Roma, 18 settembre 2018
In tale blog la merda è stata evocata più volte. Benché sia refrattario al turpiloquio nonché alla coprolalia discorsiva, trovo assolutamente deliziosa la risposta di tale Jean Asselborn a Matteo Salvini. Un apprezzamento insidiato dal rimpianto: avrebbe dovrebbe essere Salvini a rivolgerla ad Asselborn. E perché avrebbe dovuto? Con tale parola, se davvero fosse un conducator, egli avrebbe affossato simbolicamente il concetto stesso di democrazia europea. Un taglio netto. Ma Salvini è grasso. L’ho sempre detto. È l’attor giovane di destra. Quello di sinistra è, oggi, Luigi Di Maio, abile a sostituirsi, grazie alle intuizioni del maggior stratega d’Italia, Beppe Grillo, la Bocca della Verità, ai teneri esserini di sinistra, fatui e corrotti, colati fuori dei cessi del Sessantotto e dintorni. Entrambi, Salvini e Di Maio, a modo loro, sono grassi. Pasciuti. Non soffrono. Credono, fermamente, irrefutabilmente, alla democrazia. Al funzionamento democratico delle istituzioni: italiane, europee, internazionali. Ogni tanto sbottano, come certi mariti nei riguardi delle mogli: mai, però, si augurerebbero una separazione o un divorzio. Divorziare, in pieno 2018, equivale a dormire in auto lungo i marciapiedi della vita. E allora si dà in escandescenze, di tanto in tanto; si bofonchia; si lanciano dichiarazioni da wrestling.
Lo so, ho deluso taluni. Ma cosa posso farci? Sulla lunga distanza si delude sempre qualcuno, a parte la mamma.
Il wrestling americano lo si guarda con la bocca semiaperta dallo stupore. Chi non sa che quelle sono pagliacciate? Eppure si tifa. Gli sceneggiatori di tale farsa, americani sino al midollo, conoscono i propri polli da batteria: approntano gli spettacolini psicologici manichei più rozzi e incredibili: e gli spettatori ci credono! Attenzione: anche quelli che dicono di non crederci vi prestano fede! La loro coscienza lo esige: credere a qualcosa è sempre meglio che recare sulla spalle martoriate della postmodernità un irridente scetticismo! La lotta wrestling, le tenzoni, i dissing: a confronto Bud Spencer e Terence Hill sembrano Ionesco. Sul ring sfilano: il nazionalista col bandierone americano; il cattivo mediorientale; il buono irlandese; il buono di colore; il cattivo ariano; il cattivo scorretto, ma simpatico; il buono vittima dei cattivi organizzati; il buono che vince sul cattivo in un ultimo anelito da Fort Alamo; il cattivo che vince col trucco. In mezzo: invidie, rancori, storiacce: tutto inventato di sana pianta. E tanta ciorgna, per usare una parola cara a Lidia Ravera, autrice di Porci con le ali. A tale caravanserraglio di allucinato kitsch, ricco di papponi, mafiosi e idioti steroidei, aderì, con una disinvoltura straordinaria, Donald Trump, una delle nostre ultime, flebili, speranze.
Tutto finto, stupido; di una stupidità talmente crassa che si potrebbe affettare con il coltello dell’intelligenza più ottuso. Eppure ci si crede. Ci credono. E, come detto, questo il dato di sconvolgente importanza, anche chi non ci crede, in fondo, vuole crederci: anela crederci. Al wrestling. E alla democrazia. Una barzelletta, ma ci dobbiamo credere! Riflettiamo: cosa ci rimane? Per dimostrare a noi stessi che non siamo iloti, muli da stanga, criceti da ruota di un basso edonismo, ma cittadini liberi! Citoyens! Uomini liberi in una libera democrazia! Non ci resta che votare! Il segno di Bertoldo, la croce da analfabeti, simboleggia il filo d’acqua della credulità a cui ci abbeveriamo con la foga d’una latente disperazione. Dobbiamo votare! E credere che i voti, quei nostri voti, nero su bianco, passino, con fedeltà democratica, a essere concretati, da figuri sconosciuti e sbracati presso il seggio elettorale, sino a numeri oggettivi; che tali numeri, che presumiamo, senza saperlo!, oggettivi, vengano recepiti, con rigore asburgico ed efficienza disinteressata, da anonimi passacarte digitali al Ministero degli Interni, secondo regolamenti, diportamenti, abitudini, gerarchie, leggine, prassi di cui nessuno (e dico: nessuno!) conosce l’intimo funzionamento. A parte i custodi e le vestali assegnati a tali rituali massonici. E, poi, credere che tali voti, resi definitivi e pubblicizzati urbi et orbi dalle televisioni e dai giornali meno credibili dell’Occidente, contribuiscano a eleggere (a rendere eletti!) figuri a noi sconosciuti, e creder, perciò (conseguenza mirabile, questa), che tali elementi di scarsa intelligenza e moralità e comprendonio operino secondo le nostre aspettative! Per cinque anni! Siamo al miracolo! Alla fede inconcussa! All’accettazione immediata e fideistica del sanguinamento dei pani di Bagnoregio! Da una “X” buttata a casaccio, dopo una campagna elettorale confusa, incomprensibile, viziata e demente, arrivare al nostro rappresentante ideale: di classe, di sentimenti, d’azione! Una ascesa mirabile, celestiale, beata! E ci si crede! Si crede all’ascesa! E non alla discesa, gnostica, di eone in eone, dall’Uno Perfetto alla Materia Inorganica, dalla bocca al culo insomma, per cui la buona fede nella “X” si deteriora, si peptonizza, lungo l’apparato digerente dello Stato, falso e mistificatore, sino a produrre ciò che produce ogni apparato digerente. E le breccole di risulta le chiamiamo eletti! Rappresentanti del “poppolo”! Democratici! Questo è davvero misticismo progressista!
Joe Dante, nel suo Soldato maledetto, illustra con candore la truffa dei riti democratici. Se il risultato elettorale non ci piace lo cambiamo: che problema c’è? afferma con nonchalance la mammasantissima del Partito Repubblicano, modellata sulle forme propagandistiche di Ann Coulter. Joe Dante è un ingenuo progressista, ovviamente, e quando rivela tali magagne allude solo all’elezione pre-Twin Towers di G. W. Bush. Un limite preciso dei liberal americani. Che i Bush e i Clinton (cinque mandati presidenziali) siano fratelli nella Monarchia Universalis (che servono con fervore) a Joe Dante manco passa p’‘a capa.
Dobbiamo disfarci del mito democratico, delle elezioni, del cambiamento … si vota per cambiare! Certo, si vota sempre per cambiare, e per cosa altrimenti? Anche Clemente Mastella, recentemente riverginato dalle sentenze e dalla pietosa istituzione della prescrizione, si candidò a sindaco di Benevento per cambiare: e fu eletto, a stragrande maggioranza! Sindaco di Benevento. Cambiamento. Mastella.
“Merde!”, si favoleggia controbattesse il generale Cambronne a Waterloo, agli inglesi che ne intimavano la resa. Su tale bisillabo è opportuno evocare Victor Hugo. Ne I miserabili egli si effonde su Pierre Cambronne con un panegirico assai interessante: “Fulminare con tale parola la folgore che vi uccide, è vincere. Rispondere così alla catastrofe, dire questo al destino … far in modo da restare in piedi dopo essere caduto, annegare in due sillabe la coalizione europea, fare dell'ultima delle parole la prima mescolandovi la folgore della Francia, chiudere insolentemente Waterloo con il martedì grasso, completare Leonida con Rabelais … perdere il terreno e conservare la storia, dopo quella carneficina far ridere alle spalle altrui”.
La “merde” di Cambronne assomiglia allo sguardo del genio di cui parla Leopardi: avere contezza immediata, totale, dello sfacelo significa elevarsi sino alla vittoria. Lo stesso affermò Pascal: di fronte a ciò che ci sovrasta nella distruzione noi opponiamo l’intelligenza: anche qui la vittoria. Quando tutto sembra perduto l’unica via di ritrovare sé stessi è il rifiuto totale. Attenzione! Quando vi dite, nell’animo: votare non serve a niente! In tal caso non siete sinceri! Lo so! Il vostro è ancora un “no” che contiene un residuo di “sì”! Un “no” che sia un “no”, l’inconcepibile, ontologica, possanza del “no” evangelico: ecco la cruna dell’ago, la porta stretta! Si può passare la vita ad aspettare la pienezza di quel “no”! A volte si muore senza averlo mai pronunziato! La porta stretta, la cruna! Solo quando l’anima, affinata dal fuoco del dolore e dalla verità, dirà un “no” che è un “no”, senza residui e riserve, un “Merde, alors!”, allora saremo pronti per osare. Solo allora! Merde, alors!
Di fronte alle scariche di fucileria inglesi i granatieri di Cambronne si fecero massacrare. Rileggete le ultime parole: "si fecero massacrare". Questo, oggi, in tempi di strage delle illusioni, è impossibile. Quei soldati, quegli uomini, erano antropologicamente diversi da noi, come una scimmia da un santo. Tutto è avvenuto in un paio di secoli. Riflettere su quel “si fecero massacrare” per maturare il “no” definitivo: questo il compito a casa. Avete anni a disposizione.
La famiglia, in assenza di comunità, indebolisce: questa un’altra, durissima, verità.
Perdere tutto: mi piace. Dire “no” a tutto, radicalmente. No, non serviam, merde!, preferirei di no. Fine dei giochi, dei teatrini. Dopo centosettant’anni un nuovo spettro si aggira per l’Europa: il “no” irriducibile, assoluto, alla democrazia. Non alla democrazia quale concetto, ma alla democrazia salma, pus, mummia, cartapecora. No. Ecco il credo, il programma inscalfibile, ciò che rende tremebondo il potere. Sapere che, sotto le ceneri dell’entropia morale, dell’edonismo, dell’amoralità, del dominio finanziario, cova non un risentimento, ma una scelta inconciliabile e opposta che mette sé stessa in ballottaggio con la morte. No.
Dracula, in forma di pipistrello, aleggia fuori delle finestre della camera da letto di Lucy Westenra. Un piccolo colpo ogni tanto, sul vetro: la dolce insistenza del predatore. Lucy avverte una strana urgenza nelle viscere, la sensazione che una forza maestosa voglia farla cedere; il rilascio delle membra, la voglia che risale lungo le cosce nude. Basterebbe aprire la finestra per placare il desiderio e diluire sé stessa nell’estasi; nonostante la razionalità detti i suoi comportamenti, ella già pregusta, nell’angolo dell’anima esposto all’annullamento, il deliquio, la disfatta, l’orgia bestiale di sesso e sangue. Se fosse davvero forte potrebbe dire “no”, un “no” definitivo, e Dracula sarebbe sconfitto: un vampiro, se non invitato, non ha il potere di varcare la soglia delle case. Ma Lucy, trasognata e bramosa, già si alza: nei brevi attimi fra il giaciglio e la finestra sappiamo che dirà “no”, ma un “no” senza convinzione, un “no” che diverrà un “sì”.
