Decifrare il passato (e il presente)

Racconti e improvvisazioni

Novità sconsigliate ai puri di cuore

30 novembre 2021

Il bivio [Il Poliscriba]

 

Il Poliscriba

Non vi è più Vandea, cittadini repubblicani. È morta sotto la nostra libera sciabola, con le sue donne e i suoi bambini … Secondo gli ordini che mi avete dato: ho schiacciato i bambini sotto gli zoccoli dei cavalli e massacrato le donne, così che, almeno quelle, non partoriranno più briganti. Non ho un prigioniero da rimproverarmi. Ho sterminato tutto ...”.

 (dichiarazione del gen. J.F. Westermann al Comitato di Salute Pubblica del 23 dicembre 1793)


Novembre 2021.
Cronaca dal bordo dell’Impero

Sono in attesa fronte porta d’ingresso di un basso fabbricato, dove ha sede l’ambulatorio del mio medico di base.
Sono le 11 e 30.
Il centro estetico dall’altra parte della strada è già gremito di esseri dal pelo superfluo, tatuati, generazione X e via risalendo per la fine annunciata dei nativi digitali.
Un tempo, in queste retrovie ai piedi delle Alpi Cusiane che furono tra le più ricche d’Italia, se non d’Europa, difficilmente si sarebbe aperta una SPA, e ancor meno, non era possibile vedere uomini e donne giovani spendere buona parte dei loro danari e del loro vivacchiare in trattamenti di bellezza, nel bel mezzo di un lunedì feriale.
Oggi il clima non lo permette, ma sullo stesso cemento, a cui do le spalle, transitano decine di ciclisti d’età diverse, ad ogni ora del giorno, segno che il lavoro giace ormai in un’altra dimensione: asiatico-balcanico-caucasica, inevitabilmente.
Un fuori tempo massimo, chino sullo smartphone, mi precede, mentre io rileggo le assurde regole dettate dai DPCM succedutesi negli ultimi 20 mesi.
Ormai  vago è il ricordo delle sale d’attesa dove si scambiavano impressioni, lamentele, dolori, consigli, qualche risata, a volte numeri telefonici, chiacchierate innocenti dal fondale del mondo. Oggi sono aree esclusive per greenpassati, vaccinati e guariti dal sarscov2, escluse ai reietti novax, terrapiattari, nazifa e chi più ne mette, più ne ha.
Il riservato soppiantato dalle riserve.
Piove sotto i nostri due ombrelli … non piove certo su Brest.
Il tizio, ad un certo istante, esulta, quasi danza sui piedi.
Incrocia il mio sguardo per niente stupito dalla sua esternazione e mosso meccanicamente da  esibizionismo contornato da  narcisismo compulsivo, del quale l’umano è ormai portatore insano, e per la quale infezione globale non esiste cura, se non un cataclisma di proporzioni bibliche, vuole mettermi a parte, senza il mio consenso informato, di tale inaspettata gioia.

