Il Poliscriba
Ridicolo l'acculturamento che è stato promosso e promesso dalla scuola dell'obbligo e dalla laurea facile post-sessantottina che ci ha reso tronfi saccenti, incapaci di usare le mani per procurarci la sopravvivenza al di fuori del frigo e del forno.
Terribile il disprezzo statalizzato di uno Stato progressista contro le arti pratiche di cui eravamo ricolmi in esperienza, saggezza e tradizione scaturita dalla sorgente di evi dagli abbagli luminosi, sfuggenti da pieghe oscure, esercitato “democraticamente” allo scopo precipuo di importare schiavi a basso costo che non hanno passione per l'artigianato, l'arte e la storia dei popoli che li ospitano, ma famelica necessità di arrivare prima sugli ultimi brandelli di quel che rimane della carcassa europea.
L'analfabetismo doveva essere piegato per far posto all'ignoranza di massa sulle questioni di critica al sistema.
Il sistema - freddo, cinico, burocratico, statistico, onnipervasivo - continua a ripeterci che, prima di lui, c'era la barbarie, dopo di lui, l'anarchia, in mezzo, in un presente amorfo, la globalizzazione, l'amalgama fluida, senza spigoli, bordi, confini, di cose e persone, che sgomitano per un pasto caldo ogni 8 ore in una cella da pagarsi con un debito trentennale.
La paura di essere "liberi" - liberi come un cacciatore kazako che addomestica le aquile per abbattere il lupo grigio o la volpe rossa, senza colpe bioecoanimaliste o veganchic - viene lanciata dal braccio armato della "democrazia" sulle nostre vite sempre in fuga dall'incontro con l'altro, in fuga da un "noi" solo più ipotetico, una sghemba iperbole di piazza, di rivoluzione senza calore che non sia l'ennesima protesta cromatica, l'inconcludente reazione social, ritualizzata, svuotata di ogni senso, infarcita di luoghi comuni, pensati, scritti, liofilizzati da apparati esterni a noi, interni alla fabbrica del consenso, che ci aiutano a digerire l'indigesto vivere la nostra misera esistenza di produttori/consumatori di inutilità.
Una fuga anche dal proprio sé, attraverso un continuo cambiarsi d'abito, mutare pelle ... questo camuffarsi camaleontico che ci viene raccontato essere l'essenza della flessibilità nelle relazioni sociali: "non-essere" mai, quindi, divenire senza volto, sfuggevoli proprio come il male, il nemico che ci divide tra e in noi, il maniaco da serial tv che imperversa perverso … del resto, chi è normale?
Tutti gli egoismi, gli anarchismi, i menefreghismi, avrebbero senso se ci fosse ancora un individuo a cui riferirsi, ma intorno si vedono soltanto orifizi disincarnati dai loro sistemi nervosi, insensati, appunto, il vuoto ovviamente ovvio; dietro le gabbie toraciche ... muscoli pulsanti involontariamente, espletazioni organiche coronariche, nessun sentimento; davanti a questi automi pacificamente invasati, rassegnati, disperati, imbecilli ... un desco mortifero d’anime frollate, di oggetti da afferrare, sbranare senza se e senza ma, rapidamente, più velocemente degli altri non-esseri, oggetti pure loro, sacrificabili sull'altare dell'ara pacis, della pace fiscale, del reddito di inconclusione, dell'autoreplicazione infinita, del cannibalismo che ancora definiamo civiltà.
Anch'io sento il desiderio di congedarmi da questo baccanale orribile, ne sono disgustato e ci vuole un coraggio granitico che provenga dalle viscere della terra o dagli spiriti dei propri penati, per scagliare contro il muro della decadenza senza fine tutta la propria veemenza e squarciare il cemento per ridare forma all'orizzonte, al futuro, alla speranza, alla nobiltà di essere e di essere umani, alla nobiltà della sconfitta che fu cara ai pochi samurai integerrimi e asceti sulla via del bushido.
Un coraggio che non mi è stato trasmesso in eredità, perché sotto i miei piedi ho calpestato asfalto, sopra la mia testa mi è stato tolto l'azzurro ed ogni sfumatura pittorica tra l'alba e il tramonto, tra la notte di antiche lune e il risveglio di giovani soli.