La
ritroveremo pagine dopo, le labbra “tinte
di sangue fresco, che lungo il mento le colava sul bianco candido
[della] veste - ora aperta, in sensuale disordine, sul petto - che
doveva essere il suo abito da sposa”.
Stringe a sé, voluttuosamente, un neonato, sua prossima vittima.
Anche la protagonista di The addiction potrebbe dire no alla vampira Annabella Sciorra, anzi è la vampira stessa a incitarla: dimmi di no! dimmi di no! Ma negare, negare definitivamente, equivale a passare per la cruna di un ago.
Alla “merde” di Cambronne dedicò un atto unico Sacha Guitry: Le mot de Cambronne, appunto. Guitry lo traspose in cortometraggio cinematografico nel 1937. Egli impersonava il generale, ovviamente: a riposo, svaporati i fumi della cordite e del sangue, la petulante moglie inglese al fianco. La parola in questione rimane sospesa nell’aria per tutti i quaranta minuti, maliziosamente inespressa; un colpo in canna che nessuno si decide a esplodere: nel consueto turbinio di garbate chiacchiere e lepidezze: ciò in cui Guitry è maestro. Alla fine sarà la servetta, graziosa quanto imbranata, a esclamare il memorabile bisillabo: sol perché ha lasciato cadere un vassoio.
Sacha Guitry è un altro genio misconosciuto, e lo diverrà sempre più. La parola d’ordine PolCor: l’ultima cosa è sempre la migliore. Il passato è inservibile: lo si dimentichi, quindi! Il sottoscritto, invece, ama proprio il passato; e, ancor più, si delizia nell’assegnare onori postumi, nel classificare, nel riscoprire e rivalutare ciò che rileva nella costellazione della storia (almeno quanto ama seppellire e ricoprire nella dimenticanza ciò che fu immeritatamente recato agli altari dalla mediocrità del conformismo).
Anche la protagonista di The addiction potrebbe dire no alla vampira Annabella Sciorra, anzi è la vampira stessa a incitarla: dimmi di no! dimmi di no! Ma negare, negare definitivamente, equivale a passare per la cruna di un ago.
Alla “merde” di Cambronne dedicò un atto unico Sacha Guitry: Le mot de Cambronne, appunto. Guitry lo traspose in cortometraggio cinematografico nel 1937. Egli impersonava il generale, ovviamente: a riposo, svaporati i fumi della cordite e del sangue, la petulante moglie inglese al fianco. La parola in questione rimane sospesa nell’aria per tutti i quaranta minuti, maliziosamente inespressa; un colpo in canna che nessuno si decide a esplodere: nel consueto turbinio di garbate chiacchiere e lepidezze: ciò in cui Guitry è maestro. Alla fine sarà la servetta, graziosa quanto imbranata, a esclamare il memorabile bisillabo: sol perché ha lasciato cadere un vassoio.
Sacha Guitry è un altro genio misconosciuto, e lo diverrà sempre più. La parola d’ordine PolCor: l’ultima cosa è sempre la migliore. Il passato è inservibile: lo si dimentichi, quindi! Il sottoscritto, invece, ama proprio il passato; e, ancor più, si delizia nell’assegnare onori postumi, nel classificare, nel riscoprire e rivalutare ciò che rileva nella costellazione della storia (almeno quanto ama seppellire e ricoprire nella dimenticanza ciò che fu immeritatamente recato agli altari dalla mediocrità del conformismo).
Sacha
Guitry, questo grande imbonitore, argutamente cinico e facondo,
ingannevole nella brillante leggerezza con cui ammanta la profonda
conoscenza del meschino animo dell’uomo. A suo modo un moralista
classico. Come si fa a non amarlo? Ho
ucciso mia moglie,
Le
perle della corona,
Erano
nove celibi,
Il
romanzo di un baro,
Facciamo
un sogno
… e Quadriglia,
una storiella di corna in fondo … bugie, ravvedimenti,
rabbonimenti, permutazioni; e una sequela di chiacchiere … si viene
rapiti da continui mulinelli di brevi facezie, motti, insinuazioni,
allusioni … parole, parole, parole … il piacere della
conversazione, del monologo: arti ormai in disuso. Chi costruisce più
tali impalcature verbali? E soprattutto: chi è in grado di
sostenerle, sul palco o, in secundis, di fronte alla telecamera? Per
reggere una parte occorre essere attori, ovvero: attori di teatro,
temprati dalle bizze e dalle cattiverie di un pubblico variopinto,
imprevedibile e stizzoso. Temprati: infuocati dalla sincerità della
contumelia e del dissenso, e raffreddati, di colpo, in una
detumescenza felice, dagli applausi e dal tributo disinteressato;
sera dopo sera, ad affinare copioni e battute, in un’alternanza che
costruisce l’acciaio del mestiere, passo dopo passo. Che bravo
Guitry con le parole! Ci gioca! In Quadriglia
assistiamo a mezz’ora di battibecchi fra lui e la deliziosa
fedifraga Gaby Morlay! Mezz’ora e non un briciolo di noia! Tale è
l’arte.
La servetta che lascia cadere il vassoio in Le mot de Cambronne è Jacqueline Delubac, la Louise Brooks di Francia. Anche lei … deliziosa, deliziosa! Capisco … comprendo, signori, gli sdilinquimenti di Cèline per le ballerine, per le forme affusolate, aggraziate … la gioventù che trabocca discreta dai lunghi muscoli del corpo, impercettibilmente guizzante, attimo dopo attimo, e coperto d’un velo impalpabile di sudore … il delizioso afrore sulle tempie, dopo le prove, verso l’attaccatura dei capelli dove consegnare un bacio leggero e voluttuoso: e quanto voluttuoso! Ci piaccion le ragazze, via! Dobbiamo ammetterlo. Si vuoti il sacco! Mi piacciono, mi ci sciolgo … la leggera peluria sulla nuca … le caviglie delicate, i talloni nudi … spesso arroganti, di una giovanile arditezza, irrequieta e schietta, amabilmente incompiuta, inconsapevole della sua forza … le silhouttes nervose e scattanti … la vita, fremente, da cingere con le mani e addomesticare sino a noi. Guitry si invaghì perdutamente di Jacqueline Delubac: non una grande attrice, certo, ma una indimenticabile presenza. Osserviamola: una aristocrazia sorgiva ne permea le movenze, il sorriso segue lo spalancamento naturale e sbarazzino degli occhi chiarissimi … in alcune sequenze Sacha deve contenersi per non sbaciucchiarsela … lo capisco … le circonda le mani, cicala, prende tempo, vibra in tutto il corpo … Jacqueline, Jacqueline … capisco Céline, Guitry e me stesso … a Macron e Asselborn certi tipi fisici non dicono nulla, comprendo anche questo.
La servetta che lascia cadere il vassoio in Le mot de Cambronne è Jacqueline Delubac, la Louise Brooks di Francia. Anche lei … deliziosa, deliziosa! Capisco … comprendo, signori, gli sdilinquimenti di Cèline per le ballerine, per le forme affusolate, aggraziate … la gioventù che trabocca discreta dai lunghi muscoli del corpo, impercettibilmente guizzante, attimo dopo attimo, e coperto d’un velo impalpabile di sudore … il delizioso afrore sulle tempie, dopo le prove, verso l’attaccatura dei capelli dove consegnare un bacio leggero e voluttuoso: e quanto voluttuoso! Ci piaccion le ragazze, via! Dobbiamo ammetterlo. Si vuoti il sacco! Mi piacciono, mi ci sciolgo … la leggera peluria sulla nuca … le caviglie delicate, i talloni nudi … spesso arroganti, di una giovanile arditezza, irrequieta e schietta, amabilmente incompiuta, inconsapevole della sua forza … le silhouttes nervose e scattanti … la vita, fremente, da cingere con le mani e addomesticare sino a noi. Guitry si invaghì perdutamente di Jacqueline Delubac: non una grande attrice, certo, ma una indimenticabile presenza. Osserviamola: una aristocrazia sorgiva ne permea le movenze, il sorriso segue lo spalancamento naturale e sbarazzino degli occhi chiarissimi … in alcune sequenze Sacha deve contenersi per non sbaciucchiarsela … lo capisco … le circonda le mani, cicala, prende tempo, vibra in tutto il corpo … Jacqueline, Jacqueline … capisco Céline, Guitry e me stesso … a Macron e Asselborn certi tipi fisici non dicono nulla, comprendo anche questo.
Tali
inclinazioni non escludevano estasi veneree davanti a tipi più
terragni, certe adorazioni stillanti delle pagnottone … da
stringere a piene mani ... eravamo fatti così ...
Totò
si innamora di Franca Faldini: alta, sottile, bruna: una bella
sefardita ventenne dagli occhi cerulei. “Da
quando t’ho incontrata m’è sbottata la primavera in cuore”,
dirà il Principe, così scaldato dall’amore da forgiare,
inconsapevole, un endecasillabo e un settenario. La Delubac d’Italia
gli rimase accanto sino alla morte. Qualche abitante di via Boccea,
l’antica Cornelia dei Romani, ricorda ancora la coppia mentre si
recava all’ospizio dei trovatelli, un canile di più di cento
randagi, che Totò finanziava personalmente. Il Principe si
accoccolava, quasi cieco, fra i suoi amici muti, commovendosi alle
storie dei loro scampati pericoli, agli uggiolii, alle manifestazioni
festose. Non c’erano caporali lì, solo animi sinceri.
Rinunciare
alla democrazia per salvare l’Italia. Come faccia a reggersi in
piedi l’Italia, peraltro: tale è una questione su cui meditare.
Lavorare, si lavora in pochi, oramai, a meno di non considerare
lavoratori italiani gli immigrati afghani, bangladini, cinesi e
ucraini. Un esercito di pensionati, neonati e studenti italici
assiste alle manovre delle minoranze lavorative senza troppo
comprendere il disastro. Minoranze che vantano, al loro interno,
ulteriori sacche minoritarie, che non si danno, lo vedo tutti i
giorni, troppo disturbo: rappresentano la cosiddetta pubblica
amministrazione. La pubblica amministrazione serve sé stessa: si
occupa dello Stato per racimolare granaglie in grado di salariare il
proprio stesso corpaccione. La capacità di sveltire gli itinera
burocratici (la mission essenziale, per usare una locuzione idiota) è
prossima allo zero; la PA serve, anzi, a scoraggiare. Poiché
infiltrata, inevitabilmente e irreversibilmente, da politicanti e
maneggioni privati, essa non ha alcun interesse a facilitare i
migliori (figuriamoci a finanziarli con giudizio: sarebbe troppo);
ciò che gli preme, quindi, è frapporre alla loro azione quanti più
ostacoli possibili. Se i migliori, infatti, prosperassero, i clientes
dei politicanti (dei maneggioni; e della pubblica amministrazione
stessa), dovrebbero guadagnarsi medaglie, bandi e finanziamenti sul
campo. E quando mai! Meglio schiacciare la testa dei migliori sotto
il livello dell’acqua, allora. Con mille trucchi. Polizia locale,
burocrazia minuta, fisco, magistratura: falangi compatte si oppongono
all’imbecille col ghiribizzo pernicioso dell’impegno civile e
della libera e sana intrapresa capitalista. Il poveraccio si dovrà,
perciò, acconciare al ribasso, al suo orticello, senza farsi troppo
notare; se è fortunato il patriziato del nulla gli concederà uno
strapuntino da cui evadere tasse e imposte, con cautela, ed
elemosinare appalti, bandi e facilitazioni, caduti, nella foga della
voracità, dal desco della marmaglia. Se il tale sarà ancora più
fortunato, e abile (di un’abilità viscida e anguiforme), verrà
addirittura cooptato nei peggiori. Ad minora!