Un video tiktok dei suoi figli, a cui anche lui e la ex-moglie si sono prestati, ha superato le 20K visualizzazioni, ed è in cima alla lista dei più visti della settimana.
Non rispondo: il disgusto è un rigurgito acido d’un insulto ricacciato indietro, prima di sbattere sugli incisivi.
L’uscita dell’anziana signora con ricette alla mano, un segno di diniego con la canuta testa e il capolino del medico, un sostituto, mi sostengono in questa dicotomia che mi lacera: schiaffeggiare il rincoglionito padre budino o congratularmi per tale mediocre insulsaggine.
Taccio e indico al qualunquomo la porta d’ingresso spalancata, dove lo accolgono: spray antivirale sulle mani libere, per qualche secondo, dall’aggeggio psicofonico e struscio obbligatorio, su tappetino ruvido amazonprime, delle suole fradicie d’un paio d’adidas bianche, acquistate in black friday green.
Medito se restare dietro quell’uscio, sbarrato da leggi anticovid che mi distanziano un metro più in là da un consorzio disumano che già detestavo ben prima della pantodemia.
L’aggrinzita signora mascherata e intabarrata ritorna indietro, e mi domanda se può entrare un attimo, perché ha scordato qualcosa.
"Sa, sto andando a farmi la terza dose e ho un po’ paura; mio marito è morto a ottobre di polmonite, 84 anni,  dopo la seconda, ma al centro dove si fanno i vaccini mi han detto che il pfizer non c’entra niente".
Un bivio per tutti, scelte non scelte.
Restare o fuggire?
Ma … dove?
Decido di girare la schiena all’ambulatorio; l’SSN può andare avanti anche senza la mia attiva vigilanza sullo sfascio a cui volontariamente è andato incontro, sulla piega mortifera che ha preso sotto la ghigliottina videotecnosanitaria.
La sanità privata avanza, gli effetti avversi pure; il gelo invernale non da meno, e il Great Reset sta per cozzare contro un Great Wall visibile anche da Plutone, invisibile ai ciechi che governano ciechi.
Miliardi di utenti social si affidano ai likes, ai bitcoin, all’affiliate marketing, alle monetizzazioni informate, disi e controinformate, a questo imbecille delirare di inglesismi svuota cervelli vaticinati dai nuovi plutocrati, ai sieri dai superpoteri immunizzanti e non sfiora loro il dubbio che il sol dell’avvenire abbia preso forma di un buco nero.
Mi avvio per i fatti miei.
Incrocio bipedi robusti con chignons che si fanno menare a spasso da cagnetti piscioni e imbacuccati, un tempo compagnie latranti tra le dame di Versailles.
Penso alle frementi gipsoteche di Parigi del 1790 dove si accatastavano i busti di Marco Giunio Bruto, eroe di Roma, giustiziere d’ogni tirannide, redivivo della Rivoluzione, della Repubblica, dei cantori della marsigliese e proprio non riesco a raffigurarmi un parallelismo con le gigantografie di George Floyd srotolate sui muri dei quartieri alti di Washington DC.
Come m’è impossibile legare la Thunberg a Pippicalzelunghe, se non per le trecce e le origini scandinave.
L’elucubrazioni insensate mi trascinano quasi contro la mia volontà a latere dell’hub vaccinale.
Rivedo la signora di prima, in fila davanti al mattotoio n° 5, e Vonnegut che scrive s’una vecchia Remington in un monolocale in svendita a 6 metri dall’asfalto. Sulla mia testa scivola lenta un’enorme astronave e annuncia ai vecchi che conducono vecchi incontro alla terza salvifica puntura, una fuga in una colonia extramondo, così come nel 1620 i Pilgrim Fathers si raffiguravano l’inizio di una nuova vita nel Nuovo Mondo, e un odierno over 65 italico, una vacanza Costa Crociere.
Siamo noi a girare la grande ruota del tempo, il Kalachakra, un ciclo infinito, perché siamo criceti, quindi topi, non uomini.
Alzo le spalle, schivo lo scannatoio per tanatofobici e mi dirigo verso un destino da uomo lib(e)ro incominciando a memorizzare quel pensiero del Rimbaud Africano, "Non sono venuto qui per essere felice", che anticipa di un lustro la risposta chiara, stoica, così terribilmente antisocialista dell’Immacolata Concezione a Bernadette Soubirous: "Non vi prometto la felicità in questo mondo, ma nell’altro …".

22 commenti:

  1. Saluti da un professore a cui rimangono quattro giorni lavorativi prima dell'inevitabile sospensione. A volte vorrei solo che venissero a prendermi per fucilarmi, o per vaccinarmi a forza. Così sarebbe più dignitoso, e la faremmo finita.

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    1. ma il rintocco non scoccherà il 15 per noi?
      a me dispiace abbandonare i ragazzi, forse mi farò inoculare. sono stanco.

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    2. Non so. Il decreto dovrebbe entrare in vigore il 6. Spero di avere la forza di arrivare alla fine dell'anno scolastico senza farmi inoculare. Tra l'altro sono anche precario. Che Dio ci aiuti.

