Roma, 27 settembre 2018
Una
conoscente, di sicura affidabilità, mi rende edotto d'un aneddoto altamente istruttivo.
Circa dieci anni fa il figliuolo, allora diciottenne, e in odore di maturità
classica, fu spedito in Cina con tutta la classe nell’ambito di un’operazione
di “scambio culturale” (ordita non si sa da chi: sicuramente non dai nostri
provveditorati o ministeri, troppo impegnati nel sorbire cappuccini; forse dai
ministeri cinesi, come sospetta anche la sommenzionata conoscente).
I
nostri zucconi, appena arrivati a Pechino, furono sistemati con tutte le cure
presso una sorta di residence: pulito, organizzato e popolato di personale
gentilissimo e in grado di affabulare, con lodevole proprietà, almeno nella rappresentanza
preposta alla comunicazione, la nostra lingua materna. Gli sdraiati italici
stettero un pochino sulle loro, poi cominciarono a prendere confidenza con i limoncini:
sino a rivelarsi: come perfetti idioti. Erano in vacanza; di studio, certo, ma
lo studio, in Italia, serve a prepararsi agli esami, non alla vita. I pecoroni,
il giorno appresso, vennero portati a pascolare per la Capitale del Catai: ne
ricevettero un’impressione devastante. La Cina era vicina, assai vicina: e
priva di quei luoghi comuni che, chissà perché, sedimentano nell’animo dei
peninsulari: il levantino con il laccio da strangolatore, il riso e il tè, la
lingua indecifrabile, i salamelecchi orientali. Pechino, infatti, era una città
sterminata, ampiamente infiltrata dall’Occidente e dall’inglese, moderna,
insonne, paradossalmente febbrile e composta: i cinesi, poi, quegli ominicchi,
secondo loro, risolvevano problemi: l’inquinamento, i cessi, il traffico ...
ogni aspetto metropolitano, ancor caotico, veniva sottoposto alle cure
lungimiranti di un cervello da “centralismo democratico” in cui, pochi, decidevano: e gli altri, di
conseguenza, obbedivano. Soffiava, insomma, una brezza travolgente e vitale
dove le conquiste generavano problemi e questi ultimi, risolti, generavano
progresso: e il progresso era interamente cinese, ovvero mai slegato dalla
tradizione: i cinesi, almeno gli abitanti della Capitale, erano artefici del
proprio destino (o del proprio disastro; un disastro, tuttavia, gestito intra moenia).
Nel
pomeriggio arieti e capre, undici maschi e quattordici femmine, incontrarono i
loro pari età, appena smontati dal turno di studio; vennero recati, lo
appresero dopo, nella sala di musica. In tale sala, esauriti i convenevoli in
cui i nostri professori rivelarono una micidiale ignoranza di qualsiasi lingua,
compresa quella più ostica (l’italiano), i mufloni d’ambo i sessi assistettero
a uno spettacolo sbalorditivo. Una falange di ragazzi dagli occhi a mandorla,
con docilità paramilitare, si schierò in doppia fila e cominciò a intonare,
solfeggiandola, un'arietta verdiana o mozartiana: con estrema sicurezza. Dopo
circa un paio di minuti di tale esercizio essi si bloccarono; ne seguì un
silenzio incompreso (dai nostri); il cinesame riprese da capo la solfa: trenta
sessanta novanta secondi e, quindi, l’arresto; nessuno capiva. Per la terza
volta i mandorlati riattaccarono, con immutato zelo e acribia solfeggiatrice: al terzo stop, brutale, gli armenti professorali, incuriositi,
chiesero spiegazioni, probabilmente a gesti, del singolare comportamente (gli
ovini, invece, lo presumo dal contesto, saranno rimasti ammammaloccuti): al corpo
docente venne risposto, con salamelecchi mandarini, e poi in italiano, utilizzando
(presumo anche questo) cortesissime circonlocuzioni, che, tutti, lì, in quella
sala, una sala di musica, si aspettavano che il gregge (quello occidentale) proseguisse
il bel canto proprio laddove i pechinesi l’avevano interrotto: a sancire una
comunanza artistica fra i due Paesi, la Cina e, presumibilmente, l’Italia, oltre
le divisioni storiche, antropologiche, et cetera et cetera.
A
tutt’oggi si ignorano le risposte dei salariati statali a quella gentile
richiesta; della mandria studentesca inutile ciarlare: rimase muta. Cosa avvenne, perciò? Probabilmente
il professorame dovette spiegare, pietosamente, faticosamente, fantozzianamente,
che, in tredici anni di scuola, lo studente italico, a onta degli euri
spesi per testi e strumenticchi musicali, non impara a solfeggiare manco Tu scendi dalle stelle.
Le
accademie d’arte italiane sono invase dai cinesi. Un allievo su quattro.
Ornato, disegno, scultura, anatomia, grafica. I cinesi hanno compreso ciò che
noi, grazie alla controcultura dei cretini, abbiamo gettato nella spazzatura:
il mestiere, l’artigianato, la bottega sono lo scrigno su cui mettere le mani
per dominare il cuore della Patria. Conoscere la tecnica, la storia, la
tradizione di un popolo per arrivare a copiare quel popolo; assoggettare quel
patrimonio a un’indole millenaria e, quindi, forgiarlo come proprio artigianato; educare decine di
migliaia di elementi secondo la nuova sensibilità: da questo crogiolo, voluto,
anelato, progettato, nascerà un artista; quindi, due, dieci; poi cento. Essi
invaderanno il mondo col loro gusto: così ragiona chi ha ancora del sangue in
corpo.
E pensare che, fino a trent’anni fa, la Cina era lontana. Ci si esercitava con le barzellette. Chi è l’ostacolista cinese più imbranato? Chin Chan Pai. Il pokerista più abile? Chon Full. E il falegname? Chon Kio Din. E giù risate.
Chissà se esistono barzellette cinesi sugli Italiani. Forse sì forse no. Roberto Baggio fu l’ultimo Italiano degno di nota in quelle lande. Francesco Totti, invece, è ancora molto popolare in Medio Oriente. Forse sì forse no. L’Italia è una realtà così periferica da far propendere per il no. Chissà, poi, se i cinesi sanno che è caduto un ponte in Italia. Una trascurabile inezia, per loro, che di sciagure vivono e che di ponti ne erigono uno al giorno. Di una cosa si è sicuri: la notizia che il crollo di un ponte possa risucchiare l’intera vita politica è, in Cina, inimmaginabile.
Orlando è innamorato della bionda Angelica. Angelica, però, manco se lo fila. Quando Orlando, vergato su alberi e all'interno della grotta ove hanno consumato l'amore, scopre il nome dell’amata e del bellimbusto Medoro, un saraceno, egli diviene furioso: la follia originerà una delle epopee mirabili della nostra letteratura. Ad Ariosto si può appaiare Matteo Boiardo, il simpatico Boiardo. In Boiardo il paladino Orlando viene dipinto come uomo d’arme, ma anche come fessacchiotto verginello che si fa raggirare da esperte e sfrontate donzelle. Differenze: Ariosto diverte; Boiardo si diverte. Nei due le foreste divengono i fondali artificiosi e labirintini di scorrerie e avventure vorticose; il linguaggio è sempre generico, petrarchesco: alberi, fiori, frutti, fontanili, giganti. Dante è lontano. Se la poesia perde in lutulenza verbale, acribia e drammaticità è altrettanto vero, però, che guadagna nella potenza evocatrice di miraggi, inganni, magiche deambulazioni, fughe rocambolesche: il settimo canto dell’Orlando furioso, quello dell’isola della maga Alcina, o il dodicesimo, sul castello di Atlante, magione in cui la memoria svapora e la volontà si perde dietro i fuochi fatui dell’immaginazione, sono capilavoro del fantastico in cui si assomma tutta la stilizzata Arcadia del Cinquecento.
In Ariosto i Cristiani e i Maomettani se le danno di santa ragione: tutto, però, è contenuto da una grazia superiore. I Cristiani operano in nome della Verità, ma i musulmani non sono figurine da disistima, anzi: quando, nel primo canto, Ferraù e Rinaldo si gettano sulle piste di Angelica essi addivengono a un mutuo patto di non belligeranza sancito da un’etica più alta, naturale, che annulla temporaneamente le proprie convinzioni; in essa si raggruma l’idea stessa di Medioevo. Un Medioevo ormai sfumato tanto che Ariosto canta la fratellanza universale cavalleresca con rimpianto immedicabile e privo di ironia:
O gran bontà de’ cavallieri antiqui!
eran rivali, eran di fé diversi …
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza sospetto aversi
E pensare che, fino a trent’anni fa, la Cina era lontana. Ci si esercitava con le barzellette. Chi è l’ostacolista cinese più imbranato? Chin Chan Pai. Il pokerista più abile? Chon Full. E il falegname? Chon Kio Din. E giù risate.
Chissà se esistono barzellette cinesi sugli Italiani. Forse sì forse no. Roberto Baggio fu l’ultimo Italiano degno di nota in quelle lande. Francesco Totti, invece, è ancora molto popolare in Medio Oriente. Forse sì forse no. L’Italia è una realtà così periferica da far propendere per il no. Chissà, poi, se i cinesi sanno che è caduto un ponte in Italia. Una trascurabile inezia, per loro, che di sciagure vivono e che di ponti ne erigono uno al giorno. Di una cosa si è sicuri: la notizia che il crollo di un ponte possa risucchiare l’intera vita politica è, in Cina, inimmaginabile.
Orlando è innamorato della bionda Angelica. Angelica, però, manco se lo fila. Quando Orlando, vergato su alberi e all'interno della grotta ove hanno consumato l'amore, scopre il nome dell’amata e del bellimbusto Medoro, un saraceno, egli diviene furioso: la follia originerà una delle epopee mirabili della nostra letteratura. Ad Ariosto si può appaiare Matteo Boiardo, il simpatico Boiardo. In Boiardo il paladino Orlando viene dipinto come uomo d’arme, ma anche come fessacchiotto verginello che si fa raggirare da esperte e sfrontate donzelle. Differenze: Ariosto diverte; Boiardo si diverte. Nei due le foreste divengono i fondali artificiosi e labirintini di scorrerie e avventure vorticose; il linguaggio è sempre generico, petrarchesco: alberi, fiori, frutti, fontanili, giganti. Dante è lontano. Se la poesia perde in lutulenza verbale, acribia e drammaticità è altrettanto vero, però, che guadagna nella potenza evocatrice di miraggi, inganni, magiche deambulazioni, fughe rocambolesche: il settimo canto dell’Orlando furioso, quello dell’isola della maga Alcina, o il dodicesimo, sul castello di Atlante, magione in cui la memoria svapora e la volontà si perde dietro i fuochi fatui dell’immaginazione, sono capilavoro del fantastico in cui si assomma tutta la stilizzata Arcadia del Cinquecento.
In Ariosto i Cristiani e i Maomettani se le danno di santa ragione: tutto, però, è contenuto da una grazia superiore. I Cristiani operano in nome della Verità, ma i musulmani non sono figurine da disistima, anzi: quando, nel primo canto, Ferraù e Rinaldo si gettano sulle piste di Angelica essi addivengono a un mutuo patto di non belligeranza sancito da un’etica più alta, naturale, che annulla temporaneamente le proprie convinzioni; in essa si raggruma l’idea stessa di Medioevo. Un Medioevo ormai sfumato tanto che Ariosto canta la fratellanza universale cavalleresca con rimpianto immedicabile e privo di ironia:
O gran bontà de’ cavallieri antiqui!
eran rivali, eran di fé diversi …
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza sospetto aversi
Orlando furioso, I, 22
Angelica galoppa, fugge, eburnea, i capelli al vento. A differenza d’Ariosto, Matteo Boiardo precisa il colore di quei capelli metafisici, eternamente sciolti al vento di quei boschi simbolici, fitti di verdure tutte eguali; capelli odorosi e fluttuanti, al pari delle vesti leggere e preziose: capelli biondi:
… la bionda testa in su
l’erba posava
sotto il gran pino, a
lato della fontana …
dormendo, non parea già
cosa umana,
ma ad angelo del cel
rasomigliava.
Orlando innamorato,
I, 42
Siamo
tanto rapiti dall’impalpabile e rosea beltà di tale amazzone da non far caso al
fatto ch’è cinese: figlia del re Galifrone, re del Catai, e principessa di
sangue.
La
Cina, allora, era lontana; trasognata, favolistica, come ne Il Novellino, un libriccino che
consiglio sempre per capire cosa è la letteratura, l’etica, l’Italia.
Il
mondo si è poi ristretto. Noi abbiamo abiurato Ariosto, Tasso e Boiardo; loro
no. E ce li troviamo in casa, nei bar, nei negozietti che puzzano di diossina.
I nostri figli diventeranno i loro camerieri. I traditori, ovviamente, a fronte
di questo sfacelo, consiglieranno di imparare il cinese, così come trent’anni fa
consigliavano l’inglese. L’Italiano, invece, non lo consiglia più nessuno.
Qualche
anno fa, al Museo Orientale di Roma, in via Merulana, nella sezione delle
mostre non permanenti, vidi numerose tele a olio eseguite da studenti cinesi. A
decine. Quasi tutti paesaggi, pochissimo figurativo. Dominava la fredda
maniera; eppure, nonostante quell’impressione evidente, ebbi un brivido. Ecco,
pensai, una mente collettiva all’opera. Un ceto dirigente che opera per i
prossimi decenni. Essi ragionano: quale paese al mondo fu ammirevole per
l’arte, l’audacia, la creatività, le impennate di genio? L’Italia? Benissimo,
invadiamo l’Italia, allora. Le tele lì presenti erano i primi vagiti di un’appropriazione
minuziosa, d’una razionale scienza geopolitica. Fredda maniera, come detto.
