13 settembre 2019

Bagatelle per un massacro

Fosco Maraini, La lotta contro il nulla
Roma, 13 settembre 2019

Il rigagnolo del Sessantotto, annientato del tutto il movimento socialista, rivela l’intima natura postcapitalista; evolvendo, quasi ovviamente, le proprie pulsioni occulte in un agghiacciante postumanesimo.
Di ciò non reco certo colpa a Mario Capanna o Daniel Cohn-Bendit. Sono trasmutazioni inarrestabili della Storia che interpreto, dal mio cantuccio, come inevitabili. Ritengo, infatti, inevitabile la decadenza dell’uomo occidentale. Egli, imbevuto di quell’ansia di dominazione concettuale forgiata dalla grecità, è matrice dell’uomo universale e, per ciò stesso, quale padrone delle menti e del linguaggio, occidentalizzerà, alla fine dei giorni, e al termine della notte della civiltà, ogni cultura: nella putredine di ogni collasso di senso. Apollo ci aveva avvertiti: nulla di troppo, conosci te stesso, meglio per te, uomo, non essere mai nato! E però la sapienza è pian piano scivolata via dalla considerazione del secolo: invano, oggi, gli antichi baluardi reclamano il limite: sbriciolati gli spalti, decimate le scolte, divelti i cardini delle porte: una vasta rovina, meravigliosa ad ammirarsi, per chi ancora sa, ma inefficace a contrastare persino i più timidi fantaccini del nulla.

Si rimpiangeranno i gulag, il sangue, i massacri, le pestilenze, le eresie, i roghi dei libri e degli uomini: tutto questo, infatti, è vita. 

09 settembre 2019

L'invalicabile muro del 35% dei partiti sovranisti [Il Poliscriba]

 

Il Poliscriba

Parliamo di triage, ma non di quella ospedaliera.
Immaginiamo di trovarci ad affrontare un’emergenza politica nella nostra “cara” Europa.
Stiamo parlando dell’Europa Unita di popoli mai chiamati alle urne per sceglierla; un’ unione forzata di genti, calata dall’alto; milioni di umani che non parlano  la stessa lingua e che per alcune radici storiche, sembrano affini.
Ma non è vero che si considerano tali, ad eccezione delle accolite universitarie imbevute di viaggi e soggiorni Erasmus, anche perché, dopo secoli di spietati e maschi conflitti, in mezzo a questo ultrasettantenne simulacro di pace post bellica, ancora si detestano cordialmente; e per cordialmente s’intende una serqua di imposizioni giuridiche emanate dagli Stati del centro contro le periferie, dardi avvelenati scagliati da una sofisticata, soffocante arma tecno-burocratico-finanziaria.
Vi chiederete che cosa significhi un’emergenza politica in seno alle cosiddette democrazie mature, nel cuore repubblicano quasi infartuato all’interno dei geografici confini di terra e di mare, isole e penisole comprese, che definiamo Europa … Russia esclusa.
Significa questo: quando i popoli di siffatte repubbliche,  in risposta al loro grave malessere socio-economico e identitario, fregandosene delle sirene del politicamente corretto, bramano di eleggere leader appartenenti a partiti che s’ispirano alla sovranità popolare, scattano le medesime regole di salvaguardia applicate alle distorsioni del mercato.
Come scattano? 

04 settembre 2019

Il sacrificio della patria nostra è consumato ...


