01 ottobre 2018

La messa è finita



Roma, 1 ottobre 2018 

La lettura non mi è mai piaciuta. Leggere per leggere: lo trovo un esercizio grossolano. Leggere per conoscere: ecco, questa è una pratica spirituale che mi ha sempre accompagnato nella vita. Scandalosa, certo, tanto che molti ex conoscenti, che avevano contezza della vastità della mia biblioteca personale, non si capacitavano: “Ma come, non ti piace leggere? E tutti quei libri cosa li hai a fare?”. Gli rispondevo: “Per leggerli, ovviamente”. E quelli non capivano. I libri sono cose preziose poiché contengono preziose verità. E spesso la verità si occulta in piccoli paragrafi di tomi sterminati (I miserabili di Victor Hugo, a esempio, li ricordo solo per le due pagine su Pierre Cambronne). A volte la verità coincide con l’opera stessa: è il caso delle memorie di Marco Aurelio; altre è contenuta nella bella menzogna oppure ci brucia retrospettivamente, a libro letto e, quindi, morto.
Quando lessi I proscritti di Ernst von Solomon, in anni verdi e privi del sale della sapienza, lo compresi a metà: operina revanscista, filonazista, generata dallo schianto della Prima Guerra, col Kaiser in fuga; riposi il libro, nella scaffalatura più alta; intanto la vita, spietata, avanzava, un giorno dopo l’altro, arricchita da esperienze e illusioni nuove, depauperata da disillusioni spaventose: ed ecco che quelle righe, improvvisamente, ritornarono alla mente, senza neppure sapere perché; apparentemente neglette, ma ora rinverdite da una imprevista e sconvolgente resipiscenza. 
Dice uno dei protagonisti de I proscritti, un reduce, un giovane veterano, dalla parte dei Freikorps, pur di volgere le parole all’azione: “Ma si tratta della lotta contro l’Occidente! Della lotta contro il capitalismo! Diventiamo comunisti! Io sono pronto a venire a patti con chiunque combatta dalla mia parte!”.
Anche Céline aveva ragione: ve lo ripropongo, a sazietà:
Le nazioni non moriranno perché i loro uomini di stato sono nullità, i loro governi troppo cupidi, troppo ubriachi o troppo pederasti … i loro ambasciatori troppo chiacchieroni o perché esse stesse … son diventate troppo arroganti, soprassaturate di ricchezze, schiacciate dalla loro industria, troppo lussuose o troppo agricole, troppo sempliciotte o troppo complicate. Tutto questo è senza rilievo, bazzecole passeggere, semplice cronaca della storia … una nazione si rialza … solo a una condizione, questa condizione assolutamente essenziale, mistica, quella di essere rimasta fedele attraverso vittorie e rovesci agli stessi gruppi, alla stessa etnia, allo stesso sangue …
A ripensare a queste verità, che riconobbi, volente o nolente, per ciò che sono, dopo decenni spesi dalla parte del conformismo, non si può che riandare a Rimbaud:

Mille sogni, come calde merde d’una vecchia
piccionaia, fanno in me dolci bruciature …


Sogni, rêves; anzi, ricordi, perché i ricordi non sono che il sogno del passato, terra ormai impalpabile.
Quanto tempo perso, quanta stupidità! Il pensiero di ciò che fummo reca dolci bruciature: con esso, infatti, torna dolcemente la giovinezza; e però ci si accorge della vanità di quel tempo.
Persino Nanni Moretti, il Sessantottino pentito e oggi senza casa e legge, nonostante i cedimenti alla burocrazia del PD, celebrò le dolci bruciature. Fabio Traversa dice a Nanni, alias Michele Apicella, in Palombella rossa:

“Ti ricordi … ti ricordi … ti ricordi … ti ricordi … avevamo preso un picchiatore fascista, uno molto noto nella zona, l’abbiamo insultato e l’abbiamo costretto a girare attorno alla scuola con un cartello appeso davanti su cui c’era scritto … e Michele era lì, in prima fila”
“Che scena orribile. Ma davvero è successo tutto questo?”
“Certo”
“C’eri tu e c’ero anch’io”
“Io c’ero?”
“Tu c’eri, sì”
“Io? … c’ero?
“C’eri”


C’ero io, c’eravamo tutti. E parecchi ci sono ancora! Ma io no. Non adesso, non ora.
Michele Apicella riguarda il passato e si accorge, solo ora, della verità.
Io, per me, mi ricordo di Ernst von Solomon e Céline, e scopro ciò che avrei dovuto scoprire trent’anni fa, almeno.
Il vecchio Nanni, un reduce anche lui, lo incontro regolarmente a Monteverde, seduto a uno dei bar della zona. Spesso solitario, intrattabile e immusonito. Un misantropo, con o senza cappuccino. Il suo capolavoro, e lo è davvero, rimane La messa è finita: lì si toccano con mano, nel 1984, sei anni dopo l’exeunt omnes generazionale concretato nel corpo crivellato di Aldo Moro, le macerie, les décombres; le polverose rovine di un crollo: non dell’ideologia socialista, ma di ciò che distrusse l’ideologia socialista: la sinistra sessantottina, la rivoluzione colorata par excellence a cui paghiamo ancora interessi usurari. 
Moretti forse non è il primo a comprendere, ma sintetizza quella disfatta prima di tutti; i reduci del Sessantotto e dintorni, la bolgia della stupidità, l’insulsaggine intellettuale di chi fu usato contro la razionalità. Moretti comprende la dissoluzione del pensiero forte (il movimento socialista, preparato da due secoli di morti e lotte) e di come i sinistri l’abbiamo dissolto in un pulviscolo di sciocchezze. Ecco, ci illustra le parabole esistenziali di quel mondo: l’ex terrorista, il depresso, il gaudente, lo spiritualista d'accatto, l'opportunista. I morti per nulla. Le bruciature. Anni e decenni perduti dietro a goffe meschinità, a rivendicazioni idiote, agli Indiani Cicorioni, alla goliardia, alla coprolalia, ai capataz da quattro soldi, ai figli di papà che aizzavano alla lotta preparando, al contempo, il concorsone truccato al ministero … quanto tempo quanta stupidità, un uragano di imbecilli … e ora? Il sacerdote de La messa è finita sceglie l’escapismo, come me: vola in Patagonia, a espiare il cretinismo d’antan, non senza concedersi un ultimo desiderio: la scena del ballo finale, in cui tutti i personaggi vengono riconciliati, a negare la realtà che fu: una minuscola e poetica menzogna che, in fondo, ci sta bene …
Il passato è una terra incognita … anche questo ho capito. Ne La sapienza greca di Giorgio Colli, tre volumi di inestimabile valore, lessi questa stranezza, tanti anni fa. I Greci provvedevano non solo aruspici del futuro, ma anche del passato. Il passato cela un senso reale che, quando lo vivemmo, rimase inavvertito. La decrittazione del passato. Gli indovini di ciò che non è più e ancora agisce:


"Con ... [Epimenide] si mostra per la prima nella su maturità conoscitiva il fenomeno della divinazione ... Ma ... qui, nella sfera di Apollo, Epimenide lascia trasparire un'anomalia: una buona fonte ci informa che la sua eccellenza divinatoria non era rivolta al futuro, bensì al passato. Viene in mente il mondo misterico, di cui la poesia orfica è un riflesso, e la sua accentuazione della memoria come potenza catartica: nel recupero del passato è la nostra salvezza, perché nel passato svanisce l'apparenza e ci è concesso di vedere il dio, di essere noi stessi divini".