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  2. Egregio,
    il Poliscriba è sempre lei? un paravento da cui farsi beffe del lettore?
    Sono molto preoccupato per la signora della terza dose. La fine del marito mi ricorda quella del papà di alcuni conoscenti, portato via da rapida "polmonite virale" a Maggio (!) scorso.
    Sono molto dispiaciuto anche per la sorte del lettore Marco, che del resto sarà forse anche la mia, fra non molto.
    Si tenga da conto.

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  3. Mi domando come mai Alceste dovrebbe fingere e prendere le sembianze del Poliscriba, quando è già Alceste...
    E quel bellissimo scritto in cui il Poliscriba narrò la sua formazione nella Fabbrica torinese e dell' ultimo compagno che se ne andò regalandogli un libro?
    Alceste infilerebbe la campagna romana anche in un racconto epico norreno.
    Su col morale, docenti. Piuttosto si parlava (Alceste parlava),una pagina fa, di organizzarsi...
    Organizzazione... Non male come vocabolo, peccato che Gaber non l'abbia decantato... Preferì la "partecipazione"...

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  4. Molti temono la pan(to)demia ma verosimilmente non sarà questa a sterminare l'umanità.
    Alcuni, molti di meno rispetto ai precedenti, temono gli effetti a corto/medio/lungo termine del magico siero mrna ma neppure questo contribuirà significativamente a dare una sforbiciata alla popolazione.
    Se sei "di destra" hai paura dei komunisti e degli immigrati; se sei "di sinistra" vedi sollevarsi lo spettro dei nazifa razzisti. una rassicurazione per entrambi: non ci sono più ormai da decenni né komunisti né nazifa degni di tali denominazioni.
    Se sei maschio, etero e magari pure cattolico sei preoccupato per via delle femministe e dei movimenti LGBT; se sei femmina, laica e magari ti riconosci in una qualsiasi delle declinazioni "queer", riconosci nel patriarcato e nell'omofobia la radice di ogni male. Dormi pure sonni tranquilli, tu che ti riconosci in un mondo in bianco e nero o in uno qualsiasi dei colori dell'arcobaleno, maschi e femmine, etero e non, cis e trans sono solo locuzioni senza senso perché ormai impera ovunque il neutro indistinto e fungibile.
    Puoi temere le previsioni apocalittiche di Greta Cassandra Pippicalzelunghe Thumberg o quelle, altrettanto apocalittiche, che si paventano dopo la decarbonificazione e la deindustrializzazione... ma fritto in padella o bollito in pentola con aromi naturali e spezie è forse il sonno della morte men duro?
    Tutti temiamo qualcosa, tutti siamo vittime della paura ma ignoriamo che, forse, la maggior parte di noi è già morta proprio a causa della paura più profonda e nascosta: la paura di vivere.

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    1. Alessandro pialla seguace in 5 mosse, assai elegantemente:

      http://ilpedante.org/post/un-trionfo-triste

      (commento di Alessandro70 del 3 dicembre)
      Ottima summa della situazione attuale nel suo secondo commento. Redime il messaggio di apertura, e il commento a cui rispondo qui, che mi risultano un po' bolsi nel loro moderatismo.

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    2. Che tristezza ritrovarmi "moderato" quando qualsiasi estremismo risulterebbe parodistico e da operetta.
      Aborrisco il marxismo in quanto quel filosofeggiare socio economico denuncia una profonda ignoranza di ciò che è realmente umano; vorrei essere di destra se ci fosse una destra degna di questo nome e non parlo di partitonzoli ma di idee e cultura, entrambi non pervenuti. Potrei identificarmi in un cristianesimo utopistico quanto la cavalleria di Don Chisciotte ma rischierei di svegliarmi o di rinsavire.
      Allora senti cosa fo', soddisfazione non ti do, divento...

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    3. ... qualunquista, anarchico, radicale e quando è carnevale, il travestito fò.