Roma, 4 settembre 2019

La provincia, che innervò l’Enciclopedia del bello italiano, la Commedia dantesca, è in via di disfacimento. La colpa, ammesso che sia onorevole trovare colpe nella Caporetto più rovinosa dell’Italia, risiede nella democrazia. La democrazia liberale, con l’illusione del controllo sulla res publica, ha dissolto i fondamenti di Siena, Arezzo, Perugia, Viterbo; e di quei centri minori, sconosciuti ai più, che conservano, nel proprio seno, ricchezze naturali e artistiche oggi incredibili, almeno agli occhi di chi, come me, le aveva temporaneamente dimenticate poiché troppo avvezzo a esse. Delegare a un geometra o a un architetto à la carte le chiavi per amministrare tali sedimenti, di millenni, equivale a rinunciare alla lotta. Solo un’aristocrazia potrebbe salvare ciò che resta. Ma viviamo ormai nel miraggio dell’uno vale uno; un’utopia auspicabile, persino: se fosse vera. In realtà - la sola realtà - un gregge ottuso e immusonito vota; il voto elegge alcuni figuri che, nelle more del loro mandato (democratico), lasciano cadere favori e minuscoli privilegi; il gran corpo tecnico-amministrativo, complice dei figuri anzidetti, si acconcia, quale complice, alla devastazione. Conventi secenteschi risolti in bed and breakfast (previa scialbatura degli affreschi), centrali biogas nel cuore di boschi sacri, macchie secolari riorganizzate per parchi a tema naturalistico-fantasy: onde soddisfare le voglie d’evasione dei micchi internazionali (svizzeri, svedesi e crucchi hanno da sculettare lungo i diverticoli della Francigena), larghe pianure, prossime a fonti sacre etrusche, predisposte per l’accoglienza della merda: ché l’ominicchio del futuro meno pensa più merda produce.

08 agosto 2019

Spigolature estive


Ottime Feriae Augusti a tutti

Roma, 8 agosto 2019

Consigli non richiesti. Chiude Pandora TV, una creatura di Giulietto Chiesa. Perché chiude? Per difficoltà organizzative, finanziarie, logistiche? Anche. Il motivo vero della chiusura o di consimili abbassamenti di saracinesca risiede, però, in altro, secondo il mio modesto avviso: mancanza di interesse nel pubblico. Alla lunga questo incide. Ritrovarsi sempre gli stessi utenti che girano da un sito all’altro mormorando le identiche parole d’ordine getta nello sconforto; si diviene autoreferenziali; si è costretti a scrivere cose che hanno l’approvazione di chi è già convinto. Divenire popolari: hic stat busillis. La controinformazione non è popolare. Anzi, sopravvive in un bugigattolo informativo. Il fallimento controinformativo è evidente. E questo avviene perché rimane tenace la superstizione secondo cui la verità rende liberi; e induce alla rivoluzione. Il che è un errore madornale. Decisivo. La verità non smuove niente. La menzogna, sotto le belle forme dell’utopia, smuove. La Marcia su Roma, la Marcia del Sale, il Treno di Lenin, la Birreria di Monaco: credete che qui in moto e in marcia fossero uomini e donne a cui si era rivelata la verità? Ma no, essi credevano. Tendevano. Avere fede. Puntare lo sguardo in un futuro da modellare secondo il proprio desiderio. Colmare il cuore di folle desiderio: ecco, questo smuove; alla marcia, alla protesta, a sopportare il dolore e la morte. La verità, ammesso che ne esista una, è assai indesiderabile. Il condottiero sa che la verità deve essere celata dalla bellezza delle mire celesti. Il Paradiso Terrestre, le Vergini, El Dorado, la Terra del Prete Gianni, il Catai, la Greenland. 

Doppiezze del condottiero. Chi guida sa. Mosè, gli ecisti greci, Tamerlano, Etzel, Colombo, Cesare, Carlo Magno, Aguirre, Fitzcarraldo. Gli eserciti, la devozione, le folle tumultuanti, il cozzare entusiasta delle lance, l’adorazione, il miracolo: in azione e in marcia, le masse; la convinzione talmente radicata in sé stessi da negare l’evidenza, ecco la fede, incrollabile, la meta che giustifica i sacrifici più inumani. Ecco formarsi le categorie dell’essoterico e dell’esoterico. Vogliamo El Dorado, l’eterna giovinezza: Ponce de León legge una silloge di leggende su Alessandro Magno: le onde del favoloso si accavallano nei secoli, da Callistene agli amanuensi, egli se ne lascia travolgere, contagia altri uomini che converte alla fede di un’impresa folle. Essi si mettono in marcia, essi credono. Credere, obbedire, combattere o la goffa metafora del’asino e della carota sono volgarizzamenti di tale attitudine inestirpabile dell’animo umano.

