01 settembre 2017

Lo sgombero di via Curtatone (farsa in atto unico)


Roma, 1 settembre 2017

Grandi manovre a via Curtatone in Roma: si sgombera un edificio colmo di sedicenti profughi, migranti al chilo, grassatori, mammacalcuttisti antifa, affratellanti colle tasse altrui, immaginifici col portafoglio, pauperisti col callo per gli affari, cultori del suk; e di quel vario ciarpame che, di solito, gravita presso aeroporti, snodi autostradali e stazioni ferroviarie attirato dalla dolce malia del malaffare come la limatura di scarto lo è dalla calamita.
L'effetto è deflagrante: razzisti e antirazzisti, italiani leghisti e antitaliani col vezzo dell'integrazione a ogni costo, tifosi del ius soli contro destrorsi del Blut und Boden (grevi di quel maledettismo paraculo alla Feltri), bagasce imparruccate di buoni sentimenti e prostituti opinionisti un po' fané si accalcano presso i palchi mediatici di uno spettacolo ignobile.
Se sgomita, li mortacci loro, pe' vedé' un po' che succede.
E che succederà mai, sor Maestro!
L'insieme è davvero concitato, si muovono le caricucce dello Stato, prefetti, questori, dirigenti polizieschi, politicanti in salsa rosa. Giornalisti sudaticci e affannati per la veemenza dell'azione repressiva stilano con foga vibranti articolesse e pergamene digitali (in realtà siedono a bordo piscina col daiquiri in mano). Le mummie della bontà son deste; i reazionari al sugo, pure. Hanno scoperto l'indicibile: centinaia di migranti abusivi stipati in una palazzina del centro di Roma! Nientemeno! C'est intolérable!

A poche centinaia di metri da casa mia ce ne sono due di tali pollai, interamente gestiti da migranti pasciuti e da antagonisti da reflusso gastroesofageo: i Nostri si dividono il bottino, lo difendono con cura (invalicabile il servizio d'ordine all'ingresso), luce acqua e cotillon sono forniti dal Comune di Roma, de straforo.
Che dire? Io son razzista, ma pago e non mi lamento. Quando mai mi sono lamentato?
La mia residenza, inoltre, é posta in posizione eccentrica rispetto al centro storico e conta poco.
Qui a via Curtatone, invece, siamo a due passi dal cuore dei magna a ufo italici e l'evento fa rumore.
La farsa si presenta subito con toni accesi e brillanti. Ecco i personaggi alla ribalta fra lo strepito dei tamburi della gendarmeria, le trombette di tifosi, gli ululati dei denigratori. Dramatis personae: migranti, il Ministro dell’Interno della sedicente Repubblica Italiana, Marco Minniti, gli antagonisti, il poliziottame. L'elenco è dato in rigoroso ordine gerarchico.
L'attacco è memorabile. Si fa sul serio, ci sono le televisioni, i giornali, i blog, le fanzine, i supporter putipù, sbandieratori d’ogni risma; le opinioni, soprattutto quelle non richieste, si susseguono senza sosta, scaracchiate nella sputacchiera del nulla: intellettuali di passaggio, accademici da passeggio, pensionati politici, cadaveri della nazione, spettrali e ripugnanti hanno da dire la loro, caschi il mondo. Si origina il consueto pulviscolo informativo. Dopo poche ore, come è giusto che sia, non si capisce più nulla ...  “è colpa nostra ...” “le competenze, signori, le competenze ...” “non ne sappiamo nulla ...” “è stato un ordine dall'alto ...” “il signor prefetto, il Ministro, il signor Questore ...”. L'Ansa è in ansia ... fonti di Repubblica ... l’ologramma di Salvini prende corpo urbi et orbi ... Libero è magari tentato dall'importunare il Prostatico Ottimo Massimo ... Repubblica imbraccia la spingarda ad avancarica ripiena di bulloni e Saviano.
Conferme smentiscono altre conferme, le smentite confermano ciò che si supponeva, illazioni fioriscono sul corpo putrescente dell'oggettività. Il blaterìo e il vociare si fanno insistiti, si rilancia l'inesistente, gli inviati, che nulla sanno, riferiscono fatti gravissimi, trafelati per l'orgasmo frenetico degli eventi, il fiato odoroso di cappuccino e la polvere delle ciambelle sul risvolto della giacca.
Tutto fluisce in un murmure insensato in cui alto e basso, destra e sinistra, invenzione, menzogna e realtà si struggono indefinitamente. Lo spettatore è esausto dopo pochi minuti di telegiornale: non ha capito nulla di ciò che è accaduto, ogni realtà lo disturba, il cerebro ormai inadatto a filtrare qualsiasi stimolo esterno che non siano i giochi a premio di Amadeus.
Succo paradigmatico dell'italico medio: "Ahó, stá' a succede un casino".

