26 novembre 2018

Viaggio al termine della Storia (Abdul)


Roma, 26 novembre 2018

Leggo, con un breve moto di sconcerto, un articolo di Maurizio Blondet sulla vicenda di Abdul El Sahid, il quindicenne di origine marocchina travolto (per una sfida fra amici) da un treno nella stazione di Parabiago.
La natura di tale sfida è ancora in discussione; le indagini, lentissime e menefreghiste, prenderanno corpo, fra un cappuccino e l’altro, nei prossimi mesi. Onde “appurare la verità”. La verità o la dinamica dei fatti o il bilancino della colpa, tuttavia, come nel caso di Desirée, qui non interessano.
Qui importa solo la densità sociale e storica dell’episodio.
Blondet la riconduce, minimizzando il tutto a livelli da commedia italiana grottesca, all’italianizzazione cialtrone del ragazzo. Blondet, infatti, è ossessionato dal cialtronismo italico e dalla italica cialtroneria. Cialtroneria: “Il vizio di esser trasandato o di comportarsi in modo privo di serietà e correttezza nei rapporti umani”. Credersi furbi, svicolare dalle regole, mancare alla parola data.
La perfetta integrazione di Abdul è dimostrata dal carattere specificamente italiano che abbiamo cercato di lumeggiare in precedenti e recenti articoli: che siamo furbi, più furbi di tutti gli stranieri, che a noi le leggi della fisica ci fanno un baffo, i divieti legali … sono cose ridicole che valgono per i fessi … Bisogna riconoscere il carattere bonario, italianissimo anche questo, di tale integrazione”, scrive il Nostro.

Ritengo che, nella sua analisi del comportamento italiano, ci sia del fondamento. C’è della verità, lo credo anch’io, tanto che Carlo Emilio Gadda ebbe a forgiare, in uno scritto in fieri, l’atrabiliare onomastico “Cialtrelli” a disonore d’uno dei suoi personaggi. Gadda, il Milanese per eccellenza, costituiva, infatti, l’esatto contrario del cialtrone italiano: devoto all’ordine, razionale, geometrico, borghese, uomo di legge, capitano giusto e duro nelle trincee della Prima Guerra; un cultore della retorica classica ch’egli trascolorava in un periodare espressionista, denso di acrimonia e risentimento, e che, pur raramente, lasciava cedere in larghi giri poetici dall’incedere stoico; Gadda odiava l’abusivismo, i ladri, gli sbruffoni, i superficiali, i pettegoli, gli arruffoni, gli sciattoni, gli energumeni del pensiero. In un breve racconto (Il seccatore) si sdilinque addirittura per la descrizione tecnica, in inglese, di una tazza del cesso: a ribadire la propria scelta verso tutto ciò che è ben pensato, ordinato, euritmico. Nella minutaglia descrittiva di un arredo sanitario vilissimo, ravvisava, infatti, la proprietà basica dell’anticialtronaggine: la virtù di chi opera per il meglio, con amore, cura, onestà e devozione, misurando e prevedendo il prevedibile, di chi pensa al di là del proprio naso, grazie a una congenita e razionale modestia, propria agli uomini dabbene*.
In ciò che dice Blondet, purtroppo, alberga una piccola parte di verità: gli Italiani sono un po’ cialtroni.

Nel caso di Abdul, tuttavia, questo schema mostra la corda. Appare datato, datatissimo, regressivo, facilone. Lascia campo a umori paraleghisti da Nord ordinato contro Sud fannullone, buono per un filmucolo con Salemme o Abatantuono.
La vicenda del ragazzino di Parabiago adombra altro. È il sintomo, purtroppo, di una malattia terminale dello spirito: il segnale di un’acculturazione coatta che coinvolge Italiani e immigrati, Claudia, Paolo e Abdul, e noi tutti; un’acculturazione che sovrasta e distrugge le peculiarità di ciascun popolo, nelle sue grandezze e nei difetti, nell’intelligenza e nella cialtroneria.
Abdul o Enrico o Francesca o Thierry sono l’avanguardia degli esserini forgiati negli ultimi trent’anni. I figli nostri o, almeno, di chi legge queste righe.
Homunculus
Tali homunculi (elaborati in vitro dagli alchimisti del Sabba) non hanno idee, solo tendenze; non possiedono saperi; non studiano, ma apprendono esclusivamente tecniche; non vantano patria poiché gli hanno insegnato che il loro mondo è tutto il mondo, cioè niente; non sanno nemmeno se comportarsi da maschi o da femmine; ignorano la responsabilità perché la scuola, appunto, insegna la non responsabilità; la comunità neanche presentono poiché, pure qui, è stato loro sottratto ciò che fonda la comunità: patria, gineceo, androceo militare, parrocchia, competizione sportiva, corporazione artigianale e professionale, senso dell’esser genitori e del dovere; del pari gli sono estranee disciplina e gerarchia dato che sottopelle agisce ormai il morbo della falsa, infinita, libertà; mestieri non ne conoscono: avevano da studiare!; la memoria non la coltivano: per carità: la memoria è nozionismo, mai apprendere a memoria, si devono comprendere i concetti, non imparare a memoria, e se un allievo confonde la battaglia di Lepanto con quella delle Ardenne, pazienza; il futuro? arriverà, eguale all’oggi; i cuccioletti al guinzaglio scansano il dolore, qualsiasi tipo di dolore, in nome di un edonismo straccione: per tale motivo non conoscono la felicità; privi di passato, mancano dell’abilità buona ad attutire le delusioni, anche minuscole e ridicole, ingigantendo le minuzie sino a problemi di cui i loro nonni avrebbero riso con incredulità; un “no” o una breve violenza, su questioncelle sciocche (il bullismo! uno schiaffo! un insulto!), li getta nello sconforto e nella depressione; non sanno che, al di fuori di un mondo irreale, esiste un vero mondo, multicolore, spigoloso, bellissimo, aspro, in cui le salite si sciolgono in felici discese e i passi più accidentati sono il sentiero a una pianura verde e assolata.
E il potere asseconda tali sentimenti poiché tali animali da cortile (e da scannare) si governano a miliardi con qualche poliziotto e nessun esercito. Avete mai visto una rivolta di galline o mucche?