Di vedere, faccia a faccia, la verità.

Ti ricordi … ti ricordi … ti ricordi … ti ricordi …
 
Mi capita fra le mani un libriccino consunto, del 1973. Titolo: L’ombra del fez. Il fascismo nelle scuole, a cura di una tale Fernanda Fiorano. Nel saggetto si esamina l’infiltrazione delle “squadracce” fasciste nei licei e nelle scuole superiori; a corredo della ricognizione l’autrice allega un florilegio di episodi, desunti dai brogliacci del tempo, sulle aggressioni, intimidazioni, assalti degli studenti di destra (FUAN e dintorni) contro gli studenti democratici (e antifascisti, ovviamente) che difendevano la libertà et cetera et cetera.
A pagina 86 si legge:

Lo studente Luca Odevaine, di 15 anni, del liceo ginnasio Goffredo Mameli, viene aggredito da quattro teppisti mentre torna a casa in motoretta, sulla via Cassia

Vuoi vedere che …? Ma sì, è lui. Liceo ed età coincidono. Liceo Mameli, al quartiere Parioli. Quindici anni, classe 1956. Luca Odevaine.

Da Il Fatto Quotidiano del 17 luglio 2017:

Odevaine all’uscita dall’aula bunker di Rebibbia sembra un pugile che pensava di incontrare un peso piuma ed è stato travolto da un peso massimo. L’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni ai tempi in cui era sindaco e poi componente autorevole del tavolo di coordinamento per l’emergenza immigrati al Ministero dell’Interno, era alla sbarra per i 5 mila euro al mese presi da Salvatore Buzzi negli anni d’oro. Il pm Paolo Ielo aveva chiesto per lui solo 2 anni e sei mesi in continuazione con la pena precedente per gli affari con la Cascina di 2 anni e 8 mesi. Il Tribunale lo ha condannato a sei anni e sei mesi. Quattro anni in più”.

Il processo di Mafia Capitale o quello che è, vi ricordate?
Vado a ricercare la notiziola della Fiorano nell’archivio de “L’Unità”. Trovo la conferma. Al 26 febbraio 1972:



Il quindicenne Odevaine, un martire del fascismo. Da attivo antifascista qual era. Un animatore della lotta contro le squadracce, tanto che l’Unità del 9 novembre 1972 (titolo: Un gruppo di professori reazionari inasprisce il conflitto con la maggioranza degli allievi) riporta le sue parole da Responsabile di Istituto per il PCI. Liceo Mameli. Parioli. I^ D. Un tipo tosto.



L’anno seguente, 22 novembre 1973, "L’Unità" riporta un’altra aggressione nei suoi confronti.


Non passa un mese e Odevaine è di nuovo al fronte, ferito alla mano. "L’Unità" del 18 dicembre 1973 riporta i dettagli dell’assalto cruento:
 

Perché tanto accanimento nei suoi confronti? E chi lo sa. Sappiamo solo che, nel febbraio del 1975, alcuni senatori del MSI-DN accusarono proprio Odevaine d'essere il mandante di azioni violente contro studenti e attivisti missini.
La guerricciola insulsa, a favore del potere, si dispiegava allora con forza bestiale.
Beccato il diploma, tuttavia, il paladino degli studenti scompare.
Sono anni fruttuosi. La carriera decolla subito, boldrinianamente. Tanto da recare Luca, lungo le vie di un cursus honorum inarrestabile, sino agli alti scranni del Ministero (si occupa di migranti, ovvio) e a fianco di Walter “non sono mai stato comunista” Veltroni, sindaco di Roma.
A rileggere queste scartoffie ci si rende conto di quanto sia stato dilapidato dell’Italia.
Il Partito Comunista, e il deposito calcareo bisecolare di sogni e speranze, è uscito devastato dall’azione della sinistra movimentista e, poi, terrorista e, finalmente, edonista. Due secoli in cambio del palcoscenico per quattro guitti; e via. Poi venne la Renault Rossa a sancire simbolicamente la capitolazione finale. Già nel 1972, tuttavia, a leggere, col senno attuale,  “L’Unità”, ci si rende conto dell’incipienza della disfatta. La prosa del giornale è goffa, pesante, facinorosa, fatua, parziale. Vi si rinvengono tutti i difetti del sinistro in divenire, quello nemico dell’Italia e dell’italianità, servo, consapevole o meno, dei padroni del vapore, quelli veri. L’ansia di distruzione dell’Italia. L’odio per tutto ciò che grida: Italia. E quel gergo idiota: i democratici, gli studenti democratici … come a dire: gli altri, quelli diversi da noi, democratici non sono … sono carne da macello per la democrazia vera … un istinto truffaldino e partigiano, che è colato giù per li rami sino al 30 settembre 2018, piazza del Popolo, a vivificare le parole blateranti di un Martina qualsiasi.
Per tacere del resto: “L’Espresso”, in pieno 2018, ritira fuori, in copertina, il Manifesto della Razza e le leggi del 1938; altri ostentano la vaginofilia del MeToo, o quel che è; preclari professori (del menga) raschiano il fondo della loro supponenza per cianciare di populismo e deriva venezuelana; i decani, invece, fra una pasticca e l’altra, e lo svuotamente della sacca del catetere concettuale, sferruzzano il maglioncino della libertà e dell’imparzialità di Mattarella: tanto da materializzare, fra i cachinni, oggi, 1 ottobre 2018, un articolessa sulla prima pagina de “Il Corriere della Sera”: Perché piace Mattarella … a cura del “sociologo” Ilvo Diamanti … il “sociologo” …
Ma torniamo a Luca Odevaine, figura oltremodo interessante, poiché, traverso d’essa, ci rendiamo conto plasticamente di quella particolare scissione propria ai sessantottini e dintorni (signore bene, alti dirigenti statali, punkabbestia, occupatori, studentelli ne fanno oltremodo parte): abbiamo qui, infatti, il sinistro come dividuum.
Mezzo fanatico, mezzo esoso.
Il sinistro che crede nei migranti e nell’accoglienza indiscriminata (Refugees, welcome!); il sinistro che, nella metà destra dell’animo, traduce tutto questo in lucro; e viceversa.
Il sinistro che difende le donne; e però mette su un impero donnesco senza pagare l’affitto al Comune, col ristorantino e i CAF per le migranti e le associazioni che fanno tutto in nero et cetera
Il sinistro che crede nella riqualificazione del territorio e, quindi, occupa abusivamente una proprietà privata facendosi sovvenzionare dalla Regione amica e avviando una lucrosa attività di ristorazione fuori da ogni norma e ASL.
Il sinistro che si occupa di cultura e spazi per la cultura e, quindi, consequenza naturale per lui, si insinua abilmente nei meandri dell’istituzione, facendosi egli stesso istituzione e costringendo, con l’arroganza di ciò che crede diritto, l’istituzione (quella vera) a foraggiarlo. Perché? Perché lui fa cultura e senza di lui vi sarebbe il deserto e per fortuna c’è lui, il sinistro, con la nuova piéce sulle donne migranti e i gay al confino nell’Italia dei populisti ... sono trentamila per il disturbo … fuori busta è meglio … se non si può si trucchino i bandi congegnandoli in modo da farceli vincere … dobbiamo spiegarvi tutto? Per fortuna ci siamo noi …
Odevaine come dividuum: i migranti, certo, refugees welcome, e però, caro amico Buzzi, dammi un cinquemila al mese in nero che ho la bella vita da mandare avanti … e viceversa … la filantropia disinteressata si intreccia alle fascette da cento e cinquanta euro … giustificate! Poiché qui si opera, lo sappiamo, per il bene dell’umanità, e in pieno illuminismo, contro l’ombra dei fascismi e dei rigurgiti  nazionalisti …
Salvatore Buzzi? Buzzi … pure lui un beniamino della sinistra, mago della cooperazione.
Cito dalla prosa stenta di Wikipedia:

