07 settembre 2020

Noterelle sparse sull'umanità malata

Roma, 7 settembre 2020

Accanto a me, al bar, lontani secondo i gradi di separazione sanciti dal Potere, stazionano due neutrini. Esserini che una volta si sarebbero detti maschio e femmina; si somigliano, invece, nei modi smorti, tenui e indecisi tipici della nostra epoca definitiva; potrebbero giudicarsi riguardosi e gentili se non che le movenze tradiscono, invece, in luogo d’un comportamento dettato da un codice, le languidezze di chi si sta lentamente spegnendo: vocine, mossette, minuscoli trasalimenti. Non vantano carica elettrica, per tale motivo amo soprannominarli, anziché snowflakes, neutrini: privi della personalità individuale che regala profondità e massa critica; aerei, insulsi; fungibili e, perciò, sacrificabili. Da tali insignificanti sbuffi d'aria è impossibile aspettarsi alcunché: una reazione, la rabbia, l'odio, volontà, il raziocinio. Un cubicolo e una poltrona bastano già alla loro mansuefazione; sono i tesorucci, ovvero gli umani ridotti a cani per gli alieni padroni, come si legge in Umanità al guinzaglio di Thomas Disch.

Il barista passa uno straccio imbevuto d’alcool sul banco: un breve effluvio offende le nari della coppia. Lui spalanca la boccuccia, portandosi una mano al petto; lei, forse più ricca d’un sottofondo femminile (ottant'anni di pace favoriscono le gonadi), simula una sorta di anacronistico melodramma: arretra di un passo, quindi di due, la mano destra, arrovesciata, recata alla fronte; il braccio sinistro annaspa all’indietro come a cercare un tendaggio dannunziano, le quinte passionali cui aggrapparsi nel deliquio del momento. La bocca, semiaperta, come Lyda Borelli in L’amor mio non muore, pare interrogare il mondo sul perché di tanta sofferenza; in generale; e, in particolare, pare interrogare l’autore del misfatto, il barista, un poveraccio malmesso, spelacchiato e dai piedi gonfi, alle soglie della pensione e, forse, d'una sincope.

La scena si raggela per un attimo, poi qualche parola è farfugliata, a sciogliere l’imbarazzo. Le scuse, una breve risata nervosa; i neutrini le accettano, certo, e poi si guardan muti, ancora increduli, chiedendosi come fosse stato possibile un oltraggio simile: a quelle latitudini poi, latitudini di viale Liegi, in Roma!

Cosa ci faremo con questi neutrini, questi esserini, marionette disarticolate, senza storia, stupidi e ottusi, persi in un gorgo di cui nulla comprendono. Cosa ci faremo, cosa ci facciamo? Niente, cosa vuoi farci, è carne da macello, inservibile, per me possono crepare dal primo all'ultimo.

Amo il trascorrere del tempo che azzera il chiacchiericcio e predispone, chiunque, all'accettazione delle poche grandi verità della vita. Verità già rese in evidenza da menti a noi superiori: "Nulla di troppo", "Conosci te stesso", "Meglio per te, uomo, non essere mai nato!" e rielaborate da menti loro pari, da migliaia d'anni, tra baluginii d'orrore, riflessi corruschi, gioie di illimitate forza.

Quanto chiacchiericcio fra noi. Milioni di analisi, di parole, di invettive. Inutili, poiché quando le direttrici della storia inclinano a formare una irresistibile risultante di forze, nessuno può opporsi.

Solo l'invito alla rivelazione sussiste.

Sul blog di Massimo Mazzucco, Stefano Re pubblica un post di straordinaria forza rivelatrice. Egli si domanda, a proposito dell’indolenza e passività degli Italiani:

Perché anche di fronte ad evidenze innegabili, molte persone rifiutano di considerare possibile che un governo li abbia ingannati, sfruttati, o persino abbia sacrificato volontariamente migliaia di loro concittadini? Perché anche di fronte ai documenti che lo provano così tante persone rifiutano di accettare che medici e funzionari della sanità siano al soldo delle case farmaceutiche? Perché nemmeno davanti alle evidenze più chiare si rifiuta di accettare che una spiegazione ufficiale sia semplicemente una montagna di bugie?

Mostri l’evidenza che la versione ufficiale è una menzogna, ti rispondono: 'e allora come lo spieghi tu?' - come se necessitasse una spiegazione alternativa per accettare che quella ufficiale è falsa.

Mostri l’evidenza che un professionista blasonato mente, ti rispondono: 'e tu che titoli hai?' - come se necessitasse un qualche titolo accademico per accorgersi che un titolato accademico sta mentendo.

Mostri l’evidenza che una strategia definita utile è inutile, rispondono: 'mi fido di loro' - come se il punto fosse 'di chi fidarsi' e non semplicemente valutare secondo logica delle evidenze.

Ma perché? Premesso che non si tratta, il più delle volte, di soggetti con insufficienti funzionalità cerebrali, che cosa limita l’accesso stesso alla logica da parte di queste persone?”.

 

I pochi che mi seguono avranno forse letto il mio Morire d’evidenza, del gennaio 2016. Perché gli Italiani, gli Europei, non si aprono all’evidenza? Rispondevo, allora, così: “Se accettassimo l’evidenza, infatti, ora più che mai in piena luce, tanto che il potere stesso non si premura nemmeno di nasconderla, rinunceremmo a parte delle nostre convinzioni, e, perciò, a noi stessi. E chi osa prendersi un tale fardello?”.

Ma questa è solo la mezza messa. L’altra mezza la raccontai qua e là, sempre eguale, poiché il mio vizio coincide con l’unica virtù: dico, ri-dico, rielaboro gli stessi concetti. E l’altra mezza messa consiste in questo: gli uomini non vogliono la verità. La verità, infatti, non rende liberi, ma disperati. Solo alcune persone scelte, i Diecimila, possono farsi carico della verità. Gli altri, quelli da convincere, i reietti, debbono nutrirsi di trasfigurazioni della verità id est d’un simbolismo immane che, in altre epoche, aveva nome utopia. I comunisti, i socialisti, i contadini credevano al bene comune, al collettivismo, a un mondo migliore, al sol dell’avvenire; Lenin alle mazzette delle banche che gli avrebbero consentito la rivoluzione.

Nessuno (e dico: nessuno) muoverà mai un dito se gli ponete sul piatto, palpitante e sanguinosa, la verità; la bella menzogna, invece, quella muove il mondo.