Abdul e i suoi fratelli rassomigliano ai personaggi delle opere nichiliste e demoniache di Biljana Djurdjevic. Vi ricordate? Non vi ricordate? Tutti i post sul blog sono annodati fra di loro: leggete L’unico nemico, l’Arcinemico o Lucifer rising e poi rimirate quei bei quadri. Scoprirete un inferno o meglio, per il potere del mondo al contrario, un paradiso!

Abdul non era né marocchino né Italiano, ma un tenero coniglietto del futuro, allevato in cattività digitale, un gattino in una bottiglia di vetro, senza alcuna risorsa tradizionale e psicologica. E tali sono i suoi coetanei, compreso il tredicenne che, ora, come ci dicono le gazzette, vuole suicidarsi per il rimorso.
Questi criceti, che ognuno di noi può ammirare, a frotte, in un ipermercato il sabato pomeriggio, ex Italiani ex Filippini ex Marocchini ex Iugoslavi ex Congolesi, mentre, stravaccati o vocianti al cellulare, i ciuffi rabberciati alla stregua di modelle e modelli hipster, affollano Chicken Hut, McDonald’s, gelaterie di plastica e megastore di abbigliamento da quattro soldi, sono le nuove leve consenzienti del potere; non si ribelleranno mai; in loro la patria, l’identità, l’appartenenza (a qualcosa, seppur infimo!) si son dissolti del tutto.

Aveva ragione Fukuyama. Occorre sempre leggere le dispense tecniche dei nemici. Fukuyama, un altro homo novus d’acciaio ovvero un uomo-niente: un giapponese nato a Chicago e che si chiama Francis; Parigi, New York, Harward, Derrida, Ayn Rand: il cursus honorum da psicopatici apolidi è già tutto lì; la fine della Storia … giusto … rimanga solo un neocapitalismo feudale da eternare con un faustiano “Fermati, sei bello!” … l’unico sistema possibile, privo di alternative, perfetto per governare, dall’alto di una Monarchia Universale guidata da un Buon Pastore al contrario, gli armenti del nulla … un Buon Pastore e un Grande Inquisitore: un Lucifero.

I quarantenni, ricordano, invece, un poco di ciò che fu: soprattutto quelli che lavorano. Lavorano duramente, intendo: autisti, facchini, piccoli artigiani, uomini delle pulizie, cameriere. In loro vige una battaglia fra il nuovo, che, ovviamente, condividono, e una inconscia devozione per l’antico: per tale motivo, comprendendo oscuramente che qualcosa di grande si è perso, divengono, a volte, rabbiosi, prima di rassegnarsi definitivamente.
Poi ci sono i vecchi. Non molti. Qualcuno di loro ricorda, però; ricorda nitidamente ciò a cui l’hanno costretto a rinunciare. E accusa. Ma nessuno, purtroppo per loro, li prende sul serio perché è già stato stabilito che questi Geronimo sono dei coglioni, dei passatisti, dei fascisti e che, se proprio non gli piace lo Zeitgeist, non hanno che da ritirarsi nei pueblos a loro destinati e lasciarsi morire assieme ai rari familiari che non li hanno disconosciuti.

Questa la tragedia, mostruosa come il Gigante di Goya, che si intravede dietro il destino di Abdul.
E questa, oserei dire, è l’unica tragedia per cui varrebbe la pena battersi. E, invece, tutti sembrano assorbiti dai soldi, dai diagrammi, dalle sciocchezze macroeconomiche, dalla geopolitica che ci salva o ci condanna.
I padri dei padri nemmeno conoscevano i soldi e oggi parliamo incessantemente solo di statistiche, spread e debito e credito e banche. Il vorticare del nulla, perché il soldo digitale è nulla, ha risucchiato esistenze e intelligenze; debito credito pagherò assegni bonifici lotta per il reddito di cittadinanza. Cosa ci faremo con questi soldi, che son sempre di meno e sempre più controllati col contagocce - sempre di meno, come il lavoro e la fatica e la violenza … cosa ci faremo col denaro di cui si sbraita a ogni momento se i figli non saranno più niente, come tanti Abdul, esserini per cui la vita non possiede né alto né basso né destra e sinistra, agnellini sul tavolo sacrificale d’un Abramo che non avrà l’autorità di nessun Dio a imporgli il divieto: tutto questo, la resa a fronte di tale dissoluzione senza più freni, non la comprenderò mai.

