
Roma, 5 dicembre 2025
Un dibattito sincero e vivissimo - come una trota fuori del surgelatore da una settimana - han suscitato le parole dell’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Presidente del Comitato Militare NATO.
Ipse dixit, almeno a quanto riportano le gazzette e i brogliacci nazionali: “Stiamo studiando tutto sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando … Essere più aggressivi rispetto alla nostra controparte potrebbe essere un’opzione ... Serve un cambio di passo ... Chiediamo da tempo tre cose semplici: spendere meglio e prima, accorciare i tempi industriali (per passare da cicli di 15-20 anni a massimo tre anni) e fare più squadra tra Ue e Nato. Se l’Europa vuole contare, deve trasformare le dichiarazioni in contratti, produzione e addestramento. La deterrenza non si annuncia: si dimostra”.
Ma qual è la controparte, l’avversario, il nemico, the Heathens? “A Est serve deterrenza e difesa credibile; a Sud servono stabilità, controllo dei mari, contrasto alle reti ibride e supporto ai partner … Le nostre principali minacce vengono da Mosca e gruppi terroristici. La Russia, come minaccia immediata e militare, con guerra in corso e pressioni ibride, anche attraverso proxy. Il terrorismo jihadista, ma non solo, come minaccia persistente sul fianco Sud, capace di rigenerarsi”. E non dimentichiamoci i musi gialli: “La Cina rappresenta una sfida sistemica di lungo periodo: tecnologia, standard, catene di approvvigionamento, e corsa all’armamento, navale in particolare”.
Purtroppo, per Cavo, ci son tanti lacci e lacciuoli. Costituendo, la NATO, per antica tradizione, un'associazione di gentiluomini, di quelli abituati a duellare col prossimo mercé regole, testimoni, padrini e armi bianche dall'elsa istoriata, quando l’alba tinge appena di rosa l’orizzonte suburbano, Questa - la NATO intendo - avrebbe “molti più limiti della nostra controparte per motivi etici, legali, giurisdizionali. È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella della nostra controparte”. Ricordo gli stessi impedimenti e impacci evocati ai tavolini dello spiritismo liberista dalla Confindustria: occorre liberare, liberalizzare, deregolamentare, velocizzare, aprirsi ... nuovi mercati ... investimenti esteri ... nuove prospettive ... qualità totale ... deresponsabilizzare, depenalizzare, de-istituire ... eh, sì, le manfrine le ricordo tutte. Risultato: una burocrazia tentacolare, produzione a picco, agricoltura e piccolo commercio azzerati.
Andiamo avanti.
Quale la soluzione all'emergenza? “La guerra cognitiva mira alle nostre menti: cerca di cambiare non solo cosa pensiamo, ma come pensiamo e decidiamo. È un mix di disinformazione, pressione psicologica, attacchi cyber-informatici e sfruttamento dei social. La difesa è a più livelli: resilienza cognitiva nelle società (educazione ai media, trasparenza istituzionale), rapidità non tanto nello smentire, quanto nel rafforzare la propria narrativa. Naturalmente c’è bisogno di investire nella protezione dei dati, e integrazione tra info-ops, cyber ed EW nelle esercitazioni. È un fronte dove cittadini e militari combattono insieme. D’altra parte, è anche una dimensione dove la sola reattività non è pagante, ma sono necessari mezzi, strumenti e procedure per poter competere decisamente”.
La situazione appare serissima. Ci stiamo dirigendo, perciò, verso la conflagrazione totale, l’evocatissima - dal 1945 all’incirca - TGM (Terza Guerra Mondiale)? Macché: “Non siamo in guerra, ma non siamo neanche in pace. La situazione è molto seria, ma non vedo oggi una corsa inevitabile verso un conflitto globale”.
Cosa possiamo desumere da tali affermazioni?
Anzitutto voglio confessare questo. Giuseppe Cavo Dragone è un bel tipo. Un ufficiale d'alto rango di cui, a prima vista, ci si può fidare. Tutto di un pezzo. Curato. Intagliato nella disciplina. Un autentico militare.
