23 gennaio 2018

Davai, Italianski!


Roma, 23 gennaio 2018

Puntuale come la morte mi arriva una notifica. Anzi, l’annuncio di una notifica. Probabilmente una cartella Equitalia. Lo sento nel sangue. Ormai mi sono trasformato in una sorta di Nostradamus burocratico, azzecco tutto. Probabilmente una bella cartella di Equitalia Servizi di Riscossione SpA. L’ente abolito.
Qualsiasi cifra, vacci a capire. Cento euro, mille, ventimila.
Il fogliaccio invita la mia persona a recarsi presso la Casa Comunale di Roma, in via Petroselli 50. So già che mi aspetta l’inferno. Un languore acido macera già lo stomaco.
Il postino mi consola. Lui non dà rilievo alla notizia, lui è felice come una Pasqua. “Se non l’avessi incontrata al portone ora dovrebbe andare alla posta, e invece …”. Io, che già sono plumbeo e incarognito, lo guardo come un nemico mortale, lo stolido fantaccino di un esercito che mi ha mosso guerra. Accade l’inevitabile. “Già, ma perché tu stai qua? …”, gli sbatto in faccia, polverizzato ogni galateo. “Dimmelo tu. Perché stai qua … eh, perché? A rendermi fortunato?”. Le parole erompono da sole. Son estraneo a me stesso. Uno spirito di morte si è impossessato dei precordi.
Perché quel bastardo del notificatore” sibilo con calma omicidiale “afferma che il 19 dicembre non ero in casa … e invece, qualcuno c’era … c’era! … a meno che il rotto in c … non si sia presentato alle quattro di notte … ma lui il 19, sta a sentire a me, era già in vacanza … idealmente in vacanza … e allora fa scrivere ai compari ‘ste fregnacce … qui nessuno ha voglia di fare un c … e poi dici che siamo pure fortunati?  …”. Il ragazzetto non se l’aspettava, arretra involontariamente.  “No, no …”, barbuglia, e se ne va.
Decido per l’avventura. Destinazione: Casa Comunale di Roma. Dopo quarantacinque minuti di guida matta e disperatissima trovo un posto sul Lungotevere. Regalo al Comune di Roma una manciata di euri di gabella per il parcheggio blu. Dopo otto minuti, in cui ho sgranato il rosario della bestemmie, varco le porte a vetri degli Uffici; gli uscieri mi vedono entrare nell’atrio come una furia, con la lettera in mano. Neanche gli rivolgo la parola e quelli: “Porta a vetri a sinistraaaa!”, pure loro sarcastici e spensierati, come certi sadici che rallentano sull’autostrada per gustare meglio gli incidenti, rallegrandosi alle chiazze d’olio, allo sfacelo dei radiatori, al reticolo dei parabrezza frantumati: “Ma guarda come è ridotto questo! … ma guarda, s’è girato tutto … come ha fatto? … ahò, questo c’ha lasciato le penne!”, e ripartono sgommando.
Gli uscieri del Comune di Roma.
Le stazioni del Calvario le conosco da me.
Prima un numero e una fila per versare l’obolo di euri 1,50: per la ricerca dell’atto in questione. Cosa ci faranno con tale somma? Fazzoletti per tergersi il sudore? La processione mi impegna per diciannove minuti. Sborsate le monetine, l’impiegata mi fa dono di un altro numero, stavolta buono per la Casa Comunale: A287. Alla Casa Comunale, perciò, mi rimetto in fila. Tale seconda attesa mi occuperà per sessantuno minuti. All’accendersi, sul tabellone digitale, dell’A287, vado allo sportello. Una comunale quarantenne, con lunghi crini biondi che s’inanellano dolcemente sino al girovita, riceve le mie carte: le rigira con abilità consumata e scompare brevemente nel retrobottega; riappare con un faldone, lo sottopone a ginnastica prestidigitatoria, come una professionista d'alto lignaggio, quindi mi si rivolge con occhi increduli: “Strano, non si trova!”: non crediate che sia allarmata, tuttavia; solo incredula: gliene frega assai dei contribuenti a questa. Riprende velocissima la compulsazione, sempre più frenetica, diteggiando la tastiera burocratica come un Glenn Gould invasato; io la guardo, tra rassegnazione ed eccitamento: quella mobilità manuale mi ha messo in fregola. “Sto crollando psichicamente”, rimugino tra di me, e mi appoggio al banco, con la mano sul mento. D’un tratto una voce mi desta: “Uh, ho sbagliato!”: è la sirena che canta, forse da Cariddi: “Questo è il 19 novembre … “ mi sorride “… il 19.11, vede …” e indica con l’unghia laccata la data del misunderstanding. “Vado a prendere il 19.12! Faccio subito!” e sculetta di nuovo verso le retrovie. Si rimaterializza in un baleno, con il faldone giusto: e, tuttavia, non ha ancora fra le mani ciò che mi preme: “Ecco qua … ancora pochi minuti di ricerca … si metta in fila … la chiamiamo noi … per nome …”. E così mi ributto sulla sedia di plastica. Solo allora, lì, abbandonato come un pupazzo alla deriva, faccio caso a chi mi circonda. Uomini e donne allo sbaraglio … volti distrutti, rassegnati, sconfitti ... le prime schiere dell’avanzata di Gallipoli. “Caso, Proietti, Quattrociocchi, Silvestri …” … “Russo, Alberici, De Masi, Antonicelli, De Palo …” … “Rovina, Bertarelli, Parisi, Vitale, Marinetti …”. Un dubbio si insinua. Sarà vero? Forse … ma no, no … quale forse, è proprio così! Ma quali dubbi, non ci sono dubbi! Fratelli, Compagni, Cittadini! Eccoli, finalmente! Non mi commuovevo così dall’appello sotto il pennone dell’Aeronautica Militare … “Stasi, Manenti, Liberati, Salvia …” … plotone, scaglione, reparto … tutti italiani! Tutti, perdio! Ecco dove si erano rintanati! Fratelli nella notte! Pe pe perepé … perepé … Pam parapam parampampampampam …
 

Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l’ora suonò!

La Verità mi colpisce alla fronte come un proiettile di ghiaccio: la sala trabocca di italiani! Amici, Concittadini, Romani! Ma sì, ecco la stranezza delle chiamate che sentivo ogni cinque minuti: sono cognomi italiani, dal primo all’ultimo! “Caso, Proietti, Quattrociocchi, Silvestri …” … “Zoff Gentile Cabrini …” … “Russo, Alberici, De Masi, Antonicelli, De Palo …” … “Oriali Collovati Scirea” … “Rovina, Bertarelli, Parisi, Vitale, Marinetti …” “Conti Tardelli Rossi Antognoni Graziani …”! Vittoria! Siamo noi … stringiamoci a coorte … siam pronti alla morte. Asili, scuole, case popolari … lì, invece, vige er controcazzo … Hussein Hossein Radovanovic Radovic Rozario Xhang Hu Milac Chowdury Singh … ho visto persino zingari e cinesi alla ASL di competenza richiedere la 104 … e l’accompagno … ma qui, quando si tratta di svuotar saccocce, sono fra Italiani, dopo tanto tempo. Vengo sopraffatto da un’emozione sottile. “Alceste!!” cinguetta la bionda … sì, eccomi … moriturus te salutat … ora sono felice … “Alceste!!”. Arrivo, amica mia, arrivo … un paio di timbri … ecco la lettera, tanto lungamente agognata … la apro contento. Tutto come previsto.
Si vede che ho un cognome italiano. Non comune, ma italiano.
In fondo mi trattano bene, la somma è bassa …