 

Questa è terra di confusione, dicono le Scritture, e mai parole furono più vere. Perdere la bussola, le coordinate, i riferimenti ci ha recati in un luogo che non esiste in realtà, ma in cui ognuno è costretto a vivere, come sognato da un’Entità inumana. Persino l’incertezza alla base del racconto La farfalla e l’imperatore è dileguato: “Una volta, Zhuang Zhou sognò di essere una farfalla. Era una farfalla che volteggiava liberamente, appagata della propria condizione. Non sapeva di essere Zhou. All’improvviso si svegliò e si accorse di essere Zhou, con la sua forma. Non poteva dire se Zhou avesse sognato di essere una farfalla, o se una farfalla stesse sognando di essere Zhou”. Non vi è incertezza, bensì la certezza, assai netta, di essere il sogno di Altri: relegati a impersonare l’Utopia del vero Potere. E a cosa siamo ridotti? Alla distruzione della personalità, individuale e collettiva. I fasci che tenevano insieme la paziente sbozzatura di migliaia d’anni di educazione, tradizione e consuetudine sono stati slegati o tagliati. Ciò che consentiva a un essere umano di esser tale ora giace sparso e inutilizzabile. Le pulsioni ancestrali, ormai prive di limiti e filtri da sublimazione, irrompono negli animi a impersonare un Carnevale lugubre e depressivo. Le residue forze di civiltà che ognuno ancora possiede si trovano alla mercé di tale risalita dalle fogne: lo spettacolo che ne risulta è di pura follia. A questi Saturnali involontari il Potere dà nomi ingannevoli: libertà, parità, giustizia. Essi consistono, invece, nella stregonesca e falsa libertà propria delle orge più sordide in cui a reclamare l’unico diritto è l’Informe, la dissoluzione. Chiunque oggi, anche in perfetta buonafede, reclami il politicamente corretto, ha stampati, nelle movenze e nei volti, tale resa alla demonica In-differenza: sindromi comportamentali, isterie, ansie di transizione sessuale, lobotomie, psicopatie reggono, infatti, come fili di marionette deformi, tali rivendicatori del Nuovo Ordine. La prudenza, la calma, il raziocinio, la connessione a un patrimonio mitico e storico, la de-finizione: tutto questo è bandito. A tale devastazione si accompagna, inevitabile, la confusione della lingua e, perciò, del ragionamento. Se il principio di non contraddizione più non vale, così come i basilari fondamenti della logica, allora sequitur quodlibet, ogni cosa vale, ed è permessa. I farfugliamenti, le aporie, il conformismo insensato dominano il discorso di Babele che, però, non è più tale, ma vociferazione d’una entità lovecraftiana.


In questi tempi ci si imbatte spesso in situazioni a cui nessuno vuole prestar fede. Certi resoconti li si accolgono con uno sbuffo di incredulità. Ma non è possibile, dai! E, invece, è possibile, il nulla è tra noi, ansioso di nuovi ordini da distruggere, di nuova bellezza da corrompere, sfregiare, umiliare.

Esempio: l’assessore alla Cultura d’un capoluogo di provincia italiano non sa leggere. L’ho visto, ascoltato, soppesato: non sa leggere. La dizione impastata, gli impuntamenti, la frantumazione del filo logico del discorso, la compitazione stenta d’alcuni vocaboli appena più ricercati, la preclare estraneità dell’alone concettuale e addirittura sonoro d’alcune parole alla propria miserabile cerchia di luce, tutto questo rivela l’analfabeta; il peggior analfabeta, poiché privo dell’innocenza che gli ignoranti come Bertoldo possedevano.

Lo so, lo so: sembra impossibile eppure l’impossibile è fra noi. Come un ladro di notte l’anomia e l’insensatezza ci hanno colti indifesi. Le più grandi civiltà, in declino, aspettarono, con inconscia voglia di liberazione, l’arrivo dei barbari:

 

Je suis l'Empire à la fin de la décadence,

Qui regarde passer les grands Barbares blancs

En composant des acrostiches indolents

D'un style d'or où la langueur du soleil danse”.

 

Così sancisce Paul Verlaine. E Kavafis, in altro luogo notissimo, rincara:

 

Perché rapidamente e strade e piazze

si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.

Taluni sono giunti dai confini,

han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?

Era una soluzione, quella gente”.

 

Ma Verlaine e Kavafis arretrerebbero di fronte a questi barbari che barbari non sono, ma araldi del Nulla. I barbari, la linfa vitale dei conquistatori soggiogati dalle architetture e dalle candide filosofie dei vinti, più non vivificheranno il sangue morente. E ciò accade perché i barbari più non esistono. Oggi, 2020, siamo fuori della storia, definitivamente. Non verremo invasi, quindi, da Eruli e Goti; ci risparmieranno, altresì, i Mongoli. Permarranno solo i parassiti, la voglia nichilista di sconcezza. Ciò che ancora appare vitale è solo l’ingannevole frutto di una dissacrazione. Chi dissacra il passato, lo dileggia, lo scimmiotta, lo imita pateticamente - solo tali individui ancora danno l’impressione di essere qualcosa. La maggior parte di noi, invece, è morta, o impazzita, o rassegnata a una prossima morte. Lo strepito di Azathoth riempe l’universo.

 

Titolo d’un giornale provinciale: “Allarme Covid19. Oggi 0 contagiati, 0 guariti, 0 morti”.

 

A parte l’eterno virus, che non è un virus bensì la chiave di decifrazione del nostro immediato avvenire, in estate solo Lukashenko e Beirut hanno occupato per qualche momento le menti dei controinformatori. Lukashenko e Beirut costituiscono, invece, solo notiziole. La Bielorussia, Beirut e l’intero Medio Oriente si preparano a smottare nel Nuovo Mondo. 

Minsk, tale amena località, vanta, infatti, un McDonald’s. Da tale semplice constatazione l’uomo accorto dedurrà la probabile fine del "dittatore". Da questa foto, invece, la probabilità si trasformerà in certezza.

 


Son tutte belle le signore dell'Occidente

All'inizio della farsa ero rimasto deluso. L'oppositrice al bieco dittatore consisteva nella brunetta al centro: un po' andante, per così dire. La recita appariva di basso conio, spenta. Poi i pupari si son rianimati (non mancano le manze da quelle parti) e hanno aureolato la signora di due solide e piacenti bionde (piacenti, ma non gnocche, quindi perfette: in questi casi eccedere non porta mai bene). Lukashenko contro la cotichella al centro avrebbe anche potuto farcela, ma contro le sorelle della libertà (di cui converrà studiare il simbolismo: vittoria, pugno chiuso e cuore; forse il carta sasso forbice dell'Illuminismo nichilista?) ... Caro Aljaksandr, adieu ...  

Gli Hezbollah, dal canto loro, non si son accorti che nel proprio tinello, a Tehran, ha aperto i battenti un Mash Donald’s, ovvero una smaccata imitazione della catena ideologica americana. I Guardiani della Rivoluzione si son lagnati un pochino dell’accaduto, poi si sono rimessi a dormire; fra qualche anno si abbufferanno di patatine fritte, come tutti. Si sa come vanno queste cose.