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    4. Avrei potuto usare un termine migliore di "moderatismo" (e anche a questo sarebbe stato preferibile "moderazione") in effetti; la prima parola che mi era venuta in mente in realtà fu "cerchiobottismo", rivolto ai secondo e terzo capoversi del tuo commento "se sei di destra...se sei di sinistra...se sei maschio...se sei femmina..ecc.", ma tendo ad autocensurarmi nei termini giornalistici e quelli inglesi che mi vengono sulla punta della lingua, quindi mi sono autocensurato e il secondo termine che mi è venuto è stato infelice. Avrei potuto scrivere "ecumenismo pretesco" ma ti sarebbe venuta ancora più a male. Mi fa piacere comunque che consideri moderato un insulto, riconosco che io avrei reagito peggio.
      Credo che se sei di sinistra e sei donna hai poco da temere nell'esprimere le fantasmagoriche paranoie che citi, anzi ti daranno pure una medaglia.

      Un discorso a parte sulla destra. Credo nemmeno esista. Questa dicotomia dx/sin c'è dal tempo del "risveglio dei popoli" e da allora fino ad ora solo una delle due parti ha continuativamente spinto al sovvertimento dell'ordine delle cose per come si dispone naturalmente se lasciato a sé. Tutti gli altri, dagli indifferenti agli infastiditi agli scandalizzati si sono ritrovati, loro malgrado, a appartenere a varie gradazioni di destra. Io la destra non l'ho mai votata, ho semplicemente smesso di votare, non credo di essere l'unico?
      Gli "estremisti di destra" gira e rigira sono sempre gente confusa che professa vaghe credenze nietszcheiane, tipo G.Fioravanti o i balordi della strage del Circeo. Chi vorrebbe essere accostato a costoro? Il loro "attivismo" ci ha tra l'altro accollato le 1300 pagine di 'La scuola cattolica' premio strega 2016, e ora c'è pure il film.
      Del resto, il fanatico con la sua pulsione ideale l'avrà sempre vinta sui rimbrotti di quello che vuole essere lasciato in pace.
      Senza sinistra, non c'è ragione di destra: non ha ideali propri, consiste solo nell'esistere senza pensare a rincorrere chimere di uguaglianza che si susseguono in là e sempre più in là.
      Quindi è naturale che la destra in Italia sia un'accolita di rubagalline. Un guscio vuoto che assicura prebende è naturale esca per opportunisti.

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    5. Mi considero più un disilluso che un moderato, in quest'ultima categoria, che giustamente ha apostrofato come cerchiobottista, rientrava anche il suo sinonimo che è l'ecumenismo pretesco di stampo democristiano.
      Il manifesto politico del cerchiobottismo italico è: siamo liberali ma anche socialisti, cattolici ma anche laici, sosteniamo la famiglia tradizionale ma siamo aperti anche a soluzioni eterodosse, statalisti ma favorevoli alle privatizzazioni...
      ciò che volevo esprimere era un po' differente:
      Sei socialista se vivi di prebende statali, sei liberale se non vuoi pagare le tasse; sei cattolico se coi preti ci mangi ma se per lavorare ti serve la tessera del partito ecco che diventi laico e via discorrendo.
      La tiritera della dicotomia dx-sx serve solo per polarizzare l'interesse dell'elettore, è come il burattinaio che mostra ai bimbi Pulcinella che tira manganellate in testa ad Arlecchino... per un bimbo di cinque o sei anni quella lite è vera ed è noto che l'età mentale media dell'elettore italiano è di poco superiore.
      concordo pienamente sul fatto che la destra italiana sia un'accolita di rubagalline. Da decenni la sinistra ha colonizzato la cultura italiana, l'ha svuotata di senso e di significato distruggendola irreparabilmente ma la destra non ha, da parte sua, prodotto alcuna alternativa. La conseguenza è che oggi in Italia non si può più parlare di produzione culturale e la classe politica, da questo punto di vista, è figlia di questa immensa lacuna.
      Parlare con esponenti di sinistra vuol dire entrare nel ginepraio del polcorretto eletto a sistema dogmatico mentre provare ad interloquire con un destrorso significa cadere nel vuoto più spinto: anche queste sono solo due declinazioni differenti di un atteggiamento sostanzialmente paraculoide che accomuna le due categorie.
      La vera alternativa al binomio destra sinistra non è il centro. è l'alto.