Scorro lentamente la missiva.
Nell’introibo mi si chiede, gentilmente (“Gentile Contribuente …”), di adempiere ai  miei doveri (“… non risulta che Lei abbia eseguito il pagamento …”); quindi l’autore si domanda, un po’ oziosamente (me l’immagino mentre, enunciando l’ipotesi, si guarda scettico le unghie): “Non sarà che Lei ha già pagato? Ci credo poco, comunque … in tal caso … in tal caso, che vanta una minima probabilità di esser vero … riunisca  gli scartafacci inerenti e ci venga a trovare … noi l’aspettiamo con le gambe sul tavolo … nei nostri uffici, a via degli Italiani Morti 90 … provvederemo a sistemare tale spiacevole equivoco …”. Ovviamente son tutte ammuine. Chi scrive sa già che sono colpevole. Infatti, più avanti, esauriti i convenevoli, il tono precipita verso le spicce: “… la invitiamo a effettuare il pagamento entro cinque giorni [altrimenti] procederemo, come previsto dalla legge, a esecuzione forzata”.
Non me la prendo. Giro il foglio: c’è il dettaglio del debito da cui, però, non si evince un bel nulla. Ciò che conta è la cifra: trecentocinquanta euri. Un taglieggiamento sopportabile.
Ente creditore. Direzione Provinciale di Roma – ufficio territoriale di Palestrina: dal lievito di iniziali duecento euri scarsi, fra interessi e costo notifica atti e diritti (sempre di notifica) si arriva alla torta attuale di circa trecentocinquanta (sempre euri).
Molto probabilmente riguardano una vecchia imposta di registro. Risale al 2008. Ma l’ho pagata o no? Questo il busillis. Dovrò ricercare, smazzettare fotocopie e vecchie raccomandate ingiallite, eliminare spilli metallici, riaprire tabulati di carta macera e crocchiante, confrontare cifre. Il compito è ingrato, ma - ripeto - non me la prendo … oggi ho riscoperto il mio popolo .... che bagno di nostalgia … e che lista, ragazzi … manco fossi nella camerata, coi cubi tutti preparati … “De Cubellis, Giacquinto, Napolitano, Sabbioneta, Riccardi, Mattioni, Mosella, Fiorentini …” … neanche mi ricordo … mescolo nomi a casaccio … soldati, graduati, ufficiali … sono a pezzi … distrutto … eppure come liberato da un fardello … così è la vita sotto il regime … depressione ed eccitamento … un popolo di malati psichiatrici … ora ho voglia di festeggiare! Un'Italia ancora c’è, allora! Mi reco al più vicino ufficio, voglio pagare, togliermi il dente … felice, una volta per tutte. Altri trecentocinquanta euri buttati nel cesso … pigliatevi tutto, l’importante è che mi si lasci in pace … che esperienza! Che scariche di fucileria! Oggi ho rivisto gli unicorni … animali mitici: italiani, nientemeno! Tutti in fila come pecoroni. Provate a districare questo gomitolo di sensazioni! Siamo finiti, ma la vita è bella! In hilaritate tristis in tristitia hilaris … Italia kaputt … la gioia del dissolvimento … l’eutanasia … goccia a goccia … finita, niente più speranze … Italianski karasciò … andate andate … lungo le steppe innevate della globalizzazione … davai davai, Italianski! … con le pezze al culo … un paio di valenki  per i vostri figli li avete? Gli si congelerà anche il culo ai pargoli … buttati a casaccio fra Zhang e Singh che si ciucciano il latte di Equitalia … vi capisco, però … non ce la fate più … ma dove andate … alla posta o in banca a saldare i buffi … che tragedia universale! Nel mio quartiere son riapparsi i coglioni antifascisti … c’è da rinsaldare il fronte antifascista … fare fronte comune … proprio così … il fronte antifascista, testuale … Casapound tuona, Forza Nuova pressa il proletariato … bisogna serrare le fila, mi fa il citrullo ex Autonomia Operaia ex Rifondazione ex cossuttiano … ma quali fila, gli faccio io, quelle della Casa Comunale? Ma no, non capisce l’idiota … non ci arriva proprio … non glielo dico,  me lo tengo dentro … spero che i tuoi figli vadano sotto i ponti … o servano drink ai cinesi al Caffè Greco … anzi, no, ha chiuso pure quello … spero che tua figlia vada a far le pulizie e qualche servizietto a Hussein …  se lo merita, con un padre così … ma io sono razzista … come Gadda, quando berciava sui cenci caccosi della negra … davvero un porco … un porco, un porco … il porco è un animale impuro … presto lo toglieranno dalla tavola … spiace ai Segre e agli Hussein, in fondo ... per tacere della vacca, che spiace ad altri ... alle mense scolastiche già lo si vede molto di rado … c’è da ossequiare i nuovi arrivati con cibi corretti … pagati dai Proietti, dai Quattrociocchi e dagli Alceste karasciò, beninteso … oggi ho dato il mio debole contributo … 350 talleri … lo apprezzeranno i Milan, i Mohammed e le Miriam, i Bao e le Mei, i Juan e le Juanita? … ci pagheranno la pensione, i tubi nell’uretra, i pannoloni, i denti cariati, le mammelle cancerose da estirpare? … come no ... fare fronte comune col negher, col maghrebino e, magari, col cinese sfruttato … l'ultimo sogno degli ultimi fessi ... come se al cinese importasse la fratellanza proletaria ... quello a vedere qualche centinaio di talleri vi abbandona alla deriva, come le badanti moldave con i nostri pensionati ... dopo averli svuotati della pensione, ovvio ... i migranti già non ci sopportano più … gli sembriamo bislacchi, fatui, eccentrici ... incapaci di educare i nostri figli viziati e stupidi ... hanno ragione da vendere su questo ... ci prenderanno a calci come aborigeni ubriaconi, impazziti ai bordi della strada, altro che Sesta Internazionale … prima di fare la stessa fine loro stessi, beninteso ... solo i popoli con un governo autoritario e che non hanno mai derogato alla propria lingua materna possono sperare di salvarsi ... proprio l'opposto di quel vi dicono certi figuri: abbandonate l'Italia, imparate l'inglese, imparate il giapponese, imparate lo spagnolo ... il cinese ... l'arabo ... il perfetto contrario di quel che occorre: ridiventare italiani al 100% ... e non lo dico da fascista, lo dico in qualità di terapeuta ...
Splende il sole sul Lungotevere … le formiche si danno da fare anche oggi, saettano motocicli, furgoni, mezzi pubblici, taxi ... ognuno va a raccogliere la propria briciola ...
Non sapevo che il presagio della disfatta fosse così dolce … Davai! Davai! … Italianski!

46 commenti :

  1. Comprendo l'amarezza, ma il tono preso a tre quarti dell'articolo non è da lei, un po' troppo tagliente..gli italiani sono razza incredibile, vedrà che la resurrezione, previo temporale annichilimento, è vicina

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  2. Messi così in rassegna i cognomi italiani sono proprio commoventi! Un appello scolastico da De Amicis agli agli novanta. Amare considerazioni, ma la penso come te.

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    1. Non lo so ... sono scettico ... non votare PD e satelliti, non votare FI e satelliti centristi è già qualcosa ... non votare sarebbe più sensato, se servisse ...

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  4. Alceste, ho letto con piacere la sua pagina di diario, scritta in un ormai insolitamente elegante e forbito italiano. Da una semplice esperienza quotidiana, è riuscito a estrarre una analisi socio politica profonda e personale, retorica ma reale. Non me ne voglia se non mi trova d' accordo sulle sue conclusioni politiche, giacché sappiamo bene entrambi che l' autoritarismo, come già sperimentato, porta sempre a catastrofi ben più gravi di quella attuale. La foto da lei pubblicata ne è un esempio; tanti, tantissimi nomi italiani, puri, mandati a morire per un vezzo di ipocrita nazionalismo. Non mi fraintenda, come troppo spesso accade, perché pur associando le mie idee a quelle che una volta appartenevano alla sinistra, non mi ritrovo in nessuno dei falsi ideali del nostro arco costituzionale. Personalmente sono pessimista sul futuro del nostro paese, ormai governato da enti alieni; tuttavia proverò a cambiare, perchè una alternativa c'è, giusta o sbagliata che sia, ma c'è. E non è l' autoritarismo. E se non andasse a votare, è come regalare inchiostro per scrivere altre lettere. Per Equitalia.