Magari Abdul fosse stato Italiano, un Italiano cialtrone, magari.
I difetti degli Italiani .. ci avete mai pensato? I difetti degli Italiani sono gli Italiani. Disorganizzati, reazionari, cialtroni … la cialtroneria, ve lo dico chiaro e tondo, si è formata nei millenni … non sottovalutate la cialtroneria italiana. Puttanieri e castrati, devoti alla Vergine e a Mammona, geniali e disonesti come greculi, perfidi come Arabi e diligenti come Normanni, sprezzanti come Silla, strateghi micidiali, acuti come Bertoldo, coraggiosi, pelandroni, misoneisti, traditori, rancorosi à la Tersite … tale è la terra dei padri.
Attenti ai difetti, essi segnalano occulte virtù … e viceversa … e viceversa!

Attenti pure ai gilet gialli … non erano i colori a individuare le false rivoluzioni?
Un minimo di sospettosa coerenza, suvvia.

* * * * *

* Da Il seccatore, in Le bizze del capitano in congedo: “La perifrasi di quel valente disegnatore … suonava press’a poco così: ‘Dimensioni insufficienti … del bacile ellittico, nel senso dell’asse maggiore dell’ellisse, possono essere causa, da parte dell’utente, di eventuale involontaria erogazione di liquido organico al di là dell’orlo anteriore del bacile stesso. Per ovviare … ad un simile inconveniente, la nostra vasca modello Brahmaputra – K – 728 … è stata alquanto bombata sul davanti in forma di borsa (a somewhat rounded before in the shape of a purse), mentreché il suo labbro, nel medesimo punto, è stato rialzato di qualche centimetro in guisa da imitare la prua di una nave: (so to reproduce the bow of a ship): e ciò in corrispondenza di una parimenti opportuna interruzione del sedile di mogano. Quest’ultimo dispositivo offre il notevole vantaggio (the remarkable advantage) di evitare che il legno, per quanto verniciato e lucidato con grande accuratezza, possa venir investito dalle normali emissioni di liquido organico, la cui azione dopo breve uso risulterebbe deleteria per la vernice, attaccando a lungo andare anche la fibra vegetale. Invece la porcellana della nostra casa, la cui fondazione risale all’anno e al mese stesso della battaglia del capo Trafalgar … vi resiste per un tempo praticamente indefinito’. Seguivano le misure: in inches.
Il capitano Gaddus, ultimata la lettura del trafiletto, aveva le lagrime agli occhi. Una commozione profonda si era impadronita di lui: al pensiero che esistesse sulla terra una persona così seria, così garbata, così nobilmente modesta, come l’autore di quei pochi giri di parole … onesta nei giorni, sostenuta da una entelechia secolare, dopo un conato secolare pervenuta ad elevarsi tant’alto, cioè a fabbricante di tanto benemeriti vasi di porcellana”.

43 commenti :

  1. spigolando qua e la ho trovato questo:
    "Non senza maraviglia ho piú volte considerato onde nasca un errore, il quale, perciò che universalmente ne’ vecchi si vede, creder si po che ad essi sia proprio e naturale; e questo è che quasi tutti laudano i tempi passati e biasmano i presenti, vituperando le azioni e i modi nostri e tutto quello che essi nella lor gioventú non facevano; affermando ancor ogni bon costume e bona maniera di vivere, ogni virtú, in somma ogni cosa, andar sempre di mal in peggio. E veramente par cosa molto aliena dalla ragione e degna di maraviglia che la età matura, la qual con la lunga esperienzia suol far nel resto il giudicio degli omini piú perfetto, in questo lo corrompa tanto, che non si avveggano che, se ’l mondo sempre andasse peggiorando e che i padri fossero generalmente migliori che i figlioli, molto prima che ora saremmo giunti a quest’ultimo grado di male, che peggiorar non po." (Il libro del cortigiano)
    e mi ci sono speranzosamente immedesimato (da vecchio ovviamente).
    saluti e complimenti.
    Andrea-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho meditato questa massima. Mio padre si lamentava di me, mio nonno di mio padre, il bisnonno di mio nonno, e così via. Com'è possibile? E perché no, dico io. Ammettiamo, con Leopardi, che l'uomo stia decadendo da sempre, da quando, cioè, ha acquistato la ragione. Dal neoencefalo in poi un lungo cammino verso la decadenza, dapprima insignificante, poi appena percettibile e quindi via via più veloce assieme ai progressi ... di corsa da cinquemila anni fa ... perché no?
      La speranza fallace, però, è sempre confortante.

      Elimina
    2. è un piacere dialogare con te.

