Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

11 settembre 2017

I Diecimila


Roma, 11 settembre 2017

La minoranza fa la storia. La maggioranza fischia, o se ne sta zitta. Se vinci, applaude.

È sempre esilarante la cronistoria dei titoloni del Moniteur sul ritorno di Napoleone dall'Elba. Prima lo dichiarano mostro, usurpatore, orco, tigre, poi, allorché il Corso avanza incontrastato, divengono cauti, neutri; quindi eccoli slittare verso il servilismo: Napoleone diviene Imperatore; poi lo sbraco definitivo: il giornalone si genuflette sino a Sua Maestà, Deità circonfusa di gloria e inondata da nostalgici petali di rosa.
Non preoccupiamoci dei buffoni, vanno e vengono, come la risacca delle fogne.

Qui non si vuole un duce né un despota illuminato né un conducator: occorre selezionare una minoranza che vada oltre. Oltre l'ignominia, lo sberleffo, i processi, la colpa. Gli uomini di tale minoranza dovranno essere disposti a perdere tutto, a dimenticare la propria vita. Italiani di tal fatta saranno insensibili ai richiami della carità pelosa, della democrazia plutocratica, del piagnisteo internazionalista. Essi accentreranno in loro le uniche virtù che fanno i vincitori: la rinuncia a sé in nome di un'idea; e la magnanimità. Nulla li smuoverà. La caparbietà ne farà dei testimoni della reazione, ovvero dei martiri. Essi dovranno tenere i piedi per terra - ben in terra! - per attingere al passato come un Anteo ribelle e accendersi di quel fanatismo quieto che miscela il disprezzo e la ridente fatalità.
Il nostro è un ritorno alla Patria. La si chiami come si vuole, non temo certo le querule sgridate di qualche apolide da giardinetto in libera uscita. La verità non aspetta la sanzione delle folle e degli ometti per bene. È lì, imperturbabile. La si può disdegnare, insozzare, travisare, rifiutare, ma il suo fantasma ci accompagna sempre. O si agisce per la verità o si crepa. E la verità l'ha detta Céline:

"Le nazioni non moriranno perché i loro uomini di stato sono nullità, i loro governi troppo cupidi, troppo ubriachi o troppo pederasti ... i loro ambasciatori troppo chiacchieroni o perché esse stesse ... Son diventate troppo arroganti, soprassaturate di ricchezze, schiacciate dalla loro industria, troppo lussuose o troppo agricole, troppo sempliciotte o troppo complicate. Tutto questo è senza rilievo, bazzecole passeggere, semplice cronaca della storia ... Una nazione si rialza ... solo a una condizione, questa condizione assolutamente essenziale, mistica, quella di essere rimasta fedele attraverso vittorie e rovesci agli stessi gruppi, alla stessa etnia, allo stesso sangue ..."

Il mercenario Senofonte combatte vittoriosamente a Cunassa (fra le attuali Bagdad e Falluja). Il re per cui mettono in gioco le vite, il persiano Ciro, cade, però, in battaglia. I Diecimila greci sono costretti a ripiegare verso il Mar Nero, a Trapezunte (Trebisonda). Egli stesso, un uomo qualunque ("Un tal Senofonte, ateniese"), visti decimati per il tradimento di Tissaferne i propri comandanti, s'improvviserà generale e guida. L'anabasi sarà dura, sanguinosa; sofferenze, defezioni, scoraggiamenti, agguati, malattie. Nevai, paludi, corsi d'acqua gonfiati dalle piogge, cime da scalare con le lance che piegano il braccio. Ma sarà liberazione. Un cittadino di Gymnia (di cui nulla sappiamo o sapremo mai) farà loro da ultima guida verso il mare ("Il mare! Il mare!"); poi, anche lui, come l'uomo qualunque Senofonte, uscirà dalla storia: "Mostra loro un villaggio dove potersi accampare, e la strada per raggiungere il territorio dei Macroni. Calata la sera, si accomiata e s'allontana, scomparendo nel buio".
Non serve un Bonaparte o un Mussolini o un Giulio Cesare. Serve conoscere la via e percorrerla a ogni prezzo. La via la conosciamo, è solo un ritorno. Esistono diecimila italiani in grado di percorrerla? In grado di annullare la propria personalità per un'idea? Basterebbe questo.

I Diecimila sono "Tessali, Spartani, Peloponnesiaci, Achei, Arcadi, Traci, isolani, un pugno di Ateniesi, gruppi dell'Asia costiera", eppure Greci. Meditare questi cataloghi di popoli è sempre un buon esercizio.

Senofonte conosce la via. Quella è la verità, non altro. Quella la liberazione. Egli la persegue con menzogne, esortazioni, tranelli logici, seduzioni, richiami all'ordine o alla ferocia. Ci si intende?

Non ci salveranno i grafici, le proposte economiche alternative, la cronaca parossistica della realtà geopolitica e simili manfrine. Non siete ancora estenuati da tale cicalío? La paccottiglia tecnica, le dissezioni estenuanti e infinitesimali di intenti o dissimulazioni (è un false flag o no?), le accorte ricostruzioni, i piagnistei antimondialisti non servono a nulla se non si è qualcosa e, proprio per essere qualcosa, ci si oppone naturalmente al nemico. Occorre dire no ed esclamarlo con la serenità di chi conosce. In Siria i ciabattoni dell'Isis sono in rotta: si sono trovati di fronte un popolo che non ha mai rinnegato sé stesso ed è stato fedele a ciò che è sempre stato; per uno degli scherzi della storia sono stati proprio i fondamentalisti a rinunciare a sé stessi facendosi telecomandare a distanza.
Ed eccoli lì, evacuati come l'ultimo ascaro vietnamita.
Le soluzioni tecniche, non dobbiamo preoccuparci, fioriranno spontaneamente sull'albero del nostro rifiuto più irriducibile.

Chi non si commuove a fronte di quelle citazioni (Bagdad, Falluja, Trebisonda) non potrà mai far parte dei Diecimila. Se ne vada ai giardinetti, di notte, a sfogare le voglie più ecumeniche.