Gli Italiani sono una minoranza. Mi viene in mente il passo d’un libro di Sandro Onofri: “In due giorni che sono qui, però, ho già avuto modo di rendermi conto che le riserve indiane non sono riservate agli indiani. La maggior parte dei paesi che spuntano da questa terra piatta e verde lungo le vie di comunicazione più importanti, sono, in realtà, comunità ingannevoli. Per le strade, appoggiati indolentemente ai muri delle case, o seduti fuori ai bar, si vedono, è vero, solo indiani. Ma dentro ai negozi, dietro ai banconi dei fast food o degli empori, sono esclusivamente bianchi”.
Rinunciare alla democrazia, ripristinare la legge marziale, da estendere nelle scuole.
Un parente mi spedisce un messaggio via whatsapp: “Perché non mi ai chiamato?”. Questo tizio ha svolto, per più di trent’anni, un ruolo non banale nei comandi centrali dell’Esercito Italiano (è andato a riposo, a poco più di cinquant’anni, con seimila euri mensili: da quel che ho potuto appurare). Nonostante alcune vicissitudini matrimoniali, che ne hanno drenato parte delle risorse patrimoniali (fra cui tre case: una in città, una in montagna, una al mare), tacitata la megera con qualche tallero e minacce assortite, ora se la spassa alla grande. Avrei voluto rispondergli: “Non ti ho chiamato perché sei la sintesi di ciò che disprezzo. Non hai mai sparato un colpo in vita tua, hai passato la vita tra ferie, indennizzi, trasferte, scivoli e cappuccini e mi vieni a scassare i cabbasisi? Cerca di capire: ho da fare. Dalla mattina alla sera. E devo spostarmi, dentro Roma, per adempiere ai miei due lavori. E spostarsi a Roma è un terzo lavoro. Hai capito, belinone? Ma quando crepate? Quando vi togliete dalle palle, generazioni di magna a ufo?”. Ma io sono un uomo, tutto sommato, ancora educato. L’ho chiamato e mi sono spiegato: “Ho da fare etc etc”, chiedendogli, altresì, come stesse mio cugino: un graduato dell’Esercito Italiano, un altro essere a cui mi tocca pagare l’esistenza: grasso, con due orecchini ai lobi, invadente, mai preoccupato; la casa l’ha comprata dopo le missioni in Bosnia. Il diploma, invece, venne arraffato come privatista a ventidue anni. Non l’ho mai visto scrivere qualcosa, o leggere un libro; nemmeno un bugiardino, se è per questo. Nemmeno i messaggi whatsapp, che lui spedisce in sintesi vocale. Per colpa sua ho rovinato una bella edizione delle Rime di Guido Cavalcanti, comprate a Porta Portese a euri 2, 50. Un affare. Si trovava sulla mia scrivania, praticamente intonsa. Pregustavo il momento in cui deflorarla, pagina dopo pagina, col mio amato tagliacarte in argento: una telefonata del tipo in questione mi fece ribollire, però. Agganciato il ricevitore presi la prima cosa sottomano e la lanciai contro la portafinestra. Proprio lui, il Cavalcanti! A vederlo deturpato, mi inferocii ancora di più: lo presi e lo strappai furiosamente, non lo volevo più vedere.
Gli Italiani sono una minoranza. Mi viene in mente il passo d’un libro di Sandro Onofri: “In due giorni che sono qui, però, ho già avuto modo di rendermi conto che le riserve indiane non sono riservate agli indiani. La maggior parte dei paesi che spuntano da questa terra piatta e verde lungo le vie di comunicazione più importanti, sono, in realtà, comunità ingannevoli. Per le strade, appoggiati indolentemente ai muri delle case, o seduti fuori ai bar, si vedono, è vero, solo indiani. Ma dentro ai negozi, dietro ai banconi dei fast food o degli empori, sono esclusivamente bianchi”.
Rinunciare alla democrazia, ripristinare la legge marziale, da estendere nelle scuole.
Un parente mi spedisce un messaggio via whatsapp: “Perché non mi ai chiamato?”. Questo tizio ha svolto, per più di trent’anni, un ruolo non banale nei comandi centrali dell’Esercito Italiano (è andato a riposo, a poco più di cinquant’anni, con seimila euri mensili: da quel che ho potuto appurare). Nonostante alcune vicissitudini matrimoniali, che ne hanno drenato parte delle risorse patrimoniali (fra cui tre case: una in città, una in montagna, una al mare), tacitata la megera con qualche tallero e minacce assortite, ora se la spassa alla grande. Avrei voluto rispondergli: “Non ti ho chiamato perché sei la sintesi di ciò che disprezzo. Non hai mai sparato un colpo in vita tua, hai passato la vita tra ferie, indennizzi, trasferte, scivoli e cappuccini e mi vieni a scassare i cabbasisi? Cerca di capire: ho da fare. Dalla mattina alla sera. E devo spostarmi, dentro Roma, per adempiere ai miei due lavori. E spostarsi a Roma è un terzo lavoro. Hai capito, belinone? Ma quando crepate? Quando vi togliete dalle palle, generazioni di magna a ufo?”. Ma io sono un uomo, tutto sommato, ancora educato. L’ho chiamato e mi sono spiegato: “Ho da fare etc etc”, chiedendogli, altresì, come stesse mio cugino: un graduato dell’Esercito Italiano, un altro essere a cui mi tocca pagare l’esistenza: grasso, con due orecchini ai lobi, invadente, mai preoccupato; la casa l’ha comprata dopo le missioni in Bosnia. Il diploma, invece, venne arraffato come privatista a ventidue anni. Non l’ho mai visto scrivere qualcosa, o leggere un libro; nemmeno un bugiardino, se è per questo. Nemmeno i messaggi whatsapp, che lui spedisce in sintesi vocale. Per colpa sua ho rovinato una bella edizione delle Rime di Guido Cavalcanti, comprate a Porta Portese a euri 2, 50. Un affare. Si trovava sulla mia scrivania, praticamente intonsa. Pregustavo il momento in cui deflorarla, pagina dopo pagina, col mio amato tagliacarte in argento: una telefonata del tipo in questione mi fece ribollire, però. Agganciato il ricevitore presi la prima cosa sottomano e la lanciai contro la portafinestra. Proprio lui, il Cavalcanti! A vederlo deturpato, mi inferocii ancora di più: lo presi e lo strappai furiosamente, non lo volevo più vedere.
A ufo o a uffo: deriva dall’abbreviazione AUF, probabile acronimo di “ad usum fabricae”. Acronimo stampigliato sui materiali destinati all’erezione di chiese et similia, liberi da gabelle, imposte e dazî.
Tex Willer, almeno il primo Tex Willer di Aurelio Galleppini e Guglielmo Letteri: a lui dovrebbero ispirarsi Salvini e Di Maio. Massimo Fini riserva, giustamente, una voce a Tex nella ricognizione sui ribelli. Fuorilegge, piantagrane, difensore dei poveracci, riparatore dei torti, uomo delle istituzioni. Non rileva contraddizione: l’Evangelium del Texano risiede nel diritto e nella giustizia naturali, innegabili e antichi quanto l’uomo; al diavolo le ingannevoli leggi positive, le manfrine democratiche, le gerarchie degli “alti papaveri”, i marmi di Washington e del governatorato statale.
Tex
possiede lo stoicismo sorgivo di certi americani delle origini che
amano riguardare la vita di sotto lo Stetson, in un congenito
scetticismo metafisico ove convivono fatalismo (“Animo,
si muore una volta sola!”),
volontà d’azione e una moralità basica e granitica: in ciò è
assolutamente occidentale, un europeo primevo.
Se l’istituzione va contro il diritto naturale la prende a cazzotti. Memorabili i suoi pestaggi a caporioni dell’esercito, a sceriffi, trafficoni statali nelle riserve indiane, sindaci, giornalisti prezzolati, traditori, latifondisti, lobbisti dell’Arizona, loschi impresari delle ferrovie e quant’altro.
Se l’istituzione va contro il diritto naturale la prende a cazzotti. Memorabili i suoi pestaggi a caporioni dell’esercito, a sceriffi, trafficoni statali nelle riserve indiane, sindaci, giornalisti prezzolati, traditori, latifondisti, lobbisti dell’Arizona, loschi impresari delle ferrovie e quant’altro.
Tex
Willer se ne impipa, poi, delle Boldrini: spiana i grugni dei cinesi
appellandoli “limoncini”, randella i messicani “mangiatortillas”,
raddrizza la schiena ai negri “faccia da carbone” e “Biancaneve”,
mette la testa a posto ai “musi rossi” che non rigano dritto.
“Musi rossi”: lui, che ha sposato la figlia di Freccia Rossa,
capo dei Navajos, adorabile e compianta Pocahontas che gli salvò la
pellaccia!
I tripponi li chiama “palle di lardo”, i codardi “conigli”, i ricchi “damerini” e “piedidolci”, le vecchiacce “megere”. Kit Carson, suo inseparabile compagno, sempre lì a bofonchiare, scansa, infatti, le “megere” e si dà alle ballerine. Fra Ginevra Michelle Bachelet e Jacqueline Delubac, Kit Carson non avrebbe esitazioni. E noi con lui.
I tripponi li chiama “palle di lardo”, i codardi “conigli”, i ricchi “damerini” e “piedidolci”, le vecchiacce “megere”. Kit Carson, suo inseparabile compagno, sempre lì a bofonchiare, scansa, infatti, le “megere” e si dà alle ballerine. Fra Ginevra Michelle Bachelet e Jacqueline Delubac, Kit Carson non avrebbe esitazioni. E noi con lui.
Grande
scandalo ha menato Tex Willer ai nostri tempi tanto da dover essere
purificato, a posteriori, more sovieticorum, nelle sue escandescenze
verbali e razziali. Negli anni Settanta si leggeva tutto questo
profluvio scorretto con gran divertimento. Era un mondo sano, che
guardava al diverso con innocua ferocia e allegria; mai col
compatimento. Le istituzioni, che distillavano ragioni millenarie, si
occupavano della pietà, senza impalcarsi a matrone della bontà
universale. Ogni livello sociale era salvaguardato.
