Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

24 agosto 2022

www.saretepoveri.it


Sermugnano, 23 agosto 2022

All’altro capo del telefono, alle 7.58 d’una mattina già asfissiante per l’umidità e la calura, capto singulti e voci spezzate. Una conoscente. Temo per una disgrazia. Incidente stradale, morte per elettrocuzione o banale sindrome IPL (Infarto Post Lockdown)? “Ma come si fa … ma come si fa …”; annuisco, d’una costernazione, però, non ancora libera dai fumi d’un sonno popolato da incubi mediocrissimi. La mia partecipazione è totale, accorata: ovviamente. Tanto che mi sta per uscire di bocca un commiserevole: “Ma era ancora così giovane … se non sbaglio, se non ricordo male …” quando la mia innata prudenza (un demone socratico) scarica un fiotto di adrenalina; mi sollevo sulla sponda del letto stropicciato, un poco più lucido, schiarendomi la gola. “Scusa Clara, puoi ripetere … stento a crederci … un duro colpo, ma vorrei capire …”. “18.000! Hai capito …? Era sempre 3000 ... 3.500 al massimo ...”, frigna l’interlocutrice. Niente morto, quindi. Taccio. “18.000 euro! 18.000!", continua lei, "ma come si fa … ma come si fa … dobbiamo chiudere … arrivata ... oggi ... come si fa … come si fa …”. La luce rischiara i recessi, finalmente. Le nuove bollette o una stagionata cartella esattoriale raccattata dal fondo usurario dell’incompetenza nazionale? “18.000 euro di luce! Un baretto del c… ma io dove li trovo?”. Un baretto non proprio baretto; al limitare del pieno centro storico romano; modesto, tuttavia, a conduzione familiare, che regala pane diretto a sei o sette individui più a fornitori e quant’altro. Una microimpresa, l’ossatura dell’Italia, quella che dava tanto fastidio a Prodi e compagni di Prodi (“In Italia le imprese sono troppo piccole … multinazionali ci vogliono, perbacco! Altrimenti ci mangiano!”). Alzo la voce inducendo la signora a calmarsi; definisco i limiti del novello Ground Zero (euro 18.000 per fornitura di elettricità nel mese di luglio più eventuali conguagli) e consiglio di inviarmi (per whatsapp!) gli scartafacci che attestano la catastrofe.
Scrivo alla società che ha partorito l’infamia, una delle tante.
Apprendo che l’esercizio ora gode di tutele crescenti; prima d’inoltrarsi nel mercato libero vero e proprio; e dopo aver reciso finalmente i legami col mercato tutelato, quello dei nostri genitori e nonni, in cui uno Stato ancor benigno s’interpolava fra cittadini e Moloch internazionali.
Arriva la risposta.

Pregiatissimo Alceste, dalle opportune verifiche effettuate è emerso che la bolletta di chiusura contratto … emessa il … con scadenza il … [si tratta del mese scorso] di € 17.801,00, oltre ad addebitare i consumi effettivi e le quote fisse per il periodo dal … al … mai fatturato prima [il mese precedente a quello in esame=due mesi di fatturazione], ricalcola le competenze per il periodo dal … al … [i sei mesi ancor precedenti], applicando la costante K pari a 25, precedentemente fatturata con un valore pari a 1, secondo quanto trasmesso dalla suddetta società di distribuzione.
Vi informiamo a riguardo che tale costante è un dato tecnico del contatore: il corretto valore dell’energia elettrica prelevata dal Cliente si ottiene infatti moltiplicando il dato numerico registrato dal contatore (differenza delle letture) per la costante di trasformazione K (ogni misuratore di energia elettrica ha una propria costante K, che generalmente è riportata tra i dati di targa del contatore stesso). Nel caso specifico la costante deve essere applicata a tutti i registri di misura.
Evidenziamo che quanto sopra esposto è altresì riportato nella lettera allegata alla bolletta stessa, lettera che Vi inoltriamo insieme agli elementi di dettaglio per ogni Vostra opportuna verifica … La costante K uguale a 25 è stata applicata dal  … data di decorrenza del contratto di fornitura in oggetto nella nostra titolarità.
In virtù di quanto sopra dettagliato, Vi confermiamo che la bolletta n. X del … risulta correttamente emessa e dovuta.
Scusandoci per quanto accaduto, Vi ringraziamo per la segnalazione, assicurando che tutte le comunicazioni pervenute sono tenute in debita considerazione per poter offrire un servizio sempre migliore, che possa soddisfare le esigenze dei nostri Clienti, oltre che garantire loro rispetto e cortesia”.
Infine lo sberleffo: “Vi comunichiamo infine che potrete essere contattati telefonicamente oppure via e-mail da una società di ricerca di mercato per un'indagine sulla qualità della risposta ai reclami o alle richieste di informazione. L’indagine sarà svolta et cetera et cetera Per ulteriori informazioni potete visitare il sito www.saretepoveri.it o chiamare il numero verde 800.666.666”.
Ma cosa diavolo è la costante o il coefficiente K? Traggo dal sito www.nuova-energia.com: “La costante K è il coefficiente moltiplicatore per il quale devono essere moltiplicate le eventuali grandezze adimensionali lette dal contatore per ottenere le grandezze dimensionali moltiplicando tra loro KA (costante amperometrica, propria del trasformatore di corrente TA, posto all’interno del misuratore) e Kv (costante voltmetrica, propria del trasformatore di tensione TV, anch’esso posto all’interno del misuratore)”.
Avete capito qualcosa? Ovviamente no.
Dallo stesso sito: “Uno dei più importanti aspetti per un’azienda è sicuramente la certezza che quanto le viene addebitato nell’arco della fornitura sia rispondente a quanto prelevato e non vi siano sorprese, intese come conguagli più o meno consistenti a cui far fronte al termine della fornitura. Capita però che, anche dopo diversi anni, l’azienda si veda recapitare ingenti rifatturazioni dovute a ricalcoli effettuati sui consumi di energia elettrica da parte del distributore, che si accorge tardivamente di aver mal calcolato i prelievi da assegnare al cliente a causa o di guasti al misuratore non rilevati per tempo o a veri e propri errori materiali (applicazione errata della costante di conversione dei volumi – costante K)”.
In soldoni: dapprima si fatturava con K=1, ora con K=25 ovvero (è solo un esempio) si è passati da un consumo 1000 KWh x 1 = 1000 KWh a 1000 KWh x 25 = 25.000 KWh. E questa costante K chi la determina? Il gestore? Il distributore? Forse il distributore. E come la determina? Con quali criteri? Quale la razionalità e l'equità sottesa? E, soprattutto, chi vigila? Forse ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente)? E quali sono i testi di riferimento? Forse TIME (Disposizioni per l'erogazione del servizio di misura)? Oppure TIT (Disposizioni per l'erogazione dei servizi di trasmissione e distribuzione)? Lasceremo forse indietro il TIS (Regolazione delle partite fisiche ed economiche del servizio di dispacciamento)?
Confesserò a Clara, e per primi a voi, che non ho nessuna intenzione di fare alcunché.
Come muovermi? Dovrei forse assoldare periti e un ingegnere di parte per contestare una bolletta?
D'altra parte, da quel che si capisce, la signora potrebbe persino aver torto marcio; anzi, essere considerata una privilegiata (le abbiamo applicato per anni un favorevolissimo K=1, birbantella di una bottegaia!). I furti migliori son quelli a fil di norma. Di una norma confezionata per i ladri con tanto di nastro e carta da regalo.
L
e consiglierò di tergiversare e prepararsi a pagare; e poi di chiudere: è ancora in tempo. Basta nostalgie!
Lockdown, costante K, aumento del costo vivo, astruserie tecniche: è solo una danza per ridurci in povertà. Altrimenti perché ora, contemporaneamente, tutti assieme?
Ecco la verità: quando si invocano sacrifici non ci si riferisce allo stringere della cinghia, ma a sacrifici veri e propri. Sacrifici umani; in tal caso di Italiani.
Se la piccola e media impresa è l'ossatura dell'economia italiana ... se ciò è vero ... allora siamo alla soluzione finale.
La plebaglia equivoca sempre.
Finalmente si avverano le condizioni di uno dei miei primi post: L'Italiano ribelle? Forse quello in mutande. Vedremo se impugnerà la spingarda; più facile si ritiri sotto i ponti.
Il caro energia … il caro energia … esiteremo timorosi stimolando la fiamma sotto la padella delle uova strapazzate, nel pigiare il bottone dell'abat-jour … il caro energia … il caro energia … razionamenti. Così, dall’oggi al domani. Per la guerra! Una guerra assai strana … in cui non si distinguono i contorni. Per il fatto, lapalissiano, che si sta svolgendo da noi, mica in Ucraina. Una guerra a cecio, verrebbe da dire: cosa possiamo inventarci per rendere l’ex quarto paese più ricco del mondo un’accozzaglia di nuovi pezzenti? Certo, per dargli la mazzata fatale occorrerebbe una finta guerra … oddio, cosa vedo! … Zelenski, Putin, la Finlandia! Uh, che fortuna! Le bombe, l’avanzata cosacca! Avanti Goldmann, avanti ragazzi, giù le borse, su le borse, costante K, grilli a colazione, pederasti a pranzo, usurai a merenda, transgender a cena! Riforma del catasto, flat tax, imposta tripla sui beni di lusso (la doppia camera a Fregene ereditata da zia Nicoletta), decuplicare le mazzette sulle successioni, fondazioni per il dopo morte! A chi le case dei nonni! A noi! A chi il mezzanino di mamma e papà! A noi! Il Nuovo Mondo! Pedalate! Destra, sinistra, rilancio al centro! La pseudo moglie di Silvio, la moglie vera di Fratoianni, il disinformatore capellone filorusso, biobblu, cucù, il medico dei pazzi, il cocainomane eretico, il sovranista dai cinque partiti, il radical-liberista col fard, il generalissimo dei caramba che intemera a vanvera, il doroteo del reddito di sudditanza, il sinistrato degli appalti canini, la moglie del sinistrato degli appalti canini, la zoccola centrista, il frou frou progressista, il reazionario cattolico che applaude l'abortista, meglio la fiamma trifase che trifascista, il comunardo puttaniere, il futurologo beatificato.
Un Barnum squallido, irricevibile.
L’assurdo, quale sinolo di Usura e Politicamente Corretto, è fra noi. Farine di insetti, pedofili col patentino, primi ministri che ballano epilettici, semianalfabeti candidati per seggi di primo piano nel Parlamento nazionale. E un mondo sempre più oscuro, farraginoso, truffaldino; impossibile da fronteggiare; come animali braccati non si ha che una via di scampo: la povertà tecnologica.
Oggi ho visto cos’è la povertà tecnologica: un ventenne per via Nazionale, a Roma, a correre a perdifiato su una bicicletta ecologica, col fardello di Glovo sulle spalle; e un cellulare ultima generazione saldato al manubrio: a donargli indicazioni su strade e indirizzi di clienti. Scarmigliato, la barbetta impiastricciata, la camicia a quadri che si gonfiava al venticello africano, l'avambraccio bruttato da un tatuaggio. Un esserino perduto, un insetto, anche lui.
Una casta di affaristi e legulei, corrotti e conniventi con chi dovrebbe difenderci, ecco chi domina le nostre esistenze. H24. Togliendo serenità, riposo, voglia di vivere, creatività. Il Paese più importante del mondo ridotto a una mandria di debitori; a nexus cui strappare una libbra di carne in cambio della sopravvivenza da Ciandala.