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    1. Capisco la sua posizione. Forse autoritario non è la parola esatta: autarchico, semmai.

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  5. C'è il fatto eclatante di un Bagnai al seguito di Salvini!!!!!

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    1. Ma lo sai quanti cervelli all'ammasso ho visto? Alla fine ci cadono tutti. Ma non sto criticando Salvini. Voglio vedere Bagnai ad Arcore, quando scocca l'ora fatale, chino sulle cartine europee, come Rommel, intento a trovare una via di fuga ... mentre Calderoli e Romani cucinano ossibuchi e risotto nelle furerie.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. - C'è il fatto eclatante di un Bagnai al seguito di Salvini!!!!!
    - Ma lo sai quanti cervelli all'ammasso ho visto? Alla fine ci cadono tutti. Ma non sto criticando Salvini. Voglio vedere Bagnai ad Arcore, quando scocca l'ora fatale, chino sulle cartine europee, come Rommel, intento a trovare una via di fuga ... mentre Calderoli e Romani cucinano ossibuchi e risotto nelle furerie.
    ...
    Copio e incollo e lo sbatto come commento sul blog di Bagnai!

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  8. infatti se non votare servisse ....ma come scrive pecchioli :
    Vi è poi la tendenza, ampiamente incoraggiata dal sistema, alla depoliticizzazione di massa, la cui conseguenza, insieme con il tramonto del pensiero critico, è l’indifferenza per il dibattito pubblico e l’assenza di partecipazione alle decisioni, a partire dalle elezioni. In molti casi, a dire il vero, non di depoliticizzazione si tratta, ma del voluto deficit progettuale delle forze politiche, la sovrapponibilità dei programmi, la percezione diffusa che la politica, ogni politica, sia un problema anziché una soluzione.

    Per il resto, generazioni indifferenti alla partecipazione pubblica sono assai gradite al potere, che può portare al massimo livello il suo governo della minoranza. Minore è la partecipazione, più comodamente decidono lorsignori, con il consenso dei gruppi e dei ceti clientelari, mentre tutti gli altri subiscono le scelte di pochi, restando senza rappresentanza.
    Mai come adesso mi sono sentito così inutile -

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    1. Ma io ti dico: si può fare politica senza partiti? Sì, ovviamente. La gente odia i partiti, li vota proprio perché li odia, per tifoseria ... se ragionasse potrebbe fare politica quotidiana, vera, pesante.

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  9. Scherzavo!!!

    Pero' l'analogia Bagnai-Rommel e' proprio bella: brillanti vittorie tattiche a fronte dell'inevitabile sconfitta finale.
    Perfettamente in sintonia con il suo inconsolabile pessimismo cosmico.

    A scorrere il blog di Bagnai, i commenti intendo agli ultimi pezzi, non si trova di simile, e' tutto uno scorrere di lacrime di commossa gratitudine per la coraggiosa presa di posizione anticonformista e, per alcuni, epocale.
    Un maligno tra gli altri, pero', fa notare come una poltrona in parlamento frutta 6 volte di piu' di una cattedra da ordinario. Aggiungerei anche che Bagnai non ha pubblicato molti articoli a fronte dei vent'anni di carriera, e tra cio' che ha scritto non c'e' nulla di seminale, a giudicare dal numero di citazioni.
    Lo stesso Roberto Buffagni che qui commenta spesso e scrive cose interessanti altrove, usava commentare e scrivere sul blog di Bagnai, ma credo sia stato estromesso a seguito di una discussione riguardo Platone con Bagnai stesso, in cui tra l'altro mi pareva sostenesse un punto di vista piu' che legittimo, mentre al contrario, mia impressione dell'epoca, lo stesso Bagnai si stesse invece un po' arrampicando sugli specchi. Scarsa propensione a tollerare indipendenza di pensiero nel proprio spazio amministrato, che rivela poca autostima o magari tendenze autoritarie?

    Se lei Alceste ha pensato a Rommel, a me in prima battuta, leggendolo spesso, mi e' venuto da paragonarlo a Mussolini! In fondo anch'egli intellettuale (passatemelo, lo so che era maestro elementare, pero' anche poi voce influente del giornalismo dell'epoca) di sinistra entrato in politica a destra.

    Pero' che goduria vedere qui

    https://www.youtube.com/watch?v=PlFN9SpN3to

    l'abisso di profondita' e consequenzialita' di pensiero, di ampiezza di vedute, di prontezza di spirito, proprio di spessore umano che c'e' tra lui e quegli orridi e pestilenziali abomini della presentatrice balbettante e dall'italiano incerto, e di anna ascani che credo abbia fatto tutte le facce e le smorfie e i sogghigni del repertorio della commedia dell'arte: "si pero' telefona a salvini e diglielo" ma vaff...