 

Noto come le donne si stiano finalmente avvicinando all’altare. Ora, di fatto, servono messa, al posto degli abatini o abatelli come li chiamano ancora nella Tuscia. Leggono le scritture, preparano ampolline e straccetti per la Consustanziazione e così via. La tecnica pare la solita: consumare le resistenze. Lo schianto finale avverrà quindi con fare naturale, inevitabile.

 

Anche per l’incesto ci si dà parecchio da fare. Fratellastri e sorellastre, matrigne e patrigni furono i timidi protagonisti dei primi video pornografici che dissacravano la famiglia, qualche anno fa. Ora il patrigno o la matrigna si svelano, sempre più, come madri e padri, fratellastri e sorellastre come fratelli e sorelle. Lo schianto finale avverrà quindi con fare naturale, inevitabile. Amor omnia vincit.

 

Qualche tempo fa, 26 novembre 2019, in Pausa caffé si esaminarono le cause dell’accidia italiana. Gli Italiani, insomma, più non lavorano. Si intrattengono negli uffici più che altro. La minoranza che contribuisce al PIL, quello vero, la forza residuale che crea, ex novo, oggetti e bellezza e occasioni, invece, decade. Le sue aziende, un tempo floride, rivelano crepe, polveri, disattenzioni. Certo, qualcuno si ostina, ancora; la sua attenzione, però, non risiede più nel fare bensì nel difendersi: da imposte, tasse, cartelle inventate di sana pianta. Ogni suo movimento è ostacolato dalla burocrazia che taglieggia e diluisce nel tempo ogni iniziativa con richieste ottuse, contraddittorie, esasperanti. L’ex inventivo italiano è, perciò, costretto a sperare nell'elemosina di Comuni, Regioni e Stato; a vivacchiare, da operatore economico ricattabile. La rassegnazione entra tra le fibre della volontà, la smorza progressivamente. Abbandonare tutto, spogliarsi di tutto, anche di quelle ricchezze immateriali come la tradizione e l’ingegno di famiglia, diviene, perciò, una liberazione. “Basta! Vadano al diavolo tutti!”, egli esclama, non sapendo che l’imbuto in cui l’hanno cacciato prevedeva solo tale uscita. Anche per i professionisti vale la medesima cosa. Avvocati, commercialisti, periti sono vieppiù insidiati non solo dal malaffare amministrativo, ma anche dalla macchina: un modesto programma di duecento euro permette di svolgere mansioni una volta riservate al lavoro occhiuto e indefesso del travet, geometra o ragioniere; il digitale elimina pericolosi calcoli di contabilità e bypassa la sapienza tecnica e giuridica. Il professionista si riduce, quindi, a passacarte tenuto in vita da vecchie amicizie, granaglie di parenti, conoscenze occasionali. 

Anche il suo fenotipo risente di tale derubricazione sociale. L’avvocato, a esempio, questa figura un tempo possente e temibile, s’è ridotto o a disillusa comparsa di mezza età o a un ragazzotto di belle speranze che popola, regolare, le metropolitane urbane: smartphone sempre acceso, magra cartellina, jeans, scarpe da ginnastica, la camicia o il tailleur da poco, catene, collanine e pendagli (da forca) negligentemente sovrapposti  - così mi pare di intravedere - all’ammicco d’un tatuaggio.

 

Un artigiano, che ha conosciuto il Buzzi di Mafia Capitale, m’illumina sulle nuove elezioni romane: “Ma lo sai chi ha reclutato Salvini a Roma? I peggiori .... ahò, certe facce da galera ... lo scalino l’hanno salito tutti ... ah ah ma qui coi voti è così da sempre, dai ...

 

Essere brutti è un diritto, ma tu ne abusi”: tale la scritta sulle mura dei cessi della Sapienza rivolta contro una coetanea irrimediabilmente brutta, incontestabilmente brutta. Lei, che conviveva con tale verità irrefragabile, esacerbava persino lo stato delle cose: capelli scomposti, sciatteria nel vestire, eloquio borbottato. Essere brutti faceva parte della vita; come essere bassi, grassi, poco intelligenti, poveri. La vita è questa qua, la si accetta; si china la testa, c’è posto per tutti. Si giudicava, è vero, ognuno di noi, adolescente o adulto in erba, lo è stato; chi non ha subito una sferzata, una delusione? Eppure tutto questo scivolava sulla pelle, prima o poi, perché il mondo era costruito per pensare in nostra vece. Si entrava nella vita sapendo che non potevamo certo cambiarne gli snodi principali. Il matrimonio, i figli, il lavoro, la casa passavano per alcune strozzature obbligate; ognuno le conosceva, ci si sottostava, l’ansia  era un mostro sconosciuto. Si era brutte? Non soccorreva, forse, l’adagio “Belle o brutte si sposan tutte”? Quante donne brutte o bruttissime hanno condotto una via felice, piena, priva di paturnie sol perché la tradizione soccorreva in luogo della scelta individuale? Ora, invece, la bruttezza è da schifare, un problema, porta al suicidio; il corpo si deve mutare in qualcosa d’altro poiché si è soli, tristemente soli, di fronte al giudizio: le impalcature del sentire comune, infatti, sono crollate. Quanti ragazzi non resistono, oggi, al giudizio? Disperati, inermi, contro un immaginario posticcio e implacabile.

 

Nell’arte la bruttezza promanava dalla bellezza, sempre. Il brutto, l’orrido, il demoniaco condividevano le medesime stimmate del bello. Bronzino e Velàzquez dipingono nani, Massys una donna deforme, il Ghirlandaio un nonno col naso deturpato dall’acne, Bosch una nave di pazzi: eppure le tavole, le tele, la lenta macinazione dei colori, le velature, la preparazione dei fondi fanno capo a una liturgia che ha per fine l’appressamento verso quel bello che, alla fine, ghermisce il suo apparente avversario e lo ridona in forme immortali.

