05 febbraio 2019

Mamma, li Bianchi!


Roma, 5 febbraio 2019

L’ultimo gradino … quel gradino finale, decisivo, che porta alla soglia dell’irreparabile, spalanca l’abisso, divide per sempre dal dopo … viene avanti una figura inedita che si affaccia all’orizzonte del nostro Paese … silenziosa, qualcuno che nelle mille convulsioni dell’Italia ancora non conoscevamo, e che sembra spuntare di colpo dalle pagine di un romanzo di Harper Lee sull’America più profonda: è il fantasma dell’uomo bianco”.
Queste parole sono scandite dalla prosa, nobile e piagnucolosa, di Ezio Mauro, ex direttore de “La Stampa” e di “Repubblica”.
Il libro da cui sono estratte si titola: L’uomo bianco. Per la comprensione immediata del brogliaccio ecco il breve sunto: “Siamo noi che, lasciandoci via via rinchiudere nella corteccia delle paure nostre e altrui, ci trasformiamo come dei mutanti, fino a voler tornare a distinguerci in base alla pelle e al sangue. È l’ultimo spettro italiano: quello dell’uomo bianco”.
Il saggio scandisce, con tono funebre, l’insorgere dell’oscurantismo in Italia. Il razzismo. La regressione della civiltà. Mauro si tormenta: proprio ora che la democrazia albeggiava ai quattro angoli del mondo, guarda cosa ci capita! In esso trovano posto le avventure, romanzate, di Luca Traini e Soumayla il sindacalista, la sparatoria di Rosarno e quant’altro si agita nei dintorni di Trump e Orban.
Ezio Mauro piange, e con lui piangono i lettori de “La Stampa” e di “Repubblica”, almeno quelli residui. Ezio Mauro, oso pensare questo, dimostra di aver capito poco o nulla della realtà italiana. E però: hic stat busillis. Mauro non capisce o finge di non capire? La sua è una tecnica per vendere l’invendibile o pensa davvero quello che dice? Hic stat busillis. La tecnica è sempre quella: il vittimismo. Egli parla come se gli eventi che deplora (il populismo, il trumpismo, il revanscismo) siano stati originati, nonostante l’impegno costante degli illuminati, da una forza oscura, sempre in agguato nella storia: il Fascismo Eterno. I capisaldi del Progresso vengono travolti da una risorgente folata di irrazionalismo, da un liquido nero che risale quelle fogne che si credevano bonifacate dal 1945.
Le paure. La folla vociante. Le parole d’ordine bestiali.
Finge, non finge? Dopo aver passato la propria vita giornalistica ad appoggiare la causa scatenante del fenomeno che gli ripugna (più Europa, più migrazioni, più globalismo) egli si “stupisce”. Finge, non finge? Sì all’Euro, avanti miei Prodi, abbasso i confini, le trincee, i muri, le pareti, i divisori, i separè, i paraventi: e poi si stupisce. Finge, non finge? Se pensasse davvero le cose che scrive ne arguirei ch’egli è vittima di una miopia politica e intellettuale che sfiora la cecità; se vogliamo riconoscergli una pur minima caratura intellettuale saremo costretti ad ammettere che, forse, finge. Chissà.

Il suo libro, a ben vedere, non è che un fondo di “Repubblica” esteso a 138 pagine: il fascismo congenito, l’uomo bianco contro l’uomo nero, la pelle, il sangue, lo sfruttamento dei corpi dei neri, la sinistra che non c’è. Finge? Ciurla nel manico? Sincero? O, forse, vive in un mondo tutto suo, refrattario alle regole della sopravvivenza quotidiana?
 
Mauro tenta vago le corde auliche della correttezza: alla fine dimostra di non aver capito nulla, ma, forse, egli scrive questo perché è costretto (politicamente) a scriverlo. Egli, è solo un’ipotesi, conosce la verità, ma deve vergare queste righe perché la causa che a lui preme - la globalizzazione - segna, temporaneamente, il passo. Di qui l’allarme. Se, invece, oggi, 4 febbraio 2019, il programma fosse lanciato, montianamente, al galoppo, si sarebbe dedicato ad altro.

E però, ogni tanto, l’agenda che a Mauro preme subisce brevi intoppi. Tale libro vuole contribuire a disgorgarli. Egli individua il nemico (il grumo di peli nello scarico della doccia): arruffato, sporco, ributtante, stomachevole, laido; o, fuor di metafora, ignorante, spaesato, ottuso, acromegalico, con la bava alla bocca:
All’appuntamento con l’uomo solo [l’italiano dimenticato, il forgotten man della classe medio-bassa] si presenta così da noi un doppio populismo [Lega e M5S], senza un progetto per il Paese, ma perfettamente in grado di riempire l’immaginario ostile, rancoroso, ribelle che cerca affermazione e rivalsa”

Ostile e rancoroso. Livido. Ferino. Irragionevole e irrazionale. I forgotten men “vivono dispersi, con frustrazioni individuali e paure personali … abbandonati dalla politica … respinti …”. Un grado zero della cittadinanza spossessata che cerca il grado uno tramite il rifiuto dell’establishment: un calcio al tavolo di comando come risarcimento del proprio disagio; un coacervo indistinto di uomini e donne rabbiosi che godono nel rovesciare ciò che credono sia alla base della loro emarginazione. Una furia cieca di distruzione senza alcun sbocco politico. Per Mauro: una foia da teppisti che gode nel frantumare i delicati cristalli forgiati dal sistema; un sistema che avrà anche i suoi difetti - Mauro, a malincuore, ne conviene - ma che ha garantito, pur fra alti e bassi, buon senso e governabilità.
Siamo alle solite.
E, alle solite, occorre rispondere.
Lasciamo stare Trump, Orban, Putin e compagnia.
Limitiamoci all’Italia.
In primis: io credo che Ezio Mauro, da persona intelligente qual è, sappia benissimo perché la situazione sta degenerando. Il potere (il sistema, l’èlite o come la si voglia chiamare) non ha garantito, come egli crede o finge di credere, la governabilità: si è, invece, servito, corrompendoli profondamente, dei partiti politici che ha trovato (dal 1989 in poi) per governare subdolamente contro i propri stessi elettori, id est: gli Italiani.
Ogni pezzo dell’arco costituzionale è stato metodicamente subornato per attuare un preciso programma globalista: proprio contro coloro che quei partiti fingevano di rappresentare. Dopo trent’anni, complici le pezze al culo, una larga parte se n’è accorta e ha reagito secondo istinto: alcuni hanno smesso di votare, altri si sono rifugiati progressivamente nella rappresentanza che gli garantiva una parvenza di resistenza al potere: all’inizio (sembra passato un millennio) Forza Italia e Rifondazione Comunista, per quanto possa sembrare incredibile, furono considerati rifugi di tal fatta. Sopravvenne poi, potente, la disillusione. E arrivarono la Lega Nazionale e il M5S.