72 commenti:

  1. Caro Alceste sara' un autunno molto caldo nessun dubbio.
    Luca da Vicenza

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    1. Secondo me sarà durissimo, ma non caldo. Troppi rammolliti. Solo un folle imprevisto potrà sparigliare le carte.

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  2. Sicuramente anche all'estero le attività sono a rischio. Quello che noto, dopo tanti anni che ti leggo, è proprio la differenza in termini simbolici. La bellezza dell'Italia è sotto attacco e questo perché non bastava e non basta evidentemente un semplice impoverimento monetario.
    Ieri sono stato per quel poco che resta del lavoro a Roma centro. Vi erano, visti solo per aver parcheggiato a Piazza S.Martino ai Monti e ben evidenti nella grazia deserta di una Roma in Agosto: Numero due barboni che si cambiavano d'abito (maschio e femmina) davanti a dove ho parcheggiato, riponendo con cura i loro effetti personali sulla strada, numero una mutanda usata sotto il parchimetro, numero cinque panni stesi con le mollette su un albero davanti al Beato Angelo, numero tre bangladini scalzi che giocavano a non so cosa seduti per terra su degli stracci sotto la Torre di .
    Questa la situazione a Roma.
    Posto che anche a Lugano o a Budapest o a Bratislava arriva e arriverà una scuffia con le bollette, non capisco come possiamo concepire e quindi rendere lecito tutto questo. La guerra, anche quella reale, è anzitutto psicologica.

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    1. L'Italia fa paura per il suo retaggio millenario, intellettuale e simbolico. Per questo siamo stati abituati a disprezzarla. Molti articoli del mainstream del dopoguerra miravano a questo: indurre all'autodisprezzo. Invece i nordici ... ah che pulizia, che nitore ... ah gli Americani, quelli non sono mammoni! ... ah, le università inglesi, lì sì che si impara! ... ah la Germania, l'Austria ... lì sì che osservano la legge, mica come noi evasori fiscali mafiosi!

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    2. È una guerra su tutti i fronti che può contare su tradimenti e fiacchezze. Non parliamo dei partitini dello 0,1 percento e dei "sognatori" elettorali (parole loro) che chiedono firme... Nella foto intravedo il GRA, zona via della Maglianella se non sbaglio.

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    3. Basta firme, basta croci elettorali ... è via Casal del Marmo, dopo l'uscita dal GRA. Sono rimasto sorpreso da decine di metri di cartellonistica completamente non sfruttata. Il che può darci da pensare: eravano più indipendenti quando, grazie alle mazzette, i politici potevano permettersi manifesti e depliants e pieghevoli? E ora che vi è il vuoto son tutti allineati di fronte al padrone?

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    4. Gliel'ho detto, basta croci e basta firme. Incommentabili. Veramente una misura becera di quanto siamo caduti in basso. Te li dovrei raccontare bene.
      Sui cartelloni: Giusta osservazione, la granaglia è meno anche per loro, ma aspirano agli scarti perché questi (tutti) sono dei miserabili.

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    5. Miserabili è il termine appropriato. La colatura e lo spurgo del tempo che fu.

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    6. le "plance" elettorali sono previste da una norma legislativa del 1956 del Governo Segni I, con Sommo pontefice Pius PP. XII di venerata memoria. Sottolineo che in tale disposto, all'art. 1 ultimo comma recita: "Sono proibite le iscrizioni murali e quelle su fondi stradali, rupi, argini, palizzate e recinzioni".
      Dal canto mio, sto monitorando le rupi del mio circondario per evitare che compaiano pericolose scritte di propaganda elettorale. Grazie Alceste per quanto fai per tutti noi con il tuo blog e le tue riflessioni.

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  3. L'ultima uscita dell'osannato fesso Galimberti.

    🗣UMBERTO GALIMBERTI: BASTA CON I PROMESSI SPOSI A SCUOLA: "[...] Siamo stati anche educati malissimo. Io sono del parere per esempio che bisogna far smettere di leggere ai ragazzi i Promessi Sposi. Ve lo dico sinceramente. Perché, cosa succede? È un romanzo bellissimo, scritto in una maniera folgorante, una grande letteratura, ma non puoi dare a un ragazzo, a un ginnasiale, il messaggio che quello che conta nella storia lo fa la Provvidenza e tu non conti un tubo. Ma che discorsi sono questi? Tu conti nella misura in cui agisci nel mondo e nella storia! Ecco, questo messaggio che c'è comunque un disegno superiore che risolve tutti i problemi, ma non c'è questo disegno: o ti dai da fare o ti dai da fare!


    Io ho chiamato nichilisti attivi quei ragazzi, che sono splendidi, perché lo toccano tutti i giorni e fanno fatica a smentirlo, però si danno da fare, anche perché il futuro è biologicamente loro, il futuro gli compete per biologia. A me non compete il futuro, a loro sì. Ecco, allora ci devono credere, con la forza della biologia.

    Però un conto è la verità, un conto è la salute. [...]

    E allora se a te ti aiuta andare a Lourdes, se a te ti aiuta Padre Pio, se ti aiuta la speranza, se ti aiuta le fede, la credenza nell'immortalità, perché te la devo togliere? Ma io te le lascio tutte queste cose che ti aiutano a vivere! Però non posso negare che sono illusioni. Illusioni per vivere. Punto."

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    1. Ma chi è Galimberti? Quando un tizio viene ripetutamente pubblicato dalle multinazionali ... cosa ci si aspetta da lui? In tempi meno calamitosi egli può dar adito a una certa credibilità; quando di stringono i lacci della propaganda, però, ognuno si allinea. Vediamo cosa farà Barbero, uno che ha cercato di metter fuori la testa durante la tempesta. Sembra già rintanato, parla d'altro. Gli intellettuali veri fanno paura. Ancora si hanno timori a pubblicare il Céline più crudo ... e non solo perché dice cose inaccettabili per il Potere, ma perché potrebbe innescare un pur blando proselitismo. Quando è impossibile non pubblicarli allora li si neutralizza, li si santinifica ... riducendoli a santini innocui da citazione.

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    2. Togliere i Promessi Sposi dai programmi scolastici? Giusto! ai futuri operatori di call center e sottobosco gig economy tipo Glovo boy non servono.
      ve la immaginate la scena? Un ragazzo bicimunito, dovendo consegnare un Kebab in via Como a Roma, si perde nel traffico fantasticando su "quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno..."
      Ed al ragioniere con laurea STEM, funzionario tecno-tecnico della ACME inc. multiplanetaria con sede legale e fiscale su Marte, non vorremmo mica insegnare a fare bilanci sperando nella Provvidenza?
      Non sarei tanto preoccupato dal fatto di togliere questo o quell'autore quanto dalle possibili proposte di rimpiazzo:
      A questo punto, perché studiare Dante e l'Ariosto? non sarebbe meglio sostituirli con un bel fantasy con protagonista un eroe transgender? o far partire i programmi di Letteratura direttamente dal secondo dopoguerra (quella del golfo, ovviamente)?
      il rischio è quello di cadere nella stessa trappola dell'ora alternativa a quella di Religione, delizia riservata a studenti non credenti o diversamente credenti; togliere qualcosa, sia pur opinabile, per sostituirla con il nulla.

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    3. Un fantasy gaio al posto di Dante? Non dargli troppe idee ... a meno che ci abbiano già pensato. Ciò che mi inquieta, che mi rende furioso è, però, la totale passività di ognuno ... come se il COVID fosse stato il colpo sul mobile tarlato da decenni che l'abbia definitivamente mandato in polvere. Si faranno portare al mattatoio come mucche da pascolo.

