Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

29 settembre 2017

Come scrivere senza sforzi il vostro romanzo personale

Nella sostanza sono d'accordo (come potrei non esserlo, visto quello che scrivo?); son meno d'accordo coi gusti letterari di Bardi e colle sue diagnosi.
Miyazaki e tutti i cartoni animati mi dicono poco e nulla. Ausonio, invece, mi piace.
La diagnosi, invece, è solo una: decadiamo poiché ci distacchiamo dalla tradizione.
C'è bisogno di un albero possente da coltivare (manieristi) o da incidere (eversivi della parola) o sfrondare (terroristi della parola) per progredire.
Se tale albero è reciso alla base non v'è più né manierismo, né sperimentalismo, né avanguardia.
Solo il dogma origina un'eresia e solo l'eresia fa crescere ciò che si riteneva un dogma.
Il corso d'acqua della creazione, non più alimentato, si divide in mille rivoli: la maggior parte è assorbito dall'impotenza, altri si avvitano attorno al proprio narcisismo. Nasce la metaletteratura, lo scherzo, l'aneddoto, la puttana letteraria.
Ciò che penso l'ha sintetizzato benissimo il commentatore Radek in calce a L'età della scimmia (gli stessi concetti si ritrovano, peraltro, in Nietzsche).
Proprio il disfacimento della figura del letterato e la degenerazione d'essa in una pletora di scrittori permalosi, insulsi e autoreferenziali (a cui importa nulla dell'arte e tutto della pubblicazione) mi ha fatto tornare in mente una sciocchezzuola scritta esattamente quattro anni fa.
La ripropongo come scherzo decadent, anche per alleggerire la mia plumbea reputazione.

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Ogni lettore ha un proprio sogno nel cassetto, più o meno rivelato al cuore: scrivere un libro.
La pigrizia, il terrore della pagina bianca, la sensazione di non aver nulla da dire hanno spesso bloccato la volontà di questi autori in erba.
Niente paura. Le cose sono cambiate.
Cosa si cela dietro un romanzo oggi? Un buon titolo (generico e stupidamente evocativo), packaging accattivante, raccomandazioni, pubblicità sfacciata, relazioni di parentela, pubblicità subliminale, conoscenze nel mondo dell’editoria, pubblicità sull’onda d’una moda passeggera, la tessera della Massoneria, numerazione dell'Opus Dei, Fabio Fazio. La letteratura è fuori questione; e l’originalità pure, schifate entrambe da subito (giustamente, occorre aggiungere).
Non so come siate messi con la Massoneria e Fazio e quant’altro; posso regalarvi una dritta, però. Il titolo è decisivo. Non solo perché attira, nelle pile della libreria, il gonzo medio, ma perché un buon titolo stimola da subito l’idea per un canovaccio e una trama mediocri che, una volta oggettivati, attireranno, senza fallo alcuno, il gonzo medio.

23 settembre 2017

L'età della scimmia

San Martino al Cimino, 23 settembre 2017

Se ci fosse una immagine icastica dei nuovi tempi sarebbe la scimmia. Un dio-scimmia che si beffa del passato, parodiandolo orribilmente; un dio che fa boccacce, mostra il culo, si porta al muso sbavato un tesoro, lo deride, e se ne libera entusiasmandosi per un putipù da quattro soldi, una divinità che stupisce a fronte d'uno specchietto, mostrando le sanne alla propria effigie che non riconosce, che si lava nel brago dei propri escrementi e colleziona festoni colorati, salta e si masturba e s'eccita per un nonnulla; che imita goffamente ciò che ignora: ecco, quindi, la scimmia con le scarpe, la scimmia che balla, cilindro e bastone, la scimmia che si rade: i cachinni d'una platea stolida e schizoide la spronano a nuove imprese.

Ecco il dio a cui si tributano sacrifici oggi. E che sacrifici!

Mai strategia fu più semplice: rovesciare ruoli e gerarchie in ogni campo, tramite mezzi apparentemente innocenti: l'empatia, il progresso, l’accoglienza, l’ecumenismo. Tutti falsi.
Mai strategia fu più sottile, mascherata com'è dai buoni sentimenti e dalla propaganda più melliflua: qui sotto rileva un lavorìo di secoli, da talpe o da tarli, per liquefare le fondamenta di ciò che è più eminente.