Il fascismo e l’uomo bianco c’entrano come i cavoli a merenda.
Dirò di più: fra Mauro e un fascista risorgente, quello che vive fra le nuvole è proprio Mauro. Lo scrittore imputa ai nuovi fascisti la creazione di un mito, quello dell’uomo bianco che si ribella all’invasione nera, quando, invece, è proprio lui a creare miti: il mito del buon selvaggio, del nero da accogliere a ogni costo. Pena: la regressione alla barbarie. È proprio Ezio Mauro, sprofondato sui velluti poltroneschi dell’intelligencija, uno che al massimo ha comprato un accendino dai vu’ cumprà, a inventare fantasmi; i burini del pensiero, invece, si limitano a vivere, poveri loro; tutte le mattine, dalle sette alle sette, orario continuato. Vivono sugli autobus e sulle metro, nei posti di lavoro luridi e freddi, affaccendati con partite IVA e scadenze luciferine, con CC postali, bancari; bonifici, ingiunzioni, avvertimenti, solleciti, capisci-a-me burocratici; con gli asili, le scuole, i licei, le università allo sbando; i refettori, i doposcuola, le case popolari, le maestre caprone, le ASL, le carie, i CUP, lastre e TAC ripassi-fra-sei-mesi; intra-moenia, extra-moenia, fra sei mesi non posso ripassare ho un tumore: allora-c’è-il-privato-a-trecento-euri-a-botta, il cardiologo-duecento-euri-ma-la-fattura-no, il parcheggio-non-c’è-ma-devo-scaricare, le multe, gli scioperi, si rompe la lavatrice, il bollo, la patente, la carta d’identità da prenotare sul sito e poi ripassi fra cinque mesi, i genitori si fanno vecchi, si pisciano addosso, si rincoglioniscono, perché la vita l’hanno allungata, ma per fare cosa? Per destreggiarsi fra catateri e decine di pillole? La ASL non ti passa la sedia a rotelle, la 104 sì se sei statale, no se sei un privato: perché? Perché devi venire al lavoro! Che faccio, chiudo, ti dice il principale e allora abbozzi. Magari in nero, a tre euro l’ora, forse quattro, la sera sei incattivito, il marito, la moglie, i suoceri, i cognati, una banda di coglioni, l’accompagno te lo danno? No, perché quell’ammasso di ossa e pelle flaccida che una volta era tuo padre viene reputato dalla commissione competente ancora un arzillo pensionato: ripassi fra un anno! C’è la lista d’attesa! Ripassi fra un anno! Fra un anno sono morto! E sia! Ingoiamo anche questa! La macchina! I bozzi sulla macchina, il traffico, le candele, la revisione ogni due anni, i freni; è saltato un cilindro! Il divorzio! Siamo liberi! Giudici, CAF, assegnazioni di bimbi stupidi e frignoni, mazzette a defalco dallo stipendio già smagrito; sei un porco! Paga! Supermercato! Andiamo al supermercato a comprare un po’ di merda cancerogena! Biologico, no grazie, c’è l’offerta di merda al discount! Bistecche? No, mi mangio le panatine crollate da tre euri a 0,99 centesimi che bisogna mangiare entro due ore se no diventano verdi, me le friggo stasera, certo, lo so, stanno per scadere, ma la mia vicina di casa, che fa la commessa allo Shit’s, mi ha giurato che si può mangiare tutto anche dopo una settimana di scadenza! A 0,99 è un affare! Le prendo quattro! E poi ti si rompono le mutande, i calzoni, le camicette: andiamo al discount che puzza di petrolio che con 10 euri si compra tutto! E il piccolo commerciante del quartiere, lì da una vita, abbassa le serrande perché lui le tasse le paga e altri no. Accordi internazional-mortadelliani! I quaderni, le penne, le squadre, i temperini: tutti dal cinese! Il temperamine buono: 34 euri! Ma siamo matti? Ecco Cin Cian Pai col suo temperamerda che costa cinque euri: questi sono affari! E poi la fatturazione elettronica, i moduli per lo scarico, il sindacato giallo, la monnezza che sbaglia i conti, cinquanta euri di luce, ma il consumo è di sette, l’addizionale-provinciale-ma-non-erano-chiuse-‘ste-province-del-cazzo, il 730 740 770 Unico, via lungo le strade del nulla, all’Ufficio Imposte e Grassazioni a giurare che la tal roba è saldata, ma alla tizia con le unghie laccate non torna il numerino del titolo di credito, dopo quattro ore di fila, 99 canali e niente da guardare, o, forse, mi guardo la faccia da tolla che fa il compagno a 600.000 euri a settimana, va, mi voglio punire, il caffè è amaro, l’affitto è alto, i bar sono luridi, il dente che fa male lo tengo, lo tengo, in verità, da due anni, si è spaccato, me lo tengo in bocca come un feto putrefatto, si gonfia la gengiva maldita, l’alito è cattivo ma il dentista ancor di più, lo spacciatore sotto casa se la ride, piove e non c’è la pensilina, mi rigano la Panda, il marciapiede ha una crosta di sporcizia compatta, ineliminabile, la casa popolare non te la diamo, per la pensione ripassi a settanta, il bancomat mi ha ingoiato la carta, l’assegno è scoperto, il bonifico non parte, IBAN BIC TAEG TAN, l’asilo non te lo diamo, il nido non te lo diamo, la tua vita, se non l’avessi ancora capito, è al nostro servizio, per i nostri affari, quindi paga e basta. E alla fine, il paga e basta che fa? A vedere la sfilata di senegalesi col cellulare largo come una panatina diventa verde, verde scuro, di bile, e il capro è davanti a lui, un caprone negro, e lui, ogni mattino, a vederselo davanti, affila il coltello del risentimento, giorno dopo giorno, l’arrotino del male, e quando si trova l’ennesimo barcone con la lacrima incorporata esplode: negri di merda, tornate a casa! La Sardoni e la Botteri e la Berlinguer piangono: un gommone è affondato! E il nostro Gilet Giallo, dilavato da qualsiasi anelito morale, invece ride, ride della grossa, incita i marosi; e più la lacrima scende più egli ride, di un riso stavolta davvero bestiale, dimentico di tutto, della pietà e dell’avvedutezza; ride, incita, è pronto ad approvare la carneficina, il massacro, l’ecatombe. 

Ma non accadrà, perché l’ultima guerra è antica di quasi ottant’anni: le fornaci della trincea non sputeranno più nessun mascellone, al massimo qualche panzafustaro. Ma il livore, l’odio, quelli esistono, repressi, incapaci a plasmare un simbolo, un condottiero qualunque. La società illividisce, si sgretola in un vociare indistinto, belluino; l’Italia è una frantumaglia di rancori, senza scampo o guide. Il potere avanza, lo si voglia o meno, delegando un perfido dileggio ai suoi ascari più brillanti.

Solo la guerra forma gli uomini e i ribelli. Per questo il potere vuole la pace. Per lo stesso motivo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU vanta, simbolicamente, una riproduzione di Guernica; l’Europa, invece, l’Inno alla gioia: instaurazione di un nuovo Regno, di un’Arcadia eterna: col codice a barre sulla fronte, ma questo né Schiller né Beethoven né Holderlin l’avrebbero mai sospettato. 

Il più grande museo a cielo aperto dell’umanità: la campagna romana. Rivi millenari, ruderi di villae, arcate di acquedotti imperiali, casali magnifici, altari, tombe protocristiane, tempietti, torri medioevali, chiesette rurali, segnature di antiche consolari. In pochi decenni gran parte di questo patrimonio è stato emarginato lentamente sino alla distruzione pressoché totale. Per far posto a un proditorio nichilismo urbanistico: lunghe fila di condomini, bar e pizzerie, uffici del terziario e strade sconnesse e intasate di metallo; romitori orrendi, stitici, subito insidiati dalla fatiscenza, ma funzionali nell’accogliere, a prezzi contenuti, i subumani del Ventunesimo Secolo, plebe ormai indegna delle città in cui nacque. 

Il fascismo in sé non esiste. Non esiste nemmeno il revanscismo dell’uomo bianco. Sono le finzioni psicologiche e letterarie di chi ha la coda di paglia o le sfogliatelle croccanti, ancora calde di forno, e il caffè, distillato dal fidato Amedeo, e solerte recato dalla segretaria, con silenziosa efficienza, il manico della tazzina nella giusta posizione per essere presto stretto dalle polpastrellute e distratte falangi del dottore: che ha tanto da fare! Emma! Mi porti il caffè! E le sfogliatelle! E, per favore, disdica ogni impegno … sì, anche quello con Dimartedì … e mi chiami il direttore del carcere … voglio controllare alcuni particolari per romanzare il capitolo … il mio libro … contro la rancune che minaccia la luce della nostra bella democrazia ... 

L’Italiano si deve estinguere. E con lui l’Italia. Questo il programma del Potere. Semplice, cristallino. Gli antichi grumi culturali e sociali ostacolano il Mondo Nuovo a venire. Si comprende? L’Italia e gli Italiani hanno una sola strada: il mattatoio. Vogliono andarci tirati dolcemente per la cavezza o a bastonate? Così come i Francesi, gli Spagnoli, gli Argentini, i Persiani, i Greci. È necessario che l’Umanità, ricca di definizioni e culture, nazionali e popolari, di migliaia di etiche e linguaggi e comportamenti, venga frantumata in atomi indifferenziati e ricostituita secondo una sola Etica, un solo Linguaggio, una sola Cultura; costruzione amorali e miserabili soggette a un Centro Unico: la Monarchia Mondiale. E pluribus unum. Cosa c’è scritto sul dollaro? La piramide, l’occhio, in god we trust? Inutile farsi troppe paturnie o sviscerare gli anfratti dell’ideologia di Hiram: questo significa, non altro. La liofilizzazione dell’umanità, l’acidificazione delle culture. A questo si mira, questo si vuole e si anela, da Bruxelles a New York, da Buenos Aires a Reykiavik. Non è troppo difficile da capire.
Attenzione! Chiunque, incosciamente o meno, si opponga a tale disegno è un nemico. Il nemico dei nemici è un amico. E via così.