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    4. Ricordo di aver avuto l'impressione di crollo definitivo nel marzo 2020, ascoltando il discorso col quale il Conte annunciava la chiusura dell'intera Italia. Era evidente che non sarebbe andato tutto bene, anzi... eppure, tutti ci credono o mostrano di crederci, anche oggi che abbiamo avuto un'epidemia d'influenza in piena estate (alcuni risultano positivi COVID, altri no, tutti ringraziano la scienza che ha migliorato la situazione). Tutti i miei conoscenti sono così, perciò ormai generalmente evito di replicare.

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  4. Caro Alceste il micco vive hic et nunc; una conoscente a ottobre volerà in Tanzania con il marito a fare il safari; viaggi, auto ultimo grido plug in o elettrica integrale, dieci anni di comode rate. Spendo tutto tanto poi il 27 mi ricaricano la carta di "debito", questo è diventato lo stipendio e chi vuol esser lieto sia. Non ci resta manco la speranza dei tedeschi che dopo il "lavaggio del carattere" post bellico hanno subito la sorte dei cagnetti pinscher

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    1. I Tedeschi, a quanto pare, stanno peggio di noi. Quando ti estirpano il fegato a forza di vergogne secolari ...

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  5. Ricorda quella vecchia canzone del Bobby nazionale? "Non c'è più niente da fare...".
    Io vado in giro e guardo le facce. Ancora non ho visto una sola espressione consapevole di quello che sta succedendo. Sì,  qualche commento timido, qualche rodomontata verbale, qualche piagnucolio, ma nessuna capacità di correlazione tra i vari fatti. Si è lasciato troppo correre. Un signore, dal Kenia, dove ha messo su qualcosa, esclama "Ma la volete capire che é finita?!".
    Ma noi ci balocchiamo, e poi adesso si profila il momento della crocetta salvifica.
    Cito da Benni "Era un popolo strano e sfortunato. Il benessere li aveva privati di tutto"
    Walter

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    1. La resa sembra totale. Mai vista una cosa del genere. Mai letta, mai intuita, mai studiata. Non è solo il benessere, è la scomparsa della classe intellettuale ... senza sparare un colpo ... nemmeno accademico ...

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  6. A proposito dell'uscita di Galimberti sui Promessi Sposi, interessante notare come paradossalmente, il periodo storico attuale, che più ha messo l'enfasi sulle necessità di insegnare competenze "spendibili " sul mercato del lavoro è proprio quello in cui più dilaga l'incompetenza professionale, in tutti i settori. E non parlo di competenze astratte ma di normalissime competenze professionali che una volta erano considerate scontate : riparare una caldaia, fare il 730 senza errori di calcolo, cucinare in un ristorante per 30 coperti, azzeccare la giusta diagnosi per il paziente, etc. Cinquant'anni fà trovare il professionista incompetente era un'eccezione, oggi la norma. Nonostante tutti i supporti digitali della didattica che dovrebbero aiutare molto. E nelle aziende anche peggio, non si fà più nessun passaggio di consegne e nessun affiancamento a chi entra. Io ho seriamente paura del momento in cui non ci sarà più nessuno competente, o comunque gli incompetenti raggiungeranno la massa critica e la baracca crollerà su se stessa. O forse sarà la liberazione dall'attuale monarchia universale, chissà.

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    1. Vi è da dire una cosa a discolpa degli incompetenti: è impossibile, oggi, dominare il proprio campo d'azione. Basti pensare ai ragionieri e ai commercialisti che devono inseguire i ghiribizzi normativi dello Stato in tempo quasi reale. Lo stesso dicasi per la bolletta in questione nel post: non esiste alcun riferimento intermedio fra il competente e la multinazionale. Sei solo contro di essa. Come puoi arginarne lo strapotere e preparare un contrattacco dal punto di vista giuridico? Solo per contestare quella fattura dovrei anticipare fra i 10 e i 15 mila euri in perizie e studi. Rinuncio, quindi. Passerò per incompetente ... D'altro canto hai ragione a dire come le professioni siano ormai sull'orlo del collasso: a causa del digitale che ha allungato i tempi, intricato le procedure, distrutto le relazioni interpersonali che, spesso, risolvevano problemi con un'intesa a breve. E poi c'è il crollo scolastico. Analfabeti con il computer, tecnopueri. Crollerà la baracca? Di sicuro la nostra.

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    2. Secondo me il fattore determinante è stato " ha distrutto le relazioni interpersonali ".
      In particolare nella fase di trasmissione del sapere da una generazione all'altra, tra chi ha esperienza trentennale e chi ha invece appena iniziato la professione. Mi ricordo che anni fà ho lavorato in un'azienda metalmeccanica dove uno dei caporeparto, quando gli inviavi una foto di una qualunque componente di cui io ignoravo tutto, sapeva dirti immediatamente cos'era, se era ancora disponibile a magazzino come ricambio, con che cosa poteva essere sostituito all'occorrenza.
      Tutto questo era frutto di un'esperienza quarantennale, e non c'è stato nessuno dopo di lui in grado di arrivare a quel livello di competenza. Ma la cosa agghiacciante è che alla dirigenza non fregava nulla di tutto questo. L'idea è che puoi prendere chiunque, e tanto, in un modo o nell'altro imparerà il mestiere. Con i risultati che vediamo tutti i giorni.

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    3. Come ho scritto spesso, proprio nella trasmissione del sapere e della conoscenza si è accanito il Potere. Sui luoghi dove sapere, conoscenza e saper fare potessero essere tramandati: scuole, ginecei, oratori, case del popolo, confraternite, corporazioni, università ... persino i dopolavoro hanno distrutto ... spezzare il filo della tradizione equivale a dominare un'umanità inetta. E così è. Non stupisce, perciò, l'incompetenza strutturale ... e nemmeno certi individui che, dall'alto di una tecnica impartita dai centri del Potere, presumano di darci lezioni ... continuamente ... nonostante i fallimenti più disastrosi. Occorre riannodare i fili recisi. La scuola è il primo campo di battaglia.

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  7. Leggendoti mi vengono in mente le migliaia di giovani morti gridando "viva l'Italia!"...Hanno fatto di tutto per relegarli nell'oblio, diluendo, eliminando, dimenticando, mentendo....e ci hanno lasciato nelle mani di Colao e & C. Chi oggi sarebbe solo disposto a combattere per l'Italia? Nessuno o quasi. Per riscattare la colonia Italia? Pochissimi.
    Penso che solo le anime di chi si è sacrificato per un'ideale possano diventare talmente pregnanti da distruggere il disegno criminoso che attenta alla nostre vite. La chiamerei Divina Provvidenza, nella quale confido. Grazie Alceste per la tua lucidità.

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    1. Basterebbero diecimila individui determinati a tutto ... non un esercito. Non ci resta che aspettare il momento giusto.

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  8. Sono già per strada - dove ci vediamo?

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    1. Se l'astensione supera il 50% (mai come oggi è possibile, anche se rimane un evento assai improbabile) vi convocherò personalmente per una bevuta. Prima di marciare su Roma. Ci vediamo all'uscita del GRA Aurelia (il Vaticano e Montecitorio sono a un passo).

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  9. Un’atmosfera pesante, opaca e soffocante si è stabilita sul paese, gli uomini sono depressi e scontenti e, tuttavia, sono disposti a subire qualsiasi cosa senza protestare e senza stupirsene.
    È la situazione caratteristica dei periodi di tirannia. Il generale malcontento, che gli osservatori superficiali considerano come un indice di fragilità del potere, significa in realtà esattamente il contrario. Un malcontento sordo e diffuso è compatibile con una quasi illimitata sottomissione per decine di anni; quando al sentimento della sciagura si unisce, com’è oggi il caso, l’assenza di speranze, gli uomini obbediscono finché un contraccolpo esterno non restituisca loro la speranza
    Simone Weil

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    1. E quale sarà tale contraccolpo? Rispetto all'immediato passato abbiamo perduto una quantità enorme di forza vitale. Alcuni sono disperati, altri rimangono inerti; i più fanno finta di nulla. Come possa accadere questo lo so: si preferisce morire sul divano invece di fronteggiare la più grande insidia che l'essere umano abbia mai fronteggiato: il Nulla. Pare incredibile che l'Italia, ricca di centri di irraggiamento spirituale, subisca il ruolo di vittima con tale impassibilità. A sua scusante c'è da dire che mai nella storia patria si era avuta una tale resa (leggi: complicità) di tutti gli organi intermedi fra il popolo e il Potere nichilista sovrannazionale - dagli organi contingenti (politica, sindacato, polizie, amministrazione pubblica, scuola e università) a quelli storici e tradizionali (Cattolicesimo, armi militari, cultura ...).

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  10. Nella seconda parte de L'innobinabile attuale di Calasso, la fine del mondo attraverso lettere di uomini e donne durante la seconda guerra mondiale ricorda esattamente quello che stiamo vivendo adesso...ad intervalli regolari, resistere è impossibile e la resa automatica...

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  11. Comizio elettorale della Meloni nella mia regione; 35 minuti di aria fritta; che Iddio salvi l'Italia.

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    1. In tutta sincerità: cosa vi aspettavate di diverso? Vedrai poi le listarelle antisistema cosa faranno ... Paragone si è fatto già tre partiti, è solo un esempio.