      Elimina
    3. Passaggio e pernottamento in Umbria della spedizione di Cesare Borgia diretta in Romagna nell'ottobre dell'anno 1500, da Cronaca di Matarazzo:

      "... Nel 1500, e del mese de ottobre, se incominciò a dare
      expedizione a quello che era ordinato per lo papa e suo figliolo
      duca. Et messe suo campo de suoi marani e spagnioli, quale
      era de numaro de persone diecimilia o circa, cum infiniti carre
      de artigliaria , e de polvere e pallotte e altre cose atte al me-
      stiere de la guerra (1). Et finaliler , tanto cavalcorono che uno
      giorno arrivoro nel contado de Peroscia, cum grandissima
      pioggia; et intrarono in Diruta, e parte in Torsciano e in
      Bettona , e in questi loci aloggiarono per quattro giorne ; li
      quali furno messe tutte a sacco , commo inimici. E qui usa-
      rono grande esorbitanzie ; e primo e ante omnia , non remase
      «alcuna cosa da mangiare , e anco non remase vino , chè cum
      quello lavavano li piedi a li cavalli; e quello che non poddero
      bevere e operare , gettarono via per terra. Et nel loro partire
      usarono anche questa gentilezza ; che a tutte le botte del vino
      moscatello cacarono in esse per lo cocchione (1), acciò che
      niuno ne avesse bene; e dove mangiavano, sotto quella mede-
      sima tavola stercoravano; e si avessino trovate vasa de con-
      fette , quelli voltavano (2) e impivano de sterco , e reponevanli
      in li capucciai (3) e catine e canestre , e ognio cosa era pieno
      de loro fastiggio: e dove quelli stavano , non se poteva aparire
      da la puzza. Et peggio era nella camera del Duca, che
      non era de li altri; che veramente non ce se podeva stare da
      la gran puzza. Onde ve concludo , che mai non fu veduta più
      spurca gente che erano questi Spagnioli marani , vere inimici
      de li Italiani. E avendo guasto e ruinato ognie cosa, conveniva
      che se partissero de questo loco ..."

      Da https://www.jstor.org/stable/pdf/44460217.pdf?refreqid=excelsior%3A1a7446b826dfd921ded32071a5cc07c5

      Questo per significare, che la natura sempre quella è, ieri gli spagnioli, oggi i negri e i polcor, chi è peggio?


      Elimina
  2. Discettando amenamente con un maestro di spada giapponese.
    Occasione: visita del tal Maestro con tanto di cenone di gruppo.
    Un cicaleccio di domande al giap, vestito con kimono tradizionale: domande simili ai tanti post piu' o meno cialtroni che compaiono in tutti i blog.
    Domande tipo: "ma se estraggo la spada cosi' invece che cola' posso fottere l'avversario?".
    Domande sciocche e bidimensionali, a cui il giap rispondeva con accondiscente sorriso di rito. In questi casi io me ne sto da parte. Mi sconnetto dal gruppo. Non perche' sia particolarmente intelligente: sono a volte solo sommamente misantropo! Gustavo infatti, nel mentre del cicaleccio, i dolci mediocri ed il vino da pochi soldi offerto dal padrone di casa, lanciando occhiate oblique al fondoschiena, soggetto ad invecchiamento precoce, della compagna di un tale praticante, petulante come una comare. In un momento di pausa chiedo al giap (piu' o meno): "cosa voleva dire nel 1500 o nel 1600 portare avanti una scuola samuraica?"
    Il giap si fa serio e mi risponde (piu' o meno): "portare avanti una scuola di spada nel Giappone medioevale voleva dire solo sopravvivere. Chi veniva ucciso, uccideva anche la sua linea genetica. Se moriva il Maestro, moriva anche la sua scuola di scherma".
    Qualcuno ha paragonato le parole alle lame: credo corrisponda al vero. Quanti capiscono il valore di una lama affilata? O di una parola di troppo?
    Riguardo a me stesso, a volte mi chiedo: "perche' io sono ancora vivo?". Potrei essere gia' morto mille volte! Incidente stradale per es. o altro.
    Al ragazzo italo-marocchino e' andata male. E' morto, e la sua linea genetica e' distrutta per sempre. Succede. Succedera' ancora. E' sempre successo! Mi dispiace per lui e per la famiglia.
    Ieri sono incappato in un video su youtube dove dei tizi in moto su strade normalmente trafficate, impennavano dai 250 ai 300 all'ora, con velocita' di punta oltre i 340. Zigzagando tra auto e camion. Terribile. Maestoso. Brutale. Mortale.
    Siddharta nel romanzo di Hesse, comprende il mondo quando si ritrova a dover allevare il figlio. Dispiace che giovani distruggano il proprio ciclo di vita e non provino il dilemma di Siddharta padre.
    Dispiace che la vita e la morte siano cosi' beffarde. Ma in fondo, cosa sappiamo della morte? O della vita?
    Anonimo R

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che qui non si tratti di vita o di morte, ma di morte-in-vita. Per tale motivo si va a 300 all'ora: per sentirsi vivi.
      Nel 1200 non c'era bisogno di sentirsi vivi: si era vivi. Il dilemma era tra disperazione e felicità.