 

Ora domina l’inversione. Il bello è sempre meno riconoscibile. Dichiariamolo una volta per tutte: non è solo la forma a determinare la bellezza bensì proprio la nobiltà della materia. Essa è decisiva. Una Naiade, di identica foggia, espressione, plasticità resa in marmo o in oro o effigiata con olii e tempere preparati dall’artigiano risulterà inevitabilmente superiore a una escogitata con materiali vili o di seconda scelta. Proprio qui, peraltro, opera l’usura. Un’opera d’arte o di alto artigianato oppure di quella fattura paziente e media cui si era abituati sin al dopoguerra (cornici, posate, orologi) necessita di tempo, studio assiduo, di bottega, e scelte onerose. Con l’usura, anche questo è inevitabile, il tempo si dilegua, lo studio è soppiantato dalla tecnica utilitaristica, le scelte si fanno al risparmio dominando l'imperio della statistica. Decade il materiale, si fa frettolosa la lavorazione. Non è solo una questione di serialità. È l’usura a imporre la mediocrità, in nome di un efficientismo che nutre e divora sé stesso, in una foia dissolutoria inarrestabile. “Ripeto: un perito, guardando un quadro (di Memmi [Memling], di Goya, di chiunque) saprà dire il grado di tolleranza dell’usura presente nella società dove fu dipinto il quadro”, ammonisce Ezra Pound.

 

Solo fra gli strati più bassi della romanità intuisco, pur blandamente, slanci di un’umanità sincera. Cascami di un antico codice d’onore, di un rispetto atavico per i genitori; e, soprattutto, per i bambini. Qui madri e padri degeneri sono giudicati per quello che sono, gentaglia; nonostante le privazioni, la costante corruzione recata dal postcapitalismo, i figli son al centro della famiglia, figurine venerate e innocenti; venerate, forse, perché innocenti, di quell’innocenza, nei rapporti e nei valori, che è rimpianta anche da chi non l’ha conosciuta direttamente. Adorare per due millenni una Diade, la Madre e il Figlio, ha instillato un amore e una deferenza naturali nel cuore degli Italiani, oggi ridottisi a tale riserve antropologiche. Nonostante i segnali della decadenza, il timor dei permane: nella provincia profonda, al limitare di crocicchi desolati, agli angoli delle suburre. Il Figlio, qui, ancora è guardato con ossequio indefinibile; persino la bestemmia diviene rarefatta, sin quasi a scomparire, al Suo cospetto. Si oltraggia il nome di Dio o della Madonna (cioé di una donna qualunque), poiché entità astratte, rarefatte; quando ci si avvicina al cuore dell'autentico cuore evangelico, alla Madre e al Bambino, si raggelano persino gli istinti più dissacratori. La Madre, il Grembo, la Nascita, l’umiltà della Nascita: tutto questo forma ancora una costellazione che dona senso ai residui d’Italia. 
 
Il Bene partecipa del Male, il Bello del Brutto. Solo a Lucifero, che non è Satana, pare repellere tale dialettica. Egli non è niente, si appaga di niente, diffonde il niente sotto spoglie meschine.
 
La bruttezza, intesa come provocazione, inversione, ghiribizzo psicopatico, catatonia decorativa, fu un'invenzione al servizio dei distruttori. Gli Ebrei, favoriti da una religione aniconica e dal loro genio all'inversione antinaturale, furono i trombettieri di tale offensiva (lo stesso Federico Zeri osservava che dietro parecchi artisti contemporanei si nasconde una musa ispiratrice ebrea). Musei, gallerie, legioni di critici e teppisti seppellirono l'euritmia, la tradizione e il buon senso; la modernità, come bruttezza, all'inizio ingannò molti poiché, in fondo, si sostanziava, pur nella parodia, delle antiche forme. Solo nel dopoguerra ebbe via libera nella propria voluttà di distruzione fino a dominare esclusiva e allagare i settori commerciali, accademici e dell'immaginario comune. Assolti i compiti precipui della dissacrazione e della devastazione, la bruttezza, insomma, vincitrice solitaria, ormai slegata dalle forme del bello, proditoriamente dissolte, degenerò gradatamente in Qualcosa d'Altro ovvero nell'informe e nell'insensato: dalla materia bruta allo scherzo insulso, dall'apologo polcor all'architettura d'inesplicabile assurdità sin al design più meschino, la bruttezza divenne emblema icastico del nulla, epifania del vacuo. La chiesa folignate di Fuksas o l'ammasso di pongo di Jeff Koons non possono giudicarsi "brutti": essi stazionano, invece, in pieno territorio nichilista, al di là d'ogni categoria estetica, oltre il bene e il male. A tali apparizioni luciferine nulla é possibile opporre dal punto di vista morale, umano e logico mancando il terreno comune (morale, umano, logico) su cui inscenare una pur pallida discussione.

Uno fra i tanti appressamenti al Nulla: Cézanne, Picasso, Pollock, Burri, Abramović, Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, chiesa di Foligno, cappella Rothko.

Sino a pochi decenni fa ci si scannava per pochi decimi di PIL. Ora il suddetto crolla a due cifre nella più completa indifferenza. Ci si avvia alla non-produzione, infatti, al non-lavoro, alla stasi. Qualche economista crede ancora di predire il futuro analizzando costi, gestioni, tonnellaggi, frequenze di trasporti merci quando, invece, si va ventre a terra in direzione opposta: in nome della libertà, della giustizia universale e dell'impatto zero. Oggi, 2020, la stessa Italia, decima potenza industriale, sopravvive sulle spalle di un terzo della popolazione: basta, quindi, un piccolo sforzo. Verso dove? Basta leggere i post di Beppe Grillo per scoprirlo. Beppe Grillo é la bocca della verità.

Un mondo statico, privo di conflitti e violenze, di etica e precetti morali. Snervato, indifferente, apatico, narcolettico. Il PIL! Il nuovo mondo, testé strutturato, l'abbiamo gustato in anteprima - causa Covid - e ben presto diverrà normalità. Il reddito di cittadinanza ha sollevato le più vuote polemiche per circa un annetto; passati i bollenti spiriti di qualche critico prezzolato, onde inscenare il teatrino finto delle polemiche, il reddito si prepara a divenire strutturale quale reddito di sudditanza: col consenso di tutti, novelli apologeti ed ex denigratori. A gennaio, scaduta la moratoria degli sfratti e dei licenziamenti, ci si ingegnerà a creare il Lumpenproletariat digitale a mille euro: sveglia alle 10, lavoro socialmente utile di tre ore, qualche videochiamata, e poi ore e ore di tempo libero, magari da passare ancora davanti allo schermo o al tecnobar, presso i tavoli del tecnobar, a sprizzare con altri fannulloni del ventunesimo secolo.