Purtroppo la mia esperienza - reale - coi militari (intendo: i militari che fanno la guerra) è stata ben diversa. L’ho resocontata a suo tempo. Sfortuna, credo.
Dragone, però, a una seconda occhiata più attenta non pare proprio una macchina da guerra. Viene alla mente Grisù, il piccolo drago dei cartoni animati che, per la disperazione del padre, voleva fare il pompiere (come Lupetto, figliuolo di Ezechiele Lupo, che aveva per amici i tre porcelli concupiti dal genitore). Infuoca, ma, occultamente, mira alla stasi. No, Cavo non è un guerrafondaio. Egli, invece, allude. Definisce concettualmente il futuro.
Sgombriamo subito il campo dalle risibili “reazioni politiche”. Lega e 5S s’imbizzariscono di fronte a tali dichiarazioni. Son tutte sciocchezze da guitti, naturalmente. Il gioco è vecchio: quando non hai voce in capitolo o il tuo voto non conta (perché costituisce una calcolatissima minoranza) puoi esercitarti nella nobile arte dell’opposizione: fai una bella figura, rischi zero e non cambia nulla. Il Governo, dal canto suo, minimizza. Che gli frega? Esso, nello scacchiere internazionale, vale come l’imbucato alle feste che si sbafa il buffet gratis: meno lo si nota meglio è. Quando c’è da applaudire, applaude più degli altri, l’ospite d’onore o l’oratore leccapiedi, voltandosi a destra e a manca con sguardo di compiacenza verso gli altri convenuti; quando rischia di essere scovato si cela dietro i tendaggi o batte in ritirata al cesso. L’importante è il numero delle tartine ingurgitate e le rodomontate a uso interno.
Ma cosa vuole dirci il nostro Cavo, in realtà. Egli sa benissimo che la leva obbligatoria è una barzelletta, anche fosse operativa (o lo fosse in parte). Basta farsi un giretto nelle città metropolitane, come faccio io. Il centro è occupato da turisti sdruciti, mendicanti, negri, lenoni o prostituti, parassiti e usurai di varia natura; la periferia dalla schiuma: sciancati, podagrosi, pazzi, drogati, alcolizzati, vecchi deformi, cani smerdoloni e rifiuti polimorfi. Quale sarebbe, di grazia, il serbatoio antropologico a cui attingere per formare i milites dell’avvenire?
Per quanto possa sembrare incredibile tale sfacelo è stato perseguito con cura. Le guerre - quelle vere: Iraq, Siria, Afghanistan, Palestina, Ucraina - servono a questo. A ridurre a zero la forza spirituale e fisica d’un popolo. Ne abbiamo sperimentate due, militari, e una, crescente, dal 1968 in poi, coloratissima, che ci ha frullati a omiciattoli. La poltiglia umana occidentale deve estendersi a tutto il globo. Questo il programma. Distruggere ogni rilievo di civiltà in nome dei valori polcorretti cioè di nessun valore. Grado zero. Un gregge senza storia, costituito da miliardi di armenti controllabili e da sfoltire gradatamente. Ecco a cosa serve la guerra ibrida, la “resilienza cognitiva … educazione ai media rapidità non tanto nello smentire, quanto nel rafforzare la propria narrativa. Naturalmente c’è bisogno di investire nella protezione dei dati, e integrazione tra info-ops, cyber ed EW nelle esercitazioni. È un fronte dove cittadini e militari combattono insieme”. L’essere umano, una volta depositario di millenni di educazione e civiltà, ha da essere livellato sin alla rassegnazione più ignobile e collaborare attivamente alla stessa. L’Europa e l’Italia, perno dei cicli classici e cristiani, paiono già ridotte a un pulviscolo aereo. Lo sbriciolamento dell’umano, tuttavia, va avanti: ogni civiltà del passato capitolerà. Le guerre - ripetiamo: quelle vere - hanno sol tale scopo: uniformare, irreggimentare, evirare, addomesticare, livellare: zoologizzare.