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  12. mi intrippa il PARTITO DELLA FOLLIA CREATIVA di GIUSEPPE CIRILLO detto OSCURATO (nel pronunciare Oscurato è raccomandato l'accento napoletano)
    Sandro

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  13. Pochi giorni prima che tu morissi, la morte
    aveva messo gli occhi su un tuo coetaneo:
    a vent’anni, tu eri studente, lui manovale,
    tu nobile, ricco, lui un ragazzaccio plebeo:
    ma gli stessi giorni hanno dorato su voi
    la vecchia Roma che stava tornando così nuova.
    Ho veduto le sue spoglie, povero Zucchetto.
    Girava di notte ubriaco intorno ai Mercati,
    e un tram che veniva da San Paolo, l’ha travolto
    e trascinato un pezzo pei binari tra i platani:
    per qualche ora restò lì, sotto le ruote:
    un po’ di gente si radunò intorno a guardarlo,
    in silenzio: era tardi, c’erano pochi passanti.
    Uno degli uomini che esistono perché esisti tu,
    un vecchio poliziotto sbracato come un guappo,
    a chi s’accostava troppo gridava: “Fuori dai coglioni!”.
    Poi venne l’automobile d’un ospedale a caricarlo:
    la gente se ne andò, restò qualche brandello qua e là,
    e la padrona di un bar notturno, più avanti,
    che lo conosceva, disse a un nuovo venuto
    che Zucchetto era andato sotto un tram, era finito.
    Pochi giorni dopo finivi tu: Zucchetto era uno
    della tua grande greggia romana ed umana,
    un povero ubriacone, senza famiglia e senza letto,
    che girava di notte, vivendo chissà come.
    Tu non ne sapevi niente: come non sapevi niente
    di altri mille e mille cristi come lui.
    Forse io sono feroce a chiedermi per che ragione
    la gente come Zucchetto fosse indegna del tuo amore.
    Ci sono posti infami, dove madri e bambini
    vivono in una polvere antica, in un fango d’altre epoche.
    Proprio non lontano da dove tu sei vissuto,
    in vista della bella cupola di San Pietro,
    c’è uno di questi posti, il Gelsomino…
    Un monte tagliato a metà da una cava, e sotto,
    tra una marana e una fila di nuovi palazzi,
    un mucchio di misere costruzioni, non case ma porcili.
    Bastava soltanto un tuo gesto, una tua parola,
    perché quei tuoi figli avessero una casa:
    tu non hai fatto un gesto, non hai detto una parola.
    Non ti si chiedeva di perdonare Marx! Un’onda
    immensa che si rifrange da millenni di vita
    ti separava da lui, dalla sua religione:
    ma nella tua religione non si parla di pietà?
    Migliaia di uomini sotto il tuo pontificato,
    davanti ai tuoi occhi, son vissuti in stabbi e porcili.
    Lo sapevi, peccare non significa fare il male:
    non fare il bene, questo significa peccare.
    Quanto bene tu potevi fare! E non l’hai fatto:
    non c’è stato un peccatore più grande di te.

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  14. Come in un film di Godard: solo
    in una macchina che corre per le autostrade
    del Neo-capitalismo latino – di ritorno dall’aeroporto –
    [là è rimasto Moravia, puro fra le sue valige]
    solo, «pilotando la sua Alfa Romeo»
    in un sole irriferibile in rime
    non elegiache, perché celestiale
    il più bel sole dell’anno –
    come in un film di Godard:
    sotto quel sole che si svenava immobile
    unico,
    il canale del porto di Fiumicino
    una barca a motore che rientrava inosservata
    i marinai napoletani coperti di cenci di lana
    un incidente stradale, con poca folla intorno…

    come in un film di Godard – riscoperta
    del romanticismo in sede
    di neocapitalistico cinismo, e crudeltà –
    al volante
    per la strada di Fiumicino,
    ed ecco il castello (che dolce
    mistero, per lo sceneggiatore francese,
    nel turbato sole senza fine, secolare,

    questo bestione papalino, coi suoi merli,
    sulle siepi e i filari della brutta campagna
    dei contadini servi)…

    sono come un gatto bruciato vivo,
    pestato dal copertone di un autotreno,
    impiccato da ragazzi a un fico,

    ma ancora almeno con sei
    delle sue sette vite,
    come un serpe ridotto a poltiglia di sangue
    un’anguilla mezza mangiata

    le guance cave sotto gli occhi abbattuti,
    i capelli orrendamente diradati sul cranio
    le braccia dimagrite come quelle di un bambino
    un gatto che non crepa, Belmondo
    che «al volante della sua Alfa Romeo»
    nella logica del montaggio narcisistico
    si stacca dal tempo, e v’inserisce
    Se stesso:
    in immagini che nulla hanno a che fare
    con la noia delle ore in fila…
    col lento risplendere a morte del pomeriggio…

    La morte non è
    nel non poter comunicare
    ma nel non poter più essere compresi.

    E questo bestione papalino, non privo
    di grazia – il ricordo
    delle rustiche concessioni padronali,
    innocenti in fondo, com’erano innocenti
    le rassegnazioni dei servi –
    nel sole che fu,
    nei secoli,
    per migliaia di meriggi,
    qui, il solo ospite,

    questo bestione papalino, merlato
    accucciato tra pioppeti di maremma,
    campi di cocomeri, argini,

    questo bestione papalino blindato
    da contrafforti del dolce color arancio
    di Roma, screpolati
    come costruzioni di etruschi o romani,

    sta per non poter più essere compreso.

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  15. Due segnalazioni:

    A quick refresher: As Russia entered lockdown in late March 2020, Lukashenko was railing against coronavirus as a “frenzy and psychosis,” declaring “it’s better to die standing than live on your knees.”
    In January 2022, he opined that the “pandemic” was essentially a global extortion racket.
    “I want to tell all these international crooks: enough already. They have already turned out our pockets so that there is nothing left,” Lukashenko said.
    [...]
    Belarus’ leader now says coronavirus is a “seasonal” disease—something that will probably be with us forever:
    The coronavirus is still present in our country. Right now, most of COVID-19 patients are treated at home. This kind of coronavirus is different, it is becoming a seasonal virus, as we expected. If you want to get a vaccine, it is probably a good idea. I have not been vaccinated, but I probably need to.
    https://edwardslavsquat.substack.com/p/the-perils-of-putin-tea-leaf-reading

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/09/01/covid-in-cina-restrizioni-anche-a-chengdu-21-milioni-di-residenti-in-lockdown/6787847/
    Covid, in Cina restrizioni anche a Chengdu: 21 milioni di residenti in lockdown

    Insomma, anche Lukashenko e' della partita. Dalle mie parti si stanno costruendo campi di concentramento, non so da voi. In ogni caso, buona concentrazione e buone riflessioni.

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    1. Caro Nachtigall, è probabile che tutti siano della partita. Non occorre avere "prove" positive quando il contesto storico e psicologico impone proprio questa interpretazione catastrofica. La guerra russo-ucraina è la continuazione del lockdown con altri mezzi ed entrambe il mezzo con cui instaurare il Nuovo Ordine green-pezzente.

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    2. Temo sia proprio cosi', sto scrivendo un racconto a puntate a riguardo, se mai lo finiro' te lo segnalero', penso che non sia proprio scadente (SpadaccinoNero si e' appassionato alla lettura!). Un caro saluto

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  16. Riguardo il post: un piccolo aneddoto personale dalla mia quotidianita'. Qui per fare un dispetto a Putin hanno bloccato tutte le sim russe ancora a febbraio. Io modestamente ne utilizzavo una non per telefonargli ma per accedere al mio conto in banca. Oggi ho provato per curiosita' ad interessarmi alla situazione: ho scoperto, mentre verificavo che non fosse un problema solo della mia sim, che l'operatore telefonico ad aprile mi ha cambiato da solo la tariffa (io non potevo aprire i domini .ru quindi non c'e' il rischio che l'abbia fatto nel sonno), cosi' ho anche il conto telefonico in rosso. Poco male, mi son detto: faccio una ricarica (tramite proxy), almeno anche se ora non posso usarlo, sono 'tranquillo' (si puo' immaginare!) che non me lo cancellano, visto che e' l'unico modo che ho di accedere al conto dall'estero... La carta della banca locale neanche a dirlo blocca le transazioni verso la Russia (ti sta bene Putin! oggi mi sono anche mangiato un'insalata ucraina!).
    Va be', contatto la banca russa, sicuramente sapranno come risolvere il problema. Gia' ma l'operatore telefonico locale NON permette le chiamate verso la Russia. Vado sul loro sito per controllare le tariffe e se effettivamente non e' solo un mio problema... e scopro che la Russia non e' nemmeno elencata tra i Paesi del mondo (magari una svista, ho pensato, e' piccolina). Decido allora di scrivere un'e-mail alla banca! Le e-mail so che PER ORA funzionano, ne mando e ne ricevo, qui non mi fregano.
    Infatti funziona, ricevo subito la risposta automatica: devo contattare il bot sul sito internet (disponibile dopo aver effettuato il login) o chiamare la 'linea calda' come la chiamano loro.
    'Ritornate al Vicolo Corto'.

    Provate a intentare una causa (mettiamo anche che troviate un tribunale non naso-maso-plutonico!) per fatti del genere: sono sicuro che molti fra i migliori nemmeno vedono il crimine! Pensano che sia dovuto a 'cause di forza maggiore', banali coincidenze, mentre, per dirla alla Lukashenko, e' 'essentially a global extortion racket', o, con lo Schwab, un 'great reset'. Io lo so e non me la prendo piu'. Avevo dei dubbi ma le museruole mi hanno aperto gli occhi. Il futuro e' dei proletari senza prole.