Sulla mia breve scala genealogica riscontro i germi di un credo acritico postbellico, di un pensiero debole, fiacco, gelatinoso come giusta via per l'emancipazione da povertà, ignoranza, malattie, fatica.
I fotogrammi che si susseguono di avo in avo, mostrano un addolcirsi di tratti somatici, un manifestare delicatezza esteriore, una forma estetica che si raffina per meglio adombrare la decomposizione di un forte carattere.
Avi che mi hanno trasmesso la loro visione, la loro versione della storia, che mi hanno confuso, mettendo sullo stesso piano inclinato e lasciando rotolare in me: rivoluzione, reazione, ribellione, anarchia, nichilismo, egotismo ... sempre più giù, sempre più in profondità nel mio minuscolo involucro di carne e sangue (forse).
Come potevo discutere i loro insegnamenti? Ribellarmi?
All'interno dei clan kazaki, che ancora sopravvivono al nostro cieco progressismo, non ci sono ribellioni adolescenziali, crisi mistiche, un linguaggio di frattura con la tradizione del gruppo. Non esiste la parola IO, perché, se esistesse, il loro mondo si sgretolerebbe all'istante e il loro cacciare perderebbe di senso.
E il loro NOI, non è omologante, schiavizzante, abbruttito da un'ideologia totalitaria, è un unico corpo, un comune respiro, spirito circolare che ammanta di vita i cicli naturali, nella gioia, nel dolore, nella salute, nella malattia, nella forza, nella debolezza, nella pace e nella guerra, nell'amore e nell'amicizia collettiva, nel brevissimo tempo di vita umana disteso sulla via che congiunge la fanciullezza alla vecchiaia separando la culla dalla tomba… un medioevo tranquillo tra due ondate di peste.
Essi sanno, da veri cacciatori, che la prima preda in cima alla catena alimentare è l'uomo.
Noi pensiamo sia il contrario, in quanto, ciechi, sordi, privi di tatto e gusto, non scorgiamo predatori più scaltri.
Miseri mortali, stupide vittime di noi stessi.
Sta per scoppiare o implodere, decidete voi. I sistemi lo fanno. Le persone continuano ad essere quello che sono, più o meno furbe, corrotte o matte, aggrappandosi al proprio particolare, ma non serve di fronte all'onda anomala. Molti saranno trascinati via con le loro miserie e forse sarà bene così. Che il nuovo inizio vi trovi pronti! "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà".
RispondiEliminaPuo anche essere come dice I'll poliscriba pero' faccio not are che in Italia ancora non vivete in uno stato di polizia,godete ancora di un po di liberta sembra poca cosa ma un margine di liberta di manovra per organizzarvi CE l avete percio'approfittatene ,in piu avete l'intelligenza e l'indole ribelle cosa non da poco , qui da me invece fucili a pompa e guardie ovunque per I poveri, c'e' da aver paura a prender un cappuccino, poi non voglio insistere a fare I'll Bastian contrario lagnoso ma credere che dall'est vengano esempi e modelli da applicare e da imitare li da voi mi sembra un vero sopruso ,il materialismo ateo e' tutto quello che vi possono insegnare questi popoli diseredati ,umanita 0 solidarieta si finche c'e da dividersi LA miseria ma se c'e' da dividersi LA torta nisba ,l'est e' il nuovo regno dell'ebreo ,L'Ebreo Pontefice Massimo del culto di Mammona
RispondiEliminaL'incapacita' di usare le mani, oltre che dall'impostazione educativa statale, e' dovuta a noi stessi che ci siamo fatti irretire dal falso progresso e dalle merci a basso costo. Un tempo se non sbaglio, dopo la scuola, si aveva modo di andare alla bottega ad imparare un mestiere. Perche' le botteghe erano ancora delle officine funzionanti e fonti di raffinato artigianato, arte, e mestiere insieme.
RispondiEliminaQuando si comincia a dare la colpa a se' stessi di quello che ci succede si comincia anche a trovare il modo perche' non succeda piu'. Siccome abbiamo ancora le mani, volendo possiamo ancora imparare ad usarle al meglio.
Questa poesia parla chiaro: "Non ci troverete"
Non ci troverete
Quando cercherete un piccolo panettiere, non lo troverete.
Un calzolaio, o un piccolo artigiano a cui chiedere un favore.