Ma non era questa l'utopia, la liberazione dal giogo del profitto e del lavoro salariato, del lavoro tout court, non è questo il paradiso, the parad-ice? Purtroppo no, la spoliazione del lavoro dall'uomo è solo il prodromo alla schiavizzazione definitiva dell'individuo e alla soppressione della residua civiltà. Un piano ingegnoso, ottenuto senza lo spargimento d'una goccia di sangue. Toccherà a tutti, prima o poi. L'Africa, liberiamo l'Africa, uccidiamo il colonialismo occidentale in Africa, l'Africa, l'Africa! I bambini denutriti, il terribile Islam, le escissioni clitoridee, le caste africane! Si è capito a cosa si mira? Nient'altro che al mondo nuovo, all'Africa nuova cioè all'Africa sterilizzata, anonima, come anonime e anomiche sono le nuove capitali del Nuovo Mondo. In nome della libertà, della giustizia e dell'autodeterminazione (grazie agli utili idioti delle ONG) si sopprimono le civiltà, le consuetudini, gli usi che permettevano la vita; una vita spesso miserabile, ma peculiare, piena. E ora? E ora gli abitanti del Gabon avranno i nostri stessi diritti: di friggere scarti alimentari al Burger, a cento dollari la settimana, o farsi inculare liberamente, proprio come gli esserini occidentali, una volta schiavisti e oggi fratelli!

Liberare il mondo per darlo in mano a una decina di multinazionali al servizio della Monarchia universale, questo il piano, quasi del tutto riuscito. Davvero si pensa che l'Occidente non abbia avuto la forza di mantenere i propri privilegi? Ma no, era tutto prestabilito; da chi ha tempo, un Ideale e la degenerazione storica a suo favore: guerre civili, ecumenismo fanatico, Dien Bien Phu, Algeri. Il nerbo dell'Occidente doveva essere reciso onde permettere la Grande Opera.

La spinta di maestri e professori per la chiusura delle scuole sarebbe sorprendente se non fosse altamente prevedibile. Lo smartworking piace a chi non ama il lavoro, agli s-passionati, ai cultori della videochiamata da poltrona. D'altra parte come dargli torto? Abolire l'istituzione sarà la prossima moda. Via la scuola, via le carceri, via i tribunali, via i divieti. Vietato vietare. In attesa di sostituire maestri e professori con una manciata di AI appena più efficienti di tali poltroni, gustiamoci l'autunno dello spritz. Ma cosa vorrà fare tutto il giorno l'esserino del futuro? Dormire, morire? 
 
Già me lo vedo, assente, senza bocca, privo di orecchie, atrofizzate le gambe e il sesso, amorfo. Come impiegherà quel tempo che dovrà sembrargli eterno? Ventiquattro ore, ogni giorno, sono tante.

36 commenti :

  1. Volevo dirti grazie per il tuo blog, una delle poche cose in rete a cui io riesca ancora ad accostarmi provando piacere (nonché costruttivo e sincero orrore) nella lettura.

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  2. Bel pezzo, come sempre.
    Ben tornato Alceste
    Ti allego un testo da FB, scritto da un mio conoscente, a conferma della decadenza (ma siamo oltre la decadenza, come dici tu, la decadenza era già Huysmann alla fine dell'ottocento).

    LA BIBBIA COME GENESI
    DEI GENERI

    A volte penso che la bibbia, con tutte quelle scene violente di coltelli, spade, sgozzamenti, incesti, sodomie, stupri, lapidazioni, teste tagliate, lussuria, ubriacature, padri incazzati con i figli che li hanno visti nudi, figlie che si accoppiano con i padri, catastrofi naturali, alluvioni stratosferici... insomma, penso che sia la prima opera d'arte generatrice di tutti i generi letterari e conseguentemente cinematografici. La bibbia è sicuramente il primo libro hard e trash con intermezzo quasi poetico di un personaggio simile a Superman che cammina sulle acque e guarisce con le mani i malati. Uno che poi viene frustato a sangue e lapidato dai suoi acerrimi nemici per poi morire crocefisso e risorgere. Insomma un gran supereroe che lascia sempre tutti a bocca aperta con il colpo di scena finale. Poi la parte conclusiva di questo librone è stratosferica. Infatti si chiama apocalisse. Un racconto mezzo fantascientifico e mezzo retrò. Con cavalieri che scendono dal cielo, bestie giganti che emergono dalla terra, sigilli come nel signore degli anelli... insomma effetti speciali a non finire. Eppure è un libro antico di qualche migliaia di anni e già stavano avanti anni luce con la scrittura creativa. C'è tutto, tutti i generi: l'horror, il fantasy, lo snuff movies, la guerra, l'esorcismo, il surrealismo, l'avventura, l'erotico, il pornografico, il catastrofista, il mitologico, il sentimentale, il drammatico, lo spionaggio, l'azione.... insomma tutti.
    La bibbia doveva essere proprio una sorta di Warner village dell'epoca storica o meglio ancora una sorta di Netflix o Amazon dell'intrattenimento per i lettori o spettatori di quei tempi.
    Tale e quale a tutta la merda cinematografica che viene prodotta oggi per fare cassa e rincoglionire la gente. Secondo me la bibbia ha ispirato tutti gli autori dei più acclamati film cult del nostro tempo... iniziando da Shining, passando per Pulp Fiction fino alla saga di Start Treck, il signore degli anelli e tutte le collane di Rocco Siffredi. Un libro d'intrattenimento che non può mancare in nessuna libreria domestica. Ottimo per fare anche letture di gruppo e come spunto per le esercitazioni alla scrittura creativa.

    Ernesto Melappioni

    Che idiota!

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    1. Michael Meier, medico ed alchimista tedesco del XVII secolo, scrisse che i testi filosofici sono spesso disseminati di storielle piccanti o di fattacci di sangue in maniera tale che il profano, distratto da tali narrazioni, non acceda agli insegnamenti profondi ai quali non è preparato.
      La Bibbia ammette diversi livelli di lettura, dal "pane-pane, vino-vino" delle interpretazioni letterali fino ai più reconditi simbolismi esoterici.
      può darsi che certe vicende pruriginose siano state inserite appositamente proprio con l'intento descritto dall'antico alchimista.

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  3. Ben ritrovato Alceste e grazie sempre per queste pagine che sono ossigeno per quei pochi che hanno il coraggio della verità, di quel guardarsi allo specchio senza rimozioni o ipocrisie.
    Una conoscente si reca in piazza a manifestare il dissenso, R2020, Gilet arancioni, Nonne e Mamme contro i vaccini, 3V e tutto il caravanserraglio di quel che resta di un antagonismo d'accatto;
    Panze da amatriciana, messe in piega, gambe depilate, tatuaggi, Yoga e newagiani che si illudono di fare la rivoluzione gandhiana;
    Il potere se la ride della grossa, basta uno sbuffo, una multa, un accompagnamento in caserma per far calare le braghe a tutti, in fondo la rivoluzione deve avere i suoi limiti, non sia mai che il datore di lavoro venga a sapere di avere tra le sue fila una Dolores Ibarruri.
    Questi non hanno ancora capito o non vogliono ammettere la sconfitta; una sconfitta senza aver manco sparato un colpo o almeno aver dato segno di una minima carica elettrica; ma oggi le "battaglie" si combattono così...civilmente, ecumenicamente, dialogando a un metro di distanza, democraticamente senza offendere chicchessia, rispettando l'avversario ma con sensibilità verso i morti, i malati, i gay, le donne, i negri, le minoranze in genere, i nani e gli iperandrogenici.
    E' ormai una lunga discesa verso l'abisso, gradino dopo gradino.
    Noto che i molti cercano un sistema per non guardare, per non soccombere al nulla che ci avvolge, alla mancanza di kalòs kai agathòs, ovvero di quel che rende l'esistenza sensata e degna, riempiendosi di inutili affaccendamenti o attaccandosi a cospirazionismi o tifoserie da curva nord.
    Mashalem
    Un caro saluto