    When women become difficult of control, heartless and quarrelsome, and calumniators of their husbands, then know that the Kali Age has become strong. When men become subject to women and slaves of lust, oppressors of their friends and Gurus, then know that the Kali Age has become strong. When the fertility of the earth has gone and yields a poor harvest, when the clouds yield scanty rain, and trees give meagre fruit, then know that the Kali Age has become strong. When brothers, kinsmen, and companions, prompted by the desire for some trifle, will strike one another, then know that the Kali Age has become strong. When the open partaking of flesh and liquor will pass without condemnation and punishment, when secret drinking will prevail, then know that the Kali Age has become strong.

    [Mahanirvana Tantra]

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    1. Tutte le operazioni (sforzi, mail, preoccupazioni) che hai messo in campo - il dispendio di energie per un tuo minimo, lapalissiano, elementare diritto: ciò ha un nome: appropriazione dello spirito. La burocrazia, l'ingiusta discrezionalità, il sopruso (che il digitale rende inattaccabile) servono a distrarre continuamente l'uomo dalla spiritualità intima. Quando tempo si spreca in tali laidi maneggiamenti? Solo per affermare ciò era nostro e sacrosanto sin dal principio?
      Tutto pianificato per inglobarti nei loro vortici prosaici, per annientare la meditazione, la contemplatività ... ovvero l'intelligenza dei fenomeni ... si perdono gli anni della vita dietro a tali sconcezze ... compulsando mail, whatsapp, scadenze fiscali, scadenze elettorali ... per tacere del pattume digitale: serie TV, videogiochi, sport.

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    2. E' proprio cosi'. Fino a qualche anno fa queste cose mi succhiavano letteralmente il sangue. Oggi le vivo con estremo distacco e nel caso riportato, anche con un certo divertimento (ho aspettato mesi anche solo ad interessarmi al problema), nel constatare fino a dove si puo' spingere l'assurdo. Per ora, la mia situazione non essendo ancora tragica, riesco a riderne. Vedremo in futuro.

      Naturalmente a tanti 'diritti' conviene rinunciare e risparmiarsi la trafila burocratica. Materialmente costa ma il piacere di mandarli mentalmente a fare in culo ha pure un valore. Lasciare anche il mantello...
      A presto!


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  17. Per chi riuscirà a non farsi annientare lo spirito, quali pratiche immediate di rigenerazione/sopravvivenza è possibile esercitare (ed eventualmente trasmettere)?

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    1. Ognuno deve farsi la propria arca di Noé; e stiparla. Un film di Sokurov di qualche tempo fa si intitolava "Arca russa", girato in unica sequenza. Esso ripercorreva idealmente l'intera storia della Russia: l'arca o il film la contenevano tramandandolo ai posteri.

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    2. Progettare a lungo termine. Dei piani a 10-20-50 anni molti ridevano gia' prima, e ridono ancora di piu' ora vista la situazione quanto mai incerta. Se io inizio la frase con 'Fra vent'anni...' ho gia' perso, in media, il mio interlocutore, che se ha progetti per il fine settimana e' gia' tanto.
      Ad ogni modo, essendo la guerra una guerra per il controllo mentale, perche' il controllo e' SOLO mentale, rinunciare a fare progetti (e qui uno puo' essere tanto piu' tentato a rinunciare quanto piu' capisce cosa sta succedendo) e subire passivamente gli eventi significa capitolare: come un Sun Tzu al contrario, venir sconfitti senza nemmeno dar battaglia.

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  18. Feste di piazza
    Le carte colorate
    Gli sguardi sempre ben disposti
    A dolci ed aranciate
    I capi in testa
    Con i distintivi sfavillanti
    Si sbracciano come dannati
    Solo per sentirsi piu' importanti
    Sale sul palco
    Il numero 24 dalla lista
    Che per far presa sulla folla
    Continua a ripetere
    E' ora di finirla adesso basta!
    Tutti d'accordo
    E si puo' andare avanti
    E come previsto dal programma
    Arrivano i cantanti
    Adesso è il turno
    Di quello un po' introverso
    Che mentre si esibisce stancamente
    Pensa che è solo tempo perso
    E tutto a un tratto
    Arriva l'attrazione
    La gente applaude nervosamente
    Per mascherare un po' di delusione
    Tutto è finito
    Si smonta il palco in fretta
    Perché anche l'ultimo degli addetti ai lavori
    C' ha a casa qualcuno che l'aspetta
    Restano sparsi
    Disordinatamente
    I vuoti a perdere mentali
    Abbandonati dalla gente
    Dalla gente
    Abbandonati dalla gente

    https://www.youtube.com/watch?v=-bnbkN-RV_M

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  19. Che Roma fosse città coloniale
    dove venire in vacanza
    Ne dimorarono molti, poeti non socialmente determinati
    liberi dalla burocrazia e con un po’ di paura della polizia;
    né mancarono i bei soli, in questo secolo:
    ciò che scompariva dava un breve dolore,
    l’unico vero dolore era nei sogni; nei sogni in cui pareva
    di essere costretti a lasciare questa città per sempre!
    Non si piange su una città coloniale, eppure
    Molta storia passò sotto questi cornicioni
    (col colore del sole calante)
    e fu spietata;
    fu una scommessa tra i fascisti e i liberali:
    inaspettatamente questi ultimi, imbelli e anche un po’ buffi,
    (meridionali delicati di fegato)
    l’ebbero vinta. I forti furono battuti;
    molta storia passò all’ombra dei Ministeri,
    ma che lacrime fossero sparse in sogno per questa città
    ciò sa di miracoloso, è quasi incomprensibile;
    lacrime violente, che parevano sparse sul cosmo;
    le lacrime degli addii alle partenze senza ritorno
    Poi ricominciava la vacanza
    e una sete insaziabile di solitudine
    Molta storia passò su questo asfalto
    e lungo i muretti di pietra, insensibili al sole d’agosto,
    molta storia. I vecchi parlamentari onestamente
    con solennità sedentaria
    ripresero il loro posto, or ridenti or severi
    verso i loro elettori, condividendone la pace col mondo:
    a ognuno il suo realismo!
    Avevano vinto la scommessa nel Settentrione eroico
    nel Meridione segreto
    e un sorriso popolare o una serietà piccolo borghese
    Insomma la ritrovata dignità
    riportò pellegrinaggi di poeti liberi da classe sociale,
    senza obblighi né orari
    sì che dopo il pianto, la cosa più incredibile
    fu quel desiderio di solitudine,
    che dava una felicità completa e tenuta tutta per sé.
    Gli occhi che avevano pianto in sogno
    ora guardavano
    senza limiti di tempo o scadenze,
    con pomeriggi o notti intere davanti,
    in cui non accadeva che ciò che la storia dimenticava.
    Oh, certo, non fu serio;
    fu una vacanza
    Tutto doveva poi essere ragione di rimprovero;
    Roma fu sede di nuove battaglie.
    Da dove erano discesi questi barbari?
    Be’, erano nati qua, a via Merulana, a piazza Euclide,
    a Centocelle: e infatti bastava che impallidissero un po’
    ed ecco le faccie dei loro padri, o sconfitti o vittoriosi,
    ma tutti perduti nel passato in cui le lacrime non contano
    e il desiderio di solitudine non è serio;
    la storia ricominciò a passare,
    ma ai posteggi verso le quattro del pomeriggio c’era calma e sole
    dietro al Quadraro i prati erano deserti

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  20. Sono seduto in una delle bettole
    della Cinquantaduesima strada*
    incerto e spaventato
    mentre scadono le astute speranze
    d’un decennio basso e disonesto:
    onde d’ira e paura
    circolano per le luminose
    e oscurate contrade della terra,
    a ossessionare le nostre vite private;
    l’indicibile odore della morte
    offende la notte di settembre.
    Meticolosa erudizione può
    esumare l’offesa tutta intera che,
    da Lutero ad oggi
    ha spinto una cultura alla pazzia,
    scoprire quello che successe a Linz,
    che smisurata imago fabbricò
    un dio psicopatico:
    io e il pubblico sappiamo
    ciò che ogni bambino impara a scuola,
    coloro a cui male è fatto,
    male faranno in cambio.
    L’esiliato Tucidide sapeva
    tutto quello che può dire un discorso
    sulla Democrazia,
    e quello che fanno i dittatori,
    le sciocchezze senili che pronunciano
    a un apatico sepolcro;
    egli analizzò tutto nel suo libro,
    la ragione messa al bando,
    la sofferenza che si fa abitudine,
    malgoverno e angoscia:
    tutto questo ci è inflitto un’altra volta.
    In quest’aria neutrale
    dove ciechi grattacieli usano
    tutta la loro altezza a proclamare
    il vigore dell’Uomo Collettivo,
    ogni lingua versa a gara
    la sua scusa vana:
    ma chi può vivere a lungo
    in un sogno euforico;
    guardano dallo specchio in fissità
    il volto dell’imperialismo
    e il sopruso internazionale.
    Visi lungo il bancone
    s’aggrappano al loro giorno medio:
    le luci non devono mai spegnersi,
    la musica deve continuare,
    tutte le convenzioni cospirano
    perché questa fortezza assuma in sé
    l’arredamento di casa;
    affinché non si veda dove siamo,
    perduti in un bosco di fantasmi,
    bambini paurosi della notte,
    che non sono mai stati allegri o buoni.
    La più ventosa roba militante
    che Importanti Personaggi strillano
    è meno rozza di quel che vogliamo:
    ciò che Nijinsky impazzito scrisse
    su Diaghilev
    è vero per il cuore più normale;
    perché l’errore innato nelle ossa
    di ogni donna e ogni uomo
    bramare quel che non può avere,
    non già l’amore universale,
    bensì d’essere amato lui solo.
    Dalla conservatrice oscurità
    verso la vita etica
    arrivano gli ottusi pendolari,
    ripetendo il voto mattutino:
    “Voglio essere fedele a mia moglie,
    m’impegnerò di più sul lavoro”,
    e i governanti inetti si svegliano
    riprendendo il loro gioco obbligato:
    chi può liberarli adesso,
    chi può arrivare ai sordi,
    chi può parlare per i muti?
    Tutto quello che ho è una voce
    che smuova la menzogna nascosta,
    la menzogna romantica annidata nel cervello
    del sensuale uomo della strada
    e la menzogna dell’Autorità
    i cui palazzi palpano il cielo:
    non c’è una cosa chiamata Stato
    e nessuno esiste mai da solo;
    la fame non consente scelta
    al cittadino o alla polizia;
    dobbiamo amarci l’un l’altro o morire.
    Indifeso sotto la notte
    il nostro mondo giace inebetito;
    eppure, sparsi dappertutto,
    ironici punti di luce
    lampeggiano là dove i Giusti
    si scambiano i loro messaggi:
    oh, che io possa, composto come loro
    d’Eros e di polvere,
    assediato dalla medesima
    negazione e disperazione,
    mostrare una fiamma che afferma.
    W. H. Auden, 1° settembre 1939