02 agosto 2019

Le temibili Isole Marshall

Fonte: adnkronos
Roma, 2 agosto 2019

Come si concluderà la vicenda giudiziaria dell'omicidio di Mario Cerciello Rega?
Nel migliore dei modi.
I patti stretti nel dopoguerra, da vincitore a vinto, ci obbligano a fare alcune cose; e a non farne altre.
In forza di tali patti o trattati (più o meno visibili; molti sono invisibili) gli Italiani, o Italici, sono divenuti soci degli Stati Uniti (cosa siano gli Stati Uniti, oggi, è poi da vedere).
Da ciò segue che gli Italici, che sopportano basi militari statunitensi in numero esorbitante sul proprio sedicente libero suolo, consistono in cittadini federati: così come gli Italici lo erano a Roma, prima dell'estensione della cittadinanza.
Vi erano, perciò, cittadini romani (optimo iure) e cittadini italici. I secondi, pur assimilabili nei diritti militari e fiscali, mancavano di alcune prerogative poiché "non partecipavano alla sovranità (le decisioni comuni [furono] loro imposte unilateralmente) ... [e possedevano] diritti privati e istituzioni diverse da quelle di Roma. Quindi, se consideriamo questa 'alleanza' come un insieme omogeneo ... che sta per intraprendere a suo vantaggio la conquista del mondo, dobbiamo constatare subito che il gruppo di cittadini con pieno diritto rappresenta ormai solo una parte, ben presto minoritaria, della popolazione totale" (C. Nicolet).
L'assassino americano vanta "optimo iure" (optimum ius), l'italico Mario Cerciello Rega (sconfitto nel 1945) non del tutto; pur se i due, ormai, li si ritiene inscritti nel compatto e inscalfibile cerchio della democrazia liberale: cittadini di due nazioni 'alleate' lanciate, assieme ad altri 'alleati', alla conquista del mondo.
Vittoria militare, democrazia piena, democrazia di riflesso, Alleati, NATO, Impero, Monarchia Universale.
Forse, un giorno, quando la democrazia liberale avrà piantato i suoi vessilli in tutto il mondo e verrà proclamato l'Impero Totale e Totalizzante, l'assassino e il carabiniere saranno riconciliati giuridicamente (la lex Papiria riconobbe la cittadinanza romana agli Italici sotto il Po nell'89 a.C.; la lex Roscia ai Cisalpini, nel 49 a.C., su impulso di Giulio Cesare). 
Più l'Impero Romano (quello che piace a Hollywood) si avvicinava, più ci si trasformava in cittadini del mondo. Come oggi. 
Sempre più cittadini, sempre meno liberi.
La Monarchia Universale sarà una cornucopia di diritti inutili e scintillanti. 
D'altra parte, quando si arriverà a quei tempi mirabili, non vi saranno più delitti: la droga, come l'incesto o altre parafilie, saranno stati legalizzati da decenni. Io, per fortuna, non ci sarò più, proprio come gli Stati Uniti (ve ne saranno altri, di Stati Uniti, che non alludono al New Mexico o al Maryland).
La vicenda finirà nel migliore dei modi. Confidiamo, quali Italici, nella disattenzione, nei colpetti inferti alla storia giudiziaria, qua e là, e, soprattutto, nella sciatteria, più o meno involontaria.
Sul sito del Ministero della Giustizia ("Percorsi chiari e precisi: un tuo diritto") i cittadini statunitensi registrati nelle patrie galere assommano a 21; quelli delle Isole Marshall a 3746.

