capienza massima di circa tremilacinquecento esemplari. Al giorno zero lo scienziato inserì nell’habitat otto topi, quattro maschi e quattro femmine, sani. L’obiettivo dello scienziato era di capire il comportamento dei topi in un ambiente considerato “paradisiaco”, dove non vi erano minacce mortali per la comunità (niente predatori, nessuna malattia) e nemmeno il pericolo di carestie (i viveri erano assicurati abbondantemente dallo scienziato, senza bisogno di uscire dalla gabbia). I roditori non dovevano fare altro che mangiare e riprodursi. Dopo un primo periodo di adattamento, la popolazione dei topi cominciò ad aumentare esponenzialmente. Dopo un anno, nella gabbia di Calhoun c’erano 620 topi e dopo quasi due anni la popolazione arrivò a 2200 esemplari (al di sotto della capienza massima). A quel punto lo scienziato nota delle anomalie sociali. I topi non si accoppiavano quasi più, le femmine erano diventate aggressive e si opponevano ai maschi (addirittura, nonostante la presenza abbondante di cibo, cominciarono a mangiare i propri cuccioli), una parte della popolazione maschile cominciò ad assumere atteggiamenti sessuali perversi (omosessualismo e pansessualismo), mentre un’altra parte si disinteressò completamente di ogni attività sociale (anche della riproduzione) passando il tempo solo a mangiare e defecare. Lo scienziato assisteva ad esplosioni insensate di violenza tra gruppi di topi o fenomeni di autoemarginazione sociale. La popolazione non aumentò più e cominciò anzi a decrescere. Dopo seicento giorni non ci sono più nascite ed il giorno novecentoventi l’ultimo topo moriva. Quella che doveva essere l’utopia dei topi, si trasformò nella distopia più feroce. Nonostante l’assenza di pericoli esterni e l’assicurazione di viveri abbondanti, la popolazione di ratti prima si è corrotta e poi si è estinta. Non ci vedo molte differenze con quello che sta accadendo in Italia.

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    8. Tale esperimento viene raccontato nell'inizio di un film italiano degli anni Settanta, fra grottesco e commedia. L'avevo anche messo nella casella in alto a destra, ma non riesco a ricordare il titolo.

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    9. Magari il nesso causa-effetto tra depauperamento economico e calo delle nascite non è diretto ma di secondo grado: si guadagna poco, o niente, quindi ci si demoralizza, quindi non si mette su famiglia.
      Ho inserito il passaggio in mezzo della demoralizzazione. Non per niente i paesi citati, Italia, Spagna e Grecia hanno i tassi di disoccupazione più alti.
      L'effetto del clima culturale, dopo il '68, con aborto, l'emancipazione femminile, contribuisce senza dubbio alla demoralizzazione, ma permette, e quindi ingenera, anche atteggiamenti contro-natura, non mi stanco di citare i primi 20 secondi di questo video
      https://www.bitchute.com/video/bR1PFxQ38a0/
      a riprova di quanto sia stato sdoganato come lecito.

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    10. Alla baraccopoli di Monte Ciocci (dove Scola ha girato "Brutti sporchi e cattivi") la natalità era sui 4-5 a coppia. La de-moralizzazione non è certo malinconia ... uno stato d'animo di lassismo indotto, di molle rinuncia, di lusinga dei peggiori de-moralizzatori.

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    11. Gli ultimi baraccati l'hanno integrati in vista di Italia '90. Credo che per loro valesse un fatto tecnico: ai tempi non credo che questi avessero accesso o pratica con i profilattici. Magari oggi ci sarebbero i volontari che glieli porterebbero a domicilio, e sicuramente le donne insisterebbero a usarli.

      Poi c'è il fatto che far crescere i bambini allo stato brado, senza curarsi di quel che fanno a scuola se ci vanno, né portarli a judo, rende il mestiere del genitore assai più economico. Ma qui riconosco, subentra il fattore culturale: sono emarginati, quindi ignari, o noncuranti, dello stigma sociale che comporta crescere ragazzini così, e anche poco interessati a far uscire i figli dall'abusivismo. Ciò però è vero in generale: più spesso che non, i genitori hanno pochi incentivi a vedere i propri figli progredire oltre il loro proprio status.

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  7. Il problema demografico esiste. Si accompagna, però, a un problema culturale. Il lavaggio del cervello nella scuola e l'egemonia nelle università han fatto tracollare ciò che di Italiano residuava. La massima di Céline che postai qualche anno fa (una nazione è perduta se svanisce l'elemento del sangue e della fedeltà ad alcuni valori) riassume i due corni del dilemma.

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  8. Tutti gli individui virtuosi si assomigliano; i viziosi, invece, lo sono ciascuno a modo suo. Specialisti anche loro. Confidiamo dunque in questa provvida esclusività del vizio e negli equivoci che è in grado di suscitare. Nella sua capacità di sfuggire alla presa del potere. Nella sua intrinseca lubricità: il corrotto invoca un congruo guiderdone, sull’imbecille non si può fare affidamento, l’ipocrita ti segue solo finché le sberle le prendono gli altri... and so on. È pur vero che gli alchimisti di regime si sono spesi fino allo stremo onde produrre l’homunculus universalis, il Leonardo da Vinci dei minchioni, quello che ha un po’ tutte le tare senza che l’una signoreggi totalmente la sua animula vagula a detrimento delle altre. L’ottusità è la base, si capisce, perché se devi consentire al massacro di un Paese e di buona parte dei suoi abitanti non puoi esserne davvero consapevole, ma non basta. È indispensabile il concorso di altre infermità: un tanto di codardia, un tanto di venalità... E conformismo becero, lassismo intellettuale, destrutturazione della personalità. Inconsistenza. Pochezza umana. Nessuna richiede d’essere pienamente soddisfatta, ma tutte si sostengono l’un l’altra. Ed ecco concepito il fiancheggiatore perfetto: ***discretamente*** vanesio, idiota ***a sufficienza***, gramo ***quanto basta*** per affiliarsi alla canea istituzionale senza neppure esserne remunerato. Introietta le istanze del padrone e gli fa il lavoro gratis, anche contro se stesso. Sembrerebbe un esperimento riuscito. Però, si sa, i procedimenti alchemici son difettosi...

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    1. Finora gli alambicchi pompano che è una meraviglia ...

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    2. Si sta tra gli imbecilli come dal pescivendolo nel secchio i granchi

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Siate gentili ...