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  21. L'età richiedeva un'immagine
    Della sua smorfia accelerata,
    Qualcosa per il palcoscenico moderno,
    Non, in ogni caso, una grazia attica;
    Non, non certo, le oscure fantasticherie
    Dello sguardo interiore;
    Mendicità migliori
    Che i classici in parafrasi!
    E.P.

    La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.
    A. Gramsci, Quaderni dal carcere

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  22. Farewell to this land's cheerless marshes
    Hemmed in like a boar between archers
    Her very Lowness with her head in a sling
    I'm truly sorry, but it sounds like a wonderful thing
    "I say, Charles, don't you ever crave
    To appear on the front of the Daily Mail
    Dressed in your Mother's bridal veil?" Ooh, ooh, ooh
    And so I checked all the registered historical facts
    And I was shocked into shame to discover
    How I'm the 18th pale descendant of some old queen or other
    Oh, has the world changed, or have I changed?
    Oh, has the world changed, or have I changed?
    As some 9-year-old tough, who peddles drugs
    I swear to God, I swear, I never even knew what drugs were
    Ooh, oh-oh, ooh
    So I broke into the Palace with a sponge and a rusty spanner
    She said, "Eh, I know, and you cannot sing"
    I said, "That's nothing, you should hear me play the piano"
    We can go for a walk where it's quiet and dry
    And talk about precious things
    But when you're tied to your Mother's apron
    No one talks about castration, ooh, oh-oh, ooh
    We can go for a walk where it's quiet and dry
    And talk about precious things
    Like love and law and poverty, ooh-ooh
    (These are the things that kill me)
    We can go for a walk where it's quiet and dry
    And talk about precious things
    But the rain that flattens my hair, ooh
    (These are the things that kill me)
    All their life, they make love and then pierce through me
    Pass the Pub that saps your body
    And the church who'll snatch your money
    The Queen is dead, boys
    And it's so lonely on a limb
    Pass the Pub that wrecks your body
    And the church all they want is your money
    The Queen is dead, boys
    And it's so lonely on a limb
    Life is very long when you're lonely

    https://www.youtube.com/watch?v=eubgWMwSD0k
    The Smiths, The Queen is dead
    8 settembre 43
    9 settembre 22

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  23. [da Yaroslav]
    Poco fa ho letto un post di tale Andrea Zhok, docente di filosofia che non giudico persona priva di buone intuizioni, né di buoni propositi, e che tuttavia mi sembra non cogliere alcune questioni fondamentali scadendo, un po' troppo spesso da quando ha aderito al partito-incubatore di Rizzo, Ingroia ecc., in analisi qua e là davvero superficiali, e quindi deludenti. Ora, noto di recente che un buon numero di amici, assai stimabili per intelligenza e capacità di cogliere l'insieme "a volo d'uccello", stanno facendo campagna per questo o altri partiti così detti "antisistema". Le argomentazioni degli astensionisti, come del resto fa notare Zhok, sono spesso assai inconsistenti e fuori fuoco. Ciò non toglie, a mio avviso, lo siano però in buona parte anche quelle di coloro che invece, a 'sto giro, puntano il dito contro chi si asterrà dall'esprimere un voto a favore degli "antisistema". Non starò qui a dilungarmi sulla mia opinione in merito. Mi limito a dire che, rispetto al discorso voto/elezioni, è molto simile a quella di Alceste. Tuttavia, mi piacerebbe un commento di respiro adeguato, magari un pezzo ad hoc, in risposta ad un post come quello di Zhok, poiché il fatto che molti tizi in gamba ci stiano "cascando" merita, io credo, attenzione. Non ce la si può infatti cavare con la deprecazione, con "io capisco e voi no", essendo tale atteggiamento, quello di cercare una scappatoia attraverso una formazione politica in cui riporre un tot di fiducia decisamente umano, e quindi meritevole di un qualche rispetto. Ecco dunque il post di Zhok (lo dividerò in più parti poiché il sito non mi consente di pubblicare tutto insieme a causa dell'eccessiva lunghezza):

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  24. CONSIDERAZIONI SULLA “STRATEGIA ASTENSIONISTA”
    Ho appena visto un video, tecnicamente curato, che raccoglie con cura ed esaustività tutte le voci più autorevoli a favore dell’astensionismo e tutti gli argomenti in questa direzione.
    Ringrazio gli autori di questo lavoro perché permettono così di fornire una risposta sintetica, e spero definitiva, sul tema.
    Ho raccolto tutti gli argomenti che vengono portati dalle varie voci pro-astensione; essi sono i seguenti:
    1) le elezioni sono un gioco del sistema, se sei antisistema non devi prestarti a ciò;
    2) le forze antisistema si schianteranno e non supereranno la soglia del 3%;
    3) non dobbiamo essere complici del sistema, votando si legittima il sistema;
    4) non bisogna votare perché il parlamento non conta nulla, i poteri forti stanno altrove;
    5) bisogna organizzare un movimento di resistenza al di fuori delle elezioni;
    6) noi ci dobbiamo dedicare ad altro, dove siamo liberi, sfuggendo al potere, dedichiamoci a diventare più maturi;
    7) votare non ha mai cambiato nulla;
    8 ) lo Stato, il Deep State, il Leviatano non è riformabile;
    9) in alternativa al voto potete rifiutare la scheda, registrandosi però come votanti, per simbolizzare il proprio dissenso;
    10) in alternativa al voto è possibile cambiare lo stato con dei referendum propositivi (senza valore istituzionale);
    11) in alternativa al voto si possono organizzare gli astenuti in una costituente, strutturandoli in un corpo politico per opporsi al governo.
    Provo a rispondere sistematicamente, raggruppando i punti per analogia.
    A) Gli argomenti 1) e 3) dicono che per essere davvero antisistema non bisogna giocare con le carte che il sistema stesso ci fornisce, ma bisogna rifiutare completamente il gioco.
    Brillante.
    Nella stessa ottica suggerirei di rifiutare la complicità con il sistema capitalistico non ritirando lo stipendio; di rifiutare di sostenere la globalizzazione non frequentando più negozi, ma fabbricandosi in casa tutto ciò di cui abbiamo bisogno; di rifiutare l’organizzazione statale curandoci in casa se ci spacchiamo una gamba per non dimostrare complicità col sistema recandoci ad un Pronto Soccorso, ecc. ecc.
    Questo tipo di argomenti è semplice retorica spicciola. Quando sei all’interno di un sistema non puoi mai uscirne con un semplice salto di lato. Questo è materia per romanzi e film di fantascienza. Il sistema puoi solo provare a cambiarlo dall’interno, o, se esiste la possibilità, puoi fuggire in un altro sistema (se ritieni sia migliore). Tertium non datur. Le elezioni sono una delle pochissime leve rimaste in cui esiste un meccanismo di trasmissione dal basso all’alto (mentre ogni giorno dell’anno subiamo i molteplici meccanismi di trasmissione dall’alto in basso.) Rinunciarvi perché è un meccanismo ormai debole mi sembra come spararsi quando si è malati, perché alla lunga la malattia potrebbe ucciderci.