Intanto, a sinistra ...
I palafrenieri della bontà, illetterati e pronti alla morte (della razionalità), fan tambureggiare da subito le tastiere della "indiggnazzione" direttamente da spiagge e ostelli: "Nun se fa così, poveri cari" si boldrineggia nelle più varie nuance del volemose bene. Terzomondisti da D-Donna, femministe all'ajo e ojo più altri spurghi antifascisti (debitamente senza i fascisti) spetezzano i gas dell'ecumenismo più altero, incrollabile nella propria indefettibile sicumera: i paguri Bernardo dell'antifascismo. L'antifascismo, questo guscio ormai vuoto e disseccato da mille inutili battaglie, calcinato dal sol dell'avvenire (avvenire mai avvenuto), viene indossato istericamente, senza discernimento, con quella spocchia con cui i parvenu mostrano gli sciagurati completini alla prima della Scala. Si taccia degli antagonisti: su tali alfieri dell'illegalità si dovrà tornare.

Intanto, a destra ...
I residuati bellici del fascismo e del populismo di destra, invece, se la godono un mondo: le cose vanno lisciate per il verso giusto: gli opliti malandrini di Libero e de Il Giornale, da veri birichini, sentono il vento alle spalle: non hanno che da alzarsi dai loro molli lettini agostani per dettare le condizioni della resa: "È uno schifo signora mia!" ... "Ecco il fallimento dell'accoglienza!" "No pasaran!". Ovviamente è una finta. Pure loro sanno che tutto è uno scherzo: spento l'occhiolino rosso delle telecamera essi tornano infatti alle loro occupazioni sardanapalesche, magari progettando, tra un'olivetta e l'altra, l'intervista all'amico Marco Minniti. Già li immagino nell'intimità questi destrorsi da Ambra Jovinelli, lontano dagli atteggiamenti marinettiani: "Che tempi che tempi, che s'ha da inventare per campare onestamente! Pensi, signora mia, che mi tocca fare il fascista da teatrino, io, che sono l'uomo più pacifico del mondo! Guardi, io in casa ho due filippini e uno slavo come factotum! Posso essere razzista io? Non sia mai! È la mia parte ... debbo recitarla ...". Espletato il compito “fuoco e fiamme contro el negher” il destro si risiede con un sospiro liberatorio (è onusto d'incombenze) e inforca una generosa porzione di spaghetti al pummidoro.

Frattanto nella Capitale del Mondo ...
Intanto a Roma vola qualche schiaffo, si getta un po' di mercanzia da robivecchi contro quei disgraziati dei celerini, manco fosse Capodanno; le telecamere immortalano il milite che carezza un'eritrea piangente; un altro, più focoso, invita a spezzare braccia. Roba di ordinaria amministrazione: ho assistito a decine di tafferugli ben più cruenti all'uscita dello stadio Olimpico dove, spesso, è in vigore la puncicata, ovvero lo sfregio col coltello contro tifosi avversari. E, in campo, nella foga dell'azione, ho esclamato cose ben più orribili contro gli avversari: te rompo le gambe te spezzo la schiena.
Ma la sceneggiata, voluta, studiata, perseguita con cura, deve essere enfiata sino allo sfinimento. Da un minuzzolo di malessere deve sorgere una montagna, da una scalfittura una ferita sanguinolenta, da un'incrinatura una frattura scomposta. La regia vuole lo splatter e, se non c'è, lo inventa di sana pianta. Occorre esacerbare, drammatizzare, sconvolgere il popolicchio, metterlo di fronte a scelte irreversibili. Dopo tale bailamme montato a freddo, con l’arte dei provocatori, la panna dell'indignazione è pronta. Una parola d'ordine nei prossimi mesi verrà udita con sempre più insistenza: legalizzazione. Legalizzare, democratizzare, rendere eguali, rendere lecito: lo ius soli si vuole e lo ius soli si avrà, per vie traverse, ma si avrà. Gli italiani sentono puzza di bruciato, piantano grane e allora si procede sottotraccia, con direttive oscure, vaseline burocratiche, stradine secondarie e di tutto riposo: lo ius andrà a regime, ma fuori dello sguardo degli italiani, a poco a poco, in cambio di una pace sociale imposta a colpi di propaganda (se non ne parli non accade).