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    6. Nella prima parte della sua risposta lei descrive il tipo umano più diffuso in ogni tempo e in ogni luogo, l'opportunista amorale. Mi viene in mente un episodio della guerra civile inglese, in cui il governatore scozzese alla morte di Cromwell temporeggiò e poi tradì il mandato parlamentare e passò dalla parte dei monarchici perché freddamente li pronosticò il cavallo vincente, e fu egli stesso poi determinante alla Restaurazione (del figlio del re decapitato).

      Sul resto niente da aggiungere, se non che il passaggio dalla sinistra comunista alla sinistra polcor lascia sempre beffardamente interdetti ogni volta che ci si soffermi a rifletterci. I polcor sono per lo più classe media: il loro patologico empatizzare per la categoria di ultimi di tempo in tempo più alla moda rivela la base del loro agire, la ricerca e continua riaffermazione di una presunta superiorità morale ("i buoni"), analogamente a come le elite si giudichino tali in base alla loro maggiore disponibilità di capitale (materiale e sociale), mentre i ceti più umili si crogiolano nella loro superiore durezza e machismo.

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  5. Cesare fui e son Iustinïano,
    che, per voler del primo amor ch'i' sento,
    d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano...

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  6. ''non era possibile vedere uomini e donne giovani spendere buona parte dei loro danari e del loro vivacchiare in trattamenti di bellezza, nel bel mezzo di un lunedì feriale''

    Alla fine si torna sempre a rimpiangere gli anni del boom (che pure hanno contribuito – eufemismo - a costruire quella che un intellettuale da social presentemente definisce ''società signorile di massa'' – come che ne scrivesse, prima di più decenni, N. Gomez Davila - la quale sembra far tanto soffrire chi ha qui suo bazzico).

    Insomma, io deploro questa sorte di attaccamento a un'etica capitalistica del lavoro in chiave italico-nostalgica.

    Ma, si sa, io odio gli anni ‘50 e ‘60. Del Novecento.

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  7. Quante menti libere,e quale spazio rimane oggi per loro?

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  8. ESSERE DI DESTRA

    Destra e Sinistra sono designazioni che si riferiscono ad una società politica già in crisi. Nei regimi tradizionali esse erano inesistenti, almeno se prese nel loro significato attuale; in essi poteva esservi una opposizione, però non rivoluzionaria, ossia mettente in questione il sistema, bensì lealistica e in un certo modo, funzionale; così già in Inghilterra, dove si poté parlare di una His Majesty’s most loyal [1], ossia di una «lealissima opposizione di Sua Maestà». Le cose sono cambiate dopo l’affacciarsi dei movimenti sovvertitori di tempi più recenti, e si sa che in origine la Destra e la Sinistra si sono definite in base al luogo occupato rispettivamente nel parlamento dagli opposti partiti.

    A seconda dei piani, la Destra assume significati distinti. Vi è una Destra economica a base capitalistica non priva di una sua legittimazione se essa non prevarica e se la sua antitesi è il socialismo e il marxismo.
    Quanto ad una Destra politica, essa di rigore acquista il suo pieno significato se esiste una monarchia in uno Stato organico: come ne è stato il caso soprattutto nell’Europa centrale, in parte anche nell’Inghilterra conservatrice.
    Ma si può anche prescindere da presupposti istituzionali e parlare di una Destra nei termini di un orientamento spirituale e di una visione del mondo. Allora esser di Destra significa, oltre ad esser contro la democrazia e contro ogni mitologia «sociale», difendere i valori della Tradizione come valori spirituali, aristocratici e guerrieri (in via derivata, anche con riferimento ad una severa tradizione militare, come, ad esempio, è avvenuto nel prussianesimo). Significa inoltre nutrire un certo disprezzo per l’intellettualismo e per il feticismo borghese dell’«uomo colto» (l’esponente di una antica famiglia piemontese ebbe paradossalmente a dire: «Divido il nostro mondo in due classi: la nobiltà e coloro che hanno una laurea» e Ernst Jünger, di rincalzo, valorizzò l’antidoto costituito da un «sano analfabetismo»).
    Georges Bernanos