Avremo la nostra battaglia solo se sceglieremo e decideremo di combatterla. Ogni giorno dovremo ricacciare indietro i loro telefilm, i tribuni, i telegiornali, i blog; risacralizzare aree lordate: persino un muretto o un coccio diverranno un altare a cui innalzare il loro sacrificio; occorrerà definire, circostanziare, prendere le distanze, riattualizzare gerarchie: nell'arte, nella politica, nei rapporti umani; onorare la storia, e l'italiano: la punteggiatura e i vocabolari saranno archi e frecce;  un pudore nuovo s'impossesserà d'un umanità sconciata dalla finta libertà. Erigere muri, ricordare forme perdute, scavare fossati, rimodellare l'informe sarà il tratto distintivo del ribelle. Se qualcuno esige un dio lo ritrovi in Apollo, il Luminoso, il Bifronte, colui che colpisce da lontano.

L'italiano cialtrone dei Gassman e dei Sordi è una degenerazione, certamente, ma la degenerazione di qualcosa di profondamente nostro. Quanti secoli ci son voluti per plasmare la gaglioffaggine degli Arlecchino, dei Tersilli o dei Bruno Cortona? E, poi, siamo sicuri che lo sia? L'italiano improvvisatore, campanilista, attaccabrighe, buono per i sotterfugi e il veneficio, formalista e causidico, problematico, sminuzzato in mille roccaforti, ognuno col suo piatto tradizionale e le proprie mura, cos'è se non un attore consumato ed eterno, che ha già vissuto battaglie, stragi, disincanti e resurrezioni?

I nostri ultimi cinquant'anni sono stati, quelli sì, una degenerazione.
Abbiamo vissuto non le nostre vite, ma quelle di altri, impersonali, alienanti, anonime.
Ci siamo abbigliati di abiti meteci, obbedendo alle regole di un postribolo etico. Le nuove generazioni sentono questo come naturale anche se, nel profondo dell'animo (che non è mai individuale), si ritrovano disperati. Chi, invece, ricorda cosa siamo stati non si lascia ingannare, pur se passivo e renitente all'azione. "Si stava meglio quando  si stava peggio" è il mantra timoroso della plebaglia italiota. S'intuisce, oscuramente, una felicità perduta. Come spesso accade la reazione è basica, fascista. La comprendo, è umano salvare sé stessi. Ciò che i soloni di sinistra non hanno mai compreso è questo: non esiste il fascismo, bensì pulsioni ancestrali e di sopravvivenza, antiche come la vita, a cui, solo nel nostro secolo, si è dato il nome di fascismo. Ciò su cui biascica stizzita la Boldrini ("Fascisti! Razzisti! Alcesti!") e il gallinaio mondialista e terzomondista alla sua Corte, è, invece, un movimento naturale dell'anima, immediato, involontario e inevitabile come la difesa del viso o dei coglioni, irrazionale, ma non irragionevole, anzi sensatissimo. Se la Boldrini comprendesse qualcosa dell'Italia si attiverebbe per spegnere il fuoco di tale sorgivo risentimento invece di ciangottare di immaginari revanscismi.
Il fascismo (come il socialismo e il populismo), lo ripeto, non esiste. È solo una comoda metafora per etichettare l'insorgenza naturale d'una pulsione primeva originata da precise condizioni storiche; sempre le stesse, pur nell'ingannevole mutare dei variopinti costumi e della caleidoscopica permutazione delle parole, queste battone del pensiero.
Si può fare il processo a un sentimento? No. Il processo lo si dovrebbe istruire contro chi ha creato le condizioni per l'inveramento d'esso. Chissà che non ci si arrivi.

C'è più discernimento storico in Checco Zalone che nei farfugliamenti di Saviano o degli accademici da strapazzo delle nostre università da strapazzo.
Quo vado è un filmetto, ma ci squaderna davanti un'Italia cialtrona e vitale, l'unica possibile oggi. La storiella del terrone mammone, avvitacchiato al posto fisso da statale, e fedele ai propri vizî contro l'incivilimento PolCor, è cinematograficamente mediocre, ma sociologicamente centrata.
Quando l'italianuzzo cerca di "incivilirsi", sembra dire il pugliese, perde la propria identità. Il protagonista, infatti, trapiantato a forza nel Nord Europa, diviene ossequioso alle regole, accetta la famiglia multirazziale, raccoglie i fazzoletti per strada, tollera con larghezza di vedute le scappatelle foriere di (eventuali) corna (la donna dev'essere libera!), sopporta uno straziante e interminabile concerto per l'Olocausto: diviene un vero figlio dei fiori (si lascia crescere un pizzetto tinto di biondo, così come Manfredi in Pane e cioccolata si tingeva nello sforzo di de-italianizzarsi): un omuncolo leccato e innocuo, insomma, l'europeo castrato degli ultimi tempi, come piace alle Lagarde di ogni risma.

Ma si può vivere a comando di un'etica imposta a colpi di terrore ideologico? Educati, puliti, inebetiti, appiattiti, omologati alle smancerie di un totalitarismo buonista? No. E infatti il Nostro si ribella, incitato da una lacrimosa nostalgia. Nostalgia di tutto: degli improperi stradali, del clientelismo, di Albano e Romina, della pasta ben cucinata, delle ciliegie. Si commuove persino alla vista di una macchina in doppia fila. C'è tanta Italia anche lì!

Si possono dire le cose in tanti modi. 4/3 equivale 52/39, per quanto possa sembrare incredibile a prima vista. Le pulsioni son sempre quelle, la storia gira eternamente attorno a esse. Zalone è 4/3; Maurice Barrès, che dedica un libro ai Francesi déracinés, resi stranieri in casa propria, lo stesso Barrés che esclama: "Rivestiamoci dei pregiudizî, essi ci tengono caldo", è 52/39.

Far sentire gli Italiani stranieri a casa propria è stato un capolavoro, lo riconosco.
Farli vergognare d'essere stati ciò che sempre sono stati, anche.
È ora di tornare a casa.

64 commenti:

  1. Alceste, un capolavoro!!! Quanto ritrovo di me, del mio passato e di ciò che più amo in questo scritto. Quanta nostalgia per un qualcosa di quasi estinto e quanto disgusto per ciò che ne sta prendendo il posto. Provo nostalgia persino per il vecchio, cupo perbenismo all'italiana di pochi decenni fà. Mi appare come una splendida virtù di fronte al nuovo perbenismo senza frontiere del politicamente corretto. Terzomondisti, ambientalisti, vegetariani e vegan, antagonisti d'accatto, pasionarie dei diritti civili a tutti i costi...e tutti convinti fin nel midollo che così dev'essere, che finalmente, era ora. E quelli del "il senso civico", del Nord Europa che è sempre e comunque meglio, etc...appestano l'aria credendo d'essere portatori di civismo,

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    1. Io provo nostalgia di Fanfani ... era anche un buon pittore. E pure delle stanghette a scuola. I nordici? Puri idioti.