Ovviamente la zoologizzazione (copyright: Marco Della Luna) è una meta ben celata, spirituale, perseguita dai Grandi Arconti. Poi ci sono i gradi minori della Monarchia Universale, meno avvertiti, quindi i patriziati locali (smossi a furia di mazzette: il denaro è sempre una falsa pista), quindi il patriziato minore (usato contro la plebaglia: gendarmi, satrapi delle amministrazioni nazionali, grand commis, mafiosi, clientes, pezzi di sindacato, partiti politici veri o inventati all’uopo: di volta in volta) poi le pletoriche bolge e malebolge, i miliardi carne da cannone, in cui ci si rivoltola nel fango della menzogna, della propaganda e della miseria incipiente.
La Russia, la Cina: fantasmi che presto capitoleranno. Ma …? Gli ottobrini Putin e Netanyahu vantano rispettivamente 73 e 76 anni, Xi 72. Fra vent’anni non li ricorderemo più così come abbiamo dimenticato i Zapatero, i Blair, i Bush, le Merkel. Usciti dal giro teatrale appaiono per quello che sono, mediocri esecutori gonfiati per l’occasione. Scomparsi, niente ne testimonia la pur minima rilevanza, in qualsivoglia ambito. Oggi li riguardiamo come certi giocatori degli anni passati che, rivisti, ci fanno esclamare: “Come ho potuto scaldarmi per questa mezza calzetta?”. Le dinastie politiche non durano a lungo, così come le politiche estere vere e proprie. Tutto cambia tranne le linee di tendenza universali a cui quelle politiche si adattano.
Il terrorismo jihadista! Mai esistito, sempre inventato e finanziato dall’Occidente per l’inverarsi dell’Utopia massima, il controllo definitivo, la Monarchia Universale la cui struttura sociale e costituzionale è stata testata con successo durante il lockdown, l’Esperimento per eccellenza, il vero fine dell’isteria di massa provocata da una banale influenza stagionale. Certo, occorre una azione di intelligence costante (il fallicismo di ascendenza legaiola è potente in Italia) per convincere i pollastri italiani che non v’è contraddizione fra aprire le porte all’immigrazione selvaggia e combattere il presunto jihadismo. Intelligence materiata da mazzette che vanno a corrompere eserciti di giornalisti, influencer, socialari.
Purtroppo il principio di non contraddizione, base di un ragionamento sensato, giace nel dimenticatoio. Avanza il cretino 2.0, ampiamente previsto, un cretino digitale, per cui A e non-A coesistono (la guerra non è guerra, la pace non è pace, fa freddo, ma ci stiamo surriscaldando, sono completamente d'accordo a metà ...) e il rapporto di causalità viene sostituito dall’associazione arbitraria e casuale di idee (nesso di casualità; es. Benedetto Croce parlava di identità e Patria a proposito della tutela del paesaggio; Mussolini parlava di identità e Patria; ergo: Benedetto Croce è fascista).
Ci sono i Russi! I terroristi col turbante! E allora occorre controllare! Identità digitale, pass, cybersicurezza, database, QR code. La burocrazia sfarina prima l’economia, poi la scuola, quindi l’essere umano in sé stesso. Miliardi di simulacri per la felicità di massa, i Benefattori dichiareranno a breve una pace universale, terrificante.
Se non ci sentiamo vi auguro un felice Natale.
Bentrovato Alceste,
RispondiEliminai Romani nostri padri affermavano che il nome è un destino.
Qualcuno, evidentemente, non lo ha dimenticato e va di parodia: "Figliuolo", "Speranza", "Cavo Dragone"...
Un Dragone Cavo, insomma.
EliminaSenza i collaborazionisti, i traditori e nemici interni che si vendono per quattro soldi sarebbe alquanto difficile qualsiasi conquista. Per questo essi venivano trattati con la massima durezza. Ormai il nemico ha infiltrato tutto, non abbiamo nemmeno la soddisfazione di vederne qualcuno al patibolo.