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  25. B) Gli argomenti 2, 4, 7, e 8 sono variazioni dell’argomento che possiamo chiamare “sconfittista”: "è tutto inutile, tutto fallirà, il sistema è inscalfibile, dominano i poteri forti, votare non ha mai cambiato nulla". Naturalmente questo tipo di posizioni sono semplicemente tesi autorealizzantesi: se vi aderisci contribuisci a rendere le loro previsioni vere. Sono espressioni umorali, depresse, di autocompatimento, che hanno il grande vantaggio di non dover fare assolutamente nessuno sforzo per sostenere le proprie ragioni. Se tutti fanno come me, la sconfitta è sicura.
    E avrò avuto ragione!
    Con la stessa forza e legittimità vale però la conversa: se tutti invece si sbattono perché le cose cambino puoi stare sicuro che cambieranno.
    Ognuno poi può scegliere lo scenario su cui scommettere, ma qui siamo nel campo della psicologia, non nella politica.
    C) Veniamo ora alla dimensione propositiva. I punti 5) e 6) evocano come alternativa la creazione di movimenti di resistenza esterni, estranei alle istituzioni, dove far maturare socialmente le persone.
    Questo punto è, credo perfettamente condivisibile salvo per un punto decisivo, ovvero l’idea di potersi tenere estranei alle istituzioni. Qui di nuovo c’è un grande equivoco. La coltivazione dell’associazionismo radicato territorialmente è la base fondamentale per ogni seria attività politica e pensare che spedire qualche singolo individuo all’interno delle istituzioni sia in qualche modo sufficiente a “cambiare le cose” è una perfetta assurdità. La rappresentanza istituzionale si chiama “rappresentanza” non a caso, il rappresentante “sta per” altri, li rappresenta, e può farlo efficacemente solo se dietro c’è un retroterra ai associazioni strutturate con cui potersi consultare. Dunque la creazione di movimenti di resistenza al sistema è la carne e il sangue di un’attività politica istituzionale funzionante.
    L’equivoco però è di pensare che queste forme di associazionismo territoriale siano esentate dall’onere di rapportarsi alle istituzioni e di obbedire alle loro ingiunzioni. Per fare un esempio, nel luglio dell’anno scorso in Francia, nel bel mezzo della situazione emergenziale “anticovid”, il sistema delle scuole parentali è stato stroncato con una legge del Parlamento che di fatto ha abolito il “sistema dichiarativo di educazione familiare” (IEF, Instruction En Famille) sostituendolo con un sistema di autorizzazione preventiva, subordinata a condizioni estremamente restrittive e arbitrarie. Di fatto il sistema delle scuole parentali è stato decapitato da un giorno all’altro.
    Il punto è che senza voci di difesa solide nelle istituzioni la capacità di autoorganizzazione dal basso è sempre sotto la spada di Damocle di interventi ostativi che possono vanificare gli sforzi di anni.

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  26. D) Il punto 9) che riporto per mero scrupolo di completezza, è nel migliore dei casi una protesta simbolica ininfluente, nel peggiore un assist agli avversari. Registrarsi come elettori al seggio, ma senza ritirare la scheda per protesta sono certo che metterà una paura fottuta a Draghi e compagnia, ma a parte questo presenta possibilità di brogli simili al caso della scheda bianca (una scheda inutilizzata può essere votata a posteriori da qualche compiacente membro della commissione scrutinante).
    E) L’idea del referendum propositivo (punto 10) come modalità di cambiare le cose è un’idea, mi perdoneranno i promotori, senza né capo né coda.
    In primo luogo, a scanso di equivoci, bisogna ricordare che in Italia non esiste l’istituzione del referendum propositivo, ma solo quello abrogativo o consultivo. Dunque parliamo di un’operazione del tutto priva del benché minimo valore legale.
    Ergo, alla fine di cosa si tratta?
    Si tratterebbe di una raccolta privata di opinioni, ottenuta con campionatura sparsa, a seconda di dove si hanno le risorse per sondare le preferenze, e priva di ogni garanzia pubblica di non manipolabilità. Insomma un po’ meno che un sondaggio su Facebook.
    Come esattamente si ritiene che ciò possa incidere sul “Leviatano”, di cui si ha appena detto che raccoglie tutti i “poteri forti” e che non è scalfibile neanche col voto elettorale, boh, rimane un mistero.
    F) Ultima formula magica: l’Astensione Costituente, che, ci si dice, non è banale astensione, ma un’astensione propositiva, costruttiva, germe futuro di un corpo politico.
    In sostanza si tratta di cercare di fare di tutti gli “astensionisti consapevoli” una nuova organizzazione politica. Ottimo, un’organizzazione accomunata da cosa?
    Dall’adozione della strategia di astenersi?
    Di tutto il resto si dovrebbe iniziare a discutere dopo, magari per scoprire che di concretamente comune non c’è nient'altro o quasi.
    Dunque l’argomento in definitiva è: “Respingiamo i corpi politici esistenti, liste, partiti, ecc. perché, fidatevi, poi ne faremo uno noi di ben altra qualità.” Ma, costruire un corpo politico organizzato (che è assolutamente cruciale) presenta una principale difficoltà, non da oggi: bisogna trovare una linea comune sulla pluralità di temi che rappresentano la realtà delle decisioni politiche (quelle su cui si fanno i programmi politici). Qui si assume, per ragioni misteriose, che le persone che adottassero quella strategia elettorale astensionista avrebbero anche magicamente in futuro un’affinità politica, e capacità organizzative, tale da consentire senz’altro la costruzione di un partito.
    Siamo al puro wishful thinking.

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  27. Conclusioni.
    La strategia astensionista non è una strategia politica. È tutt’al più l’espressione psicologica della rassegnazione per una sconfitta anticipata.
    Certo, se ritengo che tutte le alternative a disposizioni siano repellenti, non votare è l’unica opzione (se mi dicessero di scegliere tra Letta e Meloni io voto Paperino, siamo d’accordo). Se uno è convinto che tutte le opzioni disponibili siano inaccettabili, ok, quello fa bene a non votare.
    In tutti gli altri casi, non votare è precisamente solo un favore all’establishment, a quegli stessi che hanno fatto tutto il possibile per mettere in difficoltà le forze antisistema costringendole ad una raccolta firme in condizioni assurde e storicamente senza precedenti. Non capire a chi questa strategia giova mi pare grave.
    Senza un’organizzazione politica non si fa niente. Non si fanno riforme, non si fanno rivoluzioni, non si esercitano pressioni coordinate, non si organizzano scioperi, non si mobilita l’opinione pubblica. Qui siamo all’ABC della politica. L’analfabetismo politico degli ultimi trent’anni ci ha fatto dimenticare le basi.
    L’ingresso nelle istituzioni non è decisivo per le persone, poche o tante, che vengono inserite nelle istituzioni stesse. Questa è solo una piccola parte. È decisivo perché si entra così in una dimensione costituzionalmente garantita e finanziata, che permette di organizzarsi meglio, di avere sedi, luoghi di ritrovo, di avere spazio nei mezzi di comunicazione, di venire a conoscenza del contenuto di atti pubblici, di dare voce alle esigenze dal basso dell'associazionismo, ecc. ecc.
    Le elezioni non sono la meta. Se va bene sono l’inizio.

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    1. Le rivoluzioni che ci ha dato l'Illuminismo (contiamole assieme) sono venute votando o tramite scannatoi? La democrazia che lo fa votare da cosa discende? Da un voto? Serve un'oranizzazione politica, lui dice. Lo consento. Ma perché deve presentarsi alle elezioni? Per fare cosa? Per mutare la cotonatura di Mattarella?

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    2. Fosse anche solo per ritoccare la chioma di Mattarella, come si dice da noi "meglio che nulla, marito vecchio"... Perché comunque c'è sempre la solita questione del frattempo. Voglio dire, in attesa di storpidire le membra e tirarsi su dal divano per imbracciare un'arma che tanto non sapremmo usare (posto che mai lo volessimo) possiamo almeno esercitarci in termini di strategia elementare.
      A perdere siamo abituati, ma c'è modo e modo, e, un filo di luce nella caverna meglio cercare di farlo passare piuttosto che no.
      Insomma, anche se con una fionda dall'elastico slentato, meglio esserci.

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    3. Ne convengo. Ciò che sta avvenendo è tuttavia interessante. Ad esempio, circolano dei collage di titoli di articoli pubblicati sui giornaloni ad opera di Cazzullo, Fazio e altri noti antiitaliani, nei quali, recentemente, si giustifica in vari modi l'astensione, fornendole una sorta di inedita legittimità (questi l'hanno sempre recisamente condannata, attraverso la retorica del dovere civico etc.). E i partitini ci si buttano a pesce: "Vedete, il Potere coccola l'astensione. Hanno paura che votiate noi!". Ora, il perché ciò avvenga, io non lo so (è in qualche modo interessante). Che il Potere tema tali formazioni politiche mi pare assai improbabile. D'altro canto, chi spera nell'implosione del sistema grazie ad un'astensione pari all'80%, spera invano, poiché non la si raggiungerà (chissà, forse un giorno, ma ne dubito), e deve comunque sapere che l'astensione di per sé non basti: ci vuole un'organizzazione che intercetti il malcoltanto degli astensionisti e agisca il rivolgimento. Ma questo costa un sacco di fatica. Perché per mettere a segno un colpo come quello di EuroMaidan (esempio recente), ci vogliono o un gigante alle spalle che tira i fili (in quel caso, più o meno come sempre di 'sti tempi, gli amerigatti), o gente disposta a rischiare la vita e che, lavorando nell'ombra, riesca a portare dalla propria pezzi consistenti dell'esercito e delle istituzioni. Non è che la Rivoluzione d'Ottobre l'abbiano improvvisata. Ogni rivoluzione ha certo le proprie peculiarità, e tuttavia non la si improvvisa, né tantomeno scoppia a caso. Quindi i famosi diecimila dotati di gravitas non bastano di per sé, devono necessariamente organizzarsi e lavorarci su. Ma siccome i diecimila non si organizzano, e forse manco ci sono, restan quelli che fanno il partitino, provandoci (perché sono certo dei buoni propositi di alcuni di quelli che si sono intruppati in certe iniziative) ma senza rischiar troppo. Che famo, je menamo?