Rinunciare alla democrazia: quale eresia! E perché no, dico io. Per salvare la Patria. L’inganno delle parole. Democrazia! L’inganno delle parole … mi sono già effuso su questo. La parola democrazia assomiglia a quei dipinti trafugati nelle chiesette sparse lungo l’Italia e sostituiti con volgari copie. Il falsario adocchia il capolavoro, acconcia una copia passabile; un compare esegue il furto e opera la sostituzione; il committente paga ladro e falsario e si bea della Madonna cinquecentesca. Il committente muore, gli eredi, come spesso accade, sono dei caproni, o gaglioffi indebitati: chiamano un sensale porco che appronti una transazione, una qualunque! Il dipinto, debitamente onusto di dichiarazioni di autenticità, passa di mano in mano sino al museo istituzionale: ora i visitatori possono ammirarlo, dietro pagamento d’una modesta somma, in tutto il suo splendore. Frattanto, in Italia, ci si continua a sdilinquere per una copia: cialtroni, assessori, sindaci, sovraintendenti, sottintendenti cianciano sul capolavoro; ma il capolavoro non c’è più: da parecchi anni almeno. E così la democrazia. Si parla si parla … migliore dei sistemi possibili … Churchill … popolo … elezioni limpide … ma la democrazia non esiste, è parola vuota, copia, simulacro mummificato rigonfio di merda e paglia … la fascia di Miss Italia attorno a una vecchia decrepita … di cosa si parli, poi, io non lo so … voi lo sapete? Martina, Vendola, Tremonti, Cottarelli … la democrazia … lasciamola stare la democrazia … rinunciamo alla democrazia … l’unica speranza è rifiutarla in massa … ma ciò non avverrà … e perché? Perché siamo stati educati a credere nelle “X” e allora vi crediamo, per inerzia da babbei … crediamo, roba da chiodi!, che Salvini sia il suggello della libertà e l’araldo della sommossa sol perché, ogni tanto, dice di pensarla come noi … o, dalla parte opposta, si confonde l’empito di democrazia e libertà di Walter Veltroni con quello di Libero Riccardi nel 1944 … ma Riccardi, che consegnò la propria vita nelle fauci dell’ideale, uno a cui potrei riconoscere il diritto a parlare, non c’è più, come la democrazia.
Se la realtà diviene leggenda è la leggenda a vincere, dice un protagonista di Liberty Valance. La leggenda della democrazia ci è fatale. Come nel film Liberty Valance: l'eroe John Wayne nella realtà non combattè mai al fronte; il piedidolci John Stewart fu, invece, plurimedagliato di guerra. Scherzi del mondo al contrario.
Marco Pannella, nelle sue interminabili concioni televisive su Teleroma 56, si riempiva la bocca, vorace, di democrazia. La democrazia americana, la democrazia anglosassone, la democrazia del maggioritario uninominale, la democrazia contro il fascismo, il comunismo, il cattolicesimo, il Paese antico, sconfitto: il paese rudere e anticaglia, secondo lui: atavico, rurale, italiano, inservibile al Mondo Nuovo. La democrazia, panacea, piramidone d’ogni male, nardo, balsamo. La democrazia, non una realtà, ma solo una parola, enfiava la propria inconsistenza fattuale nella tumescenza sensuale dell’ideale. La troppa democrazia colava dall’angolo della sua bocca lungo il mento, come il sangue peccaminoso di Lucy Westenra.
Quando finirà questa mascherata saremo davvero liberi. A questa conclusione non sono arrivato logicamente, ma per una tortuosa fenomenologia. Non ho assi concettuali nella manica, né citazioni da offrire a un pubblico famelico di tali sciocchezze. Una carenza di credibilità accademica mi espone ai dardi dei tecnici e degli inservibili creduloni della libertà. Cosa posso opporgli se non le verità esposte in evidenza?
All’Italia servirebbero i Diecimila, non altro … sono un paio di decenni che li ricerco. Se riandate all’inizio del blog (il primo post è del 2015 circa) potrete scoprire che affermo le stesse cose di oggi: l’altroieri, però, dicevo: 28/32! Ieri: 14/16! Oggi dico: 7/8! Mi sono scarnificato concettualmente …
Rinunciare alla democrazia: quale eresia! E perché no, dico io. Per salvare la Patria. L’inganno delle parole. Democrazia! L’inganno delle parole … mi sono già effuso su questo. La parola democrazia assomiglia a quei dipinti trafugati nelle chiesette sparse lungo l’Italia e sostituiti con volgari copie. Il falsario adocchia il capolavoro, acconcia una copia passabile; un compare esegue il furto e opera la sostituzione; il committente paga ladro e falsario e si bea della Madonna cinquecentesca. Il committente muore, gli eredi, come spesso accade, sono dei caproni, o gaglioffi indebitati: chiamano un sensale porco che appronti una transazione, una qualunque! Il dipinto, debitamente onusto di dichiarazioni di autenticità, passa di mano in mano sino al museo istituzionale: ora i visitatori possono ammirarlo, dietro pagamento d’una modesta somma, in tutto il suo splendore. Frattanto, in Italia, ci si continua a sdilinquere per una copia: cialtroni, assessori, sindaci, sovraintendenti, sottintendenti cianciano sul capolavoro; ma il capolavoro non c’è più: da parecchi anni almeno. E così la democrazia. Si parla si parla … migliore dei sistemi possibili … Churchill … popolo … elezioni limpide … ma la democrazia non esiste, è parola vuota, copia, simulacro mummificato rigonfio di merda e paglia … la fascia di Miss Italia attorno a una vecchia decrepita … di cosa si parli, poi, io non lo so … voi lo sapete? Martina, Vendola, Tremonti, Cottarelli … la democrazia … lasciamola stare la democrazia … rinunciamo alla democrazia … l’unica speranza è rifiutarla in massa … ma ciò non avverrà … e perché? Perché siamo stati educati a credere nelle “X” e allora vi crediamo, per inerzia da babbei … crediamo, roba da chiodi!, che Salvini sia il suggello della libertà e l’araldo della sommossa sol perché, ogni tanto, dice di pensarla come noi … o, dalla parte opposta, si confonde l’empito di democrazia e libertà di Walter Veltroni con quello di Libero Riccardi nel 1944 … ma Riccardi, che consegnò la propria vita nelle fauci dell’ideale, uno a cui potrei riconoscere il diritto a parlare, non c’è più, come la democrazia.
Se la realtà diviene leggenda è la leggenda a vincere, dice un protagonista di Liberty Valance. La leggenda della democrazia ci è fatale. Come nel film Liberty Valance: l'eroe John Wayne nella realtà non combattè mai al fronte; il piedidolci John Stewart fu, invece, plurimedagliato di guerra. Scherzi del mondo al contrario.
Marco Pannella, nelle sue interminabili concioni televisive su Teleroma 56, si riempiva la bocca, vorace, di democrazia. La democrazia americana, la democrazia anglosassone, la democrazia del maggioritario uninominale, la democrazia contro il fascismo, il comunismo, il cattolicesimo, il Paese antico, sconfitto: il paese rudere e anticaglia, secondo lui: atavico, rurale, italiano, inservibile al Mondo Nuovo. La democrazia, panacea, piramidone d’ogni male, nardo, balsamo. La democrazia, non una realtà, ma solo una parola, enfiava la propria inconsistenza fattuale nella tumescenza sensuale dell’ideale. La troppa democrazia colava dall’angolo della sua bocca lungo il mento, come il sangue peccaminoso di Lucy Westenra.
Quando finirà questa mascherata saremo davvero liberi. A questa conclusione non sono arrivato logicamente, ma per una tortuosa fenomenologia. Non ho assi concettuali nella manica, né citazioni da offrire a un pubblico famelico di tali sciocchezze. Una carenza di credibilità accademica mi espone ai dardi dei tecnici e degli inservibili creduloni della libertà. Cosa posso opporgli se non le verità esposte in evidenza?
All’Italia servirebbero i Diecimila, non altro … sono un paio di decenni che li ricerco. Se riandate all’inizio del blog (il primo post è del 2015 circa) potrete scoprire che affermo le stesse cose di oggi: l’altroieri, però, dicevo: 28/32! Ieri: 14/16! Oggi dico: 7/8! Mi sono scarnificato concettualmente …
Di
una cosa sola posso vantarmi: non ho mai saltabeccato qua e là in
cerca di clic.
Diecimila che credano a loro stessi e a tale verità, storica e inconcussa: se la dorata leggenda (le chiacchiere che dobbiamo compitare a memoria sulla democrazia) confligge con la realtà, una realtà pur tetra e urtante, allora non possiamo che rifiutare tale dono e prendere la strada del bosco.
Diecimila che credano a loro stessi e a tale verità, storica e inconcussa: se la dorata leggenda (le chiacchiere che dobbiamo compitare a memoria sulla democrazia) confligge con la realtà, una realtà pur tetra e urtante, allora non possiamo che rifiutare tale dono e prendere la strada del bosco.
Oggi
tutto ci grida all’inganno.
Che
resta da dire?
Merde,
alors!
un trattato di Cultura. Ho imparato parole nuove per me. Ho imparato qualcosa. Io però non mi rassegno. salvini e Di Maio hanno "accettato" di ballare. Che ballino. Ho fatto l'analisi Logica dell'art. ! della Costituzione. Ho guardato l'etimologia di "democrazia". Comanda il Popolo. Il Popolo è Sovrano. Il Sovrano non ha limiti ! Cancellare l'ultima frase. E' un ossimoro. Tutto ha due facce, come la moneta, la medagli, l'arma. Usiamo la tanto decantata DeMo Crazia contro di loro, come loro la usano contro di Noi. Salvini e Di Maio, servitori dello Stato che siamo Noi, il Popolo Sovrano. Ebbene, serviamocene ! Reset, Ctr+Alt+Canc...ellino, non elleto !
RispondiEliminaEccezionale come un Brunello di Montalcino il nostro Alceste.
RispondiEliminaOdio la democrazia. Ho votato Casa Pound alle ultime elezioni, ma solo perché non c'era niente di più radicale e convincente. Mi andrebbe bene sia un sistema nazionalsocialista che comunista sovietico ( quest'ultimo però senza ebrei a comandare, piuttosto cristiani, ma solo ortodossi, niente cattolici altrimenti si sfocia nel cattocomunismo nostrano ed è peggio che andar di notte contromano a fari spenti in autostrada, e nemmeno protestanti che sono tutte sette sataniche).
Ci vuole il nazionalsocialismo in Italia, ma non teutonico perché non siamo teutonici. Nazionalsocialismo greco-romano, un po' di Sparta, un po' di Atene ed un po' di Roma (quella imperiale non quella della Raggi). Oppure il comunismo, però di matrice cristiano-ortodossa. Una volta vidi una chiesa ortodossa, mi accorsi subito che non c'erano le panche. Chiesi dove fossero e mi risposero che di solito non ci si sedeva alla funzione ortodossa, si stava in piedi. Subito pensai che quella ortodossa fosse una messa svelta svelta ed invece con mio grande stupore mi dissero che durava un paio d'ore. "Cazzarola" pensai, "stanno in piedi due ore alla messa questi".