      Elimina
    2. Da sempre l'uomo ha sfidato la morte. Cambiamo i mezzi, non la fine.
      Anonimo R

      Elimina
  3. Tutto questo è niente. Il bello deve venire, black outs interruzione di corrente elettrica permettendo. Franco Di Mare in tv, davanti una tenda insolitamente Rossa Rossa, ha spiegato molto bene come DOVREBBE svolgersi la circolazione di auto automatiche. La richiamerai dal "parcheggio", sempre che lo abbia trovato abbastanza vicino, con un SMS ! E' per questa automazione al cento per cento che a L'Aja stanno morendo infartuati una miriade di uccelli ! E' il 5G bellezza ! E per non farlo vedere....lo CAMUFFANO da albero di natale ! E se lo camuffano, sono CONSAPEVOLI [parola abusata per eccesso di "moda"] che Noi siamo CONSAPEVOLI che è una tecnologia MORTALE per gli Animali u-mani e non...tanto più che gli animali u-mani per volare hanno bisogno di mezzi metalmeccanici...Da notare che in Natura NON esiste la metalmeccanica...CERN intenda se non vuol fare lo GNORRI da IGNORARE. L'ignorante fa lo gnorri per ignorare...A occhio ci pare che l'autonomia dalla guida tramite l'Internet delle cose sarà un DISASTRO, anche tecnicamente, soprattutto tecnicamente. Un'app [in realtà un piccolo software-attrezzo molle] per ogni funzione animale è togliere prima il SE', poi a VITA al VIVENTE: NON lo permetteremo ! Noi sappiamo prevedere, prevenire, programmare, siamo Atei, Vegani, col Conto della Serva ed il Rifiuto della competizione. Abbiamo dalla Nostra il Tao, il Vuoto-Pieno. Altro non ci serve. Non credo che il giallo fosforescente dei gilets in francis sia una sorosata di rivoluzione colorata, come quella delle madamine fucsia in scarpette rosse tacco 12...Il gilet fosforescente è una dotazione obbligatoria di ogni automobilista... come il tringolo...è un simbolo popolano, bastigliaro, non èlitario, da fighetti-e. Questo con convinzione di causa penso io.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi vivrà vedrà cosa ci riserveranno i gilet. Sono scettico, però.

      Elimina
    2. Il dubbio mi era venuto, ma una cosa e' certa: i media non ne tessono le lodi e tendono a minimizzare, mentre Macron non viene dipinto come un maiale come fecero con Yanukovych.
      Staremo a vedere.

      Elimina
  4. Complimenti bellissimo articolo sempre un piacere leggerla

    RispondiElimina
  5. Manda tutto in vacca come al solito ,e poi non doveva premurarsi di dirci che blondet tutto sommmato ha ragione ,I simili si riconoscono tra di loro fa senza dircelo ,il blondet e' cosi nefasto che ci fosse l'OVRA sarebbe gia' stato richiamato ,i suoi scritti sono di un disfattismo subdolo ci vorrebbe una politica di difesa per gente simile ,snaturare l'indole ribelle degli Italiani ecco il fine di questi bloggher ,e poi parlare di esserini o pretendere da gente di 20 anni chissa quali cose e' un giochino da gente che vale poco ,comodo fare lo scarica barile sui Giovani spalare me...a piu non posso su chi ancora non ha una coscienza politica, Adolfo lo diceva I Giovani dovrebbero interessarsi di politica dai 30 in su ,invece di difenderli I Giovani li accusate ci fate I'll tiro a segno vorrei proprio vedere blondet al loro posto oggi lui giovane chissa' che esserino non oso pensare mi basta vedere I manierismi leggiadri che USA nei video per farsi un idea

    RispondiElimina
  6. Caro Alceste si potrebbe quindi
    affermare che l'ignoranza dilaga
    incoraggiata dai padroni del vapore, eccone qui uno spassoso esempio:

    http://www.libreidee.org/2018/11/tav-razza-padrona-le-fate-ignoranti-della-torino-defunta/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il solito ciarpame sinistrato.
      Incredibile come ora si identifichi con l'arco costituzionale quasi al completo.

      Elimina
  7. Chiedo venia ho dimenticato di
    "firmarmi".

    Antonino da Torino

    RispondiElimina
  8. Se posso rispondere ad antantonino altrimenti lo dico a lei Alceste,guardi che quel sito da cui ha appreso I'll buon Antonino LA notizia e' I'll sito portavoce ufficiale del movimento Roosevelt sito dei massoni d'italia ,noi profani non capiamo niente le donne e gli uomini in piazza per protestare non capiscono niente ,questo e' I'll pensiero di fondo il leitmotiv di quel sito e CE ne stanno a bizzefffe di siti uguali

    RispondiElimina
  9. La disfatta è arrivata subdola, senza accorgercene ci siamo ritrovati improvvisatori, incapaci di qualsiasi cura, negli oggetti, nei modi, nei pensieri.
    Tutto diventa frettoloso e raffazzonato, uno scritto, un percorso culturale, un arte secolare, immiseriti in poche lezioni, giusto per dire "ho fatto questo o quest'altro" da compulsare in improbabili curriculum europei.
    Quotidianamente per lavoro mi confronto con la disfatta di persone totalmente incapaci di concentrarsi, di ripetere infaticalbilmente suoni che vogliono piegare le leggi della fisica e che possono solo essere il risultato di una tempra che accetta la frustrazione e il limite e cerca di superarle, senza alibi, scusa e insulse giustificazioni.
    Lavoro, applicazione, disciplina, esperienza e ricerca quotidiana....abbiamo barattato tutto questo per netflix e amenità varie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sono i nostri tempi per edonisti, e non per stoici.
      Il principio della ricerca del piacere immediato è l'ortodossia, mentre la faticosa opera di miglioramento di sé medesimi presuppone la consapevolezza della crudezza della vita.
      Tale senso di disincanto va contro il principio del piacere, ed è pertanto percepita dai più come segno di instabilità mentale, di masochismo.