Non lo troverete.
Vorrete una torta, un mobile su misura, l’aggiustamento di una persiana, o un consiglio su un nuovo elettrodomestico che duri qualche anno, non lo avrete.
Non è una richiesta, e neanche una protesta.
Non è una rivendicazione politica e neanche una minaccia.Non ci troverete.
Vorrete un negoziante con cui consigliarvi per un trapano, un chiodo o una vernice.
Vorrete saper come usare un oggetto o quale flauto è meglio per vostro figlio.
Vorrete una pasticceria come una volta, o la pasta fatta in casa.
Un formaggio vero.
Un piccolo bar, un caffè come si deve.
Non ci troverete.
Vorrete riparare un vecchio lume, o rifare il tessuto.
Vorrete aggiustare un triciclo a cui siete affezionati, o il seggiolone.
Vorrete un consiglio su un pavimento, un dottore che ascolti le vostre paure.
Non ci troverete.
Non ci saremo più.
Spazzati via da grandissimi centri commerciali dove altri poveretti sottopagati a tutto saranno attenti tranne che a voi.
Che non sapranno nulla di quello che chiederete loro.
Centri commerciali illuminatissimi in città buie.
Circondati da lunghe sequele di negozi chiusi in vie un pò sporche e poco sicure.
Forse allora chiederete aiuto, forse vorrete trovare un amico, una luce, un consiglio, una bettola, una chiacchiera, una comunità.
Sarà tardi.
Non ci troverete.
Alcune cose vanno fatte per tempo.
Il tempo di un risveglio e di un ritorno alla comunità, all’impegno e alla lotta è arrivato.
E’ ora.
Se aspetterete,
Non ci troverete.
Fonte: http://francesconeri.altervista.org/?p=378
Ise
Poliscriba a proposito di coraggio dia un occhiata qui digiti "ken O'Keefe attacchi parigi" questo si che e' alzare I Toni fare i Nomi non come I controinformatori di casa nostra capaci solo di perdersi in preamboli manierosi l'unica cosa di cui sono capaci e' lo spirito di conservazione dei Loro stipendi da lacche'congiurati ,l'unico modo di esporre una rete criminals e' fare i Nomi ,Fare I Nomi e cognome e Etnia , facile dire LA finanza Apolide i plutocrati I globalisti I rettiliani kalergi I'll signoraggio e tutta quelle serie di teorie da acchiappa merli che non sono altro che paraventi tirati su nei Millenni da quella schiatta di degenerati reietti in diaspora permanente i Giudei senza patria che se ne vanno a ramengo per LA Terra , chissa se mi faranno Giusto tra I giusti in Israel's ci terrei non l'ho mai visatata
RispondiEliminaMi piacerebbe un pezzo in cui Alceste tratti di Vice, una redazione dove fanno di tutto per portare avanti una linea editoriale per i gggiovani del futuro nonostante magari molti loro miti remano al contrario(paradossale quando spingono artisti di trap e rap omofobi,ignorantoni e non proprio PolCor).Tratterei anche dei formidabili servizi di Antonio Loconte su un canale di Bari che invece descrivono in modo sorprendente la realtà dei nostri tempi.Ci si può trovare tutti i mali e i pregi della società italiana senza bisogno di aggiunte...da tramandare ai posteri.Attenzione lo stile potrebbe sembrare quello delle inchieste mediaset ed invece i servizi essendo molto meno post prodotti hanno una forza e credibilità ben superiori
RispondiEliminaIl fascino della libertà è prerogativa di chi la sappia riconoscere in ogni suo respiro. Subire il fascino del cacciatore kazako presuppone la forza del commuoversi inchinandosi ad accarezzare increduli il germoglio di una margherita tra le crepe ( oramai diffusissime comunque ) dell'asfalto. E' indiscutibile il ruolo fondamentale della tradizione nel tramandare cultura, l'umiltà del saperla riconoscere nella sua immanenza, nonostante la frustrazione estrema nel vederla calpestata e derisa. E la mia esperienza di oggi nel trovare artigiani attenti, abili, cortesi e disponibili nella capacità della massima comunicazione e farmi salire dal cuore il bisogno assoluto di esprimermi così : ' sono davvero felice di avervi conosciuto: mi avete fatto riconciliare con la vita '. E riscontrare come le mie parole abbiano trovato una imbarazzata felicità di riconoscenza mi hanno dimostrato come solo nella sinergia della buona volontà si può moltiplicare anche l'infinitesimamente piccolo, come la margherita tra le crepe dell'asfalto