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  4. Agghiacciante. Ma vero, come tutto quello che fa male. Ben tornato,

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  5. Grazie per i "bentornato", grazie a Cloretta.
    Confesso, ormai l'ho detto a tutti, che la voglia di fare mi sta sfuggendo dalle mani. L'unica voglia che ho è di restare in disparte a leggere. Ho ripreso in mano "Ortodossia" di Chesterton. Per il resto: oggi la Cassazione ha stabilito che, senza contatto fisico, sussiste la violenza sessuale. A questo punto cosa dovrei fare o dire? Ci è impedito ogni movimento ... ogni atto umano viola, evidentemente, la sfera personale, morale, sessuale, di ogni altro essere umano. Ci scambieremo bigliettini digitali, ognuno seduto nel proprio cubicolo d'assegnazione.
    Sul pezzo di colore di questo Melappioni forse è meglio sorvolare.

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  6. Bentornato Alceste! Un mese di silenzio si è fatto sentire ...Una realtà orrenda, che angoscia, annichilisce e non dà scampo quella che racconti, ma che fa percepire la verità di questo rivoltante periodo storico che tutti noi viviamo...Che fare, oltre a ritirarsi nel proprio guscio (musica lettura cinema), cercare di placare le ansie, coltivare la terra, la famiglia e i rapporti sempre più labili (per chi può) ...oppure incazzarsi? Per intanto ti leggo sempre con molto piacere.

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    1. Non vale la pena arrabbiarsi ... meglio un'ira fredda, repressa.
      Per il resto: cosa vuoi fare e, soprattutto, con chi?
      Con chi?

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  7. Caro Alceste, benritrovato. Ho letto con piacere lo scritto e anche le punte di ironia (sempre gradite). La vera ironia non é mai di troppo e fuori luogo. La signorina di Viale Liegi potrà mai avere le parole per descrivere la verità o l'ingenuità di credere a una menzogna? Ho detto la signorina, ma ci siamo dentro tutti. Il dramma é questo. Verità, menzogna, che paroloni...la sciocchezzuola mordi e fuggi ci vuole oggi, il fatterello come lo chiami tu...comunque facendo luce qua e là con la tua luminaria scardini anche alcune convinzioni che indefesse residuano: lavorare meno, lavorare tutti! Mi viene in mente un Rizzo...ma sono bazzeccole anche queste.

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    1. Lavorare per niente non lavorare mai ... vista la consistenza di certi compagni vicino a Rizzo credo che l'utopia sia ormai questa. E pensare, incredibile, che una volta i comunisti affermavano che il lavoro (giustamente retribuito) nobilita l'uomo ... il sindacalismo da poltrona pare aver contagiato più di un tovarich.

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  8. Ultimamente penso spesso al giorno in cui , a certe mie conoscenze , la verità si paleserà davanti con la stessa forza di una porta taglia fuoco sbattuta in faccia.Aspetto quel momento come una rivincita personale. Le cose che non ti entrano in testa ti entrano nel culo.Leggendoti Alceste , mi sembra evidente che quel momento non arriverà mai. Neanche se , per ipotesi , certi elementi fossero colpiti da un accidente causato da ipercapnia o il proprio figlio schiattasse due minuti dopo aver ricevuto il fantomatico vaccino anti covid. Un saluto a tutti da Armando

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    1. Dopo la pletora di telefilm zombeschi (assommano a parecchie decine, quindi a centinaia di puntate) chi piglia sul serio il dibbuk?
      A meno di non ascrivere il contagio ai perfidi Ebrei ... assai pasticcioni visto che il lockdown se lo trovano in casa.
      Che il tutto sia un'operazione magica? Ovvero una operazione psicologica di massa che voglia modificare la realtà dalle radici? Questo mi suona meglio.

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    2. Non serve sapere molto di esoterismo per rendersi conto che siamo in mezzo ad un processo alchemico. Siamo invasi da nuovi simboli e rituali, non vi è oggettiva necessità per la maggior parte delle misure imposte ma solo simbolismi e pressione sociale.

      Se si aumenta la pressione sale la temperatura, se si insiste si arriva al punto di fusione, fuso il tutto poi basta colarlo in una nuova formina.. solve et coagula.. un po' come in cucina per fare i cioccolatini, solo che qui il cioccolato sarà trasformato in merda.

      Non prevalebunt!
      Andrà tutto in vacca perché come sempre è stato, sul più bello perderanno il controllo del processo.

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  9. Secondo me no ... questi sono talmente refrattari alla verità che ogni evidenza gli risulta in-credibile. Proprio non ci credono ... tanto da elucubrare atteggiamenti e scritti e pensieri palesemente contradditori. Ultimi esempi:
    1. Conte esautora per mesi il Parlamento con una serie di circolari governative: nessuno fiata.
    2. ecco il referendum per l'abolizione di un certo numero di parlamentari: sono atti antidemocratici!
    Siamo alla frutta? Macché, al quarto limoncello.

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    1. Questo è davvero incredibile, se vai su Facebook vedi una campagna elettorale serrata (che ad onor del vero arriva soprattutto da parte del "fronte del no"). Frasi del tipo "questa è la riforma antidemocratica voluta da Lucio Gelli" si sprecano, sembra che questa gente arrivi da Marte. Neanche si sono accorti che, anche con il numero di Parlamentari voluti dalla "Costituzione più bella del Mondo", ci hanno chiuso in casa due mesi e minacciano di farlo ancora (per bocca di Walter Ricciardi). Siamo circondati da una manica di dementi, hanno perso il senno anche molti apparentemente "avveduti"

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  10. Bella e precisa l'analisi, peccato la rassegnazione...