Intanto, però, il sangue mediocre e laboriosissimo dei giovani cinesi ha ricevuto
le prime trasfusioni d’una cultura immensa; essi miglioreranno, di anno in
anno: familiarizzeranno, nonostante il vallo antropologico; studieranno
materiali, soggetti, storie, con una tenacia e una volontà di sacrificio oggi,
per noi, incomprensibile. Dieci, vent’anni, trenta e quindi i pittori, gli
scultori, i grafici, i pubblicitari, gli scenografi cinesi venderanno la loro
creatività al mondo. E noi cosa potremmo opporgli? In nome della lotta al nozionismo
abbiamo svenduto il meglio di noi stessi.
Il
Museo d’Arte Orientale a via Merulana, estremamente interessante, pagava,
all’epoca, circa centomila euro di affitto al mese a una megera centenaria. Dal
dopoguerra a oggi non si è trovata una sede, di proprietà statale, per esporre
degnamente quelle collezioni. Si vociferava, recentemente, di una possibile
chiusura. In nome dell’austerità. D’altra parte a cosa serve comprendere l’arte
cinese, giapponese, indiana, indonesiana, mesopotamica? A cosa serve il latino?
E il greco? Rinunciare a sé stessi: ecco il tradimento. Essere pezzenti e sé
stessi: ci arriverà mai qualcuno? Intanto le migliori menti della
controinformazione bivaccano nella meschinità: cianciano di Salvini.
Fui,
all’inizio dei Novanta, uno dei primi estimatori romani del cinema di Hong
Kong e dintorni. Affittavo (a lire cinquemila) rudimentali videocassette abusive presso un
negozietto import-export a via Niccolò Machiavelli, una traversa di piazza
Vittorio Emanuele. Melodrammi, gangster, wuxiapian. King Hu, Chang Cheh, Tsui Hark, Wong Jing, il
primo John Woo. Fra le attrici preferite: Cheng Pei Pei, Brigitte Lin, Maggie Cheung, Michelle Yeoh.
Cheng Pei Pei in Come drink with me |
A
Mussolini appeso, Carlo Emilio Gadda respira. Viene assalito da una fregola
creativa senza precedenti: Eros e Priapo,
anzitutto, saggio che fa i conti, postumi, col Fascismo, definito “orgia bacchica di tutti i sussulti affettivi non
mediati”.
Il
Gran Lombardo inizia, poi, la stesura di Quer
pasticciaccio brutto de via Merulana.
Il
pretesto del romanzo è giallo. L’omicidio d’una signora bene, Liliana Balducci.
Nella
prima edizione (1946) il crimine avviene, appunto, in via Merulana, al civico
119. Nella seconda (1957), di largo successo, al civico 219.
Nel
1959 Pietro Germi trae dall’opera una pellicola veloce e brillante, declinata
secondo lo stile secco dei noir americani: il palazzo, nel film, è a piazza
Farnese, dietro Campo de’ Fiori.
Nel
1997 il Comune di Roma appone una targa per ricordare il capolavoro: il
generico memento viene cementato, chissà perché, al 268.
Recentemente,
poi, s’è materializzato un controcazzo accademico: il condominio ove fu
assassinata Liliana Balducci (la donna che ispirò la figura di Liliana
Balducci) era non a via Merulana, ma nell’attigua piazza Vittorio Emanuele, al
civico 70, dove, nel 1945, avvenne, guarda caso, un analogo fattaccio. I
migliori professori, dopo appena sessant’anni di ricerche, approvano la
soluzione filologica.
Lo
schema anzidetto è tipicamente italiano. Democraticamente italiano. Si avverte,
in tale tramestio cretinissimo, che non è più improvvisazione creatrice, bensì
anarchia di ominicchi col patentino di berciatori, la mancanza di una
direzione, di un centralismo democratico: nel gallinaio ognuno strepita,
incurante della realtà, e più strepita più viene premiato; promosso a Strepens Optimus
Maximus l’Italiano prende a cuore altri urlatori suoi simili: il concerto, dissonante,
di voci chiocce avrà a simulare, nei riguardi interni, le bellurie del
pluralismo; dal di fuori, magari dalla Cina, verrà purtroppo avvertito come l’inutile
cicaleccio d’un opera buffa.
Nelle
prime pagine d’introduzione all’Orlando
innamorato, a cura di Giuseppe Anceschi, edizione economica Garzanti, si
legge:
“Secondo Jacob Burckardt … Ferrara è stata
‘la prima città moderna d’Europa: qui prima che altrove, sorsero per volere dei
principi rioni ampi e regolari; qui, col concentramento degli uffici … si formò
una vera capitale: ricchi esuli da tutta Italia, e più specialmente da Firenze,
furono autorizzati a fermarvi la loro dimora e a costruirvi palazzi’ ”.
Federico
II e Cremona, gli Este e Ferrara, Olimpia Maidalchini e San Martino al Cimino,
Enea Silvio Piccolomini e Pienza, Cangrande e Verona; e poi Venezia, Genova.
Realtà minuscole dove pochi elementi istruiscono il processo verso la
grandezza; il principe o il signore decidono, infatti, non il gallinaio. Ma il
gallinaio democratico scorre con tale naturalezza nelle nostre vene che
dobbiamo continuare a mostrarci democratici e vergare “X”, furiosamente; la
delega ai cretini va di pari passo con l’illusione della libertà e il propagarsi
della distruzione.
L’Italiano
medio, spiace dirlo, è ormai un cretino. Dal basso non nascerà un bel nulla.
Occorre selezionare, rinunciare, sacrificarsi per ciò che sembra provenire
dall’alto; appena si annusi l’eccellenza è doveroso prostrarvisi con deferenza:
questo solo conta. Le scuole e le università italiane forgiano cretini: altra
parola non viene alle labbra; arrendiamoci all’evidenza. Il declino
dell’intelligenza e la parallela mancanza di un solido retroterra classico si
accompagnano, sempre, a un’arroganza senza pari. Riconosco in tale assenza di
modestia il trionfo della tecnica e la morte della scienza che, invece, si ciba
di cautela e distacco. Un qualsiasi imbecille, insomma, superate, più per
sfrontatezza che per ingegno, alcune prove di fronte a un citrullo statale, in
una materiuzza qualsivoglia (economia? architettura?), si diporta con una
protervia da dotto sconfortante e ridicola. Dominare un minuscolo angolo dello
scibile umano dona al cretino la sensazione d’essere un’aquila: e non, quale è,
un fastidioso moscone. I segni, precisi e inequivocabili, del cretinismo,
consistono nella mancanza di profondità. Un uomo intelligente, ciò che
servirebbe oggi, ha sempre una visione, ampia e dolorosa, del panorama
dell’esistenza; a costo di sacrificare il particolare, egli domina con lo
sguardo. Il cretino no: egli ha sempre il particolare in saccoccia; poiché ha
studiato proprio quel particolare; ne deriva l’ingigantimento d’esso a lente
primaria entro cui riguardare il tutto: con effetti di deformazione concettuale
e di buon senso evidenti ai migliori. Il cretino s’impunta su delle sciocchezze,
s’incaponisce, spergiura che lì e solo lì è la verità: lui l’ha studiata,
infatti, ben quattro anni e deve, quindi, esser quella, caschi il mondo; approdato
a una spiaggetta qualsiasi, abbagliato da coralli e inusuali conchigliette,
egli può declamare al mondo d’aver scoperto le Indie favolose; salvo poi
stancarsi dei palmizî e ripartire alla volta d’un nuovo mondo: non senza aver
denigrato quello precedente ch’egli primieramente descriveva alla stregua d’un
paradiso in terra, ricco di frutti e panacee e ambrosie inimmaginabili. Allo
stesso modo, con la frenesia d’un trasformista, trae auspici da materie
inconsistenti; saltabecca qua e là; s’innamora di facezie, le difende sanguinosamente,
a spada tratta; poi, anche qui, abbandona quelle che riteneva insostituibili parole d’ordine
come un balocco superato, avendone adocchiate altre più sgargianti e rumorose:
alla moda; il cretino, insomma, rassomiglia a una pica che si lancia sulle
dorature più idiote: nastri, bigiotterie, plasticacce rilucenti; la propria
dimora concettuale è ingombra di tale ciarpame. A volte ne azzecca una, certo: gli
si conviene, infatti, l’adagio della nonna: “L’orologio rotto segna l’ora esatta due volte al giorno”. Mai
dubbioso, sempre perentorio, e militante sul ciglio del burrone dell’offesa
gratuita, il cretino ama deridere l’antico: per lui Aristotele e Machiavelli
sono inservibili. Giustamente: essendo cretino, un cretino d’acciaio intendo,
tetragono alla pudica intelligenza, rifugge l’universale, la metafora,
l’astrazione. Che i più avvertiti ribadiscano che è proprio l’astrazione la
base dell’intelligenza: ciò non si confà alla sua albagia da manualetto. Egli vaga
nel mondo a capo chino, sbattendo il cranio nella quercia dell’evidenza: che
bellamente continuerà a ignorare. Gl’insulsi sassetti che qua e là va collezionando, con
l’occhio strabuzzato da gobbo della sapienza, divengono macigni che han sbarrato un
passo augusto: seguiranno tomi. Le vette, no, non gli piacciono. E nemmemo i
montarozzi. Le metafore e le allegorie, poi, riescono ostiche, astruse al suo
comprendonio col paraocchi; per ciò stesso i cretini tengono in poco conto,
lato sensu, la poesia: intesa come sublimazione del particolare e volo, di
squassante liberazione, sulla Verità. La locuzione dantesca: “sotto il velame de li versi strani” è,
per i cretini, una sciocchezzuola; in tal modo essi si condannano al transeunte,
al pettegolezzo cangiante, alla rivelazione da tre carte, al triplice canto del
gallo a Gerusalemme. L’allusione, la finezza, l’indicazione casta d’un mondo
altro, totale, che renda ragione proprio del fluire storico minuto e
ingannevole: il cretino non ci arriva, né mai vi arriverà. D’altra parte è
stato addestrato a questo, al disprezzo di ciò che poteva salvarlo: da decenni.
L’utilitarismo scientista gli è entrato in circolo, egli intende solo quello:
come i dotti cretini di Laputa, che impiegano il breve tempo mortale nel
tentativo di estrarre energia solare dai cetrioli:
“Non ho mai visto persone più goffe, inette e
impacciate nella vita di tutti i giorni … sono pessimi ragionatori e hanno un
senso spiccato della contraddizione, salvo quando sono nel giusto, il che
accade di rado … Non sanno cosa sia immaginazione, fantasia, invenzione. Quello
che mi meravigliò più di tutto fu il loro interesse inesauribile per la novità
e la politica: s’interessavano senza sosta degli affari pubblici, sputavano
sentenze sul governo dello stato e disputavano con passione e sottigliezza
incredibile le idee di un partito”.
Ma
non intendo dare troppo credito alla Cina. Rispetto al nostro deserto essa
rileva ancora come un ricettacolo di razionalità e strategia: presto, tuttavia,
comincerà per essa un lungo tramonto, allo stile occidentale. Sindacalizzazione,
edonismo, diritti civili. I loro tipi eminenti son già cittadini del mondo, orientali
per caso. Basti vedere i volti degli ultracapitalisti al comando: senza patria,
di bell’aspetto, facondi nell’esperanto del potere, universali, monarchici.
Alcuni esemplari di tal fatta possono gustarsi nel recente Crazy & rich, film diretto dall’apolide Jon Chu (Jonathan
Murray Chu) e tratto dal romanzo Crazy
rich Asians di Kevin Kwan, altro apolide, nipote, rispettivamente, di un
banchiere e del fondatore d’una chiesa metodista: ambedue d’ascendenze cinesi.
Altri titoli di Kwan: China rich
girlfriend e Rich people problems.
Come Beautiful è popolato da ricchi
scansafatiche erotomani di Los Angeles, così i romanzi di Kwan (e il film di
Chu) debordano di nuovi ricchi dell’Estremo Oriente. Le ambientazioni sono lounge,
da Sex in the city: ciò che residua
del WASP ariano convive felicemente coi nuovi limoncini da 1%, mezzi ebrei
mezzi malesi mezzi giapponesi mezzi daiacchi o britannici, ma ricchi, e graziosi
assai, scattanti e palestrati, nonché disinvolti, di quella disinvoltura che
recano i pezzi da cinquecento euri.
Fra
loro resiste, sulla via dei sessant’anni, in ottima forma, Michelle Yeoh, già
signora Jean Todt.
È
il Mondo Nuovo a proporsi sulla scena, qui nella sua declinazione
bastardo-orientale.
La
Cina, insomma, scomparirà, come ha fatto l’Italia dei cretini, ma con atarassia
secolare. Intanto i Ridge e le Brooke di Singapore e Pechino, principi e
principesse del Catai, si godono la vita a New York, Tel Aviv e Dubai. E, sono
sicuro, non comprano “La Verità” di Belpietro per sapere se è uscito il decreto
su Genova.