      Elimina
    2. Per questo occorre riguadagnare un forte rigore nelle nostre vite.
      Capisco che è durissima ... i monaci dovevano sopportare simili privazioni e sofferenze psicologiche.

      Elimina
  10. Per Marco Cavagnis: io non ho barattato niente con netfix.
    Me ne "futto" di ste stronzate.
    Con stima
    Anonimo R

    RispondiElimina
  11. Alceste, conosce gli scritti di Byung-Chul Han?
    Penso che sviluppi diversi concetti con cui può trovare assonanza. Molto interessanti, per esempio, le riflessioni sul concetto di tempo nel periodo contemporaneo contenute in "Il profumo del tempo".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Conosco il filosofo, ma non ho mai letto nulla di lui.
      Mi blocca il fatto che sia edito da "Nottetempo" ...

      Elimina
  12. Non so perche' mi e' venuto in mente Toshiro Mifune, il samurai cialtrone, uno dei famosi sette. la Cialtroneria come categoria universale non soltanto Italica, del resto bata viaggiare un po' per rendersene conto. Sono daccordo con Alceste, la cialtroneria non e' un problema, e' uno dei modi dell'essere umano, non si scappa, non si elimina, ci si convive e quando si puo' ci si diverte... E' l'irrealta' che ci frega: in un mondo reale la cialtroneria trova la sua misura, ha le sue ragioni, i suoi pregi e i suoi difetti, ma non stona.
    Abdul e' stato un "cialtrone", purtroppo per lui lo e' stato in un mondo irreale, ha perso la misura, un ologramma di Matrix che corre sui muri, ma poi bum, il suo corpo e' reale, lui se ne frega di matrix e della grande finanza, di algoritmi e sogni cibernetici, lui e' ancora un oggetto obsoleto in un'era che ha abolito la realta'.
    C'e' da dire che i maggiori artefici di questo assurdo quotidiano sono proprio gli amici del nostro Daste, ex Signore dei Manganelli, sono stati soprattutto loro a costruirci intorno questa gabbia senza fili, dentro cui si vive una edonica vita ologrammatica e quando si si muore, si muore da coglioni.
    in onore di Daste, vi lascio con una storia di filosofia scopereccia che riguarda la succitata tribu' sul sito di uno di loro, uno molto intelligente, magari troppo, the Unz Review di Richard Unz

    https://www.unz.com/article/a-singularly-semitic-scandal/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cialtroni ne ho incontrati parecchi.
      A fare danni sono i nichilisti pazzi come Derrida, a esempio.
      Se tu citi Derrida, un cialtrone che sa di esserlo e spinge la propria cialtroneria a livelli di nocività patologica, significa che sei coinvolto nella ruota da criceti del nulla.
      Sei finito.
      Come l'università italiana, del resto.
      Sei finito, non sei più nulla, non capisci più nulla, sei un cretino alla mercé di chiunque.

      Elimina
    2. il nichilismo apre le porte all'irrelta', perche' o sei come Basarov e distruggi tutto, o segui Derrida nella sempre piu' folta colonia di criceti ologrammatici. Ne ne so molto di filosofia contemporanea, seguo per lo piu' il mio istinto... c'era un mio amico anarchico, quasi un secondo padre per me, che soleva dirmi: la psicologia e' la mano armata della filosofia: la prima li uccide uno per uno, la seconda e' un arma di distruzione di massa.

      Elimina
    3. Consiglio sempre "Imposture intellettuali" di Alain Sokal, a proposito di irrealtà.
      Si ride a crepapelle.

      Elimina
  13. "Attenti pure ai gilet gialli … non erano i colori a individuare le false rivoluzioni?
    Un minimo di sospettosa coerenza, suvvia."

    E' quel che ho pensato anch'io e l'ho pure scritto. Ma poi, quali sarebbero le rivoluzioni "vere"? Voglio dire quelle che partono dal popolo e non vengono dirette dalle élites? Nemmeno quella bolscevica fu così, tenuto conto che Lenin venne foraggiato da banchieri come Schiff a Zurigo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le rivoluzioni moderne, se non altro, sono state precedute da un pensiero forte.
      All'atto pratico, certo, vennero sovvenzionate al momento opportuno. Inevitabile.
      Oggi non sono possibili per mancanza di materiale umano e intellettuale, oltre che per mancanza di fondi, ovviamente.
      Eliminare dalla società le confraternite militari e gli androcei in cui si formavano "i capi" e "le gerarchie" è stato un colpo di mano perfetto.