Il nemico Luca Traini, il vendicatore dell’uomo bianco secondo Mauro, è solo un’inconscia concrezione della resistenza a tale programma mondialista. Mi sono già espresso su tale figura simbolica, ma ripetere, a volte, giova. Luca Traini, lo stragista, sente oscuramente che gli Italiani vengono defraudati, giorno dopo giorno, del proprio territorio e della propria cultura, e decide di agire. Non sappiamo quale sia la molla concreta che induce quell’enorme passo che alla quasi totalità di noi, per viltà e conformismo, è negato. Non sta a noi, peraltro, giudicare tale atto: qui va esaminato freddamente nel suo esclusivo rilievo sociale. Traini agisce sparando a casaccio su degli immigrati. Il Mein Kampf, l’adesione alla Lega, il Tricolore sono corollari inessenziali a questo suo sentimento. Confusamente, egli resiste. Le migliaia di congratulazioni che riceve in cella vengono da chi, altrettanto confusamente, ma con istinto infallibile, presagisce che lui, Luca Traini, ha ragione.

Dalla parte opposta della barricata di Traini c’è chi sa, con perfetta coscienza degli eventi, che Luca Traini, il fascista, il nazista, il populista, è l’antagonista, pur incoscio, del disegno mondiale che vuole annientare l’Italia. E scrive, perciò, rinnovellando ancora, dolosamente, la favola del fascista, del nazista, del populista. Con i consueti logori argomenti contro il razzismo, l’uomo bianco sciovinista e via cicalando.
Ma qui, lo ripeto, sciovinismo, razzismo, Ku Klux Khan, Africa e colonialismo c’entrano come i cavoli a merenda. Lo scontro è, ancora una volta, prosciugati ai minimi termini i personaggi sulla scacchiera massonica, fra chi vuole l’Utopia di un governo mondiale e chi è Vittima di tale Utopia.

Ovviamente il Potere non può dire la verità. La verità deve esser celata agli sguardi. Non si può affermare: Traini è solo un’inconscia resistenza, minuscola e particolare, al nostro progetto totalitario. Un incidente di percorso di tale trasvalutazione di tutti i valori. Si dirà, invece: Traini è un fascista.

Il simbolico Luca Traini è un Italiano che sente, sulla pellaccia quotidiana, che il suo mondo di senso sta scomparendo. Egli cerca il nemico; lo desidera, per non impazzire; alla fine lo trova: l’immigrato e l’istituzione che lo protegge: giornali, Europa, cooperative d’accoglienza. Il suo è un atto di ribellione istintivo e non elaborato politicamente, ma non meno autentico. Sa, nel profondo delle viscere e delle trippe millenarie, che si sta preparando, per lui e per tanti altri, la smobilitazione sociale e culturale. Reagisce, perciò. E come? Ricorrendo ai mezzi che trova attorno a lui: l’identità, lo strapaese. Ma questi sono, appunto, mezzi. Mezzi di fortuna, peraltro. Come chi, aggredito da una bestia possente, per difendersi, strappa un ramo alla meno peggio; o stringe il sasso più grande che riesce a ghermire; o si rimpiatta come una bestia entro una tana oscura. Una reazione di sopravvivenza estrema, basica. Una reazione sbagliata, ovviamente, improvvisata, destinata alla sconfitta. Come sarà per i Gilet Gialli, le cui pulsioni sono le stesse: forgotten men, provincia profonda, periferia metropolitana. La classa media, ora medio-bassa, impoverita da trent’anni: ricacciata dal centro delle città ai suburbi o verso la cinta di centri satelliti, recinti e dormitori approntati per lui nei decenni scorsi grazie ai palazzinari del Reich. L’umanità costretta a cento chilometri al giorno sui propri trabiccoli per un lavoricchio di 1200 euri; o alla transumanza su treni locali sempre più affollati e lerci. Sei giorni a settimana, ventiquattro al mese. Tre ore al giorno solo per spostarsi. Settantadue ore. Tre giorni della propria vita buttati nel cesso per acchiappare 1200 euri. E forse nemmeno quelli.
 
Eccoli i mutanti di Ezio Mauro: indiani ubriaconi e sconfitti costretti a rimpiattarsi nelle tane a loro predisposte. Che lo stesso Mauro ponga in esergo al proprio libro una frase del lakota Toro Seduto è, forse, una impreveduta freddura.

Persino il bersaglio di Luca Traini (gli immigrati) rivelano come in gioco qui ci sia ben altro. Perché i “negri”? Perché non i cinesi? I bengalesi? I croati o i romeni?
Per il fatto che l’immigrato di colore dà, a una mente semplice e istintiva come quella di Traini, l’impressione dell’invasione. Gli Africani, quasi tutti maschi, anarchici, arruolati dalla piccola criminalità o dall’assistenza affaristica, intoccabili e fancazzisti, urtano le coscienze piccolo borghesi e la rispettabilità molto più delle silenziose truppe asiatiche. Sono gli zingari dell’immigrazione. E poi: filippini e cinesi hanno le famiglie, come i croati e i romeni, non si disperdono la sera per le città a rompere le scatole alle nostre donne!

Se Traini fosse stato inquadrato ideologicamente avrebbe, invece di sparacchiare a vanvera, bruciato una bandiera dell’ONU o dell’UNICEF o della UE. Avrebbe magari arso in effigie qualche rappresentante del Fondo Monetario Internazionale. O di chi ha permesso la distruzione del piccolo commercio per far posto agli ipermercati della diossina. Invece il povero Gilet Giallo Traini, uno nessuno e centomila, ha impugnato la povera arma del risentimento: il cascame inservibile di un passato che non c’è da ottant’anni e mai più ritornerà. Chi ha storicamente innescato la sua mano, però, ride nell’ombra, circonfuso dalla gloria della bontà.

Non sempre, però, sono cattivo.
Ognuno ha i propri balsami.
Una delle poche consolazioni della vita: l'Italia.
Venti minuti di auto e mi trovo ad Anguillara.
Non mi reco, come un turista frettoloso, al Lungolago.
Parcheggio ben prima, in uno spiazzo vicino al cimitero locale; quindi discendo per poche centinaia di metri.
Ecco Porta Castello. Essa introduce al centro storico del paese, arroccato su uno sperone di tufo.
La breve salita: la candida facciata della Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo ci accoglie; poco oltre un terrazzino, il punto più alto: da lì si distende davanti a noi la quieta e intima vastità del lago.
La giornata è limpidissima, le acque color cobalto. Un albero scheletrito, un cipresso, ostacolano lo sguardo sulla sinistra dove si indovinano le costiere villose, a gentile strapiombo; sulla destra la vista può slargarsi: uno scoglio, le rive tremolanti, il profilo delle colline.
Ma ciascuno di noi preserva alla morte alcuni segreti.
Ridiscendo per qualche decina di metri.
Un vicolo che sfugge all'occhio: una volta a botte, un piccolo cunicolo; alla base si intravede l'opus reticulatum imperiale: ciò che rimane della villa della matrona Rutilia, eretta duemila anni fa, proprio qui, all'angolo del promontorio di tufo, desolato e sferzato dai venti: la Villa Angularia che darà il nome a ciò che venne dopo. Qualche passo e possiamo intravedere la mole rozza e possente della chiesa di San Biagio, circondata, come un abbraccio, da uno stretto camminamento medioevale.
Di fronte un muretto: più ci si avvicina più esso sembra abbassarsi per consentire lo sguardo. Improvvisa, la nuova rivelazione delle acque; quelle di prima? No. Queste sono altre, antiche, poiché inquadrate da una prospettiva che condivisero coloro che ci hanno donato questo. 
Eccolo il genius loci che tutto stringe assieme, le pietre, il cipresso, i dorsi boscosi, il vento che sorge umido dall'azzurro.
Uno dei puntelli del mondo è qui.
In un luogo occulto e misconosciuto sorge una delle colonne della verità che impedisce l'eterna notte.
Se si potesse abbatterlo gran parte di noi sprofonderebbero ancor più nell'abiezione: esso, però, resiste.
I custodi lo preservano, nella devozione; chi potrebbe sospettare che un semplice sguardo sorregge la realtà?