Comunismo cristiano ortodosso è quello che ci vuole a noi. Ordine e disciplina.
Vi saluto romanamente.
Mia nonna portava le ceste della frutta al mercato di VIterbo per dieci chilometri all’andata e dieci al ritorno, cinque su sette. Sarà stata ortodossa. Erano diversi come i soldati di Cambronne.
EliminaAlceste.. Alceste..
RispondiEliminaCercare i diecimila è tempo perso: se ci fossero salterebbero all'occhio...!
Senza un Catalizzatore i diecimila restano fantasia...! Inutile cercarli...!
Il Catalizzatore.. salterà fuori da se, a tempi maturi e Dio piacendo, forse ci seve solo ancora un'altra palata di merda in faccia, o magari una decina. Eventualmente potremmo anche morir strozzati dallo sterco nel mentre che lo si attende... non saremmo i primi ne gli ultimi!!
Possiamo solo fare come i contadini del Mondo Antico: spaccarci la schiena al nostro meglio sperando nella clemenza delle stagioni.. e se il Fato non ci vorrà bene, qualunque sforzo sarà stato comunque vano!!
Si fa quel che s'ha da fare...
Certo ... si scrive, si lavora, ci si arrabbia, si mangia, si leggono pensierini. Attendiamo.
EliminaPurtroppo anche i famosi 10.000 potrebbero fare ben poco, nel mondo di oggi. Come ben sai anche tu Alceste, il Sistema ormai ha raggiungo un livello tale di potenza economica, mediatica e, non ultima, poliziesco-militare da essere letteralmente inscalfibile dall'esterno.
RispondiEliminaSarà eterno? Fortunatamente no. Nonostante la loro potenza, questi mostri che stanno partorendo il "governo mondiale" o "impero del nulla" (lo si chiami come più aggrada, tanto è solo nominalismo...) sono comunque umani, non Dei.
Il Sistema finirà di sicuro, perché si regge su una contraddizione insanabile e assoluta: il principio capitalista per cui si deve produrre e consumare all'infinito. Cosa impossibile, per cui ad un certo punto di un (forse) lontanissimo futuro le risorse diverranno talmente rare che l'intero sistema politico-economico verrà giù come una pera matura.
Ma non lo vedremo certo noi: se ne parlerà presumo tra un secolo, un secolo e mezzo, forse due. Non credo, e non spero per i futuri abitanti di questo sventurato pianeta, possa durare di più.
Ma quanto a noi contemporanei, l'unica cosa che si può fare è costruire una fortezza interiore, simile agli scogli imperturbabili tra i flutti del mare che Seneca nei suoi scritti usava per dare una immagine plastica dell'apatia stoica.
Ciò che temo è l’esaurimento dell’umano. Saranno pure transeunti, ma il danno non lo ripari ... ci vorrebbe una guerra.
EliminaGrazie mille per la sezione cinema, noto un "Io la conoscevo bene" eheheh eh beh, ci piace ci piace.
RispondiEliminaTognazzi che fa la locomotiva ... un capolavoro.
EliminaBuonasera Alceste,
RispondiEliminacome sempre ottimo e toccante pezzo. Lei tocca la verità e la verità, quando da tempo non si è più abituati ad essa, confonde e spaventa. Getta in un vortice di reminiscenze antiche, che si sanno, si sentono ancora come giuste, quasi sante, eppure...eppure…
Oggi un qualsiasi fautore e fruitore medio di democrazia sarebbe in grado di opporle così tante obiezioni, laidamente ragionevoli...forse sono quelle le persone che più spaventano: quelle che hanno sempre un buon numero di ragioni, personali e universali, formalmente corrette (politicamente) e flosce, laide, comode e grasse. Come contrastare tutta questa (tanta) gente? Te la ritrovi dappertutto. Vicini di casa, amici, colleghi, conoscenti, parenti etc... tutti piuttosto soddisfatti dello status quo democratico e progressista. Personalmente conosco più gente contenta di tutta la faccenda che scontenta. Sono contenti dei diritti garantiti dalla democrazia, della ridondanza tecnologica, "tanto l'importante è l'uso che se ne fa", contenti dell'immigrazione e accoglienza a tappe forzate...contenti! Lo sfacelo dell'Italia? Ma quale sfacelo? I tempi cambiano caro amico! Eh ma saremmo ancora ai tempi della pietra se la pensassero tutti così. L'ultima che ho sentito, stupenda, è la solita solfa sull'Unione Europea:"sono settanta anni che garantisce la pace". Come fai con tutti questi? Come la metti? Loro sono contenti! Qualsiasi bruttura gli si possa presentare sotto il grugno è passeggera, ormai ci pensano gli algoritmi. Alcuni dogmi postmoderni, quali democrazia, cibernetica, tecnologicizzazione e informatizzazione del quotidiano anche nelle pieghe più minute sono fuori discussione, guai a metterli in dubbio! Sono questi i cosiddetti nemici? Flaccide menti dentro a flaccide carni, contente e soddisfatte? E dalla parte della loro squallida ragione tutto il bagaglio (post)ideologico progresssita.
Sono d'accordo, altroché se sono d'accordo: buttar la democrazia per salvare la Patria! E a ben vedere di Patria da salvare ce ne sarebbe ancora che non tutto è perduto.
Il solito e sporadico affezionato anonimo.
I “contenti” hanno certe vite di merda che loro stessi, per primi, odiano ... si sdoppiano e triplicano per darsi ragione, a costo della realtà.
EliminaSara' per questo che poi si adoperano ad opprimere chi non e' contento o chi vuole portare un cambiamento o semplicemente esporre un pensiero diverso. Per loro nulla dello status quo si deve mettere in discussione. Sono i piu' strenui difensori della mediocrita' e chi non si adegua al loro diktat o anche solo allo stile di vita di merd e' un paria, un fuori casta.
EliminaBesos, Ise
Ancora una cosa...il mio NO a tutta la gran baraccata ha cominciato a prender forma in me già in età preadolescenziale. Si è sempre mantenuto saldo e fedele ma a un alto prezzo. Si ha ben poco da condividere quando c'è un No fondamentale al gran baraccone che ti anima. Personalmente sono fiero di questo e son fiero anche del dolore che comporta.
RispondiEliminaSono d'accordo sul concetto di base (ho votato credo 2 o 3 volte in vita mia, referendum a parte, la mia scheda elettorale è molto pulita, il che non ne fa un simulacro della mia coscienza).
RispondiEliminaSul molesto intervento del lussemburghese e le modestissime reazioni del nostro ministro dell'interno verrebbe da dire, istintivamente: "ma che cazzo è il lussemburgo?"
Però questo farebbe parte del wrestling...
Salvini come personaggio sul ring cerca di mantenere la faccia, la calma, il problema è che non ha nulla che ribolle, nulla...può piacerci questo?
Non è un nobile sdegno, non una diplomazia acuta (pur presente, ad esempio, nei russi) ma una maschera e basta, uno che non dice la parola che può dar fastidio, è furbo dite? Lo pensate davvero?
Un principe ci vorrebbe: come principe era De Curtis, qui ritratto in una bella foto d'epoca, quando sbagliava un verbo lo faceva con stile: "Signori si nasce, ed io lo nacqui, modestamente parlando". La battuta non è mastodontica perchè fa ridere, è mastodontica perchè dentro c'è la verità, ovvero: il fatto che i nobili non volevano studiare non era solo un vezzo dei meridionali retrogradi ma aveva origini nobili (cavalleresche) risalenti al medioevo, che nei meridionali meglio si erano conservate dal feudalesimo, periodo in cui per giustificare la mancanza di istruzione si diceva: "è nobile".
Forse anche un pernacchio del principe sarebbe tono sprecato per un lussemburghese, però le cose bisogna dirle.
Non è che eludere la verità sia una tattica vincente, perchè poi finisci per crederci anche tu, che credevi solo di eluderla facendo finta di crederci.
Quello che reca fastidio è che Salvini e compagnia non si rendono conto di cosa sia l’Italia. Ti fai insultare da un tenutario di un gallinaio per evasori?
EliminaInfatti...ma anche la farsa mediatica (a livello internazionale, il che...) che salvini rappresenterebbe il rifiuto...come mai lo stesso lusseburghese non insulta il pischelletto austriaco li...kurz...palesemente antiimmigrati, parole poche e dure a nitd est...lui e visegrad non hanno l'onore di finire col faccione sul times però...
EliminaIo sui nostri giornali leggevo "Salvini ha poi ribattuto SOSTENENDO che il Lussemburgo è un paradiso fiscale" maddai perdio...
EliminaUna precisazione: con il No non intendo solamente il rifiuto al rituale democratico, quello è un tassellino della faccenda totale. Il No è un rifiuto etico e morale alla Gran Baracconata Totalizzante. E' il non prestarsi a tutto un certo tipo di situazioni e ambienti, non ammiccare e amoreggiare con un complesso sociale degradante per chiunque.
RispondiEliminaSinceramente, poco m'importa di Salvini, Di Maio etc... Non sono ne fuori ne contro nulla, fanno parte del Gran Baraccone, ne fanno parte anche se non lo volessero. Anche io ne faccio parte mio malgrado come chiunque. Il potere di questo sistema è di non avere nemici, di poter integrare tutti. Ancora l'affezionato A.(Nonimo).
RispondiEliminaCiro Cravetto
04:22 (0 minuti fa)
a noreply
In un commento al suo articolo precedente, mi auspicavo una nuova notte di San Bartolomeo.... Lei mi rispose: "E chi sarebbero gli ugonotti?" Poi scrive quest' altro articolo....
Ma come "chi sono gli ugonotti"! I "democratici". No?
L' Italia val bene una merda!
Caro Alceste,
RispondiEliminasarei ben lieta di liberare l'Italia dal simulacro della democrazia. Dici 'L'unica speranza e' rifiutarla in massa'. E' quel che penso, non nutrire le illusioni o non esservi complice.
Cosa vuoi che cambi una X di pinco pallino su foglietto con foto di altro pinco pallino... quando ci sono le lobby che sponsorizzano, ci sono le campagne elettorali (che atrocita'!), dove si fanno solo promesse, ma le fan passare per il terreno decisivo da cui selezionare il proprio favorito (di nuovo:che atrocita'!), ma poi, oggi, dove governano le corporations, che poteri ti vuoi aspettare ancora da un politico o dalla politica in salsa democratica. Ma poi, prima di tutto cio', cosa vuoi aspettarti quando c'e' la tv! Si quella che ha gia' lavato per bene per anni il cervello dell'elettore, lo stesso che poi dovrebbe selezionare uno in base alle promesse che gli fa, a come si presenta, quanto telegenico e', quanto la stampa se lo fila e lo incensa...
E poi, anche fosse, il favorito prescelto si ritrova a dover raccattare maggioranze su tutte le decisioni, a dover ereditare i debiti del favorito precedente, a dover dare il premio al suo sponsor, a dover difendersi dagli attacchi, dai gossip, dagli scandali...Ma poi, che democrazia c'e' in paesi che si ammantano del segreto di stato, come si concilia il segreto di stato col governo del popolo? E' gia' chiaro che c'e' qualcosa contro il popolo nella forma che abbiamo accettato di democrazia.