    Georges Bernanos (1888-1948)

    Esser di Destra significa anche essere conservatori, però non in un senso statico. Il presupposto ovvio è che vi sia qualcosa di sussistente degno di esser conservato, il che però mette di fronte ad un difficile problema ove ci si riferisca a ciò che ha costituito l’immediato passato dell’Italia dopo la sua unificazione: l’Italia ottocentesca non ci ha lasciato di certo mi retaggio di superiori valori da tutelare, atti a servire da base. Anche risalendo più indietro, nella storia italiana non s’incontrano che sporadiche posizioni di Destra; è mancata una forza unitaria formatrice quale è esistita in altre nazioni, da tempo rese salde da antiche tradizioni monarchiche di una oligarchia aristocratica.

    Comunque, nell’affermare che una Destra non deve essere caratterizzata da un conservatorismo statico s’intende dire che debbono bensì esistere certi valori o certe idee di base come un saldo terreno, ma che ad esse debbono venir date diverse espressioni, adeguate allo sviluppo dei tempi, per non lasciarsi scavalcare, per riprendere, controllare e incorporare tutto ciò che via si manifesta col mutare delle situazioni. Questo è il solo senso nel quale un uomo di Destra può concepire il «progresso»; non è il semplice movimento in avanti, come troppo spesso si pensa soprattutto fra le sinistre; di una «fuga in avanti» ha potuto parlare acconciamente, in questo contesto, il Bernanos («Où fuyez-vous en avant, imbéciles?») (2). Il «progressismo» é una fisima estranea ad ogni posizione di Destra. Lo è anche, perché in una considerazione generale del corso della storia, con riferimento ai valori spirituali, non a quelli materiali, alle conquiste tecniche, eccetera, l’uomo di Destra è portato a riconoscere una discesa, non un progresso e una vera ascesa. Gli sviluppi dell’attuale società non possono che confermare questo convincimento.

    [CONTINUA...]


    di Julius Evola

    (tratto dal “Roma”, 19 marzo 1973)

    al link l'articolo completo: https://www.rigenerazionevola.it/essere-di-destra/

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    1. Tutto condivisibile quel che dice il barone, specie l'osservazione che in Italia manca il codice comportamentale sviluppato nei secoli dalle aristocrazie di altri paesi di più antica fondazione. In Italia si è più liberi di assumere atteggiamenti plebei (leggi: naturali, spontanei) senza dover subire grosse stigma, ma questo si paga con ogni guerra puntualmente persa, e il minor prestigio nei consessi internazionali che ne consegue.

      Sulla Destra, io chiamerei i suoi valori, essenzialmente, normalità: la rosa rimane quella che è, comunque la si voglia chiamare, intendevo questo. Roberto Pecchioli nel suo penultimo articolo (battaglia culturale parte prima) chiama la destra progressismo lento (la sinistra è progressismo andante) e così esprime bene quello che volevo intendere.

      Sul "Tradizionalismo": non è forse esso stesso un concetto postmoderno, quindi progressista, dunque anti-tradizionale? Se si è fedeli a una tradizione concreta, che sò, quella cristiana, ci si pone in antitesi con qualsiasi altra, che sò la confuciana.
      Da come suona il termine, al Tradizionalista dovrebbe importare poco se si adotta l'una istanziazione concreta di tradizione o l'altra, basta che si aderisca a una tradizione (che poi vista tale interscambiabilità, diventa "la" Tradizione astratta). Tale relativismo non è implicitamente progressista? E' un ragionamento assai astratto, ma spero di aver reso l'idea.