 

55 commenti :

  1. Per capire Ezio Mauro e i personaggi come lui bisogna frequentare siti statunitensi o canadesi che mostrano manifestazioni di isterici, aggressivi e fancazzisti gruppi ANTIFA (anti-fascists), normalmente fiancheggiati dal NAMBLA (pedofili), da LGBT, NO BORDERS, SNOWFLAKES, FEMMINISTE, PRO-ABORTO, ANTI WHITE SUPREMATISTS, GAY, PRO-GENDER, ANTI-TRUMP ecc. Mauro sta tentando maldestramente di far decollare gli "ANTIFA" de noantri. Fuori tempo massimo.
    Avevo idea di iniziare una serie: ANTIFA GONE WILD!
    Affiancandola ad un'altra serie: ADOTTA IL CANOTTO.
    Che dire: si comincia a sentire la mancanza di zio Adolf.
    ADOTTA IL CANOTTO: DIVENTA ANCHE TU ANTIFASCISTA, ANTIRAZZISTA, ANTI SUPREMATISTA BIANCO! MORTE AL BIANCO FASCISTA! MORTE ALL'ITALIANO BIANCO!
    ADOTTA IL CANOTTO, REDIMI IL BIANCO NAZISTA CHE E' IN TE, INCENDIA IL CANOTTO BIANCO! DISTRUGGI OGNI MONUMENTO BIANCO: LA RAZZA BIANCA E' LA FECCIA DELL'UMANITA'. ANNEGA IL BIANCO ITALIANO PRIMA CHE EGI ANNEGHI TE: NEGAGLI IL CANOTTO, E' UNO SPORCO "HATER" FASCISTA, STUPRATORE, NAZIONALISTA, MASCHILISTA, NAZISTA, USURPATORE DI TERRE, ANTI MODERNISTA, ANTI-VACCINISTA, ADOTTA IL CANOTTO, DISTRUGGI IL BIANCO, AFFONDAGLI IL CANOTTO...
    "...noi siamo gli uomini cavi, noi siamo gli uomini impagliati, appoggiati l'uno all'altro, la testa piena di paglia.
    Ahime', le nostre voci disseccate che bisbigliano tra loro sono sorde e prive di significato, come il vento sull'erba rinsecchita..."
    "...noi addestriamo i nostri giovani a scaricare napalm sulla gente, ma i loro comandanti non gli permettono di scrivere CAZZO sui loro aerei perche' e' OSCENO...".
    Kurz il pazzo. Il bianco Kurz. L'orrore. L'orrore bianco.
    Anonimo R

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  2. Nel leggere l'inesorabile lista di iatture del gilet giallo nostrano, ho percepito il lento ma inesorabile crescere dei succhi gastrici. Onore ad Alceste, ardito che ha resistito alle 138 pagine di Ezio Mauro. Altro che succhi gastrici.

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    1. E non c'erano le figure.
      Ora sul comodino ho Luciano Canfora: promette male pure lui.

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  3. L’inevitabile assedio dell’essere umano è pronto da tempo, e a disporlo sono teorie che tendono a una spiegazione logica e completa del mondo, e avanzano di pari passo con il progredire della tecnica. L’accerchiamento del nemico è prima razionale, poi anche sociale, e infine, al momento opportuno, lui, il nemico, viene sterminato. Non vi è destino più disperato che essere catturati in questa spirale, dove il diritto viene usato come arma…..
    Chiamiamo invece Ribelle chi nel corso degli eventi si è ritrovato isolato, senza patria, per vedersi infine consegnato all’annientamento. Ma questo potrebbe essere il destino di molti, forse di tutti – perciò dobbiamo aggiungere qualcosa alla definizione: il Ribelle è deciso ad opporre resistenza, il suo intento è dare battaglia, sia pure disperata. Ribelle è dunque colui che ha un profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi nell’intenzione di contrapporsi all’automatismo e nel rifiuto di trarne la conseguenza etica, che è il fatalismo…..
    Il motto del Ribelle è: “Hic et nunc ” – essendo il Ribelle uomo d’azione, azione libera ed indipendente. Abbiamo constatato che questa tipologia può comprendere solo una frazione delle masse, e tuttavia è qui che si forma la piccola èlite capace di resistere all’automatismo e di far fallire l’esercizio della forza bruta. È l’antica libertà in veste moderna: la libertà sostanziale, elementare, che si ridesta nei popoli sani ogni qualvolta la tirannide dei partiti o dei conquistatori stranieri opprime il paese. Non è una libertà che si limita a protestare o emigrare: è una libertà decisa alla lotta….
    Quando tutte le istituzioni divengono equivoche o addirittura sospette, e persino nelle chiese si sente pregare ad alta voce non per i perseguitati bensì per i persecutori, la responsabilità morale passa nelle mani del singolo, o meglio del singolo che ancora non si è piegato….
    Il Ribelle è il singolo, l’uomo concreto che agisce nel caso concreto. Per sapere che cosa sia giusto, non gli servono teorie, né leggi escogitate da qualche giurista di partito. Il Ribelle attinge alle fonti della moralità ancora non disperse nei canali delle istituzioni. Qui, purché in lui sopravviva qualche purezza, tutto diventa più semplice.

    “ Il Ribelle (colui che passa al bosco) non è un Bandito nè un criminale ma semplicemente uno che mantiene fedeltà a se stesso “

    (Tratto da “Il trattato del ribelle“, Ernst Junger)

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  4. Caro Alceste,
    capiscano i Diecimila che essi sono chiamati al sacrificio e non ad assaporare il gusto della vittoria. Cristo ce lo insegnò a suo tempo ed anche, penso, le vite umili e aspre degli uomini dell'antichità. Il mito si deve attualizzare nelle nostre vite.

    "...era un essere straordinario come se ne può incontrare uno ogni cento anni, aveva una forza spirituale enorme. Di fronte a lui sembravano tutti piccoli, sarebbe potuto emergere in ogni campo, sarebbe potuto diventare un santo tanto era la luminosità del suo spirito.
    Egli era convinto che il sacrificio della vita per i propri ideali fosse il modo migliore per vivere a prescindere che fosse accompagnato o no dall’esito vittorioso dell’impresa, era l'impietosa sopraffazione dell’istinto naturale dell'uomo, quello chiamato istinto di conservazione, freddamente voluta per dimostrare in maniera che rasentava l’assurdo la superiorità dello spirito sulle debolezze umane. Per mostrare ai tiepidi, ai tranquilli, agli inseguitori del solo benessere materiale, agli intriganti della carriera che il romanticismo del coraggio e della morte viveva ancora. Per riaffermare che anche contro l’impossibile si può e si deve lottare da uomini forti senza mirare al successo, senza neppure credervi! anzi, Tesei lo riteneva dannoso, inquinante..."
    https://www.youtube.com/watch?v=YqZSluyZCso

    un'abbraccio

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  5. "L'Italia e' una frantumaglia di rancori".
    Ottima sintesi dell'uomo italico distillato degli ultimi 30 anni.
    Per questo si dice che l'italiano non fa altro che lamentarsi (e' vero), ha bisogno di sfogare in qualche modo le tante frustrazioni e ingiustizie, consce ed inconsce, accumulate.