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  2. Caro Alceste leggerti è sempre un piacere e mi distrae dalla cronaca locale molto più trucida del necessario. Qua non si fa altro che parlare di due che sono andati a maiale invece di fronteggiare le tribù zingaresche della notte.
    Voglio citarti Charles Bukowski che ha scritto: "La gente non sopravvive grazie a una nobile resistenza, ma nella menzogna, nel compromesso e nell'inganno".
    Se quello che Bukowski sostiene è vero, come credo sia, allora mi devi spiegare dove li troviamo diecimila pronti a fare quello che dici te...
    Adottiamo pure la politica dei piccoli passi, cominciamo noi con un po' di esercizio spirituale, un po' di dottrina, di metodo, piano piano, poco poco, sottovoce, alla Marzullo quasi. Speriamo che da cosa nasca cosa. Stoici un po' lo siamo già se ci ritroviamo in questo blog, ma cosa possono fare quattro stoici in mezzo a milioni di sinistri in stato di ebbrezza.
    Ad ogni modo sia pure, ad maiora.

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    1. Rendere quotidiano il disprezzo è già qualcosa. Vivere al contrario di loro, giorno dopo giorno, è qualcosa di più. Prima o poi tutti noi ci incontreremo.

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  3. Esser qui è magnifico. Voi lo sapevate, uomini donne , anche voi,

    voi che in apparenza rinunciate, sprofondaste – , voi, nei più biechi

    vicoli delle città, suppuranti, o ai rifiuti

    aperti sfoghi. Poiché un’ora era per ciascuno, forse nemmeno

    un’ora intera, qualcosa, tra due lassi, a stento misurabile con

    le unità del tempo – , poiché essa aveva

    un’esistenza. Tutto. Le vene colme di esistenza.

    Ora, noi dimentichiamo così facilmente, ciò che il ridente vicino

    non ci concede o ci invidia. Sino a vederlo

    vogliamo innalzarlo, dove invece la più visibile gioia ci

    si dona solo per riconoscerla, se noi al di dentro la mutiamo.

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  4. Sei mostruoso Alceste...

    Grazie per questo ennesimo capolavoro...

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  5. Anche lei Alceste lo sa meglio di me che tutta LA cinematografia Italiana e TV quotidiani e pure qua da me all'estero ,ripeto lo sa meglio di me e' tutta in mano a quel popolo la',abbiamo perso e ci siamo dovuto chinare davanti al vincitore che ci ha cambiato dentro ma non con tutti ,non tutti dormono ,I vari clown attori che si vedono al cinema e in TV si sono venduti a quel popolo pur di apparire e diventare famosi ,Celine un mito lo spiega benissimo nel libro " LA scuola dei cadaveri PDF"

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  6. Riprendo il commento di Anonimo nella sua potente sintetica sincerità.

    Sei mostruoso Alceste...

    Grazie per questo ennesimo capolavoro...

    (Mancano solo 9.990 stoici da radunare)

    Puskin

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    1. Testimoni, non stoici. Dovete testimoniare il passato, la verità.

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  7. Sono un uomo ridicolo. Adesso poi loro dicono che sono pazzo. Sarebbe un avanzamento di grado, se per loro non rimanessi pur sempre ridicolo come prima. Ma adesso ormai non mi arrabbio più, adesso li trovo tutti cari, anche quando ridono di me, allora, anzi, li trovo persino per qualche motivo particolarmente cari. Mi metterei addirittura a ridere anch'io assieme a loro, non di me stesso, ma per amor loro, se non provassi tanta tristezza a guardarli. Provo tristezza perché essi non conoscono la verità, mentre io la conosco. Oh, che pesante fardello è essere i soli a conoscere la verità! Ma loro questo non lo capirebbero. No, non lo capirebbero.

    Fëdor Dostoevskij - Il sogno di un uomo ridicolo

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  8. Caro Alceste,
    per pura coincidenza pochi giorni fa, parlando con una conoscente, già sfrenata radicale e da un pò viscerale Piddiota e Polcorrettara, adoratrice di tale Emma che "infiniti addusse lutti...", ho troncato il discorso esclamando "aridatece Fanfani..!" e "me ne so ghiuto, sola lasciandola".
    Saluti da Hermannus Contractus.

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    1. Scelta lodevole. A parlare coi fessi si rischia d'essere scambiati per fessi.

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  9. Purtroppo nessuno, incluso me, risponde nel merito: chi è pronto a partire? a lasciare tutto?
    Servono diecimila uomini.
    Per il momento, i lettori fissi del blog, sono solo cinque...

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  10. Caro Alceste, segnalo da "Ereticamente" un articolo di R.Pecchioli quasi bello come il suo:

    http://www.ereticamente.net/2017/09/l-italia-feltri-e-veneziani-il-sesso-degli-angeli-roberto-pecchioli.html

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    1. Pecchioli deve capire che i due cosi in questione sono attori di un patriziato complice e inamovibile e che a noi non porterà nulla.

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  11. Alceste c'e' bisogna di un capo questa e'la verita' ,possibile che non vi sia nessuno siete 58 milioni esclusi gli stranieri,se aspettate I partiti sono tutti dei venduti state affondando in un modo vertiginoso,sono via dal 2003e nel 2003 stare da voi era fin noioso ma mai e poi mai pensavo una cosa del genere pare che vi sia passato sopra uno tsunami ,poi sento rai international e sembrate il paese del bengodi in ripresa dappertutto ,dove sta LA verita' con gentiloni o su internet

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    1. Occorre testimoniare la verità. Un capo oggi è impossibile.