Salvatore Buzzi … inizia a lavorare in banca … [vivendo] al di sopra delle sue possibilità: usava un auto di lusso e viveva in un discreto apaprtamento con la fidanzata, viceconsole brasiliana. Si finanziava questo tenore di vita rubando assegni della banca dove lavorava che … Gargano ... un pregiudicato ventenne … s’incaricava di incassare. Gargano cominciò a ricattare Buzzi che il 26 giugno 1980 lo uccise con 34 coltellate … [Buzzi] fu … detenuto modello: nel 1983 fu il primo carcerato in Italia a laurearsi in cella”.

Su tale episodio da libro Cuore, la laurea in cella, si effuse, con spirito tutt’altro che profetico, una delle tanti immarcescibili papesse della sinistra: Miriam Mafai. Leggete l’articolo, pubblicato su “Repubblica” il 30 giugno 1984, resoconto di un convegno tenuto il giorno prima: “29 giugno”. Leggetelo sino in fondo, leggete i nomi: Vassalli, Vetere, Bozzi, Galloni, Martinazzoli … considerate, da subito, l’irrealismo sessantottino, quel considerare i “diversi” come normali, gli assassini come materia da redimere contro le credenze del volgo che, ignorante qual è, li vorrebbe veder marcire al gabbio … il piagnisteo buonista … la “piccola grande utopia” … l’orrore per l’evidenza razionale … la ottusa predisposizione al mondo al contrario. Eccone alcuni estratti:

Di quale delitto si sarà macchiato Salvatore Buzzi, il giovanotto bruno e barbuto che sta parlando, dal podio, della necessità di costituire, ‘rispettando la normativa vigente, una cooperativa agricola per la gestione della Tenuta del Cavaliere, ex proprietà Ipab, ora in gestione patrimoniale del Comune di Roma’? Salvatore Buzzi, quando ha finito di leggere la relazione intitolata ‘misure alternative alla detenzione e ruolo della comunità esterna’, stringe la mano a Giuliano Vassalli, presidente della Commissione Giustizia del Senato, a Ugo Vetere, sindaco di Roma, all'onorevole Bozzi, presidente della Commissione per la riforma istituzionale, a Giovanni Galloni, direttore de “Il Popolo" … Siamo dentro il carcere di Rebibbia e Salvatore Buzzi è uno dei detenuti che ha organizzato questo convegno, primo in Europa, nel quale sono i detenuti che parlano di se stessi, della loro condizione, dei loro desideri, dei loro problemi … un convegno come tanti altri cui assistiamo da giornalisti … il luogo è ben diverso dai consueti: il corridoio della III Sezione della Casa penale di Rebibbia, lungo e stretto … Circola un po' d'imbarazzo più in noi, che tra poco usciremo da questo luogo di pena, che in loro che sono destinati a restarci per gran parte della loro vita, noi osservatori curiosi e come turbati di vedere gli altri, assassini e rapinatori così simili a noi, privi di quei segni sul viso che dovrebbero farli irrimediabilmente ‘diversi’ e ‘separati’. Un carcere dove i detenuti mettono in scena Sofocle - come è accaduto lunedì scorso - dove studiano la legislazione carceraria e indicono convegni' non è certamente tutto il carcere italiano. E tuttavia esiste, e da oggi è impossibile negarlo. Riconoscerlo non è un' operazione autoconsolatoria, nè ingenua fiducia riformistica. Il convegno di Rebibbia, reso possibile anche per la presenza, al ministero, di un cattolico intelligente e onesto come Martinazzoli … vale la pena di condividere per un giorno la ‘piccola grande utopia’ di questi colpevoli di reati comuni, che vogliono decidere di se stessi anche nel luogo in cui ognuno può perdersi definitivamente. E' un segnale di ottimismo e di fiducia nella democrazia quello che parte da qui, da coloro che Luigi Turco, direttore di Rebibbia, ha chiamato con felice espressione ‘i cittadini di questo istituto, educatori e detenuti’. Parte da qui cioè, il segno di una positiva inversione di tendenza, dopo l'arretramento della coscienza giuridica che ha contrassegnato gli anni dell' emergenza e della lotta contro il terrorismo …

Buzzi, da allora, si diede al Bene. Fondò l’anno seguente, nel 1985, a sentenza ancor calda, la cooperativa “29 giugno”, probabilmente ispirandosi, per il nome, al giorno in cui strinse la mano alla politica redentrice - con la stessa mano, si presume, con la quale inferse trentaquattro coltellate per una miserabile resa dei conti. Ma alla politica, col culo degli elettori ignari, piace mostrarsi misericordiosa.
Il successo del Buzzi fu inarrestabile. Sino all’intercettazione: “Tu c’hai idea de quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico de droga rende meno”.
In combutta con lui abbiamo Massimo Carminati, fascistone ex NAR, ladro, ricettatore e già elemento di spicco della Banda della Magliana.
L’inchiesta sul Mondo di Mezzo coinvolge persino l’onorabilità di Gianni Alemanno (corruzione), ex MSI-DN, ex rautiano, ex testa calda (ma son minuzie, bagatelle, pinzellacchere).
Nel gruppetto, ovviamente, anche il nostro Luca de’ Parioli, già collaboratore di Morcone, Achille Serra e del sinistro Walter Veltroni.
Come potrete apprezzare, il dramatis personae è ricco e variegato … ci sono tutti … madame piangenti incluse …. e il buon cuore d’ogni uomo di buona volontà … meno il mio, di cuore, ma io conto niente.