    Perche' i "negri"?
    Perche' piu' di chiunque altro non vengono realmente per cercare un lavoro, o per strappare la loro famiglia dalla poverta'. Vengono solo perche' ci devono destabilizzare, e sono pagati per farlo, buoni e cattivi tutti insieme. Consapevoli o no. E ci riescono bene, con l'arroganza, la violenza, la certezza dell'impunita' che gli si legge in faccia. Guarda non caso si rendono ben visibili senza paura di essere notati, vanno in giro in branchi, importunano e spacciano senza troppi accorgimenti.
    Ise

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    1. "Vengono solo perche' ci devono destabilizzare, e sono pagati per farlo, buoni e cattivi tutti insieme. Consapevoli o no"

      Giusto!
      E al bianco nella trincea poco importa, che a mandarli avanti a plotoni affiancati sia il generale Soros (nome a caso) centinaia di chilometri lontano dalla prima linea.
      Lui vede avanzare quelli, con quelli se la prende... in guerra piangere i morti del nemico è un lusso che non ci si può concedere.

      Per il resto "Deus dementat prius, quos perdere vult".
      Tutti i progressismi della Storia, prima o poi, divorziano dalla realtà.
      I Mauro e i Saviano ci credono davvero, in quello che scrivono. Il che è segno non equivoco che sono alla frutta.

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    2. Prendersela col generale $oro$ e' il non plus ultra del razzismo e del complottismo, insomma la fine della credibilita' di chiunque ci provi finche' si continua a legittimare e delegare al potere che ci dice cosa e' giusto e cosa no. E' tutto maledettamente collegato e non ce ne rendiamo conto.
      $oro$ e' un uomo invisibile, si materializza solo il suo denaro, e finche' ne siamo schiavi...
      I neri, come i boss cooperativi de noantri sono manipolati e 'comprati' ma non per questo innocenti.
      I Mauro e i Saviano lo stesso.
      Se hanno perso coscienza di quel che fanno e ci credono davvero, io li definisco ogm, geneticamente modificati!
      Non e' comunque una giustificazione per la loro complicita' allo sterminio di una cultura, semmai lo sarebbe piu' per noi nello sterminare loro! Ma oops questo non si puo' fare, quindi dobbiamo trovare la formula magica per riprogrammare i loro geni autodistruttivi.
      Ise

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    3. http://m.ilgiornale.it/news/2018/11/14/ong-istruisce-migranti-dobbiamo-recitare-la-commedia-sono-stupidi/1601949/

      Ma quanto siamo stupidi?
      Troppo per i miei gusti, e per troppo tempo.

      Ise

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  6. Sulla nostra 'democrazia' e il non votare, da anni sono dell'idea che non c'e' niente di meglio per descriverla che il trucco-truffa del gioco delle tre carte, anche da Alceste piu' volte menzionato.

    Da uno stralcio di decrizione di tal gioco di prestigio (variante del gioco delle tre campanelle) su wikipedia:

    "In genere le bande che organizzano questa truffa sono composte da 3 o 5 elementi così ripartiti:
    il "conduttore" del gioco, il più abile di tutti a muovere i campanelli e a condurre il gioco;
    i due "finti sfidanti", due complici che, fingendosi turisti, sfidano il conduttore al gioco, fingendo di vincere del denaro;
    i "pali", generalmente 2 complici che si posizionano in aree strategiche della zona, in modo da poter avvisare i complici dell'arrivo delle forze dell'ordine."

    Conduttore = sistema massmediatico
    Finti sfidanti = partiti
    Pali = forze dell'ordine, magistratura, idioti vari, complici per caso, e tutti quelli che garantiscono che le cose si svolgano secondo le (" loro") regole del gioco, le quali non permetterebbero mai a una vera forza di cambiamento di scendere in campo e vincere.

    Poi ancora da wikipedia:

    "La modalità della truffa è la seguente: tre o più complici si posizionano in un luogo frequentato di una città; uno dei malviventi si finge l'organizzatore (conduttore) del gioco e dispone su un tavolo un tovagliolo con sopra una biglia e tre campanelli (tazze, bicchieri, scatolette o altro).
    Gli altri due componenti della banda fingono di essere dei veri giocatori. I tre iniziano a giocare attirando l'attenzione dei passanti."

    Un gruppo di cittadini finti militanti o veri idioti strumentalizzati da' il via alla recita nei luoghi piu' visibili (visibilita' massmediatica concessa senza censura, guarda non caso, ma poi anche censura applicata tanto per attirare l'attenzione, basta far credere che c'e' una lotta vera e una vera minaccia al potere), gli attori sono scelti per le loro doti persuasive- Sono convinti! Si arrabbiano da diventar paonazzi! Allora e' tutto vero!- ed i giochi hanno inizio... Venite siori e siore, venite a votare, le urne sono piene, si fara' strage, i cimiteri non basteranno piu' per contenervi tutti!

    Per questo credo che qualcosa di vero potrà realizzarsi solo al di fuori di qualsiasi sistema di visibilita' conosciuto.
    Ad esempio con la creazione di gruppi organizzati (societa' segrete-clandestine... alla faccia dei clandestini con regolare permesso... di fare quel che vogliono!) che agiscano fuori dalle logiche di visibilita', interesse solo a restare in vista, strumentalizzazione del malcontento ecc. finora (da sempre) usate dal potere.
    Insomma, un'organizzazione che permetta ai pochi che la costituiscono di mantenere la fedelta' a se stessi di cui parla Junger.
    Un saluto a tutti i ribelli
    Ise

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    1. Torno a scrivere e con questo saluto tutti e ringrazio Alceste per questo e per il penultimo articolo che sono delle vere perle anche per gli standard di qualità altissimi della mente del nostro ospite.
      Scrivo per accodarmi al pensiero di Ise in quanto io ne sono da tempo convinto ed il tempo non fa che convincermene di più.
      L'unica speranza per quello che possiamo definire sinteticamente come uomo bianco italiano consapevole è uscire dai radar e costituirsi in "fratellanze" (come ha sempre fatto tra l'altro) segrete-clandestine tramite le quali agire nel mondo secondo la propria essenza senza farsi influenzare da lacci o lacciuoli che siano.
      Praticamente quello che ha fatto il "nemico" con la massoneria e che gli è riuscito così bene.
      A patto di riuscire a restare saldi nei principi e negli obiettivi, senza scadere nelle brame di potere e ricchezza della piccola consorteria, ogni meta sarebbe raggiungibile. All'inizio magari ci sarebbero per lo più sfigati idealisti ma con l'aderire di persone con qualche leva di potere l'Azione subirebbe un escalation esponenziale.
      Tutte le armi a disposizione sarebbero utilizzabili fatti salvi i limiti della dignità e dell'onore e non ci si dovrebbe barcamenare tra gli scogli del politicamente corretto per ogni parola che si proferisce.
      Lo so che si tratta di Utopia ma essendo figlia della Speranza è giusto che sia Lei l'ultima a morire.
      Un abbraccio a tutti

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    2. Sono d'accordo con te.
      Ho scritto "I Diecimila" come "invito" a una tale fratellanza, ma la vedo dura.

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    3. Bene! Allora siamo d'accordo, let's go underground!
      Perdonate l'inglesismo ma a volte certi vocaboli stranieri sono piu' incisivi: underground e' sottoterra, dove non si e' visibili, ed e' anche cio' che e' clandestino e si muove senza dare nell'occhio.
      Per me da tempo non c'e' piu' nulla da dire, ma tanto da fare. Ci stanno annientando con una violenza mai vista prima ma paradossalmente piu' indolore che mai grazie alle astuzie magico-tecnologiche, medicinali, chimico-alchemiche, propagandistico-lavacervelli e circensi-dipendenti che annientano il giudizio critico e il contatto con la realta' e con la propria anima che sa esattamente cosa e' giusto e cosa no. Non si tratta piu' neanche di essere idealisti, al contrario, si tratta di essere molto pratici nel restare fedeli a se stessi. Il progetto e il processo in atto e' molto chiaro, ed e' globale. Possiamo anche continuare a parlarne per altri vent'anni finche' sara' definitivamente compiuto, ma direi che e' ora di prenderne atto e passare all'azione, da soli o ben accompagnati che si voglia.
      Un caro saluto,
      Ise