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  12. ma lo ha capito benissimo e nell'articolo lo scrive chiaramente -

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  13. Alceste, se la testimonianza deve riguardare qualsiasi aspetto della nostra vita, anche quella di tutti i giorni, personalmente rischio spesso la vita perchè, fino a quando si tratta di confutare le opinioni della conoscente troncando il discorso e andarsene, sai che coraggio; ma se bisogna guerreggiare con lo sconosciuto, anche molto feroce, anche probabilmente armato, e allora si che si potrebbe morire uccisi da reazioni animalesche incontrollate; dobiamo diventare martiri anche così? e chi riconoscerebbe questo sacrificio?

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    1. Nessuno lo riconoscerà. Un sacrificio pubblicizzato non è tale. D'altra parte chi conosce i nomi dei Diecimila?

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  14. Una scoperta: sono appena arrivato.
    Mi è piaciuto molto, non solo perché amo Senofonte.

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  15. "chi è pronto a partire? a lasciare tutto? " Caro Giuseppe. Chi deve lasciare ha già lasciato. Chi deve partire è già partito, mi auguro ve ne siano degli altri. Il conformismo è qualcosa che si delinea molto presto nell'essere umano. E un maschio nella vita non varia poi tanto dai suoi 14-15 anni. L'essenza, si delinea allora, forse anche prima. Si badi bene non parlo di socialità ma di conformismo. Non è facile ammettere di aver sbagliato di aver commesso un errore lungo una vita e soprattutto non è facile rinunciare al comfort di appartenere a una certa consorteria come giustamente la chiama Alceste. Qualunque essa sia. Io non mi baserei sui dati di internet o di questo blog. Non è necessario sapere ma essere. Sitka

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  16. Pensando di far cosa gradita, mitico Alceste, ti segnalo che, forse, in quel di Russia, un filosofo ha sincronicamente, teorizzato e formalizzato un pensiero, per alcuni versi molto vicino al tuo, dai un'occhiata a : https://www.geopolitica.ru/it/article/quarta-teoria-politica-breve-presentazione

    Un caro saluto da un tuo fedele martyr.

    Puskin

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    1. Devo leggere quel libro, poi ti dirò. Certo, Dugin qualche giravolta l'ha fatta.

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  17. Basterebbero anche trecento (ma erano spartani, non italiani).
    In questi giorni i sinistri piangono perché non passa lo ius "sola".
    Vorrei che tu Alceste mi spiegassi se i piddini ci sono o ci fanno. Siamo di fronte a milioni di mentecatti che necessitano di un trattamento sanitario obbligatorio, oppure sono semplicemente corrotti e venduti?

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    1. L'ho spiegato: sono fanatici (ci sono) e paraculi (ci fanno), mezzi ideologia mezzi stipendio.

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  18. Lo vedo con Fiano e LA Russa e LA boldrini hanno paura cominciano a grattarsi si stanno irritando e' buon segno anche lei Alceste ci dia un po di carica a sto popolo abbiamo I geni dei vincitori Della guerra di Lepanto siamo stati li li per Vincere il mondo con LA Germania un po di senso di superiorita' suvvia lo vedo qui da me quando dico I'm from Italy anche gli inglesi abbassano le Ali si calmano mi cominciano a odiare ,benissimo significa che ti temono

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    1. Ma sì, un po' di superiority complex ... basta accettare lezioni ...

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  19. Grazie Alceste, pezzo molto interessante.
    Per chi abbia la pazienza di leggermi, siate gentili...
    Se riconoscessimo come necessità la tirannia dell’attuale ordine del “vero” per dominare la confusione delle opinioni della maggioranza, modello da seguire per ogni minoranza intenzionata a sottomettere il “gregge umano”, non avrebbe importanza chi vince o chi perde perché, fondamentalmente, per me nulla cambierebbe. Questo dice in sostanza il mio ortolano, questa la domanda da lui rivoltami ieri mattina mentre parlavamo dei “10.000”:
    “che differenza ci potrebbe mai essere per me e per tutti quelli come me tra un gulag russo, un lager tedesco ed il macello al quale ci ha destinato l’attuale liberalismo? L’ideale marxista, l’ideale nazionalsocialista, l’ideale liberal-democratico?
    Se mi arruolassero mi faranno credere che sia buono e giusto fucilare colui che mi ha fatto torto mentre io vedo in fondo solo un impulso coatto a ripetere, un esercizio di potere fine a se stesso; tu sapresti dirmi Arianna come vive la mia contoparte in Russia, in Cina?
    Le basi NATO sotto casa starebbero a guardare? La Russia interverrebbe?
    Di cosa parliamo? Escluderesti possibile una guerra mondiale? Questo vogliamo?
    Propenderei, continua, per il “laissez faire” in attesa che la baracca salti in aria da sé”.
    1.4

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  20. La storia insegna che spesso i cambiamenti significativi sono evvenuti dopo secoli di “ruminazione” e, quasi sempre, dopo guerre sanguinosissime. Anonimo11 settembre 2017 13:33, comprensibilmente inoltre riporta Bukowski "La gente non sopravvive grazie a una nobile resistenza, ma nella menzogna, nel compromesso e nell'inganno".
    Medea: “So il male che sto per fare, ma più forte della mia volontà è la mia passione interiore causa dei peggiori mali tra gli uomini”.
    Forse qualche cosa cambierebbe: […] La nostra novità storica, rispetto al passato, come futuri antenati sta nella possibilità di essere ricordati come figure negative e distruttrici: non solo come singoli, ma come generazione, aggiungendo a quello materiale un danno psicologico difficile da valutare e, comunque, dirompente. Potremo essere ricordati come la generazione che ha reso invivibile la terra, miliardi di persone avranno l’elettronica, ma a miliardi mancherà l’acqua […]
    […] A seguito di un nuovo conflitto nucleare anche limitato si può prevedere un eccesso di radioattività che, completata la distruzione dell’avversario, sovrasterà le case del vincitore. E così via. Esiste sempre una soglia, superata la quale va preso atto che il nostro stesso agire, e non solo quello altrui, ci minaccia […]
    La saggistica del limite globale è unilaterale: parla del futuro dell’uomo limitandosi quasi esclusivamente all’economia. Prima o poi dovrà allontanarsi dal suo abituale punto di vista: una volta spostato più lontano, l’angolo di osservazione si allarga. A costo di rinunciare a qualche particolare, è importante che includa anche quello che, sullo stesso tema, hanno da dire altre discipline […] utile anche l’allargamento di prospettiva verso altri tempi.
    2.4