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    1. Tre anni fa ebbi un'azzuffatina sul suo blog perché notai, in un commento, che parlavano, a volte, in un gergo tutto loro (lui e gli adoratori) ... da allora taccio. Contro di lui non ho nulla, anzi ... lo preferivo, però, fuori dell'arena di Montecitorio. Dentro non combinerà nulla.

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  10. Che pecoroni a dare addosso a lei, o sommo vate Alceste.

    Per la zuffa, si riferisce agli acronimi (vlad qed tina ecc.), ai termini tecnici economico-finanziari, agli anglicismi o ai nuovi conii satirici del tipo "benaltrismo, questismo, piddinia..". Molti nell'ultima categoria li ha presi dal Pedante.

    Da notare inoltre come egli spesso posti, come fa lei, le foto delle chiese barocche e i versi di Petrarca o Torquato Tasso, quant'e' bella l'Italia che fu ecc.ecc., mentre allo stesso tempo non si risparmi slang da bimbominchia, come lo stesso nome del blog, e vada su twitter a fare le flame war.

    Contraddizioni tipiche di chi e' nato cresciuto e vissuto ai Parioli. Loro di solito su queste cose ci passano sopra, leggiadri. Ne ha scritto diffusamente lei del patriziato. C'e' un conflitto, due posizioni contrapposte, gli umili contro i potenti? Naturalmente, dopo aver riempito il roster della fazione ricca, a guida e a difesa degli umili ci si piazzano loro: qualunque schieramento quindi naturalmente va bene, purche' in sella al cavallo bianco! Senza nemmeno notare la contraddizione, e' tutto nell'ordine naturale delle cose! gli umili plebei, questi turpi incompetenti buoni a nulla, oserebbero mai prendere in mano il loro destino?? non sia mai, che si limino a leccarci le terga! Che siano anzi riconoscenti che la guerra si fa tutta patrizi contro patrizi!

    E sorvoliamo poi sul fatto che lui e' fiorentino doc, nonostante sia andato a scuola a Roma, e quindi per qualche ragione e' meglio di tutti, ma l'osservazione e' naturalmente una boutade e lui e' un amabile testamatta a profferirla ...

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    1. La questione è una: non si doveva presentare alla elezioni.

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  11. Sappiamo che, qualunque sarà il risultato del voto, non si potrà andare verso una svolta sovranista per un milione e mezzo di ragioni. In ogni caso penso che si debba comunque andare a votare, per due motivi: 1) il regime "asinistro" va indebolito almeno in parlamento, dato che a tutti gli altri livelli (mediatico, scolastico, universitario...) è inscalfibile. 2) Monti ha praticamente detto di non andare.

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  12. Guardate, anche la mia fiducia è ridotta a zero, ma leggete su Goofynomics.blogspot.it l'articolo: "la Grecia non esiste" e subito dopo: "sul conservatorismo". Non sono parole buttate alla rinfusa. Per il resto comprendo perfettamente i dubbi di Alceste.

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  13. Riguardo a Bagnai: non sono mai stato un suo adoratore perché è pur sempre un economista e quindi ritiene che le logiche economiche siano più forti del resto. Non è così, la sfera strategica-militare è chiaramente quella dominante (quindi credere che la Germania sia autonoma nel tiranneggiare l'Europa è un errore enorme, dato che è militarmente occupata esattamente come l'italia). Detto ciò mi pare ovvio che sia di tre categorie superiore rispetto al resto dei politicanti, ma ciò conta poco nella competizione elettorale quando i tuoi avversari (anche interni alla coalizione) hanno in mano tutti i media informativi. Poi ci vuole del fegato per dialogare con esseri immondi come "sinistri" e "giornalisti" e pretendere di averne ragione in modo razionale, sarebbe come prendersi in casa un facocero e aspettarsi che defechi nella lettiera del gatto

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  14. Hahahaha...Il paragone è magnifico Stefanov. Per questo rimando ai due articoli che ho citato sopra, ne viene fuori un a Bagnai "umanista" più che è economista.

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  15. Comunque per farla breve: Bagnai ministro dell'economia e Alceste ministro della pubblica istruzione. E l'Italia vola!

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  16. x Stefanov: concordo. Vorrei pero' spezzare una lancia a favore di Bagnai, che e' perfettamente cosciente delle dinamiche di potere sotterranee a livello internazionale, e che gli assetti in atto, compresi quelli economici (dollaro usato come valuta predefinita per comprare petrolio) sono effetto del predominio militare USA nel mondo. Lo dice in questo recente video (molto interessante) in cui si riferisce ai subdominanti italiani pd come ai camerieri dei camerieri (la Germania) degli USA:

    https://www.youtube.com/watch?v=3rSLQvMwUbg

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  17. a barabba et alii su Bagnai etc.