Da tanti anni non voto, e da sempre mi si presentano gli amici impegnati, che puntualmente 'votare e' sempre meglio che non votare', 'lasci che altri decidano per te', e... la ciliegina: 'dopo non puoi lamentarti'.
Non hanno capito che sono loro, con la loro X, a far decidere altri, e infatti, puntualmente si lamentano di essere stati traditi, beati loro che possono... , alors!
Ise
Non reca solo fastidio: fa girare i coglioni! Non e' piu' tempo di mezze misure e mezze calzette. Se i due florilegi sperano di salvare il culo schivando il vero potere occulto (e chi lo comanda) che controlla l'Italia e non solo, si sbagliano di grosso: verranno triturati. Se sono un'altra maschera dello stesso, allora "merd allors". Hanno il popolo dalla loro parte, non solo quello italiano: che i due diano una sbirciatina al sistema economico/sociale sviluppato dal fascismo e provino a tirar fuori le palle (se ce le hanno). Che leggano i "Cantos" di Ezra Pound. D'altronde comandare implica prendersi la responsabilita' del comando e le sue conseguenze.
RispondiEliminaPer il resto, sto guardando il film "Marketa Lanzarova": incantato.
Un caro saluto all'anima pulita di Pound.
Ps: il cartellino giallo lo ritengo una medaglia al valore!
Anonimo di nome R
Etiamsi omnes, ego non.
RispondiEliminaForse una banalità ma non resisto
RispondiEliminahttps://youtu.be/g5Y_P6JidRA
Un Gaber ironico e amaro per cominciare.
Con questo scritto Alceste mette a nudo il dietro le quinte, alza il sipario mettendo a vista gli attori che si cambiano le mutande.
Il potere ha trovato lo strumento perfetto, diabolico e ipnotico....la fatidica X, la più perversa e geniale invenzione della monarchia e noi non possiamo più farne a meno, neanche se ci dicessero apertamente che è uno scherzo ci andremo lo stesso ad onorare il sacro rito.
Hanno vinto, senza neanche troppo combattere per manifesta inferiorità dell' avversario...sono bastati 50 anni di X, di televisione, di digitale, di calcio, di avanspettacolo e culi di fuori...che disfatta
Agganciandomi al commento sopra aggiungerei anche il web alla lista dei mezzi per la disfatta. Ricordo la metà degli anni novanta: Internet veniva salutato come il nuovo Messia, un Salvatore digitale, incorporeo e onnisciente. Ci avrebbe donato la Conoscenza, per tutti, liberamente. Dopo una ventina d’anni, quali somme poter tirare a tale riguardo? Siamo iperinformati, possiamo accedere a nozioni che prima dell’Avvento erano materia per pochi iniziati, e allora? Credo che sia una questione cruciale questa. L’affezionato solito
RispondiEliminaTutti i regimi hanno bisogno di idioti zelanti, quelli in buona fede sono i peggiori. Purtroppo se si fa un excursus ampio e storico della cosiddetta controinformazione ci si accorge che una buona parte lo è. Idioti chi piu chi meno intendiamoci, ma zelanti di sicuro. Il grillino è la summa e la sintesi popolare di tutto questo. Ho letto l'ultimo di Barnard, la penso come lui su questo, c'è poco da fare.
EliminaLAMBCHOP - gone tomorrow
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=zAqMT3_NFyw
Alceste...ma ci facci il piacere!!! Alla testa dei suoi 10.000, ci va lei contro questi?
RispondiElimina" L’8 agosto ha fatto scalo nel porto di Livorno la Liberty Passion (Passione per la Libertà) e il 2 settembre la Liberty Promise (Promessa di Libertà), che saranno seguite il 9 ottobre dalla Liberty Pride (Orgoglio di Libertà).
Le tre navi ritorneranno quindi a Livorno, in successione, il 10 novembre, il 15 dicembre e il 12 gennaio.
Sono enormi navi Ro/Ro, lunghe 200 metri e con 12 ponti, capaci ciascuna di trasportare 6.500 automobili. Non trasportano però automobili, ma carrarmati.
Fanno parte di una flotta statunitense di 63 navi appartenenti a compagnie private che, per conto del Pentagono, trasportano in continuazione armi in un circuito mondiale tra i porti statunitensi, mediterranei, mediorientali e asiatici.
Il principale scalo mediterraneo è Livorno, perché il suo porto è collegato alla limitrofa base statunitense di Camp Darby.
Quale sia l’importanza della base lo ha ricordato il colonnello Erik Berdy, comandante della guarnigione in Italia dello Us Army, in una recente visita al quotidiano «La Nazione» di Firenze.
La base logistica, situata tra Pisa e Livorno, costituisce il più grande arsenale Usa fuori dalla madrepatria. Il colonnello non ha specificato quale sia il contenuto dei 125 bunker di Camp Darby.
Esso può essere stimato in oltre un milione di proiettili di artiglieria, bombe per aerei e missili, cui si aggiungono migliaia di carrarmati, veicoli e altri materiali militari.
Non si può escludere che nella base vi siano state, vi siano o possano esservi in futuro anche bombe nucleari.
Camp Darby – ha sottolineato il colonnello – svolge un ruolo chiave, rifornendo le forze terrestri e aree statunitensi in tempi molto più brevi di quanto occorrerebbe se venissero rifornite direttamente dagli Usa.
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/13247-manlio-dinucci-in-toscana-la-piu-grande-polveriera-usa.html
Queste cose che troppo discuto con me stesso e troppo spiego. Poiché non spero più di ritornare. S.
RispondiEliminaL'ultimo articolo di Blondet si conclude con questa frase: "Dunque ora lo sappiamo: i nemici della democrazia, sono i democratici".
RispondiEliminaApprendo da Blondet che l'amico Asselborn ha detto:“Se vengono ripresi incontri di ministri Ue oppure addirittura di capi di governo e di stato, allora non ci potrà mai più essere un dibattito franco”.
RispondiEliminaDunque gli europei pagano di tasca loro incontri di ministri e capi di governo e questi vorrebbero pure farli diventare chiacchiere private, perche' solo cosi' sono sinceri. Quando li ascoltiamo anche noi e' tutta una farsa, pero' hanno lauti compensi da noi per fingere.
Intanto i nostrani, sempre mantenuti da noi, decidono per il TSO a neonati e bambini. E questo era uno degli argomenti chiave per cui sono stati votati da molti, una delle tante promesse. Cos'altro serve per capire che non conta votare tizio o caio, prima bisognerebbe radere al suolo tutto il sistema menzognero.
Ise
Cara Ise: Mov 5 suca e Lega dei miei stivali sono da Corte Marziale solo per questo tradimento in materia di vaccini! Io sto lottando contro la mia ex idiotissima e docente scolastica (pensa te: un'educatrice! Categoria di caproni!!!) e contro il Lager sanita' per non vaccinare i miei figli! Il vero problema comunque non e' la democrazia o il suo contrario. E' la qualita' del popolo, e la sua capacita' o incapacita' di fare e difendere i propri figli, di incazzarsi, di ribellarsi, di prendere a calci in faccia chi tradisce e chi trama nell'ombra! Popolo di merda! Oggi ho scritto un bel pezzo feroce in scia a quest'articolo e al commento di Giuseppe, ma sto valutando se postarlo oppure no. Penso che siamo realmente nella dittatura piu' spietata e che questo governo, su cui confesso ho riposto in passato qualche speranza, sia solo l'ennesima oscena presa per il culo! Peggio ancora dei sinistri: almeno quelli te lo dicono in faccia per chi lavorano! Oggi discutevano i due geni con Tria (e magari anche con Trenta che cosi' facciamo 33) se sforare del 1.6, o del 1.7 il bilancio, ma col 2% siamo a cavallo! Ma che vadano a fare in culo! Dovevano portare l'Italia fuori dall'euro... ridicoli! Vadano loro a vaccinarsi i due geni: 9 vaccini contemporanei con mercurio, alluminio, formaldeide, virus silenziati, cellule di scimmia o feti ecc. ma con dose proporzionale al loro peso in kili e alla loro nullita'. Sicuro che non c'hanno le palle! Vadano a fare in culo! Grillo in testa! Il Padrone se la ride!
EliminaUn caro saluto a Spartaco e ai suoi 10.000, che a momenti fottevano Roma proprio perche' non erano vaccinati!
Anonimo di nome R
La democrazia è una parola: ciò che designa questa parola è ormai mutato nel suo contrario. Nel 1946 aveva un valore, oggi un valore opposto. Sempre di democrazia si parla; e di democratici si parla, quindi. Purtroppo così come la democrazia è mutata nel suo opposto così i democratici sono divenuti antidemocratici. Il mondo al contrario è anche questo.
RispondiEliminaCaro Anonimo R,
RispondiEliminala questione vaccini, come quella immigrati, sta portando alla guerra civile. Mi meraviglia la ferocia dei cosiddetti pro. Loro non subirebbero nessuna imposizione dal fermo immigrazione e vaccini non obbligatori. Possono sempre aiutare di tasca loro tutti gli africani che vogliono e vaccinare i figli contro tutti i virus passati e futuri. Eppure si arrabbiano ferocemente.
Nel tuo caso specifico io porrei parecchie pre-condizioni alla tua ex, tipo analisi per verificare la possibile gia' presente immunita' a determinate malattie, poi analisi per verificare intolleranze ai singoli componenti di ogni vaccino (nome e bugiardino dei vaccini da studiarsi per bene), quindi chiedere singoli vaccini esenti di adiuvanti tossici. Altra condizione sine qua non: il medico vaccinante firma la sua presa di totale responsabilita' in caso di reazioni avverse, come quelle riportate nei bugiardini, o qualsiasi disagio arrecato dai vaccini (incluso contagio dalle malattie da cui si doveva essere immuni, come promesso dai vaccini). Dato che i medici godono sempre di immunita', a prescindere dai vaccini che si fanno, si rifiutano di rispondere di tali fatti. Quindi non puoi che rifiutarti di dare in pasto i tuoi figli a tali menzogneri senza coscienza.
In via generale sarebbe una bellissima cosa se i bambini smettessero di andare agli asili e se le mamme si organizzassero tra loro per tenerli in gruppi. Asili autogestiti. Poi si puo' arrivare anche alle scuole di tal fatta, e infine allo sciopero fiscale dato che non usufruiamo piu' dei servizi dello stato (la sanita' e' gia' da evitare a meno che non si vuol morire in anticipo e con qualche tortura in piu').
Sempre per Anonimo R,
RispondiEliminahai ragione sulla qualita' del popolo, dei popoli ormai. Prima della capacita' di ribellarsi, manca anche quella di riflettere su cosa sia giusto e non, di agire secondo coscienza. Manca il senso dell'onore. Forse era legato all'appartenenza (alla patria, al clan, tutte cose che non esistono piu'). Ma credo che possa anche essere una qualita' prettamente individuale, legata alla propria coscienza e alla volonta' di agire in coerenza con essa.