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  21. […] L’antica idea di invidia divina ha ancora un senso per noi se osserviamo la crescita tecnologica infinita a spese dell’ambiente non dall’angolazione immediata del tecnico o del politico?
    […] La morale tragica era ambigua, ma convincente e inevitabile. A un male non scelto seguiva un male più grande e senza scelta. Nel dramma, l’ “hybris” dispiegava gli eventi e la “némesis” ne legava lo sbocco: sigillo previsto, gonfio di senso e insieme assurdo; sollievo in quanto avvento di giustizia, disperazione perche forma rituale della sua iniquità […]
    Il primato della coscienza razionale sulla psiche è una conquista determinante ma non assoluta. La mente rimane costituita anche da sogni, emozioni, zone non controllabili. La pretesa di espansione ininterrotta della razionalità a scapito degli altri fattori psichici approda alla giustificazione dogmatica di impulsi a loro volta inconsci, che predispone ad atteggiamenti fanatici […]
    Il “ritorno del rimosso” produrrebbe sintomi nevrotici ossessivi gravi, con la psicoanalisi si verificherebbe, nella migliore delle ipotesi, che la presa di coscienza della morte di Dio o, più precisamente secondo Freud, dell’uccisione del padre da parte del figlio (già rappresentata dal “totem” nelle prime società secondo l’autore e radice della cristianesimo), o anche dell’elaborazione della propria aggressività biologica permetterebbe, psicologicamente parlando, lo scioglimento del sintomo in quanto è proprio la rimozione che avrebbe permesso la proiezione inconscia del “male” sul prossimo e la ricerca ossessionante di un antagonista per arrivare alla “finale autopunizione catastrofica”.
    3.4

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  22. Di fatto la necessità di eseguire i rituali, anche quando ciò avviene da parte di persone lucide, razionali e laiche, implica sempre il riferimento ad una logica susperstiziosa….
    Goethe dice: “In fondo, è portare a compimento la morte di Dio nella coscienza, che sarebbe “l’azione suprema” …Non saprei se sarà mai possibile accettare, sopportare il dolore e la limitazezza umana con vicendevole rispetto e “simpatia”.
    Potrebbe certo essere inevitabile dover “sacrificare” qualcosa in nome di qualcosa d’altro ma lo si farebbe con una consapevolezza diversa, si proverebbe senso di raccoglimento e cordoglio non proiettando la nostra ombra sul prossimo.
    Un saluto.
    Arianna

    Cit.: Luigi Zoja - Storia dell’Arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo.
    4.4

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  23. clausei...non ho capito niente di quello che ha scritto - senza polemica ma giusto per ammazzare il tempo.
    "Non è facile ammettere di aver sbagliato di aver commesso un errore lungo una vita e soprattutto non è facile rinunciare al comfort di appartenere a una certa consorteria come giustamente la chiama Alceste" ...io questo l'ho capito; negli ultimi anni l'ho capito - ma poi, che fare? Essere che cosa? scrivete chiaramente - fateci capire...cosa bisogna lasciare e dove bisogna andare?

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  24. Caro Alceste, aldilà delle suggestioni letterarie del testo e della sua condivisibile visceralità, qual è l'orizzonte indicato ai famosi diecimila?
    Il nazionalismo-macchietta riveduto e corretto? Una sorta di "italianismo" dai contorni talmente vaghi che alla fine può entrarci di tutto? Un ribellismo di principio che è per natura individualista e prepolitico?
    Prendendo in prestito la storiella del dito e della luna, qui tutti sono in grado di vedere la luna del nemico, ma forse è ora di concentrarsi sul dito che la indica.
    Come ha scritto clausci sopra, inoltre, "Chi deve lasciare ha già lasciato. Chi deve partire è già partito, mi auguro ve ne siano degli altri. Il conformismo è qualcosa che si delinea molto presto nell'essere umano."
    Ciascuno esercita tale opposizione nel suo microcosmo, con tutti i rovelli e i compromessi al ribasso del caso, ma sono convinto che chi "è partito" lo abbia fatto una vita fa, non l'altro ieri perchè ha scoperto che le banche rubano o cose del genere; questo perchè l'opposizione finisce col coincidere con la vita stessa, fino a trascenderla.
    Senza la mia rivolta, sarei un guscio vuoto.

    Mi permetto anch'io una citazione:

    Come potrà il mio animale,
    la cui magica forma rintraccio nel cranio cavernoso,
    vaso d'ascessi e guscio d'esultanza, sopportare
    d'essere seppellito sotto un muro di sillabe,
    il velo invocato funereo intorno al volto,
    lui che dovrebbe infuriarsi,
    ubriaco come lumaca di vigna, flagellato come polpo,
    che dovrebbe ruggire, andar carponi, lottare
    coi venti e con la pioggia,
    il cerchio naturale dei cieli rivelati,
    abbassare all'altezza dei suoi occhi streganti?

    Saluti, Moravagine

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  25. Per Moravagine:

    Non ho capito perché il nazionalismo sia sempre una burletta o sia sanguinario o sia una macchietta. Forse perché siamo stati educati a questo sin dalla più tenera età, noi cresciuti a pane e Kunta Kinte?
    Io voglio rimanere in Italia perché solo l'essere integralmente Italiani ci potrà trarre d'impaccio. E voglio tornare indietro, qui e ora.
    Se io fossi conformista, e tale come a 15 anni, ora voterei per la Fedeli, non vi pare? E invece mi chiamano fascista. Allora ho vissuto in sogno? Ero già fascista a quindici anni quando votavo e propagandavo il PCI?
    E poi l'errore maggiore: dai per scontato che tutti conoscano bene o male la luna, ma la luna non la conosce nessuno. Quelli della controinformazione, bellamente divisa al suo interno per altro, sono pochi gatti, spesso spelacchiati, i soliti gatti, tanto che i commentatori ormai si conoscono come vecchi amici e cambiano nome e account come magliette estive.
    Non ci siamo. Bisogna testimoniare per creare una massa critica e contrastare da qui, nel 2017, un progressismo devastante e omologante che ci vede sconfitti sul piano culturale, quello decisivo.