Curiosità della rilettura: nel numero de “L’Unità” del 26 febbraio 1972, quello della prima aggressione a Odevaine (potete scaricare il materiale al link a pie’ di pagina), in un piccolo riquadro può leggersi: “Attentato squadrista alla libreria … Uscita. Nuovo attentato di marca fascista al circolo di via dei Banchi Vecchi … ignoti hanno dato fuoco ieri notte al portoncino del circolo … è questo il secondo atto teppistico contro la libreria. Il primo avvenne il 12 scorso quando un incendio distrusse l’intero secondo piano della libreria”. Nella libreria, di cui fui assiduo frequentatore, lavorava la zia di Carlo Giuliani, morto in un empito antifascista e antiglobalizzatore nel 2001, dopo uno scontro con le forze dell’ordine. Forze dell’ordine di cui era attivo collaboratore l’ex antifascista e movimentista Luca Odevaine che lavorò a contatto di gomito addirittura con Achille Serra, superpoliziotto già deputato di Forza Italia e poi, dopo un presumibile pentimento, del Partito Democratico. Un Serra ignaro dei tramestii, più o meno indiretti, del pariolino con elementi fascistissimi.
Ma cosa vuoi dire, grafomane?
Sol che la Storia sembra gravida di contraddizioni e capitomboli e cambi di casacca. Un vero guazzabuglio in cui si perdono le anime candide. Ma questo avviene poiché non ci si accorge del trucco: il mezzo giro di torsione, a 180 gradi, operato dal potere.
Come avviene nel nastro di Möbius: si crede di andare dritti, per un itinerario rettilineo e costante e, invece, con grande stupore, uno stupore altissimo, ci si ritrova all’esatto opposto, con la testa all’ingiù e i piedi per aria: nel mondo al contrario. Solo se si avranno la forza e l’ardire di effettuare un secondo viaggio lungo l’ingannevole nastro si potrà tornare al punto di partenza, e rivedere le costellazioni nel loro naturale orientamento.
Favorire idealmente questo ulteriore viaggio, a dispetto della Storia, è il compito precipuo di tale blog.

Questo lo svolgersi del nastro di Möbius:
1. Ai Parioli, nei ricchissimi Parioli, borghesi e nerissimi, primi anni Settanta, Luca Odevaine, martire della libertà, si azzuffa sanguinosamente coi fascisti.
2. Alceste, negli anni Ottanta, in pieno disfacimento del PCI, fa il volontario nel PCI e dintorni. La militanza è a costo zero: tanto ottiene.
3. Negli anni Duemila, a qualche decennio di distanza, ecco l’antifascista Odevaine combinare affari con il Mondo di Mezzo, una ragnatela di basso rango al cui centro opera un ex fascista NAR.
4. Alceste, tardi anni Duemila, da comunista si trasforma, a detta di parecchi, in un fascista digitale. Scrive dapprima per sè stesso, quindi su un blog marxista, poi si mette in proprio. Si diverte, en passant, a citare Céline, Drumont, Rebatet. Dall’apparente conversione trae nulla, se non riprovazione.
5. Nel 2016, elezioni di Roma, il quartiere Parioli, nerissimo e borghese, regala alla sinistra la vittoria nel Municipio II: in controtendenza assoluta col pieno trionfo cittadino del M5S.

In tale progressione storica si ravvisa una coerenza ineccepibile. Basta effettuare, idealmente, quel secondo viaggio.

Il grande poeta persiano Naser-e Khosrow (1004-1088), poliglotta, scienziato, musicista, mistico, scrive:
"Che cosa è dunque accaduto che il mondo mi pare diverso?
Nulla è accaduto, le cose son sempre le stesse.
Sol che è l’autunno che ne svela i misteri".
Basta una diversa prospettiva, l’autunno in questo caso, e la diversità e la contraddizione svaniscono: una traccia lineare si dipana, evidente e naturale sotto i nostri occhi. È sempre stata lì, ma solo ora la vediamo, faccia a faccia.

La verità … la verità … i ricordi … la perdita … ustionano l’anima.

… mille sogni, come calde merde d’una vecchia
piccionaia, fanno in me dolci bruciature
e il mio cuore triste, a tratti, un alburno pare,
ove sanguina di cupe linfe il giovane oro.

E quando, ringhiottito con cura ogni sogno,
mi volto - di boccali me ne son fatti trenta o quaranta -
e mi raccolgo, pronto a mollare l’acre bisogno,
dolce come il Signore del cedro e degli issopi,
io piscio, altissimo e lontano, verso i cieli
oscuri, e l’assenso riscuoto, de’ grandi eliotropi”.

* * * * *

40 commenti :

  1. Caro Alceste è giunto il tempo per te di fare ammenda. Devi chiedere perdono per il tuo sinistro passato. Non dico di sederti in ginocchio sui ceci o di flagellarti col cilicio, ma qualcosa devi fare.
    Mi hai fatto tornare a mente l'episodio di un film.L’episodio a cui mi riferisco, è quello del torto fatto da Onofrio, Marchese del Grillo, noto per i suoi scherzi, al povero ebanista giudeo Aronne Piperno. L’ebanista ha fatto un lavoro a casa del nobile romano e questi, dopo averlo gratificato del suo apprezzamento, straccia il conto e si rifiuta di pagarlo perché, ancora “incazzato” in quanto i suoi avi hanno messo sulla croce Gesù Cristo, lo congeda in malo modo. Quindi, dà disposizione ai suoi avvocati di corrompere tutti i Giudici per poter fronteggiare la situazione. L’azione legale ha luogo e il Presidente del Tribunale, sotto lo sguardo sorridente, cinico e tronfio del Marchese, pronuncia, nel nome di Dio, la sentenza di colpevolezza del povero Aronne, interdetto ed esterrefatto, che non sa più che cosa pensare, e, facendosi il segno della croce, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, lo condanna alla gogna. In un momento successivo, tutte le Basiliche di Roma cominciano a suonare le campane allo stesso orario come in occasione della morte del Papa. Al Papa, Pio VII, la cosa non sfugge e, per saperne di più, convoca i curati di tutte le basiliche interessate e riceve da tutti la medesima risposta. Una persona sconosciuta ha dato loro disposizione di suonare a distesa le campane a quell’ora precisa ed ha pagato questo servizio con una lauta offerta. Il Papa, supponendo di aver capito, convoca Onofrio del Grillo al quale chiede spiegazioni. “Ma non è uno scherzo, Santità” risponde il Marchese.“Come non è uno scherzo”, contesta il Pontefice, “Che sò, forse, morto io?” “No”, risponde sicuro il nobile, “ma è morto qualcuno molto più importante della Santità Vostra…Vedete Santità, è morta la Giustizia”. Al che, il Papa, lo mette di fronte alle responsabilità che un atto del genere comporta, l’arresto e il carcere e, a questo punto, il nobile romano non si scompone: “Sono dispostissimo, Santità ad assoggettarmi alla punizione che mi merito purché sia in compagnia dei Monsignori Cavia, Canza e Revattina, e i Cardinali Fioravanti e Pucci, dei Presidenti di prima istanza, Cattaneo, e di seconda istanza Ronconi….”, fin quando il Papa ferma questo fiume in piena di nomi e cariche ecclesiastiche.“E basta!……e fra poco me ce metti pure tutto il Sacro Collegio?” “Eh!….troppi ce ne sò…..” dichiara il Marchese del Grillo, al che il Papa lo prende a braccetto e gli dice con molta calma: “Ricordati, figliolo, che la giustizia non è di questo mondo, ma di quell’altro; e noi apparteniamo a questo”.
    Dunque sia tua Alceste la punizione del marchese del Grillo:trenta pater ave e gloria da dirsi trenta volte per trenta giorni consecutivi.