Sempre bello leggerti Alceste. Anche quando mi riprometto di non scrivere poi qualcosa butto giu'. Sono stato solo una volta in Cina: Beijing e la regione del Ning Xia, cinque anni fa. Se ho l'estro butto giu' qualcosa di quel viaggio.
RispondiEliminaSe vuoi capire una cultura millenaria devi entrare nei suoi tesori, nella sua manifattura. L'amore per il Giappone mi ha portato, oltre che a praticare il Katori Shinto Ryu, a studiare le spade antiche giapponesi e, venti anni fa, sotto la direzione di un maestro Togishi (l'unico in Europa) iniziare ad apprendere l'arte del restauro di dette lame. E' stato come penetrare un muro di acciaio inscalfibile.
Oggi sono a buon punto in quest'arte, ma bel lungi dall'essere arrivato. E ogni volta che mi estranio dal mondo per lavorare su acciai forgiati secoli fa e che hanno combattuto nei secoli, tramandati in famiglie, rientro nel mondo. Chi perde la manifattura e la storia perde tutto.
Ho trovato una citazione che riporto: forse serve a qualcosa.
"Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui" - Ezra Loomis Pound -
Un caro saluto.
Anonimo di nome R
Impossibile aggiungere altro.
RispondiEliminaCon stima
Mirko
Anonimo di nome R:
RispondiEliminaUn reportage dal Giappone non dispiacerebbe.
Ancora non ci sono andato in Giappone. Me lo tengo per quando il destino vorra', se vorra'! Per ora ho viaggiato con i sensi nello spirito del Giappone: un Giappone mitico l'ho ricostruito dentro di me. E' come se non mi servisse andarci fisicamente. Ho sempre odiato fare il turista, quindi viaggio o per lavoro o perche' altrove c'e' la donna mitica dei miei sogni. Ho iniziato a scrivere qualcosa sul mio Giappone interiore. Il titolo provvisorio "Edo". Edo era il nome di Tokyo in era Tokugawa (epoca Shinto - Shinshinto). Qualcosa posso ripescare da quell'abbozzo. Sicuramente c'andro' magari anche presto. Allora un reportage certo che lo faccio. Da due anni ho un distributore a Tokyo. Il direttore di questa agenzia, Mr Naito, persona gentilissima, due volte all'anno viene in Italia e visita le aziende che rappresenta, portandomi come omaggio sempre una varieta' diversa di te. Il clan Naito, ai tempi dell'unificazione del Giappone medioevale (meta' 1500), era uno dei tre clan piu' potenti. La prima volta che mi venne a trovare, gli presentai un katana importante, appartenuto ad uno dei suoi avi. Questa spada, forgiata da Kanesada (Nosada) verso la fine del 1400 in stile Yamashiro Rai, nella tsuka (impugnatura) ha lo stemma (mom) del clan samuraico Naito. Apparteneva quindi a qualche antenato di Mr Naito. Da poco avevo completato il restauro (togi) di questa lama importante per conto di un collezzionista. Mr. Naito fu incredulo nel vedere ed esaminare questa spada. Le lame forgiate da Kanesada sono "saji o wazamono", ovvero rientrano nel club delle spade con capacita' di taglio suprema: solo 15 spadai tra Nambokucho e Shinshinto -1350 / 1750 circa rientrano in questo club. Queste lame erano in grado di tagliare di netto in due tronconi con un sol colpo e con taglio mediano (cassa toracica o stomaco) anche quattro o cinque uomini legati a pacco. E' interessante studiare i manuali antichi di test delle spade e di esecuzione di criminali (o anche semplici persone o rivoluzionari da web... scherzo)
EliminaQuesto e' anche il "mio" Giappone.
Un caro saluto.
Anonimo di nome R
Parte seconda. Scavando qualcosa salta sempre fuori. Sul mio Giappone interiore. Perche' proprio il Giappone? Ad un certo punto della mia vita ho cominciato a pensare alla violenza. E mi sono reso conto che conoscevo ben poco di questa dimensione. Non sto parlando di dare o ricevere uno schiaffo, un pugno, un calcio, ma di dare o parare, per esempio, un fendente mortale. Come si sentiva un guerriero medioevale armato di spada o lancia o mazza ad affrontare un'altro uomo come lui armato e a sopravvivere allo scontro, magari gravemente ferito? Cosa voleva dire abituarsi all'idea della propria morte o di procurare la morte a qualcuno? Sto, ovviamente, parlando da un punto di vista concreto. Ovvero: la violenza e' tabu per il popolo nella falsa civilta' occidentale democratica. Ma non lo e' per chi comanda. Servizi segreti, esercito ecc sono tutti "corpi" addestrati alla guerra, ovvero ad uccidere. Anche se si parla ipocritamente di "missioni di pace" o di "lotta al terrorismo". Certi medici praticano l'aborto satanico, che per non svegliare il cerbero della coscienza viene ipocritamente chiamata "interruzzione volontaria di gravidanza" ecc. Un tempo l'omicidio era contemplato. Oggi no. Pero' la violenza, anche estrema, appartiene alle nostre vite. Qualsiasi nostra azione e' immersa nella violenza. Quale popolo codifico' il concetto di violenza meglio di tutti gli altri, esprimendolo in forme pure e tramandandolo di generazione in generazione? Il popolo giapponese fece cio'. Per questo scelsi il Giappone. Il Giappone medioevale. Questo creo' in me anche un grande dissidio con il mio essere cristiano. Dissidio irrisolvibile.
EliminaAnonimo di nome R
Ho lavorato con dei cinesi. Si lamentavano dei magrebini che li rapinavano sempre (i cinesi vanno a giro col contante).Sembra che poi abbiano risolto, alla maniera cinese, molto pragmatica. La polizia italiana ogni tanto arrestava i marocchini, ma questi venivano subito rilasciati dal magistrato piddino di turno, così i gialli avevano pensato bene di fare da sè, istituendo una specie di polizia cinese con il compito di far sparire le risorse arabe tanto care alla Boldrini. Ogni volta che ora mangio i ravioli al vapore non posso fare a meno di pensare che oltre al gatto ci sia anche un po' di cammello nella farcitura.
RispondiEliminaMi è capitato di uscire con alcune ragazze cinesi (Hong Kong, Taiwan , Shanghai ecc.), scattavano centinaia di foto al cielo e al sole che tramontava dal Piazzale. Ad una volli chiedere perchè, forse in Cina mancava il sole o il cielo? Mi rispose che in Cina il sole ed il cielo non si vedono mai se vivi in città perchè c'è troppo inquinamento.
Un mio amico a Pechino in un bar chiese un'aggiunta di acqua alla sua tazza di tè. Non vollero dargliela. Esulava dalla preparazione standard. Lui si incazzò, disse che erano ottusi.
Da queste parti quando i cinesi fanno un po' di soldi col lavoro nero (settore del tessile e affini), poi si comprano il macchinone, ma non sanno guidare e spesso si schiantano (attenzione ai cinesi alla guida della Merdeces).
Dagli tempo Alceste, hanno sfumature diverse, ma faranno la nostra fine anche loro.
Nel frattempo c'è stata la mostra della giudea Marina Abramović. Una roba immonda, da giudei appunto. Nell'ufficio parastatale dove lavoro alcuni parevano apprezzare la sua arte (va detto che l'ultima volta che è stato visto uno lavorare nel mio ufficio correva la grande nevicata dell'85, potete immaginare la caratura degli impiegati). A me è tornato in mente il grande Alberto Sordi nel film "Le vacanze intelligenti", quando la moglie buzzicona alla biennale di Venezia si mette a sedere e diventa un'opera d'arte: "Sedia con corpo adagiato".
Dopo che ho sfilato per l'Avenida principale di Porto, dove sono parcheggiati giorno e notte due file di taxi occupando due file a due corsie per lato, da una settimana, in protesta per l'avvento di uber, senza che i giornali locali riportassero particolari polemiche al riguardo, notizia a parte (sai quella cosa che dicevi del socialismo? Del fatto che è un operatore della usl che lavora solo per la usl etc. Ecco...), dopo dicevo, mi ritrovo a dire le solite cose (sono abbastanza monotono):
RispondiElimina"E poi a me piace che qua le spiagge non si pagano"
Quando illustri questo pensiero a un/una portoghese qualunque, la reazione è di stupore. No, non strabuzzano gli occhi, non fanno scene, semplicemente cercano di capire:
"In che senso? perchè in Italia si pagano?"
"Si, sai affittano gli ombrelloni"
"Anche qui li affitano..."
Continua a non capire, ma non me la prendo:
"La spiaggia è di chi li affitta, ha una concessione che privatizza la spiaggia, con bar e tutto, si chiama stabilimento, non come qui che vai al cesso pubblico più pulito di casa mia e non paghi nulla, la se vuoi restare e usufruire dei servizi dello stabilimento, paghi."
"Aah ok, certo, ora capisco, brutta cosa davvero."
Il dissenso appare solo lì. Non è che non capisce perchè non vuole capire, non è che ostenta la decisione patria come la più giusta, non ostenta stupore, il lusitano semplicemente non capisce, perchè proprio non concepisce il fatto, grazie, per ora, al suo dio.
I cinesi non percepiscono nessun inutile cicaleccio dal suolo italico, semplicemnte non percepiscono nulla o percepiscono il nulla, che è la stessa cosa. Quando non pensi a una cosa, quella non esiste, è semplice.
In fondo non ci capiscono i tedeschi, figurarsi i cinesi...
La forma-mentis è tutto: non la leggi certo sui siti di controinformazione...
Oggi leggevo che il ministro Di Maio ha proferito le seguenti parole: "Aboliremo la povertà".
Ora: il fatto che qualcuno possa accettare di dare un senso a questa frase, un senso qualsiasi intendo, questo sì, è veramente preoccupante.
Che se ne parli, questo è preoccupante...
Quando inizi a concepire l'inconcepibile, sei già bello che fregato.
Sono d’accordo.
EliminaAhhh come mi piace fare il moscone , grande Alceste il suo discorso mi ricorda Eco che si diceva dispiaciuto nel vedere come internet avesse dato voce a uno stuolo di coglioni tralasciando pero il fatto che i coglioni potrebbero anche istruirsi fino a prova contraria il diritto all'istruzione e alla Parola esiste ancora li da voi e comunque cosi come Eco pensa male dei nuovi arrivati al Sapere anche Costanzo preve si e' fatto furbo e ha risposto per le rime ai saccenti alla eco il video e' " costanzo preve risponde a Umberto eco video" ,riguardo al piacere agli altri commentatori per me possono anche volermi strozzare ...l' importante e' che leggano e vedano I video che ogni tanto suggerisco del tipo :"intervista a Rosenthal" da li si puo entrare nella home di Eric hufschmid ,I mosconi ah ah ah ! alceste mi e' talmente nemico che mi fa fin simpatia ,e' dalle inimicizie talvolta che nascono poi le amicizie piu vere
RispondiEliminaNegli anni in cui vive Cristo c’era una canonizzazione della geometria e della logica che resiste oggi. C’era già stata tutta l’esperienza di Platone e di Aristotele. Tutto il grande bagaglio della canonizzazione degli Stoici. La nozione di verità, nel tempo in cui vive Cristo, è una nozione accademica, sofisticata, molto complicata. E che cosa dice uno che va in giro a dire che all’inizio c’era il lògos? Quando gli dicono: «E adesso che tu te ne stai per andare, perché ti hanno condannato a morte, noi come facciamo? Dove andiamo?». Gli chiedono: «Insegnaci dov’è la verità a questo punto». E lui, in quel momento culturale in cui la verità era libresca eccetera eccetera dice: «La verità sono io». Ecco, questa cosa qui spacca la storia.
EliminaSo di essere fastidioso ma parlare dei cinesi come di gente migliore di noi per me che ci abito a contatto tutti I giorni sembra un azzardo,fin il Papa, digitate" il papa scrive ai cinesi " e' di ieri ,hanno scomodato xche' LA clandestinita' dei vescovi e dei credenti cinesi cattolici possa finire, se si vuole fare come I falsificatori Della Storia Ebrei e far sembrare gli Italiani un popolo di rincoglioniti mi dispiace ma davanti a noi ci stanno piu di 220 nazioni,l'italia e' genio puro .Chi vi accusa deve fare un vero e proprio sforzo subdolo, gli italiani Sono uno dei popoli piu intelligenti e carismatici al mondo e che hanno pure il vaticano Roma tenervi divisi e frustrati richiede un impegno da parte dei vili servi del pennino non indifferente ,tutti I giorni lo vedo nei vari siti creati ad hoc creation da quella congrega di finti giornalisti massoni e ebrei ,Foa pure e' Ebreo ,ma va bene lo stesso basta far finta di niente e recitare stralci di poesie .
RispondiEliminaNon sono migliori, sono una realtà organizzata. Come tale ci stanno saccheggiando, grazie anche ai traditori.
EliminaLa Cina e il Giappone si odiano, in effetti su molto sono agli antipodi. Quale dei due ti interessa Alceste? Ti posso dire qualcosa dalla mia esperienza.
RispondiElimina-La Cina e’ il futuro mondialista, non c’e’ altro paese che ha reagito meglio alle richieste del mondialismo. Sfrenato consumismo, il denaro prevale su tutto, azzeramento della tradizione a meno che non sia funzionale alla coreografia, arrivismo che non guarda in faccia a nessuno, e futurismo: Pechino, e non Tokyo, e’ la citta’ di Blade Runner. Ricerca sulle AI all’avanguardia, investimenti sul digitale all’avanguardia. Gia’ non esiste piu’ contante, si va di credito sul cellulare.
