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22 maggio 2017

Spigolature piddine. Da socialisti a sociopatici


Pubblicato il 27 luglio 2015

Giorni d’estate, giorni di svago. Almeno per chi ha qualche tallero da spendere.
E giorni di letture. Sì, l’estate è da sempre il luogo della lettura estesa, e del piacere della lettura, sospesa fra il ripescaggio personale, l’approfondimento e il gradevole disimpegno.
Il gradevole disimpegno ha varie sfumature: il giallo, il thriller, l’afflato sentimentale; personalmente preferisco il genere fantastico novecentesco (Lovecraft, Aickman, Du Maurier) e, in misura minore, quella branca inesplorata del fantastico del 21° secolo che è la letteratura piddina. 
Cosa intendo per letteratura piddina? Tutto ciò che i piddini, più o meno noti, scrivono su facebook, twitter, unità, huffington post, repubblica, espresso e via sghignazzando.
Leggere la letteratura piddina (cum grano salis: 10 minuti a settimana bastano) risana il corpo e lo spirito; scorrere quelle pagine fitte di stupidità, arroganza, oltraggio al buon senso, scempiaggini, bambinerie, menzogne, capovolgimenti della realtà, dona il piacere di un cupio dissolvi, esilarante e catartico; tale da farci esclamare: “Se l’Italia deve andare in malora che ci vada allora, maledetti imbecilli!”. E giù una risata, liberatoria e amara.
Un toccasana. Io faccio così: mi immergo dieci minuti fra social network, brogliacci di partito e gazzette di riferimento, a casaccio. Dieci minuti: veloci e casuali. Non abbiate paura: qualsiasi rete voi gettiate in quelle acque in dieci minuti trarrà tonnellate di insipienza. A vostro svago.
Cominciamo con feisbuk.
Ecco un piddino d’ordinanza a proposito dell’accordo greco a favore degli strozzini:

L'accordo firmato da Tsipras mi ha fatto tornare alla memoria quello firmato nel 1992 sulla ‘politica dei redditi’ da quel gran sindacalista dotato di grande senso dello Stato e delle istituzioni che è stato Bruno Trentin. E mi ha ancora una volta confermato quanto grande sia la distanza fra fare propaganda elettorale e governare”.
Cominciamo bene … bisognerebbe farlo conoscere ai Greci il Trentin, l’affossatore della scala mobile ... anche lui un patriota coi fiocchi.
Ecco un altro feisbuccaro:

Eliminare le pensioni baby (a 45 anni, ha detto Tsipras), e più in generale lavorare a un welfare sostenibile, mi sembra una riforma di sinistra. Rendere autonomo l'istituto di statistica mi sembra una riforma di sinistra oltre che di buon senso. Eliminare i privilegi fiscali delle isole del top del turismo greco mi sembra una riforma di sinistra. Immaginare un prelievo sui depositi bancari sopra i 100 mila euro per contribuire alla ricapitalizzazione delle banche greche, cioè una piccola patrimoniale, mi sembra anche qui un provvedimento che va a colpire chi ha di più, certo non i poveri, e dunque di sinistra. Da notare che nessuno si lamenta in questa circostanza del salvataggio delle banche forse perché finalmente si comincia a capire che le banche sono fatte dei risparmi dei cittadini. Insomma, ci voleva la Troika per spingere il governo greco a fare qualcosa di sinistra”.
Insomma, come avrete capito, Tsipras applica con rigore una politica di sinistra. Scommetto che nessuno di voi se n’era accorto, o, perlomeno, nutriva alcuni dubbi. Ma non è così: alla sinistra basta crederci, sulla parola.
E passiamo al giornale (?) fondato da Gramsci (qualche annetto fa, purtroppo). Francesco Nicodemo, il 20 luglio, non ha dubbi:

Cosa vuol dire governare se non giungere ad un compromesso che privilegi i destini generali anche se questo può valere la fine della propria carriera politica? In questo passaggio stretto e doloroso Tsipras ha dimostrato maturità politica, ha scelto di non tradire il suo popolo che in larghissima maggioranza voleva restare in Europa. In breve tempo sapremo se Tsipras è un vero leader, un vero riformatore, ma già adesso sappiamo che ha superato la linea d’ombra della politica”.
Una citazione da Conrad fa sempre effetto.
Stefano Minnucci, invece, regala consigli agli eventuali turisti piddini in visita al paese di Pericle, sempre a un passo, nonostante l’eroico compagno Tsipras, dalla crisi di liquidità:

Il consiglio principale è quindi quello di portare con sé contanti sufficienti, magari pagando alberghi o appartamenti prima di partire ... un altro rischio potrebbe essere quello di non trovare più benzina per la macchina o, più in generale, per traghetti e altri mezzi di trasporto greci. Anche se forse non sarebbe così negativo, potremmo trovarci bloccati su un isoletta o non riuscire a tornare nell’immediato in Italia”.

Non so perché ma i consigli di Minnucci mi ricordano la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare: “Purtroppo quest’anno a Gstaad la neve era davvero farinosa”. Una scivolata verso l’edonismo post-Ottantanove? Che i compagni ci provino gusto?
Passiamo all’Huffington Post che ci regala una cronaca serrata del matrimonio del decennio: quello della compagna Beatrice Borromeo. La pasionaria, paludata nell’abito dello stilista Valentino, impalma il proletario Pierre Casiraghi, terzo figlio della principessa Carolina e, se sono stato attento alle copertine dei rotocalchi che comprava mia nonna, nipote (nientepopodimenoche) di Grace Kelly e di Sua Altezza Serenissima Ranieri di Monaco. La cronaca:

Abito lungo bianco e argento, spalle nude, gonna ampia, capelli raccolti: arriva così Beatrice Borromeo alla notte di festa dopo le nozze. Accompagnata dal neo sposo Pierre Casiraghi, su una delle loro Bentley storiche. La nuova coppia di casa Grimaldi, dopo la cerimonia e la 'merenda' del primo pomeriggio nella residenza del Principato, ha accolto gli ospiti per la serata in uno degli hotel più chic di Montecarlo: ed è stata una sfida di stile.
Donne tutte rigorosamente in lungo, tante le signore che hanno scelto il rosa (compresa l'amata nonna della sposa, Marta Marzotto), colori pastello, ma anche nero e rosso. Grandi assenti il principe Alberto e la consorte Charlene, impegnati (con qualche polemica per la concomitanza delle date) al Gran Gala della Croce Rossa in città”.

Una sfida di stile.
Ma torniamo alle cose serie. Yoram Gutgeld, commissario alla revisione della spesa e parlamentare, uno che, forse, è mezzo italiano, declama da un brogliaccio di cui non ricordo il nome:

Taglieremo sulla sanità, così risparmieremo 10 miliardi
Così, dieci miliardi di euro … d’emblée. I commenti sotto questa notizia languono. Ce n’è appena uno:
Mah. Mi sembra che ridica sempre cose da dette prima di lui ma non si vedano mai ‘sti benedetti tagli …

Insomma, per l’unico piddino che abbia voglia di dire qualcosa su Gutgeld, i tagli alla Sanità sono benedetti. Maledetti spreconi. Eh sì, la sinistra è proprio cambiata; e il PD con lei. Addirittura, secondo il Bomba Maximo, il PD non è più il partito delle tasse:

Il Pd non è più il partito delle tasse. Così il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, all'assemblea nazionale del Pd all'Expo di Milano. Aboliremo l'imposta sulla prima casa nel 2016 e le imposte sul lavoro nel 2017, senza toccare il debito” 

Capito? Appena vicino a tale smargiassata, compare il resoconto dell’incontro fra il Bomba medesimo e il fregnacciaro del futuro prossimo, Landini:

Le differenti posizioni politiche non hanno impedito al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al segretario della Fiom Maurizio Landini di intrattenersi in alcuni curiosi siparietti nel corso della firma dell'accordo che chiude la vertenza della Whirpool. ‘Mettiti a sedere, non brucia - ha detto Renzi a Landini per invitarlo a siglare l'accordo da seduto - E' destino, non riesce a mettersi a sedere a Palazzo Chigi’. Le battute del premier hanno poi preso di mira la cravatta rosso fuoco indossata dal leader Fiom. ‘Questa cosa che la Film e la Uilm sono senza cravatta e te con la cravatta è meravigliosa’ ha scherzato Renzi. ‘É perché lui vuole venire qua ...’ ha aggiunto Marco Bentivogli, segretario della Fim-Cisl. ‘Pace fatta con il governo? No. Si fa un accordo per volta, su questo l'abbiamo trovato, su altri non siamo d'accordo. Di sicuro quando gli accordi sono buoni la Fiom c'è sempre e li firma’, ha quindi concluso Landini parlando con i cronisti”.