    Ringrazio per gli apprezzamenti che mi sono stati rivolti; per amor di verità, però, vorrei precisare un paio di cosette.
    Ho smesso di scrivere sul blog di Bagnai per la seguente ragione. Platone, il povero grande Platone, non c'entra niente se non come causa occasionale. In questo post: http://goofynomics.blogspot.it/2017/06/platone-fa-rima-con-televisione-i.html Bagnai ha detto un po' di cose superficiali e sbagliate su Platone. Poi un tizio ha rincarato la dose appellando il grande uomo "oligarca piddino". Mi è saltata la mosca al naso, perchè nonostante ripetute smentite dei fatti continuo a credere che c'è un limite a tutto, e ho iniziato una polemica. La quale polemica è poi degenerata quando un altro tizio, un settario seguace di Luciano Barra Caracciolo, mi ha insultato dandomi del "mistificatore" delle tesi del suo capo. Per carattere, tollero senza problemi le critiche anche molto aspre, non tollero proprio le mancanze di rispetto. Se siamo a tu per tu, meno. Se non siamo a tu per tu, reagisco. Il sottotesto di tutta la fola è il mio dissenso dalle tesi di fondo marxistoidi di LBC, secondo il quale il fascismo è un caso particolare del liberalismo, l'arma segreta che il Capitale tira fuori quando c'è brutto tempo. Secondo me è sbagliato. Secondo LBC e in generale secondo gli antieuro desinistra, Bagnai compreso, è giusto. La polemica con i seguaci di LBC ha irritato Bagnai, immagino perchè non voleva mettersi contro LBC e soci; appunto perchè irritato, Bagnai mi ha mancato di riguardo (non mi ha insultato, leggere). Gli ho risposto per le rime, e siamo giunti a una separazione consensuale, per così dire.
    Scrivo quanto precede perchè, per quanti difetti di carattere possa avere Bagnai, in questo caso la responsabilità maggiore dell'inutile polemica non è sua, ma dei seguaci di LBC, che sono purtroppo, a prescindere dalle idee più o meno giuste che possono avere, dei settari sul modello Testimoni di Geova; e mia, che non sono capace di star zitto.
    Mi dispiace non scrivere più sul blog di Bagnai perchè il dialogo era spesso stimolante, e perchè, per merito del padrone di casa, il blog è molto letto, cosa importante. Poi però sono suscettibile, che ci vogliamo fare? Sono fatto così, sono vecchio e non cambio più. Scrivo altrove, non è grave.
    Per concludere. Sulla candidatura di Bagnai, il mio pensiero in breve è questo. Non è carino, educato o importante fare i conti in tasca a Bagnai parlamentare. Se guadagna di più buon per lui. Ai soldi avrà pensato come ci pensiamo tutti, ma è proprio stupido credere che la motivazione principale sia quella, no? Da un canto non era sotto un ponte, dall'altro la sua candidatura gli costa il ruolo di "indipendente di sinistra" che è indispensabile per far parte dell'ufficialità culturale e non solo. Non è un costo da nulla, credetemi: sui media, per esempio, vuol dire che la stagione di caccia a Bagnai è aperta, e se ci sarà utilità o occasione partiranno linciaggi poco simpatici.
    Poi, la candidatura di Bagnai è un ottimo segno della determinazione di Salvini, ce ne fossero di più di candidature che "dediabolizzano" la Lega e la innervano di personalità meglio preparate culturalmente e socialmente più presentabili. Infine, senz'altro Bagnai potrà dare un notevole contributo, per quel che è possibile contribuire al meglio in una situazione molto confusa e poco incoraggiante come questa. Io suggerirei: dare fiducia, non giudicare affrettatamente, non pronosticare immediatamente impotenza, sconfitta, tradimento,eccetera. Lo so che tira una brutta aria, non vivo su Saturno. Ma proprio per questo, attenzione al disfattismo. Realismo sì, disfattismo no, perchè col disfattismo, attenzione: si perde sul serio, e sempre.
    Ecco quanto dovevo.

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  18. Anch'io mi sono rotto le balle dei "conti in tasca", deformazione un po' italico-grIllina.

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  19. https://www.youtube.com/watch?v=J-RPlVgwr60
    ognuno ne tragga le sue impressioni.

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  20. Tutto vero quello che dice Buffagni: candidarsi con una forza tacciata dai media di essere incarnazione di tutti i mali possibili è una scelta tutt'altro che comoda per un accademico, mi chiedo infatti chi glielo abbia fatto fare, dato che le possibilità di incidere sono bassissime. Forse lo ha accettato davvero per amor di Patria, chissà. Io non lo avrei mai fatto e mi sarei tenuto il posto da professore ad un quinto dello stipendio ma ben lontano dalle fogne istituzionali e dalla gogna mediatica. Chi parla di "corsa al cadreghino" crede che "un pugno di dollari in più" possa far passare in secondo piano il l'instabilità mentale che si rischia (da persona intelligente) nel frequentare certi ambienti?

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  21. Ok che dire, sarò un italiano medio malfidato che fa i conti in tasca etc. Diciamo che ho una regola, se parlando di qualcuno senti troppi "si però" qualcosa che non va stai sicuro che c'è... Poi in Italia dai tempi dell antica Roma non tanto i soldi , ma piu il successo, li fai sul cadreghino e non dalla cattedra. Questo puo spingere qualcuno ad abbandonare le cautele...niente di male per carità...a me basta la conferenza stampa per capire i calibri.