Dove e’ andata la tradizione cinese? Comunita’ cinesi del sud-est asiatico (antichi culti taoisti e culti ancestrali non piu’ rilevabili altrove) e Taiwan in parte.
-Giappone: la tradizione si conserva a tutti i costi, la sua forma almeno deve essere tramandata e mantenuta intatta. I contenuti sono ormai dispersi, ma resta la forma; l’estetica, la ritualita’, sono intatte, si attende che un giorno siano nuovamente ravvivate dal contenuto ancestrale. D’altronde il gaman, la pazienza, e’ tra le virtu’ piu’ apprezzate. Il sangue, l’eredita’ ancestrale, restano imprescindibili dalla propria identita’ di popolo. E la purezza di tale eredita’ non va scalfita.
I rapporti interpersonali seguono regole feudali, poco e’ lasciato al caso e alla spontaneita', tutto e’ codificato. Sembrera’ strano ma anche la vita quotidiana resta ancorata a certi usi antichi, altro che tecnologia. I pavimenti si puliscono in ginocchio con lo straccetto, come nei vecchi cartoni, a scuola ogni giorno gli studenti sono chiamati a farlo. Le strade sono poco illuminate (certo a parte il centro delle grandi citta’), si esce con la torcia. Si va a piedi a scuola, mica ti ci porta la mamma in auto, neanche se piove, ci mancherebbe. La scuola comunica con la carta. Non ci sono registri online ne’ chat di whatsapp per comunicare. Devi mandare un curriculum? Lo devi scrivere a mano e spedire per posta. Vogliono vedere quanto ordine, equilibrio e cura metti nella scrittura. Compreso l’impegno di scriverli da capo diverse volte perche’ non si riscrive sopra gli errori cancellati. Poi per carita’, ora vai anche via email. Ma dipende a chi ti rivolgi.
-La lingua: il cinese con Mao e’ stato ‘semplificato’. Tutti quei bei caratteri complessi-nati come talismani magici dei vati che leggevano le viscere degli animali-sono stati amputati per renderli piu’ fruibili, han perso tutta la loro magica essenza. Ma non tutto e’ perduto, si conservano a Hong Kong, Taiwan e Giappone, in forme diverse, dipende dalle epoche. Il Giappone ha mantenuto i caratteri della gloriosa epoca Tang, quella in cui il Buddhismo e’ penetrato in Giappone dalla penisola coreana e ha donato agli autoctoni la scrittura. Gli autoctoni avevano gia’ la loro lingua, che grammaticalmente e foneticamente non ha niente in comune col cinese. E allora han dovuto introdurre un alfabeto per tradurre e scrivere la loro grammatica, da mescolare ai caratteri che traducono le singole parole. Naturalmente la pronuncia dei caratteri scritti e’ doppia, hai sia il modo cinese antico, sia il modo originale giapponese di dire quella parola. Niente si e’ sostituito all’originale, quello rimane intatto, cio’ che e’ sopraggiunto dopo si e’ solo aggiunto a mo’ di appendice. Sono un popolo estremamente conservatore. Sono isolani, si usa dire per giustificare questa loro chiusura e caparbieta’. Ed infine le parole importate dall’occidente, altra appendice. Altro alfabeto solo per quelle, cosi’ e’ chiaro subito cosa e’ autoctono e cosa no. Ice-cream, pan (pane), bike, robotto, compiutaaa...
Ise
La Cina mi interessa di più anche se amo il Giappone pre bellico.
EliminaNel Giappone pre bellico non ci sono stata, mi dispiace. Non sono in grado di affidarmi ai libri e trarre delle conclusioni certe. Altri lettori saranno molto piu' preparati. Sarebbe interessante anche per me.
EliminaLa Cina fu un mio grande interesse ma avendo assistito al suo declino irreversibile-quello morale (ma fa niente, sara' sempre la prima potenza nel mondo al contrario) trovo poco o niente di essa che mi entusiasmi ora. Dovrei ripescare nei ricordi. Nell'ultimo viaggio in treno Pechino-Shanghai, attraversando mezza Cina e guardando dal finestrino, al posto dei villaggi, i fiumi, le risaie, il sole, la gente accalcata alle stazioni, vedevo solo e costantemente la nebbia biancastra dell' inquinamento. E cosi' anche i miei ricordi son diventati un po' annebbiati, se riesco a far resuscitare qualcosa lo scrivero'.
Ise
In realta’, in Giappone le parole non servono molto, esiste il detto che bisogna “leggere l’aria”. Le parole sono volutamente ambigue, non si usano mai per affermare o negare qualcosa in modo diretto, tutto va sfumato per essere interpretato, le espressioni del volto non esistono, guardarsi negli occhi e’ un affronto. Dunque leggi l’aria. Leggi l’aria, niente parole, niente gesti. In principio era il verbo ed e’ venuto il caos. Leggi l’aria che e’ meglio, ci sono gia’ tutte le informazioni che ti servono.
RispondiEliminaLa lingua e’ ritualita’ codificata anche quella certo, il giapponese e’ fatto di tante lingue parallele: quella maschile, quella femminile, quella dei bambini, quella da usare verso un superiore o un anziano, quella opposta. Vocabolari toni e desinenze completamente diversi. Se non sai la lingua/le lingue a perfezione e’ meglio che non la parli e fai finta di non saperla, credimi. Mancheresti di rispetto ogni volta che adoperi la parola di un registro gerarchico differente. D’altronde loro fanno lo stesso con l’inglese. Lo studiano, lo sanno scrivere a perfezione ma dato che la pronuncia e’ imperfetta, non lo parlano mai, neanche per impellente necessita’, preferiscono dire che non lo sanno. Orgoglio portato all’estremo, chissa’, e’ il paese degli estremi, su questo non c’e’ dubbio.
-La fedelta’: un cinese va dove vede un vantaggio per se stesso. Se gli offri uno stipendio migliore cambia subito lavoro. Un giapponese pensa a fare prima il bene del gruppo cui appartiene, poi quello per se stesso, se gliene resta il margine (difficile). La fedelta’ alla ditta, al posto di lavoro non si discute, anche se la precarieta’ per le nuove generazioni sta galoppando con impeto.
Esiste un detto cinese ancora valido: i cinesi che agiscono in gruppo sono come i maiali, singolarmente sono come un dragone. I giapponesi che agiscono in gruppo sono come un dragone, singolarmente son come i maiali. E’ vero, non c’e’ gruppo piu’ compatto del giapponese, e non c’e’ individualista-arrivista piu’ abile del singolo cinese, mettilo in gruppo e non riuscira’ piu’ esprimere tutto il suo potenziale, si perdera’ in futili litigi e lotte di dominio egocentrico.
-Il giapponese e’ estremamente radicato nella sua terra. Basta guardare le loro gambe corte e a X per capire quanto sono radicati a terra. Non l’abbandonano per nessun motivo, neanche Fukushima li ha distratti dall’appartenenza alla loro terra seppur contaminata. D’altronde in un arcipelago di isolette dove tsunami, tifoni e terremoti sono all’ordine del giorno come fai a restare in piedi se non immergi le tue radici sempre piu’ a fondo.
Hanno avuto delle piccole migrazioni, in Brasile, negli States. Si chiamano i nikkei brasiliani, nikkei americani. Nikkei, di discendenza giapponese. Hanno vie privilegiate se vogliono tornare in patria. Non devono attraversare tutta la burocrazia che spetta agli stranieri. Il sangue e’ il sangue, ovunque e in qualunque tempo si sia disperso. Dimostra di avere un antenato giapponese e sei benvenuto, sei dei nostri. Anche tanti cinesi della Manciuria si sono introdotti cosi’ in Giappone.
I cinesi hanno ben piu’ folte comunita’ di emigrati, si chiamano huaqiao, un tempo bisfrattati dalla madrepatria perche’ capitalisti spregiudicati, ora li richiamano. Non servono piu’ gli occidentali, attirati in passato da tanti specchietti-agevolazioni a portare conoscenze in Cina, possono tornarsene a casa questi spocchiosi arroganti. Venite emigrati cinesi, venite a offrire alla vostra ex-patria le vostre abilita’ apprese all’estero. Ora possiamo offrirvi stipendi adeguati e grandi onori. Pochi rispondono all'appello pero', a differenza dei giapponesi. Patriottismi di diverso tipo e diversa storia.
Ise
Ci sono isole in Giappone in cui alcune festivita’ rituali sono interdette agli esterni (tutti, anche al resto del Giappone), altro che turismo di massa, li’ se provi a sbirciare sono botte, ma botte davvero, e’ gia’ successo. Rituali accessibili solo agli autoctoni, e solo alla linea maschile, non dormono per due tre notti di fila. Chissa’ cosa hanno da tramandarsi, chissa’ cosa sanno che noi non sappiamo piu’.
RispondiEliminaLa Cina, come diceva una mia amica, e’ una prateria senza limiti, se sbagli o cadi in fallo in un posto, non c’e’ problema, chiudi i battenti e parti, ti sposti, ricominci da zero in un altro posto, tutto come nuovo. Un po’ quello che fanno in Italia. Aprono la ditta, prendono i profitti, dichiarano fallimento e via, cambiano citta’, cambiano nome e ricominciano da capo. La flessibilita’, l’acqua, la capacita’ di adattarsi e sfruttare a proprio vantaggio tutte le situazioni. I cinesi sono abili nel padroneggiare la ruota dello yin e dello yang in trasformazione ciclica. I giapponesi cercano l’equilibrio del centro immutabile. Come l’occhio del ciclone. Il Kamikaze che li ha protetti dall’invasione mongola. Senza tanti giri, radicati in verticale, schiena dritta. Esegui il compito che spetta al tuo ruolo. Mantieni quella posizione. Non c’e’ altro da fare ne’ da pensare. Confucio e tanto altro.
In Giappone, loro dicono, non c’e’ la terza chance, ma io direi che anche la seconda e’ dura. Se sbagli una volta, forse puoi avere la seconda chance, alla terza volta paghi e non avrai piu’ chances. La rigidita’, la fedelta’, la coerenza. Le caste e i paria con l’accento sulla prima a.
Il giapponese resta se stesso ovunque va. Si sa, il giapponese e’ rigido come il ferro. Il cinese e’ flessibile come l’acqua. Un cinese, ovunque va si adegua. In Italia si fa chiamare Marco, in America Dennis, e cosi’ via fino a mimetizzarsi nei minimi dettagli. In Giappone riesce col tempo a divenire indistinguibile dal giapponese. Un giapponese resta Takeshi-il-giapponese ovunque vada.
La Cina e’ ormai una potenza riverita ovunque, tranne forse che nelle zone di influenza americana. Il Giappone e’ odiato in quasi tutta l’Asia. Solo dai taiwanesi sento parole di ammirazione, si dicono grati per quel che la sua colonizzazione ha dato loro, le strade, le ferrovie, lo sviluppo.
I coreani li considerano checche perche’ non hanno piu’ il servizio militare obbligatorio. La Corea e Taiwan li hanno ancora, molto duri.
In realta’ il sistema militare giapponese e’ confluito in quello scolastico. Le cartelle (sul modello di quelli che furono gli zaini militari), le uniformi, le gerarchie, le regole, la disciplina, le punizioni. La forma e’ rimasta intatta pronta a riprendere vita. Come un abito dismesso pronto per essere indossato di nuovo dal corpo ancestrale. Chissa’ quanto ancora resistera’. Sopravvivono anche gli aspetti negativi, il bullismo, i suicidi.
Il Giappone e’ il paese dell’anelito alla perfezione, al dettaglio in piccolo piu’ importante dell’insieme, all’equilibrio perpetuo. La Cina e’ la patria dell’approssimativo che pero' funziona perche’ sa sfruttare al massimo tutte le contingenze per massimizzare il risultato, in grande, sempre in movimento.
Alceste spero ti sia piaciuta questa panoramica, dato che ne fai richiesta diretta, ho indugiato nell’intrattenimento, per ricambiare la tua ospitalita’ nonche’ il piacere di leggerti. Certo non si puo’ ridurre un tale calderone alchemico in poche righe. Attendo un tuo excursus sul popolo italico. Ne hai gia’ fatti, ma sicuramente avrai aspetti nuovi da esplorare. Chi meglio di te...
Besos, Ise
Metterò lo scritto nello spazio degli ospiti ... quando trovo il tempo ...
EliminaAlceste per carita' niente spazio degli ospiti. Che rimanga qui tra noi, qualcuno sapra' spiegare molto meglio di me e in profondita'. Io do' le mie impressioni e sono di passaggio, non intendo poi rimbalzare sulla tela del ragno detta web.
EliminaMi fa piacere che hai apprezzato.
Ise
Avendo vissuto nel Celeste Impero ed essendo maritato ad Angelica di quelle langhe avrei molto da aggiungere, ma sarebbe troppo lungo. Mi sento solo di suggerire di non fermarsi alle apparenze formali. Sono bravissimo a rappresentare simmetrie. Ma l'ispirazione cinese ha dato vita a un ennesimo piccolo gioiello di Alceste. Ogni volta che leggo un suo pezzo mi viene una voglia incontenibile di scrivere. Grazie.
RispondiEliminaGrazie a te.
EliminaSapevo che dopo la distruzione suicida saresti risorto dopo tre giorni..s'ha da combattere, in primis contro la voglia di arrendersi!