Minniti-Pierrot ...
Ecco il Minniti con occhiali da sole, asciutto, aria da Apocalypse now, circondato dal suo A-Team de Noantri a dire: legge e ordine! Ma poi, se lo si guarda bene, il Minniti, ci si accorge che il suo volto già si rammolla in un'aria da Pierrot, la biacca luminescente segnata da una disperata lacrima nera: è il Minniti dell'accoglienza, questo, dell'accoglienza a tutti i costi, quello vero. E allora via con le regolarizzazioni, le case popolari, le accelerazioni legislative, tutto sottobanco, per non ferire la pur morente rabbia italica. Presto si passerà alla falsificazione delle statistiche, con esornamenti e menzogne e trucchi: il Nostro Pierrot tutto d'un pezzo potrà allora dire: tutto a posto, grazie ai nostri accorgimenti non vola una mosca, diamo fiducia al governo, sono tutti d'accordo, la criminalità è in picchiata, il numero di migranti in costante discesa.
Attuare ciò che ordina il padrone sotto il velo del rigore, questa insegna la farsa di via Curtatone.
Mano di velluto in un guanto di ferro. 
L'Italia è una barzelletta che non fa ridere, l'Opposizione è inesistente, impaurita dagli scherani PolCor. Il Ministro nemmeno deve sforzarsi per imporre alcunché .... basta una sceneggiata merolesca per tacitare tutto ... certo il Maestro D'Alema era di tutt'altro conio ... mandare a morte migliaia di jugoslavi col sorriso stampato sui baffi ... quella è classe ... altra caratura, altro statista ...

La compagnia di giro ...
Gli attori in gioco, peraltro, militano sulla stessa sponda: migranti e antagonisti e ministrume ... ma anche dirigenti, magistrati e funzionari polizieschi, ben consapevoli di appartenere al patriziato vincente, coi loro stipendi garantiti, le pensioni con scivoli e integrazioni e cravatte e cause di servizio ... si sta bene sotto l'albero del welfare ... Persino il poliziotto cattivo, quello delle braccia spezzate, appartiene al magico mondo del patriziato, sebbene a un livello più basso: un buffetto, un promoveatur ut amoveatur, uno spostamento di sede ... il consueto belletto istituzionale in cui nessuno paga e le vittime sono gli spettatori paganti.

Matrix.
Gli Italiani andranno all’inferno e se lo meritano. Per ingannarli non c’è mica bisogno di Matrix. Basta Ettore Petrolini:

Due persone giocano agli indovinelli.
"Mi sai dire cos'è quella cosa verde che sta sul pianoforte e fa cri-cri?"
L'altro pensa e ripensa e finalmente risponde:
"Non lo so, dillo tu".
"È l'aringa".
"Ma l'aringa non è verde!".
"E tu la tingi".
"Non sta mica sul pianoforte!".
"E tu ce la metti!"
"E poi l'aringa non fa cri-cri!".
"Bravo! E se non dicevo questo era troppo facile indovinare!".

19 commenti :

  1. Non potevi scriverlo meglio.
    Dalla terra di Etruria invece il solito trans trans: oranghi e beduini che stuprano e spacciano, piddioti che festeggiano l'unità in attesa dell'arrivo del bomba, spray al peperoncino esauriti in ogni armeria cittadina, statistiche ufficiali della criminalità al ribasso (quelle non ufficiali dettemi di straforo da un commissario di polizia invece celano scenari da guerra del Vietnam).
    Sono soddisfazioni.
    Ho scoperto di recente che un vecchio amico sta per cambiare casa. Una delle ultime volte che l'ho visto mi ha dato quasi del nazista, sembrava un pazzo, solo perché avevo notato che il quartiere dove viveva era diventato leggermente pericoloso a causa di una moltitudine di risorse boldriniane. Ufficialmente si trasferisce per avvinarsi maggiormente al luogo di lavoro. In realtà, (confessato in un momento di debolezza), ha paura di prendersi una coltellata mentre fa ritorno tardi a casa.
    Che gente di merda siamo diventati...
    Vorrei ci invadessero i russi con l'armata rossa, la vecchia falce e martello (quelli autentici), un po' di legge marziale, pena di morte, totalitarismo sovietico. Chissà...forse ci farebbe bene.