22 luglio 2019

Una giornata mostruosa


Roma, 22 luglio 2019

La maggior colpa dei buonisti? Aver svuotato di ogni bontà, vera, i cuori degli Italiani.
Essere sistematicamente buoni prepara al ritorno di fiamma della malvagità.
E qui per bontà non si intende la facilità, spesso patologica, all’altruismo. No. Significa, invece, un a precisa strategia di annientamento dell’Antico Ordine. Essere buoni, sempre, a onta della razionalità e persino del buon senso spicciolo non fa che esacerbare l’animo. Essere buoni e giudicare, sempre e comunque, al di là dell’evidenza, giudicare come reazionari e sporchi razzisti i propri stessi concittadini, naturalmetne legati dal sangue e dagli usi, non pùò che generare odio.
L’odio.
L’ingiustizia genera odio.

Tutto questo, lo riconosco, ha un retroterra antropologico ben preciso.
Il popolo nel popolo di memoria comunista.
Noi comunisti siamo un popolo, si diceva, un popolo (comunista) nel popolo (quello italiano). E il popolo comunista costituiva la parte migliore della nazione. Lo disse anche Pasolini, forse addirittura credendoci. Ciò che era al di fuori del popolo comunista, ovvero il popolo italiano, poteva essere disprezzato. Al di fuori del popolo comunista c’erano i forchettoni della DC, i fascisti, i preti, i clientelisti, gli evasori fiscali, i palazzinari. Ciò fu vero, in parte; rispondeva a verità, peraltro, che il popolo comunista fosse esiliato in patria (la conventio ad escludendum) e trattato, come allora conveniva, quale consesso di traditori internazionali.

19 luglio 2019

Macchine che producono pauper [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Ho dedicato 15 anni a studiare l’opera di Marx, ho scritto 4 volumi di commento alle relazioni del Capitale e mi sono fatto la convinzione che Marx non sia uno scrittore del passato ma del futuro
Enrique Dussel

Papa Francesco, per molti cristiani integralisti, l’Anticristo, ha sostenuto e indicato i poveri come una categoria teologica. (io l’anticristo me lo figuravo più bello e affascinante ...)
Nemmeno il Messia si è sognato di esprimere un concetto più astruso, astratto e disumano di così.
Come giustamente fa notare il Dussel, di cui ho citato uno stralcio dal suo saggio Il Dio del sistema, infatti, quando Egli rovesciò le bancarelle dei mercanti davanti al Tempio di Gerusalemme, si comportò da politico e non da religioso, in quanto proveniente da un lignaggio regale, la casa di David, e non sacerdotale della stirpe levitica. Quindi integralmente laico.
In questo blog, oltre che cercare di analizzare i fatti storici, perché siamo sempre in una prospettiva di tempo passato e non possiamo altro che ipotizzare/profetizzare scenari futuri o futuribili, fate un po’ voi, si cerca di dare una risposta al Che fare?, vista la carente volontà e quindi di concerto, l’impotenza di cambiare lo stato di cose attuali, sprofondate nel più abietto degrado politico, economico, sociale ed etico.