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  22. @ Sitka

    Io non lo so se sei un italiano medio, un atteggiamento come il tuo non è nè esclusivamente italiano, nè medio, nè odierno. Lo prende, per dire, Tersite, che si trovava all'assedio di Troia tra le file greche. Che dire? C'è anche Tersite, nel bestseller di Omero, ma non ci fa una gran figura.

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  23. Non si chi sia Tersite. Io sono anche ignorante in parte. Meglio cosi. Io vedo uno che fa battute arroganti coi signor nessuno e tiene la voce flebile e ossequiosa coi forti. Non amo il genere...poi magari mi sbaglio, io vorrei sbagliarmi che credi. Ma spesso ci piglio nonostante tutto.

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  24. Adesso che Sitka e Buffagni hanno bisticciato si può riprendere il normale corso dei commenti.

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  25. Gentili amici,
    concordo che sostenere che Bagnai sia attratto dal 5 o sestuplicarsi della paga (da 3000 associato o 5000 ordinario a 18-25000(?) da parlamentare) più che dalla battaglia per la causa, nella sua discesa in campo, sia alquanto meschina affermazione.
    Tuttavia, questa è solo citazione parziale di quello che scrissi sopra. Nella sua interezza, la mia considerazione si riferiva anche alla carriera accademica del nostro, che per produzione scientifica per adesso è poco più che mediocre. Nel mio campo, sono fiducioso di arrivare a quei livelli in non più di una decina d'anni.
    Purtroppo la carriera dello scienziato, se vuole essere coronata da successo, presuppone una vita di sacrifici, ferocemente monacale. Serve non solamente intelligenza - intesa come facilità di apprendimento, curiosità intellettuale e pragmaticità operativa - ma anche notevoli dosi di tenacità di fronte alla tediosità, di capacità di lavoro e di costanza di concentrazione nonostante tutto e soprattutto tutti, che a più non posso buttano bastoni tra le tue ruote.
    Dunque il punto è, che il nostro è un gran narcisista, e però tale successo accademico non gli ha arriso. Sì, c'è stata un'impennata nel numero degli articoli editi negli ultimi anni, ma essa è facilmente spiegabile con l'assunzione di ricercatori postdottorato (nessuno dei quali italiano) per tramite dei soldi raccattati dai gonzi seguaci, quelli de "Oh grazie Professore, post stupendo, profondamente commosso e riconoscente devolvo il mio 5 per mille alla sua associazione, Lei mi ha aperto gli occhi". L'associazione da lui fondata, fatta passare come la nuova carboneria, ma viste le finalità per cui è stata utilizzata finora, direi ausilio per il progresso della carriera personale, e mezzo per pagarsi l'ufficio personale a Roma (non a Firenze) e ficcarci il pianoforte o quello che è, autentico vezzo baronale, in bella mostra per i video su youtube.
    A quel punto la scelta di passare da mediocre accademico a deputato in Parlamento, difensore o possibile martire della Causa, dev'essere sembrata ovvia e scontata, all'egolatria che muove le azioni e il pensiero del Professore.
    Chissà, magari lo manderanno avanti, lui si immolerà martire, Salvini schiverà qualche colpo, e saranno tutti contenti.

    Detto questo, il branco che hanno fatto i seguaci contro il sig. Buffagni in quel post di Platone è stata una cosa ignobile da leggere, il suo ribattere, solo contro tutti, colpo su colpo, in modo articolato e perdendoci un sacco di tempo, immagino, degno di ammirazione, e le chiose di Bagnai, che perfidamente appoggiava il branco, semplicemente schifose. Dispiace sapere che tutto nascesse da questioni riguardanti il fascismo e il sesso degli angeli. Certo, quando scrive, il sig. Buffagni si firma anche nome e cognome, Sitka, consideri questo.

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  26. Concludo con un aneddoto. Sono stato a uno dei raduni "goofy" (l'ultimo). Occasioni di crescita umana ma anche professionale, li chiama.
    A me è sembrato di essere a Jonestown.
    Pensavo: "un raduno di gente che la pensa come me! Finalmente, non sarò più una monade di protesta in mezzo ai conformisti che mi evitano o mi deridono appena mi lascio scappare una qualche considerazione, politica e non, non mainstream!". Invece, tutti all'aspetto, rispettabili quadri se maturi, o figli di papà, se giovani.
    Sguardi evitanti, ieratica compostezza da teatro dell'opera, provavi a attaccare bottone con qualcuno, che sempre il quanto prima possibile eccolo che svicolava dalla conversazione, ritroso o irritato.
    Al pranzo stavo al tavolo con un veneto che mi faceva vedere al telefonino il video del suo macchinario a nastro in officina, all'opera nell'impaccare non mi ricordo più quante centinaia di confezioni di wafer al minuto, e io stranito a chiedergli chi se le comprava tutte...
    Sono stato poi testimone, verso la fine del congresso, dell'episodio di un tale, sembrava uno studente, che si avvicina a Bagnai e gli mormora qualcosa; e allora Bagnai gli urla letteralmente addosso, a voce altissima, che l'ultimo a cui è stato presentato uno di nome Nessuno era finito male. Più con disprezzo che con scherno.
    Poi accenna un ghigno, e si guarda attorno, per vedere l'effetto provocato sugli astanti dall'atto di boria. Alcuni abbozzarono a lui un servile sorriso d'intesa, ma i più erano allibiti.
    Io, che nel frattempo avevo affiancato un famoso giornalista per scambiarci due parole e capire che tipo fosse, devo aver avuto un'espressione molto schifata. Sussurrai in quel momento al giornalista che non ci si può ergere a paladino contro il paternalismo inflitto al popolo dal mainstream, e poi essere paternalista fino al disprezzo con chi paga per venire a vederti, che di quel paternalismo ne è ben cosciente. Il giornalista alla fine mi strinse la mano.