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  11. Digitate" non abbiamo mai visto nulla di più ridicolo " tralasciando la buona novella dell'alceste che ritorna nello scrivere vorrei alceste che lei prendesse in considerazione il fattore esoterico non mi venga a dire che queste immagini sono roba da niente, qui c'e'un sortilegio in atto c'e' qualcosa che e'stato fatto alle 2 nazioni spagna e italia,
    o che vi hanno avvelenato con qualche intruglio sparso sui cibi nelle acque nei cieli oppure vi hanno avvelenato il cervello con chissa'quali onde elettromagnetiche, io lo posso vedere tutti i giorni qui posti bellissimi clima bellissimo eppure le onde che emana questo posto sono qualcosa di inspiegabile, d'altra parte il corpo umano e' un ricevente non si chiama per caso elettrocardiogramma elettroencefalogramma, lei alceste secondo me come tanti si ferma alle apparenze, bisogna invece guardare alle ragioni nascoste per me deve esserci qualche cosa di Cabalistico in quello che vi sta accadendo non e'solo irrazionalità o vigliaccheria !

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    1. Possessione demoniaca globale? Se me lo avessero detto sei mesi fà mi sarei fatto una risata. Adesso , anche se in giro non vedo persone levitare o parlare aramaico , la cosa mi sembra plausibile. Ho letto nel blog di Blondet che secondo uno studioso ebraico la parola Covid letta al'incontrario e tradotta in ebraico significa dibbuk . Dibbuk è il nome di un demone che rende le sue vittime apatiche depresse e le allontana dal proprio percorso spirituale. Visto che l'estate si prolunga sto prendendo in seria considerazione l'idea di andare in giro a fare gavettoni di acqua santa.

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  12. "Sino a pochi decenni fa ci si scannava per pochi decimi di PIL". Decenni? Forse intendevi dire mesi. Fino allo scorso anno si parlava non di decimi di PIL, ma addirittura di decimi di centesimi di DEFICIT di PIL (ti ricordi le discussioni sui parametri del patto di stabilità, con il deficit al 2,2% che non ANDAVA bene a Bruxelles?). Come dici giustamente, ora che si crolla del 13%, non frega nulla a nessuno (dei MEDIA). Gli stessi per i quali esisteva solo lo spread (entità che venne nota al grande pubblico solo nel 2010), ora che siamo al collasso economico esiste solo il covid. E Cottarelli e soci? Muti. Chi gestisce gli apparati mediatici può gestire le masse davvero come vuole, tutto ciò era presagibile, ma vederlo realizzato è spaventoso, anche perché non abbiamo la minima idea di quello che ci aspetta, possono fare davvero qualsiasi cosa.

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    1. Hai ragione: mesi.
      Questa roba del PIL, a ogni modo, ingigantisce appena dopo il crollo della Prima Repubblica. Prima chi l'aveva mai sentito?
      Il PIL serve (o serviva), quindi, esclusivamente ad approvare leggi antidemocratiche e vessatorie contro il popolo (o i cittadini, come volete).
      La domanda ora è: perché ora il PIL scompare? Più non serve?

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  13. Comunque, Alceste, vedo che lei non è mancato solo a me... Ben ritrovato, quindi, e grazie.

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  14. la risposta alla tua ultima domanda è ovvia: realtà virtuale mentre si intraprendono viaggi interstellari alla ricerca di un bar dove fare a botte!!

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  15. Al redivivo alceste vorrei far notare come il lavoro dei controinformatori sia stato veramente inutile anzi un boomerang e'talmente controproducente che ora ho capito xche' ve li tengono aperti tutti sti canali e sti siti da ciarlatani , chi ci salta più fuori in quella selva di congetture, pareri contrastanti,macchinazioni sospetti senza prove diffamazione odi reciproci pensieri frutto di cattive digestione ( Biglino) spacciati come verità assolute manco fossero le sacre scritture ecc ecc l'hanno studiata proprio bene i Giudei con i massoni e poi vedevo le view un cane che si lecca i maroni ha di media 5 - 7 milioni di view se non di più ! Mentre libri vedi "la civiltà'cattolica" libri di 700 pagine dove c' e'tutto lo scibile umano 400 view 500 view, ahhhhhh io l'ho sempre detto questi intendo i nostri padroni scappellati sono la progenie del Diavolo mica siamo tutti degli arcangeli michele, digitate "il problema dell'ora presente video" a volte e'nell'oscurita'che si trova la via

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  16. Piccole e modeste notarelle tanto pè cantà; dove e quando ci siamo persi? me lo chiedo, forse giorno per giorno, tra un biscotto plasmon e un omogeneizzato, tra un sofficino Findus e un tortiglione Barilla, mentre le madri hanno abbandonato la pasta e le torte fatte in casa per inseguire l'indipendenza economica.
    Un paio di giorni fa, al parco sotto casa, "assembramento" di badanti a cicalare di virus e della situazione in Bielorussia, mentre i vecchi se ne stavano a sbavare in un angolo.
    Le meraviglie della nostra modernità, i vecchi fanno comodo finché sono "autonomi" foraggiando e garantendo mutui e prestiti di figli e nipoti, dopodiché si trasformano in inutili impicci da scaricare in ospizio...ops RSA;
    Agevolo i gentili ospiti con questa suggestiva intervista a tal Pietro Castellitto, che dal basso della mia ignoranza credevo essere omonimo:

    https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/ldquo-non-riuscivo-trovare-produttore-che-mi-desse-246975.htm

    immagino apprezzerete i godibili passaggi di tal novello Rossellini...come si diceva? la meglio gioventù.
    Il nostro genio incompreso "non riusciva a trovare un produttore che gli desse retta" povero figlio.
    Restano poche consolazioni, queste serate sono alleggerite da vecchie nostalgie (Rossini è riuscito come pochi a mettere in musica la follia)

    https://www.youtube.com/watch?v=HJoD2IHIzx0&ab_channel=MiguelOszwald

    un caro saluto

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  17. Credo che la nostra epoca abbia dimenticato e stia cancellando , ammalgamado in un miscuglio incolore tutti i concetti del sapere e filosofia antica disseminando con distrazione e noncuranza il senso della dedizione e la passione per l'ascolto delle "stelle", la pazienza, la contemplazione di "sé" e del resto che ci circonda, tutto è stato barattato a poco prezzo per ottenere risultati immediati , superficialmente plausibili ma con risultati vuoti e privi delle nostre vere radici che si devono aviluppare avide per sopravvivenza a neo-filosofie moderne considerate nuove paradigmi.
    E poi si parla tanto di radicamento....

    Quando l'antico alla fine viene sottotraccia deriso messo al bando

    Quando le nuove dottrine mancano di tanta sapienza e cultura e mancano di dire con saggezza che per radicarsi si dovrebbe solo volare in alto col cuore e le proprie vibrazioni al di là dei giudizi terreni, soldi successo, gratificazioni di matrice capitalista e prendersi un attimo di vuoto vero, quello che fa paura, quello della prova iniziatica, quello che ti porta alla scoperta di un 'universo
    quell' universo, che tutti sentiamo ma nessuno riesce ad esprimere, che alcuni temono
    e altri ancora non immaginano.