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  7. FOREVER HATE
    Guardatevi come sono presi negli USA, quale accozzaglia etnica è responsabile del degrado nelle città e da chi promana veramente il razzismo e l'odio che serpeggia nei branchi di subumani ANTIFA che, vigliaccamente e a volto coperto attaccano chiunque non sia decerebrato come loro.
    La mia (ormai ex presumo) della Costa d'Avorio, dopo poco che ci pigliammo mi disse: "...non fidarti mai dei negri e dei francesi!". Quali parole furono mai più vere?
    Niente contro chi è già qui in Italia e lavora onestamente, di qualsiasi razza e colore. Anzi, onore! Ma a tutti gli altri, un bel CANOTTO modello PRESTIGIACOMO o MAUROEZIO e raus! A casa! For dei cojon! Dobbiamo diventare semplicemente razzisti e stronzi come lo sono i negri opportunisti, fancazzisti e delinquenti, compreso chi li vuole, accoglie e protegge con il nostro culo, come dicono a Milano!
    Dobbiamo cioè diventare cinici e realisti, per sopravvivere.
    L'Africa è spesso un luogo di violenze inenarrabili anche e soprattutto a causa dei negri!
    E se Bergoglio starnazza, glieli mandiamo tutti in Vaticano i neger e alziamo un bel muro con filo spinato: neger, modernisti, omo-gay, pedo-chic tutti assieme appassionatamente in "amore" nei secoli dei secoli amen.
    Per tutti: fate più danni possibile negli schieramenti ideologici del nemico: la battaglia che fronteggiamo è peggio di Stalingrado o Berlino di recente memoria.
    For dei cojon!!! Fate più danni possibili negli schieramenti ideologici dementi del nemico! Scatenate l'inferno ideologico: usate le stesse armi del nemico!
    Anonimo R


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  8. White Slave Italia e' servita, sexy, ammiccante, e pure sadomaso:

    https://youtu.be/UWE3FBOESPM

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  9. Caro, carissimo Alceste, mi permetto di consigliarti di evitare di respirare gli afrori di Canfora esalati dal tuo comodino ma piuttosto di gettare un occhio ai delicati cammei di Geminello:
    "La mitizzazione dei primitivi, di quei migranti in servaggio che dalle colonie dell'Occidente e dell'Europa ci stanno invadendo, è, del resto, un corollario dell'identica percezione aberrante. Le forme spirituali degli amerindi o dell'Oriente sono in astiosa ripicca, subalterna da secoli, se non da millenni. Non è il nobile sentiero del Buddha, o l'impermanenza taoista o il sorriso del dio Sole degli incas che questi migranti portano con sé: ma una cultura degenerata e a brandelli, eccitata dalla pubblicità e dal desiderio di vendicare l'intima percezione d'inferiorità, non solo capitalistica. Sono in imitazione rancorosa di quanto gli anticapitalisti gli fanno, e chiedono di recitare.
    Il capitalismo futuro sarà purtroppo egualitario, ecologico, terzomondista: sintesi finale della dialettica anticapitalista, che ci donerà, nel secolo a venire, la polizia cinese in Europa." GEMINELLO ALVI: Il Capitalismo, verso l'ideale cinese. Marsilio 2011.

    Un Autore superbo, coltissimo, dal linguaggio aristocratico e profondità inaudita, attualissimo nella sua classicità. Mi ha fatto sfoltire, e di molto, la mia biblioteca...
    Grazie, come sempre!

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    1. Butto Canfora (che mi ha rotto le scatole a pagina 30) e metto in lista Alvi.

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    2. Bel colpo! Ma inizia da "La Confederazione italiana". E' il più recente e ha un taglio più storico-umanistico che economico…
      Ne sono felice.

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  10. Caro anonimo che riporta le parole di Geminello Alvi:
    "una cultura degenerata e a brandelli, eccitata dalla pubblicità e dal desiderio di vendicare l'intima percezione d'inferiorità, non solo capitalistica. Sono in imitazione rancorosa" ...
    E' proprio cosi'!!!
    Hanno in mente solo il male che la cultura occidentale ha fatto loro. Gonfiato da una propaganda durata decenni, anche se ora quasi scomparsa.
    20 anni fa in Cina, se dicevi di essere italiano, oltre a Baggio (come ricordato da Alceste in un vecchio post) e Mussolini (stimato e studiato da loro), la prima cosa che ricordavano e subito dicevano era che l'Italia fu una delle otto nazioni che invasero la Cina in occasione della rivolta dei Boxer del 1900. Certo, ricordavano anche Marco Polo e Matteo Ricci, ma l'invasione militare era la cosa piu' meritevole di attenzione... Gia' sognavano il giorno del loro riscatto. Per ogni nazione straniera
    ne avevano una legata al dito. Li avevano educati bene a scuola. Non avranno pieta' di noi, anche se l'apparenza potrebbe ingannare...
    Per questo dico che, se ci va bene, noi rappresenteremo l'esotico, e forse la spiritualita' da loro ormai perduta (da noi riconquistata? Chissa'... )
    Ise

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    1. Sono le stesse tematiche de "Il campo dei santi".

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    2. Per la fretta ho scritto anonimo, ma la citazione di Alvi e' di Loris da Faenza, chiedo venia.
      Saluti,
      Ise

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  11. Su Traini, ma anche sul signor Mancini finito in carcere per essersi difeso dall'aggressione di un nigeriano poi morto... entrambi di zone che conosco bene e che fino a un decennio fa erano zone con un'alta qualita' di vita... posso solo dire con cognizione di causa che oggi sono territori occupati dalla massoneria e dagli zingari africani coi loro parenti stretti piddini, han finalmente ottenuto il ricongiungimento familiare. Non esiste altro, se qualche alternativa prova poco poco ad emergere, viene suicidata.
    Baldracchina, Gentiloni, perfino Burino sono delle zone o di quelle limitrofe, una vergogna infinita.
    Ise

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    1. Più che erano, furono.
      In Umbria e Alto Lazio è peggio.

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    2. Si, furono, della serie "C'era una volta..." da raccontare ai nostri nipoti.
      Se Umbria e Alto Lazio stanno peggio mi consolo (sic)! Ora che il cuore dell'Italia si e' spento, la putrefazione del resto e' solo questione di tempo. Io ho gia' legato al dito tutti i maltorti, non serve a nulla nell'immediato, ma e' sicuramente una memoria da trasmettere a chi, si spera, potra' farne buon uso.
      Ise

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  12. I HATE WHITE PEOPLE
    https://www.youtube.com/watch?v=Arg-tNNWwCM

    Anonimo R

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  13. Confesso che ho riso quando hai affrescato il dramma quotidiano dell'italiano (più colpa tua che mia però). Pensa che ho una sorella che lavora come dipendente pendolare a tempo determinato in un centro di accoglienza, e viene spesso brutalmente ramanzinata dai "clienti" della struttura con minacce e prepotenze per delle questioni, come ad esempio, non aver incluso la coca cola nella spesa giornaliera (ho ascoltato personalmente un messaggio vocale di intimidazioni inviatole sul suo whatsapp da una donnetta isterica per questa faccenda della coca cola). Proprio ieri sera a cena la prendevo in giro ricordandole di come nostro nonno lavorasse per i Monopoli di Stato nella colonia libica, con tanto di schiavetti al seguito per raccimolare da lui qualche soldo, e di come adesso la nipote fosse diventata a sua volta la Cenerentola maltratta di quelli stessi che portavano il caffè a mio nonno, rovinando definitivamente il buon nome della nostra famiglia. Ora del nome della famiglia non me ne frega neanche niente, ma di come il mondo si sia capovolto nell'arco di due generazioni c'è da farsi una bella risata anche qui...anche perché..."Sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al Re, fa male al ricco e al Cardinale, diventan tristi se noi piangiam".

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    1. Credo che il ritornello del "mondo al contrario" sia stato, almeno da me, cantato ad nauseam ...
      Il dramma dell'Italico è basato su osservazioni personali, non altro.
      Quelli dell'elenco sono i Gilet Gialli.
      Poi abbiamo i Gilet Rosa: i sinistrati che vivono come i Gialli, ma fanno finta di niente.
      Ultime dal fronte Rosa: un sinistrato in un CARA che se ne torna con l'occhio nero; una sinistrata di borgata che ha visto rifiutare la pargola causa liste strapiene di risorse. In tal caso invece di un film grottesco abbiamo una strip comica di buon livello.