RispondiEliminaEssere pessimisti e combattere: la grecità è tutta qui.
EliminaGrande come sempre Alceste, pur se la lettura spinge al pessimismo...ma in modo così solido e razionale che davvero è una conseguenza inevitabile. Ad esempio: sto facendo un tour de force per recuperare gli arretrati, avendo da poco scoperto il blog, e sono incappato nel post Straniero in terra straniera. Quando Alceste parla del Cantico delle Creature e delle annotazioni del Petrarca come veri esempi di animalismo mi è venuto in mente che il degrado sta veramente accelerando in modo incontrollabile, gli esempi di Alceste almeno sono distanti qualche secolo, ma se confronto lo sterile animalismo di oggi, tutto virato sull'astio per chi la pensa diversamente o sul patetico, e le parole che Cèline dedica al gatto Bebert o quelle, veramente strazianti, con cui descrive la morte della propria cagna...veramente c'è di che cedere allo sconforto.
RispondiEliminaContinua a scrivere per favore
Guido Bulgarelli
Tutti i grandi amarono la vita, che la ami la Brambilla ho qualche dubbio.
EliminaScusate se vi tedio ma mi date l'idea delle persone intelligenti, semplificare non va mai bene si commette peccato ma a leggervi ci si perde in un dedalo di teorie e impressioni, sopratutto ,che viene voglia di volare via,vedo e vivo giornalmente tra quei popoli di cui parlate e Vi posso assicurare Che non esistono piu, hanno letteralmente perso le Loro radici un cancro gli ha divorato l'anima si sono fatti stuprare le Loro citta hanno importato schiavi dai paesi piu poveri Per costruirle percio dando un brutto esempio esportano I'll capitalismo piu becero e rapace buono solo per uomini senza cuore ,in piu stanno esportando LA Loro disumanita capitalistica disumanizzante in tutti I paesi asiatici costruendo mega grattacieli vuoti in mezzo a favela ,e questi dovrebbero essere I nuovi geni che fanno Sorgere il Sole ? Ma voi vaneggiate siete in preda a un delirious a un Vero avvelenamento degli spiriti prodotto da quei paria arricchiti senza prepuzio e e dai Loro mezzi di comunicazione Della Sinagoga di Satana Ebraica sempre aperta come i 7/11che attaverso un lavaggio del cervello a 360 vi sta cercando di far abiurare fin LA vostra coscienza
RispondiEliminaEttore Sva dei Manganelli (M) maiuscola: la Sua prosa e' pure divertente, e cio' la piazza dritto dritto nella top five! E' tragicamente vero cio' che Lei dice. Io in Giappone non ci vo perche' quando ci andro', sara' un tradimento dell'anima. Necessario, certo. I sogni devono pur morir...
RispondiEliminaAnonimo di nome R
LA poverta' spirituale di quei popoli che tanto ammirate si puo vedere qui digitate:"laogai cinesi" e " LA foresta dei suicidi in giappone" in confronto noi Italiani siamo umanamente parlando Della Aquile ,solo che non ve ne accorgete, vi hanno Insegnato a essere scettici per natura ammaestrati a denigrare I vostri fratelli di Razza a ripudiare le vostre tradizioni fate un po come le scimmie che imitano chi ci Sta davanti a me Alceste personalmente puo scrivere quello che gli pare puo mettermela giu come piu gli piace resta pero che I cinesi e I Giapponesi devono accendere una candela Votiva all'Italia senza il Ricci e altri eroici gesuiti italiani cattolici I cinesi e I giapponesi sarebbero ancora dietro sfregar Fiammiferi
RispondiEliminaEttore, ciao,
RispondiEliminala poverta' spirituale di quei popoli e' tanta quanto la nostra. Umanamente parlando non e' facile senteziare. L'italiano e' piu' umano? Forse nell'espressione delle emozioni, nell'approccio amichevole, ma quando si tratta di fare davvero qualcosa per gli altri, o di fare un sacrificio non so. Anche noi importiamo schiavi a poco prezzo per quelle che dovrebbero essere tra le mansioni piu' importanti e piu' private nella vita di un individuo, come guardare i propri figli, assistere i propri anziani genitori, pulirsi la propria casa e via fino a raccogliere i frutti che ci sfamano e costruire o riparare le nostre case.
Il Ricci di cui parli e' riuscito a entrare a palazzo dell'imperatore dopo essersi fatto un mazzo cosi' per conquistare la fiducia dei cinesi e poi grazie a una testa piu' unica che rara, con i suoi metodi per la memoria e una serie di compromessi, predisposizione al sacrificio e all'intelligenza che non esistono piu' (tu credi di si?) . Per quel che penso la Cina e' stata completamente fagogitata, era nei programmi, il nuovo secolo cinese sara' quella cosa disumana che tu descrivi. Magari venisse qualcuno a smentire tutto cio'! Cio' non toglie che loro sono abilissimi a trarre vantaggio dalle situazioni e con la strategia cosidetta win to win sono arrivati ovunque, ben oltre le bombe e la democrazia americane. C'e' da imparare anche da loro.
Ise
In Giappone invece i gesuiti hanno avuto una brutta fine, non si son fatti problemi a cacciarli appena han visto che minacciavano la loro identita'. Saverio per primo disse che era difficile diffondere la fede li' perche' la societa' era ancorata a valori come l'appartenenza al gruppo, la fedelta' al capofamiglia, agli antenati e ai capi della societa'. Da quel che vedo e' ancora cosi'. E poi volevano vedere se alle parole corrispondevano i fatti. E qui ti voglio! Anche oggi prova a mancare alla parola data la seconda volta e sei finito! Non ti fanno fuori fisicamente, solo ti ignorano, sei fuori dal gruppo per sempre. E se non sei in un gruppo non vai da nessuna parte. Vedi se qualcuno riesce a mettersi al semaforo a lavare i vetri a chi non vuole. Non ce la fara' mai, mica perche' arriva la polizia, ma perche' tutta la comunita' intorno lo lavora ai fianchi, sarebbe isolato e infine espulso da qualsiasi forma di solidarieta'. Non sopravviverebbe.
RispondiEliminaMa oggi questi forti valori fanno solo da sottofondo, certo la stampa preferisce mostrare gli hikikomori. Se anche in Giappone si mostrasse quanti nostri giovanissimi si fanno canne dalla mattina alla sera forse saremmo pari. Tutti i comportamenti folli dei giapponesi anche qui accennati sono veri. E i tentacoli del mondialismo e dell'America. Ogni popolo ha le sue armi di autodistruzione di massa. In Giappone han puntato proprio su questo loro unico senso di fedelta' e appartenenza. 12 ore minimo di lavoro al giorno come segno di fedelta' completa al capo e alla ditta, stacchi e vai a bere coi colleghi perche' richiesto dal gruppo, se non lo fai sarai ostracizzato. Poi torni a casa e fedelta' al tuo ruolo di capofamiglia, poi devi prenderti cura della comunita' che ti circonda, dei tuoi genitori e antenati. Quanto puoi reggere cosi'? Ti friggi salute e cervello molto presto. Le maggiori citta' sono in gran parte popolate da zombie. Foreste del suicidio e citta' di zombie dall'oltretomba.
Ho detestato tale societa' prima di capirla meglio e soprattutto di toccare con mano l'alternativa. Villaggi dove queste cose sono echi lontani, dove le famiglie hanno in media 3 figli ciascuna, dove esiste una Comunita'. Inutile dilungarmi, se vuoi puoi vederli coi tuoi occhi.
Quel che voglio dire e' che, avendo preservato questi valori condivisi da tutti, quando sara' il momento, se vogliono, possono rialzarsi. E da tutto cio' c'e' molto da imparare.
Sulle sorti del popolo italiano ho un po' piu' dubbi invece. Non sulle capacita' uniche individuali degli italiani, ma sulla compattezza, la condivisione di una minima idea di comunita', la consapevolezza dell'appartenenza comune. Dove le trovi?
E dai noi i fatti non contano piu' nulla!
Ciao, Ise
Ciao Ise, bell'approfondimentogiapponese. Nel profondo, anche se stuprato, il popolo giapponese mantiene l'appartenenza alla sua razza millenaria.
EliminaNoi? Anche noi, ma individualmente. Pochi italiani mantengono il legame con la propria storia, spesso cercando riferimenti anche con altre culture. Il resto del "belpaese", un branco di castroni che vaga nella nebbia.
Ave Ise.
Anonimo di nome R
Ciao Anonimo di nome R,
Eliminasi il legame con la loro terra e' connesso a quello profondo con gli antenati. Ricordo un'intervista a chi si rifiuto' di evacuare Fukushima perche' li' c'erano i suoi antenati e non poteva abbandonarli.
E' bello mantenere il legame con la nostra storia, accompagnare la propria esistenza anche solo con la consapevolezza di chi furono e cosa fecero i nostri nonni, e poi i loro, e' prezioso.
Katana e via della violenza sono un mondo sconosciuto, tutto un linguaggio sconosciuto per me.
Ciao, Ise
Per Anonimo di nome R
RispondiEliminaSarei felice se ci potessi scrivere qualcosa di interessante ed educativo sulla tradizione della spada e dello Iaido, più in generale Kendo. Mi sono spellato ginocchia e mani nel dojo, immerso nelle letture di Mishima, dei filosofi Shinto e Buddhisti, e nei film che Alceste ha citato più sopra. Ho conosciuto, per una ricerca storica sul periodo Kamakura, il forgiatore Gassam Sadatoshi diventato protagonista di un documentario di Discovery Channel più di un lustro addietro. Mio fratello, contrariamente al sottoscritto, è completamente orientato al mondo cinese, essendo un Sifu accreditato da maestro cinese del lignaggio di Chan Wah Shun (non ha comprato cinture o patentino come molti ricchi di qua fanno con un volo a Hong Kong), e comprendo che l'inclinazione caratteriale, la mia e la sua, hanno determinato l'accostamento verso le due culture. Dai diari di viaggio di Maraini, agli itinerari personali, agli incontri con chi negli ultimi 50 anni ha percorso le vie per l'oriente (che non sia il prezzolato Rampini), ho potuto raccogliere messe di informazioni, molto spesso in contraddizione fra di loro. Dal video sul disastro nucleare di Fukushima, Fukushima : a nuclear story, si può comprendere molto bene il sentimento del giornalista protagonista del lungometraggio, Pio D'Emilia, quando asserisce, dopo trent'anni di vita giapponese:" Amo questo paese e insieme lo detesto", non dissimile da quello esperito dalla scrittrice belga Amelie Nothomb.
Per Ise
Hai scritto per il blog "www.laviadelgiappone.it"?
Per tutti
Non dimentichiamo che in Cina esiste ancora un Partito Comunista e la religione in ascesa, più forte e più temuta dal Comitato per il controllo dell'espressioni religiose, è il Cattolicesimo... che, fra l'altro, si sta espandendo in Mongolia sostituendo il tradizionale buddhismo sciamanico. Si parla già di una rinascita cristiana ad est. Quando gli imperi o i totalitarismi decadono e la scienza e la tecnica si ramificano rapidamente, il cristianesimo avanza: è un caso?
No. Non e' un caso. Sono gia' da tempo la stessa identica
Eliminacosa. Cinquecento anni fa comincio' l'ascesa della "scienza teoretica" e, contemporaneamente, la sovversione del cristianesimo cattolico. Oggi entrambe queste entita' (ma e' meglio dire "tutte le religioni" piu' la scienza teoretica) spacciano la medesima visione dell'universo e dell'origine della vita.
Vera o falsa?
Anonimo di nome R
Si vi scrivero' qualcosa. Filtrato dalla mia esperienza ovviamente, che e' piuttosto personale e che esula sia dall'approccio tipicamente da "praticante di arti marziali" che da cultore di una qualsivoglia via "spiritual-orientale". La mia via e' un puzzle che sto ricomponendo. Ogni esperienza, un pezzo del puzzle, mi aiuta a comprendere chi e perche' sono. La via della violenza la trovo eccellente per aprire certe porte. E' una via "tabu'", quindi promettente.
EliminaUn caro saluto.
Anonimo di nome R
Ciao Il Poliscriba,
Eliminanon ho mai scritto su nessun blog e ne leggo pochissimi. Daro' un'occhiata a quello che hai segnalato.
Mi hai fatto tornare in mente un aneddoto parlando di compravendita di patentino e anche di inclinazioni caratteriali che distinguono i due popoli, lo scrivero' sotto il commento di Fiore.
Pio D'Emilia fece un ottimo lavoro sul disastro di Fukushima, unico in Italia. Maraini, testimonianza unica. Rampini... credo che facesse lavorare soprattutto le sue segretarie locali.