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  26. Non ingabbiate Alceste in un' etichetta così carica (onusta direbbe Alceste :-D) di scorie come il generico Nazionalismo. Il pensiero di Alceste è semplicemente quello del Principe Miskin, detto "l'idiota": "La bellezza salverà il mondo". Quando le ideologie, le filosofie, le religioni, le scienze avranno terminato la loro ingannevole spinta e si riveleranno nella loro totale inconsistenza, l'umanità smarrita precipiterà nella nebbia della follia, soltanto la BELLEZZA, come un mistico faro potrà squarciare il velo delle tenebre. La bellezza è verità, la verità è bellezza, la civiltà classica, le civiltà millenarie del bacino mediterraneo ne possedevano in avanzo, avevano si gli orrori, perchè questi accompagnano sempre la vita dell'uomo ma avevano più bellezza di qualsiasi altro tempo e luogo. Chi ha viaggiato sa che non c'è niente al di la delle Alpi che possa gareggiare in bellezza con Roma, Venezia, Firenze, Napoli, Palermo o anche l'ultimo dei borghi d'Italia. "Gli italiani hanno già visto, vissuto e scritto tutto prima degli altri." (Detto da un francese, il che è tutto dire). Questo ha, deve avere, un senso è bene non dimenticarlo.

    Saluti
    Puskin

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    1. Se dovessi condensare ciò che penso oggi in una immagine sceglierei il Cristo di Rublëv.

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  27. Ecco quello che intendevo come Capo e Guida ,uno che ci mette la faccia e dice LA verita'senza paura .Con I compromessi reticenze vaticini ghirigori di mezze bugie si finisce sempre nella rete Ebraica di banche e informazione ,per gli ebrei il mondo deve essere una massa meticciata di schiavi prostituti ai loro piedi ,nessuna ribellione solo schiavi imploranti qualche pezzo di carta del Padrone Ebreo.E invece il popolino crede ancora ai pariti che davanti alle telecamere si scannano mentre poi vanno a cena insieme a ridere del popolo fatto cornuto,che delusione!!!!!

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  28. Per Giuseppe: assolutamente, anzi mi spiace se ho scritto poco chiaramente, rispondo in contemporanea sia a te che ad Alceste e Moravagine. Parlavo dell'importanza dell'indole. Per spiegarmi, quello che voglio dire è che se a 20 anni fai una certa scelta e a 40 ne fai ancora un'altra questo dipende in qualche modo dalla tua indole. I "ribelli" sono sempre stati quattro gatti... Sono sicuro che tu Alceste eri in totale buona fede quando votavi e propagandavi il PCI e che oggi sei quello che sei anche grazie a quel vissuto, banale a dirsi certo, ma è così. Non credo che la tua indole sia cambiata, in fondo. Sono convinto sia così per tutti. Conta il contesto certo, si cambia e si deve cambiare, ma l'indole personale non ha un ruolo secondario, sono abbastanza convinto di questo. Non credo che tutti quelli che sono d'accordo con te sui "grandi temi" ti siano congeniali a pelle no? Magari ve ne sono che stimi in un certo modo altri no. Eh i Diecimila quella ci avevano. L'indole. Dunque sottolineavo che non occorre sapere ma essere, ovvero un individuo può essere apparentemente ignaro di tutte queste chiacchiere (non conosce la luna come dice Alceste) ma può avere per contesto, o indole, delle resistenze naturali appropriate, non è comune certo, ma se guardiamo all'essenza ed eliminiamo un pò di sovrastruttura si nota magari.
    L'individuo conformista, viceversa, è comune. Si può trovare schierato in tutti i ranghi e aderisce per natura col più forte.
    II nazionalismo vero, di cui parla Alceste, a livello ideologico non appartiene nella sua finalità al conformismo oggi come oggi, una volta sì. Oggi no. Oggi lo Stato è un coacervo parassitario al servizio dello straniero per mantenere i suoi privilegi per dirla con Alceste, che lo spiega molto bene e col quale concordo in pieno su questo. Recuperare il concetto di Stato, sarebbe già un inizio. Non mi trova entusiasta, ma è un passaggio obbligato ora come ora. Il "mondo intero" è la patria di Soros e dei colossi tecnologici oggi, che politica vuoi adottare? Il nemico non è lo Stato, anzi se ci fosse e facesse il suo lavoro staremmo meglio. E io non ho mai amato lo stato-nazione, ma la Patria come concetto di terra natia si, oggi da dove riparti se non dalla nazione?
    Il ribellismo di principio può anche essere utile, ma io ne vedo pochino.
    Quando dico: non bisogna sapere ma essere, intendo che bisogna saper cogliere e osservare acutamente...come fa Alceste qui, e forse si noterà qualcosa, chi è disposto a sentire la verità. E quanto.

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  29. Ho deciso per il silenzio. La miglior risposta nei confronti dei piddioti e sinistrati vari è il silenzio. Ho tanti amici appartenenti alle suddette categorie. Non li sopporto più. L'unica risposta è il silenzio. Non voglio più vederli e sentirli. Semplicemente ne ho le scatole piene. Questa è una terra di grulli da generazioni, ma io dico basta! Non se ne può più di questi mentecatti. Qualcuno dice che non sono cattivi. Non importa, sono diventato cattivo io. Ci vorrebbe il napalm con questa gente, siano essi grulli o in malafede. Come in Apocalypse now, la scena degli elicotteri, e dopo quando il capitano parla della collina bruciata dalla benzina che odora di vittoria. Purtroppo il napalm non me lo posso permettere e allora: silenzio. La mia risposta ai sinistronzi nel cervello e nel portafogli è il silenzio. Tutti amici miei che non sopporto più. Come diceva Kant:" Es ist gut".