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    1. Se esiste un inferno dei coglioni politici ci vado di sicuro, in compagnia dei coglioni che votano Gasparri, però.

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  2. Quello in figura e' il prete nel recente film francese su michael kohlhaas...

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  3. http://www.worldnotix.net/2018/09/27/entrate-negli-asili-e-impiccate-i-bimbi-bianchi-rapper-africano-indagato-per-istigazione-a-delinquere-video/

    Va tutto bene. Ora si aggiustera' tutto. Non c'e' da preoccuparsi. I vaccini fanno bene. I bianchi vanno impiccati. I loro bambini ammazzati. Ma solo per gioco. Tutto bene.

    (Poesia per l'Italia)
    Anonimo di nome R

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    1. Una canzone simile la cantarono i Type 0 Negative, ma quelli erano considerati fascisti ...

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  4. Anche i seminali Minor Threat si occuparono di razzismo in "guilty of being white".

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  5. Ian Mackaye, da bravo misantropo, aveva buon fiuto nel scovare i mali della società presente e futura.

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    1. Era, infatti, uno straight edge. Poche scemenze, poco folclore e molte riflessioni ...

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  6. Mi sbagliavo! No, non e' il prete di Michael Kolhaas in figura, e' nanni moretti.
    Il rischio associato al mettere una immagine in capo a un articolo e' che la gente poi guarda solo la figura e passa oltre al testo.

    Varie ed eventuali:
    C'e' il convegno sovranistico annuale organizzato da Bagnai a Pescara che potrebbe essere un'occasione di congrega per i commentatori di questo blog, visto che periodicamente leggo nei commenti che qualcuno vuole incontrarsi dal vivo, c'e' voglia. Per info,

    http://www.asimmetrie.org/upcoming-events/euro-mercati-democrazia-2018/

    Non intendo per nulla far pubblicita' a Bagnai che ritengo un dissidente interno al patriziato e mi e' antipatico a pelle. Ma interagire con i vari altri partecipanti e' una buona occasione per tastare con mano il polso all'ambiente sovranista italiano in rete, la cui esplorazione dobbiamo riconoscere essere tra i passatempi preferiti di molti tra noi.

    Caldeggio la partecipazione in particolare ai commentatori fuoriclasse locali a questo blog, mi riferisco a Ettore Sva dei Manganelli e all'Anonimo di nome R.

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    1. Ciao Barabba, si sentiva la tua mancanza. Si puo' fare. Alla prima occasione. Oltre il concetto di sovranismo che di per se penso inattuale e fuori portata, soprattutto oggi. Tipo "fumo negli occhi". Mi spiego. Il passato non ritorna e se ritorna sara' comunque un'altra cosa. La faccenda e' molto piu' feroce e profonda. Domenica entro casualmente in un festival ucraino a Padova. Vestiti folkloristici, canzoni tradizionali, balli ucraini. Sul palco, sulla sinistra, due belle icone: una Madonna con bambin Gesu' ed un Cristo. Qualcuno girava con la maglietta "Pravij Sektor". Gli ucraini in Italia mantengono la loro identita' di popolo. E noi italiani in Italia che identita' di popolo esprimiamo? Un popolo compatto, anche se semplice o naif o povero, e' affascinante ed incute rispetto. E' come una grande famiglia. Il "sangue" di Celine. Certo, la storia vera (o quello che pensiamo di avere intuito sia), la questione monetaria, la sovranita'. Ma davvero, chi controlla questo paese? E se arrivi al "Potere" quali compromessi devi accettare? Puoi anche accettare di fare la fine di Moro. O Falcone. O Dalla Chiesa. E' capace questo paese di prendere a calci in culo gli USA, il Regno Unito, Francia, UE, Israele (cito qualche paese a caso) e liberare se stesso, per esempio, da oltre 100 basi militari straniere nel nostro territorio? E' in grado questo paese di espellere il parassita che lo sta divorando da dentro? La faccenda e' maledettamente feroce. Di una ferocia inumana. Piu' che di "sovranismo", parlarei d'altro, per esempio di intuizioni di cui non ho nessuna controprova. Roba da TSO. Per essere piu' chiaro, secondo me questo nostro meraviglioso paese e' perduto oggi come entita' sovrana. Non abbiamo nessuna chances cosi' come siamo messi. L'unica possibilita' sta nel preservare quanto piu' possibile lo spirito e le testimonianze dei nostri avi, che hanno un valore inestimabile e che chiedono di essere tramandate, preparandoci a vendere cara la pelle difendendo il fortino. Perche' il fortino verra' preso d'assalto. E' solo questione di tempo. Dobbiamo confidare solamente nel collasso del parassita per qualche motivo futuro inspiegabile, ed essere pronti e vivi. Il parassita e' troppo forte oggi e, soprattutto, e' penetrato dentro di noi. Ricordate il film Alien? C'hanno deposto l'uovo dentro. E continuano giorno dopo giorno a deporre nuovi mostri. In primis quindi penso alla sovranita' interiore. Chiarezza di intenti. Forza, dignita', coraggio, compassione, fede. Tutta merce rara ma non del tutto scomparsa. Alceste, che ha compreso l'importanza somma di mantenere viva la lingua italiana scritta, cura questo fortino linguistico che si fa anche palestra di idee, esperienze, riflessioni, illusioni, spacconate. E non si cura di, per esempio, Bagnai, che personalmente stimo e che va bene che faccia cio' che fa. Alceste cura questo luogo dove, per esempio, io mi ritrovo tra persone innamorate di cio' che misteriosamente rende l'Italia e la sua lingua unici. Sembra impossibile che qualcuno ci voglia distruggere. Forse perche' "qualcuno" ci teme. Ad ogni inverno segue la primavera. Quest'inverno sara' durissimo ma "qualcuno" ci teme. In alto i cuori. Temprate corpo e spirito.
      Un caro saluto (grazie per l'apprezzamento che giro ad Alceste e a tutti).
      Anonimo di nome R

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    2. Anonimo di nome R,
      mi piacerebbe conoscere le tue intuizioni da TSO ma non so se questo spazio e' il posto giusto, povero Alceste!
      Ciao, Ise

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  7. Alceste... non finirai mai di stupirmi :)

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  8. Belle riflessioni Alceste, in cui mi ritrovo molto.
    Moretti accompagno' la mia infanzia e ricordo quella sorta di venerazione di cui godeva in casa.
    La mia 'complicita' ' a tale incantesimo e' durata poco, forse perche' dopo pochi anni dal mio debutto elettorale il baffetto con la barca a vela ci mando' a bombardare il Kosovo. Il lavaggio del cervello era durato troppo poco, non ce l'ha fatta a considerarlo normale. Da allora non mi han piu' vista alle urne.
    Ise

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  9. Senza peccato nessuna redenzione, quindi nessun alceste! Viva il peccato Redentore!