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    2. Buonasera Alceste,
      innanzitutto complimenti per esserti sorbito un intero libro di Ezio Mauro alias Il Tiepido, invidio l'intrepidezza persin spericolata. Stupendo lo stralcio di vita quotidiana dell'italiano odierno, in quante parti mi sono riconosciuto! Uno dei miei incubi quotidiani è proprio l'auto, che magari si guasta all'improvviso, trasformando una qualsiasi giornata in un lasso di tempo indeterminato e precario. Mi son conciato proprio male!! Ritornando al buon Ezio Mauro e schiatta affine anch'io mi chiedo spesso se siano in malafede oppure no, senza sapermi dare una risposta precisa. credo che ci siano e ci facciano a un tempo: ormai son ibridati fin nelle budella. Proprio ieri sera leggevo a caso pagine del libro di Magaldi, quello sulle Ur Lodges. Non sono amante di certa letteratura "rivelazionistica" e non amo per nulla Chiarelettere ma il libro mi incuriosiva: lo comperai e di tanto in tanto ne leggo qualche capitolo, con la giusta dose di scetticismo. Ebbene, mi ero perso, finora, l'introduzione, ove l'autore si spertica in lodi per l'evo moderno paragonandolo alle immani sofferenze dell'evo antico. Le solite cose: la scienza, la medicina, la ricchezza diffusasi a livello planetario etc...e pensavo a quando P.P.Pasolini
      nelle "Lettere Luterane" scriveva che la più grande menzogna fatta digerire agli italiani dai governi del dopoguerra fosse che la miseria era il peggiore dei mali. Non è una cosa così scontata da comprendere eppure quanto è vera! Giocarsi il Significato in nome del fruibile...eppure, eppure, ci siamo arrivati, eccome. Dunque? Boh… La Storia non è finita, per ora è una vecchia laida puttana che si rimira allo specchio.

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    3. P.s Ho notato nella lista degli ascolti suggeriti Throbbing Gristle, Chrome, Black Flag, Captain Beefheart, Pere Ubu, addirittura "Generic" dei Flipper! Sei un buongustaio, certa robetta non è di facile digestione.

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    4. La digestione dipende dallo stomaco.
      Se passi la vita ad ascoltare gli stessi venti dischi hai uno stomaco da brodino.
      Se ne ascolti diecimila digerisci anche il filo spinato ...
      UNa questione di liturgia e gerarchia: vale per ogni campo.
      Sono tutti capolavori bislacchi, ma capolavori ... i Flipper sono fra i miei preferiti, superiori addirittura ai Melvins ...

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    5. Magaldi ciurla nel manico: propone una Massoneria cattiva e una buona, ma sempre Massoneria è ... il consueto progressismo illuminato, abbasso il passato. Invece, se proprio si deve vuotare il sacco, occorre dire che l'esistenza era più dura, ma meno angosciosa. E questo perché la comunità pensava per te. Ora sei solo, di fronte al mondo, gettato continuamente davanti a scelte che regolarmente sbagli ... l'essenza del postmoderno è questa: l'insoddisfazione elevata a consumo compulsivo.

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    6. E'la stessa storiella dei servizi deviati e quelli...retti! Storiella da gioco delle tre carte.
      Ise

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    7. Per Umbe Ciauri: Pasolini, da geniaccio qual era, aveva individuato la chiave di volta del potere, modificare la testa degli italiani: siamo ancora lì infatti, anche oggi "morto di fame" è il peggiore degli insulti. Con una aggravante che Pasolini già intravedeva: se prima a colloquio era uno che prendeva otto volte il tuo stipendio a preoccuparsi guardarti le scarpe, e vedere se ti eri indebitato per comprartele, oggi quello stesso prende 80 volte il tuo stipendio e non sa, ne vuole sapere, chi sei...a giudicarti c'è un povero stronzo come te, che non mangia la carne buona per comprarsi quelle scarpe di merda.

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    8. E aggiungo un altra cosa: Pasolini era un genio perché è questa vergogna atavica che ci ha fatto cancellare il nostro passato recente di nazione povera e contadina in mezzo a un continente di schiavisti e negrieri, con navi cariche di ricchezze sporche di sangue. per cui oggi il fesso sinistro va in lacrimoni quando un belga o un olandese, che fino all'altro ieri teneva uno schiavo con la catena al collo gli mostra con flemma accusatoria le foto di un negretto rachitico...ma guai a parlargli del passato dell'Italia, dei cafoni, della fame, delle usanze, le battaglie: il suo cervello negherà, ricaccerà tutto in fondo alle viscere, noterete il silenzio, il rigetto. Ho detto sinistro, ma sono stato un po' ingiusto, questo dramma della memoria e del complesso di inferiorità storico ci riguarda tutti.

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    9. In parole povere l'italiano ha dimenticato, o scelto di dimenticare, di essere stato povero, tribolato, diviso e inviso, e invaso, soprattutto. L'olandese, il belga, lo spagnolo,l'inglese, il francese, il portoghese, hanno dimenticato o scelto di dimenticare, di essere stati dei negrieri sanguinari, spietati e ricchissimi... per cui oggi devi sentirti dire anche che "anche gli italiani emigravano" detto da questa gente proprio per far leva sul nostro complesso di inferiorità, e più di qualche idiota abbocca...quando non è in malafede (gilet rosa)

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    10. Mettici anche che i negrieri con le loro colonie d'oltremare si sono solo arricchiti oltremodo e continuano a farlo, sulla pelle dei derelitti locali, quelli che oggi chiedono il conto a noi, mica a chi li continua a sfruttare e depauperare. Anzi, questi ultimi gli prestano le navi per venire a distruggere l'Italia e noi ci sentiamo pure quelli piu' brutti e cattivi se poco poco non li aiutiamo e non ci depauperiamo cone loro.
      Ise

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    11. Aggiungo anche il criterio secondo me piu' equo per 'distribuire' gli immigrati africani, se proprio gli vogliamo far invadere l'Europa: che vadano dove li porta la loro madrelingua. Chi parla francese in Francia, chi inglese in Inghilterra, ecc. Ognuno porti il conto da pagare a chi ha tanto preso da loro senza nulla dare.
      Ise

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  14. Capisco bene le osservazioni riportate sopra da Panurge e Alceste...
    Sui "gilet rosa" (bel nomignolo, appropriato) ci sarebbe da scrivere proprio un capitolo a parte...

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  15. Stupendo editoriale. Leggevo Alceste su pauperclass. Devo dire che è perfino migliorato. Grazie anche ai Commentatori di Lui degni stimi.
    Questo t9 del tablet mi fa uscire di testa. Il gioco delle 3carte in 5 delinquenti è Istruttivo. Io ero ferma al conduttore ed ai 2 compari...avevo intuito che Tutti Loro sia ci sono che ci fanno...buoni coi buoni cattivi coi cattivi stronzi con gli stronzi mafiosi coi mafiosi criminali coi criminali Insomma COME ME SINI TE CANTO non una goccia di meno b
    bambilu

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  16. Le lagne dei Mauri si fanno sempre più stridule perché iniziano ad aver paura anche loro. Vedono i più bassi in grado tipo Giannini che li fissano dai retrobus con lo sguardo triste passati a dirigere la radiolina del padrone. Sanno che i prossimi saranno loro. Tra poco un algoritmo calcolerà che non servono più e li ritroveremo a fare la fila all'agenzia delle entrate insieme a noi.
    Un saluto, Andrea

    P.S.
    mi è venuta in mente 'La cultura del piagnisteo' di Hughes.

    P.P.S
    Anguillara e tutto il parco di bracciano martignano sono un gioiello...

    RispondiElimina
  17. Sarò sincero, alle prossime elezioni voterò Casa Pound. A livello locale e nazionale. Lo faccio turandomi il naso perché secondo me sono troppo moderati. Ci vorrebbe qualcosa di più drastico, ma come dice Alceste: siamo troppo grassi!
    E allora contentiamoci e speriamo bene...

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  18. https://www.youtube.com/watch?v=_uj8h4SCsnE
    Salve Regina: A Templar Chant (Lyric Vide

    ADORATION OF THE CROSS

    Anonimo R

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  19. ITALY: What Really Happened when a Migrant Attacked
    https://www.youtube.com/watch?v=_BNP2y7ELus

    TOMMY ROBINSON

    Tommy Robinson BIG BALLS!
    Guardatevi questo video fatto dal grandissimo Tommy Robinson in una città italiana: Onore e lunga vita a Tommy Robinson!