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  30. Esempi di nazionalismo-macchietta: l'inno di Mameli e il risorgimento farlocco, le radiose giornate, il Piave mormorò,la difesa della razza, la proclamazione dell'"Impero" (macchietta nella macchietta), le frecce tricolori, la parata del 2 giugno,il sulfureo La Russa che indossa la mimetica, i due marò fino a Pertini che applaude l'urlo di Tardelli e il truce Materazzi che provoca Zidane facendo una sceneggiata dopo la testata.
    Non mi si accusi di avere i riflessi pavloviani come quelli del Nemico (non mi scatta certo l'analogia nazionalismo=male), ma neppure li si riproponga rovesciati (esprimere riserve sul nazionalismo= essere un piddino sellino, oppure, peggio, citare negativamente la difesa della razza= essere un boldrino).
    Ora, senza stare a sottilizzare sulla differenza fra nazionalismo e nazionalitarismo (Preve docet), io ritengo che l'unica priorità politica sia la recisione dei fili che assoggettano questo paese sciagurato a Washington, Bruxelles e Berlino, priorità sulla quale è possibile, almeno in potenza, raccogliere un vasto fronte di adesioni.
    E' nazionalismo? E' patriottismo? E' sovranismo?
    Per me è solo una manifestazione della lotta per la giustizia , l'equa ripartizione delle risorse di questo mondo e la dignità della vita.
    Quanto alla luna, poi, non mi riferivo all'universo mondo o alla controinformazione, ma al ristrettissimo gruppo dei commentatori di questo pezzo, che, pur non conoscendosi, qualcosa dovranno condividere.
    La battaglia culturale (e non solo tale) io la combatto da quando mi ricordo; nessuna solitudine mi porterà all'addio alle armi.

    Saluti, Moravagine

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  31. Concordo con quanto ha scritto clausci.

    Per me è’ necessario “essere”, è importante “sapere”.

    Non dovremmo lasciarci ingannare dall’età, dall'intelletto, dalle “sovrastrutture” o dalla posizione sociale di una persona quando cerchiamo di comprendere la sua indole o valutiamo il suo livello di maturità. L’intero ambiente dialogante aiuterebbe a raffinare e ad avere una opinione su cose e fatti. La cultura esiste solo al plurale, nasce dal desiderio di condividere il sapere e dal confronto senza pregiudizi

    Tornando ai 10.000, il mio ortolano (siamo cresciuti nello stesso quartiere, siamo nati a metà degli anni ’60, anche noi votavamo PCI, sembra passata un’eternità) dalla sua bottega non si muove e mi dice: “necessaria l’attenzione, l’interesse di una classe dirigente veramente alternativa, impegnata (gruppo, associazione, movimento, etc) ed organizzata anche minimamente, composta da giovani menti e professionisti principalmente appartenenti al mondo dell’economia, della politica, ma anche della medicina (medici, psichiatri, psicologi sono necessari) in ultimo, ma non per questo ultimi, i filosofi, dopodiché chiuderebbe bottega – qui e ora - e si metterebbe in marcia, che allora la ribellione potrebbe avere senso altrimenti si farebbe la fine dei polli, andando allo sbaraglio”.

    “La soddisfazione di sé è, trovo, volgare, tra vittime lo è anche maggiormente”.

    Sono convinta che “chi intende preservare la propria identità minacciata da cambiamenti incomprensibili con la riaffermazione nevrotica della propria appartenenza finirà con il perdere sia l’identità che l’appartenenza”.

    Questo tema è tutt’altro che banale a mio avviso, è trattato in ambito psicologico e filosofico. Ci sto lavorando. Se mi trovassi necessariamente nella condizione di dover difendere la mia vita uccidendo il mio prossimo (che si chiami Richard, Laura, Ismaele, Babatunde, etc) proverei un sentimento di profonda tristezza. Trovo che ci sia ancora un’ enorme rozzezza e ignoranza, in fondo, nell’uomo, inteso come sesso forte (non sono femminista).

    Secondo Jung, “alla legge crudele dell’enantiodromia sfugge soltanto chi sa differenziarsi dall’inconscio, non già rimuovendolo – perché altrimenti l’inconscio lo afferra semplicemente alle spalle – bensì ponendoselo chiaramente innanzi come qualcosa di diverso da sé. La rinascita consiste nell’emergere di un nuovo centro della personalità che trascende l’Io, e in cui sono compresenti, in un equilibrio dinamico, processi psichici considerati fino a quel momento opposti e inconciliabili”. (Enciclopedia di Psicologia)

    La proposta del mio ortolano: dissidenza ragionata e pacifica in attesa di tempi migliori o in attesa che la baracca salti da sé, che le borse crollino per eccesso di “hybris”.

    Un saluto
    Arianna

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  32. Scusatemi, quando parlo di rozzezza ed ignoranza del sesso forte intendevo in generale (ho lavorato per molti anni in ambienti maschili, il mio interlocutore era spesso un ingegnere biomedico, non me ne vorranno gli ingegneri…), non certo ai Signori che qui scrivono.
    Arianna

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  33. Per Moravagine: "l'unica priorità politica sia la recisione dei fili che assoggettano questo paese sciagurato a Washington, Bruxelles e Berlino, priorità sulla quale è possibile, almeno in potenza, raccogliere un vasto fronte di adesioni.
    E' nazionalismo? E' patriottismo? E' sovranismo?" Sono d'accordo.
    Si, oggi è additato come nazionalismo, e sia.
    "Per me è solo una manifestazione della lotta per la giustizia , l'equa ripartizione delle risorse di questo mondo e la dignità della vita." D'accordo anche qui.
    Certo dagli ultimi fatti di Roma la narrativa del "il fasci si menano fra loro che ridere" è stata ampiamente adottata... da Repubblica ai centri sociali, tutti i compagli con belle reflex pronte a diffondere, barricate a colpi di iphone...salvo poi nel caso della bambina stuprata dai partigiani a 13 anni sentire l'ANPI negare la targa in memoria perchè "era una fascista"...
    Abbiamo un pò di problemini con la nostra storia ammettiamolo.

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  34. Per sdrammatizzare...
    Ho l'acido urico aumentato e forse anche valori del psa...si sono gonfiate le caviglie - dormo poco la notte - nel 1977 a bologna ho giocato a fare il rivoluzionario, ma mi ricordo che l'occupazione delle case durava fino alle nove di sera quando la maggior parte degli occupanti se ne tornava a casa propria - certi capi movimento li ho conosciuti bene: eloquio forbito accattivante, le assemblee pensavano dalle loro labbra, salvo poi scoprire che a casa tenevano il maggiordomo in guanti bianchi che gli serviva il pranzo;
    fu però, e solo perché non si/ci capivo niente ( è una mia virtù) un periodo diciamo spensierato perchè senza problemi e responsabilità che, passato il tempo necessario alle mie capacità, ho rivisto analizzato e ferocemente criticato. Non ho fatto altre rivoluzioni, ho votato ai tempi, non capendo, si al divorzio ma
    no all'ultimo rferendum sulla costituzione; non posseggo più la tv da parecchi anni, non compro più giornali, riviste ammennicoli vari. Non seguo più lo sport, di nessun tipo. Leggo i blog su internet, Alceste, Blondet, Barnard, Bagnai...e qualche altro, e quando termino certi articoli, qualcosa che assomiglia a un'emozione, mi fa bollire il sangue....anche perché, sono convinto che Alceste e tutti gli altri scrivano di cose che difficilmente riesco a percepire; loro nominano, ho questa sensazione,
    cose un pò più profonde, difficili per me, povero travet senza importanza; ma suggestive ..convincenti seducenti - Sicuramente smuovono i recessi inconoscibili dell'inconscio,l'Essere di cui ha scritto Clausci...ma solo per un momento perché io sono solo...
    Pronto, passami la mamma
    lo so che è ancora sveglia nella stanza
    sono le quattro del mattino
    avrei bisogno di parlarle un attimino