      (Yaroslav)

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    4. Barbara e Yaroslav: alzarsi e combattere mi pare troppo ... sarei felice dell'alzarsi in piedi, almeno ... del dire no ... la Rivoluzione d'Ottobre è stata preparata nei secoli, uno smottamento dopo l'altro, come scritto. Se si dicesse no a questi smottamenti non sarebbe ammirevole? Sulle elezioni come la penso l'ho detto mille volte. Sui trucchetti per farti votare pure: gli insulti alla Meloni vengono esercitati, con maggior gaudio della Meloni e dei suoi antagonisti, solo per surriscaldare l'ambiente e attrarre il miccame ... lo stesso vale per l'astensionismo: Cazzullo e Fazio dicono: in fondo non votare ha qualche sua ragione ... e allora il potenziale astensionista: ah sì, e io allora vado a votare! Il tifo, puerile, esacerbato con manovre psicologiche da guitti di quart'ordine ... eppure funziona ...

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    5. Sulla logica del potenziale astensionista che si fa infinocchiare da Cazzullo e Fazio, convengo. Per alcuni sarà esattamente così. Vero anche che la gente si sente impotente, che del nemico, come spesso detto qui sul blog, non si ha modo di delineare i contorni (da qui la fregola di personificare di continuo), e così ci si abbandona a qualche piccola illusione, al voto al partitino dove qualcuno dice cose che tutto sommato condividi. Io credo stia capitando questo. Ogni tanto, ognuno a proprio modo, tocca prendersi una pausa. Io penso che alcuni degli amici, astensionisti di lungo corso tanto quanto il sottoscritto, che ultimamente me la menano con ISP, stiano facendo essenzialmente questo: si prendono una pausa. E li capisco. Io me ne prendo in altro modo.
      Dire no agli smottamenti... Vero. Mi ci fece pensare per la prima volta parecchi anni fa l'attuale Innominato: Vladimir Vladimirovich Putin. Forse ho già raccontato l'aneddoto in qualche precedente commento, ma vale sempre la pena... Ad un giornalista che accusava il Nostro di conservatorismo (nientemeno!), egli rispose pacato: "Sì, questo è un approccio conservativo. Ma usando le parole di Nikolaj Berdjaev, l'ottica del conservatorismo non impedisce il movimento in avanti verso l'alto, impedisce il movimento all'indietro verso il basso. E questa è, a mio parere, una formula molto buona, ed è la formula che vi propongo".
      Cari saluti.

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    6. La spia che queste sono elezioni barzelletta è dato proprio dai partitini: lo sbotto isterico di Paragone, l'appello del capellone bellico ... per tacere dell'immondo spot RAI sul voto giovane ... vai a votare, qualunque cosa, ma vai ... tutto questo ci dice molto. Sulla conservazione: è l'unico moto dell'animo da apprezzare. Il resto è autodistruzione.

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    7. La mia preferita e’ quella che era gia’ presente in Parlamento nel ruolo antisistema: ha abbandonato i 5s per essere l’antisistema dell’ex-antisistema dentro il sistema, ed ora e’ pronta per un altro giro, piu’ forte di prima grazie all’invincibile Armata Brancaleone.
      Ise

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    8. Sul “vai a votare, qualunque cosa, ma vai…”, e’ un po’ come “vai a vaccinarti, qualunque cosa ci sia (segreto militare, ma pure industriale, vuoi mettere difendere il copy right?) e qualunque effetto faccia (non l' immunita’), ma vai…”
      Se per il liquame da iniettarci han chiesto il consenso “informato”, a fronte di un’informazione secretata e malata di dissonanza cognitiva, lo stesso vale per il liquame da mandare in parlamento, che han reso un rituale al loro servizio.
      Il consenso informato (?), in cui ci si dichiara responsabili di tutti gli effetti avversi che capiteranno (sconosciuti, essendo liquame sperimentale), si applica anche al voto, con il quale si dona loro lo scudo penale o l'immunita', mentre tu ne vieni sempre piu’ deprivato attraverso trucchi e inganni legalizzati.
      A me l'astensionismo militante non interessa (non in questi tempi di visualizzazioni), e' solo una questione di rispetto che devo a me stessa.

      Non e’ piu’ tempo di vie democratiche o costituzionali, e tra poco non lo sara’ piu’ neanche per le altre; per me si illude chi crede che a stomaco vuoto la gente si svegli, non e’ cosi’, la gente si sta solo indebolendo e divenendo sempre piu’ docile, a questo serve la gradualita’ delle operazioni,
      Ora pensiamo a prepararci all'inverno e alle prossime stagioni, fin quando costoro non termineranno l'autodistruzione, che e' piu' rapida della distruzione tout court. Mi sembra l'unica cosa che resta da fare, oltre naturalmente al restare umani e solidali tra umani, al di la' degli schemi e schermi divisori.
      Saluti,
      Ise

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    9. Le vie costituzionali, poi ... che barzelletta.

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  28. Comunque volevo dire che mi fa molto piacere vedere qui ospitato uno scritto del prof. Zhok.

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    1. Ma dove si legge il professor Zhok?

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    2. Non è riportato l'autore, ma le "considerazioni sulla strategia astensionista" (qui diviso in più parti) è il testo di un post del prof. Zhok pubblicato su fb.

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    3. Rettifico, vedo che viene citato l'autore prima della suddivisione dello scritto in diverse parti.

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  29. A Yaroslav che dice:
    “E i partitini ci si buttano a pesce: "Vedete, il Potere coccola l'astensione. Hanno paura che votiate noi!". Ora, il perché ciò avvenga, io non lo so”

    La mia impressione, dal poco che vedo da fuori, e’ che si stia tentando di introdurre una variante del “no-vax” col no-voto. La classica polarizzazione che serve al potere, per distrarre un po’ dall’oscurita’ che avanza senza ostacoli.
    Potrei sbagliare, ma mi sembra la nuova versione della vecchia polarizzazione destra/sinistra, ormai invendibile, plasmata sul modello di successo del ”no-vax”. L’irresponsabile non-votante potra’ essere un valido capro espiatorio, agli occhi del bravo Cittadino, per indirizzare il malcontento dove e’ inutile che vada… almeno gli atteggiamenti sembrano un poco presagire questo.
    Del resto la colpevolizzazione del singolo, con l’appoggio dei media e dei piu’, anche per scelte facoltative e un tempo strettamente private, come un vaccino o un voto (poi una doccia, domani un figlio etc.), e’ indice del livello di obbedienza e sacrificio per il “bene collettivo” (dei filantropi), cioe’ la livella cerebrale e materiale della Nuova Normalita’ insediatasi.
    Comunque per gli italiani della diaspora e’ impossibile votare i partitini, la scelta e’ limitata ai partitoni, potenzialmente qualche milionata di voti...
    Saluti,
    Ise

    Parlando in generale, personalmente non capisco come si possa ancora parlare, oggi, di elezioni, senza vedere la normalizzazione dell'Abominio che rappresentano… accettare che si presentino dei criminali acclarati e che si doni loro l’immunita’ come niente fosse poi... boh, follia pura, a mio esclusivo parere.

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    1. I continui attacchi alla Meloni (la favorita, quindi la beniamina e potenzialmente la più votata) sono i classici colpi all'alveare. Più api disturbo più ronzio sento più altre api coinvolgo in un vortice di idiozia tipico del parlamentarismo elettivo morente. Che il voto in sé abbia solo il potere di ratificare ciò che si è già deciso lo si evince anche dal crollo verticale della forma ... nei seggi ne accadono di tutti i colori, la liturgia è annacquata, persino i militi sbadigliano: se portassero via un urna elettorale sotto i loro occhi non batterebbero ciglio.

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    2. La Meloni, oppure il caos e l’ingovernabilita’ dichiarata per installare l’obbedienza definitiva con la forza. Dipende dalla fretta che hanno. In ogni caso, se ci hanno concesso le elezioni, non e’ per farci felici. Senza dimenticare che, alla peggio, possono darci i numeri che vogliono e mettere il puppet che vogliono.

      “se portassero via un urna elettorale sotto i loro occhi non batterebbero ciglio.”
      Ma no dai! Qualcuno ci farebbe sicuramente un video, che sara’ virale sui social, con l’elettore medio che ci riderebbe o commenterebbe per dire al pozzo virtuale: “Siamo stati ingannati! Di nuovo! Come sempre! Incredibile!!! Ecco la (trecentomilionesima) prova!”

      Un altro segnale evidente, se non fosse bastato il biennio passato (o il decennio etc.), sono le loro stesse parole: uno gia’ anni fa parlava di pilota automatico delle riforme, un altro assicura che chiunque vinca non potra’ prescindere dalla campagna vaccinale, un altro ci dice che chiunque vinca “il percorso delle riforme è tracciato, nessun futuro governo potrà fermarlo”, e il portafoglio elettronico (inclusivo di tessera elettorale per la nostra gioia rivoluzionaria) sara’ portato avanti, un altro ancora, agli esteri mi pare, si fa riprendere mentre compie il Tuffo nel Vuoto sulle note di Dirty Dancing ... tutto e’ predestinato insomma.
      Stiamo sopravvivendo col debito dei prestiti UE, e senza le riforme richieste dal pilota automatico UE, non si ottengono i soldi... cosi’ ci dicono, per farci intendere che la sovranita’ politica ed economica e’ andata da un pezzo, resta in parte quella sul corpo e sul pensiero del singolo, a cui aspirano.
      Ise

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Siate gentili ...