13 luglio 2019

Kill Pill


Roma, 12 luglio 2019

Ho recentemente letto, nel breve spiraglio di luce della follia digitale che, ogni tanto, mi concedo, lasciando filtrare la parte d’irrealtà che mi circonda, dell’introduzione di una nuova pillola della “buona morte”, riservata agli over seventies, sani o insani che siano: in Olanda.
In Olanda, par di capire, un settantenne, o su di lì, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, pur non affetto da particolari infermità, e nemmeno agonizzante quindi, anzi, forse anche in buona salute, se non arzillo, vanta ora la piena capacità giuridica di recare a sé stesso la morte: previo, languido, accertamento (par sempre di capire) dello Stato (olandese, in tal caso).
Tali notizie non le approfondisco mai. Leggo due o tre righe, velocemente. Mi ci soffermo un poco, poi le elimino dal cerchio della coscienza per non rimanere invischiato da tale brago di meschinità, dal pantano asettico a cui hanno ridotto una civiltà.
La prima domanda che l’ingenuo si pone a fronte di tanta devastazione è quella più inutile: “Questa notizia è vera o è falsa? È una suggestione spettacolare, una provocazione o davvero l’ennesima catabasi nella piena Libertà Nichilista, paludata da riforma liberaldemocratica?”.
Chi ha ben compreso l’essenza dell’informe, del pensiero debole e dell’aleatorio che dominano incontrastati i cieli dell’Occidente e, quindi, del mondo tutto, sa, con indefettibile certezza, che il vero e il falso sono ormai categorie inservibili per giudicare il Potere.

07 luglio 2019

DE MMT-IZZAZIONE [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

Primi due principi politici di Tood:

"Qualunque cosa ti dicano, non ti stanno dicendo la verità.
Di qualunque cosa parlino, stanno parlando di soldi"

da La legge di Murphy sulla politica e l’econo-murphologia.

Il capitalismo si comporta come deus ex machina produttore “illimitato”, nel tempo e non nello spazio - per ovvi limiti intrinseci della natura - di merce.

Ogni merce è divenuta sistema di ri-produzione nella cosiddetta forma dell’automovimento del denaro.
Questa forma è una oscillazione di elementi in contrapposizione che hanno generato la storia della modernizzazione borghese, in cui gli elementi statalisti e quelli monetaristi - teorie monetarie incluse - si alternano e/o si compenetrano tra di loro, costantemente.

Le teorie economiche della convergenza, alle quali appartiene anche la MMT che fu sponsorizzata in “buona fede” da Paolo Barnard (oggi un po’ meno, in attesa di un Reddito di Cittadinanza per alleviare la sfortuna di vivere nella mediocrità dopo il crollo della sua carriera giornalistica ad opera delle lobby del farmaco)  esprimono infatti il concetto che lo Stato e il Mercato si influenzano reciprocamente, senza equilibrio e senza integrazione.

01 luglio 2019

Una puttana si aggira per l’Europa …


Silva Candida, 1 luglio 2019

La puttana della Bontà.
Tutte le forze della vecchia Europa si sono unite per compiacere la Nuova Prostituta, la Donna Scarlatta: papi e governanti democratici, eretici, laici e radicali atei, preti e suore, ebrei e musulmani, malvagi e altruisti, banchieri e pauperisti, Bono Vox e Lady Gaga. Da ciò scaturiscono due indubbie conclusioni:

1. la Bontà Universale è il legante del Nuovo Mondo
2. è tempo per gli avversari, i mostri, di rinunziare definitivamente e lasciar correre il nuovo anelito epocale

Occorre preterire i raptus interpretativi, la cronaca minuta, i cambi di campo, le vociferazioni, la geopolitica.
Al lavoro è la Grande Opera.
Non esiste il prima o il dopo, il reazionario o il rivoluzionario, la destra o la sinistra o qualsiasi decrepita concrezione; del pari, non esistono i corpi dei messicani o degli africani annegati; né chi si compiace di quelle morti; nemmeno chi le rivendica con il volto rigato dal rimmel da agape del terzo millennio.
La Grande Opera, solo quella esiste.
I tormenti, gli scontri, le truculenze, le comparsate televisive a nulla valgono; sono teatro, sciocchezzuole: al dunque, ovvero al Dunque, son tutti d’accordo.