Si ride, si scherza. Capita, fra amici.
E passiamo a Roma Caput Immundi. Alessandro Gassman non riesce a rassegnarsi alla monnezza, morale ed effettiva, che sommerge la Capitale. Colto da un raptus patriottico lancia l’hashtag #RomaSonoIo. Tuona:

"Basta lamentarci, noi romani dobbiamo scendere in strada e pulire. Ognuno fa il suo … basta pulire davanti al proprio portone, prendi una maglietta vecchia e ci scrivi #Romasonoio, fai foto e twitti"

Anche qui: capito? Se la capitale d’Italia è ridotta a un letamaio la colpa non è mica di chi l’ha amministrata per diciassette anni sugli ultimi ventidue (il PD), ma delle piangine romane che non si danno da fare con scope e raccoglitori. Gli dà manforte Michele Serra dalle pagine di Repubblica:

É giusto e importante che ... si discuta del degrado di Roma … purché non ci si illuda che sia appena una faccenda di potere politico (con Marino nella parte del capro espiatorio) e non si stia parlando, invece, di uno sfacelo capillare e profondo … l’onda del momento (quella populista) prevede che le responsabilità della politica siano additate, una per una, all’odio sociale; la politica, quasi sempre, se lo merita, se non altro per omesso governo; ma della responsabilità dei cittadini si parla poco e distrattamente. E come voler fare il pane buono cambiando sempre fornaio, ma sempre con la stessa farina guasta”.

Bravo! Lo dicevo io … è la farina guasta dei cittadini a compiere tali sfaceli … IMU TASI AMA IRPEF comunale regionale addizionali in bolletta non bastano certo a lavarsi la coscienza … occorre darsi da fare … magari una domenica agostana, verso le 6 antimeridiane, col fresco, muniti di palette e tergimerda … altro che i miasmi populisti, altro che la vera corruzione d’Italia, quella fascista (maledetto Alemanno c’hai rovinato!) … occorre rimboccarci le maniche: armiamoci e partite!
Le pagine dei piddini regalano sempre un brivido insperato. Ora son passati da socialisti a sociopatici. Il popolo, questo sabotatore, non lo sopportano davvero più … il popolo, questa feccia, non mugugni, agisca! E non si lagni di tasse e imposte … le tasse, come disse un vecchio tovarisch, ora schioppato, sono belle …
Ma sì, quelle imposte tasse e balzelli locali che foraggiano anche il carrozzone dei teatri di Roma … fra cui sta il teatro più avito, ambito, aristocratico e remunerativo (artisticamente e non solo) della Città Eterna: il teatro Argentina.
Proprio l’altro giorno scorrevo il cartellone della stagione 2015-2016 … e chi ti trovo?

17-22 novembre 2015
Father and son
ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra
regia Giorgio Gallione
con Claudio Bisio
e con i musicisti Laura Masotto (violino)
Marco Bianchi (chitarra)

16-21 febbraio 2016
7 minuti
di Stefano Massini
regia Alessandro Gassman
con Ottavia Piccolo


Insomma, si è compreso … chissà se la farina guasta accorrerà in massa a tali spettacoli.
Una parte, la più cogliona, sicuramente sì. Populisti, fascisti e sabotatori dell’Europa sicuramente no. Ma di quelli, a Serra e Gassman, non importa nulla … che giacciano, gli ignorantoni, dove è pianto e stridor di denti (solo dopo aver debitamente pagato i costi di gestione dell’Argentina, s’intende).
Ah, la gioia delle letture estive!

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