RispondiEliminaLa scuola, soprattutto, è un inferno. Noto, tuttavia, che anche i cosiddetti contro-informatori, almeno quelli sinceri, non capiscono la posta in gioco e si soffermano su dettagli insignificanti.
EliminaUna spiegazione, secondo me, è che non sono capaci di cogliere i nessi tra gli accadimenti. Per cui non riescono ad andare oltre analisi e soluzioni tecniche.
EliminaVale un po' in tutti i campi. Pensano che causa del male sia l'incapacità del governante di turno, ma col prossimo andrà meglio. Non hanno sentore di cambiamenti epocali. Potrei dirlo con una Sua espressione, se ricordo bene : essi "appartengono".
Caro Alceste, ho letto l'articolo suggerito " Quando morirà l'ultimo italiano". Sentire sulla viva pelle, non per ideologia, che una civiltà finisce, atterrisce. Percepirlo dalle piccole cose, la prevaricazione del piccolo funzionario, l'assurdità della burocrazia mentre ti parlano di semplificazione, il caffè pagato appoggiando un telefonino ( è comodo, ulteriori considerazioni sono da complottisti), i visi sformati dalla chirurgia estetica e quelli sformati dalla falsa coscienza, il vestire indecente ( non lo si intenda in senso moralistico), e tante altre piccole mostruosità. Si taccia sulle grandi.
" Ma non ti va bene niente" dicono. A loro invece va bene tutto.
La corrente spinge così forte che ogni tanto mi scopro a pensare di essere sbagliato io, a tanto può arrivare il desiderio di far parte della comunità.
Come è possibile tutto questo sia successo in nemmeno una cinquantina d'anni, per quanto i semi fossero stati piantati molto prima? Magari un' inversione di rotta, mi dico, anche temporanea, è ancora possibile. Pensieri, mi rendo conto, terra terra.
Tanti auguri di buon Natale a Lei e ai suoi lettori.
cp
Chi dovrebbe operare tale inversione di rotta? Pensiamo ai due giornaloni della cosiddetta destra italiana che tremar il mondo fa: hanno due invertiti al comando. Il TG5 dello spauracchio destrorso Berlusconi - in onda non a caso dal 1992, anno della globalizzazione politica italiana - ha vantato in 33 anni tre direttori di cui due sionisti (30 anni su 33). A capo della RAI misero un tal Foa ... e così via. Da quella parte la via è chiusa. Il popolicchio, poi, è il miglior alleato di tale consociativismo che non è partito dal 1992 bensì dal 1978, a cadavere di Moro ben caldo. Il compromesso storico ci ha proiettati in un mondo astorico in cui nulla di ciò che prima sussisteva ha più valore. Militari, cattolici, confraternite, educazione e scuola, università e mondo accademico e intellettuale: ogni cosa si è diluita in una pastella insignificante. Le arti sono finite, tutte, l'artigianato, l'agricoltura e il piccolo commercio, spina dorsale economica del Paese, sono dismessi. Aprire una qualsiasi attività equivale a commettere un suicidio. Ci si regge in piedi col restante welfare, le pensioni dei vecchi e i sussidi pubblici. Anche a livello associazionistico la creatività pare bella che morta poiché, anche lì, si va avanti con le mazzette clientelari e i bandi truccati. Ciò che mi atterrisce, però, è la scomparsa - totale e irrecuperabile - della memoria culturale. Nessuno - e dico: nessuno - dà più importanza ai Maggiori della letteratura, delle arti e della scienza; così come delle manifestazioni minori, dal teatro al cinema all'avanspettacolo. L'Italia è una pelle disseccata, vuota. Cosa si possa sperare non lo so. Ritengo più utile non sperare in nulla e disprezzare. Il disprezzo, come l'odio, almeno è un sentimento vivo e non una posa sentimentalistica.