Una coscienza e un'integrita' vendute e svendute senza pentimento. Come le recuperi piu' poi certe cose? E dunque siamo in balia di questa trasformazione dell'uomo in automa non pensante e senza coscienza.
Saluti a tutti, anche il commento precedente senza firma era mio, Ise
Rendo onore a te Ise, una donna con cervello: merce sempre piu' rara. Anche nei maschi comunque e' parimenti merce rarissima, anche se si sa che il maschio per tradizione e' legato piu' all'azione che all'esercizio della mera logica. Oggi visto che manco si dedica all'azione e a far figli, il maschio e' sempre piu' un bovino decelebrato e castrato da Champions League e lattine di birra. Comunque sia concordo su tutto cio' che hai detto. Riguardo alla mia ex (la prima, l'italiana) vuole fare a nostro figlio di 15 anni il vaccino per il... pspilloma virus! Il Gardasil che ha distrutto migliaia di ragazze! Hai capito che fine ha fatto il cervello della femmina? Ovviamente il genio della mia ex (n. 1) mi assilla con richieste economiche esorbitanti, ad ogni incontro si presenta con un avvocato pitbull femmina. Pensa che in un mio personale monento di grave difficolta' causato da una falsa accusa (con gravissimi risvolti penali e sociali per me) fattami dalla seconda ex (un altro genio di etnia russa stavolta, perche' uno come me non si fa mancar niente), la madre del mio secondo figlio, accusa archiviata dal magistrato per totale falsita', ecco che la prima (la mamma di mio figlio) minaccia di farmi decreto ingiuntivo per il saldo di una somma ingente (che al momento non avevo) concordata in sede di separazione! Ovviamente ho dovuto trovar fuori i dane' nel giri di 15 gg. Torno al vaccino per mio figlio: alla madre (25 anni assieme tra fidanzamento e matrimonio) ho mandato una lettera da parte del mio avvocato dove la ritengo responsabile civilmente e penalmente dei danni potenziali a mio figlio se procede alla vaccinazione. Punt'accapo!
EliminaDove cazzo va questa nazione con donne e madri di tal fatta? Ormai un uomo (e io sono un uomo eccezionale: merce rarissima) deve accompagnarsi ad un incontro amoroso con: un legale, uno stratega e una guardia del corpo. Per fortuna ho la pellaccia dura! Sai il risultato? Ne scopo serenamente da tre a quattro in contemporaneaaltrnata: tutte separate e tutte che dipingono il padre dei loro figli come l'essere piu' idiota dell'universo ed il meno capace a letto! E son tutte innamorate! Tutte che vorrebbero mettere su famiglia con il campione me medesimo li mortacci!!! Che societa' di merda! Un caro saluto a tutte le mamne intelligenti, e anche a quelle sexy. Se poi sono intelligenti e sexy allora sara'... Ammore, con 2 m e un
vaffanculo per i vaccini e questa classe di medici e politici venduti a satana.
Anonimo di nome R
Rendo onore a te Ise, una donna con cervello: merce sempre piu' rara. Anche nei maschi comunque e' parimenti merce rarissima, anche se si sa che il maschio per tradizione e' legato piu' all'azione che all'esercizio della mera logica. Oggi visto che manco si dedica all'azione e a far figli, il maschio e' sempre piu' un bovino decelebrato e castrato da Champions League e lattine di birra. Comunque sia concordo su tutto cio' che hai detto. Riguardo alla mia ex (la prima, l'italiana) vuole fare a nostro figlio di 15 anni il vaccino per il... pspilloma virus! Il Gardasil che ha distrutto migliaia di ragazze! Hai capito che fine ha fatto il cervello della femmina? Ovviamente il genio della mia ex (n. 1) mi assilla con richieste economiche esorbitanti, ad ogni incontro si presenta con un avvocato pitbull femmina. Pensa che in un mio personale monento di grave difficolta' causato da una falsa accusa (con gravissimi risvolti penali e sociali per me) fattami dalla seconda ex (un altro genio di etnia russa stavolta, perche' uno come me non si fa mancar niente), la madre del mio secondo figlio, accusa archiviata dal magistrato per totale falsita', ecco che la prima (la mamma di mio figlio) minaccia di farmi decreto ingiuntivo per il saldo di una somma ingente (che al momento non avevo) concordata in sede di separazione! Ovviamente ho dovuto trovar fuori i dane' nel giri di 15 gg. Torno al vaccino per mio figlio: alla madre (25 anni assieme tra fidanzamento e matrimonio) ho mandato una lettera da parte del mio avvocato dove la ritengo responsabile civilmente e penalmente dei danni potenziali a mio figlio se procede alla vaccinazione. Punt'accapo!
EliminaDove cazzo va questa nazione con donne e madri di tal fatta? Ormai un uomo (e io sono un uomo eccezionale: merce rarissima) deve accompagnarsi ad un incontro amoroso con: un legale, uno stratega e una guardia del corpo. Per fortuna ho la pellaccia dura! Sai il risultato? Ne scopo serenamente da tre a quattro in contemporaneaaltrnata: tutte separate e tutte che dipingono il padre dei loro figli come l'essere piu' idiota dell'universo ed il meno capace a letto! E son tutte innamorate! Tutte che vorrebbero mettere su famiglia con il campione me medesimo li mortacci!!! Che societa' di merda! Un caro saluto a tutte le mamne intelligenti, e anche a quelle sexy. Se poi sono intelligenti e sexy allora sara'... Ammore, con 2 m e un
vaffanculo per i vaccini e questa classe di medici e politici venduti a satana.
Anonimo di nome R
Alceste,
RispondiEliminaho notato si che molte cose hanno assunto aspetti contrari di quello che era il loro significato originale. Penso alle ong di 'volontari' , agli orfanotrofi o case famiglia o centri di riabilitazione (abusi su abusi), agli istituti di beneficenza (copertura per essere esentasse), alla medicina che 'cura', alle missioni di pace, all'ambientalismo del riciclo (che impacchettano e mandano in Cina per sversare tutto in mare o bruciare all'aria aperta. Mai visto ancora un prodotto di plastica riciclata), l'economia 'in ripresa' che sta stramazzando al suolo, davvero una lista infinita se ci si pensa.
Ise
È il mondo al contrario: il bianco lo vendono come nero, il matto è savio, l’informe sublime ... e viceversa. Una tecnica di dominio. Ne ho lungamente parlato.
EliminaSempre a proposito del “ mondo al contrario “ alcune settimane fa su tutti i giornali locali veniva riportata la notizia di uno sbarco di immigrati clandestini provenienti dal nord Africa, non su una spiaggia qualsiasi, ma direttamente dentro l’area di un poligono militare Nato. In un territorio che per secoli ha fortificato le coste con torri d’ avvistamento per centinaia di chilometri e spostato interi paesi nell ‘ entroterra per sfuggire alle razzie dei saraceni. Ma il fatto incredibile è l’assenza di una qualsiasi forma di intercettazione da parte della marina militare. Ai tempi della mia leva obbligatoria, fine anni ‘80, ero addetto alla sorveglianza h 24 delle telescriventi che riportavano il dettaglio delle ricognizioni aeree quotidiane sulle acque territoriali di competenza. In nemmeno trent’anni si è passati da uno stato di allerta quasi permanente allo sbrago totale con un barchino che vorrebbero farci credere si fa circa cento miglia nautiche in mezzo al Mediterraneo e approda felicemente dentro una delle basi più importanti delle nostre forze armate. Senza accompagnamento di qualche natante più grosso per la difficile traversata. In pratica sotto gli occhi della guardia costiera. Piccoli episodi che a mio avviso dimostrano il capovolgimento del naturale ordine delle cose. Come afferma Alceste se alla monarchia universale aggrada che lo sradicamento di milioni di esseri umani debba essere completato ci si serve all’ occorrenza anche della collaborazione di quelli che un tempo avrebbero dovuto difendere i nostri confini. Non più cattivi militari potenziali golpisti ma sorridenti assistenti umanitari. Antonio
RispondiEliminaÈ così.
Eliminasi chiama logomachia lo stravolgere il significato dei termini non mi dilungo anche qui vige LA congiura del Silenzio ,che nessuno disturbi il silenzio assordante del gregge
RispondiEliminaPerche' tutta quest'isteria per un po di Negretti , lo diceva anche l'Ida magli antropologa ,ormai non c'e' piu nessuno che vi difenda e comunque a parte i confini nazionali alla Risiko oramai in Africa fanno I last minute per l'italia LA prima cosa che si deve toccare e' LA grana !!! Finche' lasciate tutto in mano all'europa massonica - ebrea sarete sempre dei coglioni schiavi delle Banche ebree e dei governanti massoni ( il parlamento eurepeo ha LA forma Della torre di Babele in spregio al Dio dei Cristiani) Un primo passo sarebbe LA chiusura di tutte quelle sottologgie lion club rotary club ,ryaliani associazioni di faccendieri farabutti che cospirano a insaputa del popolino ,poi si puo pensare ai Giudei Noti per le loro fughe repentine quando sentono qualche strillo fascista
RispondiEliminaCaro Anonimo R,
RispondiEliminadavvero non ti sei fatto mancare nulla dalla vita, complimenti per la resilienza.
L'Italia e' in preda al virus della follia in forma sempre piu' acuta e quanto dici me lo conferma. Non vivo piu' in Italia da molto tempo, ma ogni volta che torno la follia e' avanzata di qualche posizione. Per chi ci vive il cambiamento puo' essere impercettibile, ma per chi ci torna a distanza di tempo ogni volta e' un colpo al cuore. Alceste descrive mirabilmente tale avanzata e i miei complimenti vanno a chi ne e' consapevole pur essendoci immerso.
E' la prima volta che sento del Gardasil per ragazzi! Ma una breve ricerca mi ha offerto una vasta selezione di articoli in cui si consiglia il Gardasil ai ragazzi soprattutto per... prevenire il cancro all'ano. Non mi dilungo oltre, ma pensa che messaggi fuorvianti che mandano. Cerca di far passare tre anni tra rifiuto e minacce e poi tuo figlio potra' decidere da se' quanto bene si vuole.
La faccenda uomo/donna e' complessa, difficile riassumerla, ma sicuramente c'e' stato un mutamento indotto in entrambi i sessi che li ha sfigurati, resi sempre piu' conformi al gender X, che da' l'idea di essere progettato per non potersi piu' riprodurre per vie naturali.
Saluti, Ise
Una propaganda capillare! Le donne erano per me il cuore della comunità, un cuore di carne, che non interessa più a nessuno...S.