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    2. Ciao barabba

      Mi e' sfuggita la tua risposta, spero che leggerai questo commento. Intanto grazie per le osservazioni.

      Destra = normalita', dici, esatto. Nelle lingue slave pravo, destra, significa anche Legge (quindi Ordine), l'avverbio pravyl'no sta per "giusto, nella maniera corretta". Come in inglese "right", che richiama nuovamente il concetto di Legge (diritto).
      Sinistra. Un presagio sinistro. Sinistramente, in modo sfavorevole, infausto. Nelle lingue slave “levyy”, che pure ha la stessa sfumatura sinistra e ricorda – ironia del destino - un certo (Moses Mordechai) Levy, meglio conosciuto come Carlo Marx.
      La sinistra si definisce solo in maniera negativa, come opposizione, e solo quando e' gia' in atto una degenerazione (quindi ad esempio si dividono i PARTITI, che come i PARTIGIANI, sono di PARTE, esprimono una PARZIALITA' finanche nell'etimo).

      Naturalmente cio' in teoria e senza alcun riferimento alla destra politica attuale in Italia (ammesso e non concesso che si possa anche per scherzo chiamare "destra"... ma per capirci).
      Questo - il fatto che i rappresentanti non siano minimamente all'altezza - non toglie niente all'Idea, altrimenti, per la stessa ragione, dovremmo svalutare tutto. Prendi il Cristianesimo, valutalo per i suoi esponenti piu' in vista oggi e ne rimane un mucchio di merda. Senza con questo voler offendere la merda, che svolge un'importantissima funzione.

      Per fortuna il Cristianesimo e' altro, la Destra e' altro.

      Preferisco il riferimento al GIUSTO che al NORMALE perche' NORMALE, in un mondo invertito, si presta ad equivoci. Il GIUSTO rimane ancorato alle "terre immobili"*.

      Sul progressismo lento, senza aver letto Pecchioli, dico questo: la REAZIONE, il reazionismo, e' tecnicamente progresso (AZIONE + REAZIONE danno un risultato, che e' una sintesi delle due, nel FUTURO), mentre RESISTENZA (termine caro alla sinistra) implica un voler bloccare il tempo, il che naturalmente non e' possibile, ma guarda la forma mentale! Secondo me Evola definisce bene cosa vada inteso per progresso: chiarito questo, si puo' lasciare il progressismo (degenerazione materialista dell'Idea) ai sinistri. Il termine "progressismo" e' proprio brutto e lo lascerei da parte, lento o no che sia.

      Sul Tradizionalismo: si tratta senz'altro di un concetto postmoderno, come affermi; in un mondo dove la Tradizione e' la norma, non esiste "tradizionalismo". Ma cos'altro rimane? Oggi bisogna per forza ripartire da un confuso ricordo per andare AVANTI (reazione).
      A parte gli errori in buona fede bisogna considerare che come tutte le cose suscettibili di essere utilizzate a fini di potere, quello "tradizionalista" e' un movimento pesantemente infiltrato (penso ad esempio al teosofismo - non Teosofia come si fanno chiamare -, il cui unico fine a quanto ho capito sembra il voler relativizzare tutto, per depotenziare il Cristianesimo).
      Ma vediamo se riesco a risponderti, per come io ho capito, ovviamente.
      Alceste dice "siate qualcosa". Mi sembra sia lo stesso messaggio. Logico che se io e te diventiamo qualcosa, senza specificare cosa, probabilmente saremo in conflitto fra di noi o nel migliore dei casi ci ignoreremo l'un l'altro. E pero' in alto saremmo uniti da questo "esser qualcosa", di contro al non esser niente. Qui sta la chiave di tutto. Diverse razze, diversi climi, etc. necessitano un adeguamento del linguaggio: il messaggio pero' e' sempre lo stesso, o meglio va nella stessa direzione. Il messaggio stesso e' in "progresso", il Cristianesimo e' un progresso rispetto alle tradizioni che lo hanno preceduto (Soloviev).
      E allora i non-cristiani sono "arretrati"? Ni...
      Qui mi sembra buona la soluzione di Tolstoj, in Anna Karenina.