      Elimina
  14. Nessie quella che gentilmente non mi ha fatto passre da lei I commenti deve fare pace con se stessa e pure alceste dovete scegliere tra il lodare LA zombificazione del popolo come avveniva prima oppure lodare LA civilta tutto sommato LA reazione dei gilet gialli ,xche' qui se no e' un continuo rigirare LA frittata non va mai bene niente ,piuttosto di vedere un cadavere esanime come era prima il popolo Francese e meglio vederlo arzillo vivo e che sbraita in faccia al potere

    RispondiElimina
  15. Non ricordo alcun Gianluca del Daste in passaggio da me. Io non banno quasi mai i commenti firmati anche con nick, purché educati e civili. E' evidente che preferisco un popolo arzillo e vivace, piuttosto che "zombificato". Non è vero che non va bene niente. E' che un minimo di prudenza verso le operazioni che spesso si sono rivelate di gatekeeping è auspicabile.
    Se poi saranno rose, beh che fioriscano. In ogni caso, teniamo presente che i movimenti se non sono ben coordinati, hanno spesso la consistenza delle maree: vanno e vengono e viceversa. Chiedo venia ad Alceste per la mia replica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Solo prudenza. Spesso tali movimenti nascono spontaneamente, ma vengono subito monopolizzati (non infiltrati) dai soliti arruffapopolo di mestiere.

      Elimina
  16. Mi unisco ai complimenti per l'articolo.
    Integro con una piccola ma tagliente citazione di Ernst Jünger:
    "La schiavitù può subire un forte incremento, se le si concede l'apparenza della libertà.

    Grazie ancora.

    RispondiElimina
  17. Purtroppo siamo tutti vittime dello spirito dei tempi. I ragazzini lo sono di piu' perche' travolti senza che abbiano ancora un minimo di anticorpi.
    Sono d'accordo che quello che vediamo succedere è il frutto dell'acculturazione coatta al nulla senza limite. I "no" e i limiti che nessuno più stabilisce.

    Mi e' venuta in mente la scena del film di Tornatore sul pianista Novecento, quando spiega all'amico il perché non ha voluto lasciare la nave in cui aveva passato tutta la vita, quando aveva occasione di diventare qualcuno in una grande citta'. Si e' fermato ad osservare la citta' sulla scaletta che lo portava a terra e poi e' tornato indietro. E dice:

    "Tutta quella città... non si riusciva a vederne la fine... la fine! Era tutto molto bello su quella scaletta, e io ero grande, con quel bel cappotto, facevo il mio figurone. E non avevo dubbi, che sarei sceso, non c'era problema... Non è quello che vidi che mi fermò Max, è quello che non vidi... puoi capirlo? Quello che non vidi... in tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine... C'era tutto. Ma non c'era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello: la fine del mondo. Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano? I tasti finiscono! Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti loro. Tu sei infinito. E dentro quegli 88 tasti, la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti... Milioni e miliardi di tasti che non finiscono mai... E questa è la verità... che non finiscono mai. Quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato. Quello è il pianoforte su cui suona Dio... Cristo, ma le vedevi le strade?! Anche soltanto le strade, ce n'erano a migliaia! Ma dimmelo: come fate voialtri laggiù a sceglierne una? A scegliere una donna... una casa... una terra che sia la vostra... un paesaggio da guardare... un modo di morire... Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'è! Ma non avete paura voi di finire in mille pezzi solo a pensarla a quella enormità? Solo a pensarla... a viverla! Io ci sono nato su questa nave... e vedi anche qui il mondo passava... ma a non più di 2000 persone per volta. E di desideri ce n'erano! Ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita... Io ho imparato a vivere in questo modo. La terra, è una nave troppo grande per me... È... è una donna troppo bella... È un viaggio troppo lungo... È un profumo troppo forte... È una musica che non so suonare... Non scenderò dalla nave. Al massimo posso scendere dalla mia vita. "
    Ise

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa riflessione mi ricorda quella di DuUpin, l'investigatore di E. A. Poe: egli preferiva, infatti, la dama agli scacchi. La pedine della dama sono poca cosa, pur sviluppando numerose combinazioni; gli scacchi sono già infiniti ... impossibile controllare lo sviluppo delle permutazioni.

      Elimina
    2. Ci si è sempre sfidati tra ragazzi, e sfidata la morte.Penso sia un tratto che contraddistingue la giovinezza.Il problema è la tecnologia che permette di amplificare sfide che un tempo erano più a misura del limite..Dalle mie parti ci si sfidava andando per vipere,portando tronchi da ardere di grosse dimensioni,sfide con la natura più che altro ,che limitavano i danni.A differenza di oggi,quei contadini(come più volte in questo blog se ne è discusso) possedevano una visione complessiva del loro mondo,quelle sfide erano funzionali alla loro naturale vita.Il selfie da un grattacielo ha il sapore di una rottura, di una sfida allo zombie interiore più che altro,puzza di zolfo, e una tecnica in continua evoluzione alzerà sempre più folate.Inoltre quei contadini si esprimevano in un dialetto forbito(come diceva Pasolini),avevano molti più vocaboli da cui attingere,quindi più immagini più emisfero destro,più umanità,circondati da una comunità che a distanza li osservava e ne raccontava poi le gesta.Diversa dalla comunità youtuber coi vari commentatori.L'assenza di una prova di iniziazione nelle culture moderne e civilizzate,è una grande perdita. L'iniziazione era qualcosa di profondo, da adolescenti si diventava uomini,un nuovo sguardo sul mondo che ti permetteva di non mischiare in maniera caotica l'adolescenza con la maturità.La donna non aveva bisogno di questa prova,la sua iniziazione era più naturale e corrispondeva con l'arrivo del ciclo mestruale che scandiva la fine di una fase della vita.Per un uomo diventare vero uomo è più complesso e richiede uno sforzo maggiore rispetto alla donna,che è supportata da magie naturali endocrine spontanee,che noi maschi dobbiamo ricercare attraverso altre strade e riti.Appesi dai capezzoli,annodati per giorni al totem, nell'indifferenza apparente della tribù,che segretamente invocavano gli spiriti buoni per l'iniziato,consapevoli dell'importanza di quel momento per il futuro uomo quindi guerriero.
      Su youtube ci sono video di giovani padri che iniziano i loro figli alla telecamera e all'edonismo fin dalla più tenera età,con seguito di qualche milione di follouer che segretamente invidiano...