Una nave appesantita da qualche culturista sfonda barriere e divieti; vengono organizzate collette e maledizioni; le giugulari si gonfiano catodicamente: eppure la nave va. Inarrestabile. Le flotte europee e italiane non posseggono uno straccio di unità e qualche marinaio in grado di arrestare una barchetta di cartone comandata da una ragazzina. È tutta una buffonata, un teatrino da Gianicolo. Affondiamola! No, spingiamola col vento della solidarietà! Una sfida alla sovranità nazionale! No, una sfida agli egoismi dell’opulenta Europa! Un’invasione! Macché, la giusta nemesi per un continente che ha massacrato i deboli! Intanto, mentre tutti sono occupati a considerare i randelli di gommapiuma, la Sea Watch continua indisturbata come in una versione parodica de Il campo dei santi. Il programma, la Grande Opera, va avanti.

27 giugno 2019

Seminatori d’odio [Il Poliscriba]


Il Poliscriba

C’è ancora qualche motivo di odio che mi manca. Sono sicuro che esiste
Louis Ferdinand Cèline, Mea culpa

Cadere nella rete, quella virtuale quanto quella simbolica, è uno scherzo.
Non ci si deve incazzare.
Sono vietati anche i due minuti d’odio.
Non si può.
Virgilio a Dante: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
Osserva, bruto; osserva Bruto che pugnala Cesare  e non giudicare.
Giù le mani da Caino.
Poveri abitanti di Sodoma e Gomorra, innocenti fino a prova contraria, uccisi da un Tribunale Celeste che non ammetteva difesa, teocrazia d’accuse senza prove o redenzione.
I loro peccati contro natura furono atti giudicati immondi anche se compiuti prima della consegna a Mosè  delle Tavole della Legge, ergo:  nullum crimen, nulla poena sine lege.

Robert Alphonso Taft accusò di mancanza di imparzialità il Processo di Norimberga e quei magistrati e avvocati che lo condussero usando strumentalmente quell’inumano principio di retroattività che Inquisizione e illuministi avevano abolito due secoli prima … fomentatore d’odio!

21 giugno 2019

Persona (Phersu. Postilla su Silvio)


Roma, 21 giugno 2019


Silvio Berlusconi è un uomo? Hic stat busillis. Un uomo definito alla nostra intelligenza, intendo, ben conosciuto nei suoi impulsi e nelle sue intime credenze: tutto ciò che configura le scelte razionali e ponderate dell'esistenza. Lo conoscete? La risposta è no.
Chi ha letto l'introduzione a L'elogio della follia di Silvio Berlusconi per i tipi della Berlusconi Editore? Pochi, suppongo. Mi azzardo a dire: chi ha letto L'elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam? Forse ha avuto l'intenzione di farlo, come spesso accade con i classici, ma al dunque ...
Perché Silvio Berlusconi ha sempre ammirato quel libro citandolo costantemente nei suoi anni migliori?
Conosciamo noi quest'uomo davvero?
Non intendo riferirmi alla vasta letteratura giudiziaria che ne ha assorbito quasi del tutto la biografia. Essa è inessenziale alla comprensione di una figura che, fra venerazione, dileggio e frastuono ha dominato almeno un trentennio: dominato nelle tendenze e nel pensiero.

Rileva, e questo è certo, un uomo pubblico, riconosciuto da tutti, costruitosi per gradi, spesso involontariamente, a volte arricchendosi di quei tratti che piacciono al popolicchio e di cui si è voluto adornare per meglio ingannare il popolicchio. Tale è il Berlusca, mascherone dell’Arte, appeso per il collo nel retrobottega di Mangiafuoco, penzolante assieme ai Balanzone, agli Arlecchino, alle Colombine e ai vari Brighella.
Al Berlusca appartengono, nell’immaginario comune e popolare, il Mundialito per Club, il Drive In, la pubblicità, Lentini, il fotoromanzo.