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  10. Molto colto, Alceste...mi devo andare a cercare il signiicato di alcune parole che scrive. E va bene. Cercando s'impara. La Sovranità Interiore di Anonimo R. è un'Idea Fenomenale. Anche se priva di laurea-e, sono un'ammiratrice e "coltivatrice" della Stupenda Lingua Italiana, derivata dal non altrettanto Musicale Latino. Io da Comunista Vera sono diventata Sovranista Populista, come da art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana, escluso l'ultima frase, messa li da un ignorantissimo sepolcro sbianchettato. Il Sovrano NON ha limiti, altrimenti che sovrano è? Limitato da una Carta, poi...suvvia. In principio fu la Thatcher con la FINE<dei Lavoratori, poi fu la Merkel con la FINE dell'Italia. Poi fu Savona, ebreo ma bravo e conoscitore del "namico" perché l'ha frequentato, e fu la FINE dell'EU.rope [rope in anglocazzone vuol dire capestro...vedi il racconto di Edgar Allan Poe Il Gatto Nero. Alla lotta siamo pronti. Non per niente siamo discendenti, almeno i Romani ed i Mantovani di Enea, e siamo Figli di Troia ! Reset

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  11. L'accennai tempo addietro; e lei lo riconferma anche in quest'articolo. Da perfetti stupidi siamo stati addomesticati,usati, triturati ammazzati e gettati via. Credendo in chissà cosa, marx lenin la rivoluzione, intere generazioni ( perchè la storia ovviamente continua...) siamo andati per le strade a distruggerci senza neppure lontanamente sospettare che, nelle stragrande maggioranza dei casi, eravamo solo carne da cannone...
    Ma la sinistra extraparlamentare e la destra non sono nate dal nulla; fu tutto previsto discusso organizzato. Prima. Per eliminare il mondo che c'era allora. Ci sono stati quelli che servirono da capi per organizzare le masse e i movimenti e chi tra i movimenti, più furbo delle altre pecore, approfittò delle situazioni. Noi no. Ma noi che non capimmo niente allora, per fortuna almeno adesso FORSE ci siamo resi conto a "rileggere queste scartoffie di quanto sia stato dilapidato dell’Italia".
    Anche se i ricordi, non tutti i ricordi sono utili; i ricordi il più delle volte sono una tortura...

    -- “Io ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei.. Ma non ha il diritto di chiamarmi assassino. Ha il diritto di uccidermi, ha il diritto di far questo. Ma non ha il diritto di giudicarmi. E’ impossibile trovare le parole per descrivere ciò che è necessario a coloro che non sanno ciò che significa l’orrore. L’orrore ha un volto. E bisogna farsi amico l’orrore…orrore, terrore, morale e dolore sono i tuoi amici. Ma se non lo sono, essi sono nemici da temere. Sono dei veri nemici.

    Ricordo, quand’ero nelle forze speciali, sembra migliaia di secoli fa, andammo in un campo, per vaccinare dei bambini. Lasciammo il campo dopo aver vaccinato i bambini contro la polio. Più tardi venne un vecchio correndo a richiamarci, piangeva, era cieco. Tornammo al campo: erano venuti i vietkong e avevano tagliato ogni braccio vaccinato. Erano là in un mucchio. Un mucchio..di piccole braccia. E..e mi ricordo..che ho pianto..pianto come…come…come…una madre.

    Volevo strapparmi i denti di bocca, non sapevo quel che volevo fare. E voglio ricordarlo, non voglio mai dimenticarlo, non voglio mai dimenticarlo. Poi mi sono reso conto, come fossi stato colpito..colpito da un diamante, una pallottola di diamante in piena fronte.. e ho pensato: mio Dio che genio c’è in questo..che genio, che volontà per far questo..perfetto, genuino, completo, cristallino, puro. E così mi resi conto che loro erano più forti di noi, perchè loro la sopportavano…

    Questi non erano mostri, erano uomini, quadri addestrati, uomini che combattevano col cuore, che hanno famiglia che fanno figli che sono pieni d’amore ma che..ma che avevano la forza..la forza..di far questo. Se io avessi dieci divisioni di questi uomini, i nostri problemi qui, si risolverebbero molto rapidamente. Bisogna avere uomini con un senso morale, e che allo stesso tempo siano capaci di utilizzare i loro primordiali istinti di uccidere…senza emozioni, senza passione…senza…discernimento, senza discernimento.

    Perchè è il voler giudicare che ci sconfigge. Mi preoccupa che mio figlio…possa non capire ciò che ho cercato di essere. E se dovessi essere ucciso, Willard, vorrei che qualcuno andasse a casa mia e dicesse a mio figlio..tutto. Tutto quello che ho fatto, tutto quello che lei ha visto. Perchè non c’è nulla che io detesti di più del…fetore delle menzogne. E se lei mi capisce Willard…lei farà questo per me…”

    Ps. A parte che proprio non capisco come si possa non riconoscere l'immagine di nanni moretti con tanto di didascalia e confonderla con altre cose,ritengo invece, essendo, ad es. della stessa opinione di Hermannus Contractus ,che certi commentatori non siano assolutamente dei fuoriclasse del blog e che non mi interesserebbe incontrarli...
    2 ps. ma come accidenti fate ad ascoltare l'hard rock o core come scrivete voi??

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    1. Hard rock e hard core sono molto differenti. Io ho amato molto HC ed emocore nei 90 e ho sempre detestato l'hard rock.

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  12. Alceste
    credo che sei arrivato al nocciolo della questione. Con il nastro di Mobius intendo.
    E’ da un po’ che mi affascina la questione. Tempo fa attinsi alla simbologia che avevo a portata di mano per fare considerazioni simili alle tue.
    Il simbolo circolare bianco e nero dello yin e yang (i simboli hanno valore universale), mi chiedevo perche’ quella forma delle parti nere e bianche e cosa fossero i cerchi piccoli bianco e nero all’interno di ogni parte del colore opposto. Io credo che vada immaginato in tre dimensioni a forma di cono e che sia proprio una sorta di nastro di Mobius.
    Non posso dilungarmi per questioni di tso e per paura del moscone khmer (che ha tutta la mia simpatia) che viene a dirmi che sto perdendo tempo.
    Dico solo, per restare in termini politici, che quando sostieni un partito (un colore), sostieni una parte, quindi sei di parte e non stai facendo gli interessi di tutto l’insieme. E’ giocoforza scontato che prima o poi torneranno a prevalere gli interessi dell’altra parte (gia’ presente in maniera frattale) per mantenere in funzione il vortice-trappola. E’ una questione di sopravvivenza delle forze motrici del vortice-cono che ha bisogno di polarita’ in movimento per mantenere l’illusione del mutamento (apparente) e nascondere il fatto che nulla cambia nella sostanza (la nostra condizione).
    Da qualche tempo ho scoperto una persona nella tela di ragno (web) che e’ arrivata a tante simili intuizioni ed e’ riuscita secondo me meglio di chiunque altro a tradurle in leggi universali. Non lo metto qui per varie ragioni ma se vuoi ti passo il link privatamente.
    Ise

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  13. Gentile Giuseppe, i citati commentatori sono godibilissimi, per chi e' dotato di gusto del becero.
    Quanto a Nanni Moretti, io non ho visto manco un film suo, avendo per l'appunto il gusto del becero, lo rifuggo a pelle.

