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18 giugno 2017

Un altro passo verso gli Stati Uniti d'Europa


Pubblicato su Pauperclass il 22 marzo 2016

Di fronte agli attentati di Bruxelles mi assale un sentimento abissale di stanchezza e sconforto.
L’ondata che seguirà alle stragi sommergerà, definitiva, le nostre vite.
Non abbiamo scampo, evidentemente.
La retorica del regime ha già sentenziato: “più Europa”.
E così sarà.
Le quadrate legioni del “più Europa” già fanno echeggiare il passo dell’oca del “più Europa” su ogni media e social, su ogni centimetro quadro di fogliaccio di propaganda.
Il capo del governo francese, la nullità Valls, spetezza: “Nous sommes en guerre!”.
La pletora dei consueti esperti (evocata dai comodi sacelli di accademie e fondazioni) cicala a stupidità unificata travolgendo la razionalità.
E credetemi, non sono certo gli armigeri di un complotto.
La maggior parte di loro è in buona fede.
Son solo conformisti. Più realisti del Re del mondo. E tengono famiglia.
Accendo la radio per venti secondi e un professore (un esperto!) tuona con voce grave: “Ci vuole un cambio di passo e un cambio di strategia nonché un cambio di metodologia …”.
Addirittura! Non si preoccupi, caro Lei, il cambio di passo ci sarà.

Unificazione di intelligence, collaborazioni fra polizie europee, soppressione di polizie nazionali, database condivisi, sommesse schedature di massa: per il nostro bene, ovviamente, e “salvaguardando i nostri valori: la democrazia e la libertà”.
Tutto già sentito sino allo stomachevole …
La democrazia e la libertà. Libertà di fare cosa? Di quale libertà godiamo in Italia? Fare shopping?
Il maremoto retorico in pochi minuti ha già originato le proprie onde anomale.
E certo, ti assale il desiderio che arrivino in fretta queste colonne d’acqua e ci sommergano.
Se dobbiamo diventare schiavi acceleriamolo questo cambio di passo e facciamola finita.
D’altra parte i tentativi di contrasto basati sul dialogo e sulla logica non servono a nulla.
La gente non ti sta a sentire, per carità.
Io stesso faccio fatica a convincere i miei familiari, figuriamoci gli estranei.
La controinformazione conta quattro gatti e occorre arrendersi alla banalità delle cifre: Blondet e Orso li seguono (forse) in diecimila mentre una singola puntata di Bruno Vespa arriva a un milione di zombie; una puntata del TG3 con la supercotonata Botteri, invece, supera i due milioni.
E, vi imploro, smettiamola di tagliuzzare in cento spicchi il capello del false flag sì/false flag no … coi soliti toni apodittici e litigiosi.
Che sia un attentato genuino o pilotato poco cambia, come ho già asserito a queste latitudini.
Nell’un caso o nell’altro la meta d’arrivo è l’assoggettamento ideologico, culturale e demografico dell’Europa.
La feudalizzazione basata sul censo avanza con cingoli d’acciaio.
Uno scirocco vischioso e umidiccio intorpidisce le menti e i riflessi atavici.
La popolazione è troppo fiacca, svuotata, inebetita e rimbecillita per tentare una qualsivoglia reazione. Tutti i capisaldi spirituali e logici del passato non fanno più presa o sono stati dimenticati. Persino il principio fondante dell’Occidente, quello di non contraddizione, ormai dice poco a quasi tutti.
Che vi devo dire?
Tappiamoci le orecchie qualche giorno.
Poi sediamoci e aspettiamo.

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