EliminaL'unica guerra che potrebbero fare è quella in stile 1984. La quasi guerra di orwelliana memoria. Per il resto mi hai fatto tornare in mente la mia vecchia visita di leva. Una marmaglia di ragazzi con nessuna voglia di fare il soldato, pronti a scegliere l'obiezione di coscienza senza sapere bene cosa fosse. I raccomandati non dovettero fare nessuna scelta, loro erano già salvi. Ricordo il primo giorno in coda alla mensa della caserma per pranzo. il secondo e terzo giorno eravamo tutti allo spaccio a prenderci un panino. Mai mangiato un cibo più schifoso in vita mia. Anni dopo mi fu spiegato l'arcano. Gli ufficiali si fregavano tutto il cibo buono e lo rivendevano ai ristoranti del posto o se lo portavano a casa per sè ed i propri familiari. Alla truppa rimaneva la merda. E allora come dicono gli studiati: "Merde à tout le monde!".
RispondiEliminaSi rubavano anche i tubetti di colla. Ho visto decine di prosciutti e quintali di vitella prendere la via dei frigoriferi e mai una volta, in mensa, assaggiai prosciutto o una mezza fettina di vitella (andavano per la maggiore mozzarelline e pasta scotta). C'è da dire che l'andazzo risaliva a ben prima dello sfacelo. Basti pensare all'equipaggiamento italiano in guerra.
EliminaBuon Natale anche a Lei, carissimo Alceste, ma sentiamoci, però.
RispondiEliminaBuon Natale anche a te. Sono aperto agli auguri e agli scambi di idee.
EliminaBen tornato.
RispondiEliminaIeri riflettevo sui concetti "rivoluzionario" e "reazionario".
Al secondo concetto è stato attribuito il significato di stasi, volontà che nulla cambi, mentre in realtà significa reagire, ossia mostrarsi vitali.
Il rivoluzionario, che è un sovvertitore narcisista e psicopatico, ha definito nemico l'uomo vitale, reattivo.
Inevitabile che sia stato travisato o equivocato. Ogni termine andrebbe ripensato e ricondotto alla sua etimologia. Leggere un vocabolario o un dizionario etimologico è un atto davvero "ribelle" ... oggi il dialogo è, di fatto, impossibile poiché inquinato al massimo grado. Ma è lo stesso per quanto riguarda la storia. Basti pensare al termine "medievale" per rendersi conto che è un altro regalo al veleno inglese che ha preso a parlare di "Dark Age": e tutto perché avevano da glorificare Ciccio VIII contro il Cattolicesimo.
EliminaUn bel regalo di Natale in anticipo, un resoconto lucido e attento della realtà in cui siamo precipitati.
RispondiEliminaGrazie e buon Natale.
EliminaProprio ieri sera ho completato uno a di quei corsi obbligatori senza i quali non è possibile ricevere il via libera per un normale avanzamento nella professione lavorativa. Niente a che fare con la quotidiana gestione del lavoro ma bensì un corso sul Gender e le discriminazioni della comunità Lgbtq +. Un lavaggio del cervello degno della migliore rappresentazione di Orwell, con gli immancabili inglesi che da tempo, a detta della curatrice del corso, hanno abbandonato parole come "policeman" per far spazio a "police person" o "fireman" per "fireperson". Con anche i test finali per capire quanto è rimasto sotto sotto di vecchio bianco patriarcale e mezzo fascista (visto che ormai il fascismo ha assunto le sembianze di tutto quello che sta al di fuori della redazione di Repubblica)! È un processo capillare che non risparmia alcuno dall'asilo fino all'età della pensione. Altro che i soldi del pnrr per il rilancio, corsi di indottrinamento stile risaia cambogiana. Caro Alceste, ben tornato e prima o poi spero di riuscire a vedere un tuo libro o comunque una tua opera.
RispondiEliminaAntonio
Se dissenti ti mettono nella "catacomba molussica" ... La catacomba è in un vecchio libro di Anders che non mi piace, ma è indicativo. Forse catacomba è termine inadatto. In fondo i Cristiani celebravano i loro riti entro la Roma pagana, noi stiamo in fondo a un pozzo, soli.