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    1. La dimensione del becero e' per palati raffinati. Non e' alla portata di tutti caro Barabba. Per mio conto, talvolta diletto persino il mio olfatto con odori beceri e, di tanto in tanto, con le mie ultra-compagne discetto con linguaggio ultra-becero, oltre l'esprimibile.
      Un caro saluto all'eroico becero italico che un tempo sbudello' il nemico senza troppi giri di parole, e uno pure al Moretti Nanni, prete mancato?
      Anonimo di nome R

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  14. Ciao anonimo di nome R,
    spero rimarremo in cordiali rapporti, nonostante la mia uscita sul gusto del becero riguardo i suoi commenti. In realta' ne apprezzo la cruda franchezza, permetta anche di dire che mi divertano, qualche volta. Non replico spesso ai suoi commenti, neanche a quelli specificamente in risposta a me, perche' l'opizione "rispondi" non mi funziona, devo sempre postare un nuovo commento. Spesso anche poi, non ho molto da dire.
    Best regards,
    Barabba.

    PS: ah, Alceste, che ne pensa della nouvelle vague dark-pop danese di questi anni'10? Mi intriga in particolare questo duo di Copenaga, i First Hate:

    (scaletta automatica youtube):

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLeLNPxI5Oiux0YoROwvHmYm_GQPNRLFzD

    Apprezzo particolarmente le prime 3 tracce, la 12ima e la 16.
    Non si trovano molte informazioni su di loro in giro, dai video parrebbero due invertiti, uno dei due anche di fattezze magrebine.
    Direi catturino perfettamente lo zeitgeist attuale di decadenza, nella sua declinazione melanconica, sia per musica che per modo di porsi.
    Tutto quello che noi qui troviamo detestabile, insomma. Eppure mi piacciono, credo meritino dignita' artistica.

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    1. Ottimi rapporti direi Barabba (ottimi rapporti con chiunque qui in questo spazio, di cui rispetto sentimenti e pensieri): io il becerismo intellettuale lo adoro, ed amo abbeverarmi a tutte le fonti, anche quelle un poco limacciose! Cio' di cui ho il terrore e' la doppiezza che, quando la fiuto, la sento come il vero nemico mortale. La doppiezza la tratto come un cobra nel mio soggiorno: con cautela, ma lo faccio fuori!
      Cordialmente un caro saluto all'anima romanticona dell'italiano mancato Aznavur Charles.
      Anonimo di nome R

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    2. ... per il gusto del rilancio, perche' poi precludersi il trash italico piu' ruspante? Neanche una macchietta come Fiano arriva a tanto!

      Rugero de i timidi in:
      Padre e figlio
      https://youtu.be/34Hx2SlUOHE

      Anonimo di nome R

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    3. ...dal becero, passando per il trash finiamo dritti dritti nell'horror in salsa italica:

      PONTE MORANDI: continuano a prenderci in giro

      https://youtu.be/D9ZlYWSOXpY

      La messa (nera) continua. Tutti zitti pero'!
      Anonimo di nome R

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  15. Grazie Alceste, il tuo percorso politico è molto simile al mio in quanto al vituperato dai sinistri "rossobrunismo" sbandierato da fintellettuali da diporto come il peggiore dei cancri possibili. L'Emilia Romagna è un merdaio dove a tutt'oggi i sessantottardi e i loro ascari dettano legge nonostante i fallimenti di cooperative e fusioni di municipalizzate con l'acqua alla gola per gestioni troppo allegramente familistiche e clientelari (nel migliore dei mondi possibili, il peggiore lo lascio a tua discrezione). Si narra in queste zone che una cooperativa edile riservasse a Prodi per le sue visite natalizie 30 mila euro per ogni "disturbo" (viaggio e autocelebrazione del Partito e della mortadella in questione) ma questi sono solo dettagli. Comunque siamo in tanti ad aver sprecato nella "sinistra" troppo tempo, ad avervi consumato troppe risorse e a renderci conto che piuttosto di spendere tempo e passione in quel merdaio sarebbe stato meglio andare a puttane o altro. Questo articolo è impeccabile (come tutti i tuoi) ed evidenzia ciò che non oso nemmeno nominare in quanto innominabile e deprecabile con tutte le forze, sostanze e violenza, si violenza anche se al momento non ne sono capace. Il tradimento politico di questa infame sinistra sessantottina è il peggiore degli oltraggi, se ti dicessi come lo punirei finirei a L'Aja e Milosevic rispetto a me (e da completamente innocente quale Slobodan era dimostrato da sentenza di un paio d'anni fa) avrebbe fatto una fine migliore della mia. Mi fermo con un grazie e spero di non essere stato né pedante né banale (nei limiti sempre più ristretti del possibile).
    Paolo

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  16. Per Ise:

    Grazie, mi interessa molto il link.

    Per Paolo:

    Ormai quando sento un sinistro parlare, anche uno in buona fede, mi monta una rabbia che non sempre riesco a dissimulare. E Dio sa quanto sia capace di tollerare il cretinismo.
    Ormai è andata così, ho perso almeno vent'anni di vita appresso a scansafatiche, ladri e impostori ... solo ra riconosco l'importanza di avere maestri. I maestri di vita ti fanno risparmiare tempo e vita e bile.

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  17. Vedo che dobbiamo avere piu' o meno la stessa eta'. Io nella trappola sinistra non ci sono mai cascato. Forse perche' prima di approdare al Ginnasio mi ero fatto da tre anni di medie dai Salesiani..... Al Liceo Classico erano tutti di sinistra. Studenti e professori. Lo sono tutti ancora adesso. Come prima, piu' di prima. Ora pero' si ritrovano tutti al Country Club di Cuneo a discutere di quanto sia rozzo e maleduvato, prima ancora che fascista, uno come Salvini. Mi facevano e mi fanno talmente cagare, che fui costretto a trasferirmi al liceo linguistico privato (allora era solo sperimentale). Li' la sinistra non c'era: c'erano solo i rampolli vanesi delle famiglie piu' ricche che il diploma se lo compravano facendo magari tre anni in uno... Li si pensava solo al moncler, le thimberland e in quale discoteca andare il prossimo sabato sera. Tutti potenziali Pietro Maso... Mi facevano cagare anche loro, ma almeno non c' era quell'ipocrisia insopportabile che ti si incolla ai capelli quando entri in una stanza dove sono tutti di sinistra. Davvero non capisco come abbia potuto farsi buggerare da quella genia. Uno come lei... Ma dico io: non la sentiva puzza? Era la stessa di oggi gia' allora. Glielo assicuro.
    Erano solo piu' giovani.