    RispondiElimina
  2. Sono ogni giorno più intollerante nei confronti delle cose e delle persone che tu hai citato caro Alceste. Non li sopporto più. Questo stato di cose. Questa mentalità che tu così bene hai narrato. Non so se provo più schifo od odio. Quello che più mi fa incazzare è che tu hai dipinto un quadro realistico a cui non si può aggiungere nulla. Io odio i sinistronzi e tutto il loro codazzo, dalle coop ai kuntakinte. Però odio altrettanto questa destra fasulla, senza onore e dignità.Non vedo una via di scampo. Prima in passato c'era sempre una speranza di progresso o di miglioramento. Adesso non più. Sono dei maledetti! Hanno ucciso anche il più piccolo barlume di resistenza umana ed intellettuale. Siamo nella condizione che diceva un tempo quel poeta:"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie".
    Aspettiamo la fine...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ci resta che resistere e testimoniare.
      E vivere l'esatto contrario di ciò che predicano.

      Elimina
    2. Già fatto. Lei ha dato forma ai miei pensieri. Grazie

      Elimina
  3. Grazie per la sintesi, come sempre disperatamente lucida...e grazie per la citazione di un pensatore, una volta tanto, a me familiare: Petrolini!
    Concluderei con un cenno di approvazione totale anche per Anonimo delle 08.29: personalmente sogno sempre più spesso l'echeggiare per le strade del "ah ça ira, ça ira, ça ira, les aristocrats a la lanterne".
    Saluti da Hermannus Contractus

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Petrolini era una scheggia comica in cui si miscelavano i toni brillanti e il nonsense.
      A parte qualche imitatore (Proietti) oggi è dimenticato.

      Elimina
  4. sembrerebbe che abbia detto ...« Non siate in disaccordo, arricchite i soldati, disprezzate chiunque altro. »
    https://it.wikipedia.org/wiki/Settimio_Severo...
    Lucio Settimio Severo Augusto (latino: Lucius Septimius Severus Augustus; Leptis Magna, 11 aprile 146 – Eboracum, 4 febbraio 211 -
    leptis magna :https://it.wikipedia.org/wiki/Leptis_Magna -
    un imperatore romano nato in libia e sposato con una donna siriana...

    Signori, io la penso come voi e provo lo stesso disgusto...e non s'intravede come è scritto perfettamente nel commento precedente ( ps. adotti però almeno un qualche pseudonimo invece di restare sempre anonimo) la benché minima speranza di cambiamento - Prima forse c'era - adesso non più - la storia va in questa direzione -

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, sembrerebbe così.
      Nessun grafico e nessuna teoria economica ci salverà.
      Solo un'etica quotidiana, opposta, irriducibile.

      Elimina
  5. Signor Giudice,
    vorrei tanto che un uomo, un uomo solo, mi capisse. E desidererei che quell'uomo fosse lei.
    ... Non dovevamo rivederci. Probabilmente non ci rivedremo mai. ogni giorno i gendarmi le portano nuovi clienti.Sono contento che tutto sia finito, ma confesso che li invidio perché essi hanno ancora qualche possibilità di spiegarsi, mentre io, d'ora innanzi, potrò contare solo su questa lettera che forse lei archivierà senza neppure leggerla.
    Sarebbe un peccato, signor giudice.
    Glielo dico senza vanità. Sarebbe un peccato non solo per me, ma anche per lei, perché sto per rivelarle una cosa che lei sospetta, una cosa che lei non vuole ammettere e che la tormenta in segreto, una cosa di cui sono certo, io che ho più esperienza di lei da quando sono passato dall'altra parte: lei ha paura.

    G. Simenon, Lettera al mio giudice

    RispondiElimina
  6. Oggi ero nella terra natia del
    Bomba. Vigneti e ulivi a perdita d'occhio. Uve dolcissime. Feste paesane settembrine un po' ovunque. Parcheggio un momento per fare una sosta. Sopraggiunge una sita diretta ai monti. Sembrava spuntata dal film :"Il pianeta delle scimmie". Un attimo di smarrimento poi la spiegazione:"Coop fasulle hanno ammucchiato risorse sui monti in alberghi falliti. La cosa buffa è che la stagione vacanziera montana fatta di anziani ha subito un duro colpo causa eccesso di animali giungleschi. Mi dicono che il sindaco piddinens ha puntato i piedi per questo eccesso di risorse. Ha scritto lettere veementi ai piani alti contro questi abusi di mezzi pubblici da parte di animalhouse non al guinzaglio e per giunta senza biglietto.
    Come vedi caro Alceste tutto il mondo è paese.
    Un caro saluto
    P.S.:Resistere resistere resistere.