RispondiEliminaLe rivelazioni dell'ex marine sono sconvolgenti - ne parlavamo da mario, al bar sotto casa, ed eravamo tutti molto preoccupati -
RispondiEliminae quasi tutti stavamo veramente pensando di trasferirci in kazakistan
Uhhh che pignoli bisogna capire tra le righe il messaggio del poliscriba,cerca il buon poliscriba di non recitare il
RispondiEliminalutto di Un popolo di questi tempi tutti ne son capaci , di fare piagnistei e di 2 fare I minuti d'odio Siam capaci tutti ma al contrario il poliscriba prova a darci qualche speranza qualche segno che non siamo ancora da loculo ,e poi sul marine bisogna essere proprio in malafede per dire che non e' da tutti spiattellare in TV LA verita',manco sulla carta igenica si azzardano a scriverla I vostri controformatori per paura di essere scoperti ,per non citare i vari salvini moavero e chissa chi altri che per andare a tagliare LA torta dei 70 anni di israele soon sempre pronti mai che abbianoUn impegnoUn intoppo improvviso ,e voi massa di appecorati ancora a credere a questa gente, roba da Matti meglio I'll marine 100 volte meglio di tutti I vostri politici pifferai magici
quale marine vi riferite?
RispondiEliminaDigitate :" Giovanni preziosi articolo da LA vita italiana " e " Leon degrelle messaggio ai Giovani Europei " per riaccendere un po l'amor patrio che ormai in.
RispondiEliminatanti Italiani si va perdendo , questi personaggi andrebbero studiati a scuola al posto di quei pervertiti inculomani psicotici depravati cocainomani di Freud e dei suoi congeneri circoncisi Della scuola di francoforte trasferitasi poi a Chicago Giusto per avvelenare tutto il globo come una piovra ,LA piovra giudaica che tiene I tentacoli ovunque
Ma se vi trasferite in Kazakistan andate dritti dritti nella bocca del Golem!
RispondiEliminaGuardate alla capitale Astana (anagramma di ..tana) e cercate le sue moderne creazioni architettoniche, tipo la piramide della pace, dell'architetto Lord Foster, che fu socio di Lord Rogers che...oops. Architettura high-tech, che originalita' questi architetti post-moderni, una forma nuova, la piramide! Si cambiano il nome ma la sostanza non cambia. Ai liberi popoli delle steppe asiatiche non rimane altro che il deserto del Gobi e il Taklamakan per poter continuare a (soprav)vivere liberi.
Il materialismo ateo e' quello che ha travolto la Cina e con lei tutte le periferie in cui si sta espandendo compresa l'Asia Centrale e il sud-est, in stile Kaonashi https://www.youtube.com/watch?v=wxoAtHDK9gw
Per quel che ho visto io, se ci deve essere un AntiCristo, la Cina e' in pole position. Una prateria razziata e resa inabitabile, con aria, acqua, cibo, terra tossici in maniera irreversibile. Non per niente ora vanno nelle praterie africane.
Sta dando una bella mano al nulla che dilaga, come profetizzo' la Storia Infinita...https://www.youtube.com/watch?v=ojWMTJd88LI
Pero' si puo' trovare qualche scrigno che conserva il suo tesoro anche ad Est, come spero ancora ad Ovest.
Ise
Torrediguardia. Ma de che?
RispondiEliminaNell'alto della torre a difesa del nostro antichissimo retaggio spirituale, decrepiti cardinali sodovizietto si dimenano con varipinti coccocopricapi sgargianti...
Sodo blade runner: bruciate la Bibbia! Il capitolo di Sodoma e Gomorra un insulto alla futura fanta-enciclica: "liquid avaritia quod
universae putredine".
https://www.maurizioblondet.it/cardinale-coccopalmerio-presenzia-ad-un-festino-con-droga-francesco-lo-sa/
Anonimo di nome R
Condivido ogni parola Poliscriba, certo noi dobbiamo fare i conti con quello che sappiamo, ormai. Dobbiamo smetterla di concepire l'iconcepibile...possibile?
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