EliminaBuongiorno Alceste, è sempre un malinconico piacere leggere i suoi pezzi. I suoi articoli mi fanno venire in mente i disegni di Piranesi, quelle rovine romane in bianco e nero. La informo che il mio libretto di cui lei ha fatto la prefazione sta per andare in stampa, le riscriverò quando uscirà, nel frattempo buon Natale.
RispondiEliminaVa bene, sono felice per te. Buon Natale e buone feste.
EliminaA proposito di leva volontaria.
RispondiEliminaQui sembra di essere ai tempi di Stalin, la gente scompare per strada...
Stamattina ho fatto un giro al centro reclutamento, l'ex di mia moglie ha subito un'abduction. All'inizio avevamo pensato agli aglieni... Ma poi ci siamo detti: chissà che non abbia deciso di arruolarsi?
Fuori ad aspettarci, al freddo, c’era la moglie del tipo (si sono sposati da poco, l’ex marito di questa è stato dato per disperso l’anno scorso). E la madre disabile.
E effettivamente lui era lì ma non abbiamo potuto fare molto per aiutarlo.
Perimetro protetto con filo spinato, uomini armati di guardia... almeno siamo riusciti a parlarci tramite una fessura. Ci ha assicurato che fuggirà dal poligono (ammesso che ce lo portino).
Un po' ci speriamo, è riuscito a fuggire diverse volte, ma prima che riuscissero a portarlo al centro reclutamento. Ora è molto più difficile.
L’avvocato che hanno interpellato ha chiesto 5.000 dollari americani per “provare a fare qualcosa”. Una decina di stipendi, considerata la media del posto.
Mentre eravamo lì abbiamo visto diverse cose interessanti. Due uomini, a distanza di pochi minuti, sono stati fatti entrare, dovevano ritirare o consegnare dei documenti, o firmare da qualche parte…
Ad entrambi mancava una gamba, quindi sono già diventati eroi.
Poi è arrivata una macchina della polizia. Si sono aperti i cancelli. È stato scaricato un tipo… un’altra abduction agliena. Un futuro eroe.
L'importante è ammazzare i migliori. Così rimangono i peggiori. Anche in Italia stanno scomparendo centinaia di persone, in altro modo. Restano i conformisti, guai a toccargli la disfatta, ne sono ghiotti e la celebrano con sempre nuove menzogne a cui, ovviamente, credono.
EliminaCiao Alceste, grazie per scrivere - semplicemente. Un abbraccio caloroso a te e a tutti i lettori. Osservo, disprezzando, con un sorriso triste.
RispondiEliminaBuone Feste a tutti.
AlexSardo
Buon Natale e buone feste a te.
Eliminacaro Alceste
RispondiEliminaogni volta ho la sensazione di essere io a scrivere
non avendo le tue capacità espressive mi limito ad aspettare i tuoi articoli
nelle ultime canzoni autenticamente italiane ci avevano avvertito dell’ormai imminente tramonto del Mondo Antico
una tra le tante:
“dolce vita che te ne vai
sulle terrazze del corso”
la chiamavamo musica leggera
non potevamo comprendere
quegli anni sono stati il Canto del Cigno dell’Italia e di tutto ciò che rappresentava per l’umanità
un vero capolavoro
una stagione irripetibile
adesso i pagliacci che ci assediano e che si spacciano per italiani provano maldestramente a recitare ciò che non sono mai stati e che neanche comprendono
oltraggiosi
inguardabili
i risultati sono pietosi
prego sempre che Dio Padre li fulmini
in ogni caso
Amen
Credo siano già fulminati. Purtroppo sì, i vituperati Ottanta sono stati gli ultimi anni in cui ancora guizzava la vita. Poi è arrivata la globalizzazione che ancora non è stata compresa a pieno. Essa significa semplicemente che tutto si appiana, si livella, si abbassa, diviene anonimo, fungibile, sostanzialmente insignificante, riproducibile. Ma non si cada nell'equivoco: il declino inizia da lontano, dallo scisma europeo, almeno. Forse tutto era ed è inevitabile.
Eliminacavo caprone è solo un attore
RispondiEliminadi quart’ordine oltretutto
Non ha bisogno di recitare, però.
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