    Sto bene, non è un incidente
    guarda, mamma, non mi è successo niente
    stanotte non torno li a dormire
    resto fuori, non c'è niente da spiegare

    Giuro, non è per farti male
    dormo fuori, non farmela pesare
    c'è un posto qui a casa degli amici
    parla forte, non capisco cosa dici

    Sono un ribelle, mamma
    vai a letto, non star sveglia nella stanza
    Sono un ribelle, mamma
    vai a letto, non star sveglia nella stanza

    Ci vediamo, torna pure a letto
    domani arrivo, okay te lo prometto
    e per favore stira la maglietta
    c'è un concerto, mi serve quella rotta

    Ricorda di comprarmi dei calzini
    fai mettere le borchie ai pantaloni
    ho il pullover e la giacca di pelle
    non ho freddo e sono un ribelle

    E va bene, non ho niente nella testa
    può anche darsi, però adesso basta
    sono un ribelle, l'ho deciso
    e non m'importa di essere capito

    Sono un ribelle, mamma
    vai a letto, non star sveglia nella stanza
    Sono un ribelle, mamma
    vai a letto, non star sveglia nella stanza

    Sono un ribelle, mamma
    Sono un ribelle, mamma
    Sono un ribelle, mamma


    Testo e musica di Roberto "Freak" Antoni
    Lyrics and music by Roberto "Freak" Antoni
    Album: Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti, 1987

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  35. Potete per cortesia iniziare a leggere "LA scuola dei cadaveri PDF " di Celine 10 volte ,prima di voler cambiare il pensiero degli altri bisogna conoscere ,siete persone laureate intelligenti e'una vergogna che vi abbiano tenuto all'oscuro di tutto,fidatevi di uno stupido come me che grida come un aquila sul web da 7-8 mesi e potrebbe comodamente impiparsene ma si vede che anch'io alla nascita son NATO come ogni italiano con.LA camicia nera ,giravo qui da me in indochina nei vari centri com e market non vorrei peccare di superbia ma essere Italy e' qualcosa di speciale dovete andarne orgogliosi e non farvi mettere I piedi in testa da nessuno tantomeno da Della gentaglia colorata

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  36. su comedonchisciotte c'è questo articolo molto emozionante -
    https://comedonchisciotte.org/come-nelle-favole/
    seguono una serie di commenti - Alti, altissimi....marx engels marcuse lenin...gruppi numerosi di persone che citano questi personaggi come se in russia in cina non ci fossero stati decine e decine di milioni di poveri morti...- chi rimprovera questo a quell'altro e ovviamente viceversa - mai nessuno che parli di se stesso, dei problemi che ha, di quello che fa....con chi parla con chi soffre - Ugualmente belli rispetto alle altre sue riflessioni ad alta voce, sono infatti i racconti dei brevi viaggi che lei fa nella campagna romana oppure quando è andato a mangiare al nuovo supermercato - Di Marx lenin e mao tse tung e simili ne abbiamo piene le palle ...scoprite le vostre anime, lettori!

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    1. E riscoprite l'Italia, lettori!

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    2. E riscoprite l'Italia, lettori!

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    3. Scopro adesso questo Blog e le sue frecciate di fuoco. Che dire? Massima stima e rispetto perché se si leggono i tuoi scritti scopri di aver già capito tutto ma di esserti nascosto dal trarne le conclusioni. Già questo è un merito e, aggiungo, un esempio.

      Spartacus74

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  37. Come cambia le cose
    la luce della luna
    come cambia i colori qui
    la luce della luna
    come ci rende solitari e ci tocca
    come ci impastano la bocca
    queste piste di polvere
    per vent'anni o per cento
    e come cambia poco una sola voce
    nel coro del vento
    ci si inginocchia su questo
    sagrato immenso
    dell'altipiano barocco d'oriente
    per orizzonte stelle basse
    per orizzonte stelle basse
    oppure niente.
    E non è rosa che cerchiamo non è rosa
    e non è rosa o denaro, non è rosa
    e non è amore o fortuna
    non è amore
    che la fortuna è appesa al cielo
    e non è amore
    Chi si guarda nel cuore
    sa bene quello che vuole
    e prende quello che c'è
    Ha ben piccole foglie
    ha ben piccole foglie
    ha ben piccole foglie
    la pianta del tè.....

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  38. Per Moravagine: il discorso è questo. Capisco la repulsione per alcune manifestazioni roboanti e arroganti e la condivido. Ma c'è un problema: da sx si è sempre peccato della riduzione a macchiette degli avversari. Salvo frignare poi, quando fanno i seri. Mussolini è stato tante cose, ma non un buffone, e lo stesso dicasi per Berlusconi. Questo attegiamento un po superficiale era condiviso un tempo dal senso comune anche in uomini come Monicelli, per dire, ad esempio, che lo chiamò pagliaccio, a Mussolini. Monicelli aveva ancora coscienza storica ma non si rendeva conto del danno che il suo atteggiamento poteva recare... nelle sue manifestazioni più recenti questo atteggiamento ha prodotto un rigetto della storia. Fino alle manifestazioni di oggi, come l'annullamento del ricordo dei caduti della grande guerra in una scuola per non offendere gli islamici...questo significa la fine, comunque la si pensi. Credo che su questo siamo tutti d'accordo ...

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  39. Il problema di base è che ci sono pochi Randle Patrick McMurphy e troppe Mildred Ratched, al netto dei pazzi a piede libero....

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Siate gentili ...