Ise
RispondiEliminaLa Cina: un gran bel rebus... Ci sono stato in Cina, 10 anni fa, una breve visita, tra Hong Kong e Guangzhou. Inoltre sono stato insieme ad una ragazza di Hong Kong per un breve periodo, 10 mesi circa, una pazza scatenata, troppo anche per me. Innanzitutto quello che salta all'occhio e' la sostanziale differenza tra i cinesi di Hong Kong e gli altri. la mia ragazza non nascondeva il suo disdegno, o forse meglio, disprezzo per i cinesi. Si sentiva diversa anche se parlava sia il cantonese che il mandarino. Ero li per un business un po assurdo; comprare capelli. Mi hanno fatto visitare una delle loro "fabbriche", tutto "meccanizzato" tramite braccia umane, nei sobborghi decadenti di Guangzhou. La cosa strana ma non troppo, era che il titolare di quella insolita impresa era un ebreo israeliano, un ragazzo giovane, sveglio, molto paraculo, e abbastanza bugiardo, con l'ufficio pieno di "segretarie". L'impresione, molto superficiale che ho avuto, e' che li si corre, si corre, per il denaro... punto. Con uun po piu' di stile a Honk Kong, in modo piu' rozzo e diretto in Cina. Tutto quello che e' istituzionale e' militarizzato, nel senso che diretto da uomini in uniformi che non lasciato il minimo spazio all'arbitrio individuale. Un esempio per tutti i treni. Si compra il biglietto con il posto assegnato, si aspetta tutti in un vasto androne e quando il treno viene annunciato si corre al al binario guidati da agenti con enormi cappelli, tipo generali dell'armata rossa, e in 5 minuti il treno e' pieno e si parte.
Da l punto di vista storico, vorrei ricordare quello che ho letto in "Tragedy and Hope" di Carroll Quigley, professore di Alla Georgetown University, e mentore di quel fenomeno di Bill Clinton. Il libro narra la storia del mondo contemporaneo dall'inizio dell'800 dino al 1960. Sul capitolo che tratta della Cina, l'autore fa un interessante osservazione: la cultura contadina cinese sviluppatasi lungo diversi millenni all'ombra della dinastia di turno ha mantenuto la sua relativa autonomia e ha sviluppato un'artigianato estremamente raffinato fino a circa meta' dell'ottocento. Essendo la stagione agricola piuttosto breve nelle immense viscere del continente cinese, durante i lunghi mesi morti, gli agricoltori si dedicavano alla produzione di oggetti d'artigianato sia per uso comune che ornamentale. Molti di questi oggetti potevano essere considerati alla stregua di opere d'arte popolare. Con l'avvento dell'industrializzazione in Inghilterra, i trafficanti della corona britannica iniziarono quella che possiamo chiamare la prima globalizzazione: importarono le merchi industriali inglesi nel mercato indigeno cinese. In pochi decenni, i prodotti industriali inglesi soppiantarono i prodotti artigianali indigeni, distruggendo una tradizione millenaria e devastando irreparabilmente la struttura basilare del mondo Cinese, la cultura contadina. Non si sono piu' ripresi da allora e quello che vediamo ora e' esattamente l'opposto, la nemesi dell'occidente, merci economiche e sciatte invadono i nostri mercati e fanno piazza pulita di tutto, completando l'opera di distruzione della nostra tradizione artigianale> Non proprio di tutto, qualcosa sopravvive: l'industria del lusso, per un elite sempre piu' facoltosa e distante.
E'interessante la tua esperienza rabal. Ho sempre notato una grande predisposizione all'artigianato e alla manipolazione dei materiali da parte dei cinesi.
EliminaForse lo saprai gia' ma non si sono piu' ripresi da allora non solo per le merci industriali inglesi quanto per i trafficanti, hai usato la parola giusta! L'oppio dall'India il cui monopolio era in mano alla famiglia Sassoon. Fece una strage sia tra il popolo che presso i funzionari della classe dirigente.
Ise
Mi pare che tale Enrico Sassoon abbia fondato con british Casaleggio il Movimento 5 Stelle.
EliminaAnonimo di nome R
Fa parte della stessa famiglia che ha conservato il suo potere nei secoli. Ricorda Celine, la fedelta' al gruppo, etnia o sangue, sono condizione essenziale per... conservare un potere che sia spirituale o materiale aggiungo io.
EliminaGrillo e' colui che circa 10 anni fa tolse il microscopio al dott. Stefano Montanari che faceva ricerche anche sui vaccini. Lo fece calunniando Montanari e senza mai accettare un confronto con quest'ultimo che lo implorava. Tutti si schierarono con Grillo ovviamente.
Oggi Montanari, scienziato contro i vaccini, e' subissato di richieste della gente impaurita per i vaccini. Non so se sei al corrente di questa storia ma e' emblematica. Da allora era chiaro che 'tipo' era Grillo.
Ise
Si Grillo uno dei grandi traditori d'Italia. Conosco la faccenda del Prof. Montanari e di sua moglie. Sui vaccini sono inorridito: aprite bene le orecchie perche' sono la via chimica per ridurre vita media e fertilita' del nostro popolo, oltre che indurre malattie orribili! Una delle tante psico-chimiche-armi per ridurre l'umanita' a mandria bovina. Il bello e' che con la psicosi di finte epidemie fatte esplodere ad hoc (vedi a caso le stronzate sparate della Lorenzin o gli strilli di Repubblica), le mandrie di bovini accettano l'iniezione in vena di qualsiasi veleno, e cosi' facendo legittimano anche il bastone dell'obbligo per chi (i non coglioni) hanno ben capito di cosa si tratta. Leggetevi "Murder by inyection" di Eustace Mullins.
EliminaVi giro una info che mi e' arrivata da un amico e che rende bene il progetto occulto in atto. E i nostri due "condottieri" che fanno? (british Di Maio e Nato Salvini)
"ESTENSIONE DELL'OBBLIGO VACCINALE ANCHE AGLI ADULTI , ED ESCLUSIONE TEMPORANEA DALLE SCUOLE, QUESTO IL NUOVO PROGETTO DI LEGGE GOVERNATIVO
Che tu sia favorevole alle vaccinazioni oppure no, sappi almeno che stanno discutendo una nuova legge che ESTENDE l’obbligo verso un numero IMPRECISATO di VACCINI. Imprecisato nel senso che l’obbligo dipenderà non più da una decisione del parlamento o del governo, ma da un PIANO NAZIONALE aggiornato periodicamente dalle istituzioni sanitarie. Insomma se in tale piano tu risulti tra quelli che per lavoro o per età hai l’obbligo di vaccinarti con l’anti-influenzale, a quel punto o fai il vaccino o ti becchi la multa (se va bene, cioè se non sei sospeso dal lavoro) e questo quindi potrebbe ripetersi in continuazione... continuo al prossimo perche' non ci sta.
Un saluto per niente british.
Anonimo di nome R
ESTENSIONE DELL'OBBLIGO VACCINALE ANCHE AGLI ADULTI , ED ESCLUSIONE TEMPORANEA DALLE SCUOLE, QUESTO IL NUOVO PROGETTO DI LEGGE GOVERNATIVO
EliminaChe tu sia favorevole alle vaccinazioni oppure no, sappi almeno che stanno discutendo una nuova legge che ESTENDE l’obbligo verso un numero IMPRECISATO di VACCINI. Imprecisato nel senso che l’obbligo dipenderà non più da una decisione del parlamento o del governo, ma da un PIANO NAZIONALE aggiornato periodicamente dalle istituzioni sanitarie. Insomma se in tale piano tu risulti tra quelli che per lavoro o per età hai l’obbligo di vaccinarti con l’anti-influenzale, a quel punto o fai il vaccino o ti becchi la multa (se va bene, cioè se non sei sospeso dal lavoro) e questo quindi potrebbe ripetersi in continuazione. E se nel nuovo PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE VACCINALE (PNPV) inseriscono l’obbligo per tutti i maschi e le femmine di fare il vaccino contro il papilloma virus (uno dei più discussi anche in ambito medico – scientifico) a quel punto o fai il vaccino o ti becchi la multa (se va bene, cioè se non sei sospeso dal lavoro) e questo quindi potrebbe ripetersi in continuazione. E se pensi di avere una patologia per la quale puoi avere diritto ad una esenzione dalle vaccinazioni, sappi che al momento queste esenzioni sono rarissime e limitate (per decreto ministeriale) a ben pochi casi alquanto eccezionali.
Se non ci credi vai a leggere la proposta direttamente sul sito del senato ( http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01074419.pdf ) e fai una ricerca delle parole chiave PNPV o euro 500, oppure “frequenza delle istituzioni scolastiche”. Sì, perché la nuova legge prevede in maniera assolutamente incostituzionale (e qui rimandiamo ancora al sito del senato dove puoi leggere che “la scuola è aperta a tutti” https://www.senato.it/1025… ), la sospensione temporanea dalle scuole di ogni ordine e grado
Dopo anni di discorsi sulla “scuola inclusiva” potremmo avere per legge una “scuola esclusiva” e a 80 anni dal regime fascista che allontanò gli ebrei da scuola avremo l’allontanamento dei bambini non vaccinati che, per inciso non hanno mai creato nessun problema sanitario negli ultimi 15 anni (i veri rischi di contagio ultimamente si sono verificati in ospedale, questo ci racconta la cronaca).
Per avere idea di quale sia attualmente il PIANO NAZIONALE ecco quello più recente http://www.salute.gov.it/…/C_17_pubblicazioni_2571_allegato…
Per farvi un'idea di come le ricerche scientifiche che valutano positivamente la sicurezza dei vaccini siano gravate da conflitti di interesse potete guardare per esempio questi due articoli scientifici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2610734
(il primo firmatario dell’articolo (e chi risulta primo firmatario vuol dire che è il maggiore responsabile della ricerca) è un certo Vichnin che risulta associato alla “Merck & Co., Inc., Kenilworth, New Jersey” , un’azienda produttrice di vaccini).
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4514233/
(alla sezione Disclosure of Potential Conflicts of Interest vedrete che specificato che tutti i firmatari hanno ricevuto fondi da parte delle aziende produttrici di vaccino, per la partecipazione a commissioni, conferenze, o comitati consultivi)
📌📌📌 APPELLO ALL’AZIONE - IMPORTANTE
EliminaCiao a tutti,
nei prossimi giorni avrà inizio la discussione del DDL 770/2018 che, qualora approvato, andrà a sostituire la legge 119/2017 con conseguenze potenzialmente peggiorative.
Allo stato attuale il DDL 770:
- non indica quali sono i vaccini potenzialmente obbligatori, riportando tutto al piano nazionale di prevenzione vaccinale: poiché l’impianto della nuova legge legittima il concetto di “immunità di gruppo”, ogni scostamento dagli obiettivi fissati dal piano di prevenzione vaccinale potrà motivare piani straordinari di intervento;
- prevede, per i bambini in età scolare obbligatoria, non solo le sanzioni amministrative ma anche una non altrimenti specificata esclusione temporanea;
- non indica alcun limite di età per l’eventuale obbligo.
Per la discussione del DDL 770 il Senato ha deciso l’iter con commissione REDIGENTE: questo significa che il testo della legge così come uscirà dalla 12ma Commissione Sanità in Senato sarà integralmente votato dalle Camere senza possibilità di modifica: il testo non sarà discusso in Parlamento e l’Assemblea potrà soltanto procedere con dichiarazione di voto e votazione finale.
In questa situazione diventa essenziale che le audizioni in Commissione Sanità (che inizieranno il 2 ottobre 2018) siano aperte - con i sufficienti spazi e la possibilità effettiva di presentare le proprie motivazioni - alle associazioni e ai gruppi dalla nostra parte.
Dobbiamo tutti inviare un messaggio ai Senatori per sottolineare che stiamo osservando il loro operato, compresa la scelta di avvalersi della commissione redigente anziché referente.
Nella stessa sessione di lavoro al Senato è prevista la discussione del DDL S.363 a firma Arrigoni, che costituisce un emendamento all’attuale legge 119/2017 volto a eliminare l’esclusione per la fascia 0-6.
Ricordiamo ai Senatori che c’è un’altra proposta di legge da tenere in considerazione: quella di iniziativa popolare che è stata depositata alla Camera lo scorso 20 settembre.
Chiediamo che i genitori i cui bambini sono già stati esclusi da nidi e materne lo scrivano, perché alcuni parlamentari pensano di averci aiutati con l’autocertificazione!!!
Dobbiamo ricominciare a fare pressione e farci sentire con grande forza, ciascuno con un proprio messaggio portando avanti il proprio appello.
Indirizzi dei Senatori (M5S, Lega, Maie e Autonomie):
assistenza@salvinipremier.it, paolo.arrigoni@senato.it, luigi.augussori@senato.it, alberto.bagnai@senato.it, claudio.barbaro@senato.it, giorgio.bergesio@senato.it, stefano.borghesi@senato.it, lucia.borgonzoni@senato.it, anna.bonfrisco@senato.it, giulia.bongiorno@senato.it, simone.bossi@senato.it, luca.briziarelli@senato.it, francesco.bruzzone@senato.it, roberto.calderoli@senato.it, maurizio.campari@senato.it, stefano.candiani@senato.it, massimo.candura@senato.it, mariacristina.cantu@senato.it, marzia.casolati@senato.it, gianmarco.centinaio@senato.it, william.devecchis@senato.it, antonella.faggi@senato.it, roberta.ferrero@senato.it, sonia.fregolent@senato.it, umberto.fusco@senato.it, tony.iwobi@senato.it, raffaella.marin@senato.it, roberto.marti@senato.it, enrico.montani@senato.it, tiziana.nisini@senato.it, andrea.ostellari@senato.it, giuliano.pazzaglini@senato.it, emanuele.pellegrini@senato.it, pasquale.pepe@senato.it, simona.pergreffi@senato.it, cesare.pianasso@senato.it, simone.pillon@senato.it, daisy.pirovano@senato.it, pietro.pisani@senato.it, mario.pittoni@email.it, nadia.pizzol@senato.it, stefania.pucciarelli@senato.it, paolo.ripamonti@senato.it, erica.rivolta@senato.it, massimiliano.romeo@senato.it, gianfranco.rufa@senato.it, matteo.salvini@senato.it, maria.saponara@senato.it, paolo.saviane@senato.it, rosellina.sbrana@senato.it, armando.siri@senato.it, christian.solinas@senato.it, erika.stefani@senato.it, donatella.tesei@senato.it, paolo.tosato@senato.it, gianpaolo.vallardi@senato.it, manuel.vescovi@senato.it, cristiano.zuliani@senato.it, mariadomenica.castellone@senato.it, alfonso.ciampolillo@senato.it, andrea.cioffi@senato.it, gianmarco.corbetta@senato.it, mattia.crucioli
Le finte epidemie fanno parte del problema-reazione-soluzione=vaccini criminali
EliminaMa di cosa avranno paura da aver bisogno di tanto accanimento? Non gli basta come ci hanno gia' ridotti?