    Non so, forse che per crearsi un seguito, la scienza del comando impone di comportarsi in questa maniera? Per compattare un partito e fare egemonia bisogna essere un egolatra, al giorno d'oggi?

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  27. Allora, esco dal silenzio, in cui restavo per rispetto ad Alceste, chiedo scusa ma è solo per chiarire un paio di cose.

    Per Barabba: Cosa devo considerare?

    Se metto nome e cognome che succede?

    Io ho espresso un'opinione, non serve nome e cognome, forse per fare paragoni "letterari" per punzecchiare e provocare qualcuno può essere utile, effettivamente...ma a me non me ne cale, per adattarmi al linguaggio...


    Per Buffagni: Ho visto, ho visto...Carino! Io menerei sfiga a quale "esercito" di grazia? Alla Lega? Ma per carità...è che ho due occhi capisci? Se votassi Lega lo farei per Salvini, no certo pe "er vate", che mi ricorda più la figura di Cicerone per rimanere sul classico.

    Chiuso. Le stesse cose che dico qui, le dico anche personalmente, in faccia, chi mi conosce lo sa. A disposizione.

    SITKA

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  28. Ma no ovviamente quello che ho scritto non voleva essere offensivo verso Sitka, io stesso scrivo dietro pseudonimo. Intendevo che dato che R.B. ci mette il nome vero, quello che scrive dovra' essere per forza piu' edulcorato di quello che realmente pensa, e le vostre opinioni potrebbero in realta' essere simili.

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  29. per Roberto Buffagni -
    mi permetto di indicare, se non lo conoscesse, angelo tonelli :
    Sperare l’insperabile. Per una democrazia sapienziale.
    Seminare il possibile. Democrazia e rivoluzione spirituale,
    Sulle tracce della sapienza

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  30. Posso chiederti come la pensi sulla moltiplicazione di "senso" implementata dalle proiezioni degli schermi? Una volta scrivesti che la controinformazione così com'è non serve a nulla, ma in fondo tu, Blondet e Bagnai, questo fate, no? Siete uguali in questo... A differenziarvi è solo il vostro reciproco narcisismo che vi porta a scelte stilistiche differenti, una questione di estetica. Dal cosmo alla cosmesi va la freccia del destino occidentale, scrive Calasso nel suo Impuro Folle. Qua la sola discussione che tiene è quella sul destino della Scuola di Francoforte, senza scomodare Guy Debord, e cioè riconoscere nell'analisi fenomenologica i mass media come mezzo di potere IN SÈ. Con il loro puro e semplice plagiare i nostri neuroni. Le PERSONE sono cambiate tantissimo ed è QUESTO che mi fa più orrore, sono insignificanti... Ma se dobbiamo credere alla verità con la V maiuscola, e io ci credo, allora dobbiamo riconoscere che essa giace NELL'ABBANDONO, tra gli spazi di questi specchi rotti, "A heap of broken images, where the sun beats,/ the dead tree gives no shelter, the cricket no relief".
    Ed è questa la Verità che poi si manifesta nella Storia.

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    1. Una domanda che non capisco (un mio limite: mai ho capito ciò che dice Debord).
      Comunque questo è un blog personale, non un sito di controinformazione.
      Inoltre il mio narcisismo non mi spinge agli scranni di Montecitorio e nemmeno in televisione o alla radio o ai giornali o alla carta da libreria. Quanti altri possono fregiarsi di tale alterigia?

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  31. Io sono una forza del Passato.
    Solo nella tradizione è il mio amore.
    Vengo dai ruderi, dalle chiese,
    dalle pale d'altare, dai borghi
    abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,
    dove sono vissuti i fratelli.
    Giro per la Tuscolana come un pazzo,
    per l'Appia come un cane senza padrone.
    O guardo i crepuscoli, le mattine
    su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
    come i primi atti della Dopostoria,
    cui io assisto, per privilegio d'anagrafe,
    dall'orlo estremo di qualche età
    sepolta. Mostruoso è chi è nato
    dalle viscere di una donna morta.
    E io, feto adulto, mi aggiro
    più moderno di ogni moderno
    a cercare fratelli che non sono più

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  32. Pezzo meraviglioso e commovente. Mi sono ricordato di un giorno passato da Equitalia per pagare una vecchia cartella. Solo italiani, dal primo all'ultimo. Gli stranieri li trovai invece al centro per l'impiego, ce li facevano passare avanti a noi italiani durante la coda col numerino. Erano tutti negri, finti profughi, ospiti a nostre spese di una qualche coop, che senza avere alcun requisito venivano immessi nelle graduatorie. Dovevi vedere quei lavativi di impiegati come si facevano in quattro per i nuovi italiani.
    Un cordiale saluto romano.

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Siate gentili ...