    Un saluto

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  18. Vi posto un link su Riace (roba da non credere), cosa dicono i cittadini quando i poteri forti e sinistri non censurano:
    https://www.youtube.com/watch?v=iX4M-hXl0MQ

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  19. Se puo' consolare, anche se personalmente non ho sprecato nella sinistra tempo ne' energie, io metto in conto tutti gli anni e i sacrifici delle generazioni della mia famiglia che mi hanno preceduto. Il nonno materno partigiano, visse tra montagne, il confino (al plurale perche' furono parecchi) e il carcere, non vide i figli nascere (la moglie alla nascita gli mandava segnali di fumo verso i monti all'orizzonte), non conobbe mai i suoi nipoti e dilapido' tutti i suoi averi per la causa e per mantenere la famiglia mentre lui si dedicava alla lotta. La leggenda vuole che, finita la lotta, fu chiamato a Roma per imbastire la costituzione ma non volle andarci. Quando chiedevo perche' mi si diceva che era gia' malato dopo il carcere e che booh, non era molto contento di come erano andate le cose e dei personaggi a Roma. Ma che booh! Aveva capito il tradimento a venire! D'altronde si sono disfatti di un presunto nemico per mettersene in casa/legittimarne tre, Mafia, Massoneria e America, i tre pilastri della nostra democrazia! Ma che suprema abilita' di contrattazione, tre al prezzo di uno, che bingo! Complimenti! E grazie per averci lasciato in eredita' questa trinita' propizia ai sacrifici umani, per Bacco! Non erano degli idioti gia' dall'incipit?
    La seconda generazione sotto incantesimo, non essendo in grado, avendo ancora una coscienza, di approfittare del ruba ruba, si e'data alla cultura. Han tappezzato le pareti delle loro case di libri e mentre sul palco passavano i baffetti in barca a vela, i cappottini di Kashmere, le feste dell'inutilita', si sono barricati dietro pile di volumi per non vedere la disfatta e han finito la loro vita da misantropi, abbandonati da tutti.
    Da parte mia, i sinistri non avranno nulla di nulla, neanche la bile. Ormai neanche un seppuku potrebbe lavare la loro onta, quello si addice solo a chi ha ancora l'onore da salvare.
    Ise

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  20. Ciao Ise anche i miei genitori sono stati due 68ini ed è stato davvero un disastro, un'educazione bolscevica e la cosa peggiore che hanno rotto i rapporti con le famiglie di origine facendomi crescere in un ambiente sterile dal punto di vista emotivo che cazz. Ho distrutto il loro proposito di farmi diventare una militante o un'artista, e ho una vita super normale, che a me sembra speciale! E non amo nemmeno viaggiare... questo come premessa per dire che fra tutti i bugiardi di quegli anni di contestazioni, c'è una voce per me, graffiante e vera, Luigi Ivan della Mea. Le sue canzoni e l'averlo conosciuto, schivo e incazzato e generoso insino all'ultimo, non mi fa vergognare di essere stata coglionamente, comunista. I nostri errori sono la ferita più grande. Ringrazio questo blog, l'unico in cui viene naturale leggere tutti i commenti con estrema attenzione! Serena

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    1. Ciao Serena,
      non c'e' nulla di cui vergognarsi quando si fanno le cose con coscienza o in buona fede. Nessuno poteva sapere decenni fa che il comunismo avrebbe portato a questo. Tra l'altro non credo sia solo il comunismo, e' stato anche il consumismo e un generale appiattimento di valori che ha reso tutto una cloaca deforme. A me non ha mai ispirato perche' sono arrivata che era gia' iniziato il declino, le vecchie leve oneste non potevano/volevano vederlo, le nuove erano i supercorrotti di adesso che cercano di arraffare quel che possono. Non c'era gia' nulla che potesse nutrire i miei ideali.
      Credo che i nostri genitori han fatto quel che han potuto per quel che erano i tempi e le mode di cui erano vittime. I miei non sono stati neanche 68ini, solo avevano questa fede ideologica che ha rovinato la loro capacita' di vedere le cose per quel che erano (diventate)!
      Sta a noi raccogliere il testimone e cercare di fare del nostro meglio ora.
      Una vita super normale e' proprio la piu' speciale!
      Un caro saluto,
      Ise

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    2. Ti ringrazio molto per le tue parole stamani mi son venuti gli occhi lucidi! Tanti auguri di cuore e grazie come sempre ad Alceste. Ciao

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    3. Ah ora sto leggendo Il mondo nuovo di Huxley, consigliato qualche giorno fa su comedonchisciotte.it: i dialoghi sono fulminanti! Ciao

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  21. x Barabba interessante il gruppo danese anche se a mio avviso c'è di meglio attualmente restando su quel genere di musica.
    Per catturare lo spirito dei tempi danese e non solo consiglio di vedersi la trilogia di Refn intitolata Pusher.

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  22. Per l'anonimo del 4 ottobre 2018 00:58 : prego allora di consigliare, fare il nome di qualcuno di questi gruppi. Che non siano i Lust for Youth, anch'essi copenaghesi che gia' li conosco. Tutti gli altri scandinavi sono a mio avviso inferiori a first hate e lust for youth.
    Visionero' la trilogia "pusher", anche se di primo acchito pare una cosa sulla scia di trainspotting (droga, meta' anni90...)

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  23. Ossignur Alceste, ce l'avevo anch'io "L'ombra del fez"! La Fernanda Fiorano doveva essere gettonatissima. Dev'essere da qualche parte in libreria, ma credimi... malgrado il balzo nel passato che mi hai fatto fare, non ho voglia neanche di alzarmi a cercarlo. Abbiamo una storia molto simile, solo che io ero ancora più stupida, dietro a Lotta Continua e ai partituncoli degli indiani accannati al muretto e ai "compagni con la bajaffa". Non sapevo che fossi romano. Chissà, magari ci siamo anche incontrati qualche decennio fa.

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  24. Per DB: se bazzicavi Roma Nord ... la mia copia del libro la brucerò in uno dei tanti roghi di libri inutili, sul campo ...

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  25. Pezzo molto bello, di cui qui vado tuttavia a notare una minuzia stuzzicante la mia curisità: Moretti è quello di La Messa è Finita, così come lo è anche di Aprile, e soprattutto de Il Caimano, nonché dei famigerati "girotondi" che tanto entusiasmarono certo radicalume chic del tempo. Ora, io ammetto di aver apprezzato spesso il suo cinema, compreso il sopra citato Caimano per varie ragioni che esulano dal messaggio che se ne può trarre. Tuttavia, in quel film (non è l'unico in tal senso, ma solo il più sfacciato), sembra che il Nostro identifichi nel "berlusconismo" e dintorni una furia devastatrice alla quale invece i sinistri, pur tanto criticati ("D'Alema, di' una cosa di sinistra!"), avrebbero qualcosa di costruttivo da opporre. Sembra lì, almeno a me, che Moretti proprio non colga il punto cruciale (sfuggito a me per primo per molti anni): che mentre il berlusconismo lavorava "in basso", il sinistrismo (quello ben tratteggiato in questo pezzo e in altri) lavorava "in alto", bruciando i cervelli della futura classe dirigente. Insomma, il delitto perfetto: l'involgarimento delle plebi e l'istupidimento dei dotti. Conseguenza: l'Italia odierna.
    Detto questo, vengo al punto: questa "schizofrenia" morettiana, come la inquadrerebbe il buon Alceste?

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  26. Per Yaroslav:

    L'apice di Moretti è La messa è finita. Lo trovo sincero e duro, in un'epoca, da fine dei tempi, in cui si trovava spaesato e senza appartenenze. Mi piace Bianca; Palombella rossa ha i suoi pregi. Il resto è sopravvalutato, soprattutto i suoi cedimenti alla burocrazia del PDS-PD ... deve campare pure lui ...

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Siate gentili ...