RispondiEliminaCara Ise grazie per la dritta sul Gardasil. Comunque sia tutti i vaccini sono una mostruosita', tralaltro senza comprovata efficacia. Solo con certissimi danni che vanno dalla morte, all'autismo, ad una pletora di malattie gravissime e al cancro a lungo termine. Studi serissimi e ovviamente silenziati mostrano per esempio che tra le schifezze che vengono iniettate ci sono anche retrovirus ad altissimo potere cancerogeno a lungo termine! Da cosa e' causata l'esplosione del cancro, che si lega all'inizio delle campagne vaccinali? Studiate la cosa e inorridirete! I vaccini non sono altro che un metodo per indebolire ed ammazzare bambini e adulti, sorattutto a lungo termine, distruggerne il sistema immunitario, distruggerne i neuroni ed inoculando agenti cancerogeni, killer silenziosi che si manifestano dopo anni e la cui correlazione e' difficile da dimostrare. NOI NON CI AMMALIAMO QUANDO E SE IL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO E'SANO! NOI NASCIAMO CON UN SISTEMA IMMUNITARIO FORTISSIMO, TRAMANDATOCI DAI NOSTRI AVI, CHE HA BISOGNO DI TEMPO PER CONSOLIDARSI! INIETTARE 9 VIRUS IN UN BAMBINO DI UN ANNO E' UNA MOSTRUOSITA' DEGNA DI SERIAL KILLER, E CONCEPITA DA MENTI DEVIATE E PSICOPATICHE!!! Le industrie farmaceutiche che producono i vaccini sono quelle che producono i farmaci chemioterapici. Sapete quanto costa al sistema sanitario un ciclo di chemio? E poi, se uno e' sottoposto a chemio, si ribellera' mai? E poi, chi possiede le case farmaceutiche? Risposta ovvia! Piu' gente si ammala piu' business piu' pil! Stiamo assistendo da almeno cento anni ad un attacco occulto all'uomo senza precedenti! Con i vaccini "Loro" hanno trovato una autostrada, grazie soprattutto all'ignoranza e alla creduloneria della massa pecorona! L'attacco all'uomo e' pero' esploso negli anni 60'. Qui la donna e' stata "liberata". Risultato? Quando una donna fa un figlio e forma una famiglia, si sente subito come in gabbia, costretta da convenzioni schiaviste e maschiliste (l'immagine del maschio nemico sfruttatore assassino padre-padrone che la cultura femminista ha piantato come un chiodo nel cervello della donna moderna) ed impossibilitata a... lavorare coglionescamente come un uomo e a farsi scopare liberamente come una vacca (scusate il francesismo)! La donna media ormai e' un caso da neuropsichiatria: incapace di reggere il suo immenso ruolo naturale diventa una scheggia impazzita che realizza il 70% del pil degli avvocati (e dei tribunali, giudici, usceri...). Quindi salta tutto. E saltata la famiglia (mio nonno "A." diceva sempre: "e' la donna che fa la famiglia" e aveva ragione) salta anche la nazione e i bambini sono preda di un sistema criminale e satanico, senza genitori che li proteggono perche' occupati a farsi la guerra!!! Tutto perfettamente calcolato e realizzato! I criminali occulti al potere fanno sempre lo stesso gioco: spacciano false liberta' per distruggere solide tradizioni e rubare e schiavizzare. La donna e' stata l'inconsapevole leva privilegiata del potere satanico per far saltare in aria l'umanita'! Anche il maschio ha le sue colpe, ma per altri motivi. La donna e' la chiave del futuro di una societa' sana o moribonda.
RispondiEliminaDetto cio', Ad majora!
Un caro saluto a mio nonno "A.", sublime tenore e grandissimo soldato, oltre che istrionico incantatore di donne. E anche all'altro nonno "B.", uomo magnetico, il cui carattere misterioso e inesorabile dette a me bambino il modello di cosa dovessi diventare da uomo.
Anonimo di nome R
Il no totale che opponi era intuibile dalla natura misantropa del blog..ti inviterei solo ad apporre linee guida per i commenti che a volte da spogliatoio della palestra intellettuale diviene sfogatoio delle nevrosi personali, che nulla aggiungono al dibattito.. ultima cosa: la virgola dopo l'esclamativo è troppo audace, ripensaci alcestino!
RispondiEliminaNon trovo la virgola birichina ... per i commenti: l’unico limite è l’insulto verso altri commentatori ...
EliminaBuongiorno caro Emilio, se la sua freccia era rivolta anche a qualche mio (a volte ammetto) pedante scritto, l'assicuro che non si tratta di sfogatoio di mie nevrosi. O almeno credo. La psiche e' come un'anguilla e quando pensi di averla afferrata, ecco che scivola via! Sa qual'era il modello di Yukio Mishima? Era Giacomo Casanova. Ovvero, prima la vita, e poi lo scriverne. Mishima che invece scriveva partendo dal se intimo, sentiva il limite asfittico del proprio narrare. Gli eventi della mia vita che talvolta narro sono metafore casuali, materia grezza che ho subito a portata di mano, schegge di una vita che, se si scava poco poco, e' piu' incredibile del piu' incredibile romanzo horror ma anche ridicolo. I Demoni di Dostoevskji? Niente a confronto della pantagruelica patologia skizoide e grassa che ci (mi) possiede. Certo, a volte qualcuno gaglioffamente (io per primo) butta qua e la "segnali di pericolo": informazioni o speculazioni o presunte tali. Faccio cio', nella speranza che serva a qualcosa e che qualcuno colga. In guerra tutte le informazioni sono utili! Se poi il tutto e' forgiato con stile passabile anche tagliente o fetente, allora la faccenda diventa anche leggibile. Lei crede che io rinuncerei ad una puntata di Alcesteilblog con la sua succosissima sezione "Le lacrime dei massai maschi e delle direttrici dubbiamente donne" piuttosto che leggere certa carta straccia tipo "La Repubblica"?
RispondiEliminaSpiero' comunque le mie nevrosi cercando di accalappiare il cane randagio. Freud o Jung? Oppure Cetto Laqualunque?
Un caro saluto.
Anonimo di nome R
In un blog non PolCor, e' giusto che anche i commenti non PolCor siano tollerati nei limiti del possibile. E la lettura e' spesso interessante. Inoltre c'e' sempre il metodo Virgilio guarda e passa, nessuno e' obbligato a leggerli.
EliminaComunque fossi in te Anonimo R, non sottovaluterei l'influenza del nonno A, almeno da quel che racconti e da come ce lo racconti!
Un saluto, Ise
Il nonno "A" cara Ise fu un semidio. Ad oltre 10 anni dalla scomparsa mi manca. Aveva una voce straordinaria come Placido Domingo, maestro d'organo e con la capacita'di incantare una platea. Attorno ai vent'anni ricevette un invito per un'audizione alla Fenice di Venezia da parte del maestro Wolferrari. A due settimane dall'audizione ricevette la lettera per partire per la guerra d'Africa. Aveva una forza incredibile e per questo quando i muli schiantavano nelle marce sotto il sole africano, davano a lui da portare un cannoncino in spalla. Raccontava sempre le vicende paurose, meravigliose e feroci della guerra e dei disastri causati dalle decisioni sbagliate dei comandanti. Ripeteva sempre che il destino di una truppa dipende dal suo comandante! Partecipo' alla battaglia del Takazze': 72 ore di continua fuoco continuo contro le truppe di Ras Immiru' che caricavano senza sosta. Lui, con due attendenti, manovrava una mitragliatrice pesante. Lui sparava e gli attendenti caricavano. Al ritorno dall'Africa (fu uno dei pochi del paese a tornare vivo) fu destinato in Russia ma poi all'ultimo momento mandato a pattugliare il confine nordest della nazione. A fine guerra dovette nascondersi nei fienili per paura della vendetta dei partigiani: la famiglia, con tre bambini, tre campi di terra (un ettaro e mezzo), due mucche, due maiali e un po di galline, era mandata avanti dall'incredibile (magari ne parlero' piu' avanti) nonna "A". Passata la guerra e con un'Italia distrutta, anche la sua carriera come tenore non era piu' possibile. Canto' pero' nel coro di molti teatri tra cui uno piuttosto importante. Quando arrivava Mario Dal Monaco ad esibirsi, l'ordine era che "A" non doveva cantare, perche' la sua voce copriva quella di Dal Monaco. Canto' dappertutto fino a pochi giorni dalla morte avvenuta a 96 anni per complicazioni circolatorie. Nei due anni precedenti la morte, perse sia una gamba che, progressivamente, la lucidita', ma le arie d'opera le ricordava prodigiosamente. Negli ultimi giorni cantava ripetutamente solo l'aria "Vesti la giubba" dai "Pagliacci" di Leoncavallo.
EliminaHo avuto la fortuna di nascere attorniato da uomini e da donne straordinarie in un'Italia di un'altra era, vera, vitale, ancorata ai vecchi valori dell'onore, del coraggio, della sopravvivenza con poco, della famiglia con tanti figli, della morte in guerra da giovani o in casa da vecchi, della veglia al morto nel tinello, della Patria e della Chiesa come collante della sacra comunita' paesana.
Un caro saluto.
Anonimo di nome R
Anche mio nonno fece la guerra d'Africa, andata e ritorno, e poi costrui' molte delle strade che ancora oggi usano in Libia. Ma a differenza di te, io ne so poco, in quanto poi il figlio, mio padre, ha mantenuto alquanto le distanze, perche' ha voluto fare il ribelle alternativo comunista, iper-ideologizzato. Lo si frequentava ma non troppo, fortuna qualche racconto l'ho ricevuto comunque dal nonno direttamente, e poi da altri eredi che ne hanno conservato la stima e la memoria. E una nonna speciale ultranovantenne, l'ultima generazione di gente veramente tosta nella mia famiglia. Quel che invece e' venuto dopo e' inenarrabile (anche per la lunghezza, una saga familiare), niente di eclatante, ma una certa miseria di animo ha contagiato progressivamente tutto il parentado.
EliminaUn caro saluto a te,
Ise
Cara Ise, la nonna "A", la moglie di nonno "A", senza aver fatto mai nessun vaccino a dicembre compie 107 anni, ed e' ancora in buone condizioni di salute. E' passata attraverso due guerre mondiali + la campagna d'Africa ed inevitabili lutti, ma e' sempre stata incredibile, sanissima e in fondo felice, serena e con S. Antonio e la Madonna sul comodino. Ancora adesso e' quasi piu' lucida di me (ci vuol poco)! Avete capito perche' alle merde sta cosi' tanto a cuore che ci vacciniamo tutti e sempre di piu' e che ci allontaniamo dallo spirito e dalla religione dei nostri padri? E il popolaccio maledetto, ignorante e infame che non capisce un cazzo, si accapiglia come polli nel pollaio per fassebook ecc e poi si fa macellare allegramente...
EliminaUn caro saluto.
Anonimo di nome R
E credere che i voti, i nostri voti...che presumiamo, senza saperlo!,
RispondiEliminaHo trovato un'altra virgola dopo l'esclamativo..no, non serviam, merde!,..comunque straordinario come da una apparente bazzecola riesca ad imbastire pezzi unici e memorabili,sempre sugli scudi!
RispondiEliminaMi toccherà brevettarlo ...
EliminaForse si forse no. Certo, Renzi e Prodi sono criminali ... nn sottovalutare la mia azione ‘reale’ contro di loro ...
RispondiElimina