Ma poi mi chiedo chi e' che si vuole ancora far vaccinare? Come puo' non sapere ormai che sono armi di distruzione con tutte le info e testimonianze che ci sono?!
Se volete m'informo sull'asilo politico da queste parti.
Ise
Cara Ise, li stanno rendendo obbligatori in modo subdolo. A me e' arrivata la settimana scorsa una comunicazione dal medico del lavoro che i miei dipendenti, in quanto rientranti nella "casistica prevista dal Ministero delle Frottole" devono vaccinarsi per l'antitetanica. Antitetanica? Quanti morti di tetano in Italia quest'anno per cause legate al lavoro? Quanti morti suicidi invece per usura?
EliminaQuanti morti sulle strade, compresi quelli causa ponti... Pero' sta arrivando l'influenza, la rosolia, il morbillo... Il tetano incombe! E poi "la sciolta", il prurito anale e pure quello vaginale, per il quale sono stati creati appositi vaccini che debelleranno per sempre questi flagelli potenzialmente contagiosi! E intanto nel cervello dei coglioni si sta diffondendo il virus della psicosi vaccini! Non ho avuto tempo di chiamare il medico che mi segue in materia di lavoro, ma prestissimo lo faro' e gli comunichero' cio' che penso in merito. Parlero' anche ai miei uomini a riguardo, e, ovviamente, poi ognuno decidera' per se. Nel frattempo chiamero' il mio avvocato per "pararmi il fondoschiena". Uno dei miei uomini ha una figlia che di punto in bianco, poco dopo i tre anni e (molto probabilmente) dopo una vaccinazione, e' diventata autistica. Una bomba per quell'uomo e sua moglie. Delle mattine lo vedo arrivare distrutto. Mi racconta che pero' a casa sua arrivano due "educatrici specializzate" che insegnano alla bambina a non spalmarsi la cacca nei capelli: pensa a quanti posti innovativi di lavoro il mondo vaccini crea: nelle aziende farmaceutiche, nelle Ussl, nuovi educatori ecc. Un successone. D'altronde e' anche vero: viviamo tra epidemie paurose! Si di coglioneria! Penso che se ci sara' un'aldila', se non mi ci sbattono dritto dritto, faro' richiesta di venir trasferito all'inferno come diavolo, per straziare le anime dei vaccinatori.
Un caro saluto all'inferno: che li accolga tutti con i massimi onori!
Anonimo di nome R
Anonimo di nome R,
Eliminadi' loro che da te hanno tutti gia' preso il tetano, e tutte le epidemie che girano oggi, tutte contagiose come disse la Lorenzin! Quindi siete tutti vaccinati. E non vedete l'ora di prendere le nuove che inventeranno. Ve ne state in quarantena tra di voi e vi fate l'immunita' di gregge dei rientranti nella casistica. Almeno uno potra' essere libero di decidere se morire di vaccino o di virus-batterio. Tanto stai appunto parlando col Ministero delle Frottole!
Vergognosi i 5s ma c'era da aspettarselo, si vedeva gia' chi era Grillo senior e quindi Mrs Grillo junior.
Buona fortuna!
Ise
Tanti anni fa, quando nacque il mio primo figlio vivevo fuori ma avevo ancora residenza in Italia perche' tornavo molto spesso. Accadde che a un certo punto la mia famiglia fu perseguitata per telefono da un medico della Asl che diceva che mio figlio, anche lui residente, non risultava ancora vaccinato per l'epatite b (quella che si prende via sangue e rapporti sessuali, quante probabilita' avra' un neonato sano che e'24h monitorato dalla madre?) e che quindi dovevamo fare il vaccino al piu' presto! Siccome non mi trovava mai, e i miei continuavano ad allarmarmi sulla cosa,dissi loro che la prossima volta che chiamava si dovevano far dare la email cosi' lo avrei contattato. Dove vivevo io i medici mi assicuravano che in Europa non c'erano vaccini obbligatori (e sbagliavano! Perche' poi scoprii che in effetti quello per l'epatite b in Italia era obbligatorio! Sempre all'avanguardia!).
EliminaDunque scrissi al medico e m'inventai che andavo spesso all'estero e che probabilmente mi ci sarei trasferita perche' mio figlio dopo un vaccino aveva sviluppato una rara malattia autoimmune (per la quale altri vaccini erano ora controindicati) , non ricordo neanche quale menzionai, che riceveva cure a pagamento in una clinica e che a causa di questo ero costretta a vivere nell'indigenza.
Quindi ringraziavo la mia buona stella che mi aveva mandato un medico cosi' zelante che si preoccupava della salute di mio figlio e offriva lui cure preventive gratuite. Gli dissi che gli sarei stata molto grata se avesse potuto trovarmi, con lo stesso zelo, delle cure gratuite da poter fare in Italia tramite la Asl in modo da non essere costretta a spostarmi e dissanguarmi. Sarei stata molto felice di incontrarlo e parlare di questo al mio prossimo ritorno. Lo zelante dottore non rispose e non si fece piu' sentire. Non ero sicura se non insistette per pieta' o perche' per lui i vaccini avevano gia' raggiunto lo scopo, ma vedendo quel che son divenuti oggi certi medici (il re e' nudo) direi la seconda che ho detto!
Tali vaccinatori sono ormai strumento del demonio o chiamatelo come vi pare. Ma sono certa che il cappio che si sono costruiti da soli intorno al collo e' molto piu' doloroso ed efficace di quello che stanno tentando di mettere a noi.
Per i genitori dei bambini danneggiati, spero che a loro non manchino mai la forza e la determinazione, ci sono metodi per migliorare certi sintomi, bisogna disintossicare il sistema nervoso dei bambini, bisogna cercare tra le testimonianze di chi ce l'ha fatta a rendere la vita dei figli piu' autonoma e vivibile possibile.
Ise
Miss Serena, Per come LA vedo io il silenzio di per se e' traditore,e' una waterloo totale di questi tempi poi ... Se a lei sta bene stringer LA mano a qualche figlio Della vedova o a qualche specie di giudeo sta bene anche a me ma si consideri una traditrice non tanto del popolo che non ha mai capito una mazza ma Della sua intelligenza e coscienza , se tutti o LA maggior parts dicessimo quello che veramente pensiamo sull' ' invasions in atto e su chi ne trae beneficio le cose andrebbero in modo Diverso, l'apatia l'inazione I'll tergiversare il parlare di correnti d'aria I'll disgustare I'll popolo a forza di discussion I inconcludenti ecc ecc e' gia tradimento
RispondiEliminaMi dispiace per me è meglio abbandonare il sacramento ed il magistero. Non ogni luogo è cloaca come lo è diventato la nostra madre di tutti, la chiesa di Roma. Non ce ne sarà una migliore. Un saluto
EliminaPer Anonimo. Un posto vale l'altro. La Chiesa mai come ora ha bisogno di servi fedeli e forti spiritualmente. Altro non mi sento di di dirti. Un caro saluto.
EliminaAnonimo di nome R
Volevo solo aggiungere che già nel 2014 all'Accademia di belle arti di Roma erano iscritti parecchi studenti cinesi dato che c'erano stati degli accordi tra il nostro Paese e la Cina. A detta di mia figlia che in quell'anno si diplomata in scenografia, i ragazzi cinesi non erano affatto preparati, al momento degli esami bastava che presentassero qualcosa e voilà lo stesso era superato. Penso che se accetti degli studenti esteri li devi trattare come gli autoctoni. Lei potrà anche pensare che mia figlia sia la solita studentessa italiana che si lamenta di tutto, però non è possibile che questi ragazzi cinesi dopo poco tempo siano in grado di superare un'esame vista la distanza della loro lingua dalla nostra. Lo dico perchè secondo me non ha senso rilasciare un diploma di laurea in questo modo. Non è serio né per chi lo riceve, né tanto meno per chi lo rilascia.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaCiao Fiore,
Eliminaanni fa ero in un'accademia in Cina che preparava questi ragazzi allo studio dell'italiano e rudimenti di arte o musica italiana in vista del loro ingresso nelle accademie italiane. A occhio, tolti quelli motivati e talentuosi, direi almeno un 60% erano figli (unici) di papa' che non avevano voglia di studiare o non riuscivano ad accedere alle universita' cinesi. Cosi i genitori decidevano di mandarli in Italia a studiare arte!
Non so nulla poi di come funziona in Italia, ma in Cina la compravendita di titoli di studio o qualsiasi altro certificato e' pratica comune.
Ise
Mi e' tornato in mente un aneddoto di quando ero in una universita' cinese e avevo come compagna di stanza una giapponese. Era studentessa di lingua cinese classica (i giapponesi ne sono grandi esperti ed estimatori avendo mantenuto nella loro lingua i caratteri e significati dell'epoca classica). Fece un esame per accedere al master, unica straniera, ma con sua grande sorpresa non lo passo'. Mi disse di essere riuscita a vedere il compito svolto e archiviato in segreteria e non c'erano errori o correzioni. Si era confrontata con alcuni esaminandi che l'avevano passato e lei aveva risposto pure piu' correttamente di loro ad alcune questioni.
EliminaAveva cercato in tutti i modi di farsi dire dove aveva sbagliato ma niente. Era disperata, anche per una questione di onore. Mi diceva che un giapponese che non passava il test di un'universita' cinese (allora considerate pessime qualitativamente) era gia' un'onta. In piu' lei discendeva da un ramo del clan Fujiwara e i suoi non avrebbero mai accettato un cosa del genere.
Abbiamo chiamato a raccolta altri studenti stranieri veterani della Cina per cercare di capire meglio. Alla fine l'arcano fu svelato:lei era l'unica che non aveva portato il regalo con tanto di mazzetta al suo professore! Per gli studenti cinesi erano i genitori che venivano dalle zone piu' remote a portare tali doni costosi in processione.
Quindi un amico cinese le disse che doveva prendere la confezione di alcolico cinese e attaccare all'interno in maniera visibile una busta con i soldi, poi portarlo al professore.
Stette malissimo, passo' la notte insonne, fare una cosa del genere era un disonore ancora piu' grande, l'alternativa era non tornare piu' a casa e cercarsi un lavoro in Cina. Alla fine decise di portare il dono. Uso' i soldi con cui nella pausa estiva sarebbe dovuta tornare in Giappone, dicendo ai suoi che per quell'anno li avrebbe usati per viaggiare in Cina. Poi d'estate si mise a cercare lavori di traduzione per rifarsi di quei soldi che aveva tolto alla sua famiglia per un gesto talmente umiliante. Il professore accetto' il dono, lo apri', dette un'occhiata e ringrazio' con un gran sorriso. All'epoca non ci potevamo credere entrambe, santa ingenuita'.
Ise
Per Ise: Ma tu sei giapponese Ise?
EliminaPer Fiore: non credo sua figlia faccia male a lamentarsi.
Il caso specifico pero mi lascia perplesso...fossero questi i problemi delle università italiane...non sapere una lingua nell'arte applicata o in musica può non essere un dramma. Se ho un pianista o un cantante eccelso e promettente che non mi sa spiegare in italiano corretto parti di storia dell'arte o della musica e mi accanisco su quello per abbassargli la media di fatto, in questo caso si, sarei scorretto, non crede?
Ise: che da noi non vengano i migliori lo sospettavo. Però che i migliori vincano nei più prestigiosi concorsi internazionali (dove oggi se ci arriva un italiano è un caso) è un dato di fatto...Io parlo di oriente in generale soprattutto Korea. I nostri dicono: "Sono freddi". O meglio, lo dicevano...perché quando hai un esercito selezionato con una competizione feroce le probabilità che esca un talento vero aumentano, e di fronte a quel talento devi stare muto. Hanno creato un contesto, a modo loro, in cui si fatica molto e che però coinvolge ora i loro talenti...in modo vitale, come precisa alceste... noi il contesto nostro lo abbiamo distrutto. Cazzi nostri...
EliminaSitka,
EliminaE' complicata la cosa. Quello che dici e' vero soprattutto per Corea e Giappone, in cui 'sono freddi' e da competizione feroce, perche' la societa' e' confuciana in entrambi, che vuol dire gerarchicamente e rigidamente suddivisa in caste e fuoricasta. Non c'e' tolleranza per vie di mezzo. La pressione sociale e' altissima e pesante da reggere perche' tutti i rapporti sociali sono disciplinati da regole ferree. L'infrangere queste regole non e' tollerato.