      [Continua...]

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    3. ”Non so forse che le stelle non camminano”? Si domandò, guardando un vivace pianeta che aveva già mutato la sua posizione nel ramo superiore d’una betulla. “Ma io, guardando il movimento delle stelle, non posso immaginarmi la rotazione della terra, e ho ragione dicendo che le stelle camminano.”
      “E gli astronomi potrebbero forse capire e calcolare qualcosa, se prendessero in considerazione tutti i complessi e svariati movimenti della terra? Tutte le loro meravigliose conclusioni sulle distanze, il peso, i movimenti e le rivoluzioni dei corpi celesti sono basate soltanto sul movimento apparente degli astri intorno alla terra immobile, su quel medesimo movimento che adesso é dinanzi a me e che é stato così per milioni di persone durante i secoli, ed é stato e sarà sempre eguale e potrà sempre essere verificato. Ed esattamente nello stesso modo come sarebbero oziose e vacillanti le conclusioni degli astronomi non basate sulle osservazioni del cielo visibile, in rapporto con un meridiano e un orizzonte, così sarebbero oziose e vacillanti le mie conclusioni non basate su quella comprensione del bene che é stata e sarà sempre eguale per tutti e che mi é aperta dal cristianesimo e può essere sempre verificata nell’anima mia. La questione poi delle altre credenze e dei loro rapporti con la divinità non ho il diritto e la possibilità di risolverla.”

      Ho dato un colpo al cerchio e uno alla botte? Non credo, ritengo piuttosto che siano diversi i piani.

      Un'ultima cosa, parli di aderire ad una tradizione piuttosto che all'altra come se uno potesse scegliere. E' piu' vero il contrario, ovvero che sia la tradizione a scegliere te, non senza un motivo. La tradizione e' quella del luogo in cui si nasce e vive. Se sta stretta, si cambia luogo (Guenon ad esempio), ma non e' detto che uno riesca ad integrarsi del tutto e in verita' cio' e' molto difficile. Per questo se un italiano che vive in Italia afferma di essere buddhista, a me vien da ridere.

      * A lato delle grandi correnti del mondo, esistono ancora individualità ancorate nelle "terre immobili". Sono, di massima, degli sconosciuti che si tengon fuori da tutti i trivi della notorietà e della cultura moderna. Essi mantengono le linee di vetta, non appartengono a questo mondo - pur essendo sparsi sulla terra e spesso ignorandosi a vicenda sono uniti invisibilmente e formano una catena infrangibile nello spirito tradizionale. Questo nucleo non agisce: ha solo la funzione a cui corrisponde il simbolismo del "fuoco perenne". In virtù di essi, la Tradizione è presente malgrado tutto, la fiamma arde invisibilmente, qualcosa connette sempre il mondo al sovramondo. Sono coloro che vegliano. [Rivolta contro il mondo moderno, J. Evola]

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    4. Caro Nachtigall, grazie della risposta. Ne hai messa di carne sul fuoco!
      Non resisto a dire la mia su Guenon: secondo me voleva più che altro epater les bourgeoises, all'epoca l'esotismo non era ancora banale e in più ai francesi piace ostentarsi tipi eccentrici. Molto suggestiva l'ultima immagine di Evola degli uomini ieraticamente ancorati nelle terre immobili, dalla tua ultima nota asteriscata.

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    5. Ahah! E allora ti consiglio "Quando Giorgio Manganelli scrisse di Guénon".
      Mi ha strappato un sorriso.
      https://www.rigenerazionevola.it/quando-giorgio-manganelli-scrisse-di-guenon/

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  9. Belle nuit, ô nuit d’amour
    https://www.youtube.com/watch?v=R-MbbebSQjQ
    https://www.youtube.com/watch?v=AA8lS3J14Bg

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Siate gentili ...