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  18. Ma vi siete persi nel momento in cui nessuno di voi ha fatto niente per arginare l'arrivo di tutti quegli afrikani e musulmani che si sono riversati nelle vostre città paesi stazioni ecc
    non avete fatto niente avete accettato che gente senza documenti entrasse nei confini nazionali siete stati degli spettatori da salotto! vi credevate al cinema , col cavolo?!
    questi sono in carne ed ossa e presto ve ne accorgerete siete stati irresponsabili e adesso pagate giustamente, non si può'lasciare aperta una diga e pretendere di non bagnarsi, celine lo scriveva "e poi arrivera' il negro e distruggera'tutto" voi pretendete il ritorno all'ordine al lavoro ecc ma xche'non credere in candy candy dico io o credere nei puffi ecc ma scordatevele quelle fantasie nostalgiche ormai i governanti c'hanno preso gusto hanno visto che possono farvi quello che vogliono anche sostituirvi con i negri, tanto non c'e'nessuna reazione! A voi scivola tutto addosso siete impermeabili
    a voi va bene tutto vi tengono 3 mesi segregati in casa e guai a buttare la spazzatura e guai a portare fuori il cane a pisciare e voi Niente vi fanno girare mascherati da belfagor a tutte le ore dappertutto e voi Niente vi fanno intimidire minacciare e multare dai loro scagnozzi e voi Niente multare con multe da 540 euro !?!!?! Roba che se me la fanno a me gli dico di portarmi direttamente al lucciardone e 'meglio per tutti oppure un bel colpo in mezzo agli occhi e amici come prima qui da me in thailandia per 1500 bath 30 euro di multa sono stato arrestato ho dato giu' di matto un invasato schiumavo dalla rabbia come un cane idrofobo e voi invece con 540 euro "firmi qui!" "non vuole firmare?" firmo firmo col sangue cazzo ! Ma voi vi siete fritti il cervello col computer o col troppo studio ma vi credevate forse che i vincitori della 2 guerra mondiale se ne stessero a tirarsi i cricchi in testa, notate bene al governo ci stanno oggi in italia i nemici del fascismo e cioe'i comunisti i gay i massoni e gli ebrei tutto fila secondo copione, la vostra parte nella recita sta per terminare dovete lasciare il campo al negro che e'piu dotato e costa anche di meno come stipendio

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    1. penso che se conoscessi nella vita reale uno come te, diventerei subito tuo amico ^^
      complimenti ad Alceste che con i suoi scritti riesce ad attirare persone intelligenti, ormai merce rarissima

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  19. Ieri pensavo a che ormai sono passati quasi cinquant'anni dal discorso di Cefis ai cadetti. Chissà se aveva in mente una tempistica per la realizzazione di quanto diceva. Pensavo anche che i cadetti, lì in piedi con il loro fucilino o seduti belli composti, di quel discorso non avranno capito un'acca. Pensavo che il Potere è così. Ben tornato Alceste.

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    1. Ciò che sconcerta in questi individui è la tranquillità.
      Sanno di dover morire eppure rilanciano.
      In loro è la calma dell'utopia, sanno che sopravviveranno alle loro spoglie, vincendo.

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    2. Verissimo. Vagando per la cloaca internautica ho trovato due perle di Blondet, interessantissime (https://archive.org/details/Complotti , https://archive.org/details/complotti-ii ). È incredibile e agghiacciante l’origine profonda, il piano secolare per la distruzione del vetus ordo e l’instaurazione del novus ordo. Una frase buttata quasi per caso mi ha colpito: “un ciclo di conferenze tenute al Tavistock nel 1989 aveva come tema il seguente: Il ruolo delle organizzazioni non governative nell’indebolire gli stati nazionali”. E noi ce ne accorgiamo solo oggi, dopo trent’anni.

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  20. Ah ah ah ma se l'alceste mi considera un moscone fastidioso (con ragione) ah ah ah se lo spadaccino nero si riferiva a me mi dispiace deluderla ma come dice la canzone del Liga "non e'tempo per noi" non riesco manco uscire da sto paese della minkia hanno chiuso ermeticamente tutti i confini qui nel sud est asiatico sembra veramente che ci stia una guerra in corso non dichiarata, tutto sommato fanno anche bene questi stati xche'il seme della follia non puo' e non deve attecchire dappertutto altrimenti e'la fine ad esempio qui non ho mai indossato la mascherina manco per un minuto nessun obbligo non c'e'nessuno che gira in maschera niente distanza niente amuchina niente pistola laser puntata in fronte ecc e dire che qui ci stanno uomini migliaia di cinesi coreani giapponesi uomini d'affari con una barca di soldi, ieri sono entrato a nasare un po ' che atmosfera c'era in un negozio cinese niente di particolare a parte i soliti sguardi come se fossi un maniaco sessuale cosa che cerco sempre di nascondere e poi sono tornato nella mia tana nel mio nido oggi pieno di cinesi(festa del Buddha ) una comitiva erano tutti felici che facevano versi con la bocca che manco le bestie dello zoo riescono a fare e poi come ciliegina finale la security khmer che sputa per terra in segno di disprezzo verso il padrone (assente) gente normale insomma almeno rispetto a voi visto come andate da 8 mesi conciati come dei buffoni

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  21. Uno dei migliori articoli mai letti, su questa Apocalisse di insana follia, tanto coraggioso, lucido, sagace ed onesto, quanto pieno di colti ed interessanti rimandi.

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  22. Testo impressive! FILOSOFIA DELLA SCIENZA applicata all’ANTROPOLOGIA STRUTTURALE. ANALISI SPIETATA PER SINTESI STRAORDINARIA. SCONSIGLIATO AI NON SOVRANISTI:Sarebbero indotti al suicidio intellettuale. Anche fisico.

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  23. Comunque, riallacciandomi alla lontana al discorso sopra, il “che fare?” rode come un tarlo inesorabile l’animo e i pensieri di molti. Questo è un bene, indica che si avverte una situazione iniqua, malata. Il fatto che il tarlo roda senza sbocchi è la parte drammatica della vicenda: qualsiasi tentativo di risposta appare scontato, bolso, ormai tardivo. Eppure ciò non basta a placare la voracità del tarlo. Non avere la risposta appropriata a tale quesito e’ frustrante, getta nello scoramento. E pone in dubbio perfino la legittimità del quesito. Sarà ancora il modo giusto di porsi? Questo genere di dubbi, aporie e tautologie si rivelano come fondamento del pensiero sulla vita che oggi si vive. Crumbo

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Siate gentili ...