      Elimina
    3. Si faceva a botte, si risalivano fiumi, si cacciava, ci si sfidava continuamente, persino a chi pisciava più lungo ... si cercava un ruolo sociale preciso. L'uomo doveva fare quelle cose altrimenti uomo non era e non lo sarebbe mai diventato agli occhi della comunità.

      Elimina
  18. Almeno Abdul si e' risparmiato "l'ammartaggio su Marte"! Dalla Nasa il supposto astronauta Don Petitt ci dice che "non si puo' piu' andare sulla luna perche' la tecnologia e' andata perduta", quindi si va su Marte... Tutti su Marte fra pochi anni: ci pensera' Elon, con un razzo elettrico!
    E' questo un mondo sempre piu' incredibile! E' ovvio che ci vogliano sterminare: a cosa servono legioni di babbei che credono a tutto cio' che viene passato per TV?
    A seguire uno scatenato Don Donato (da cui mi dissocio, ovvio)

    https://youtu.be/KxqKesVYDMI

    Anonimo R

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo Don Petitt ha davvero detto tali idiozie?

      Elimina
    2. Questo video mi ha fatto morir dal ridere!
      E lo scienziato che dice: "Ci sono un sacco di posti interessanti nel sistema solare!"
      Muahah, io un'idea di chi mandarci in avanscoperta ce l'avrei!
      "L'unico limite al futuro umano e' l'immaginazione".
      Qui pero' forse ce lo dice in maniera subliminale, che loro stanno usando tanta immaginazione?

      Un saluto,
      Ise

      Elimina
  19. Certo Alceste, sto Dom Petit e' un "astronauta" dell'ISS e portavoce Nasa: queste sono le dichiarazioni ufficiali Nasa sulla "missione lunare": trovate tutto su youtube (il video di don Donato comunque riporta uno spezzone del video di Dom Petit). La Nasa ce lo sta dicendo: affermano anche che "non sono andati mai oltre l'orbita bassa terrestre"??????
    oppure che "non hanno mai oltrepassato le fasce di Van Allen -il firmamento della terra (chissa' arrivati qui,) piatta?- e che stanno progettando un modulo spaziale per oltrepassarle": le fasce di Van Allen sarebbero (secondo la Nasa) un campo di forze elettromagnetiche potentissimo e impenetrabile tra terra e luna... Ma come .azzo han fatto ad oltrepassarle 50 anni fa con un trabbicolo ridicolo e inguardabile pilotato da un Commodote 64, quindi atterrare sulla luna per poi tornare sani e salvi? Oppure la recente dichiarazione di Buzz Aldrin dove dice che nessuno e' mai andato sulla luna, e si chiede perche'...
    Solo per citare alcune perle ufficiali. Quindi? La Nasa ci dice anche che le foto della terra dallo spazio non sono foto reali ma photoshop (tutte sembrerebbe), perche' non puo' essere altrimenti (it is photoshop because it has to be...).
    Quindi? Io sono giunto alla conclusione che tutta l'epopea spaziale non sia altro che un bel film per noi massa. Fantascienza meravigliosa. Droga psichica. Ma droga!
    La verita' (forse, e quasi mi dissocio da questo mio pensiero eretico, preferirei erotico) e' cosi' mostruosa da non poter essere detta. O da essere celata sotto le cortine fumogene piu' impenetrabili delle fasce di Van Allen.
    Certo, qualcosa ci dicono, ma solo per colpire, chi ha forse intuito, con l'arma del ridicolo: e' un "complottista". Un pazzo! TSO di regime! Deridete questo scemo pericoloso e sovversivo! E come sempre l'idiota qualunque (soprattutto se con la laurea e in posizioni di potere) sara' il sicario di chi "prova a veder oltre" la siepe della creduloneria, il vero dramma dell'umanita'. Lo scienziato serio? Sara' radiato! Idem nella medicina, nei vaccini, nella frode del "riscaldamento globale". Il libero pensatore? Socialmente lapidato. La posta in gioco e' il dominio totale e feroce sulla terra e su tutto cio' che la popola.
    L'umanita' confusamente prova anche a svegliarsi, quindi e' lecito attendersi massacri!
    D'altra parte per ognuno si aprono orizzonti incredibili di ricerca, a patto di almeno sottoporre a studio (serio) cio' che di primo acchito puo' sembrare inaccettabile.
    Buona ricerca a tutti.
    Un caro saluto eretico (meglio sarebbe "erotico").

    Anonimo R

    RispondiElimina

Siate gentili ...