    RispondiElimina
  7. "A trento immigrato spacca tutto" queste gente e' incivile inutile cercare il dialogo passi per debole vieni deriso ,LA soluzione c'e' ma non LA volete e allora restate cosi' ,siete allo sbando votare PD,m5s,Salvini ecc stessa brodaglia di traditori ,LA soluzione c'e' ,si sentono gia' I passi

    RispondiElimina
  8. Ricordavano appena ciò che avevano perso, e addirittura non volevano credere che c'era stato un tempo in cui erano stati innocenti e felici. Ridevano perfino della possibilità di questa loro precedente felicità, considerandola un sogno. Essi non riuscivano più neppure a immaginarsela in forme e concetti, ma, per quanto possa sembrare strano e meraviglioso, dopo aver perduto ogni fede nella loro felicità di un tempo, dopo averla definita una favola, essi desideravano ancora di nuovo essere innocenti e felici, tanto da prostrarsi come bambini davanti al desiderio del proprio cuore; lo divinizzarono, costruirono templi e furono devoti alla loro stessa idea, al loro stesso "desiderio", pur sapendo pienamente quanto fosse irrealizzabile e inattuabile, lo venerarono con le lacrime agli occhi, e s'inchinarono davanti ad esso. Tuttavia, se solo fosse potuto accadere di ritornare a quello stato di innocenza e di felicità che avevano perso, o se qualcuno all'improvviso lo avesse mostrato loro di nuovo, chiedendo: "Vorreste ritornarvi, adesso?", bene, avrebbero certamente rifiutato. Mi rispondevano: «Sì, è vero: siamo bugiardi, cattivi e ingiusti, ma lo sappiamo e piangiamo per questo, soffriamo e ci tormentiamo per questo, punendoci forse perfino più di quanto farebbe un giudice clemente di cui non conosceremmo neppure il nome. Ma noi possiamo avvalerci della scienza e attraverso di essa ritrovare in modo consapevole la verità; la conoscenza è superiore al sentimento e la coscienza della vita è superiore alla vita stessa. La scienza ci darà la saggezza, la saggezza ci aprirà alle leggi, e la conoscenza delle leggi della felicità è superiore alla felicità». Ecco che cosa dicevano, e dopo tali parole ognuno amò solo se stesso più di tutti gli altri, e d'altronde non potevano ormai fare altrimenti. Ognuno di loro diventò così geloso della propria personalità che si affannò in tutti i modi a sminuire e a sottomettere quella altrui, facendone il presupposto di tutta la loro propria vita. Apparve la schiavitù, perfino la schiavitù volontaria: i deboli si sottomisero di buon grado ai più forti solo per essere aiutati a opprimere coloro che erano ancora più deboli. Apparvero i giusti che andavano da quella gente con le lacrime agli occhi e che parlavano della dignità, dell'equilibrio e dell'armonia smarrita e della perdita della vergogna. Essi venivano derisi o lapidati. Fu versato sangue santo sulle soglie dei templi. Comparvero però degli uomini che si misero a ideare come unirsi di nuovo tutti insieme affinché ognuno, senza smettere di amare se stesso più di tutti gli altri, allo stesso tempo non desse alcun fastidio, per vivere così insieme in una società in cui tutti andavano d'accordo.

    Fëdor Dostoevskij - Il sogno di un uomo ridicolo

    RispondiElimina
  9. Il 28 ottobre Marcia su Roma di Forza Nuova ,finalmente qualche patriota!!!! Basta disfattismo se siete veri Italiani dovete esserci !!! Ora vi riconosco !!!

    RispondiElimina
  10. Gentile Alceste,

    Lei sa che fine abbia fatto Eugenio Orso? Il motivo dell'improvviso silenzio del suo (vostro) blog?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi disse di avere irrimediabili problemi tecnici col suo blog. Da allora non l'ho più sentito.

      Elimina
  11. L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
    Italo Calvino - Le città invisibili

    RispondiElimina
  12. Caro Alceste,
    scrivo soltanto per ricordarti un sito, che forse conosci già, e che io seguo da tempo con interesse: "Il Pedante.org". Cosa ne pensi?
    Saluti da Hermannus Contractus

    RispondiElimina
  13. io invece segnalo il nostro presente - in finlamdia è la procedura è usata con gli immigrati -
    http://www.blockchain4innovation.it/esperti/blockchain-perche-e-cosi-importante/

    RispondiElimina

Siate gentili ...