    Anonimo R

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  20. Tal video di per se' orribile non e' niente in confronto a quel che tanti vivono e vedono quotidianamente.
    Se si da' un'occhiata qui
    http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
    ci si rende conto del fenomeno.
    Un anno fa, trovandomi a camminare per caso la notte alle 10 per le strade della mia citta' un tempo tranquille, ho creduto che, dopo i manicomi, avessero fatto una legge che obbligava ad aprire le gabbie degli zoo. Vedevo passare branchi di gorilla incappucciati che andavano in senso contrario al mio, chissa' in quale centro di accoglienza.
    Fortuna che ero incappucciata anche io e sbuffavo per la salita come un gorilla.
    Vorrei proprio sapere come pensano di proteggersi ora le femministe. Avranno inventato qualche ormone magico che a comando potenzia i muscoli per lanciare cazzotti?
    Ise

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Avranno inventato qualche ormone magico che a comando potenzia i muscoli per lanciare cazzotti?"

      No, ovviamente :-D

      Da vere "credenti" sono disposte a immolarsi, come del resto facevano i loro "padri" comunisti; i quali, consapevoli della loro nullità di fronte al trionfo della Causa, accettavano il colpo alla nuca con gioia perché era la giusta punizione per le loro mancanze.
      È il messaggio terminale di "1984": bisogna in fine arrivare ad amare il Grande Fratello.

      Jean Raspail, nel suo profetico "Il Campo dei Santi", lo aveva già prefigurato sulla scorta della lezione della Storia: da sempre le donne dei vinti, non più difese dai loro uomini, diventano preda dei vincitori.
      I recenti, eclatanti casi di Pamela e Desirée ne sono prova evidente, coll'odio espettorato dalle Selvagge - nomen omen! - nei confronti di quelle disgraziate ragazzine (come lo era stato, all'estero, il famoso "capodanno di Colonia"). Poiché gli invasori non fanno gran differenza tra femministe e femministi, toccherà pure a qualche Saviano di Sion sottoporsi all'inculturamento. Pari opportunità per tutti!

      Bisogna dire che Laurent Obertone, nel suo recente "Guerriglia", è arrivato alla sentenza finale: le femministe, esplicitamente, si concederanno agli invasori (lui lo dice in maniere un poco più volgarotta), senza nessun tentativo da parte loro di inducere al mito del buon selvaggio (che ancora era invece all'opera in Raspail, nel cui romanzo le erinni erano un pochino stupite della sorte riservata loro. Ma del resto quarant'anni di autoconsapevolezza a qualcosa devono pur servire).

      Insomma "Primum vivere, deinde philosophari"!

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    2. Se e' cosi', c'e' la speranza che si annientino a vicenda nei loro abbracci mortali. Dobbiamo solo fare il tifo affinche' il poliamore bestiale trionfi tra loro e se li porti tutti via tra le fiamme della passione!

      Prima o poi dovro' procurarmi Raspail e anche Obertone. Il primo Amazon me lo offre in omaggio in formato audiobook, l'ideale per praticare il mio multitasking!
      Ise

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  21. hashtag: BENALLA' FOR ITALIAN PRESIDENT
    Dopo la mia precedente incursione in territorio "Colpo di Stato delle Elites del PolCor al festival di S. Scemo", un amico mi gira un bel post che, generosamente vi rigiro: gli "intellettuali" colpiscono ancora in ossequio agli "ordini superiori".
    Il popolo italiano NON ha votato l'islamico italo-egiziano. L'hanno votato "loro", quindi per il meccanismo di voto confezionato ad hoch, ha vinto colui che nessuno aveva "cagato" (perdonate la licenca hip hop peto-poet). Un test del prossimo meccanismo elettorale politico universale, lo "SpaceMattarellum"? Programmazione mentale in stile 1984? Allucinazione da droghe psichedeliche?
    Godetevi sta lettura al veleno!

    https://m.facebook.com/100005966897024/posts/1099695746905978?sfns=mo

    ...che vili merdacce. Per fortuna che c'e' Foa..

    Anonimo R

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  22. Tornò a casa
    Che era ormai giorno
    Aveva freddo
    Malgrado fosse una splendida mattina d’agosto
    Incrociò per strada
    I vicini che andavano al lavoro
    Gli chiesero se andasse tutto bene
    Lui annuì
    Ma aveva l’aspetto di un morto
    Lei lo attese tutta la notte in vestaglia
    Seduta sulla poltrona in soggiorno
    Gli chiese dove fosse stato fino all’alba
    Lui gli raccontò di una dama di cuori
    E di un re di picche
    Che quella notte
    Non voleva donne attorno
    Gli confessò della sua mano gelata
    Quando aveva messo sul piatto
    La ditta
    La casa
    Le vacanze all’estero
    E i weekend in camper sul lago di Garda
    “Il rischio per te è una tentazione troppo forte”
    Gli disse lei con un misto d’odio e di amore
    “Più di una scopata facile
    Più del gioco in sé
    O di una promessa uscita dalle labbra di un traditore
    Tornerai domani da chi ti ha reso povero
    Gli chiederai un posto da contabile
    Nella fabbrica dove fino a ieri sei stato socio”
    Presero in affitto
    Un appartamento di due stanze
    Di fronte alla fabbrica di acqua minerale
    Che un tempo era stata sua
    E dove adesso lavorava a mettere a posto le carte
    Lui non tornò più a casa di giorno
    Non ebbe più freddo nelle calde mattine d’agosto
    E ai vicini che incontrava per strada
    Diceva che andava tutto bene
    Che la sua vita in fondo non era cambiata
    Ma gli restò un’idea fissa nella testa
    Che ogni uomo è una bottiglia
    Mezza vuota o quasi piena
    E che non si può giudicare
    Senza fare i conti con quel liquido denso
    Indifferente a ciò che è giusto
    Agli occhi della gente

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  23. Ma perché, se è possibile trascorrere questo po’
    d’esistenza
    come alloro, il verde un po’ più cupo
    di tutto l’altro verde, le piccole onde ad ogni
    margine di foglia (sorriso di brezza) – perché
    costringersi all’umano e, evitando il Destino,
    struggersi per il Destino?…
    Oh, non perché ci sia felicità,
    quest’affrettato godere di cosa che presto perderai.
    Non per curiosità o per esercizio del cuore,
    questo, anche nel lauro sarebbe…

    Ma perché essere qui è molto, e perché sembra
    che tutte le cose di qui abbian bisogno di noi, queste
    effimere
    che stranamente ci sollecitano. Di noi, i più effimeri.
    Ogni cosa
    una volta, una volta soltanto. Una volta e non più.
    E anche noi
    una volta. Mai più. Ma quest’essere
    stati una volta, anche una volta sola,
    quest’essere stati terreni pare irrevocabile.

    E così ci affanniamo, e lo vogliamo compiere,
    vogliamo contenerlo nelle nostre semplici mani,
    nello sguardo che ne trabocca e nel cuore che non ha
    parola.

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  24. O.T. Ormai siamo oltre la pedofilia...

    https://www.lastampa.it/2019/02/10/cronaca/raddoppiano-gli-adolescenti-che-scelgono-di-cambiare-sesso-vSDoH77AaLUK0dfCvNLpqK/premium.html

    Bravo Alceste.

    Laura

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  25. What Lauren Southern Isn't Telling You
    https://www.youtube.com/watch?v=a_2jqQcYkUQ

    SQUATTING SLAV TV

    Super Squatting Slav Tv: canale youtube che stra-consiglio, assieme a quello di Tommy Robinson. Tanto per capire cosa bolle in pentola e chi ci sta riempendo di africani, mediorientali e islamici.
    Anche per capire a chi obbediscono i sinistri. Se ancora ci fossero dubbi.

    Anonimo R

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    1. Nessun dubbio.
      Ariel e' un nome tipico di quei bonaccioni per i quali noi siamo solo degli emeriti stupidi.
      Ise

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Siate gentili ...