Potremmo dire che e' una dittatura sociale con un governo simil-democratico. La Cina e' un'anarchia sociale con un governo simil-dittatoriale. Cioe' lo schema dittatoriale si applica solo in politica (persecuzione dissidenti, potere centralizzato) e non nella societa', dove i rapporti sono regolati dalla massima liberta' nei comportamenti (troppa) e nelle affiliazioni (niente caste, puoi scalare la vetta sociale con gli stessi nostri metodi).
Questo vuol dire anche che le societa' coreana e giapponese godono della massima stabilita' (hai mai sentito di significative rivolte di popolo nella loro storia? No perche' da quando nasci hai gia' il tuo ruolo e i tuoi compiti da assolvere e se non ti stanno bene non hai nessuno con cui prendertela, al massimo puoi provare la via del suicidio o quella della pazzia/fuoricasta) e della massima sicurezza, dato che rubare, scassinare e tanto altro non sono cose tollerate.
Spero di aver reso un po' l'idea.
Ise
Per la Cina pero' c'e' un fattore in piu' che e' la quantita'. Loro sono davvero troppi e quindi per forza la competizione e' feroce anche li', feroce e in piu' senza regole.
EliminaPero' se parliamo di essere organizzati e di avere falangi compatte io lo vedo solo in Corea-sud e Giappone.
La forza-strategia della Cina in questo momento secondo me sta semplicemente nella facolta' della Bank of China di stampare a manetta e far ricadere banconote a pioggia su tutto il ceto ex-medio ora molto ricco (arricchitosi con metodi a dir poco da far west grazie alla massima tolleranza verso i loro comportamenti). Questi si portano le banconote appresso (o le stampanti di banconote) e, altro fattore decisivo, hanno ancora una massa di disperati che ambiscono solo ad arricchirsi-non-importa-come da cui attingere per formare gruppi di fedeli (al dio denaro) e invadere piazze e mercati altrui. Mettici anche una buona dose di furbizia, ingegno e arte di arrangiarsi assimilate anche grazie ai loro numerosi sconvolgimenti politici ed hai quel che vedi oggi.
Pero', e lo dico per Alceste che nota sempre questi particolari, mi sembra che ora anche loro siano diventati flaccidini, di corpo e di mente.
Ise
Solo le scuole in Cina mantengono una parvenza militare. Sono il prolungamento del potere politico centrale. Solo ti farei vedere come urlano gli insegnanti e che punizioni anche corporali per mantenere la disciplina. In Giappone arrivano gia' disciplinati, non si urla praticamente mai.
EliminaIse
Molto interessante.. grazie. Ci credo ci credo! A un giapponese amico di famiglia mi raccontarono che gli falli l azienda da cui dipendeva in Italia, faticarono inutilmente a combattere la sua onta e il suo disonore...se so comprende il lato serio della faccenda ci sarebbe da riflettere, anche il comportamento ai mondiali...vidi anche il film di Eastwood sui kamikaze giapponesi che ne pensi? A me colpi...ma non so quanto sia romanzato.
EliminaIl film si chiama lettere da iwo gima
EliminaCiao Sitka,
Eliminanon conosco quel film. Sul Giappone ho iniziato con i film di Kurosawa e ho finito con i film di Kurosawa. Non l'ho fatto apposta, ma forse il destino mi ha mandato un aiutino!
Ise
E'bello xche' non sono d'accordo in niente con il poliscriba,se ci vedessimo ne nascerebbe una disputa feroce con Alceste Nooo ! Tutta un altra pasta e' diverso , ,e' una vecchia volpe da sempre come l'impressione di starti scavando LA fossa attorno ,riguardo alla chiesa ricordo a Ise che Nagasaki e Hiroshima erano I 2 centri cattolici piu importanti del Giappone ,il colpire quelle Due citta non e' per caso stato un segnale ...un satanico intento dei nostri Padroni Circoncisi Ebrei per dirci di stare in Guardia .E poi per finire un film consigliato da bobby Fischer :" sette giorni a maggio film complete " su altadefinizione smanettate un po se ci sono riuscito a vederlo io col mio cell feticcio Khmer , questo film e' il sogno di Alceste
RispondiEliminaMi hai anticipato su Hiroshima e Nagasaki Ettore SDM. Tutto il 900 e' stato un immenso carnaio di cristiani perpetrato dai satanici padroni, a cominciare dagli armeni in turchia (messo in atto dai "Giovani turchi", cripto giudei) per continuare col macello in Russia del popolo russo perpetrato dai giudeo bolscevichi e progettato e finanziato dai banchieri della City e di wall Street (il comunismo e' tutto il contrario del comunismo), via continuando con prima e seconda guerra mondiale: popoli cristiani l'un contro l'altro manovrati ad arte da massoneria e banche internazionali. E poi i bombardamenti criminali fatti da Churchill ed Eisenhower (due cripto ebrei) alle citta' tedesche piene di sfollati donne e bambini. Dresda: 300.000?
Elimina500.000? 700.000 morti bruciati vivi? Nessuno lo sapra' mai. Dresda era considerata la Firenze della Germania. Un numero incommensurabile di opere d'arte venne distrutto, compreso dipinti di Raffaello ecc. E poi Colonia, Berlino e tutte le citta' tedesche. I soldati tedeschi fatti prigionieri a fine seconda guerra mondiale (si parla di 1.500.000) vennero o massacrati o fatti morire in condizioni disumane nei campi della morte di Eisenhower. Con il solito giro di parole non furono considerati prigionieri di guerra ma altro, cosi da aggirare la Convenzione di Ginevra. Pero' il comparto industriale bellico tedesco, quello non venne sfiorato neanche da una bomba: era al 50% di proprieta' dei banchieri di Wall Street e della City! Nella Siria di oggi i primi obiettivi dell'ISIS sono i cristiani. Certo, molti ebrei combattono la deriva criminale di parte dell'ebraismo e molti (quelli poveri) ne furono le vittime. Molti ebrei oggi denunciano apertamente i crimini sionisti. Pero' va chiarito cosa fu il '900 e cosa e' l'oggi: la distruzione del cristianesimo, della famiglia e delle nazioni in vista dell'edificazione del regno satanico universale. Oggi, attraverso le vaccinazioni di massa continuano gli olocausti a moloch, ed attraverso le invasioni di africani ed arabi mussulmani, la distruzione dei popoli europei che (in parte) si stanno risvegliando e della razza bianca: noi! Studiatevi l'orrore dei vaccini!
Infine, se non si fanno figli, li si difende ed educa, se non si difende il territorio, tutto sara' perduto. Nel giro di venti o trent'anni duemila anni di storia spariranno. Quando vai all'estero, non importa dove, e poi torni in Italia, ti rendi conto di cosa sia questo incredibile (ancora per poco) paese.
Anonimo di nome R
Sull'atomica l'avevo pensato anch'io, soprattutto per Nagasaki.
EliminaCi dicono che fu scelta all'ultimo al posto di Kyoto perche' il tipo non-ricordo-il-nome era stato a Kyoto ed era rimasto colpito dalla sua importanza storico-religiosa. Va bene che sono psicopatici ma a fronte di tale esperimento umano commuoversi poi per l'importanza storico-religiosa...comunque aveva modo di scegliere bersagli senza importanza. E invece Nagasaki e la sua/nostra importanza storico religiosa? Non ci era mai stato quindi non gl'importava? Ahhh ha tutto molto senso!
Ise
Il '900 e' stato il secolo dell'olocausto dei cristiani! Il vero olocausto e' stato di cristiani!
EliminaAnonimo di nome R
Poliscriba: vero, interessante, si applicherebbe anche alla Russia il tuo ragionamento sul cristianesimo...
RispondiEliminaper Ettore Sva dei manganelli
RispondiEliminaLeggo pubblicazioni della Ritter come i saggi dell'ebreo Luckacs e il film che citi l'ho apprezzato anch'io ( http://mondolunatico.org/stream/movies/sette-giorni-a-maggio/ )...
Colonia anglo-americana ovvero Italia
RispondiEliminahttps://youtu.be/El7vLu8gPF0
L'audio e' un po basso ma gli spunti sono interessanti
Anonimo di nome R
C'è una storia divertente: un fautore della razza pura, un altro di queste trombette che hanno trovato la causa dei mali del genere umano (intendiamoci, io gli ebrei non li soffro, ma i nazi ancora meno, fra i cui nazi poi erano presenti svariati ebrei), uno di questi geni appartenente al partito di estrema destra ungherese jobbik si è sottoposto a un test del dna e ha scoperto un fatto imbarazzante: era un pochetto ebreo.
RispondiEliminaCiao buona papalina a tutti!
Per Ise.
RispondiEliminaCredo che l'oppio abbia devastato le classi dirigenti e "borghesi", funzionari, cortigiani, letterati di vario livello , ma che la tradizione popolare sia stata distrutta dai trafficanti di cianfrusaglie a buon mercato.
Quando si va in una terra cosi' lontana con un'assurda idea di business e una compagna fuori di testa, si imparano molte cose in fretta... ehehe. Quasi finisco per fare a botte con un tassista a Guangzhou, perche' lei ci litiga in cinese, mi fa uscire ad un semaforo fuori dalla macchina, e questo ci insegue e prova a metterle le mani addosso... oppure mi abbandona in una delle stazioni tra Shenzhen e Guangzhou, doveva fare una commissione, nella terra di nessuno che sono i marciapiedi lungo i binari, dove nessuno e' mai in attesa. Finche' qualcuno dei generali delle ferrovie mi si avvicina e a forza di sorrisi e gesti intratteniamo una specie di conversazione finche' lei torna e non riesce piu' a passare i cancelli d'ingresso i nostri biglietti non erano validi per quella stazione... alla fine l'alto ufficiale la lascia passare comunque, grazie ai buoni uffici della nostra neonata amicizia... e cose simili, niente piu' che situazioni tragicomiche, ma nei loro limiti istruttive.
Salve Alceste,
RispondiEliminacoincidenza vuole che mi allenassi alla palestra indomita a via merulana nei miei anni d'atleta, che e' sita accanto al museo d'arte orientale... occupa il seminterrato sotto il teatro Brancaccio. La vecchia duchessa (o marchesa?baronessa?) proprietaria dello stabile mi e' stata descritta sempre come benemerita dal maestro/gestore perche' fa il prezzo d'affitto del locale molto basso. Pare che il marito, da bravo aristocratico amasse molto lo sport in questione, che un motto di spirito di qualche americano recita essere amato per lo piu' dai ceti elevati, e da quelli piu' infimi della societa'.
Li' si e' molto in ansia per la eventuale dipartita della vegliarda benefattrice.
Mi fecero leggere il pasticciaccio brutto alle superiori, ricordo anche di aver cercato, ma di non averne trovato traccia nella via Merulana reale.
Quanto ai cinesi, mi allineo ai commenti precedenti: giudicando sulla base di coloro tra questi, che mi circondano numerosi qui nel mondo accademico delle lande perfide, direi che c'e' da stare tranquilli. Una massa informe di coglioni forniti di anelito consumista irrefrenabile. Se vedono che hai una bicicletta, il giorno dopo te li trovi tutti in tutina sorridenti col modello nuovo fiammante. Entusiasti frequentatori di palestre e consumatori di barattoloni di integratori proteici di sospetta proveninenza e probabilmente medicamente parlando assai poco raccomandabili (da far sospettare che tra venti trent'anni ci sara' un'epidemia di casi-Borgonovo tra i palestrati da una seduta alla settimana, come va di moda oggigiorno).
Tornando ai cinesi, sono refrattari alla lingua (globale) locale, ma direi probabilmente a qualsiasi lingua: fanno riferimento solo a testi cinesi e parlano tra loro in cinese. C'era anche un coreano tra noi, lui si un vero orientale silente e ascetico come ce li immaginiamo noi; li trattava con gran distacco, tinto di disprezzo. Loro gli parlavano dietro, lui se ne fregava.
Credo che, in un immaginario parallelo Europa-Asia, il Giappone sia paragonabile alla Gran Bretagna per gran rispetto delle forme e originalita' culturale dovuti all'insularita'. Allargando lo sguardo, la Spagna potrebbe essere accostata all'Arabia, a causa del relativo isolamento rispetto alle vicende del resto del continente, nonche' per proiezione e interessi spinti verso altri continenti (Arabia-->Africa, Spagna --> Sudamerica).
L'Italia e l'India sono come calchi l'una dell'altra: penisole con isoletta al largo della punta sud, separate dal resto del continente dalle piu' impervie catene montuose, che pero' non costituiscono tanto difesa, ma fattore di debolezza, come fanno prova le periodiche invasioni dall'esterno che entrambe subiscono. Come contraltare, feroci lotte intestine favoriscono la frammentazione politica ,e la poca presa del potere sul popolo, che risulta in una mentalita' piu' libera, ma meno metodica.
Il sud-est asiatico e' culturalmente frammentato come la regione balcanica; invece, trovare un analogo per la Cina in Europa, e per la Francia in Asia, e' difficile: direi non si assomigliano l'una all'altra, la Francia e' piu' come la Persia, mentre la Cina forse l'assimilerei alla Germania, per centralita' nel continente, tendenza al governo autoritario che supera le divisioni culturali interne, e mera potenza economica.
E la Russia sta alla Russia in Europa come in Asia.
Non saprei invece inquadrare la Corea: essa e' un piccolo Giappone (Inghilterra), ma e' forte il peso della vicinanza con la Cina (Germania): l'Olanda, dunque?
Ancora è viva la vecchia? Muore giovane colui che al Ciel è caro ... i Cinesi non spaventano, ma la massa demografica vince sempre in assenza di cultura.
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