15 settembre 2017

La stracciona del '68 e l'abolizione della scuola


Roma, 15 settembre 2017

Meditare quello slogan innocente: "L'immaginazione al potere". Lo si è mai fatto? Cosa significa, al fondo delle cose (il fondo vero delle cose), tale proposizione apparentemente lodevole?
Tutta la battaglia contro il nozionismo, la religione in classe, il sette in condotta?
E le parallele guerre a favore del sei politico, del diciotto politico, della promozione a oltranza, dello stravolgimento dei programmi in luogo dell'ecumenismo hippie che ha trasformato severe classi in accampamenti alla Woodstock?
C'è un nesso fra il liberismo angloamericano che seleziona le classi digerenti nelle più costose università e l'assalto definitivo dell'attuale, cenciosa, Tisifone dai capelli rossi alla scuola, l'unica vera ridotta delle nostre essiccate speranze?
Che il 1968, inteso come fenomeno, sia una distorsione del socialismo è indubbio. Alla lunga possiamo dire che ne fu la tomba. Il PCI, già nei primi anni Ottanta, era, di fatto, un partitucolo socialdemocratico, con le sue clientele fidelizzate, e la bandiera inastata della sconfitta, implicita quanto straziante: i suoi capi già sapevano, in attesa di firmare i trattati della resa più umiliante.

11 settembre 2017

I Diecimila


Roma, 11 settembre 2017

La minoranza fa la storia. La maggioranza fischia, o se ne sta zitta. Se vinci, applaude.

È sempre esilarante la cronistoria dei titoloni del Moniteur sul ritorno di Napoleone dall'Elba. Prima lo dichiarano mostro, usurpatore, orco, tigre, poi, allorché il Corso avanza incontrastato, divengono cauti, neutri; quindi eccoli slittare verso il servilismo: Napoleone diviene Imperatore; poi lo sbraco definitivo: il giornalone si genuflette sino a Sua Maestà, Deità circonfusa di gloria e inondata da nostalgici petali di rosa.
Non preoccupiamoci dei buffoni, vanno e vengono, come la risacca delle fogne.

Qui non si vuole un duce né un despota illuminato né un conducator: occorre selezionare una minoranza che vada oltre. Oltre l'ignominia, lo sberleffo, i processi, la colpa. Gli uomini di tale minoranza dovranno essere disposti a perdere tutto, a dimenticare la propria vita. Italiani di tal fatta saranno insensibili ai richiami della carità pelosa, della democrazia plutocratica, del piagnisteo internazionalista. Essi accentreranno in loro le uniche virtù che fanno i vincitori: la rinuncia a sé in nome di un'idea; e la magnanimità. Nulla li smuoverà. La caparbietà ne farà dei testimoni della reazione, ovvero dei martiri. Essi dovranno tenere i piedi per terra - ben in terra! - per attingere al passato come un Anteo ribelle e accendersi di quel fanatismo quieto che miscela il disprezzo e la ridente fatalità.

01 settembre 2017

Lo sgombero di via Curtatone (farsa in atto unico)


Roma, 1 settembre 2017

Grandi manovre a via Curtatone in Roma: si sgombera un edificio colmo di sedicenti profughi, migranti al chilo, grassatori, mammacalcuttisti antifa, affratellanti colle tasse altrui, immaginifici col portafoglio, pauperisti col callo per gli affari, cultori del suk; e di quel vario ciarpame che, di solito, gravita presso aeroporti, snodi autostradali e stazioni ferroviarie attirato dalla dolce malia del malaffare come la limatura di scarto lo è dalla calamita.
L'effetto è deflagrante: razzisti e antirazzisti, italiani leghisti e antitaliani col vezzo dell'integrazione a ogni costo, tifosi del ius soli contro destrorsi del Blut und Boden (grevi di quel maledettismo paraculo alla Feltri), bagasce imparruccate di buoni sentimenti e prostituti opinionisti un po' fané si accalcano presso i palchi mediatici di uno spettacolo ignobile.
Se sgomita, li mortacci loro, pe' vedé' un po' che succede.
E che succederà mai, sor Maestro!
L'insieme è davvero concitato, si muovono le caricucce dello Stato, prefetti, questori, dirigenti polizieschi, politicanti in salsa rosa. Giornalisti sudaticci e affannati per la veemenza dell'azione repressiva stilano con foga vibranti articolesse e pergamene digitali (in realtà siedono a bordo piscina col daiquiri in mano). Le mummie della bontà son deste; i reazionari al sugo, pure. Hanno scoperto l'indicibile: centinaia di migranti abusivi stipati in una palazzina del centro di Roma! Nientemeno! C'est intolérable!