17 giugno 2019

Sono un mostro


Roma, 17 giugno 2019

Leggo il portale online de “Il Fatto Quotidiano”.
In sequenza la celebrazione dei buoni.
Quelli che ci condurranno alla Terra Promessa. Il roveto ardente dell’agape nichilista mette in fila le perle del nuovo rosario:

Disabili più discriminati
Femministe antiabortiste
Ritrovati residui di marijuana in Cina (500 a. C.)
Aggrediti quattro antifascisti con le magliette del cinema America
Giornata Mondiale del Rifugiato
Le detenute raccontano l'amore omosessuale
Docente di giorno, drag queen di notte. Storia di Gianmarco: "Così in discoteca racconto il dramma dei migranti" (due al prezzo di uno)


Il bordone della lacrima è quello di un vittimismo revanscista: sistematico, vendicativo. Che le vittime reclamino l’identica agenda del Potere è un puro caso. La libertà assoluta, l’eliminazione del vincolo. Li si devono pasturare questi feti fascisti, a ridurli a bigattini per pescare sempre più libertà, la droga è un incentivo alla creatività, il diverso è da preferire al normale, il verso è il recto. Chi non è d’accordo è, ovviamente, un nazista, un violento, un abusatore, il residuo protervo di un’età buia e fredda.
Il sole, invece, il sol dell’avvenire, scalda i cuori e ci avvia all’Israele della pace.
Mosè, sotto il gran sole bianco del deserto, reca infine le tribù alla spianata definitiva.
Sotto queste notiziole, vere o false o verosimili, antipasti o julienne di ex verità o stuzzichini vegani alla menzogna, spicca la gran portata trimalcionica del banchetto informativo: l’Islam cattivo.

13 giugno 2019

La religione del debito [Il Fu Rabal]


Il Fu Rabal

Commento al libro di Michael Hudson: “… And forgive their debts

Mentre cadeva, allungò la mano al bastone.
Il capo tribù sentenziò: ‘ È proprio bravo, di quanta terra è diventato padrone!’
La mano di Pahom ricadde vuota al suolo. Il servo corse a rialzarlo e allora vide che dalla sua bocca usciva un rivolo di sangue. Pahom era morto.
I Baschiri fecero schioccare e loro lingue in segno di compassione.
Il servo prese la pala e scavò una fossa lunga abbastanza per deporvi Pahom, e lì lo seppellì. Sei piedi dalla testa ai talloni, ecco tutto quello di cui aveva bisogno

L’epilogo di Di quanta terra ha bisogno un uomo?, racconto di Lev Tolstoj

Di quanta terra abbiamo bisogno? Quella che è toccata a Pahom ci potrebbe bastare… Pahon un piccolo allevatore, viene ingolosito dal demonio, e comincia a desiderare di possedere più terra. Più aumentano i suoi possedimenti, più il desiderio cresce. Viene a sapere da un “amico” che i Baschiri, un popolo nomade della Russia profonda, offrono, in cambio di 1000 rubli, tutta la terra che l’acquirente è in grado di circoscrivere in un giorno di cammino, dall’alba al tramonto. La terra che ottiene Pahon alla fine del suo giro è solo quella per il suo sepolcro.
Da dove viene il desiderio di Pahon? Per rispondere a questa domanda, credo sia necessario risalire alle origini storiche del concetto di proprietà e chiedersi: di quanta terra avevano bisogno i villani Mesopotamici dell’età del Bronzo? Be’, loro avevano bisogno di abbastanza terra da provvedere al loro mantenimento, pagare la loro quota al Tempio o al Palazzo (un terzo del raccolto) e consentirgli di prestare le dovute corvée militari, religiose e civili.
Ma cosa c’entrano i contadini di 5000 anni fa con noi? Sono parte di noi, come gli antichi Egizi, Greci, Romani, Germani, Celti …
I Sumeri hanno dato inizio alla Civiltà Occidentale, che ci piaccia o no, noi veniamo da lì, da quelle terre, allo stesso tempo aride e paludose, da quella sabbia e da quel fango trasformati in tavolette incise con la prima scrittura. Fu loro, la prima Hybris, la prima sfida consapevole alla Natura, ai suoi demoni e ai suoi genii.